ItaEventi numero 6

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eventi ITA

n.6

IN TOUR

SUBSONICA ◗ FRANCESCO RENGA ◗ FABI, SILVESTRI, GAZZÈ ◗

TEATRO LA FAMIGLIA ADDAMS, IL MUSICAL

CINEMA Raoul Bova e Luca Argentero insieme nel film Fratelli unici

LA MIA VITA NELLE CANZONI

Il ritorno sul palco di Cesare Cremonini










Sommario

in questo numero 12

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12 Notes 12. Un’esperienza unica/Matera 14. Divertimento da Oscar/Roma 16. Un autunno mix & match 18. Ai piedi delle donne

21 Arte 21. Il naturalismo di Segantini/Milano 22. Intrecci artistici del ‘900/Milano 24. La storia si ripete/Rovereto 25. Sguardi inediti/Roma 26. Appuntamenti

29 Musica 29. Attenti a quei tre (cantautori) 30. Non mi prendo mai troppo sul serio 36. Nuovo tour in tempo reale 40. Vibrazioni in sintonia con il presente 42. Appuntamenti

47 Classica 47. Il Grand-Opéra rossiniano/Bologna 48. Un trio di stelle 50. Appuntamenti

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Sommario

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Iscritta con l’autorizzazione del Tribunale di Milano al numero 335 del 25/10/2013 n.6 settembre/ottobre

Direttore Responsabile Maurizio Costanzo Caporedattore Cristiana Zappoli

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53 Teatro 53. Canzoni senza tempo 54. Il total black non passa mai di moda 58. Lo Skianto di Timi 60. Appuntamenti

65 Cinema

65. Disillusioni a Cuba 66. Fratelli diversi tra amori e incidenti 70. Il verso giusto di Leopardi 72. The Judge / Il grande quaderno 73. La moglie del cuoco / Boxtrolls

76 Televisione

76. Lo show più dolce della tv

80 Sport

Art Director Laura Lebro Redazione Alberto Aitini, Biagio Costanzo, Iole Costanzo, Angelo Conte, Clara Dalledonne, Andrea Giusti, Andrea Giuliani, Francesco Boari, Valerio Rispoli, Andrea Salerno, Editore MediaAdv srl Via A. Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. +39 02 43986531 info@mediaadv.it www.mediaadv.it - www.itaeventi.it Pubblicità MediaAdv srl (concessionaria) Via A. Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. +39 02 43986531 info@mediaadv.it www.mediaadv.it - www.itaeventi.it Stampa Mediaprint Srl Via Brenta, 7 37047 San Giovanni Lupatoto (Vr) finito di stampare in settembre 2014

80. Nella vita e nello sport non si deve perdere tempo

84 Viaggiare

84. Il fascino di un’isola per tutte le stagioni

90 Angolo dei consigli

90. Un aiuto alle aziende L’agenzia di recupero crediti 92. Sullo scaffale della finanza gli sconti durano tutto l’anno

94 Leggere

Via Antonio Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. 02.43986531 - 02.45506260 www.mediaadv.it

KOrE E D I Z I O N I

Via F. Argelati, 19 - 40138 Bologna Tel. 051.343060 - www.koreedizioni.it



Notes

UN’ESPERIENZA UNICA A Matera una struttura alberghiera si sviluppa all’interno di enormi grotte, caratterizzate da un restauro conservativo. Un viaggio a ritroso nel tempo. E gli ambienti privi di tv, ovviamente

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e una struttura alberghiera viene giudicata dal New York Times tra le più straordinarie destinazioni al mondo, viene citata dal Times fra i dieci alberghi più belli del panorama internazionale e inserita dalla guida Tatler di Condé Nast tra i cento alberghi più belli del pianeta, deve necessariamente essere una location fuori dal comune. In effetti Le Grotte della Civita a Matera (www.legrottedellacivita.com) più che un albergo è un’esperienza di ospitalità più unica che rara, lontana da qualsiasi concetto tradizionale di lusso. Il gruppo Sextantio ha realiz-

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zato Le Grotte della Civita all’interno di enormi grotte, caratterizzate da un restauro conservativo estremo, utilizzando unicamente materiale secolare di recupero, dai pavimenti agli arredi, fino alla biancheria proveniente dagli antichi corredi nuziali. Nel 1993 l’Unesco ha dichiarato i Sassi di Matera patrimonio dell’umanità, permettendo così di valorizzare l’eccezionalità e l’unicità di questi luoghi, dove le abiAlcuni interni delle stanze della struttura alberghiera, che mantiene intatto il fascino di un tempo

tazioni si confondono con la roccia o si aprono in ampie grotte, dove i monaci cristiani dell’Alto Medioevo realizzarono chiese rupestri. All’interno di queste grotte si sviluppa la struttura alberghiera, che ha una capienza complessiva di quaranta ospiti, si sviluppa su tre livelli, collegati da uno scalone e da un sistema di terrazze dalle quali si accede indipendentemente alle singole stanze. Tutti gli ambienti esterni, fra cui l’ampia terrazza d’ingresso, un giardino che ospita piante e fiori tipici dell’ambiente della Murgia e un orto, si affacciano a strapiombo sulla gola scavata dal fiume Gravina, di fronte al Parco della Murgia. Le grotte sono state restaurate e arredate estremizzando la filosofia del recupero conservativo. Gli arredi, dalle linee essenziali e privi di decorazioni, sono realizzati con legni secolari, seguendo le antiche tecniche artigianali. La biancheria di lino è stata interamente cucita a mano. Per coerenza ai principi che hanno ispirato il progetto nelle stanze non sono previsti televisori e frigobar.



Notes

DIVERTIMENTO DA OSCAR Un parco tematico dedicato al cinema con attrazioni per grandi e piccoli. Cinecittà World, a Roma, offre affascinanti effetti speciali e suggestive scenografie, firmate da Dante Ferretti

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enti attrazioni, otto set cinematografici, quattro teatri per spettacoli di grande impatto tra cui lo show permanente Enigma firmato da Filmmaster Events, quattro ristoranti tematizzati e diverse aree food, oltre a diverse aree verdi (dai bellissimi alberi secolari romani ai più originali progetti di ecosistemi moderni): è questo, in poche parole, Cinecittà World, il primo parco tematico in Italia dedicato al mondo del cinema. Il Parco è situato a Roma (15 km a sud dal

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centro della capitale, equidistante da entrambi gli aeroporti della città) nei pressi di Castel Romano, dove si collocavano gli ex Studi Cinematografici di Dino de Laurentiis. L’offerta è dedicata a tutta la famiglia: ci sono attrazioni emozionanti e innovative, adrenaliniche e ricche di effetti speciali, oltre a un’area dedicata ai più piccoli. Le scenografie del parco sono firmate da Dante Ferretti e la colonna sonora non poteva che essere di Ennio Morricone (a cui è dedicata l’area western del parco). «Quando quattro anni fa mi è stato proposto di progettare un parco a tema ispirato a Cinecittà,

- racconta Dante Ferretti - in un luogo a me caro come gli ex studi di Dino De Laurentiis, mi è sembrata una proposta interessante perché avevo la possibilità di mostrare a tutti, ma in particolare ai giovani, come si costruiscono le scene di un film ispirato alla grande cinematografia mondiale, non in modo didascalico ma attraverso il divertimento».



Notes

UN AUTUNNO MIX & MATCH

Abiti sgargianti oppure classici, pezzi passpartout oppure decisamente originali: stili molto diversi per persone diverse. Ma per tutti l’imperativo è uno solo: sentirsi cool e a proprio agio

Harmont & Blaine Il mix & match che attraversa tutta la collezione donna arriva a compimento destrutturando e mescolando l'uso dei capi come in questo abbinamento che gioca con le tonalità del rosa.

Spididenim Autentico pezzo di sartorialità high-tech (da uomo), con cuciture di rinforzo che seguono e facilitano la posizione della gamba in moto o in bicicletta. Protezioni in Keramide e pelle per le ginocchia.

Levi’s Giubbotto in pelle da uomo perfetto per i climi autunnali, qui abbinato con una camicia a righe, jeans e sneakers.

Harmont & Blaine La collezione uomo trae ispirazione dalla tradizione rurale italiana e dai colori tipici della stagione. La cromia della proposta gioca con i colori dei boschi italiani.

Angelo Cruciani Completo viola: giacca in boucle viola sfrangiato a taglio torero. Pantaloni in fresco di lana viola e camicia in seta jacquard.

French Connection Completo color block in cotone e lana verde scuro. Casacca con tasche e pantalone ampio morbido. 16 ITA EVENTI

Dockers Maglione da uomo in lana modello Blanket Shawl Collar Cardigan, perfetto in autunno come giacca.



Notes

AI PIEDI DELLE DONNE Le scarpe sono il punto debole di tutte. Che siano con i tacchi o sportive, décolleté o stivali, l’importante è averne più paia possibile. Ecco una carrellata delle novità per l’autunno e l’inverno

Pas De Rouge Décolleté tacco 7 cm con motivo geometrico ed elastici, realizzata con lavorazione a sacchetto

Pull&Bear Sneaker con plateau in cotone imbottito

Anna Rita N Biker boots nero in pelle con fibbia

Philippe Plein Tronchetti neri in suede con petali tempestati di minuscoli CRYSTALLIZEDTM Swarovski Elements applicati a mano

Cafè Noir T bar shoes in pelle stampa pitone

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Massimo Dutti Stivaletto in stile cowboy con le frange. In nappa con cerniera interna e linguetta metallica. Fodera di capra e suola di cuoio con impuntura

Asics Modello Gel Epirus zebrato: Asics reintepreta modelli heritage degli anni Ottanta e Novanta per i consumatori moderni




Arte Arte

N A DARE PER MOSTRE NEI MUSEI PIÙ IMPORTANTI D’ITALIA

LARRAIN • FONTANA • BRESSON • POLLAIOLO • VAN GOGH Giovanni Segantini, Mezzogiorno sulle Alpi, 1891, olio su tela, 77,5 x 71,5 cm Collezione privata

UNA MOSTRA ANTOLOGICA DEDICATA AL GRANDE ARTISTA TRENTINO

IL NATURALISMO DI SEGANTINI Curata da Annie-Paule Quinsac, autrice del catalogo ragionato, maggiore esperta di Segantini, a cui ha dedicato quasi mezzo secolo di studi e otto mostre in tutto il mondo, in collaborazione con Diana Segantini, che del bisnonno si occupa con entusiasmo da alcuni anni, la mostra presenta per la prima volta a Milano 120 opere di Giovanni Segantini (1858 -1899) da importanti musei e collezioni private europee e statunitensi, divise in otto sezioni, ciascuna dedicata a un aspetto della sua arte e rappresentata da alcuni dei maggiori capolavori del grande artista, di cui molti mai

esposti in Italia o esposti oltre un secolo fa. Completano la mostra fotografie, lettere, libri, il busto di Segantini eseguito da Paolo Troubetzkoy e il ritratto di Segantini sul letto di morte, acquerello di Giovanni Giacometti, amico e padre del celebre scultore Alberto. Scopo della rassegna è offrire al grande pubblico e agli studiosi la panoramica più completa dell’opera di Segantini e farlo così scoprire, o riscoprire, nella sua straordinaria arte. ◗ Giovanni Segantini Palazzo Reale, Milano - Fino al 18 gennaio 2015

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Arte

INTRECCI ARTISTICI DEL ‘900 Un incontro virtuale tra due grandi artisti del ‘900. A Milano una mostra indaga il percorso parallelo di Klein e Fontana. Più di 80 opere, fotografie, filmati d’epoca e carte d’archivio per raccontare il loro rapporto speciale di Biagio Costanzo

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©Fondazione Lucio Fontana, Milano

©Fondazione Lucio Fontana

volte i tracciati percorsi dalle vite dei protagonisti seguono strade impreviste, e d’altronde imprevedibili, persino incomprensibili ad uno sguardo superficiale. Quale altra spiegazione, se non questa, potremmo dare di un’improbabile “relationship” tra un pittore e uno scultore. Cosa potranno mai avere in comune, se non l’amore per l’arte? Nulla, appunto. Se non una semplice, disarmante amicizia che condurrebbe entrambi, senza dubbio, a un prolifico rapporto di interscambio culturale. Ed è stato proprio quel che è accaduto a due delle figure più rappresentative dell’arte del ‘900: Yves Klein e Lucio Fontana. E forse, vogliamo sperarlo, è stato proprio questo il criterio, per cui dal 17 ottobre 2014 fino al 15 marzo 2015, i curatori di una mostra milanese, hanno accomunato i destini dei due artisti. Il luogo deputato sarà il Museo del Novecento, un polo culturale situato proprio a fianco di quel Palazzo Reale vero centro di esposizione delle grandi mostre milanesi. E il titolo, che da solo basterebbe, ma probabilmente solo agli addetti ai lavori, la dice lunga: Yves Klein, Lucio Fontana - Milano Parigi 1957-1962. La rassegna narra di un’amicizia che si snoda attraverso l’esposizione di oltre 80 opere dei due artisti e una ricca documentazione, fra fotografie, filmati d’epoca e carte d’archivio. Pur nel reciproco rispetto delle personalità di ciascuno, il Museo del Novecento ci propone uno sguardo da un’angolazione diversa. Come se ci accompagnasse lungo un percorso, fra il 1957 e il ’62, fra Milano e Parigi. Tutto ebbe inizio nel gennaio del ’57, quando un giovane Yves Klein tiene la sua prima personale di monocromi blu, alla Galleria Appollinaire di Milano. Lucio Fontana, presente alla mostra, intuisce forse per primo il genio del giovane pittore francese e acquista subito un Monocromo. L’in-


stein Foundation Foto Shunk-Kedert©Roy Lichten

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1. Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1956, olio e tecnica mista su tela; 2. Foto di Yves Klein e Lucio Fontana alla mostra delle Nature, Parigi 1961; 3. Lucio Fontana, Concetto Spaziale, 1962, olio, squarci e graffiti su tela; 4. Yves Klein, Tryprique de Krefeld, Archives Klein, Parigi

tesa fra i due crescerà nel corso degli anni, e con essa l’ammirazione dello scultore italiano per il suo giovane amico, fino a diventare fin dai primi anni Sessanta uno dei più importanti collezionisti di Klein in Italia. E avanti nel corso degli anni ancora incontri, scambi reciproci di vedute del mondo, del “vuoto”, (l’ossessione di Klein) tramite galleristi e amici, il cui culmine è ravvisabile nella realizzazione della XII Triennale di Milano nel 1960, nei successivi viaggi di Klein in Italia e nei soggiorni di Fontana a Parigi. L’esposizione è allocata nello spazio che abitualmente ospita le mostre temporanee, la cosiddetta manica lunga. Le sale già “fontaniane” della Struttura al neon del 1951 e dei Concetti Spaziali sono state allestite in modo da accogliere le opere di Klein, per facilitare un agile confronto visivo fra due “visioni”. L’artista d’Oltralpe sceglie il coraggio della sfida, con un blu che si avvicina il più possibile a quello di Giotto, fino all’esposizione di una serie di dipinti di un solo unico colore detti i “monocromi”. L’altro con i suoi “tagli”: una serie di tagli veri e propri incisi su tela. Un superamento dello spazio troppo confinante della cornice si disse, una provocazione, la ricerca di altre dimensioni, spazi, oltre la tela stessa. E chissà cosa ne direbbe quell’ignoto visitatore della Gnam di Roma che nel 2008 apostrofò il suo rifiuto con uno sputo, alla notizia che un’opera di Fontana era stata venduta all’asta per non meno di 9 milioni di euro. Yves Klein - Lucio Fontana Milano Parigi 1957-1962 Museo del Novecento, Milano Dal 17 ottobre 2014 - al 15 marzo 2015

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Arte

LA STORIA SI RIPETE Con disegni, fotografie, cartoline, dipinti e film, il Mart racconta i drammatici eventi della guerra mondiale, fino ai conflitti del XX secolo e quelli ancora contemporanei

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In alto: tappeto afghano, attentato Torri Gemelle, 20012002, CooperAction Onlus. Sopra: Gohar Dashti, Today’s Life and War, 2008. Sotto: Kennardphillipps, 2005

a guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente». È proprio partendo da questa poesia di Bertolt Brecht che il Mart, in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, prova a raccontare un lungo viaggio che affonda le sue radici in quella guerra e attraversa la storia del XX secolo ritrovandosi nella più tragica contemporaneità. La mostra si sviluppa nelle tre sedi del museo e si completa con un ampio programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti. Attraverso lo sviluppo di contributi complementari fra loro, l’esposizione si allontana dalla semplice riflessione sulla storia e offre uno sguardo più complesso sull’attualità del conflitto, ancora oggi al centro del dibattito contemporaneo. La materia è senza dubbio complessa e spigolosa, il Mart prova ad affrontarla attraverso una visione trasversale che tiene conto dei punti di vista della storia, dell’arte e del pensiero contemporaneo che contestualizza il passato. L’arte entra in contatto con la quotidianità, i capolavori delle avanguardie dialogano con la propaganda, la grammatica espositiva completa e rinnova il valore di documenti, reportage, testimonianze. Installazioni, disegni, incisioni, fotografie, dipinti, manifesti, cartoline, corrispondenze, diari condividono gli oltre tremila metri quadrati del piano superiore del Mart e si misurano con sperimentazioni artistiche più recenti, installazioni sonore, narrazioni cinematografiche: documentari originali, video e film. Esposti in mostra anche molti reperti bellici impiegati nella prima guerra mondiale: ogni oggetto racconta la sua storia e il loro ritrovamento è il capitolo più recente di una vicenda ancora attuale.

La guerra che verrà non è la prima. Grande Guerra 1914-2014 Mart, Rovereto Dal 4/10/2014 al 20/09/2015 24 ITA EVENTI


Arte

SGUARDI INEDITI A Parigi una mostra celebra il percorso artistico di Henri Cartier-Bresson, per mostrare i diversi lati della sua arte

È

senza dubbio uno dei più grandi fotografi del ventesimo secolo. Nel corso della sua lunga carriera, percorrendo il mondo e posando lo sguardo sui grandi momenti della storia, Cartier-Bresson è riuscito a unire la realtà alla poesia. Sono tre i periodi che scandiscono la sua opera: il primo, dal 1926 al 1935, durante il quale frequenta i surrealisti, compie i primi passi in fotografia e affronta i suoi primi grandi viaggi; il secondo, dal 1936 al 1946, corrisponde al periodo del suo impegno politico, del lavoro per la stampa comunista e all’esperienza del cinema; il terzo periodo, dal 1947 al 1970, va dalla creazione della cooperativa Magnum Photos fino alla fine della sua attività di fotografo. Sarebbe dunque riduttivo individuare nella sola nozione di “istante decisivo”, che per lungo tempo è stata la chiave principale di lettura delle sue immagini, la sintesi del suo lavoro. La mostra parigina propone una nuova lettura dell’immenso corpus d’immagini di Cartier-Bresson, co-

Sopra: Dietro la stazione SaintLazare, Parigi, 1932. © Henri Cartier-Bresson/Magnum Photos. A sinistra: Hyères. Francia, 1932. © Henri Cartier-Bresson/Magnum. A destra: Henri Cartier-Bresson, 1935. © George Hoyningen-Hune

prendo l’intera vita professionale del fotografo. Sono esposti oltre 500 opere tra fotografie, disegni, dipinti, film e documenti, riunendo le più importanti icone ma anche le immagini meno conosciute del grande maestro: 350 stampe vintage d’epoca, 100 documenti tra cui quotidiani, ritagli di giornali, riviste, libri manoscritti, film, dipinti e disegni.

L’itinerario offre una doppia visione: rintraccia la storia dei lavori di Cartier-Bresson, per mostrare l’evoluzione del cammino artistico e raccoglie e rappresenta la storia del XX secolo attraverso il suo sguardo di fotografo. Henri Cartier-Bresson Museo Ara Pacis, Roma Fino al 6 gennaio 2015 ITA EVENTI 25


Arte

ALLA RICERCA DEL SENSO DELLA VITA

La mostra si pone come un’occasione unica per approfondire, attraverso gli occhi dellʼartista, il complesso rapporto tra lʼessere umano e la natura che lo circonda. Van Gogh cerca nel mondo contadino, nelle creature semplici e pure, il senso della vita e delle cose.

CULTURA NIPPONICA

Van Gogh. L’uomo e la terra Palazzo Reale, Milano - Dal 18/10/2014 al 08/03/2015

In mostra tutto ciò che rientra nella cultura nipponica: dai Samurai alle Geishe, alla Cerimonia del Té, alla paziente cultura del Bonsai, alla Festa dei Ciliegi in fiore, all’Ikebana, all’incanto del teatro Kabuki, sino al fascino esercitato dalla pittura giapponese sui grandi movimenti pittorici europei.

CONOSCERE IL CORPO

La mostra permette una visione diretta del corpo umano: una maniera innovativa per conoscere e comprendere i meccanismi vitali e il funzionamento degli apparati. La tecnica della plastinazione di Gunther von Hagens consente, infatti, la conservazione perfetta di tessuti e organi, offrendo un’occasione unica di divulgazione scientifica.

Giappone. Dai Samurai a Mazinga Casa dei Carraresi, Treviso Dall’11/10/’14 al 22/02/’15

Body Worlds SET, Roma - Dal 16/10/’14 al 30/01/’15

RITRATTI FEMMINILI

OLTRE LE REGOLE

Jamie Reid è un artista legato al Situazionismo e ai movimenti anarchici. Sovverte ogni regola e si esprime attraverso il ribaltamento dei piani, lo sberleffo sistematico, la smitizzazione. Ha aperto nuove strade nel mondo dell’immagine e della comunicazione. Jamie Reid. Ragged Kingdom Galleria Civica, Modena Fino al 6 gennaio 2015

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Verranno riuniti e messi a confronto, per la prima volta nella loro storia, tutti i quattro bellissimi ritratti femminili riferibili alla mano di Antonio e di Piero del Pollaiolo, grazie ai prestiti della Gemäldegalerie di Berlino, del Metropolitan Museum of Art di New York e della Galleria degli Uffizi. Protagonista, con quelli delle altre tre signore, il celebre e affascinante Ritratto di dama, fra i maggiori capolavori della ritrattistica fiorentina della seconda metà del Quattrocento e assurto a simbolo stesso del museo milanese. In mostra anche dipinti, sculture, disegni, incisioni, oreficerie e ricami a testimonianza del talento di Antonio del Pollaiolo. Le dame dei Pollaiolo Museo Poldi Pezzoli, Milano Dal 7/11/ 2014 al 16/02/ 2015


VITTORIO CORCOS A PADOVA

1952©Sergio Larrain / Magnum Photos

Oltre 100 dipinti, in grado di ripercorrere la vicenda del pittore livornese, attraverso un considerevole nucleo di capolavori, affiancati a numerose opere inedite, che attestano la crescente fortuna critica dell’artista, documentata anche dalla frequente esibizione di suoi dipinti in recenti iniziative nazionali. Il percorso ruota attorno al grande capolavoro Sogni, l’opera più celebre di Corcos. Non manca un confronto con artisti quali Giuseppe De Nittis, Léon Bonnat, Ettore Tito e altri, con i quali Corcos ha intrattenuto un rapporto di lavoro e di amicizia.

SCATTI POETICI

Si tratta della prima retrospettiva italiana dedicata al fotografo cileno. Larrain aveva un occhio libero dalle convenzioni e il suo approccio alla fotografia era di tipo sociale e poetico a tal punto da renderlo un brillante fotografo e un modello per le generazioni future. È stato un fotografo mosso dal gusto del vagabondare e dal desiderio profondo di vivere nel mondo. Sebbene fosse schivo, è diventato comunque un punto di riferimento per coloro che hanno conosciuto il suo lavoro. Viene celebrato da Henri Cartier-Bresson per il suo processo sperimentale che ha prodotto immagini che hanno trasformato la natura fissa della macchina fotografica.

Corcos. I sogni della Belle Époque Palazzo Zabarella, Padova - Fino al 14 dicembre 2014

Sergio Larrain. Vagabondages Forte di Bard, Bard (Aosta) Fino al 9 novembre 2014

LE GLORIE DI AMITERNUM

RITRATTI QUOTIDIANI

Sono esposte un cospicuo numero di opere e reperti che provengono per la quasi totalità, e appositamente per questa occasione, dalla città di Amiternum in epoca imperiale. Amiternum era un insediamento sabino posto nell’attuale territorio aquilano. Divenuto in età augustea città di potere, di servizi e strutture cittadine, la sua funzione di centralità nel contesto territoriale si giustifica anche con il suo sviluppo urbano avvenuto all’incrocio di importanti strade di lunga percorrenza. A Palazzo de’ Mayo sono esposte per la prima volta dopo il recente restauro un monumento funerario a Esedra di un triumviro augustale e la statua virile in nudità eroica di un ignoto proprietario di una imponente domus.

Portrait Macro, Sala Enel, Roma Fino all’11 gennaio 2015

Secoli augustei. Messaggi da Amiternum e dall’Abruzzo antico Palazzo de’ Mayo, Chieti Fino all’11 gennaio 2015

La XIII edizione di Fotografia - Festival Internazionale di Roma è dedicata al ritratto, inteso non solo come genere che ha accompagnato sin dall’inizio la storia della fotografia, ma anche come strumento di analisi della società contemporanea. Questa è la mostra principale, una collettiva composta da autori selezionati da fotografi, curatori, critici.



Musica Musica

PRINCIPALI CONCERTI DI MUSICA POP ROCK JAZZ IN ITALIA

RENGA • CREMONINI • ANASTACIA • ANTONACCI • KRAVITZ FABI, SILVESTRI, GAZZÈ FINALMENTE UN TOUR INSIEME

ATTENTI A QUEI TRE (CANTAUTORI) È un progetto che ha radici lontane nel tempo, negli anni Novanta, quando Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè si sono conosciuti, in un periodo in cui la scena musicale romana viveva un momento di particolare fermento. L’album Il Padrone della Festa, uscito il 16 settembre, è il risultato tangibile di quell’amicizia: contiene dodici brani inediti scritti a sei mani che nascono dalla voglia di «confrontarci, contaminarci e tirare fuori qualcosa che nessuno di noi avrebbe fatto da solo. Lavoriamo insieme e lo facciamo per una scelta profonda», spiegano i tre artisti. Quello di lavorare a un progetto che portasse con sé nuove canzoni e un tour in cui trovarsi finalmente sul palco tutti

e tre insieme era un desiderio rimasto in sospeso per molti anni. Sentimento, dolore, allegria, ironia, forza, creatività: nell’album c’è tutto questo. In ogni canzone è possibile riconoscere il mondo dei singoli autori e al tempo stesso vedere lo scenario completo. Il disco è stato distribuito in tutta Europa e a settembre è partito un tour europeo in cui i tre artisti si esibiscono da soli, senza il supporto della band.

CONCERTI ◗ 14/11 105 Stadium, Rimini ◗ 15/11

Palasport Giovanni Paolo II, Pescara ◗ 18-19/11 PalaLottomatica, Roma ◗ 21/11 PalaPanini, Modena ◗ 22/11 PalaFabris, Padova ◗ 24/11 Mediolanum Forum, Milano ◗ 28/11 Palapartenope, Napoli ◗ 29/11 PalaFlorio, Bari ◗ 3/12 Pala Alpitour, Torino

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Musica


NON MI PRENDO MAI TROPPO SUL SERIO

Un momento d’oro: due singoli in vetta alle classifiche di vendita e in radio. Cremonini – grazie al suo talento – vuole conquistare definitivamente il pubblico dal vivo con un lungo tour. E con il suo ultimo singolo GreyGoose invita alla leggerezza con ironia di Bruno Quiriconi

già successo a Ligabue, a Jovanotti, a Zucchero e - ancora prima - a Luca Carboni e tanti altri. Nella carriera di un artista arriva un momento nel quale si percepisce l’elettricità e l’eccitazione dello zeitgeist: la connessione al pubblico, la popolarità e il successo e, soprattutto, la sensazione che hai centrato l’obiettivo con i tuoi ultimi dischi e - automaticamente - sei l’uomo dell’attualità. Cesare Cremonini questo podio se l’è conquistato nel tempo, senza strattonare nessuno. Attraverso l’esperienza di songwriter è diventato uno dei migliori cantautori nel panorama nazionale. Un filo rosso sottile collega De Gregori, Dalla e Cremonini: saper emozionare con le parole e con un pizzico di follia tipica dei due grandi musicisti e compositori. Dai Lunapop, un fenomeno da studiare nelle università per la sua rapida esplosione all’attuale carriera solista, da Mondo a Il comico sino all’attuale Logico#1. La consacrazione di questo percorso lineare si manifesterà nel lungo tour autunnale in odore di soldout. La cifra stilistica del cantante bolognese è certamente la sua ipersensibilità: la scrittura è originale, profonda, con una dote innata: la capacità di sintesi. L’abbiamo incontrato per intervistarlo sul nuovo album, sul tour nei palasport (in partenza dal Forum di Milano il 28 ottobre) e per capire dove nasce la magia delle sue canzoni. Ascoltando il suo nuovo disco Logico, si evincono molti riferimenti autobiografici. Come sono nate le nuove canzoni, a quali sensazioni o vicissitudini sono legate?

«Ogni canzone, dall’intenzione che scelgo di usare nel canto, fino all’ultima nota che compongo e registro in un album ha riferimenti molto personali e a volte troppo intimi per essere raccontati. Non bisogna dimenticare che un disco non solo lo si scrive ma lo si realizza e registra. Questo avviene in un periodo di tempo che noi tutti chiamiamo vita. È un processo fatto di scelte, di gioia e spesso di sconforto». Fare e disfare sembra l’incipit di una sua ossessione: la fuga. Parla di amori finiti, di altri orizzonti… «Parla delle montagne russe. Delle decisioni, che sono sempre sinonimo di separazioni dolorose. Parla del bisogno di ricominciare, del sogno a occhi aperti che ti fa ritrovare la speranza quando ti senti smarrito. È una canzone positiva, eppure sognante. Mentre la scrivevo pensavo alla Spagna, a certe coste dimenticate sulle quali andare a cavallo. A volte sono le spiagge dell’anima ma spesso coincidono con quelle in cui vorremmo andare in vacanza». Vent'anni per semprecontiene lo stupore dell’età nella quale tutto è possibile. Nella sua vita coincide con una bella esperienza, quella dei Lunapop. Cosa significa a quell’età avere il successo che esplode nelle mani? «Significa scomparire dalla realtà e dedicarsi al proprio sogno. Avere successo a 18 anni ti rende schiavo dei tuoi desideri. Li possiedi ma allo stesso tempo sai che non puoi più permetterti di perderli. I più bei ricordi che conservo di quella esperienza sono i tour, il primo tour in giro per l’Italia in particolare. Finalmente, si fa per dire vista l’età, libero. Mi torna in mente

Cesare Cremonini 34 anni, ha iniziato a suonare il pianoforte a 6 anni. Nel 1996 ha costituito un gruppo, i Senza Filtro, con il quale si esibiva nei locali bolognesi

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Musica

8 dischi 8 successi

➔ 1999 …Squérez? ➔ 2002 Bagus

➔ 2005 Maggese

➔ 2006 1+8+24

➔ 2008 Il primo bacio sulla Luna

➔ 2010 1999-2010 The Greatest Hits

➔ 2012 La teoria dei colori ➔ 2014 Logico

sica la fa. La luce che gli artisti hanno una volta in cui da Roma viaggiavo negli occhi quando creano qualcosa di verso la Sicilia. Guardavo fuori dal fibuono l’ho vista negli occhi degli spornestrino pensando: è questa la vita che tivi dopo una vittoria». volevo. Ero molto giovane per penIl suo approccio per la promozione un di più sarlo perché la vita è molto di del disco è diametralmente opposto tour o di un disco. Ma la felicità non a molti artisti: poche apparizioni in hai la puoi definire. Conta quello che video, nessuna clip per il singolo. dentro. Non ho ricordi brutti, a dire il Unico mezzo sembra essere la radio. vero. Ho vissuto con la quinta marcia «Scelgo serenamente di fare del bene a inserita, anzi la sesta, per quattro anni me e alla mia musica. Di televisione ne filati. Quando mi sono svegliato ero ho fatta tantissima e ne farò ancora un’altra persona. Spero migliore». tantissima. Ma converrà con me che il Quando sarò milionario parla del livello generale negli ultimi anni è ricrapporto con suo padre e della sceso moltissimo. Aspetto solo il conchezza spirituale, culturale contraptesto adeguato a restituire valore e diposta a tutto ciò che è materiale. gnità alle canzoni». Condivide con lui questa filosofia? John Wayne parla di fiction e ci«Mio padre è un medico e la cosa più nema. Il ruolo da protagonista nel vail è importante che mi ha insegnato film di Pupi Avati Il cuore grande lore di offrire per ricevere. Quando i delle donne cosa le ha insegnato? Le ore Beatles cantavano “Alla fine l’am piacerebbe scrivere una sceneggiache ricevi è l’amore che dai” il messagtura o essere il regista di un suo film? gio era questo. Ho avuto modo nella «Mi piacerebbe, certo. Ma ho tutta la mia piccola esperienza di confermare vita davanti per farlo! Ora la musica, i questa regola. La canzone parla del vatour, sono tutto quello a cui penso e lore vero della vita. Del vero tesoro. tutto ciò che voglio. Il cinema mi piace Della fatica per trovarlo. La mappa è la tanto e amo rinchiudermi in una sala voce di un padre. Chiunque esso sia». cinematografica per evadere dalla reCos’hai nella testa è la traccia conclualtà. Come attore voglio tornare sul siva dell’album: voglia di creatività, di grande schermo ma come sempre a non assomigliare mai al se stesso di priuna condizione: nutrirmi della mente ma, sparigliare le carte. Sting in un’ ine delle visioni di un regista. Di un estervista diceva che è il segreto per sere umano con cui stringere un patto reinventarsi e non annoiare mai se stesdi fratellanza mettendomi a disposisi. È possibile nonostante le pressiozione totalmente. Così è stato il mio ni e gli impegni? E, in fondo, anche la rapporto con Pupi Avati». paura di perdere una parte di fan se si Se c’era una volta l’amore è focalizsvolta troppo? zata sulla separazione dei suoi geni«Io non ho paura di perdere i fan. tori. Recentemente un noto filosofo Sanno che faccio quello che voglio. teorizzava la fine precoce del matriPerché la musica è prima di ogni altra monio ipotizzando tra pochi anni cosa un modo per vestirsi nuovamente. una “multi coppia”, un concetto anSuccede a chi si sveglia con la luna cora più esteso della famiglia allarstorta e grazie a una canzone ritrova lo gata. Cosa ne pensa? spirito giusto. Succede a chi quella mu-


Cesare Cremonini ha raggiunto il successo, insieme ai Lunapop, nel 1999 grazie al singolo 50 Special che ottiene il disco di platino e vende pi첫 di 100mila copie in soli tre mesi


Musica ◗ 25/10 Modigliani Forum, Livorno ◗ 28-29/10 Mediolanum Forum, Assago (Mi) ◗ 31/10 105 Stadium, Rimini ◗ 2/11 Zoppas Arena, Conegliano (Tv) ◗ 6/11 Unipol Arena, (Bo) ◗ 9/11 Palaflorio, Bari ◗ 11/11 Palalottomatica, Roma ◗ 14/11 Palapartenope, Napoli ◗ 16/11 Palasport, Acireale (Ct) ◗ 18/11 Palaevangelisti, Perugia ◗ 19 /11 Mandela Forum, Firenze ◗ 21/11 Palabam, Mantova ◗ 22/11 Palaolimpico, Torino ◗ 25/11 Palatrento, Trento ◗ 27/11 Gran Teatro Geox, Padova CONCERTI

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«Sono convinto che fra qualche decennio, magari un secolo o due, la poligamia diventerà uso comune o, se non altro, verrà sdoganata e accettata. Per fortuna io sarò già nell’aldilà. Mi piace comunque pensare che si possa restare con una persona per tutta la vita. È più difficile, ma alla lunga il premio è più concreto». I primi due singoli sono stati Logico#1 (tre mesi esatti al primo posto dei più trasmessi in radio) e GreyGoose. Il primo è un grande successo e ha un arrangiamento molto innovativo;l’altroèscanzonatoalpunto giusto, analisi semiseria di un amore “snack”. È anche un modo di nonappariretropposerioso,giusto? «È una canzone che vuol far ridere. Le canzoni devono anche farci sorridere, non solo riflettere. Perché quando qualcosa ci colpisce e ci intrattiene, quando ci diverte insomma, liberiamo la mente e siamo capaci di prendere strade in modo istintivo, naturale. GreyGoose è una

canzone vera, pop, fortemente autobiografica ma in cui la vera protagonista è l’autoironia. Spero che piacerà, è la mia preferita dell’album». Sta per partire con un lungo tour in tutta Italia: che tipo di concerto sarà il Logico tour? «Ha detto bene. Concerto. Uno show musicale, ricco e di qualità. Con un palco e una produzione adeguati a un pubblico esigente come quello che mi segue. Il concetto di pagare 40 euro per vedere da vicino un artista è qualcosa che non condivido. La musica è al centro, lo show è l’offerta che faccio. Io sono il burattinaio, anche di me stesso, sul palco. Desidero dare al pubblico vero intrattenimento, forti emozioni. C’è l’attimo in cui, durante i concerti, osservo gli spettatori lasciarsi andare: vedo che attraverso quello che faccio - se lo faccio bene -, si perdono. In un abbraccio, in un canto. Quello è il momento che preferisco. Solitamente precede un boato di approvazione


che mi riempie di energia e adrenalina. Vale la pena, davvero, andare ai grandi concerti degli artisti italiani». Il comico è stato un grande successo eppure ha una vena malinconica molto forte. È una delle sue canzoni più commoventi e riuscite. «Il comico è una canzone che ho iniziato a scrivere per gioco, non pensando che poi sarebbe diventata un singolo apripista di un album fortunato come La teoria dei colori. Ha un sottofondo cantautoriale nascosto sotto la giacca musicale che ho scelto per vestirla. Parla di uomini - mancati pirati -, e di donne, eterne principesse mai liberate». Oltre ai testi la sua composizione musicale ha lo spessore di molti dei guizzi di Battisti, come nel finale di Figlio di un Re. Alcune idee si collegano addirittura ad Anima latina. «Mi lusinga ma non ci bado. Battisti, come Lucio Dalla, erano troppo per noi comuni mortali. Però anche loro lavoravano, costantemente. Studiavano, pensavano continuamente alla musica e a migliorarsi: in questo siamo simili».

Ha una sorta di angelo custode con ilqualeseguel’evoluzionedellecanzoni. Ci svela qualcosa di lui? «È Walter Mameli, il mio produttore e manager. Anche amico. Penso sia il miglior collaboratore che si possa avere. Siamo entrambi molto testardi e per questo a volte ci scorniamo. Quando capita gli lascio la responsabilità di decidere. Il più delle volte ha ragione lui». La partecipazione di Jovanotti in Mondo vi ha legato molto, vi siete influenzati reciprocamente? «Voglio bene a Lorenzo per tanti motivi. Molto personali e non posso dire che siamo amici di vita perché viviamo in modo diverso periodi della vita diversi, ma so che ci capiamo, ci intuiamo. Questo per due artisti vale molto. Affinità elettive». La sua passione per le macchine è ancora attiva? «Quando non suono penso soprattutto a quanto vorrei guidare in pista. E alle donne. E a viaggiare. A quante cose ancora non conosco e vorrei imparare. La strada è ancora lunga per me, ma è quella che ho scelto».

IL DISCO Per la copertina Cremonini ha scelto una rappresentazione grafica essenziale e simmetrica. Per quanto riguarda il nome dell’album, ha raccontato attraverso twitter che «Logico è una delle prime parole che ho pronunciato da piccolo perché mio padre medico la ripeteva durante le telefonate con i suoi pazienti».

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Musica

NUOVO TOUR IN

lzi la mano chi, durante l’estate, non ha mai sentito Il mio giorno più bello nel mondo trasmesso alla radio… nessuno. Il secondo singolo estratto dall’album Tempo Reale di Francesco Renga è stato un vero tormentone (oltre ad essere disco di platino e certificato oro per il download digitale) che ha convinto non solo i fan e il pubblico più in generale, ma anche gli addetti ai lavori. Il successo di questo singolo si accoda a quello di Vivendo adesso, il brano scritto da Elisa con cui Renga si è classificato quarto a Sanremo, pur essendo partito da super favorito. Come spesso accade, anche senza aver raggiunto il podio, è stato il suo il disco più venduto fra quelli degli artisti che hanno partecipato alla gara canora, rimanendo stabile tutta l’estate nella top ten delle classifiche dei dischi più venduti. Il mio giorno più bello nel mondo è una delle tracce più riuscite dell’album ed è la prova tangibile del percorso di innovazione e crescita che il cantante bresciano ha spiegato di aver realizzato con Tempo Reale. L’album è nato, infatti, nel segno della più assoluta novità: nuova casa discografica (Sony Music), nuovo produttore (Michele Canova), nuovi au-

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Sarà il 10 ottobre il primo di una lunga serie di concerti che Francesco Renga terrà nei teatri di tutta Italia. Sulla scia dell’enorme successo dell’ultimo album. Fra i dischi più venduti di quest’anno di Cristiana Zappoli

tori che hanno dato a Renga la possibilità di utilizzare anche la sua voce in maniera diversa, legando il suo canto a una contemporaneità che lo vede esplorare differenti territori, registri e timbri che non aveva mai usato in passato. Nel disco si trovano le firme di importanti autori italiani come Giuliano Sangiorgi, Fortunato Zampaglione, Diego Mancino e cantautori della nuova generazione come Kekko Silvestre, Roberto Casalino ed Ermal Meta. L’ultimo singolo estratto da Tempo Reale, A un isolato da te, è in rotazione radiofonica dal 29 agosto e, come spiega Renga, «racconta il bisogno assoluto d’amore che da sempre comincia con la consapevolezza del nostro essere umani. Un amore che è possibile trovare e vivere anche guardando con occhi nuovi nelle piccole cose di tutti i giorni». Sull’onda dei successi discografici di questo 2014, sostenuti anche dalle classifiche dei social che registrano ottimi risultati in termini di popolarità ed engagement su Facebook, Twitter e YouTube, Renga inaugurerà il 10 ottobre in provincia di Pisa (data zero) i che lo porterà sui palcoscenici dei più importanti teatri italiani e che è già un successo prima ancora di cominciare: i sold out sono


Francesco Renga 46 anni, è nato a Udine ma vive a Brescia da sempre. Ha raggiunto la notorietà insieme al gruppo dei Timoria a cui si è unito quando era giovanissimo

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Musica

Sanremo Renga ha partecipato al Festival sette volte, di cui due nella categoria “Giovani”. Nel 2005 ha vinto la categoria “Uomini” con la canzone Angelo, dedicata alla figlia Jolanda

◗ 10/10 Città del Teatro, Cascina (Pi) ◗ 12/10 Teatro Europauditorium (Bo) ◗ 14/10 Teatro di Varese ◗ 16/10 Teatro Palabam (Mn) ◗ 17/10 Teatro Creberg (Bg) ◗ 18/10 Teatro Brescia (Bs) ◗ 20/10 Teatro Arcimboldi, Milano ◗ 21/10 Politeama Genovese (Ge) ◗ 23/10 Teatro Creberg, Bergamo ◗ 24/10 Auditorium Santa Chiara, Trento ◗ 25/10 Gran Teatro Geox, Padova (altre date su: www.fepgroup.it) CONCERTI

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stati talmente tanti che il cantante ha raddoppiato, e in alcuni casi addirittura triplicato, gli appuntamenti di quasi tutte le piazze più importanti, da Roma a Milano, passando per Bologna, Brescia, Bergamo, Firenze, Mantova e Padova, e ha aggiunto anche nuove tappe rispetto a quelle previste. Che le cose potessero andare in questa maniera si poteva già intuire dal successo delle due anteprime di maggio, una a Milano e una a Roma: entrambe le date sold out ed entrambe in pochissimo tempo. In occasione dei due appuntamenti - a cui si è aggiunto anche il concerto a Riccione in occasione della Notte Rosa della riviera romagnola che si può a tutti gli effetti considerare un’altra anteprima del tour - Renga, che in scaletta ha inserito oltre alle canzoni dell’ultimo album, anche tutti i suoi successi passati, è ap-

parso in grande forma, con una notevole presenza, fisica e vocale. Sul palco procede spedito attraverso cambi di registro, passaggi vocali decisamente complicati ed emozionanti momenti di spettacolo, coadiuvato, in quest’ultimo caso, da un pubblico per lo più di genere femminile (non a caso è stato definito da più di qualcuno “il vincitore ormonale del Festival”), estremamente partecipe ed entusiasta. Lui non si nega, anzi, l’empatia con il suo pubblico è tangibile: ride, scherza, addirittura si spoglia (si toglie la giacca, ma tanto basta a surriscaldare gli animi). Le fan di Roma e Milano hanno faticato a restare sedute sulla sedia… difficile prevedere cosa succederà durante il tour. Il 2014 sembra proprio essere l’anno di Francesco Renga, che si avvia, inarrestabile, a conquistare i palcoscenici dei teatri italiani. Quale sarà la prossima tappa?



Musica

VIBRAZIONI IN SINTONIA CON IL PRESENTE

Stare come una nave in un bosco in piemontese vuol dire essere fuori contesto. Viene da qui il nome dell’ultimo album dei Subsonica. In autunno sono pronti a partire con un nuovo tour che riserverà, sembra, non poche sorprese di Alberto Aitini

Subsonica In alto i componenti della rock band torinese nata nel 1996, Samuel, Max Casacci, Boosta, Ninja e Vicio 40 ITA EVENTI

tre anni di distanza dall’ultimo disco (Eden) e dall’ultimo tour, i Subsonica sono tornati con un nuovo disco, uscito il 23 settembre, e con un nuovo tour, in partenza il 31 ottobre. Una nave in una foresta - questo il nome dell’album anticipato in radio dai singoli Lazzaro e Di domenica - è sperimentale come da sempre nella tradizione della band torinese. «Nelle nostre intenzioni - spiegano i Subsonica - è un album di canzoni che vi-

brano in sintonia con il presente. Dal punto di vista del racconto, delle storie e dei personaggi, la descrizione è molto individuale e soggettiva. Non ci sono rivelazioni, verità snocciolate, grandi ricette suggerite. Quanto piuttosto un tentativo di catturare stati d’animo, slanci, tensioni, speranze e disillusioni: tutti gli elementi del mondo che quotidianamente incontriamo. Con il suono come sempre ci avviciniamo a ciò che sulla scena internazionale ci emoziona, ci stimola o


Foto Chiara Mirelli

persone che cercano un cambiamento facendo affidamento sulle proprie risorse. È decisamente il cambiamento il tema centrale di Una nave in una foresta: “capovolgi il tuo destino”, come recita Di domenica. Samuel, Max Casacci, Boosta, Ninja e Vicio sono pronti a suonare dal vivo con un tour che sarà caratterizzato da molta tecnologia utilizzata in chiave elettronica e psichedelica. Tutta l’illuminazione sarà supportata da luci e schermi led. «Non ci saranno luci a incandescenza», spiegano i cinque protagonisti. «A oggi una scelta così radicale è stata affrontata solo dai Radiohead nel tour più recente. Poi, in alcuni momenti, avremo abiti avveniristici, realizzati con tessuti innervati di led che emetteranno immagini. Ma in realtà, come sempre, il tutto sarà caratterizzato dalla fisicità dell’impatto di un palazzetto che “suda” e “balla” dal primo all’ultimo brano. E dal prezzo del biglietto come sempre molto accessibile, per nostra precisa volontà».

La copertina del disco dei Subsonica che contiene 10 nuove canzoni. La band torinese ha già previsto diverse date tra settembre e ottobre, per presentarlo in giro per l’Italia

◗ 31/10 Pala Arrex, Jesolo ◗ 1/11 Adriatic Arena (Pu) ◗ 7/11 Palapartenope (Na) ◗ 8/11 Palaflorio (Ba) ◗ 13/11 Palaolimpico (To) ◗ 15/11 Palasport (Vr) ◗ 21/11 Palalottomatica (Rm) ◗ 27/11 Unipol Arena (Bo) ◗ 28/11 Mandela Forum (Fi) ◗ 29/11 105 Stadium (Ge) ◗ 1/12 Mediolanum Forum (Mi) CONCERTI

Foto Francesco Prandoni

ci stupisce. Talvolta sono solo suggestioni che captate diventano il lievito madre per la scrittura di canzoni che hanno la pretesa di suonare italiane e internazionali allo stesso tempo». Il tutto con un occhio rivolto al passato e al futuro e, soprattutto, con una grande attenzione per quello che succede al di fuori del nostro Paese. «Di vecchio c’è l’approccio, - spiegano - il gusto per la ricerca e la sintesi tra mondi che poco hanno a che vedere con le canzoni. Di nuovo c’è più linearità nei testi, più rotondità nel suono e meno subalternità nei confronti delle realtà musicali straniere. Fin dal primo brano Una nave in una foresta appunto, risulta chiara la necessità di abbattere confini. Sappiamo che questo sta avvenendo nella musica che più ci interessa, e sappiamo che questo album lo porteremo anche fuori dai confini italiani». Il nome del’album viene da un modo di dire piemontese “una barca nel bosco”, che indica il fuori contesto, l’inutilità. «Una nave in una foresta è più o meno la stessa cosa esposta in termini più maestosi. Al di là dei giocosi parallelismi, rimane il senso di non appartenenza che accompagna nel quotidiano, come noi, molte persone». Le storie di questo settimo album raccontano persone che combattono, sperano, pregano,

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Musica

Anastacia

Biagio Antonacci

UNA RESURREZIONE

DI NUOVO SUL PALCO

Resurrection, uscito quest’anno, è il primo album di brani inediti di Anastacia da Heavy Rotation del 2008, il suo sesto in assoluto. È stato registrato a Los Angeles e contiene 10 nuove canzoni nella versione Standard e 14 in quella Deluxe. Anastacia è stata al centro delle cronache per i suoi numerosi problemi di salute, che hanno incluso sia il morbo di Chron che, in tempi più recenti, il cancro al seno. «Scrivere canzoni aiuta a mettere i momenti bui alle spalle», ammette Anastacia. «Anche solo poter condividere la mia storia è di grande aiuto. Stupid Little Things, il primo singolo dell’album, parla di come dare il giusto peso a quel che ti succede per non farlo diventare molto più grande di quello che è». La cantante, dopo essere stata a giugno all’Arena di Verona, tornerà in Italia in tour.

Dopo il grande successo dei due concerti evento, uno all’Arena della Vittoria di Bari e l’altro allo Stadio San Siro di Milano, Antonacci torna a esibirsi dal vivo con L’Amore comporta tour 2014, che debutterà a Roma il prossimo 8 novembre. Durante questo nuovo spettacolo interpreterà dal vivo i successi del suo ultimo disco L’Amore comporta, uscito l’8 aprile su etichetta Iris/Sony Music e stabile nella top ten dei dischi più venduti, che contiene brani che sono già diventati dei successi, come Ti penso raramente, Dolore e Forza e Tu sei bella, insieme ai brani più noti del repertorio del cantautore.

CONCERTI ◗ 27/10 Fabrique, Milano ◗ 29/10 Auditorium

Parco della Musica, Roma ◗ 30/10 ObiHall, Firenze ◗ 01/11 GranTeatro Geox, Padova

CONCERTI ◗ 5/11 Polo Fieristico, Morbegno (So) ◗ 8-9/11

PalaLottomatica (Rm) ◗ 11/11 PalaSele, Eboli (Sa) ◗ 12/11 PalaMaggiò (Ce) ◗ 14/11 Palasport, Acireale (Ct) ◗ 16-17/11 Palaflorio (Ba) ◗ 19/11 PalaRossini (An) ◗ 20/11 Pala Giovanni Paolo II (Pe) ◗ 25/11 Mandela Forum (Fi) ◗ 26/11 105 Stadium (Ge) ◗ 28/11 Pala Whirlpool (Va) ◗ 01/12 Pala Alpi (To) ◗ 02/12 Palasport (Cn) ◗ 05/12 Palasport (Vr) ◗ 19/12 Unipol Arena (Bo) ◗ 20/12 Padova Fiere (Pd)

UN SUCCESSO DOPO L’ALTRO

Emma a novembre tornerà in concerto con un nuovo tour

nei palasport dal titolo Emma 3.0. Con il terzo platino per il suo ultimo album di inediti Schiena, ha raggiunto quota 11 dischi di platino in soli 4 anni di carriera discografica.

CONCERTI ◗ 8/11 Palasport, Acireale (Ct) ◗ 10/11 Florio, Bari

◗ 14/11 PalaLottomatica, Roma ◗ 18/11 Nelson Mandela Forum, Firenze ◗ 21/11 105 Stadium, Rimini ◗ 24/11 Pala Alpitour (ex Palaolimpico), Torino ◗ Mediolanum Forum, Assago (Mi)

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UN RITORNO AI RITMI ROCK

È bastato The Chamber, il primo singolo del nuovo album, ed è stata subito Lenny Kravitz mania. Facile prevedere il successo del tour mondiale in partenza il prossimo 22 ottobre. Strut, il decimo album in studio, uscito il 23 settembre, è un vero disco rock’n’roll che colpisce duro dal punto di vista ritmico. «Questo album mi ha fatto comprendere di nuovo cos’è che amo così tanto della musica», dice Lenny Kravitz. Come sempre suona la chitarra, il basso, le tastiere, la batteria e le percussioni sul disco, oltre ad averlo prodotto e arrangiato. Per mettere a fuoco gli ultimi dettagli di Strut, Kravitz ha voluto il leggendario Bob Clearmountain per mixare il disco: nel suo curriculum, Clearmountain annovera Let’s Dance di David Bowie, Tattoo You dei Rolling Stones e Born In The U.S.A. di Bruce Springsteen. CONCERTO ◗ 10/11 Mediolanum Forum, Assago (Mi)

VOCI NUOVE Reduce dal grande successo come opening act dei Modà nei trionfali show di “Stadi 2014”, allo Stadio Olimpico di Roma e allo Stadio San Siro di Milano, la band scoperta dal programma Amici di Maria de Filippi è pronta per Domani è un altro film tour. L’album dei Dear Jack (Alessio Bernabei, Francesco Pierozzi, Lorenzo Cantarini, Alessandro Presti e Riccardo Rui), con oltre 100mila copie vendute è stato in cima alla classifica GFK degli album più venduti in Italia per ben sei volte. Il 20 settembre, al Politeama Rossetti di Trieste, hanno ritirato le Cuffie d’Oro Radio Artist-Premio Fondazione Motti, nell’ambito dei Radio Awards nazionali. CONCERTI ◗ 04/10 Pala Credito di Romagna, Forlì

◗ 05/10 Unipol Arena (Bo) ◗ 11/10 PalaLottomatica, Roma ◗ 12/10 Pala Evangelisti (Pg) ◗ 18/10 PalaPartenope, Napoli ◗ 19/10 Pala Sele, Eboli (Sa) ◗ 25/10 Mediolanum Forum, (Mi) ◗ 01/11 PalaFlorio, Bari ◗ 08/11 Pala Giovanni Paolo II (Pe) ◗ 15/11 105 Stadium (Ge) ◗ 16/11 Pala Terdoppio, Novara ◗ 22/11 Palasport, Acireale, Catania) ◗ 29/11 Pala Rossini, Ancona ◗ 30/11 105 Stadium, Rimini

LA LADY DEL POP

Con quasi quattro milioni di biglietti venduti in tutto il mondo per i suoi concerti, Lady Gaga è, senza timore di smentita, una delle artiste più importanti al mondo. E questo autunno arriverà in Italia con il suo artRave: The ARTPOP Ball tour, che allo storico Roseland Ballroom di New York City ha registrato ben sette concerti sold-out, record assoluto per un artista. Questo è il quarto tour mondiale della cantante e promuove l’album, uscito nel 2013, Artpop. Nel periodo in cui è uscito l’album Lady Gaga ha tenuto un evento privato a New York che ha chiamato ArtRave, da lì viene il nome del tour. ◗ 04/11 Mediolanum Forum, Assago (Mi) CONCERTO

Foto Kevin Mazur

Dear Jack

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Jazz

DUE ARTISTI DEL JAZZ MELODICO

Kenny Barron e Dave Holland (nella foto) sono due straordinari mu-

sicisti che attraversano il jazz da più di cinquant’anni: le loro biografie sono costellate di incontri incredibili, ognuno dei quali divenuto fonte di ulteriore ispirazione creativa. Le doti innate e il loro formidabile percorso artistico hanno fatto di Barron e Holland splendidi portatori sani di un jazz melodico e raffinato, contagioso e avvincente: ascolterete brani originali e standard, improvvisazioni virtuosistiche, ritmi cangianti e scambi audaci. Insieme apriranno il Roma Jazz Festival che, tra gli altri, ospiterà il 17 novembre Jason Moran e Robert Glasper, il 20 novembre Enrico Rava e il 25 Dee Dee Bridgewater.

CONCERTO ◗ 14/11 Auditorium Parco della Musica, Roma

OMAGGIO A JOBIM

Nessun gruppo può essere più adatto a rendere omaggio alla musica di Antonio Carlos (detto Tom) Jobim del Samba Cello Trio del violoncellista Jaques Morelenbaum. In occasione del Padova Jazz Festival si esibirà insieme alla moglie Paula Morelenbaum (nella foto), una delle cantanti brasiliane più affermate. Esponente tra i più autorevoli della musica brasiliana moderna, Jaques Morelenbaum è salito alla ribalta internazionale al fianco dei più grandi musicisti sudamericani. Soprattutto Morelenbaum è stato una figura insostituibile della Nova Banda di Antonio Carlos Jobim durante gli ultimi dieci anni della sua attività. CONCERTO ◗ 15/11 Teatro Verdi, Padova

JAZZ A LA CARTE Dopo anni di concerti “a tema”, incentrati sulle sue produzioni discografiche, Dee Dee Bridgewater calcherà il palcoscenico del Teatro Manzoni offrendo una selezione di canzoni a la carte: non più uno spettacolo “concept” (come i precedenti omaggi a Billie Holiday, alla musica del Mali e alla chanson francese) bensì una libera esplorazione del suo ormai ampio repertorio, tra jazz, soul, canzoni d’autore. La completa maturazione artistica della cantante americana avviene nel corso degli anni Ottanta, dopo il suo trasferimento in maniera stabile in Francia. Oltre a raffinare le sue interpretazioni jazzistiche, flirta con la musica commerciale, riuscendo così a creare un forte legame col pubblico, mai venuto meno da allora. In Italia, in particolare, “sfonda” grazie al duetto con Ray Charles al Festival di Sanremo del 1989 e ad altre apparizioni sempre a Sanremo nei due anni successivi. CONCERTO ◗ 01/11 Teatro Manzoni, Bologna 44 ITA EVENTI




Classica Classica

RG ANDI INTERPRETI: MUSICA DA CAMERA, CLASSICA, OPERA

GATTI • TANG • RACHLIN • PALUMBO • HARRELL • ACCARDO MICHELE MARIOTTI A BOLOGNA DIRIGERÀ IL GUILLAUME TELL

IL GRAND-OPÉRA ROSSINIANO Opera in quattro atti su libretto di Victor Joseph Étienne de Jouy e Hippolyte Louis Florent Bis dal dramma omonimo di Friedrich Schiller, Guillaume Tell è l’ultima opera composta da Gioachino Rossini. Raramente eseguito a causa delle sue imponenti proporzioni sia di durata che di messinscena, il capolavoro della maturità di Rossini ritorna al Teatro Comunale dal lontano 1957, allora diretto dal maestro Francesco Molinari Pradelli. Il Direttore Principale del Teatro, Michele Mariotti, torna ad essere protagonista della Stagione 2014 con questa straordinaria produzione firmata da Graham Vick, nell'allestimento del Rossini Opera Festival in coproduzione con il Teatro Regio di Torino, andata in scena a Pesaro nell’agosto del 2013. Rispetto alla messa in

scena del Rossini Opera Festival, nata per l'Adriatic Arena, questa realizzazione è stata studiata espressamente dal grande regista inglese e dallo scenografo Paul Brown per gli spazi e l’architettura del palcoscenico bolognese del Bibiena. Quindi con importanti variazioni rispetto alla messa in scena originale che costituiscono un ulteriore motivo di interesse. L'opera verrà eseguita in lingua francese.

GUILLAUME TELL ◗ 8, 11, 14, 16, 18 ottobre 2014 Teatro Comunale, Bologna

Michele Mariotti (direttore), Graham Vick (regia), Carlos Alvarez (Guillaume Tell), Michael Spyres (Arnold Melcthal), Simon Orfila (Walter Furst), Simone Alberghini (Melcthal), Mariangela Sicilia (Jemmy), Luca Tittoto (Gessler), Alessandro Luciano (Rodolphe)

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Foto Julia Wesely

Classica

UN TRIO DI STELLE Si alza il sipario della XXVIII Stagione di Musica Insieme con due ritorni eccellenti e un debutto: Rachlin, Harrell e Zuo, ovvero tre generazioni a confronto sulle note del capolavoro di Schubert che ispirò Brahms

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Foto di Christian Steiner

re generazioni si incontreranno nell’appuntamento inaugurale della XXVIII edizione dei Concerti di Musica Insieme, lunedì 20 ottobre all’Auditorium Manzoni di Bologna (inizio ore 20,30): una leggenda del violoncello come Lynn Harrell, inserito nel novero dei più grandi artisti del nostro tempo accanto a Mischa Maisky e a Yo-Yo Ma, il violinista Julian Rachlin, da anni ai vertici del concertismo mondiale, e una giovanissima pianista cinese, Zhang Zuo, definita da Paavo Järvi «uno dei più importanti e appassionanti talenti pianistici» che egli abbia mai incontrato. Un confronto generazionale dunque, che aggiunge un ulteriore motivo di fascino alla serata inaugurale, e che si estende anche alle opere in programma: il celeberrimo Trio per violino, violoncello e pianoforte op. 100 di Franz Schubert, fra i capisaldi assoluti del repertorio, cui guarda come un modello il giovane Brahms del Trio opera 8, che verrà eseguito nella seconda parte del concerto. Il Trio di Schubert peraltro ha reso immortale anche una delle più celebri sequenze del capolavoro di Kubrick, Barry Lindon, nel momento in cui Redmond Barry sta per ba-

Nella pagina a fianco: Julian Rachlin (violino). A sinistra: Lynn Harrell (violoncello). Sotto: Zhang Zuo (pianoforte)

ciare Lady Lindon: tutta la scena è, infatti, scandita dalle suadenti note dell’Andante con moto tratto dal Trio op. 100. Tema di commovente bellezza quello dell’Andante. Un tema struggente, nel quale troviamo in nuce tutto l’universo schubertiano e che impegna gli interpreti in una delle più affascinanti pagine dell’intero repertorio cameristico. D’altronde i due Trii, le opere 99 e 100, sono, e certo non per caso, tra le opere più amate del compositore viennese. Perfette formalmente, artisticamente di un nitore abbagliante nella loro compiutezza e incisività, musicalmente struggenti nella cantabilità dei temi. Tutti elementi questi che ci fanno comprendere che occorrono interpreti eccellenti, come Julian Rachlin e Lynn Harrell, per confrontarsi con pagine di questa importanza. Pagine la cui eco si è riverberata nella storia e le cui tracce ritroviamo anche nel suggestivo e giovanile Trio op. 8 di Johannes Brahms. Nonostante l’impronta beethoveniana abbia certamente segnato tutta la produzione musicale ottocentesca, e anche quella del secolo successivo, l’influenza di Schubert appare improvvisa-

mente, illuminando il percorso di molti tra i suoi grandi epigoni, Mahler fra tutti, ma anche il citato Brahms. È un fiume carsico, che specie a partire dalla seconda metà del secolo scorso è andato vieppiù riemergendo, trovando proprio negli interpreti, e nei più grandi soprattutto, attentissimi e sensibili studiosi. Dunque, Rachlin e Harrell sono nell’alveo di quella che è ormai una tradizione, e che come tale richiede ancor più attenzione e sollecitudine. Una tradizione che si trasmette anche e soprattutto nel confronto e nello scambio generazionale di cui si parlava in apertura, quel legame di insegnamenti, esperienza, e generosità da un lato – Julian Rachlin riconosce in Lynn Harrell un modello, che ha seguito virtualmente sin dall’infanzia – e dall’altro di entusiasmo, umiltà e passione: tutti valori questi, che non a caso contraddistinguono i più grandi artisti, al di là di ogni generazione. (Biglietti da 10 a 55 euro, in vendita presso la Biglietteria dell’Auditorium Manzoni il pomeriggio del concerto dalle 15 alle 20.15, oppure online ai siti www.musicainsiemebologna.it o www.vivaticket.it e nei punti vendita autorizzati di Vivaticket. Info: Musica Insieme 051 271932 info@musicainsiemebologna.it). JULIAN RACHLIN (violino) LYNN HARRELL (violoncello) ZHANG ZUO (pianoforte)

◗ 20/10/ 2014 Auditorium Manzoni, Bologna musiche di Schubert, Brahms

novembre 2014

I CONCERTI DI MUSICA INSIEME

ORCHESTRA GIOVANILE ITALIANA ENRICO DINDO (violoncello)

◗ 10/11/2014 Auditorium Manzoni, Bologna musiche di Šostakovič, Brahms

NELSON GOERNER (pianoforte)

◗ 24/11/2014 Auditorium Manzoni, Bologna musiche di Mozart, Schumann,Chopin

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Classica

IL DRAMMA DELLA GELOSIA Il Teatro Regio di Torino inaugura la Stagione d’Opera 2014-2015 con un nuovo allestimento dell’Otello di Giuseppe Verdi. L’opera ritorna al Regio dopo 17 anni, con la regia di Walter Sutcliffe, al suo debutto in Italia, e la direzione di Gianandrea Noseda. Verdi termina Otello nel 1886: la prima alla Scala, l’anno successivo, è un trionfo. Il torbido dramma della gelosia del moro di Venezia aveva conquistato il pubblico. Otello, generale dell’Armata veneta, appena sposato con Desdemona, subisce il mellifluo influsso di Jago che, per rancore personale, instilla in lui il sospetto dell’infedeltà di Desdemona. Dal sospetto si passerà alla gelosia, alla “mostruosa colpa”, infine alla tragedia: sul talamo nuziale Otello soffocherà Desdemona, rea solo di un sospetto di tradimento. Dopo un lungo silenzio durato un decennio, Verdi tornava a far sentire la sua voce, lasciando un capolavoro che avrebbe scosso la storia della musica. OTELLO ◗ 14, 15, 18, 19, 21, 22, 24, 26, 28 ottobre, Teatro Regio, Torino

Gianandrea Noseda (direttore), Walter Sutcliffe (regia), Gregory Kunde (Otello), Ambrogio Maestri (Jago), Erika Grimaldi (Desdemona), Salvatore Cordella (Cassio), Luca Casalin (Roderigo), Seung Pil Choi (Lodovico), Emilio Marcucci (Montano), Samantha Korbey (Emilia)

UN CONCERTO PER IL FAI

L’ETERNO DON GIOVANNI

Le note del Don Giovanni di Mozart risuoneranno al Teatro La Fenice. L’opera lirica in due atti del compositore austriaco, composta nel 1787, è una delle sue più importanti composizioni. È un’opera buffa con la presenza di elementi tratti dall’opera seria. Ebbe due stesure, quella rappresentata a Praga, che ebbe un’accoglienza strepitosa, e una seconda stesura adattata al gusto del pubblico di Vienna.

DON GIOVANNI ◗ 11, 12, 14, 15, 16, 17, 18, 19 ottobre Teatro La Fenice, Venezia

Stefano Montanari (direttore), Damiano Michieletto (regia) Alessio Arduini (Don Giovanni), Jessica Pratt (Donna Anna), Juan Francisco Gatell (Don Ottavio), Alex Esposito (Leporello), Maria Piscitelli (Donna Elvira)

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Al Teatro alla Scala di Milano, Daniele Gatti (foto sotto) dirigerà l’Orchestre National de France in un concerto straordinario di raccolta fondi per sostenere il FAI, Fondo Ambiente Italiano, nella sua attività di tutela e valorizzazione dell’arte e della natura italiane. Il ricavato di questo concerto sarà destinato alla gestione di Villa Necchi Campiglio, nel cuore di Milano, gioiello architettonico degli anni Trenta firmato da Piero Portaluppi. Protagonista del concerto sarà l’Orchestre National de France, la prima orchestra sinfonica stabile francese fondata nel 1934 che oltre a esibirsi a Parigi, in particolare nella sua sede del Théâtre des Champs-Elysées, ogni anno viene invitata a suonare nei più prestigiosi teatri del mondo. In occasione di questo evento straordinario a dirigerla sarà Daniele Gatti, che dal 2008 ne è direttore musicale.

ORCHESTRE NATIONAL DE FRANCE DANIELE GATTI (direttore) ◗ 12 ottobre 2013 Teatro alla Scala, Milano

Stravinskij: Petruška Strauss: Don Juan Strauss: Der Rosenkavalier Suite


PROFONDO LIRISMO VERDIANO Rigoletto (1851), prima opera della

cosiddetta “trilogia popolare” verdiana, insieme a Il trovatore e La traviata ebbe una genesi travagliata. Ma divenne presto l’emblema della capacità che possedeva Giuseppe Verdi di caratterizzare un personaggio. Rigoletto è tra i personaggi più amati della storia dell’opera. Sarà il gesto risoluto di Renato Palumbo a farlo rivivere al Teatro Costanzi. RIGOLETTO

◗ 21, 22, 23, 24, 25, 26,

28, 29, 30, 31 ottobre, Teatro Costanzi, Roma

Renato Palumbo (direttore), Piero Pretti (Il Duca di Mantova), Giovanni Meoni (Rigoletto), Ekaterina Sadovinkova (Gilda), Korobeynikov (Sparafucile)

DUE MAESTRI A CONFRONTO

Al Teatro San Carlo di Napoli due grandi interpreti si confronteranno con un programma che racchiude in sé tre autori rivoluzionari dal punto di vista dell’innovazione musicale. Il tocco magico di Rudolf Buchbinder - oggi uno dei grandi pianisti della scena internazionale, ospite regolare delle più importanti orchestre e Festival - si misurerà con le più interessanti pagine scritte da Mozart e Strauss. Al suo fianco Muhau Tang, direttore d’orchestra cinese, scoperto da Herbert von Karajan quando lo invitò a condurre la Berlin Philharmonic Orchestra nella stagione 1983-1984. ORCHESTRA DEL TEATRO DI SAN CARLO MUHAI TANG (direttore) RUDOLF BUCHBINDER (pianista)

◗ 20, 22 novembre, Teatro di San Carlo, Napoli W. A. Mozart: Rondò per pianoforte e orchestra, K. 382 R. Strauss: Burleske in re minore, per pianoforte e orchestra L. van Beethoven: Sinfonia n. 6, op. 68, “Pastorale”

DA BACH A DVORˇ ÀK

Il Museo del Violino farà suonare l’autunno di Cremona con STRADIVARIfestival, un appuntamento che quest’anno si presenta in una veste nuova, a un anno esatto dall’apertura del Museo. In programma 16 concerti per una manifestazione unica al mondo, interamente dedicata agli strumenti ad arco e a pizzico, che attraverso diversi generi musicali fa incontrare tradizione e innovazione a Cremona, capitale mondiale della liuteria e patrimonio immateriale dell’Unesco per l’arte liutaria. Tra i protagonisti della kermesse Salvatore Accardo con Laura Gorna e l’Orchestra da Camera Italiana (l’11 ottobre). Considerato uno dei più grandi violinisti italiani, Accardo nel corso della sua prestigiosa carriera ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Premio Abbiati della critica italiana per le sue eccezionali interpretazioni. Nel 1982 il Presidente della Repubblica Pertini lo ha nominato Cavaliere di Gran Croce, la più alta onorificenza della Repubblica Italiana. Alla fine del 1996 ha ridato vita all’Orchestra da Camera Italiana, formata dai migliori allievi ed ex allievi dei corsi di perfezionamento dell’Accademia Stauffer di Cremona. Insieme a loro ha inciso Il violino virtuoso in Italia e I Capolavori per violino e archi. ORCHESTRA DA CAMERA ITALIANA SALVATORE ACCARDO (direttore) LAURA GORNA (violino solista)

◗ 11 ottobre, Stradivari Festival, Cremona J. S. Bach: Concerto in la minore BWV 1041 J. S. Bach: Concerto in re minore BWV 1043 A. Dvorˇàk: Serenata per archi op.22

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Teatro Teatro

C ABARET COMMEDIE TRAGEDIE SUI PALCOSCENICI ITALIANI

RANIERI • ROSSI • BATTISTON • HABER • BONI • MARCONI UNO SPETTACOLO CHE UNISCE POESIA, MUSICA E LETTERATURA

CANZONI SENZA TEMPO Un “Magical mystery tour” che raccoglie e reinventa suggestioni, musiche, frammenti biografici, canzoni e racconti dei favolosi Beatles. Uno spettacolo concerto alla gioiosa, fantastica esplorazione dell’universo della più leggendaria band beat/pop/rock di sempre. Un tessuto narrativo che utilizza i brani più famosi e si ispira alle caleidoscopiche magie visive di Yellow Submarine, ai surreali racconti di John Lennon, alle poesie di Paul McCartney e si alimenta degli infiniti rimandi che le canzoni e gli scritti dei Beatles hanno reso eterni: dalle pagine dell’Alice di Lewis Carroll alle magie surrealiste dell’avanguardia pop, dalle filastrocche per bambini alla poesia lisergica e visionaria. Beatles Submarine crea così una fantasmagoria giocosa e coloratissima, a di-

mostrazione che il fenomeno Beatles (a 50 anni dalla sua incredibile esplosione) non è stato una moda, ma una vera e propria cultura, fatta di rabbie dolci e speranze di fantasia al potere. Sul palco, Neri Marcorè insieme alla Banda Osiris, diretti da Giorgio Gallione. BEATLES SUBMARINE ◗ 4,5/10 Teatro dell’Archivolto, Genova ◗ dall’8 al19/10 Piccolo Teatro, Milano ◗ dal 4 al 6/11 Teatro Comunale, Thiene (Vi) ◗ dal 7 al 9/11 Teatro Comunale, Treviso ◗ 11,12/11 Teatro Comunale, Monfalcone ◗ 13/11 Teatro Zancanaro, Sacile (Pn) ◗ 15,16/11 Teatro Splendor, Aosta ◗ dal 19 al 23/11 Teatro Massimo, Cagliari ◗ 26/11 Teatro Sociale, Pinerolo ◗ 27,28/11 Teatro Creberg, Bergamo

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Teatro

Elio (all’anagrafe Stefano Belisari) e Geppi Cucciari, protagonisti del musical La Famiglia Addams diretto da Giorgio Gallione. Entrambi si cimentano per la prima volta in questo genere teatrale


IL TOTAL BLACK NON PASSA MAI DI MODA

Quando si parla di Gomez e Morticia Addams il collegamento a cimiteri, bambole decapitate e fiori appassiti è immediato. Chi non conosce la famiglia più funerea al mondo? Quest’anno le loro storie diventano musica. Grazie a Elio e Geppi Cucciari di Cristiana Zappoli

commettere che sarà l’evento teatrale della stagione 2014/2015 sarebbe troppo facile. Gli ingredienti del successo sono sotto gli occhi di tutti: la storia è quella della Famiglia Addams, la famiglia noir più amata al mondo. Sul palco recitano, insieme per la per la prima volta e per la prima volta in una commedia musicale, Geppi Cucciari ed Elio. Le musiche sono quelle originali del musical di Broadway scritte da Andrew Lippa. Nella versione italiana il musical dedicato alla Famiglia Addams vanta, inoltre, un cast tecnico di tutto rispetto: la regia è di Giorgio Gallione, traduzione e adattamento di Stefano Benni, scene di Guido Fiorato, direzione musicale di Cinzia Pennesi, coreografie di Giovanni Di Cicco, luci di Marco Filibeck. Nati negli anni Trenta dalla penna del vignettista Charles Addams (uno dei suoi disegni a fumetti viene utilizzato come immagine del tour), Gomez, Morticia, Mercoledì, Pugsley, Zio Fester e tutti gli altri componenti di questo strampalato e quanto mai gotico nucleo famigliare, sono stati protagonisti di serie tv, film, fumetti e ogni volta è stato un successo. In particolare la serie televisiva in bianco e nero del 1964 creata da David Levy con Carolyn Jones e John Astin è rimasta nel cuore di tutti con la sua indimenticabile sigla in cui i protagonisti schioccavano le dita a ritmo di musica, tanto che ancora oggi, a distanza di cinquant’anni, viene riproposta in alcuni palinsesti. E, in tempi più recenti, il film del 1991 diretto da Barry Sonnenfeld

GLI ABITI DI ANTONIO MARRAS

Lo stilista sardo torna a collaborare con il teatro dopo aver disegnato i costumi dell’opera Il Sogno di una Notte di Mezza Estate di Ronconi nel 2008. La progettazione dei costumi della famiglia più “quirky“ al mondo è partita dal concetto del “more”. «Le tecniche a levare non sono per me, né per loro», afferma Antonio Marras. «E quindi Morticia/Geppi è super sexy, super avvenente. Avvolta in abiti a sirena da grande red carpet come se stesse sempre parlando in francese per far impazzire di frenesia Gomez/Elio che invece, come da copione, è imbalsamato in un doppio petto a righe d’alta sartoria italiana. Abbiamo esasperato gli stereotipi, accentuato i caratteri, rivisitato miti e ricordi collettivi».

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Teatro

con Anjelica Huston nei panni di Morticia e una giovanissima Christina Ricci nei panni di Mercoledì, ruolo che le ha regalato la notorietà. È notizia dello scorso anno, inoltre, che la Metro Goldwin Mayer stia preparando un nuovo film dedicato ai personaggi di Charles Addams, questa volta totalmente animato: per la sceneggiatura sono stati scelti Pamela Pettler, che ha lavorato con Tim Burton ne La sposa cadavere, e Gil Kenan. «Gli Addams sono un consesso di personaggi particolari, - spiega Geppi Cucciari che interpreta Morticia - hanno abitudini strane, per casa un cameriere che tutti noi vorremo avere quanto meno per vedere la faccia degli ospiti al suo cospetto, una nonna dedita a traffici singolari… Sono cupi ma allegri, inquietanti ma affascinanti, giocano con l’idea della morte con grande leggerezza, non hanno paura di niente. E sono la dimostrazione che la tanto celebrata, più che mai di questi tempi, apparenza è un lato delle cose, non la loro essenza». La genialità di Charles Addams è stata quella di creare una famiglia del tutto fuori da qualunque schema ma che vive una propria normalità interna come ogni altra famiglia. Le macabre abitudini dei componenti di questo nucleo famigliare vengono vissute dai diretti interessati come una quotidianità assolutamente normale. «Quello che mi piace di più di questa famiglia – spiega Elio, che sul palco è Gomez – è la loro comicità, che riesce a essere leggera e surreale nonostante il tema macabro. Il mio Gomez sarà quanto più possibile vicino all’originale e, naturalmente, non mancheranno i baffi! Mi sono documentato riguardando gli episodi televisivi degli anni Sessanta, la nuova serie televisiva (che non mi piace molto) e il musical andato in scena a Broadway». La famiglia Addams vive in una tenebrosa villa di stile vittoriano, allo 0001 di Cemetery Lane. I protagonisti sono smisuratamente ricchi e si dedicano tutto il giorno a coltivare le proprie strane e macabre passioni. A capo del grup-

ALLE ORIGINI DELLA FAMIGLIA ... PIÙ TETRA DEL MONDO

Il disegnatore americano Charles "Chas" Samuel Addams, scomparso nel 1988, va considerato, a tutti gli effetti, il “papà” della Famiglia Addams. Fu un disegnatore di vignette per il settimanale “The New Yorker” e i suoi personaggi erano conosciuti per essere particolarmente macabri. Tra di loro, negli anni Trenta del secolo scorso, apparvero per la prima volta i componenti della Famiglia Addams, in vignette caratterizzate da umorismo nero e satira di costume che prendeva in giro i comportamenti borghesi degli americani. In seguito questi personaggi divennero protagonisti di serie televisive, cartoni animati, film per il grande schermo e di un musical di Broadway. Nelle strisce a fumetti i componenti della famiglia non avevano nomi propri, che però si resero necessari con la nascita della prima serie televisiva e fu lo stesso Charles Addams a sceglierli.


po famigliare ci sono i coniugi Gomez e Morticia, il primo un gentiluomo distinto che ama i sigari e adora far saltare in aria trenini elettrici; la seconda, affascinante padrona di casa, dark fino al midollo, passa le sue giornate a coltivare rose per poi farle appassire, tagliarne il fiore e sistemarle nei vasi. «Morticia è un’icona, - spiega Geppi Cucciari - sento la grande responsabilità di farla vivere attraverso me, insieme a me, nonostante me. È giusto rispettare la sua natura e la sua anima, anche per come è nata nella mente del suo ideatore. Chiunque si trovi a darle vita, deve scomodare gli strumenti che ogni donna ha a disposizione per darle forza, ironia, stravaganza. Una cosa è certa, sarà una Morticia estremamente elegante e con uno stile unico, visto che tutti gli abiti di scena sono disegnati dallo stilista Antonio Marras, e realizzati dalla Sartoria del Piccolo Teatro di Milano - Teatro D’Europa, con cristalli Swarovski». Oltre alla coppia Gomez – Morticia non mancheranno tutti gli altri famosissimi componenti della famiglia: il fratello di Gomez, lo zio Fester, interpretato da Pierpaolo Lopatriello; i figli della coppia, Mercoledì (Giulia Odetto), che come hobby passa il tempo a ghigliottinare la propria bambola, e Pugsley (Leonardo Garbetta, Emanuele Ghizzinardi, Giacomo Nasta); la nonna, interpretata da Sergio Mancinelli, e, naturalmente, il “mitico” maggiordomo Lurch (Filippo Musenga). «Porteremo in scena – spiega Elio – un prodotto divertente e di qualità. Adatto ai bambini ma anche ai palati più esigenti». E già la presenza del leader di Elio e le Store Tese e di Geppi Cucciari fa da garanzia. Entrambi, tra l’altro, si confronteranno per la prima volta con il genere musical. «Nella mia vita - prosegue Elio - voglio fare il maggior numero di esperienze possibili e fino ad ora un musical non lo avevo mai fatto. Quindi ho preso al volo questa occasione». «Ho sempre sognato di far parte del cast di un musical», gli fa eco Geppi Cucciari. «Aspettavo questo momento. Amo il teatro in assoluto e il genere del musical: ovunque io vada, se è possibile, vado a vedere i musical in scena in città. Poi amo la famiglia Addams, tutti i suoi componenti, sono cresciuta con gli innocenti telefilm americani in bianco e nero con Carolyn Jones e John Astin, ho adorato la Morticia di Anjelica Houston. Un progetto che vede questi due elementi unirsi alla presenza di Giorgio Gallione come regista, Elio come coniuge, Benni come traduttore, non poteva che generare una mia adesione convinta. È bello lavorare con Elio, ci apprezziamo e rispettiamo, e sono felicissima che sia lui il mio Gomez». Stima che, a quanto pare, è reciproca: «Geppi – dice Elio – è molto precisa e decisa. Si impegna a fondo e per questo la ammiro. Poi mi fa ridere… quindi è perfetta!». ◗ dal 17/10 all’8/12 Teatro della Luna, Milano ◗ dal 3 all’11/01 Teatro Politeama Rossetti, Trieste ◗ dal 13 al 18/01 2015 Teatro Europauditorium, Bologna ◗ dal 20 al 25/01 2015 Teatro dell’Archivolto, Genova www.familyshow.it LA FAMIGLIA ADDAMS


Teatro

LO SKIANTO DI TIMI È la storia di un bambino che sembra non capire niente e invece capisce tutto. Anche meglio degli altri. L’attore perugino porta in scena un monologo in dialetto umbro per raccontare la disabilità di Clara Dalledonne

S

i è ispirato a sua cugina Daniela, Filippo Timi, per il suo ultimo lavoro teatrale, Skianto, una favola ma di quelle amare, concepita con un linguaggio tra il lirico e il drammatico. Il racconto ha per protagonista un bambino diversamente abile (proprio come la cugina di Timi che oggi ha cinquant’anni) che non corrisponde, certo, alla creatura che i genitori si erano immaginati al momento del concepimento, bensì a un bambino con la scatola cranica “sigillata”, chiuso nel suo spazio con i pattini ai piedi, rappresentato scenicamente nella palestra di una scuola elementare. Un bambino che sembra non comprendere niente del mondo e che invece capisce tutto, forse anche più degli altri. Skianto è un monologo (l’attore e autore torna al monologo dopo dieci anni da La vita bestia) scritto in dialetto umbro - “un po’ edulcorato” come ha spiegato lui stesso - la lingua madre di Filippo Timi, ancora profondamente legato a Perugia e a Ponte San Giovanni, il borgo dove è cresciuto. In Skianto la disabilità diventa oggetto di rappresentazione, perché porta in scena tutti i desideri impossibili del protagonista: fare il ballerino o il

cantante, amare un pattinatore, sognare una vita che non sia una prigione, vivere in maniera normale con gli altri come accade quando si ritrova col nonno che ritiene un eroe, specie quando gli racconta le sue avventure con le mignotte del paese. Come tutti i sognatori egli dovrà scontrarsi con la realtà, ovvero con il suo corpo murato in una cameretta dentro la quale scopre quanto la vita sia truccata. Sorrisi e lacrime, comicità e tragedia, come di consueto Timi porta in scena sentimenti opposti perché porta in scena la vita, quella vera, solo molto più poetica. Uno spettacolo che si allontana molto dai suoi ultimi lavori, caratterizzati da una teatralità decisamente barocca (uno su tutti, Don Giovanni), di cui rimane una qualche traccia solo in alcuni costumi di scena. Solo, sul palcoscenico, Timi è accompagnato dalla voce e dalla chitarra del giovane Andrea Di Donna che si esibisce in due cover e in due brani composti interamente da lui. ◗ 4-5/11 Teatro Gustavo Modena, Genova ◗ dal 20/11 al 7/12 Teatro Franco Parenti, Milano ◗ dal 10 al 14/12 Teatro Morlacchi, Perugia SKIANTO

Filippo Timi, 40 anni, ha iniziato la sua carriera teatrale con la compagnia perugina “Carthago Teatro”



Teatro

IN BIANCO E NOIR

«Dopo averlo letto e riletto, ho capito una cosa racconta Massimo Ranieri, regista e protagonista dell’opera shakespeariana - Riccardo III non è soltanto un personaggio straordinario, è soprattutto un grandissimo attore. È il numero uno dei malvagi. Del resto, non sono grandi attori tutti gli uomini di potere? Non recitano un ruolo che deve suscitare applausi, se non addirittura idolatria da parte di uomini e donne? Riccardo, poi, indossa i costumi della malvagità meglio di chiunque altro e via via che continuavo a leggere mi è apparso sempre di più in bianco e nero. Anzi, in bianco e noir». Sarà uno spettacolo imponente il Riccardo III di Massimo Ranieri, con 18 attori, l’adattamento di Masolino D'Amico e le musiche composte da Ennio Morricone. ◗ 23/10 Teatro Verdi, Firenze ◗ 1-2/11 Europauditorium, Bologna ◗ dal 6 al 16/11 Teatro Brancaccio, Roma ◗ dal 19 al 30/11 Teatro Diana, Napoli RICCARDO III

DONNE DIVERSE

È la storia di due amiche che si trovano a leggere una scena di teatro che una delle due deve recitare. Per Lucia, attrice, quelle righe raccontano le fragilità dell'anima, lei che ha rinunciato alla passione; per Maria, dirigente di banca e separata, le tempeste della scena sono erotici terremoti interni, lei senza un uomo non può stare. ◗ dal 16 al 19/10 Teatro delle Muse, Ancona ◗ dal 23/10 al 2/11 Teatro Ambra Jovinelli, Roma ◗ dal 4 al 16/11 Teatro Carignano, Torino ◗ 28-29/11 Teatro Bonci, Cesena LA SCENA

60 ITA EVENTI

GIOCHI PSICOLOGICI Per il quarto anno consecutivo, Saverio Marconi calca il palcoscenico come attore con Variazioni enigmatiche, un fantastico meccanismo a orologeria di Èric-Emmanuel Schmitt, già straordinario successo di pubblico in Europa. Un testo dove non sembra accadere nulla e invece le vite escono sconvolte dalla vicenda. Un intrigante gioco psicologico che punta sulle illusioni e disillusioni della vita, un confronto disperato fra due uomini, Abel Znorko, misantropo, Nobel per la letteratura che si è ritirato su un’isola e Erik Larsen (interpretato da Gian Paolo Valentini), giornalista cui lo scrittore concede un’intervista. ◗ 9/11 Teatro Feronia, San Severino (Mc) ◗ dall’11 al 16/11 Teatro Ghione, Roma ◗ 19/11 Teatro Comunale, Tortona (Al) ◗ dal 21 al 30/11 Teatro San Babila, Milano VARIAZIONI ENIGMATICHE


DIROMPENTE FALSTAFF Falstaff ha affascinato i più grandi talenti della scena, come Orson Welles, che riservò per sé il ruolo di protagonista. Per queste ragioni, e per il piacere di rivedere all’opera la coppia artistica Giuseppe Battiston e Andrea De Rosa, questo nuovo allestimento si preannuncia come una delle proposte più significative della stagione 2014/2015. La potente duttilità espressiva di Battiston darà vita alla partitura drammaturgica di Nadia Fusini, impreziosita dalla regia di De Rosa, attento a moltiplicare immagini, a toccare sponde semantiche lontane dalla tradizione e a coniugare con grande perizia la tradizione lirica con quella di prosa. ◗ dal 14/10 al 2/11 Teatro Carignano, Torino ◗ dal 5 al 9/11 Teatro Toniolo, Mestre ◗ dall’11 al 16/11 Teatro della Corte, Genova ◗ 18,19/11 Teatro Valli, Reggio Emilia ◗ dal 26 al 30/11 Teatro Storchi, Modena FALSTAFF

FREUD VS DIO

Alessandro Haber e Alessio Boni sono

i protagonisti di una esilarante pièce ambientata nella Vienna occupata dai nazisti. Uno spettacolo con la regia di Valerio Binasco che sonda le tematiche della religione e del senso della vita con due improbabili personaggi, Freud e un visitatore che si rivelerà essere Dio: Freud non crede in Dio, Dio non crede a Freud, ma entrambi credono che l’uomo e la sua pazzia si possano ancora curare. ◗ dal 6 al 9/11 Teatro Comunale, Ferrara ◗ 11/11 Teatro G.Busca, Alba ◗ 12/11 Teatro Giocosa, Ivrea ◗ dal 14 al 16/11 Teatro Duse, Bologna ◗ dal 25/11 al 7/12 Teatro Quirino, Roma IL VISITATORE

LA MASCHERA DI PAOLO ROSSI

Quando si alzò il sipario sulla prima rappresentazione di Arlecchino servitore di due padroni nel 1947, neanche lo stesso Giorgio Strehler avrebbe potuto immaginare che quello spettacolo del Piccolo Teatro sarebbe diventato l’icona del teatro italiano. Dopo oltre mezzo secolo dalla geniale invenzione, che aveva trasformato il Truffaldino di Goldoni nella maschera di Arlecchino, Marcello Moretti, prima, e Ferruccio Soleri poi, sono diventati l’immagine vivente della tradizione centenaria della Commedia dell’Arte. Paolo Rossi, più funambolico e lunare che mai, è pronto ad abbandonare la sua maschera per rivivere nei panni di un “Arlecchino nevrotico e surreale in tono con il Terzo Millennio prossimo venturo”, proprio come l’aveva definito Giorgio Strehler. Un Arlecchino contemporaneo, “uscito dalla bocca di un vulcano”: buffone, ma soprattutto infernale. ◗ 24-25/10 Teatro Carbonetti, Broni (Pv) ◗ 28/10 Teatro Carlo Rossi, Casalpusterlengo (Lo) ◗ 29/10 Teatro Rosmini, Borgomanero (No) ◗ 30/10 Cinema Teatro Excelsior, Cesano Maderno (Mb) ◗ dal 31/10 al 2/11 Teatro Duse, Bologna ◗ 4/11 Teatro Nuovo Dogana, San Marino ◗ dal 6 al 16/11 Teatro Ambra Jovinelli, Roma ◗ 18,19/11 Teatro Toniolo, Mestre (altre date: www.crtmilano.it) ARLECCHINO


Musical

IRRESISTIBILE FRANKENSTEIN Oltre 150.000 spettatori sono già stati conquistati dalla vitalità, dalla contagiosa ironia noir e dalle musiche trascinanti della versione italiana di Frankenstein Junior, il musical tratto dal cult movie di Mel Brooks, definito dalla critica un “capolavoro di perfezione”. È una trasposizione della realtà cinematografica, dove le scenografie in bianco e nero si contrappongono ai coloratissimi costumi e fanno da sfondo ai tanti momenti di irresistibile comicità. ◗ 18-19/10 Teatro La Fenice, Senigallia ◗ dal 24/10 al 2/11 Teatro al Massimo (Pa) ◗ 7-9/11 Metropolitan (Ct) ◗ 11-12/11 Teatro Politeama (Cz) FRANKENSTEIN JUNIOR

UN CULT CHE DIVENTA MUSICAL

Una fedele trasposizione teatrale dell’omonimo successo cinematografico. Racconta l’incontro tra la giovane Baby Houseman e l’affascinante maestro di ballo Johnny Castle. Una romantica storia d’amore sbocciata nell’atmosfera estiva di un villaggio turistico, raccontata da musiche e balli sensuali. Dirty Dancing è un cult: si è trasformato in un fenomeno senza tempo, uno di quei film che si rivedono sempre volentieri. Per il musical è prevista un’orchestra di otto elementi che suonerà le celebri musiche: ritmi travolgenti e contagiosi che faranno emozionare l’intero teatro. Nell’adattamento italiano verranno tradotti i dialoghi, le canzoni resteranno in lingua originale. ◗ dal 9/10 al 28/12 Barclays Teatro Nazionale, Milano

DIRTY DANCING -THE CLASSIC STORY ON STAGE

AMORE A NEW YORK

Quattro personaggi, due storie d’amore che si intrecciano e sullo sfondo New York. Dave lavora in una bakery e un giorno incontra Amy, un’assistente avvocato e nasce una storia d’amore. Poi c’è Nico tanto bravo quanto insicuro nel suo lavoro, decide un giorno di iniziare una terapia con Giulia, una psicoterapeuta che cerca di aiutarlo. Per la prima volta nella sua carriera Giulia cede e si innamora del suo paziente, sconvolgendo il suo lavoro. ◗ dal 30/08 al 19/10 Teatro della Cometa, Roma REPLAY. THE MUSICAL

62 ITA EVENTI




Cinema Cinema

I FILM CHE PRESTO ARRIVERANNO SUL GRANDE SCHERMO

DISILLUSIONI A CUBA Palma d’oro al Festival di Cannes 2008 (La Classe), Laurent Cantet torna a emozionare con una storia corale, Ritorno all’Avana, scritta a quattro mani con il romanziere cubano Leonardo Padura. Sopra una terrazza che domina i tetti de L’Avana, baciati dalla luce calda del sole, cinque amici si ritrovano per festeggiare il ritorno a casa di uno di loro, Armando, che rientra sull’isola dopo 16 anni di esilio a Madrid. Dal tramonto all’alba i cinque ballano, ridono, bevono, ricordano la giovinezza trascorsa insieme e si raccontano le proprie vite. Emergono così, in poche ore, i sogni e le speranze di ieri e le disillusioni di oggi. La maggior parte degli attori sono molto conosciuti a Cuba. Jorge Perugorrìa (Eddy) è la star del cinema cubano; Fernando Hechevarria (Rafa), è un importante attore di teatro. Soltanto Pedro Julio Dìaz Ferràn (Aldo), che lavora in una compagnia di teatro per ragazzi, non è conosciuto dal grande pubblico. «Ritorno all’Avana - spiega il regista - è un film sulla rabbia. Tutti i personaggi hanno l’impressione di essere stati derubati della loro vita e forse anche loro hanno contribuito a farsela portare

via, in un modo o nell’altro. Negli anni ’70 avevano la sensazione di essere al centro di un cambiamento: stavano costruendo qualcosa che avrebbe potuto funzionare. Quando nel film si parla di questo, Rafa ironizza: ‘abbiamo scritto la storia, eravamo il fiore all’occhiello del mondo…’. Anche per i più critici di loro, quegli anni sono stati animati da un’energia e un senso di fiducia reciproca che gli ha permesso di superare anche i momenti più duri. Ed è proprio questa fiducia che un personaggio come Aldo cerca di tenere viva nonostante tutto, perché è nero e sa, che senza rivoluzione, avrebbe pulito le scarpe dei turisti americani. Mi emoziona profondamente quando dice: ‘Lasciatemi credere di crederci ancora…’. Gli altri non condividono questo punto di vista, loro provano solo rabbia». ◗ Produzione Borsalino Productions, Compagnie Cinématographique, La, Maneki Films - Regia Laurent Cantet - Sceneggiatura Leonardo Padula, Laurent Cantet - Cast Isabel Santos, Jorge Perugorrìa, Néstor Jiménez, Fernando Hechevarrìa, Pedro Julio Dìaz Uscita nelle sale 30 ottobre 2014

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Cinema

Foto Fabio Lovino

La strana coppia Raoul Bova e Luca Argentero, protagonisti di Fratelli unici, diretto da Alessio Maria Federici. Nella pagina a fianco: Carolina Crescentini, che nel film recita la parte di Giulia


FRATELLI DIVERSI TRA AMORI E INCIDENTI Pietro e Francesco in comune hanno solo gli stessi genitori. Non hanno niente a che fare l’uno con l’altro. Ma sono costretti a riunirsi. Fratelli unici è una divertente commedia con due bravi attori. Anche simpatici. Come dimostra questa intervista doppia di Cristiana Zappoli

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n concentrato del genere di bellezza nostrana si è visto raramente: Luca Argentero e Raoul Bova da una parte, Carolina Crescentini e Miriam Leone dall’altra. In pratica, ce n’è per tutti i gusti. Fratelli unici, l’ultima commedia del regista Alessio Maria Federici, si presenta al pubblico con un cast di sicuro appeal in cui spicca la coppia di “fratelli” Bova-Argentero, per la prima volta insieme e, tra l’altro, in un film in cui dovranno dare fondo a tutte le loro doti comiche facendosi reciprocamente da spalla. Pietro (Raoul Bova) è un uomo affermato che non sa più

come si ama, Francesco (Luca Argentero) è un eterno ragazzino che non ha mai amato. Sono fratelli, ma hanno passato tutta la vita a desiderare di essere figli unici. Un incidente fa perdere completamente la memoria a Pietro: ora è come un bambino. La sua ex moglie Giulia (Carolina Crescentini) sta per risposarsi e non ne vuole sapere di lui, così Francesco è costretto a portarselo a casa e, per la prima volta, a fare la parte dell’adulto. Ha inizio una folle convivenza le cui punte tragicomiche si svolgono davanti agli occhi di Sofia (Miriam Leone), la vicina di casa giovane, bella ma

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Sopra: Luca Argentero in compagnia di Miriam Leone, la vicina di casa giovane e bella. A destra: una scena del film, in cui i due protagonisti dialogano

soprattutto irritata dalla superficialità di maschio alfa con la quale Francesco cerca di rieducare il fratello: per Francesco l’amore non esiste, senza se e senza ma. Il progetto del film è nato per caso, nel salotto di Alessio Maria Federici: «Tutto è iniziato una sera a casa mia», racconta il regista. «I due belli del cinema italiano seduti sul mio divano mentre la mia compagna chattava con le sue amiche su chi era più bello dal vivo. Dopo i primi cinque minuti di conversazione ho notato che avevano già smesso di scrutarsi e interagivano come se si conoscessero da anni. Da quel momento è stato tutto in discesa, anzi il difficile è diventato frenarli e contenerli. Non sono fratelli all’anagrafe ma almeno per un paio di mesi (quelli delle riprese) lo sono sembrati davvero». LucaArgenteroeRoulBova:chi 68 ITA EVENTI

di voi due crede di averel’indolecomica più marcata? Luca Argentero: «Boh… forse il più “pagliaccio” sono io, anche per ragioni anagrafiche. Il fratello minore è giusto che faccia impazzire il maggiore». Raoul Bova: «Non saprei… entrambi, in questo lavoro ci siamo completati a vicenda». Recitate insieme per la prima volta. Come è stato lavorare insieme sul set? Luca Argentero: «Positivo e propositivo. Ci siamo divertiti molto, abbiamo legato, ci siamo stati simpatici. Poi è facile stare vicino a Raoul, è una persona gentile e sorridente, attento sul lavoro e rilassato fuori dal set». Raoul Bova: «Sul set c’era una bella energia, una grande voglia di riuscire a realizzare bene e con l’impegno necessario questo progetto da parte di un gruppo di la-

voro molto ben affiatato, a partire dagli attori che si sono rivelati compagni di lavoro esemplari: Luca Argentero è stato un partner ammirevole per generosità, concentrazione e leggerezza». Un difetto e un pregio dell’altro. Luca Argentero: «A volte Raoul mi sembra immotivatamente insicuro… non è un vero difetto, forse una piccola debolezza. Diventa un pregio perché lo rende una persona sensibile, emotiva, con una forte spiritualità. Mi ha stupito il suo animo gentile». Raoul Bova: «Grazie a Fratelli Unici ho scoperto una persona di cuore con cui lavorare serenamente e con cui trascorrere momenti di sincera amicizia fuori dal set. Difetti non ne ho trovati». Perché la coppia ArgenteroBova funziona? Luca Argentero: «Perché non c’è competizione, ci siamo alleati e sostenuti per “portare a casa”


questo film. Abbiamo deciso di fare squadra e di aiutarci a tirare fuori il meglio da ogni scena». Raoul Bova: «Come dicevo ha funzionato sia l’unione professionale che personale e ovviamente questa duplice intesa non può che aver giovato nel corso delle riprese». Come sono i vostri personaggi? Luca Argentero: «Francesco è la pecora nera della famiglia. Fugge da ogni tipo di responsabilità, considera le donne un passatempo ed è incapace di comportarsi da persona adulta. Ha contribuito a rovinare il rapporto con suo fratello (non vi svelerò come…) e fondamentalmente si considera ormai figlio unico di genitori che ormai non ci sono più. Scoprirà però l’importanza della famiglia e il senso dell’amore proprio attraverso Pietro, durante la loro convivenza forzata». Raoul Bova: «Mi piaceva molto l’idea di immedesimarmi in un uomo del genere, interpretarlo è stato emozionante e stimolante anche fisicamente, ad esempio Pietro nella fase iniziale della sua rieducazione alla vita deve avere una postura particolare, il modo di muoversi e lo sguardo ingenuo di un bambino, non è stato semplice renderlo al meglio ma si è trattato di una bella sfida. Ritrovarsi a tornare all’età di cinque anni è molto affascinante, devi immedesimarti nelle nozioni da acquisire, a quell’età non si sa leggere e scrivere, né a cosa servono gli oggetti, si prova entusiasmo per le piccole cose o ci si rattrista all’improvviso per altre. È stato molto curioso vedere tutto con gli occhi di un bambino duro e deciso, attraversare la fase dell’intenerimento dell’innocenza e poi una nuova consapevolezza, passare in poco tempo dal dover rendere in scena prima un’età mentale di 5 anni, poi quella che va dai 15 ai 18 anni e una terza condizione matura di adulto, in ognuna c’è un diverso modo di comportarsi e di essere. Certo, ci

sono state difficoltà, si trattava di un tipo di personaggio in cui ti devi lasciare andare il più possibile, ma poi hai bisogno comunque dell’assistenza di un regista che ti aiuti a costruirlo». Chi vi assomiglia di più Pietro o Francesco? Luca Argentero: «Sinceramente nessuno dei due. Pietro è cinico e freddo, Francesco troppo sconsiderato. Sono una persona molto più equilibrata di così… per fortuna». Raoul Bova: «Non mi assomiglia nessuno dei due ma trovo Pietro, il mio personaggio, decisamente interessante come uomo perché si muove all’interno di un contesto particolare, quello di una storia bella e romantica, una commedia sentimentale dove c’è spazio per il divertimento ma anche per forti emozioni, sceneggiata non a caso dall’esperto Luca Miniero, l’autore di Benvenuti al Sud. La cosa affascinante della storia che raccontiamo è la rinascita di una persona fatta in una certa maniera, che ritorna a crescere di-

ventando diverso e soprattutto il percorso comune che si ritrova a fare accanto al fratello minore. Grazie a una visione del mondo diversa e non contaminata dal passato, Pietro crescerà diversamente, vedrà tutto bello intorno a sé, come se fosse per la prima volta e questo lo porterà col tempo a maturare profondamente approdando a una nuova vita». Tre motivi per andare al cinema a vedere “Fratelli unici”. Luca Argentero: «Primo: il film fa molto ridere. Secondo: il film fa molto ridere. Terzo… il film fa molto ridere. Poi ci sono Bova e Argentero che, a quanto dice la mia vicina di casa, valgono il prezzo del biglietto. Ed entrambi vivranno una bella storia d’amore… più di così». Raoul Bova: «Vi faremo ridere, sorridere e sognare». ◗ Produzione Luxvide con Rai Cinema Group - Regia Alessio Maria Federici Sceneggiatura Luca Miniero e Elena Bucaccio - Cast: Raoul Bova, Luca Argentero, Carolina Crescentini, Miriam Leone - Uscita 2 ottobre 2014

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Cinema

IL VERSO GIUSTO DI LEOPARDI

Presentato a Venezia Il giovane favoloso il film su Leopardi. La pellicola e il protagonista, Elio Germano, hanno riscosso un grande successo di pubblico e critica

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a raccontare, con tutta libertà, con gli strumenti del cinema». Il film è stato presentato al Festival di Venezia e a conclusione della proiezione il pubblico ha risposto con un’ovazione di dieci minuti. Ma la giuria non è stata altrettanto magnanima, dato che il film non ha vinto nessuno degli otto premi più importanti, nonostante fossero in molti a crederci. In particolare Elio Germano, nei panni di Giacomo Leopardi, era sicuramente fra i favoriti per la vittoria della Coppa Volpi, che invece è andata ad Adam Driver per Hungry Hearts. È comunque innegabile che Germano porti sul grande schermo un Leopardi appassionato e appassionante, riuscendo a esprimere al meglio l’animo del poeta come lo voleva rappresentare Martone, calandosi senza remore in un personaggio complicato per quello

che rappresenta e per quello che è, e non ultimo dalla fisicità molto difficile da rappresentare viste le malattie e la deformità che lo hanno accompagnato per gran parte della vita. Il film si apre con un Leopardi bambino che gioca in giardino con i sui fratelli. Leopardi è un bambino prodigio che cresce sotto lo sguardo implacabile del padre, praticamente rinchiuso nella grande biblioteca di famiglia. La sua mente spazia ma la casa è una prigione: legge di tutto, ma l’universo è fuori. In Europa il mondo cambia, scoppiano le rivoluzioni e Giacomo cerca disperatamente contatti con l’esterno. A ventiquattro anni, quando lascia finalmente Recanati, l’alta società italiana gli apre le porte ma il nostro ribelle non si adatta. A Firenze si coinvolge in un triangolo sentimentale con Antonio Ranieri, l’ami-

Foto Mario Spada

n film dalla gestazione lunghissima, Il giovane favoloso, ma non poteva essere altrimenti vista la “delicatezza” dell’argomento. Portare sul grande schermo Giacomo Leopardi è stata una scommessa molto rischiosa da parte del regista Mario Martone (che ne ha anche scritto la sceneggiatura insieme alla moglie Ippolita di Majo) che, dopo aver diretto Noi credevamo nel 2010, liberamente tratto da vicende accadute durante il Risorgimento, continua sul filone dell’800 italiano. «Dopo Noi credevamo, - racconta il regista - ho voluto insistere con questo film nel tentativo di riportare alla luce pezzi del nostro passato a mio avviso preziosi per il presente, ma questa volta non si tratta di un film storico. Il giovane favoloso vuole essere la storia di un'anima, che ho provato

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l’animo” che racchiudono, per lui, l’unico senso dello stare al mondo. Quello che Il giovane favoloso non dimentica mai è la grande contemporaneità di Giacomo Leopardi, sottolineata anche dalla colonna sonora del film che alterna musiche di Rossini a musiche composte da Sascha Ring (che a Venezia ha vinto il Premio Piccioni per colonna sonora), in arte Apparat, musicista amante del genere elettronico. Infine, due battute del giovane che è stato definito favoloso da Anna Maria Ortese in Pellegrinaggio alla tomba di Leopardi: «Il mio cervello non concepisce masse felici composte da individui infelici» e «Il vero? Consiste nel dubbio»… più contemporaneo di così… ◗ Produzione Palomar con Rai Cinema Regia Mario Martone - Sceneggiatura Mario Martone, Ippolita di Majo Cast Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Uscita nelle sale 16 ottobre

Foto Roberto Benetti

Foto Mario Spada Foto Mario Spada

co napoletano con cui convive da bohémien, e la bellissima Fanny. Si trasferisce infine a Napoli con Ranieri dove vive immerso nello spettacolo disperato e vitale della città plebea. Scoppia il colera: Giacomo e Ranieri compiono l’ultimo pezzo del lungo viaggio, verso una villa immersa nella campagna sotto il Vesuvio. «Il mio interesse non è per l'aneddoto: specifica Martone - la vita di Leopardi è tutt’uno con la sua scrittura, si potrebbe dire che non c’è un suo verso, non c’è un suo rigo che non sia autobiografico. Leopardi sa, con molto anticipo su Proust, o su Beckett, che solo la radicale esperienza di se stessi consente la partita con la verità: da qui le poesie, lo Zibaldone, le Operette morali. È per questo che oggi possiamo sentire Leopardi con tanta forza. Affrontare la sua vita significa inoltre svelare un uomo

libero di pensiero, ironico e socialmente spregiudicato, un ribelle, per questa ragione spesso emarginato dalla società ottocentesca nelle sue varie forme, un poeta che va sottratto una volta e per tutte alla visione retorica che lo dipinge afflitto e triste perché malato». Martone ha una profonda conoscenza dell’opera di Leopardi, in particolare delle Operette Morali, che da tre anni porta nei teatri collezionando diversi riconoscimenti. Il suo poeta di Recanati è estremamente umano, mal si adatta alle ipocrisie dei salotti e rifiuta ogni offerta di lavoro che possa ingabbiare la sua libertà di pensiero, già si è sentito fin troppo in gabbia durante gli anni vissuti a Recanati. Ha amato diverse donne, amori per lo più infelici, ma è un uomo la persona a cui si è legato: è più giovane di lui, è un rivoluzionario napoletano in fuga, bello, romantico, patriottico, si chiama Antonio Ranieri, e capisce la statura dell’amico e lo assiste con devozione. Il pensiero di Leopardi, che nulla nasconde dell’infelicità della condizione umana, è tutt’uno con la sua spinta vitale (che raramente si percepisce studiando Leopardi sui libri di scuola), sperimenta sempre su di sé quelle “illusioni naturali del-


Cinema

THE JUDGE NELLE SALE DAL 23 OTTOBRE 2014

Robert Downey Jr. si prende una pausa dal suo Iron Man per interpretare il ruolo di Henry "Hank" Palmer, avvocato in una grande città, difensore di criminali, che torna nei luoghi della sua infanzia per il funerale di sua madre. Ad attenderlo trova il padre Joseph, stimato e onesto giudice, che Hank non ha mai amato, e i suoi due fratelli. Il rapporto con il padre è conflittuale, ma quando l’uomo viene accusato di omicidio, Hank decide di restare e aiutarlo difendendolo in tribunale. Il crimine di cui è accusato riguarda un omicida che lui stesso aveva condannato vent’anni prima. Il giudice non ricorda nulla e Hank è l’unico che crede nella sua innocenza. La pellicola è stata scelta come film d’apertura del To-

ronto International Film Festival. Oltre ad avere un cast di attori veramente impressionante, The Judge vanta un altrettanto impressionante cast tecnico. Il team creativo che ha supportato Dobkin include il direttore della fotografia premio Oscar Janusz Kaminski, lo scenografo Mark Ricker , il montatore Mark Livolsi, e

la costumista Marlene Stewart. Le musiche sono del compositore Thomas Newman, dodici volte candidato all'Oscar.

◗ Produzione Warner Bros, Big Kid Regia David Dobkin - Sceneggiatura Nick Schenk e Bill Dubuque - Cast Robert Downey Jr, Robert Duvall, Vera Farmiga, Vincent D’Onofrio, Jeremy Strong, Billy Bob Thornton

IL GRANDE QUADERNO NELLE SALE DAL 23 OTTOBRE 2014

Il film è tratto dal primo libro della Trilogia della città di K di Agota Kristof ed è un’allegoria sulla guerra raccontata attraverso la storia di due fratelli gemelli. Verso la fine della seconda guerra mondiale una giovane madre disperata lascia i suoi figli, due gemelli, a casa della nonna che vive in un paese sperduto, senza tener conto del fatto che questa donna è un’alcolista inumana e crudele. Gli abitanti del villaggio la chiamano "la strega" e si racconta che abbia avvelenato il marito tempo fa. Con il passare dei giorni i gemelli comprenderanno che dovranno imparare a cavarsela da soli nel nuovo ambiente. Si rendono conto che l'unico modo per affrontare il mondo degli adulti e 72 ITA EVENTI

la guerra è riuscire ad essere il più possibile insensibili e spietati. Imparando a rendersi liberi dallo stimolo della fame, dal dolore e dalle emozioni, saranno in grado di sopportare disagi futuri. Così iniziano la loro formazione: fortificare il loro spirito leggendo la Bibbia e studiando le lingue straniere. Essi si impegnano ogni giorno per fortificare i loro corpi e le loro menti. Passano le mani sopra il fuoco, si feriscono le

gambe e il petto con un coltello. Scrivono quello a cui assistono durante la guerra, riempiendo le pagine di un quaderno. Quando scrivono, seguono un codice: la prosa deve essere priva di emozioni, le note precise e obiettive.

◗ Produzione Sandor Söth, Pál Sandor Regia János Szász - Sceneggiatura Andras Szekér, János Szász, Agota Kristof Boardman - Cast László GyémántEgyik Iker, András Gyémán Thomas Iker, Molnár Nagyanya


Cinema

LA MOGLIE DEL CUOCO NELLE SALE DAL 16 OTTOBRE 2014

La celebre attrice Anne Le Ny (Quasi amici, La guerra è dichiarata) firma da regista una brillante commedia sentimentale, accolta in Francia da un grande successo di pubblico. Marithé lavora in un istituto di formazione per adulti e aiuta gli altri a trovare la loro vocazione. Un giorno si presenta Carole, moglie che vive all’ombra del marito, Sam, uno chef di fama. Marithé decide di aiutarla a emanciparsi e l’impresa riesce a tal punto che Carole decide di lasciare Sam. Nel frattempo le cose si complicano, perché Marithé non è insensibile al fascino dell’uomo. Un concentrato di divertimento tutto al femminile, impreziosito

dalle interpretazioni di tre dei maggiori divi francesi di oggi, Emmanuelle Devos, Karin Viard e Roschdy Zem. «L’idea del film - spiega la regista - mi è venuta parlando con la mia assistente al montaggio, a cui un giorno ho chiesto com’era arrivata a fare questo mestiere. Lei mi ha raccontato che lavorava in un istituto di

formazione per adulti e, aiutando gli altri a trovare la loro vocazione, un giorno ha deciso di applicare il metodo a se stessa! Così è diventata montatrice».

◗ Produzione Move Movie con Mars Films, Cinéfrance 1888 - Regia Anne Le Ny - Sceneggiatura Anne Le Ny Cast Karin Viard, Emmanuelle Devos, Roschdy Zem

BOXTROLLS NELLE SALE DAL 2 OTTOBRE 2014

Un film evento per famiglie dei creatori di Coraline e la Porta Magica e ParaNorman, entrambi candidati all'Oscar per il Miglior Film d’Animazione. BoxtrollsLe Scatole Magiche utilizza disegni manuali, formato grafico ibrido d’animazione in CG e tecnica dello stop-motion, per rappresentare la storia del best-seller fantasy d’avventura di Alan Snow Arrivano I Mostri!. Il film presenta una nuova specie di famiglia, i Boxtrolls, una comunità di creature bizzarre e dispettose, che hanno adottato un ragazzino orfano, Uovo, fin dall’infanzia nelle caverne che hanno costruito sotto i viottoli di Pontecacio. Questa comunità gentile e ingegnosa raccoglie i rifiuti immergendosi nei cassonetti per trasformarli in inven-

zioni strepitose. I Boxtrolls vivono una vita felice, lontano dalla società, ovvero i residenti snob della cittadina di epoca vittoriana che sono ossessionati dalla ricchezza, dalla classe sociale, e dal benessere. Lord GorgonZole, il sindaco de facto, detta legge circondato dai suoi uomini snob e d’élite delle Tube Bianche. Come tutti gli altri, crede alle leggende spaventose sui Boxtrolls, divulgate in lungo e in largo per ol-

tre un decennio dal malvagio Archibald Arraffa. Determinato a ottenere il consenso delle Tube Bianche, Arraffa recluta una banda nota come Tube Rosse per catturare tutti i Boxtrolls. ◗ Produzione Laika - Regia Anthony Stacchi e Graham Annable - Sceneggiatura Irena Brignull e Adam Pava Con le voci originali di Ben Kingsley, Isaac Hempstead Wright, Elle Fanning, Dee Bradley Baker, Steve Blum, Toni Collette, Jared Harris, Nick Frost ITA EVENTI 73


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

I VANTAGGI DEL DEFIBRILLATORE DURANTE UN VIAGGIO IN TRENO

Un diritto di tutti a tutela di tutti… per la nostra salute

Ha fatto clamore qualche tempo fa il caso di un uomo di 56 anni morto per infarto a bordo del treno superveloce Torino-Roma. Il passeggero si era sentito male appena salito sul mezzo. Avvisato, il capotreno accorre ma con sé aveva solo una valigetta del pronto soccorso con l’occorrente per medicare una caduta non certo un caso del genere. I dottori che stanno

nella maggior parte dei casi il treno non può fermarsi improvvisamente, e fermate straordinarie sono possibili dopo diversi minuti, spesso dopo troppi minuti come in questo caso. Sicuramente un DAE a bordo dei treni, così come la presenza di personale addestrato al suo utilizzo, potrebbe essere utile per abbassare il rischio. Anche perché la morte cardiaca

aiutando il malcapitato richiamano a gran voce il defibrillatore ma invano perché il treno è sprovvisto di questo apparecchio salvavita. Infatti “non esiste alcuna regola per il pronto soccorso e la tutela della salute dei viaggiatori sui treni” denunciano i ferrovieri della storica rivista “ancora in marcia”. Nessuna normativa prevede ad oggi la presenza di un defibrillatore sui treni sia in quelli di breve che lunga percorrenza. Una mancanza grave perché

improvvisa extra ospedaliera costituisce una delle principali cause di decesso nei paesi industrializzati. Gli ultimi dati ISTAT parlano chiaro, ogni anno circa 250 mila persone muoiono a causa di malattie cardiovascolari. Tradotto in termini di percentuale, le morti improvvise cardiache hanno rappresentato nel 2000 il 10.3% di tutte le morti, incidenza simile a quella delle morti per tutte le neoplasie (9,8%), superiore al doppio delle morti per


cause accidentali o violente e di poco inferiore alla morte per ictus. Questi numeri fanno paura. La morte per arresto cardiaco è causata principalmente dalla fibrillazione ventricolare o dalla tachicardia ventricolare senza polso, aritmie cardiache fatali in pochi minuti, ma spesso prontamente reversibili grazie alla defibrillazione elettrica. A tale scopo, sono disponibili i defibrillatori esterni in grado di erogare uno shock elettrico che elimina tali aritmie, ripristinando il normale ritmo del cuore (ritmo sinusale). È evidente che lo stile di vita sano, un'adeguata prevenzione, un regime alimentare corretto oltre che una costante attività sportiva sono elementi fondamentali per contrastare un attacco cardiaco, ma questa prevenzione non ci rende immuni. Se questo dovesse comunque accadere il DAE può salvare

una vita. Il defibrillatore semiautomatico è un dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in maniera sicura ed è in grado di erogare lo shock elettrico, attendendo la conferma dell’operatore, informato dalla macchina della presenza di un ritmo defibrillabile. È consentito il loro uso in sede intra/extra ospedaliera anche da personale sanitario non medico, nonché da personale non sanitario (denominati laici first

responders) che abbia ricevuto una formazione adeguata. Il funzionamento di questa macchina è molto semplice e avviene per mezzo dell’applicazione di piastre adesive sul petto del paziente. Quando tali elettrodi vengono applicati al paziente, il dispositivo controlla il ritmo cardiaco e - se necessario - si carica e si predispone per la scarica. Vengono anche indicati come “DAE a 3 tasti” in quanto gli steps sono l'accensione (on), analisi (analyse) e lo shock (shock). Una voce guida fornisce le istruzioni all’operatore fino all'erogazione della scarica. Dopo ciascuna scarica, il defibrillatore ripete il controllo del ritmo cardiaco e, se necessario, si predispone all'effettuazione di una nuova carica. Chiaramente si intuisce che i DAE odierni possono essere utilizzati da chiunque senza alcun pericolo a patto che gli utilizzatori abbiano effettuato il corso di abilitazione. Le probabilità di recuperare il paziente sono tanto più elevate quanto più breve è l'intervallo tra l’inizio dell’aritmia e la scarica. Ogni minuto che trascorre fa diminuire del 710% la possibilità di sopravvivenza. In pratica, dopo 10 minuti le probabilità di sopravvivenza sono pari allo zero. I mezzi di soccorso e le ambulanze presenti sul territorio spesso per varie motivazioni non possono arrivare in tempi utili per soccorrere una persona colpita da arresto cardiaco. Ed è proprio per questo motivo che la PROGETTI ha deciso di investire parte della sua ricerca e sviluppo nella idealizzazione di un defibrillatore semiautomatico completamente Made in Italy, che prende il nome di RESCUE SAM. Affidabile, estremamente intuitivo e di facile utilizzo, senza tralasciare il design che contraddistingue da sempre i prodotti dell’azienda. Alta specificità e sensibilità diagnostica pari al 98% che permettono di non essere tratti in inganno da variabili contingenti rappresentate ad esempio dai movimenti del paziente, dai movimenti che altri causano al paziente o da segnali e/o artefatti. Il RESCUE SAM utilizza la tecnologia esponenziale bifasica troncata e una batteria di lunga durata che permette minimo 200 scariche. Concludiamo nel dire che intento principale di questo articolo non è pubblicizzare il defibrillatore ma rimarcare in modo forte l’importanza di fare di più, di diffondere maggiormente la cultura della defibrillazione precoce, di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questo fenomeno e su come poter intervenire. Poi, se la vostra scelta è quella di premiare l’unica azienda italiana a sviluppare e produrre il suo DAE in Italia, questo sarà un privilegio.


Televisione

Benedetta Parodi, conduttrice di Bake Off Italia, con i due giudici della trasmissione, Clelia d’Onofrio e Ernst Knam. La trasmissione va in onda tutti i venerdì alle 21.10 su Real Time

LO SHOW PIÙ DOLCE DELLA TV

È il talent show meno cattivo del piccolo schermo quello condotto da Benedetta Parodi. Questa stagione di Bake Off Italia potrebbe addirittura superare gli ottimi risultati dello scorso anno di Clara Dalledonne

cominciata a settembre la seconda edizione ed è stato subito boom di ascolti. La prima puntata, con il 6,1% di share, oltre 1,4 milioni di ascoltatori nel minuto medio e 3,4 milioni di contatti netti, ha registrato una crescita di share del +45% rispetto al primo episodio della precedente stagione: con questi numeri Bake Off si conferma la trasmissione più vista di sempre sul digitale terreste. Si tratta di un talent cooking show dedicato ai dolci in cui gareggiano sedici concorrenti che aspirano a diventare il miglior pasticciere amatoriale d’Italia. «Il concorrente tipo di Bake Off – racconta Benedetta Parodi, riconfermata

alla guida del programma - è il pasticciere amatoriale, cioè quello che non è mai entrato in un laboratorio di pasticceria ma che comprando libri e guardando la televisione, quindi attraverso gli strumenti di cui noi siamo un po’ i protagonisti, si è appassionato alla pasticceria e quindi aspira ad arrivare in televisione per mostrare la propria abilità». Quest’anno sono previste dodici puntate, quindi il doppio rispetto a quelle dell’anno scorso, e, visto che squadra che vince non si cambia, a fianco di Benedetta Parodi ritroviamo i due giudici Clelia D’Onofrio e Ernst Knam. La trasmissione si inserisce chiaramente nel filone dei ta-


lent dedicati alla cucina e capitanati dal programma Sky, Master Chef Italia, ma si distingue dalla maggior parte di essi per la struttura più agile e per i toni più pacati. Bake Off vuole essere una competizione positiva, per niente urlata e aggressiva, l’idea è quella di ricostruire in trasmissione lo stesso calore familiare che si respira a casa propria mentre si cucinano i dolci: «Fare dolci è una cosa che mette sempre allegria, - spiega Benedetta Parodi - in una casa è sempre un momento di gioia e quindi, anche trasportato all’interno di un programma televisivo, comunica al pubblico felicità e serenità. E poi c’è un fattore importantissimo, l’effetto sorpresa: quando fai un dolce non sai mai come viene! Per me è proprio questo il segreto del successo della trasmissione. Da non sottovalutare il fatto che è un programma molto agile e veloce, dura soltanto un’ora, quindi lascia sempre l’acquolina in bocca, viene subito voglia di assaggiarne ancora un po’». Ogni puntata prevede due sfide: la prova di creatività è la prima, durante la quale i concorrenti devono creare in un tempo stabilito uno specifico dolce seguendo la propria ricetta. Al termine della sfida i giudici valutano aspetto e gusto senza dare un voto o una preferenza, ma solo un semplice giudizio; a seguire la prova tecnica, che mette a dura prova gli aspiranti pasticceri alle prese con grandi classici come meringa, soufflè, muffin

e torte da preparare in un tempo stabilito, sfoggiando abilità tecnica e manualità. I giudici lasciano il set prima delle prove, al loro rientro in studio trovano i dolci senza saperne l’autore e solo dopo aver espresso le loro preferenze scoprono chi li ha cucinati. Se Benedetta Parodi è il perfetto timoniere di un programma di questo genere, i due giudici non sono da meno: mai sopra le righe, simpatici e ficcanti quanto basta ed esigenti al punto giusto. Ernst Knam, tedesco di nascita e milanese d’adozione, dopo numerosi anni passati nei più grandi ristoranti stellati e di prestigio in tutto il mondo, approda in Italia nella cucina di Gualtiero Marchesi che ha rappresentato l’ultimo passo di formazione prima di aprire, nel 1992, la Pasticceria l’Antica; da dicembre 2012 è anche protagonista della serie Il Re del Cioccolato. Clelia d’Onofrio, invece, per anni è stata direttrice editoriale del Cucchiaio d’Argento e adesso scrive per diverse testate soprattutto online. «Siamo una bella squadra, - prosegue la Parodi - ci divertiamo insieme. Abbiamo ruoli e anche caratteri molto diversi quindi non corriamo mai il rischio di sovrapporci. Ernst ha una competenza indiscutibile ma anche un grandissimo senso dell’umorismo che non guasta. Clelia ha un meraviglioso gusto estetico e una grande conoscenza storica dei piatti». Prima dell’inizio di questa edizione

I sedici aspiranti pasticcieri che quest’anno partecipano a Bake Off: arrivano da tutta Italia, hanno dai 15 agli oltre 70 anni. Il vincitore vedrà pubblicato il suo primo libro di ricette

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Televisione

LA TARTE TATIN DI ERNST KNAM

Ingredienti per 4-6 persone • 5 mele renette • 150 g zucchero semolato • 50 g burro • 250 g frolla • Scorza di limone Per la frolla: • 200 g burro • 200 g zucchero • 75 g uova intere • 3 g sale • 1 stecca di vaniglia • 8 g lievito in polvere • 400 g farina debole. Per la salsa: • 100 ml di latte • 100 ml di panna fresca • 2 tuorli • 1 baccello di vaniglia • 35 g di zucchero

Procedimento Lavorare il burro con lo zucchero e la vaniglia. Unire le uova, quindi la farina, il lievito e il sale. Impastare e far riposare per 30 minuti. Intanto, sbucciare e detorsolare le mele, quindi tagliarle in quattro. Imburrare una tortiera da 20 cm, mettere dei ciuffi di burro e spolverare con la metà dello zucchero. Disporre la metà delle mele con la parte concava verso l’alto. Spolverizzare con lo zucchero rimanente. Mettere nella tortiera le altre mele con la parte concava verso il basso. Infornare a 230° per 15 minuti. Intanto stendere la frolla con il mattarello allo spessore di 2 mm e 2-3 cm di diametro più grande rispetto allo stampo. Quando le

UN NUOVO LIBRO È uscito a settembre un manuale, edito da Rizzoli, di oltre 200 ricette e fotografie per imparare a preparare piatti gustosi e alla portata di tutti, scritto dalla conduttrice di Bake Off che, sempre su Real Time, conduce anche la trasmissione Molto Bene, che dà il titolo al libro.

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mele sono pronte, sfornarle e cospargerle con la scorza di limone grattugiata.

Per la composizione Adagiare il disco di frolla sopra le mele e rimboccare i bordi verso il basso. Cuocere la tatin in forno a 180° per 25-30 minuti, finché la pasta risulterà dorata. Una volta pronta, sfornare la torta, farla raffreddare per 5 minuti e rovesciarla direttamente nel piatto di portata.

Per la salsa Scaldare la panna con il latte e il baccello di vaniglia. Mescolare a parte le uova con lo zucchero e unirle poi al composto di latte e panna. Mescolare fino ad ottenere una salsa omogenea.

Knam ha detto che si aspettava che i concorrenti fossero sempre più preparati e, a quanto pare, la sua aspettativa non è andata delusa. Il livello tecnico dei sedici partecipanti, infatti, si è alzato molto, come era facile da prevedere dopo il successo che la trasmissione ha avuto lo scorso anno: «questa volta – spiega la Parodi – si sono presentate molte più persone ai provini e abbiamo potuto scegliere tra pasticcieri molto abili. Abbiamo anche voluto scegliere una gamma di personaggi diversi fra loro per creare dinamiche divertenti. Non credo che il fatto di essere in televisione li abbia cambiati molto, mi sembrano persone che hanno veramente voglia di cucinare». Come ogni talent che si rispetti, anche Bake Off Italia permette al pubblico di interagire tramite diversi canali: la app, attraverso la quale è possibile commentare, guardare tutti i video, rivedere le puntate andate in onda e mettersi alla prova con le ricette presentate nello show; Bakestagram, per condividere tutte le proprie creazioni; Twitter, con l'hashtag ufficiale #bakeoffitalia (che durante la prima puntata ha rag-

giunto la prima posizione nei trend topic italiani); e infine, la pagina Facebook della trasmissione. Non c’è dubbio che tra gli ingredienti che fanno di Bake Off un successo televisivo di questa portata, Benedetta Parodi è uno dei più importanti, un po’ come le uova nell’impasto di un dolce, senza non starebbe insieme. A Villa Arconati, la location scelta per la trasmissione, in mezzo a farina e lievito si sente a casa propria (così come su Real Time che sembra essere il canale ideale per lei), perfettamente a proprio agio, e questo al pubblico a casa arriva. È perfetta anche nel ruolo di aiutante/consolatrice, a seconda dei momenti, dei concorrenti: non potrebbe fare il giudice, non potrebbe fare il concorrente, quello della padrona di casa è il suo ruolo e lo fa benissimo. «Non avrei mai partecipato come concorrente: - racconta lei stessa - io odio le sfide, non sono competitiva, mi viene subito il mal di stomaco e do il peggio di me. Non farei mai neppure il giudice, non mi piace giudicare gli altri e non amo dare delusioni. Io preferisco essere sempre quella che aiuta o consola».



Sport

Martina Grimaldi 26 anni, ha scelto il nuoto di fondo nel 2005 dopo la qualifica agli Europei giovanili di Bled. Nel 2006 è arrivata la prima qualificazione in Nazionale assoluta

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NELLA VITA E NELLO SPORT NON SI DEVE PERDERE TEMPO

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hi va piano va sano e va lontano”, recita un proverbio italiano che ben si adatta al nuoto di fondo dove, più che la velocità, conta la resistenza (anche se poi, gli atleti, proprio piano non vanno). E in quanto ad arrivare lontano nuotando, in Italia abbiamo una delle massime esperte. Ci ha abituato bene Martina Grimaldi: da quando ha iniziato a vincere non ha più smesso e grazie a lei i colori azzurri del nuoto di fondo sono saliti sul podio anche alle Olimpiadi a Londra nel 2012, prima non era mai successo. Ultima vittoria in ordine di tempo, l’oro nella 25 Km agli Europei di Berlino il 17 agosto scorso. L’atleta bolognese, classe 1988, appartenente alla Polizia di Stato e al Gruppo Sportivo Fiamme Oro, è tenace, è una che non molla mai, lo ha dimostrato anche questa volta a Berlino, nonostante il deludente decimo posto nella 10 chilometri non si è persa d’animo ed è arrivata la medaglia più bella nella gara più dura, quella più massacrante. Per avere un’idea, la Grimaldi a Berlino ha vinto nuotando per 5 ore, 19 minuti e 14 secondi… a pensarci fa impressione. E viene da chiedersi cosa spinge una ragazzina a scegliere questo tipo di disciplina. «Ho scelto il nuoto - racconta Martina Grimaldi - perché da piccola i miei genitori mi portavano in Sardegna e io stavo più tempo in acqua che sulla spiaggia e non volevo mai uscire. Quindi, una volta tornati in città, mi hanno

Le medaglie già vinte e i prossimi obiettivi. La buona cucina, la moda e Bologna, la sua città. E soprattutto la “magia” del nuoto di fondo. Abbiamo parlato di tutto questo con Martina Grimaldi, fresca di medaglia d’oro ai campionati europei di Cristiana Zappoli

portato in piscina. Al nuoto di fondo ci sono arrivata nel 2005: non avevo una grande velocità di base ma avevo molta resistenza e così ho fatto le mie prime gare in acque libere e ho trovato la mia strada». Cosa ami di più del nuoto di fondo? «Amo il fatto di essere libera. Di poter nuotare, spesso, nelle acque di luoghi bellissimi e comunque sempre in mezzo alla natura». Le gare di fondo sono gare lunghe. Come fai a mantenere la concentrazione tanto a lungo e a cosa pensi durante la gara? «Posso dire che la capacità di concentrarmi così a lungo è una mia dote naturale... mi è andata bene. A cosa penso? Me l’hanno chiesto in tanti e dico sempre che quando sono in gara penso alla gara, a stare attenta alle avversarie, alle mie sensazioni, a capire come sto». Meglio il mare o il lago? «Non ho preferenze, ho imparato a nuotare in tutti e due. Diciamo che in mare è più facile che ci siano delle correnti e quindi chi riesce a capire da che parte tirano le può sfruttare a proprio vantaggio, magari guadagnando sul gruppo se tenta una fuga. Nei bacini artificiali, invece, questo fattore è assente e quindi chi viene dalla piscina, e quindi va più forte in piscina, è avvantaggiato. Comunque cerco sempre di dare battaglia e di migliorare». Qual è stata la tua soddisfazione più grande? «Ce ne sono tante. L'argento di Shanghai che mi ha dato accesso alle Olimpiadi di Londra; Londra che mi ha regalato il bronzo; e poi l’oro ai Mondiali di Barcellona che mi ha insegnato tanto: dopo due gare sfortunate è arrivato un oro sulla 25 km che mi ha fatto capire che non bisogna mai arrendersi». Come ci si sente ad essere la prima nuotatrice italiana ad aver vinto una medaglia alle Olimpiadi nel nuoto di fondo?

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Sport

Martina Grimaldi ha ricevuto il Collare d’oro al merito sportivo nel 2012, è la massima onorificenza conferita dal Comitato Olimpico Nazionale

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«Sicuramente sono molto soddisfatta ed è emozionante: è un risultato che rimarrà nella storia». Se a Berlino non avessi vinto l’oro sarebbe stato un Europeo fallimentare per te? «Per come sono fatta, se fossi tornata a casa senza niente sarebbe stato un cosiddetto flop. Pretendo sempre di più da me stessa e non mi accontento mai, volevo tornare a casa con qualcosa». Come inquadreresti la situazione attuale del nuoto italiano? «Direi che agli Europei ci siamo difesi molto bene, sono arrivate molte medaglie in generale. Noi del nuoto di fondo abbiamo preso un po’ di medaglie di legno però sappiamo che possiamo migliorare e quindi siamo pronti a lavorare». Cosa ti ha insegnato lo sport? «Lo sport insegna tanto e fa crescere tanto. Io ho imparato che non bisogna perdere tempo e soprattutto il rispetto per gli altri». Ti senti un punto di riferimento per i ragazzi che si avvicinano al nuoto di fondo? «I miei risultati potrebbero far pensare a questo. Io forse preferisco non esserlo, ho ancora un po’ di esperienza da fare e in Nazionale ci sono persone con molta più esperienza di me e quindi possono insegnare ancora molto di più». Qual è il tuo rapporto con i fan? «Cerco di essere socievole, disponibile con tutti e cerco di rispondere a qualsiasi richiesta: sono molto contenta perché sono tantissimi e li ringrazio davvero molto. Oltre a scrivermi nei momenti belli, quelli dopo una vittoria, molti lo fanno anche dopo una sconfitta... e spesso è proprio in quel momento che sono più importanti». Quale legame hai con la tua città, Bologna? «Bologna è la mia città, mi sostiene sempre. Mi piace viverla, mi piace girare per il centro sia da sola che con gli amici». Quanto ti pesa essere così spesso lontano da casa? «Dire che non mi pesa per nulla sarebbe falso. A volte è difficile perché a Bologna ho tutto. Però quando sono via posso contare sulle mie amiche della Nazionale e sono più stimolata ad allenarmi meglio… quindi va bene così, non mi lamento!». È difficile mantenere rapporti d’amore e d’amicizia quando si conduce una vita come la tua? «Sicuramente non è facile. Siamo sempre in giro per gare e collegiali con la Nazionale, quindi gli amici e la persona che sta con te sicuramente devono capire e accettare questa vita». La buona cucina è una delle tue passioni. È difficile concedersi “strappi alla regola”quando sei uno sportivo? «È vero, io sono una buona forchetta e un po’ devo stare attenta perché tendo a diventare cicciottella. Qualche strappo alla regola però lo faccio anch’io,

Il medagliere

Londra, 2012 - Olimpiadi Bronzo (10km) Campionati Mondiali di Nuoto Oro (25km - 2013), Argento (10km-2011), Bronzo (10km - 2009) Roverbal, 2010 - Mondiali in acque libere Oro (10km) Campionati Europei Oro (10km - 2011, 2012/25km - 2014), Argento (10km - 2008), Bronzo (25km - 2010, 2012) Campionati Italiani Assoluti - Nove Ori

ma comunque cerco di controllarmi sempre». Segui la moda? Ami fare shopping? «Quando devo andare ad allenarmi mi vesto in modo molto semplice: jeans e maglietta. Quando devo uscire in altre occasioni cerco di indossare in genere abiti, gonna, jeans abbinati a qualcosa di elegante. Mi piacciono i tacchi ma dopo un po’ non li sopporto, quindi metto quasi sempre sandali o ballerine. Amo fare shopping: vestiti, scarpe e borse... insomma, praticamente tutto». Come ti vedi fra dieci anni? «Spero con una famiglia, per il nuoto vedrò se c'è ancora la passione: ho visto che molte ragazze che hanno avuto dei figli sono tornate poi a nuotare... c'è tempo e spazio per tutto». Quali sono i tuoi prossimi obiettivi sportivi? «Partecipare a Kazan ai Mondiali del 2015 nella 10 km… e per partecipare mi devo qualificare tra le italiane visto che ci sono solo due posti». ITA EVENTI 83


Viaggiare

IL FASCINO DI UN’ISOLA PER TUTTE LE STAGIONI Bellissima d’estate, non è da meno negli altri periodi dell’anno. Ischia è una perla rara con i suoi musei, le chiese, i borghi e, naturalmente, le terme, conosciute in tutto il mondo. Scenari naturali mozzafiato, cucina mediterranea e storia sono solo alcuni degli elementi che attraggono sull'isola turisti da tutto il mondo di Alberto Aitini

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chitetture di tufo verde di Serrara Fontana - il tufo verde, tipico dell’isola, è il motivo per cui Ischia è chiamata l’isola verde - sono solo alcuni dei luoghi che non si può fare a meno di vedere. L’isola comprende sei comuni, Ischia, il principale, Forio, Barano, Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Serrara Fontana, e ognuno ha una storia da raccontare e angoli incantevoli da visitare. Le terme Più ancora che per le spiagge, Ischia è conosciuta nel mondo per le virtù terapeutiche delle sue acque termali. Già Strabone nella sua opera Geografica, descrive le proprietà salutari delle acque dell’Isola d’Ischia, così come Plinio nella Naturalis Historia definisce le acque minerali “aquae medicinales”, ed esalta le proprietà curative delle acque di Ischia classificandole sulla base delle proprietà organolettiche. Di origine vulcanica come Procida e i Campi Flegrei, Ischia offre un patrimonio termale incomparabile: 69 gruppi (campi) fumarolici e 29 bacini idrotermali da cui scaturiscono 103 "emergenze sorgive", sparse nei circa 42kmq del territorio isolano. Il Parco Termale Giardini Poseidon è il più grande centro termale dell’isola con 22 piscine termali curative. Ogni piscina ha una propria temperatura costante da 20° C a 40° C e, data l’abbondanza, l’acqua viene costantemente rinnovata.

Il Castello Aragonese, situato su un’isola tidale di roccia trachitica, occupa una parte minima della superficie dell’isolotto, che è per lo più occupato da ruderi. In basso, la spiaggia dei Maronti, una delle più belle dell’isola, è lunga tre chilometri

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i sono spiagge bellissime come quella di Citara, famosa perché sempre soleggiata, o quella dei Maronti, la più grande dell’isola, ma c’è anche tanto altro. Ischia, l’isola più grande del golfo di Napoli, non offre solo bellissime spiagge e calette in cui rilassarsi durante i mesi estivi, ma risponde alle esigenze di turismo più disparate ed è quindi perfetta da visitare anche durante il resto dell’anno. Oltre a essere famosa per il suo patrimonio termale, è ricca di storia, cultura e tradizioni: il castello Aragonese, la Chiesa del Soccorso a Forio, il borgo di Sant’Angelo, con le sue casette colorate, le boutique esclusive, gli hotel, i bar e ristoranti, le barche e i gozzi ormeggiati nel porticciolo, le ar-

Castello Aragonese È uno dei simboli dell’isola e per secoli è stato nucleo della città di Ischia. È arroccato su un isolotto di roccia trachitica che si è formato in seguito a una eruzione sinattica avvenuta oltre 300mila anni fa. Il primo castello fu costruito nel 474 a.C. da Gerone di Siracusa, intervenuto per aiutare i Cumani contro i Tirreni. La fisionomia attuale del castello (forma quadrangolare con mura fornite di


Viaggiare

La Chiesa del Soccorso è il simbolo del comune di Forio, si trova su un promontorio ed è circondata su tre lati dal mare. A destra, il Parco Termale Giardini di Poseidon; la baia di Sorgeto, raggiungibile in barca o tramite una ripida scalinata e la baia di San Montano, caratterizzata dalla sabbia fine e i fondali bassi

LE VERDURE DELL’ISOLA

La cucina ischitana è una cucina di mare ma anche di terra, che affonda le proprie radici nella cultura contadina. Protagoniste assolute sono le verdure e non poteva essere altrimenti visto che la terra ischitana è estremamente fertile e offre ogni tipo di frutto e ortaggio. La cultura rustica è consolidata dalle coltivazioni di tutte le specie di vegetali, carciofi, zucchine, patate, melanzane, rucola, peperoni. Non mancano i legumi, quali lenticchie, cicerchie e fagioli, questi ultimi nelle curiose e rarissime varietà chiamate “zampognari” dal colore rosso porporino, e “fascisti”, dalle sfumature nere. Il suolo vulcanico favorisce la crescita dei pomodori, abitualmente raccolti a grappoli e intrecciati uno sull’altro per formare i caratteristici “pendoli”, conservati in luoghi areati e asciutti. Tra i piatti tipici dell’isola, la caponata ischitana è uno dei più famosi: piatto unico (se arricchito dalla mozzarella) o antipasto, la caponata deriva direttamente dalla classica “insalata cafona”, quella che i contadini mangiavano a pranzo, in campagna durante il lavoro nei campi. Se ne conoscono varie ricette: la più tipica unisce ai pomodorini la cipolla, il pane raffermo o le freselle, insalate ed erbe selvatiche.

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quattro torri) la si deve ad Alfonso d’Aragona che lo ricostruì nel 1441. Fino alla metà del XV secolo l’unica via di accesso al castello era una scala esterna posta sul lato che si affaccia verso l’isolotto di Vivara. Poi gli Aragonesi costruirono un ponte di legno, che oggi è in muratura, che collegava il castello a Ischia Ponte, distante appena 220 metri. L’accesso è consentito per mezzo di una mulattiera, una sorta di ascensore voluto da Alfonso I di Aragona, scavata nella roccia. Presso il complesso sono visitabili la cattedrale dell’Assunta e la sua cripta gentilizia, il convento delle clarisse, la chiesa dell’Immacolata e il museo di armi e torture. Chiesa del Soccorso Simbolo del comune di Forio, la chiesa è dedicata a Santa Maria della Neve e sorge su un promontorio a picco sul mare che da essa prende il nome di punta del Soccorso. La chiesa è facilmente riconoscibile per la sua singolare facciata bianca e per la scala ricoperta di preziose maioliche del Settecento. Antico convento degli Agostiniani, fondato nel 1350, fu soppresso nel 1653. La chiesa com’è adesso risale al 1864 e ha conservato inalterati i caratteri della chiesetta degli antichi borghi marinari. Lo stile è una felice unione delle architetture greco-bizantina, moresca e mediterranea. All’interno della chiesa sono visibili un antico crocifisso, un dipinto del 600 del pittore Cesare Calice e un’acquasantiera in marmo con iscrizioni latine, greche e arabe. Museo Archeologico di Pinthecusae Dal 1999 occupa l’edificio principale della settecentesca Villa Arbusto, a Lacco Ameno, e mostra la storia antica dell’isola, dalla preistoria all’età romana. Degna di rilievo internazionale la sezione dedicata ai reperti rinvenuti durante gli scavi archeologici effettuati da Giorgio Buchner a partire al 1952, dove è conservata anche la famosa Coppa di Nestore, che Buchner ha ricomposto dopo averne recuperato i frammenti. L’iscrizione che si trova sul vaso, databile intorno all’ultimo venticinquennio dell'VIII secolo a.C., costituisce uno dei più antichi esempi di scrittura alfabetica. Fondazione La Colombaia La Colombaia, a Forio, è stata la residenza estiva del regista Luchino Visconti, costruita a cavallo tra la fine del 1800 e i primi del 1900. Oggi è sede della Fondazione, del Museo dedicato al regista e della Scuola internazionale di Cinema e di Teatro. A strapiombo sul mare e circondata da un magnifico parco, la villa ospita mostre, eventi culturali, concerti e corsi. Dal 2004 è sede del primo nucleo del museo dedicato a Luchino Visconti. Espone immagini, cimeli, costumi di scena e documenti per tenere viva l’opera e la figura del famoso regista.


offerte viaggi

IL GRUPPO DIMHOTELS

Semplicità e cortesia, passione e professionalità sono i punti di forza della catena di hotel ischitana. Otto alberghi fra i più belli dell’isola vi offriranno un soggiorno all’insegna di relax e divertimento

L’Isola d’Ischia offre ottime opportunità di vacanza, tanto in alta quanto in bassa stagione. L’Isola Verde ha innanzitutto il valore aggiunto derivante dal suo clima mite (uno slogan degli anni ‘50 recitava: “Il sole trascorre l’inverno a Ischia”), che consente un sensibile quanto naturale allungamento della stagione balneare anche sino alla fine di ottobre. E non vanno neppure dimenticate le sue acque termali: nei mesi più freschi è molto piacevole sottoporsi alle cure tradizionali (fangoterapia, bagnoterapia, aerosol, inalazioni, irrigazioni etc.) e perché no, ai più attuali ritrovati dell’estetica moderna. Questo genere di benessere naturale trova ampio spazio nei Dimhotels: gli otto alber-

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ghi della nota catena ischitana, sulla breccia sin dal 1957, si articolano in sei strutture a quattro stelle e due a tre stelle. Ormai dal 2006, con l’avvento della nuova politica di mercato avviata dal direttore commerciale Isidoro Di Meglio, il gruppo Dimhotels premia la propria clientela attraverso un contatto diretto e quindi privo di intermediazioni, che consente il raggiungimento di un rapporto qualità-prezzo pressoché impareggiabile. “Altro che cattive sorprese! Posso ben comprendere che sono in tanti a non credere di poter trascorrere una splendida vacanza a Ischia, in un ottimo albergo e a prezzi convenienti come i nostri, ma è proprio questo il segreto della policy

Dimhotels, la chiave del successo raggiunto dal nostro gruppo negli ultimi quattro anni”, afferma orgoglioso Di Meglio. Gli alberghi Dimhotels sono tutti dotati di reparto terme e benessere interno, convenzionato con il S.S.N.; aperti tutto l’anno, presentano offerte diverse per ciascun periodo, con pacchetti studiati per le varie esigenze degli ospiti, in particolar modo per le famiglie. Ogni informazione utile può essere richiesta chiamando ogni giorno dalle 9.00 alle 21.00 il call center Dimhotels allo 081.0030201 (da cellulari: 366.3234032), oppure collegandosi al sito www.dimhotels.it


GLI HOTEL DEL GRUPPO

Hotel Terme President Un 4 stelle moderno e accogliente. Hotel Terme Aragona Un nuovissimo 4 stelle, con una piscina all'aperto che affaccia sul centro della vita notturna dell'isola. Grand Hotel Terme Re Ferdinando Il 4 stelle per eccellenza di Ischia, che dispone di 5 sale congressi, Terme Convenzionate, Beauty Farm, Area Wellness, Palestra, 2 Piscine Termali con misure semiolimpioniche, di cui 1 coperta ideale per una vacanza in qualsiasi periodo dell'anno.

LE OFFERTE DELL’HOTEL CRISTALLO PALACE Prezzi per persona, 7 notti, pensione completa Sistemazione in camera doppia standard Compreso nel prezzo Uso delle 4 piscine termali di cui una coperta e una interna Uso del bagno turco Uso della palestra Uso del percorso vascolare dott. Kneipp Sconto del 50% sui pacchetti benessere scelti contestualmente alla prenotazione 3 serate di piano bar 3 lezioni di Body Tonic 1 cena a lume di candela 1 massaggio decontratturante da 20' 1 maschera personalizzata al viso

Hotel Felix Storico albergo 4 stelle dell'isola, perfetto per una vacanza rilassante. Hotel Flora Albergo 3 stelle con due piscine termali. Hotel Terme Parco Edera 3 stelle con beauty farm e centro termale convenzionato ASL. Cristallo Palace Hotel Un raffinato 4 stelle immerso nel verde. Hotel Terme Saint Raphael Recentemente ristrutturato, è perfetto per una vacanza di mare e benessere. A richiesta ad € 99,00 a persona, il pacchetto Vivi Ischia 1 peeling viso 1 maschera di fango al viso 1 massaggio ayurveda al viso 1 massaggio al miele da 15 minuti 1 massaggio al cioccolato da 15 minuti 1 massaggio rimodellante da 15 minuti 1 giro dell'isola in bus Dal Dal Dal Dal

5 al 19/10/2014: 499,00 euro 18 al 25/10/2014: 399,00 euro 02 al 16/11/ 2014: 349,00 euro 16 al 23/11/2014: 249,00 euro

In tutti i periodi tranne dal 16 al 23/11 nel pacchetto è compreso anche l’ingresso alla spiaggia attrezzata dei Maronti, la più bella di Ischia, a 8 km dall'hotel (l'hotel non prevede nessun tipo di navetta da e per la spiaggia che deve essere raggiunta con mezzi propri).

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Angolo dei consigli

Mantenere il giusto equilibrio tra clienti e creditori, soprattutto in un momento come questo, è l’aspetto più difficile del lavoro di chi offre servizi per la gestione dei crediti. Come spiega Anna Altamura di I.NA.GE.C.

UN AIUTO ALLE AZIENDE L’AGENZIA DI RECUPERO CREDITI Quello del recupero crediti è senza dubbio un lavoro complesso, reso ancora più difficile dal momento delicato che stiamo attraversando. Sono tante le aziende che si rivolgono a professionisti del settore per riscuotere i propri crediti. Fra questi I.NA.GE.C., con sede ad Alba, offre soluzioni avanzate per il credito aziendale e un team professionale e altamente preparato. «I.NA.GE.C., - spiega la responsabile Anna Altamura - grazie alla sua più che trentennale esperienza nel difficile settore del recupero crediti in via stragiudiziale e legale, è in grado di offrire una gamma completa di servizi integrati per la gestione dei crediti in outsourcing». Quali sono i servizi che offre I.NA.GE.C.? «Mettiamo a disposizione della clientela servizi di prevenzione indispensabili per tutelarsi dal rischio di insolvenza e tenere monitorato l’anda-

mento economico-finanziario del cliente attraverso “dossier elaborati ad hoc” con profondità di informazioni ufficiose, integrate a dati ufficiali e restituite, dai nostri esperti, secondo un criterio di alto valore aggiunto. Il focus business dell’azienda è da sempre incentrato sul recupero stragiudiziale, attività che ha costruito l’immagine di I.NA.GE.C. quale partner affidabile e performante grazie all’esperienza con clienti partner di primo livello in ogni settore merceologico. Importante è ricordare che I.NA.GE.C. opera sia sul mercato nazionale sia in ambito internazionale tramite accordi con collector esteri che hanno una presenza capillare su piazza. Anche il campo dell’azione legale/giudiziaria si è, negli anni, affinata e affiancata all’azione stragiudiziale. Oggi I.NA.GE.C. opera con selezionati partner legali


sulla base di convenzioni mirate a garantire una consulenza completa a 360 gradi e, nel contempo, a salvaguardare il principio di convenienza per il cliente. Il cerchio dei servizi offerti si chiude con la cessione prosoluto dei crediti no performing, importante strumento per la defiscalizzazione di tutti quei crediti logori e ormai inesigibili». Quali sono i punti di forza che contraddistinguono I.NA.GE.C.? «La capacità di approccio attraverso la proposta di modelli personalizzati e customizzati verso un’ampia platea di clienti tanto grandi, medio-grandi quanto piccoli medio-piccoli. Questo è un aspetto fondamentale perché ci permette di essere un riferimento per ogni dimensione di esigenza senza intaccare le performance dei risultati. Inoltre mettiamo sempre il cliente al centro del nostro lavoro. I.NA.GE.C. favorisce da sempre la cultura dell’outsourcing attraverso il superamento del concetto “fai da te”, l’introduzione di competenze ed esperienze consolidate poste a completo beneficio del cliente confermandosi partner serio e affidabile per ogni tipologia di credito trattato». Parliamo di un aspetto molto importante del vostro lavoro, la consulenza. «L’aspetto della consulenza, nel nostro lavoro, ricopre una funzione molto importante. In un settore, anche il nostro ormai, saturo di opportunità e di operatori, che non sempre possono fregiarsi di quell’etica professionale della quale si parlava prima, i contenuti di servizio tesi alla consulenza sono divenuti fondamentali. La competizione, ormai, non si fa più sui meri contenuti offerti o sui prezzi, e per distinguersi dalla concorrenza occorre, appunto, fare servizio, offrire consulenza come modalità non accessoria ma come parte integrante. Del resto alle società di gestione del credito, ormai, si rivolgono soggetti più svariati; non solo, quindi, le imprese commerciali ma anche banche e fornitori di utenze di consumo (utility). Per intercettare le esigenze di un largo bacino di richieste chi svolge il nostro lavoro deve, necessariamente, essere preparato e in costante aggiornamento. Infatti, da sempre, la strategia commerciale di I.NA.GE.C. è orientata a intercettare i bisogni di selezionati clienti partner ai quali offrire soluzioni dimensionate ad ogni tipologia di credito trattato. I nostri manager sono consulenti, profondi conoscitori del settore e determinati a garantire ai nostri clienti livelli di eccellenza assoluta in tutte le fasi del-

GESTIONE DEL RECUPERO CREDITO Accettazione dell’incarico e istruttoria pratica Rintraccio anagrafico, controllo negatività e invio costituzione di messa in mora Gestione personalizzata con strategie di intervento mirate Azione stragiudiziaria evasa dal nostro legale interno Diffida legale Atto di intimazione stragiudiziale Verifica fonti aggredibili valutazione costi/benefici Preventivo legale Istruttoria legale Atto di citazione Decreto ingiuntivo Atto di precetto Pignoramento Istanza di fallimento

l’erogazione dei servizi offerti». Qual è la parte più difficile del vostro lavoro? «L’aspetto più difficile è mantenere il giusto equilibrio tra le esigenze dei nostri clienti, detentori di un credito, e la parte debitrice che sempre più spesso, in questo periodo di crisi generalizzato, trova difficoltà a onorare il dovuto. Tuttavia i ritorni positivi da parte dei nostri clienti in termini di soddisfazione in relazione alle performance ottenute confermano la validità e l’efficacia delle strategie d’azione di I.NA.GE.C. e questo è, per noi, la gratificazione più importante». PER SAPERNE DI PIÙ

I.NA.GE.C. SRL C.so Bra n.13 - 12051 Alba (CN) Tel. 0173 311 001 Fax 0173 363 761 e-mail: inagec@inagec.it

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Angolo dei consigli

SULLO SCAFFALE DELLA FINANZA GLI SCONTI DURANO TUTTO L’ANNO Grazie alla concorrenza, banche online e tradizionali, gestori di fondi e broker diventano sempre più competitivi. Ecco alcuni consigli su come sfruttarli di Lorenzo Raffo Investire i propri risparmi costa sempre meno. Una ricerca condotta a livello europeo tra i principali operatori finanziari ha dimostrato che la percentuale delle voci “commissioni e spese varie” si è ridotta negli ultimi anni di oltre il 50% per un portafoglio medio, con punte addirittura dell’80-90% per alcuni prodotti gestiti. In testa alla classifica la Gran Bretagna, dove una serie di novità anche normative (specifici piani pensione e schemi di accumulo agevolato a lungo

termine) ha favorito il risparmiatore. All’origine del fenomeno vi è certamente la sempre più vivace concorrenza fra operatori del settore, banche, intermediari, brokers, emittenti di ETF e fondi e altre realtà, a seguito altresì del diffondersi di strumenti innovativi. L’indagine sostiene che oggi il costo massimo dell’1% delle voci “commissioni, spese e ‘fee’ varie” su un patrimonio medio è quanto offre il mercato, sebbene ci siano ancora forti differenze, almeno in Italia, soprattutto fra regime amministrato e regime gestito. Probabilmente molti investitori di casa nostra penseranno che quella percentuale sia sbagliata, perché abituati a impatti più elevati, il che accade soprattutto nel caso di operatività mediante “private” e sportelli bancari. In effetti sul mercato esistono differenti


livelli di costi, che non sempre la clientela conosce o sa sfruttare, anche per pigrizia. L’obiettivo dell’1% va quindi preso in considerazione come punto di riferimento ottimale. Di seguito vi spiegheremo come è possibile ottenerlo. NON È FINITA!

La riduzione di “commissioni e spese varie” è un fenomeno destinato a proseguire. Nei prossimi anni se ne prevede infatti un ulteriore abbassamento, grazie all’entrata in scena di nuove proposte operative, improntate al “fai da te” e di inedite tecnologie. L’entrata in scena anche in Italia di piattaforme di banking online più complete rispetto al passato, con l’offerta per esempio di fondi, e l’esordio di prodotti strutturalmente più semplici hanno inoltre agevolato il trend. Sul secondo fronte ricordiamo per esempio gli ETF a basso “Ter” (Total Expense Ratio) e il Btp Italia, con nessuna commissione bancaria in fase di collocamento, che hanno contribuito a sensibilizzare il mercato sui risparmi possibili. Entrambi sono però poca cosa rispetto a tutto quanto si può economizzare sfruttando le occasioni offerte da un panorama di “fornitori” in piena evoluzione. Ecco quali sono le strade da seguire per arrivare all’obiettivo dell’1%.

SEMPLICITÀ, SEMPLICITÀ!

La clientela degli investitori è ormai divisa in due categorie: c’è quella che cerca solo sicurezza e si affida alla gestione da parte di terzi e quella che vuole fare in proprio. La prima è sottoposta a maggiori oneri, anche perché si rivolge a prodotti strutturati (forme individuali di previdenza, gestioni, polizze di vario tipo, ecc), sulla cui trasparenza di costi c’è ancora molto da conseguire. La seconda gode invece di notevoli vantaggi, grazie a un mercato iperconcorrenziale e sottoposto a una crisi strutturale della domanda. I due mondi non si confrontano e non colloquiano: non traggono vantaggi dalle rispettive esperienze. Che devono portare a una sola conclusione: più i prodotti finanziari sono semplici e meglio soddisfano la ricerca di bassi costi. La vera evoluzione dei mercati è questa, il che non impedisce la diffusione di strumenti e servizi più evoluti. In Italia si sono fatti passi avanti, ma c’è ancora tanta strada da perlustrare. La crisi economica è stata utile, ma ora occorre realizzare una semplificazione burocratica, per evitare un accumulo di oneri dovuti a una struttura amministrativa macchinosa, imposta dai regolatori. (L’articolo è tratto dal numero di settembre di F Risparmio&Investimenti)

➡ Il decalogo del risparmio

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La fedeltà non premia: il nuovo cliente è trattato meglio di quello che non cambia.

Il più favorito è chi gestisce piccole posizioni con pochi strumenti finanziari: può muoversi agevolmente e aprire conti a nome di familiari, per sfruttare le offerte in continua evoluzione. Per alcune categorie di prodotti (per esempio titoli di Stato e opzioni) è consigliabile puntare a farsi riconoscere una commissione massima, oltre la quale non si va.

I nuovi prodotti sono spesso offerti con campagne promozionali. Vanno sfruttate per conoscere le caratteristiche di quanto proposto.

I fondi? Attenzione alle commissioni di entrata, uscita e “switch”. Con alcuni canali non si pagano e i vantaggi sono immediati, consentendo un’operatività di trading altrimenti gravosa.

Nelle fasi di mercato difficili, quando i flussi diminuiscono, si riescono a ottenere condizioni più interessanti, per esempio nei comparti specialistici, quali quelli del Forex, dei Cfd e dei certificati. Una verifica continua si impone quindi ma richiede un certo impegno. Attenzione alle cosiddette gestioni patrimoniali: comportano scarsa trasparenza in termini di costi. Vanno accettate solo con una verifica puntuale di commissioni e oneri vari.

Polizze assicurative e prodotti previdenziali piacciono, perché danno una certa sicurezza. Ma quanto costano in realtà? Anche su questi fronti si possono ottenere agevolazioni, perché la gamma delle commissioni è ampia, ma attenzione a non pagare sempre troppo.

Meno si utilizzano controparti fisiche (sportelli bancari, “private”, ecc) e meno si paga. È evidente, ma anche sul primo fronte ci sono rilevanti margini di riduzioni delle commissioni. Non c’è infatti mai un limite alla trattativa.

infine un consiglio fondamentale: quanto meno il vostro intermediario vi impone prassi 10 Eburocratiche, tanto meno costa. La scelta alla fin fine resta sempre nelle mani dell’investitore.

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Leggere

STRATEGIE PER COMUNICARE Shakespeare come modello da seguire per trovare strategie relazionali e persuasive efficaci. La maestria dialettica del drammaturgo inglese, infatti, propone sempre soluzioni raffinate ed estremamente efficaci. Nel suo ultimo libro Dario Turrini ci spiega come

ome realizzare un discorso efficace? Come trovare una strategia comunicativa inedita e particolare? Come essere persuasivo in ogni occasione di comunicazione in pubblico? Dario Turrini, in questo libro, edito da Franco Angeli, ci suggerisce una risposta originale: imparare da William Shakespeare. L’autore, da più di quindici anni consulente e formatore aziendale, ci dice che, nella sua esperienza, ha rilevato come il manager, o il professional, ha spesso l’esigenza di affrontare situazioni comunicativamente impegnative: entusiasmare i collaboratori su un nuovo progetto, sostenere un’idea in contrasto con altre opinioni, motivare una squadra o un gruppo di lavoro, intervenire in situazioni pubbli-

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che giustificando o difendendo un’azione o un comportamento etc. Cosa dire dunque in tutte queste difficili situazioni? Quale può essere la migliore strategia relazionale o persuasiva? Bene, nei testi di Shakespeare si possono ritrovare occorrenze discorsive per tutte queste situazioni e la maestria dialettica del drammaturgo inglese propone sempre soluzioni raffinate ed estremamente efficaci. Protagonista di questo libro è il fantomatico Dr. Guglielmo Crollalanza (traduzione maccheronica di William Shakespeare), manager di provata abilità comunicativa che in ogni capitolo del libro si ritroverà in diverse, complesse, situazioni relazionali e pubbliche e che potrà contare, appunto, sui preziosi suggerimenti del genio di William Shakespeare. Si può dunque provare a motivare i collaboratori prendendo come spunto la strategia utilizzata da Enrico V per entusiasmare i suoi soldati alla vi-

gilia della battaglia di Azincourt; oppure, se si deve parlare a un pubblico già convinto da un altro oratore, può essere utile conoscere la tecnica retorica che Marcantonio usa nella famosa orazione del Giulio Cesare; o ancora scoprire come funziona una delle tattiche persuasive più interessanti, quella della “verità”, seguendo le modalità discorsive del fool del Re Lear. Al termine di ogni capitolo, nel paragrafo “Note di regia”, vengono sintetizzati molto chiaramente i criteri retorici e comunicativi che permettono di applicare le stesse strategie argomentative e persuasive alle concrete situazioni aziendali e non solo… E sì, perché se queste strategie sono indispensabili ai manager e ai CEO, non lo sono di meno per tutti coloro che, magari solo occasionalmente, si ritrovano a dover persuadere qualcun altro della bontà e dell’efficacia della propria idea o della propria soluzione ed è forse inutile ricordare che tutti, in moltissime occasioni quotidiane, siamo spesso impegnati a convincere qualcuno… Allora ciascuno di noi può davvero avere Shakespeare per consigliere e amico, e Amleto, Otello e Puck possono diventare i “nuovi” maestri persuasori anche nella vita di tutti i giorni. E poi leggere il “Bardo”, in questo testo ampiamente citato e spiegato in maniera semplice e immediata, è sempre un esercizio affascinante, piacevole e… anche divertente.


tutti coloro che non hanno una pace economica, lavorativa, esistenziale, frammenti di nuvole che errano precari nel cielo”. È questa la dedica che si legge su Nuvole, il primo romanzo di Franco Alvisi, edito da Effedì Edizioni. Il libro è dedicato a tutti coloro che sono come i quattro protagonisti, esseri umani precari. O meglio, trentenni precari. Gianmarco, Carlo, Pablo e Helena rappresentano una generazione intera che cerca di trovare il proprio equilibrio nel mondo, e verrebbe da chiedersi se i mezzi per trovarlo ce li hanno davvero. «Ognuno dei quattro protagonisti - spiega Alvisi - è estremamente diverso e allo stesso tempo sono molto simili fra loro. Alcuni lettori colgono soprattutto i punti di tangenza, altri la diversità. Con le nuvole nel cielo succede lo stesso. Sono simili e diversissime. Condividono lo stesso cielo, sono mosse dal vento, soggette a turbolenze e quindi a cambi repentini e dalle conseguenze imprevedibili. Di ognuno di loro mi piace però soprattutto qualcosa: di Carlo amo la voglia di combattere; di Pablo adoro l’ironia; Helena è forse il personaggio più interessante del libro. Figura femminile incandescente, con un passato complicato che non riesce a mettersi alle spalle, cerca se stessa in un vortice che finisce per risucchiare tutti coloro che vi finiscono dentro; Gian Marco è il meno “sbalestrato”: architetto e commercialista, è figura molto solida di per sé, eppure viene ritratto in un momento in cui perde l’equilibrio e questo lo avvicina a chi legge, oltre a mettere in discussione la stessa idea che l’equilibrio sia un bene da ragFranco Alvisi, 36 anni, nel 2005 ha pubblicato la raccolta di poesie Primavera Bizantina e l’anno successivo ha partecipato al reality Mediaset Grande Fratello

LO STESSO CIELO Franco Alvisi, nel suo romanzo, ci offre uno sguardo ruvido sulla realtà attraverso gli occhi di quattro trentenni alla ricerca di se stessi e di un equilibrio difficile da trovare giungere una volta per tutte e non qualcosa da riconquistare istante per istante». Non esistono vittimismi in questo romanzo, il quadro che Nuvole offre della realtà è sicuramente amaro ma mai disperato e neppure rassegnato: è attraverso l’ironia dei quattro protagonisti che il lettore percepisce la speranza che un giorno le cose potranno migliorare. I protago-

nisti non si crogiolano nei loro problemi, ma continuano a provare a uscirne, continuano a cercare qualcosa senza mai perdere la speranza di capire cosa stanno cercando e, alla fine, di trovarlo. «La ricerca di un contatto autentico fra gli esseri umani, - continua Alvisi - la loro volontà di sottrarsi al sistema di ingiustizie che spesso ci stritola attraverso il ricorso all’amicizia e all’amore, ma anche alla conoscenza e al recupero mitico di quanto abbandonato per strada nel procedere spesso cieco della storia, questi sono gli antidoti e gli strumenti di sopravvivenza e resistenza di cui si servono tutte le “nuvole” del romanzo nel loro incedere zigzagante per i cieli bassi delle loro avventure. Forse tutto quello che ci viene offerto è falso e sbagliato, ma non è detto che - per chi non se la sente di rassegnarsi - sotto le macerie non vi sia ancora qualche pepita di un oro poco luminoso ma pieno di valore che vale la pena di raccogliere».

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Leggere

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in libreria 1. Ti odio con tutto il cuore, Valeria Luzi, Newton Compton Editori

Susi ha 30 anni, vive a New York e ha un fiuto straordinario per gli uomini sbagliati. Quando il padre decide di affidarle la gestione del ristorante di famiglia è convinta che sia arrivata l’occasione giusta per dimostrare finalmente le proprie capacità. Ma ad affiancarla ci sarà uno chef tanto geniale quanto presuntuoso, per il quale Susi prova un odio profondo dai tempi del liceo. 2. Tabù, Ferdinand von Schirach, Longanesi

Sebastian von Eschbung è cresciuto schiacciato da un dolore terribile e inspiegabile: il suicidio del padre quando lui era solo un bambino. Ora, da adulto, cerca di esorcizzare i fantasmi del passato attraverso l’arte: fotografie e installazioni video. Ma poi accade qualcosa di terribile, la scomparsa di una ragazza, che Sebastian conosce, dietro la quale si sospetta l’omicidio. Manca il corpo, ma Sebastian viene accusato di averla uccisa. 3. I morti non hanno fretta, Filippo Bologna, Mondadori

A Viareggio, la sera di una domenica di novembre, nei cantieri del porto viene ritrovato il cadavere di una ragazza impiccata. Si tratta 96 ITA EVENTI

della giovane Marta Innocenzi, che aveva da poco rilevato l'indebitata azienda di famiglia. L'ennesimo suicidio di un imprenditore vittima della crisi? Il commissario Dino Santini non ne è convinto proprio per niente.

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4. Oro colato, Edoardo Albinati, Fandango Libri

È il libro per chi ama la letteratura, per chi la legge, la scrive o aspira a scriverla. Ma si rivolge anche a chi ne ha sempre diffidato. Dai grandi quesiti letterari, si passa poco alla volta agli aspetti pratici che possono decidere la fortuna di un libro: in che modo lo si prepara per la pubblicazione, quante volte viene corretto, come si sceglie un titolo, una copertina, e la frase da mettere sul risvolto… 5. Un’iperbole e mezza, Allie Brosh, Magazzini Salani

Il blog “Hyperbole and a Half”, fondato nel 2009, è uno dei siti personali più seguiti al mondo con oltre 1,5 milioni di visitatori al giorno. Qui la Brosh ha iniziato a raccontare, con semplicità e ironia, la propria vita: dalle avventure della sua infanzia e del suo cane alle sfide che ha dovuto affrontare nell’età adulta, tra cui la depressione. Oggi il blog è diventato un libro, in parte storia illustrata, in parte diario.

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