I conti del vetraio Andrea Haghe, certo uno straniero, vanno dal 10 novembre 1663 al 13 maggio 1665. Sembra, che alcune finestre (almeno sei) avessero al centro, i Monti chigiani in vetri colorati a fuoco. A carta 600, troviamo il conto, seguito da ricevuta 30 Aprile 1666, del vetraio Filippo Pierantoni, che aveva avuto, appunto da riparare alcune finestre con lo stemma Chigi, e a carta 599, la fede dell’Arciprete G. B. de’ Grandi che Filippo Pieramonti ha rimesso nelle vetriate di d. chiesa dodici mezi vetri, una stella et un monte li quali erano rotti ( il 29 maggio 1666). Il 3 marzo 1664, G. L. Bernini rilasciava un buono di pagamento, diretto a Mosig.r Ferrini, di sc. 300 a favore di Giovanni Artusi, fonditore, a conto della campana che faceva per la Rotonda a tutta sua Robba e metallo qual campana a da pesare due migliara et non meno. In calce sono due ricevute la prima di scudi trecento in data 6 marzo la seconda di scudi cento in data 3 giugno, firmate da Nicola Artusi, figlio di Giovanni, per non saper il detto scrivere. Reca la data del 6 maggio 1664. Il Conto d’una Campana nuova fatta di metallo p. servito della chiesa della rotonda dell’Ariccia, fatta con ordine del sig. Cav. Bernino a tutta robba da Gio. Artusio con haver fatto la lega di stagno fino e rame. (La campana pesata da Giacomo Balsimelli, fattore della R.da Fabb. di S. Pietro fu consegnata, d’ordine di Monsig.r Ferrini agli uomini di m.ro Andrea Appiani p. portarla con li carri, e bussole all’Ariccia). Compresi li due piumaccioli di metallo, il conto importava la somma di scudi 584 b. 50.
[…] Entriamo nella Chiesa e parliamo degli stucchi di Paolo Naldini che ornano la cupola. Gustoso è il biglietto di presentazione dato dal Bernini allo scultore, per Monsignor Ferrini:
A carte 625, 153,633, 634, 677, 638 sono varie notizie sulle finiture del piombo per coprire la cupola: esse vanno per data dal 20 aprile 1662 al 20 febbraio 1664. A carta 637 è il conto dello stagnaro Giovanni Gemino, per vari lavori in piombo dal 27 agosto 1663 al 14 ottobre 1664, per il rivestimento ed il restauro del rivestimento della cupola, del cupolino, dei campanili, del porticato e delle due casette (gronde dietro le balaustre). Il conto ammonta alla somma di sc. 1187,79 rivisto ed approvato il 16 gennaio 1665 , il conto fu ridotto a sc. 759,40. […
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Analisi documenti d’archivio
Paolo Naldini aveva già fatto i modelli delle figure di stucco per la cupola. L’acconto non è forte, ma è probabile che le buone parole di Monsignor Ferrini abbiano avuto successo dato che, come vedremo, i lavori furono finiti entro l’anno 1664. E’ notevole la frase del Bernini “e questo lo dicho perché non o altro che questo che dopo il Sig. Antonio sia buono”: è chiaro che il Naldini a giudizio del maestro era il solo atto dopo Antonio Raggi (che doveva essere impiegato altrove in quel momento) a realizzare il progetto berniniano della ghirlanda di Angeli e di putti, sul cornicione interno della cupola. Le “ altre occasioni in Roma” non mancarono certo allo scultore. Abbiamo giù detto della parte avuta dai Beccaria alla decorazione della Cupola: vediamo ora quella del Naldini.