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impronta sociale

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Nota metodologica

Nota metodologica

VivaVittoria Reggio Emilia

VivaVittoria è un progetto che si definisce “Opera relazionale condivisa”. Consiste nel ricoprire le piazze dei centri storici di coperte realizzate da volontarie in “patch” di 50x50 m. Queste vengono intrecciate in coperte di 1x1 m e diventano simbolo dei legami che, nel corso del progetto, si sono creati tra le volontarie e i volontari partecipanti. Le coperte vengono infine

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vendute con lo scopo di raccogliere fondi per una moltitudine di soggetti, diversi da città a città, che si occupano a vario titolo di tutela delle donne, principalmente in termini di lotta alla violenza sulle don-

ne e di ricerca sul tumore al seno. Quest’ultimo è il caso di VivaVittoria Reggio Emilia, svoltosi il 26 e 27 ottobre 2019 in Piazza Prampolini, che ha consentito la raccolta di 56.000 € da devolvere all’ I.R.C.C.S. Azienda Santa Maria Nuova/Ausl Reggio Emilia.

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L’Olmo ha partecipato progettando gratuitamente e regalando alle associazioni organizzatrici dell’e-

vento (Progetto Senonaltro, ANDOS, Associazione Vittorio Lodini per la ricerca in chirurgia, Il giorno dopo ONLUS, AIBAT) le shopper in cui sono state

consegnate le 2.650 coperte vendute.

Maggiori informazioni sul progetto sono disponibili sul sito: https://www.vivavittoria.it/portfolio/viva-vittoria-reggio-emilia/.

Matchcoop days

Da febbraio a novembre 2019, Confcooperative Reggio Emilia ha organizzato una serie di incontri intitolati Matchcoop Days 2019, un’iniziativa volta a creare nuovi contatti e legami commerciali tra le cooperative aderenti.

A ciascuna cooperativa erano concessi 6 minuti per un pitch con cui presentare brevemente la pro-

pria azienda o un servizio specifico. Un secondo momento, meno strutturato, prevedeva la possibilità di avvicinare gli altri partecipanti per approfondire gli argomenti trattati e prendere contatto diretto. Dopo aver studiato le attività delle altre cooperative invitate all’incontro assegnatoci, abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione sui servizi della tipolitografia. Grazie a questo incontro è nata l’iniziativa “Punto e a capo”, descritta in seguito, in collaborazione con la cooperativa sociale Dimora d’Abramo.

PROGEttO PUNTO E A CAPO

In novembre è iniziata una fase di co-progettazione con la cooperativa sociale Dimora d’Abramo e con alcuni dei nostri clienti per definire fattibilità, sostenibilità economica e metodo di lavoro per un’iniziativa che abbiamo chiamato “Punto e a capo”. Il progetto coinvolge la nostra tipolitografia e l’atelier “Iwinobo” di Dimora d’Abramo, tramite il quale alcune donne migranti hanno la possibilità di costru-

ire un percorso di inserimento nel mondo del lavoro. In particolare, all’interno del nostro reparto stampa digitale viene utilizzato il plotter per stampare i

materiali tessili che poi vengono cuciti e confezio-

nati dalle donne dell’atelier. In collaborazione coi clienti coinvolti, abbiamo individuato nelle shopper per le assemblee di bilancio l’articolo ideale per una prima fase sperimentale, proponendo diversi materiali e diverse opzioni per la confezione.

INTEGRAZIONE, SOSTENIBILITà, CONSAPEVOLEZZA

Il progetto Punto e a capo sintetizza i valori della nostra cooperativa. È un progetto inclusivo, nel quale la parola stessa, “inclusività”, è intesa nel suo senso più ampio: inclusione delle diverse abilità, inclusione sociale e lavorativa di donne migranti. È un progetto che rifiuta di essere un’iniziativa fine a se stessa e che, al contrario, nasce per essere sostenibile economicamente, socialmente ed ecologicamente. Fin dalle prime fasi di confronto, l’idea è infatti stata quella di pensare a prodotti che potessero essere venduti a prezzo di mercato o poco più, e che fossero quindi commercialmente proponibili e interessanti, oltre che positivamente connotati dal punto di vista etico. Era importante inoltre che le modalità, i tempi, e le condizioni di produzione rispettassero la dignità del lavoro. Infine, sono diverse le certificazioni di sostenibilità ambientale coinvolte nel processo produttivo: dai materiali, alternativamente 100% riciclabili o al 100% in fibra naturale, alle tecnologie di stampa, che utilizzano inchiostri ecologici e tecnologie a basso consumo energetico. Dati di non poco conto, se si considera che l’industria tessile è tra le più inquinanti del pianeta.

Luciene, atelierista della cooperativa Dimora d’Abramo che si è occupata con noi del progetto, ha risposto alle nostre domande.

Raccontaci del vostro atelier, come nasce e cosa fa.

L’atelier è nato nel settembre 2018 come luogo di aggregazione e con un intento di integrazione per alcune donne beneficiarie del progetto CAS. È un luogo di inserimento socio-occupazionale per donne in una situazione di fragilità e voglia di riscatto e dignità, un luogo di produzione di capi d’abbigliamento e articoli vari, un luogo dove accogliere persone che necessitano di rammendi e confezionamento di capi su misura, dove le persone possono anche imparare a fare da sé. È un luogo di apprendimento, di integrazione ma soprattutto di lavoro dignitoso e creativo, aperto a tutti.

Che reazioni hai raccolto dalle ragazze dell’atelier quando hai parlato loro del nostro progetto?

Subito, ascoltando la proposta, non si sentivano totalmente sicure e temevano di non riuscire a realizzare l’ordine nei tempi richiesti; ritenevano utile, per sentirsi più tranquille, aumentare l’orario settimanale, al momento di 12 ore. Sono state sostenute e incoraggiate sulla base di ciò che avevano realizzato nei mesi precedenti, dell’impegno che avevano dimostrato. Le abbiamo spronate dicendo loro che ce l’avrebbero fatta, che erano già pronte ad accettare una responsabilità come quella proposta. Il lavoro, infatti, si è concluso in anticipo rispetto alla scadenza, grazie all’impegno e il senso di responsabilità di tutte loro, ed è stata senz’altro un’esperienza proficua per tutti e che potrà senza dubbio ripetersi.

Che sbocchi vedi per questo progetto? Come ti piacerebbe che si sviluppasse in futuro?

Il progetto dell’atelier è una proposta elastica e tenderà ad espandersi per abitare altre realtà, come quella dei cittadini fragili del Progetto CAS e gli abitanti del quartiere; le proposte e l’organizzazione devono essere flessibile come il filo che si intreccia per dare forma alle idee, creando nuovi pensieri e nuove possibilità. Un laboratorio pratico e manuale, polifunzionale, che intreccia saperi e culture diversi. Dove la creatività può sconfinare ed intrecciarsi in vari ambiti di competenza. Un progetto che accoglie le potenzialità di molti, nella speranza di dare maggior integrazione e consapevolezza di sé e delle proprie competenze. Facendo sì che diventi un luogo in grado di accogliere le diversità, mettendole in relazione e dialogo tra loro. Uno spazio dove ognuno possa mettere in campo le proprie competenze e tenerle in relazione con le abilità dell’altro. Un ambiente mutevole nel tempo, che non dia rigidità alle idee, ma che lasci aperte possibilità di sviluppi e ampliamenti futuri.

L’OLMO Soc. Coop. Sociale

42017 Montecchio Emilia (RE) - Via F.lli Cervi, 7 amministrazione@coopolmo.it - tel. 0522 86 42 22 lesamare@coopolmo.it - tel. 0522 86 58 93 tipolito@coopolmo.it - tel. 0522 86 69 04 www.coopolmo.it

L’interno e la copertina di questo bilancio sono stampati su carta Fedrigoni Arcoset proveniente da fonti gestite in maniera responsabile.

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