COVID-19 Immagini Laboratorio Fotografico

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IMMAGINI

LABORATORIO FOTOGRAFICO

COVID19


a cura di: Carlo Cavicchio Paolo Del Vecchio Giuseppe Vitale Editing sviluppato durante gli incontri con i partecipanti al Laboratorio Fotografico

© Tutti i diritti riservati Le fotografie sono prodotte dagli autori stessi che ne detengono i diritti di proprietà e utilizzo. Questa pubblicazione non persegue fini di lucro, non può essere venduta a un costo superiore a quello di realizzazione e non è un prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare. Le fotografie sono state pubblicate nel massimo rispetto del materiale fotografico originale, senza particolari interventi di fotoritocco. Un ringraziamento particolare a Barbara Gerosa per il suo testo e la sua collaborazione. impaginazione: Andrea Cesarotti Postproduzione: Giuseppe Vitale - Giorgio Cavicchio Stampa: T&D Service - Cesano Maderno (MB)


Vittorio Baroni Matilde Beverina Daniela Borsari Paola Casanova Carlo Cavicchio Marco Cristiani Paolo Del Vecchio Isidoro Di Giovanni Marco Di Rienzo Pierangelo Genta Barbara Gerosa Fabio Natta Elvira Pavesi Nicola Pizzuti Diego Sartorio Alberto Scandalitta Giuseppe Tarelli Paola Tarroni Tiziano Torreggiani Elisa Villa Giuseppe Vitale Cristiano Zingale


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Prefazione

Ebbene sì! Non abbiamo saputo resistere. Del resto per chi come noi frequenta un “Laboratorio” fotografico, per chi, quindi, ha a che fare, direi quotidianamente, con le problematiche pratiche e teoriche della fotografia, questo disgraziato periodo di emergenza COVID-19 che ci è cascato addosso improvvisamente, non poteva non costituire un ineludibile tragico oggetto di ricerca e di analisi fotografica. Il coinvolgimento personale e collettivo è stato totalizzante. Risultato, questo, dovuto ormai alla lunga frequentazione e partecipazione (2/3 anni) dei soci alla vita del “Laboratorio”: ciò ci ha permesso di correggere facilmente la rotta orientata precedentemente verso altri lidi, e di concentrare le nostre energie intorno a questo nuovo e indesiderato aspetto della nostra vita. Le difficoltà reali connesse al confinamento sanitario non ci hanno mortificato: grazie alle tecnologie digitali abbiamo potuto contare su incontri virtuali a cadenza settimanale per poter avviare confronti e approfondimenti sostenuti da un lavoro condiviso e partecipato. Tutte le fotografie qui riprodotte, sia quelle relative al lavoro collettivo sia quelle relative ai singoli portfolio, sono espressione, prim’ancora di essere rappresentazioni di emozioni, sentimenti e fatti, di un indispensabile preliminare SILENZIO. SILENZIO inteso come condizione necessaria per la creazione di uno spazio per la parola, in questo caso per l’immagine fotografica. Mai come in questo momento storico caratterizzato dalla spettacolarizzazione a tutti i livelli: sociali, politici e culturali, recuperare e abitare la dimensione del SILENZIO significa essere responsabili e rispettosi della dimensione del “logos”, della parola, del discorso argomentativo. Diversamente il rischio di cadere nel banale, nel privo di senso, nella retorica del pornografico è dietro l’angolo, soprattutto per chi si occupa di fotografia: ricordiamoci che alcuni studiosi dei fenomeni sociali e culturali contemporanei ritengono che l’uomo di oggi sia immerso in una “civiltà dell’immagine”. Dio solo sa quanto è importante e grande il bisogno di SILENZIO che avvertiamo tutte le volte che siamo storditi dal chiasso mediatico che questa società produce incessantemente, alimentando una più generale e pervasiva alienazione. E quanto sia necessario, per noi, produrre fotografie, non sembri paradossale, che siano un invito al SILENZIO. E questa istanza diventa insopprimibile quando l”impertinenza delle cose”, come le chiama un grande filosofo tedesco del secolo scorso, si mette di traverso; quando l’imprevedibile o meglio l’impensabile si incarica di far emergere dalla palude della nostra finzione e mistificazione sociale tutta la nostra finitezza e i nostri limiti di esseri umani mortali; quando l’inevitabile dimensione tragica della nostra esistenza ci interroga circa il nostro destino di uomini come esseri sociali Noi, con tutti i nostri limiti, abbiamo provato a farci attraversare da questo SILENZIO. Ci siamo riusciti? A te lettore il giudizio finale. Paolo Del Vecchio


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Contagiati dalla fotografia

Settembre 2020. Al momento di andare in stampa con il libro sono trascorsi 200 giorni dal 21 febbraio, data in cui viene registrato il primo paziente positivo al COVID-19, ricoverato all’ospedale di Codogno (Lodi). Chi non era in prima linea, come gli autori di questa antologia, ha comunque sviluppato un nuovo concetto di tempo e spazio domestico, squarciato dai bollettini tv delle 18 e ritmato dalle file davanti al super. Il repertorio dei sentimenti da impatto con il COVID-19 è vario. Accomuna uomini e donne la scoperta di una nuova casalinghitudine da lockdown, segnata da un rapporto intimo con il computer, che ci rende tutti più vicini senza muoverci da casa. E imbevuta di smartworking ‘connesso H 24’. La routine dettata dall’imperativo Restate a Casa è costellata, immagine dopo immagine, di esercizi ginnici improvvisati, puzzle interminabili, momenti di solitudine distesi sul letto. La casa bozzolo, protettiva, nonostante tutto, piace ai Covid dipendenti tanto che, ancor oggi, molti restano impigliati nella “sindrome della tana” e non desiderano tornare alla socialità anche se non vige più la quarantena. Punti di ripresa a confronto. Mai come durante il lockdown, balconi e terrazzi ci sono sembrati preziosi e, proprio il balcone, è il punto di ripresa ideale per i fotografi da appostamento urbano che, muniti di teleobiettivo, si comportano come irriducibili fotografi naturalisti. La città deserta viene ritratta come se fosse la Milano agostana ma, qua e là, si scorgono segnali tutti da interpretare. Un po’ come in Dissipatio H.G. di Guido Morselli (Adelphi), in cui il protagonista si scopre solo al mondo e registra come la natura prosegua il proprio moto inarrestabile, a dispetto di tutto. I ritratti delle mascherine sono un tema ricorrente e la sequenza dei volti ricorda la tecnica computerizzata del morphing, variante hi-tech della dissolvenza incrociata. Le mascherine sono anche filtro a parziale protezione della propria identità; agli homeless servono per non farsi allontanare dalla gente ‘normale’; per l’ambiente, costituiscono un rischio ancora tutto da quantificare. Abbandonate per strada in grande quantità, diventano subito un’emergenza inquinamento. Il capitolo dedicato alle manifestazioni di fede include reportage, lavori di tipo esistenziale, visioni più metafisiche e immagini singole a forte impatto emotivo. L’immunità di gregge per COVID-19 è ancora lontana. Ma il senso di comunità e appartenenza sviluppati nel Laboratorio fotografico BCP, alla base di questo libro, sono strumento potente per interpretare il presente. Aiutano a sentirsi vivi. Barbara Gerosa


SOMMARIO

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lavoro collettivo

... aveva ricoperto ogni cosa

10

Cristiano Zingale

BQM:Black (quarantine) mirror

72

Giuseppe Vitale

Resilienza

82

Daniela Borsari

Al lavoro!

92

Paola Casanova

Il tempo di paura

96

Paolo Del Vecchio

In queste stanze buie

106

Fabio Natta

... LibertĂ e perline colorate ...

112

Marco Di Rienzo

Dal balcone

120

Cristiano Zingale

Io resto

130

Tiziano Torreggiani

140

Elvira Pavesi - Nicola Pizzuti - Giuseppe Vitale

148

Sguardi al tempo del lockdown

Salus Infirmorum


Barbara Gerosa - 11 maggio


... aveva ricoperto ogni cosa

non vi erano piĂš destini individuali, ma una storia collettiva e dei sentimenti condivisi da tutti. (Albert Camus, La peste, 1947)

Un diario per immagini, lavoro collettivo dei partecipanti al laboratorio fotografico.

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Giuseppe Vitale - 20 aprile

12 x 13


Elisa Villa - 25 aprile

... aveva ricoperto ogni cosa


Alberto Scandalitta - 20 marzo

14 x 15


Giuseppe Vitale - 3 maggio

... aveva ricoperto ogni cosa


Marco Cristiani - 18 marzo

16 x 17


Giuseppe Tarelli - 7 maggio Paola Tarroni - 16 maggio

... aveva ricoperto ogni cosa


Marco Cristiani - 1 aprile

18 x 19


Giuseppe Tarelli - 21 marzo

... aveva ricoperto ogni cosa



Nicola Pizzuti - 23 febbraio

20 x 21

... aveva ricoperto ogni cosa



Nicola Pizzuti - 23 febbraio

22 x 23

... aveva ricoperto ogni cosa


Nicola Pizzuti - 23 febbraio

24 x 25


Alberto Scandalitta - 24 febbraio

... aveva ricoperto ogni cosa


Paola Tarroni - 13 Marzo

26 x 27


... aveva ricoperto ogni cosa


Alberto Scandalitta - 20 marzo

28 x 29


Alberto Scandalitta - 20 marzo

... aveva ricoperto ogni cosa


Alberto Scandalitta - 23 aprile

30 x 31


Giuseppe Vitale - 8 maggio

... aveva ricoperto ogni cosa


Alberto Scandalitta - 25 febbraio

Alberto Scandalitta - 25 febbraio

32 x 33


... aveva ricoperto ogni cosa

Alberto Scandalitta - 24 febbraio

Alberto Scandalitta - 24 febbraio


Giuseppe Vitale - 23 aprile

34 x 35


Vittorio Baroni - 30 marzo

... aveva ricoperto ogni cosa


Paola Tarroni - 23 aprile

36 x 37


Giuseppe Vitale - 20 aprile

... aveva ricoperto ogni cosa



Giuseppe Tarelli - 26 aprile

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... aveva ricoperto ogni cosa


Nicola Pizzuti - 26 marzo

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Paola Tarroni - 4 aprile

Paola Tarroni - 4 aprile

Nicola Pizzuti - 22 marzo


Nicola Pizzuti - 15 marzo

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Pierangelo Genta - 19 giugno

... aveva ricoperto ogni cosa


Matilde Beverina - 19 marzo

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Pierangelo Genta - 21 maggio

... aveva ricoperto ogni cosa



Elisa Villa - 5 aprile

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... aveva ricoperto ogni cosa


Elisa Villa - 7 maggio

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Elisa Villa - 5 aprile

... aveva ricoperto ogni cosa


Giuseppe Tarelli - 16 aprile

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Diego Sartorio - 8 maggio

... aveva ricoperto ogni cosa



Carlo Cavicchio - senza data

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... aveva ricoperto ogni cosa



Elisa Villa - 1 aprile

54 x 55

... aveva ricoperto ogni cosa


Isidoro Di Giovanni - 25 aprile

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Giuseppe Tarelli - 23 aprile

... aveva ricoperto ogni cosa


Marco Di Rienzo - 22 aprile

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Giuseppe Vitale - 20 aprile

... aveva ricoperto ogni cosa


Alberto Scandalitta - 20 marzo

Giuseppe Vitale - 25 aprile

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... aveva ricoperto ogni cosa

Alberto Scandalitta - 11 marzo

Giuseppe Vitale - 7 maggio


Giuseppe Vitale - 10 maggio

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Giuseppe Vitale - 6 aprile

... aveva ricoperto ogni cosa


Fabio Natta - 22 febbraio

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Giuseppe Vitale - 24 maggio

... aveva ricoperto ogni cosa



Giuseppe Vitale - 10 maggio

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... aveva ricoperto ogni cosa



Giuseppe Vitale - 24 maggio

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... aveva ricoperto ogni cosa



Alberto Scandalitta - 29 marzo

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... aveva ricoperto ogni cosa


BQM:BLACK (QUARANTINE) MIRROR photos/ Cristiano Zingale

Ăˆ stato sempre con noi. Ipnotizzandoci, stregandoci. Facendoci credere che fosse vita durante uno stand-by della stessa.

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chat on-line - 27 aprile

BQM:Black (Quarantine) Mirror


musei on-line - 25 aprile

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BQM:Black (Quarantine) Mirror


teatro on-line - 25 aprile

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BQM:Black (Quarantine) Mirror


concerti on-line - 25 aprile

safari on-line - 27 aprile

tv on-line - 2 maggio

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notiziari on-line - 25 aprile

BQM:Black (Quarantine) Mirror



videochiamate on-line - 25 aprile

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BQM:Black (Quarantine) Mirror


RESILIENZA photos/ Giuseppe Vitale

Il termine resilienza veniva utilizzato nei trattati scientifici per indicare la capacità di un materiale di resistere agli urti senza subire rotture per tornare ad assumere la forma precedente. Oggi la parola è perfetta per descrivere individui e gruppi sociali che sopravvivono agli eventi dopo essersi adattati a essi. Per coloro che vivono, in strada, ai margini della nostra società la mascherina non è per tutela personale o degli altri ma accessorio, per altro poco tollerato, inevitabile per non farsi, ancor di più, allontanare. Resilienza appunto. Ritornando ai ricordi, lontani, degli anni scolastici mi viene alla mente ciò che Niccolò Macchiavelli scrisse ne “Il Principe”: - Ognuno vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei - .

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16 maggio

Resilienza


30 giugno

16 maggio

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Resilienza

31 maggio

16 maggio


29 maggio

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6 luglio

Resilienza


13 giugno

24 maggio

19 giugno

21 maggio

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16 maggio

16 maggio

Resilienza


14 luglio

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1 giugno 19 luglio

Resilienza


AL LAVORO! photos/ Daniela Borsari

Ho ritratto le mie colleghe, operatrici sanitarie e sociali in servizio presso un Consultorio Familiare di Milano per erogare “prestazioni urgenti ed indifferibili” durante il lockdown. Recarsi al lavoro in sede, in questo momento, ha significato anche confrontarsi con il senso della propria vulnerabilità, con la paura del contagio, con l’incertezza rispetto al proprio ed altrui stato di salute. Ciò ci ha portate alla cura reciproca e al far emergere risorse personali e di gruppo.

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20 aprile

Al lavoro!


22 maggio

22 maggio

4 maggio

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20 aprile

Al lavoro!


IL TEMPO DI PAURA photos/ Paola Casanova

Il Covid-19 è arrivato come un mostro sconosciuto, forse trasmigrato all’uomo da pipistrelli. Città svuotate, controllate. Chiusi nelle case, a guardare dalle finestre, con la paura del contagio che riempiva l’aria. Poi le morti, il dolore per le perdite dei familiari, le bare. In finale, un grottesco cenno di avvertimento che non si può stare al sicuro.

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Il tempo di paura


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Il tempo di paura


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Il tempo di paura



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Il tempo di paura


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Il tempo di paura


IN QUESTE STANZE BUIE photos/ Paolo Del Vecchio

“In queste stanze buie, dove passo/ giorni cupi, vado avanti e indietro/ in cerca di finestre. Se una finestra/ si apre sarà un conforto.” Konstantinos Kavafis

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11 aprile

In queste stanze buie



11 aprile

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In queste stanze buie


25 aprile

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25 aprile

In queste stanze buie


“... LIBERTÀ E PERLINE COLORATE ...” photos/ Fabio Natta

La domanda che mi sono posto è: “Perché, se la mascherina è un dispositivo individuale di protezione, rispondente a requisiti tecnici ben precisi e sui quali si è a lungo dibattuto per averla rapidamente e gratuitamente nel corso di questi ultimi mesi, la sostituiamo ora con qualcosa di molto simile per forma e collocazione ma con caratteristiche, temo, non in linea con le norme di sicurezza, per gli altri e per sé stessi? Perché?” La risposta forse non c’è o forse non è una risposta propriamente scientifica, da ricercare tra i decreti normativi, ma bensì tra i sorrisi che si nascondono sotto quelle mascherine e che gli occhi provano a trasmettere. Forse è la voglia di comunicare qualcosa a chi si incontra per la strada; il proprio desiderio di colore, di fantasia, di allegria, di distinzione, di affermazione di uno stile, di partecipazione ad un processo, che è quello di provare ad uscire da questa scatola in cui questo maledetto virus ci sta rinchiudendo da mesi. La mascherina non per coprire ma per scoprire quindi, scoprire quanta voglia di “uscire allo scoperto” ci sia dietro ad ognuna di queste persone incontrate in giro, per la strada. Mascherine per confermare la nostra tipica ed ineguagliabile capacità di creare mercato dietro ad ogni cosa, trasformando qualsiasi oggetto, qualsiasi situazione in un articolo fashion, da avere assolutamente, per poter esprimere la nostra creatività e la nostra fantasia, la nostra voglia e capacità di essere i protagonisti attivi del momento che stiamo vivendo e non semplicemente comparse passive. Mascherine per affermare quanto siamo strani ed incorreggibili, che pretendiamo di averla a prezzo calmierato e la acquistiamo a prezzo di boutique. La risposta forse non c’è, c’è solo la voglia di poter finalmente togliere la maschera e mostrare il sorriso e la bellezza che c’è in ognuno di noi. Covid-19 Giugno2020

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24 giugno

... LibertĂ e perline colorate ...


6 giugno

30 maggio

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20 giugno 20 giugno

... LibertĂ e perline colorate ...


4 giugno

25 giugno

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20 giugno 20 giugno

... LibertĂ e perline colorate ...


20 giugno

25 giugno

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30 maggio 30 maggio

... LibertĂ e perline colorate ...


DAL BALCONE photos/ Marco Di Rienzo

Lockdown. Il metabolismo della città al minimo: strade semideserte, silenzio, spostamenti ridotti all’indispensabile. I pochi passanti in giro solo per il necessario quotidiano. Con il cuore pesante. In questo progetto ho cercato di cogliere le atmosfere e le sensazioni evocate da questo scenario inusuale e spiazzante. Inquadrature di ordinario paesaggio urbano, quasi “hopperiane”, caratterizzate da pochi e semplici elementi compositivi. L’alto contrasto e la saturazione del colore hanno ridotto i dettagli dai volti delle persone e dalla scena circostante, nel tentativo di far emergere emozione ed essenza togliendo il superfluo. In tutte le fotografie il punto di ripresa è sempre lo stesso: il balcone. Una scelta pratica, ma dettata anche dalla volontà di condividere una prospettiva comune attraverso cui, in molti e a lungo, abbiamo guardato il mondo esterno in quel periodo.

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19 aprile



19 aprile

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dal balcone


19 aprile

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22 aprile 25 aprile

dal balcone


25 aprile

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25 aprile

dal balcone



23 aprile

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dal balcone


IO RESTO photos/ Cristiano Zingale

Era ancora Marzo quando realizzai queste foto. Un invito veniva rivolto continuamente: Rimanete a casa! In tutte le lingue, in tutte le salse, in tutti gli orari. Per questo motivo avevo deciso di realizzare una serie di scatti usando l’ironia, per alleviare un periodo già buio di suo. Non saprei se dire che sono passati ben 3 mesi o solamente 3 mesi, ma riguardando queste foto oggi so che sicuramente questi mesi di lockdown ci hanno toccato e cambiato nell’Io più profondo.

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16 marzo


18 marzo

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16 marzo

io resto


16 marzo

25 marzo

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io resto

20 aprile

16 marzo


16 marzo

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18 marzo

io resto



18 marzo

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Io resto


SGUARDI AL TEMPO DEL LOCKDOWN photos/ Tiziano Torreggiani

Per circa un mese dall’inizio del lockdown ogni attività si era bloccata e non c’era nessuna voglia di fotografare, travolti e spaventati da questo nemico incontrollabile. Unico sfogo era l’uscita col cane nel parco sotto casa, rivedendo i soliti amici/e, ma restando a debita distanza. Verso metà aprile cominciai a uscire con una macchina fotografica, stimolato dall’attività del Laboratorio Fotografico, coordinato da Beppe, Carlo e Paolo. Con piacere così scoprii che tutti erano estremamente disponibili a farsi ritrarre nascosti dietro le mascherine, anche persone mai conosciute. E dietro le mascherine sono apparsi come d’incanto occhi molto belli e interessanti, prima rimasti in ombra.

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23 aprile

Sguardi al tempo del Lockdown


23 aprile

25 aprile

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22 aprile

22 aprile

Sguardi al tempo del Lockdown


24 aprile

24 aprile

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22 aprile

23 aprile

Sguardi al tempo del Lockdown


24 aprile

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Sguardi al tempo del Lockdown


SALUS INFIRMORUM photos/ Elvira Pavesi - Nicola Pizzuti - Giuseppe Vitale

Nel tempo della pandemia da Coronavirus molto è cambiato e cambierà. Le trasformazioni coinvolgono la sfera affettiva, il rapporto con il tempo e lo spazio, i nostri rapporti col cibo, col denaro, le modalità lavorative e rapporto con la religione e la fede. La nostra società, da tempo secolarizzata, ricerca nella scienza il rimedio e la cura all’avanzata del virus. Tuttavia sono molti gli interrogativi che uomini e donne si pongono e che chiamano in causa le credenze e la dipendenza verso la divinità. Quanto accade cambia il rapporto dell’uomo con la fede? Essa si rinforza o si indebolisce? Dipende dalle risposte che ciascuno di noi dà a queste domande. Il credente con fede “matura” dà un senso a tutto quello che sembra non averne. Chi vive il rapporto col divino in maniera più istintiva, viscerale potrebbe sperimentare, allontanato dalla confortante ritualità, un momento di vero panico. Qualcun altro che non ha mai avvicinato il trascendente come dimensione esistenziale, perse le certezze scientifiche/tecnologiche potrebbe sentirsi particolarmente vulnerabile e avvicinarsi a Dio nel tentativo di superare lo smarrimento. Può accadere di tutto. Vari sono gli atteggiamenti ma nessuno può conoscere quello che accade nel cuore dell’uomo né, a maggior ragione, esprimere giudizi.

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Nicola Pizzuti - 25 maggio

Salus infirmorum


Nicola Pizzuti - 25 maggio

Nicola Pizzuti - 25 maggio

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Salus infirmorum

Nicola Pizzuti - 25 maggio

Nicola Pizzuti - 25 maggio


Nicola Pizzuti - 25 maggio

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Nicola Pizzuti - 25 maggio

Salus infirmorum


Nicola Pizzuti - 25 maggio

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Nicola Pizzuti - 25 maggio

Salus infirmorum


Nicola Pizzuti - 25 maggio

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Nicola Pizzuti - 25 maggio

Salus infirmorum



Nicola Pizzuti - 25 maggio

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Salus infirmorum


Giuseppe Vitale - 2 maggio

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Giuseppe Vitale - 22 maggio

Salus infirmorum


Giuseppe Vitale - 18 maggio

Giuseppe Vitale - 7 maggio

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Salus infirmorum

Giuseppe Vitale - 3 maggio

Giuseppe Vitale - 1 maggio



Giuseppe Vitale - 28 aprile

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Salus infirmorum



Elvira Pavesi - 24 maggio

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Salus infirmorum


Elvira Pavesi - 24 maggio

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Elvira Pavesi - 24 maggio

Salus infirmorum


Elvira Pavesi - 24 maggio

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Elvira Pavesi - 24 maggio

Salus infirmorum



Elvira Pavesi - 24 maggio

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Salus infirmorum



finito di stampare nel mese di settembre 2020



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