Purezza volumetrica Se ci limitiamo a una analisi sulla reale consistenza materiale dell’architettura, verrebbero fuori i rapporti del Bernini con il mondo classico, nel caso particolare il Pantheon; o meglio una sua tensione universalistica che lo porta a realizzare l’architettura nel riferimento alla geometria classica, a forme archetipe, universali aventi carattere necessario. Non si può parlare, nel caso del Bernini, di classicismo inteso come imitazione o riferimento ai classici dell’antichità, quanto piuttosto ad un atteggiamento classico che deve essere considerato aspirazione nell’assoluto, a cogliere cioè quei principi oggettivi che sono al di là della mutevolezza della storia, del contingente e che sostituiscono ancora una volta la preoccupazione metafisica già individuata nella prima lettura effettuata. Il triangolo, il cerchio, la sfera, il cubo, sono quelle matrici spaziali archetipe con cui si confronta una concezione classica, ed il Bernini volle incastrare, nel progetto di Ariccia un cilindro (l’invaso della chiesa) con una semisfera ( la cupola), con un cilindro più piccolo ( il lanternino), e un'altra semisfera (il cupolino) ad un parallelepipedo costituito dal pronao porticato. Le forme archetipe della geometria sono innate nell’uomo e costituiscono il legame dell’uomo con Dio, quindi ancora una volta, spostandoci da un livello di interpretazione dei contenuti più profondi, cioè iconologico, giungiamo ad individuare nell’intento comunicativosimbolico-religioso, la spinta propulsiva fondamentale del processo creativo berniniano. I procedimenti illusionistici tipici del Barocco, per i quali il Bernini era un grande maestro, si innestano in questa concezione spaziale, deformando le membrature secondo raffinati accorgimenti. L’esigenza simbolica di dare maggiore importanza all’arcone della zona absidale ed a quello d’ingresso, contrasta con la spartizione uniforme del cerchio in settori di circonferenza uguali; per evitare il fenomeno di disturbo ottico l’architetto pose due angeli al posto dei cheribini – tra il tamburo ed i costoloni della cupola – ed ingrandì i cassettoni per portarli al numero di cinque come negli altri spicchi di cupola corrispondenti. Il tema della circolarità si ripercuote all’esterno in un fenomeno di riverberazione, nell’emiciclo che avvolge la Rotonda, nelle fontane circolari, nella controcurvatura illusionistica data alla facciata di palazzo Chigi restringendo l’interasse tra le finestre dal centro verso l’estremità. L’idea di rendere l’emiciclo intorno alla Chiesa più profondo e avvolgente, ingigantire la massa cilindrica dell’edificio era condizionata dallo spazio ristretto a disposizione dietro alla Chiesa verso il paese. Il progettista a tale scopo non mantenne orizzontale la cornice del sistema colonnare degli ambulacri, ma la fece scendere amplificando il volume compreso ed aumentando la profondità nella illusione percettiva. Il tema di un corpo avvolgente il punto di riferimento fondamentale del sistema spaziale progettato, viene a generare l’uniformità di tutto lo spazio di relazione con cui la chiesa è a contatto; nulla di non progettato e non previsto può condizionare il nuovo equilibrio spaziale faticosamente creato, frutto di studi e corrispondenze calibratissime; “la sua posizione … ammette divergenze di significato tra le opere, ma non la irrisolta compresenza in un’opera di diverse polarità e cioè per una istintiva e profonda capacità di riproporre, nel microcosmo di una determinata occasione, una problematica generale”.
Forme pure utlizzate
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2 C. Fontana, progetto definitivo per il complesso dell'Assunta, lapis e aquerello su carta. Berlino, Kunstbiblioteck
1 - G.B. Falda, Veduta di dentro la Chiesa Colleggiata dell'Assunzione du M(ari)a Vergine nella Terra dell'Ariccia fatta et adornata da N.sig. PP. Alessan(dr)o VII. Incisione su carta, Collezione privata 2 - Foto notturna, vista frontale, 2011
Purezza volumetrica
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