ItaEventi n 7

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eventi ITA

n.7

FOOD

CARLO CRACCO ◗ ARRIGO CIPRIANI ◗

CINEMA

Il nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo

INTERVISTE

GIORGIA ◗ HENRI CHENOT ◗ PIERFRANCESCO FAVINO ◗

ANDREA BOCELLI In cima alle classifiche con la musica lirica










Sommario

in questo numero 12

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12 Notes 12. Lavorare con flessibilità 14. Nel bosco d’inverno 16. A valanga 18. Sotto l’albero

22 Copertina 33 Arte 33. Le tante facce di Picasso/Firenze 34. La letteratura si fa arte/Reggio Emilia 36. Frammenti di esperienze/Foligno 37. L’inizio di tutto/Torino 38. Appuntamenti

41 Musica 41. Concerti in tempo reale 42. Cambiare è il solo modo di evolvere 46. Artisti internazionali per i bambini peruviani 48. Appuntamenti

53 Classica 53. La rivolta di Katerina/Bologna 54. Capolavori per ensemble 56. Appuntamenti

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Sommario

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eventi

ITA

Iscritta con l’autorizzazione del Tribunale di Milano al numero 335 del 25/10/2013 n.7 novembre/dicembre

Direttore Responsabile Maurizio Costanzo Caporedattore Cristiana Zappoli

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59 Teatro 59. De Sica racconta Cinecittà 60. Uno spettacolo fuori dagli schemi 64. Appuntamenti

69 Cinema 69. Un orsetto in giro a Londra 70. Il ritorno al cinema di Aldo, Giovanni e Giacomo 74. Storia di un eroe geniale 76. Neve / Ambo 77. L’amore bugiardo - Gone girl / St. Vincent

78 Volti nuovi 78. Recitare è la mia passione

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Art Director Laura Lebro Redazione Alberto Aitini, Biagio Costanzo, Iole Costanzo, Angelo Conte, Clara Dalledonne, Francesco Boari, Andrea Giusti, Valerio Rispoli, Andrea Salerno, Gianluca Scarano Editore MediaAdv srl Via A. Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. +39 02 43986531 info@mediaadv.it www.mediaadv.it - www.itaeventi.it Pubblicità MediaAdv srl (concessionaria) Via A. Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. +39 02 43986531 info@mediaadv.it www.mediaadv.it - www.itaeventi.it Stampa Mediaprint Srl Via Brenta, 7 37047 San Giovanni Lupatoto (Vr) finito di stampare in novembre 2014

83. Un locale storico dove sentirsi liberi 86. Cracco ci porta a scuola

88 Viaggiare 88. Il natale alsaziano fra mercatini e winstub

94 Benessere 94. La salute secondo Chenot

96 Leggere

Via Antonio Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. 02.43986531 - 02.45506260 www.mediaadv.it

KOrE E D I Z I O N I

Via F. Argelati, 19 - 40138 Bologna Tel. 051.343060 - www.koreedizioni.it



Notes

LAVORARE CON FLESSIBILITÀ L’ultima frontiera in fatto di business? L’ufficio arredato o virtuale: comodi e decisamente economici. Adatti soprattutto a professionisti ma anche ad aziende in fase di startup

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oggi lavoro e flessibilità vanno a braccetto. Ma non sempre la flessibilità va intesa con un’accezione negativa. FlexyCom, innovativa società di servizi, attiva dal 2001 nel settore degli uffici arredati e degli uffici virtuali, ne ha fatto un punto di forza. «Il concetto di Virtual Office - spiega Claudio Schulte, amministratore delegato di Flexycom Srl - è un servizio di ufficio “flessibile”, destinato a start up, piccole imprese, lavoratori mobili, professionisti, artigiani e

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telelavoratori in genere». Se flessibilità, mobilità e globalizzazione sono le parole chiave nel nuovo mondo del lavoro, «i pacchetti FlexyCom - prosegue Schulte sono la risposta giusta per essere presenti e visibili con un proprio ufficio, ovunque desideriate operare. Il cliente si domicilia presso la nostra sede, dove riceve la corrispondenza e può prenotare uffici e sale a ore/giorni secondo la formula “al consumo”. Per le aziende che richiedono anche soluzioni di uffici “fisici” a breve me-

dio o lungo termine, FlexyCom propone all’interno dei propri spazi uffici modulari di varie metrature. Offre inoltre, tramite il proprio marchio Spazi Esclusivi, soluzioni chiavi in mano con segreteria e reception centralizzate, mettendo a disposizione 700 mq di spazi attrezzati e cablati. «I clienti - conclude Schulte - potranno disporre del proprio ufficio nell’arco di 24 ore dall’attivazione del contratto, sfruttando la struttura, le sale riunioni e tutti i servizi di Spazi Esclusivi».



Notes

NEL BOSCO D’INVERNO Sfumature di verde, bordeaux e marrone si accompagnano agli arancioni più brillanti e ai colori neutri della terra… per una moda wood mood

To be too Gonna bambina fiorata con pieghe e fascia elastica in vita.

Harmont & Blaine Sweatpant in felpa stampa fiori, giacca doppio petto in lana galles, coppola in lana con logo ricamato a contrasto e tronchetto con tacco medio-alto in camoscio.

Eton Camicia uomo con stampa di fiori e foglie all over nei colori tipici dell’autunno, ispirata al newyorkese Central Park.

Gaialuna Pantalone junior modello cinque tasche, in cotone con stampa fantasia a fiori.

Nice Things Felpa in cotone da donna con stampa alberi.

Harmont & Blaine Giubbotto in camoscio doppiato con maniche in panno, sciarpone in 100% lana righe multicolor, cardigan che diventa anche giubbotteria da mezza stagione. 14 ITA EVENTI

Pas de Rouge Tronchetto in camoscio multicolor e stivaletto in pelle allacciato con suola in gomma extra light.



Notes

A VALANGA Tutte le declinazioni dello sci per avere massimo confort e tecnologie d’avanguardia. Strizzando l’occhio alle tendenze della moda. Suggerimenti per la stagione 2014/2015

Atomic Sci freeride Bent Chetler: la nuova tecnologia HRZN Tech, incrementa del 10% la superficie di appoggio della spatola e della coda, per affrontare al meglio neve crostosa e ventata. Pantaloni uomo Ridgeline, ultratraspiranti, tagliati in modo da adeguarsi alla posizione naturale durante la pratica dello sci, con più flex in zone come le ginocchia e le spalle. Casco Nomad Jr, massima protezione per piccoli sciatori. Scarpone Hawx 2.0, si adatta al piede in quanto ne memorizza la forma grazie alla tecnologia Memory Fit. Doubledeck 3.0, l’ultimissima generazione di sci da gigante, ancora più immediato e fluido da guidare.

Head Sci Head Worldcup iSpeed, ideali per la conduzione di curve veloci e ad ampio raggio. Casco Sensor BT Runastic: è capace di dare distanze, itinerari, velocità, differenze di altitudine semplicemente utilizzando un cellulare con GPS, ma anche controllare il battito cardiaco e le calorie bruciate grazie all’utilizzo della fascia cardiaca venduta col casco. Mascherina Stivot in policarbonato, garantisce le migliori qualità visive grazie alla costruzione delle lenti e alla protezione dei raggi UV. Scarpone da donna AdaptEdge 100W, dotato di tecnologia Adaptive Fit che permette di avere due calzate (102 e 104) nello stesso scarpone.

Uvex Casco Full Face, con visiera integrata, completamente impermeabili all'aria fino a 70 km all’ora. Casco P2us, grazie alla tecnologia ibrida è più leggero, più resistente e regolabile perfettamente grazie al pratico Boa Fit System a cavo metallico. Maschera Snowstrike Variotronic, un sistema a cristalli liquidi, simile a quello utilizzato dai monitor LCD, adatta, premendo un pulsante, la lente alle condizioni meteo e di luce, schiarendola o rendendola più scura.

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Kappa Il brand italiano sponsor ufficiale della Federazione Italiana Sport Invernali re-inventa le tute da sci, con un mix di performance tecnica e stampe grintose di ispirazione pop: animalier, camouflage, pois unite a stampe all-over. L’esplosione di colore irrompe anche nella competizione: tute da slalom uniche, in tessuto elasticizzato, dalla vestibilità anatomica che permette un’ampia libertà di movimento e garantisce leggerezza e aereodinamicità.

Helly Hansen W Stella Storm Jacket (sopra), giacca da donna realizzata con un interno in PrimaLoft®. W Silverqueen Jacket, ha un design che permette un livello superiore di confort per le sciatrici che esplorano l’intero mondo delle attività in montagna grazie al tessuto esterno in Helly Tech Professional® quadri stretch, che provvede a dare una completa protezione dal vento e dalla neve senza impedire i movimenti.

Rossignol Scarpone Hero World Cup SI, dotato di nuova scarpetta e ganci ridisegnati, garantisce una flessione progressiva nell’entrata in curva per una maggiore potenza e un contatto armonioso con la neve. Sci Hero Elite Racing, con la nuova tecnologia "Prop Tech", che facilita l’ingresso in curva e permette una condotta più armonica. Sci Experience 88, ideale per tutte le nevi grazie all’Extended sidecut, che garantisce tenuta a velocità elevata e maneggevolezza a velocità ridotta.

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Notes

Calzedonia Antisdrucciolo bambino con stampa Babbo Natale e stivaletto donna in lana tricot con cuori a contrasto

SOTTO L’ALBERO La ricerca del regalo perfetto è l’aspetto più stressante del Natale? Ecco una vetrina con tante proposte per tutte le tasche. Per accontentare tutti, nessuno escluso

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De’ Longhi Macchina da caffè superautomatica Autentica: utilizza i chicchi freschi di caffè e li macina al momento grazie al macinacaffè con 13 livelli di macinatura

⤴ Capri Watch MultiJoy Lux, bracciale e ghiera sono interamente realizzati con una moltitudine di zirconi

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John Richmond Shopper in coccodrillo e scarpa uomo con fibbia e rifiniture in micro borchie


Carlo Pignatelli Bracciale iconico caratterizzato da un design evoluto ed essenziale

Ferrino Zainetto multifunzione dotato di due scomparti

DaunenStep Trapunta Le Renne realizzata in pura piuma, rievoca nei colori e nei disegni del tessuto il clima sereno e fiducioso delle feste natalizie

Swarovski Orologio con cassa in acciaio con finitura in PVD nero, indici in oro PVD, bracciale rigido contenente circa 1700 cristalli, movimento svizzero al quarzo

Piquadro Pochette porta i-Pad in pelle verde e rosa

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Notes

Tous Bracciale e ciondoli con Teddy bear gioiello icona del brand spagnolo

Genny Profumo Eterea: ricorda le atmosfere sensoriali di un giardino incantato, la fragranza è giocata sulle vivaci note di limone italiano e quelle più morbide del lampone rinfrescate da un sentore di te verde, amplificate dal ricco cuore floreale

Cannella Portafogli in vernice nero con fiocco rosso e collo in ecopelliccia

Kasanova Piastra antiaderente per cuocere direttamente 4 muffin di forma perfetta, disponibile nei colori bianco, rosa e lilla

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Pierre Mantoux Capsule collection di leggins Pop Art: modelli che si caratterizzano per l’espressione artigianale delle finiture, dei lavaggi e per la cura dei dettagli


Nintendo Tomodachi Life, simulatore di vita reale per Nintendo 3DS: non solo un gioco, ma una palestra virtuale per insegnare ai bambini come volersi bene

Chanel Chanel n°5, il profumo, l’essenza stessa della femminilità e della seduzione

Vitussi Bauletto Dolce Gilda in zucchero a scacchi bianco e nero, realizzata dal Maestro pasticciere Gaspare Martinez di Palermo

Majolini Limited Edition 199 non è una semplice bottiglia di magnum Franciacorta Majolini Brut 2009: realizzata in 199 pezzi, viene presentata in una raffinata cassa di legno il cui coperchio è prodotto da un maestro ebanista con la tecnica del mosaico

Gallo Cintura in pelle multicolor

Smemoranda Smemo Pink! l’unica agenda in rosa dedicata alle donne costruita con l’ironia e le firme di Smemoranda

Kenwood kMix Rosso: impastatrice planetaria dalla linea morbida e avvolgente, con movimento planetario e potente motore da 500W per risultati professionali

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Copertina

Andrea Bocelli 56 anni, si è esibito sui palcoscenici più prestigiosi, ed è l’unico artista italiano ad aver cantato di fronte a quattro presidenti degli Stati Uniti e tre Papi


L’OPERA È MUSICA PER TUTTI l primo amore non si scorda mai. In alcuni casi, poi, non si abbandona neppure. È il caso di Andrea Bocelli che in ottobre è uscito con due nuovi album di musica classica: Opera: The Ultimate Collection e Manon Lescaut. Come si diceva, un ritorno al primo amore, l’opera. «A dire il vero l’ho sempre amata e frequentata, - racconta Bocelli - sia sul palcoscenico che in sala d’incisione. Per una serie di circostanze mi trovo a pubblicare contemporaneamente due album legati alla produzione lirica: un’opera intera, la Manon Lescaut di Puccini, e una raccolta delle più celebri composizioni operistiche. La prima è una partitura meravigliosa che ho accettato di cantare perché finalmente mi sono sentito vocalmente pronto ad affrontarla, dopo averla studiata con cura perfino maniacale. La seconda risponde all’esigenza, dopo vent’anni di carriera, di fissare - e proporre - un documento sonoro che raccolga la quintessenza della mia sensibilità in ambito operistico». Quello che fa Bocelli con questi due album è prendere per mano l’ascoltatore, appassionato del genere o anche neofita, e portarlo dritto nel cuore del mondo dell’opera. Come ha scelto i brani di Opera: The Ultimate Collection? «Non è stato difficile. Sono le pagine che più amo e canto da sempre, da quando ero bambino. Ho voluto realizzare una collana di perle liriche, fatta dei momenti più emozionanti, tratti dalle opere più celebri, concepite dai più grandi compositori. È la mia selezione ideale, sono i brani che più mi hanno commosso e infuocato, regalandomi uno stato di sana esaltazione. Attraverso l’album spero di poter condividere, con chi lo vorrà, le mie

Non bisogna considerarlo un genere elitario. Per godere della lirica basta aprire il proprio cuore. E lasciare che ci trasmetta emozioni straordinarie. Parola di Andrea Bocelli di Cristiana Zappoli

predilezioni. Sulla qualità delle interpretazioni certo non posso esprimermi, ma ci tengo a dire quanto sia orgoglioso di poter accogliere, nel disco, direttori quali Zubin Mehta, Valery Gergiev e tanti altri, colleghi quali Barbara Frittoli e Bryn Terfel. È un grande onore aver potuto lavorare con loro». Delle arie contenute nel disco qual è quella che più ama? «Difficile esprimere preferenze... A fare la parte del leone, nel disco, sono Verdi e Puccini: tra le tante arie presenti, cito La donna è mobile, Di quella pira, Celeste Aida, Che gelida manina, E lucevan le stelle, Donna non vidi mai... Ma ci sono anche capolavori di altri autori italiani, a me molto cari, da Donizetti a Mascagni, da Leoncavallo a Giordano e a Cilea; senza contare le incursioni nel repertorio francese... Tuttavia, a dover inevitabilmente selezionare un’aria, forse sceglierei E lucevan le stelle dalla Tosca. Un brano appassionante, che ultimamente anche mia figlia Virginia, nonostante abbia due anni e mezzo, canticchia e mostra di apprezzare!». Manon Lescaut: perché questa scelta? «Manon Lescaut è uno dei vertici assoluti della lirica, è la prima partitura in cui Puccini dimostra appieno il proprio genio prorompente. Come dicevo, ho atteso molto, prima di affrontare questa partitura, anche se la amo e la conosco, nota per nota, da tantissimi anni, da quando ebbi l’occasione di ascoltarne una straordinaria incisione con Mario Del Monaco e Renata Tebaldi. È stata una grande emozione poterla finalmente incidere, insieme a una splendida cantante (e ottima amica) quale Ana Maria Martinez, sotto la direzione di un gigante della lirica come Plácido

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Copertina

Il 21 ottobre sono usciti in 56 paesi nel mondo i due album Opera: The Ultimate Collection e Manon Lescaut. Il primo, a poche ore dalla pubblicazione, ha raggiunto la prima posizione in classifica della sezione classica di iTunes in Italia, Usa, Brasile, Russia, Cile, Ungheria, Taiwan. La versione iTunes dell’album è arricchita da tre bonus track esclusive: Il trovatore/ Mal reggendo all’aspro, Pagliacci/Un tal gioco, credetemi, Werther/ Je ne sais si je veille

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Domingo, che è riuscito a tirar fuori il meglio dal cast, anche perché conosce alla perfezione ogni nostra esigenza. Ho terminato le sessioni di registrazione con il cuore gonfio di emozioni, con la sensazione di aver approfondito questo capolavoro, come mai avevo fatto in precedenza. Domingo ha diretto con forza, sensualità, con una ricchezza di sfumature che ha incantato tutti... ». Opera: The Ultimate Collection ha raggiunto in poche ore il primo posto della classifica iTunes anche in Italia: gli italiani amano l’opera più di quello che si pensa? «Quello dell’opera è un linguaggio che non ha confini. Non dimentichiamo però che è qui che è nato il melodramma, e noi italiani lo portiamo dentro i nostri cromosomi. Come si può non amare tale somma d’arti sovrapposte, che mette in gioco emozioni primarie, con un’intensità in grado di abbattere qualsiasi barriera culturale? Non c’è bisogno di alcuna competenza specifica per apprezzare un simile giacimento di meraviglie: l’opera è alla portata di tutti; se preso per mano, qualunque pubblico senza preconcetti, a mio avviso, è disposto a scoprire insieme un repertorio che sulle prime può apparire più ostico, ma che è in grado di trasmettere emozioni straordinarie». In occasione di queste due uscite discografiche andrà in tour nelle principali città degli Stati Uniti dove è molto amato. «Ho la fortuna di essere accolto con benevolenza un po’ ovunque, a dir la ve-

rità. Con uno slancio di cui resto stupito e commosso ogni volta. E quando salgo sul palcoscenico, mi chiedo puntualmente se riuscirò a meritare tanto affetto». Secondo lei si dovrebbe fare di più per avvicinare le persone, e soprattutto i giovani, all’opera e più in generale alla musica classica? «L’opera non solo non è elitaria, è il suo opposto: storie appassionanti, sentimenti universali, temi sociali scottanti, in uno spettacolo popolare che è in grado di regalare sensazioni così profonde da restare nel cuore per tutta la vita. L’opera consente di esprimere l’inesprimibile, ci educa alla bellezza, ci apre il cuore e la mente, accendendo in noi ora il desiderio sensuale ora quello contemplativo. Per goderne, basta aprire il cuore. Perché anche le nuove generazioni se ne convincano è necessario che i teatri si aprano alle scuole, che i giovani abbiano la possibilità di approcciarsi al repertorio classico, senza alcuna soggezione. Noi addetti ai lavori dobbiamo fare il primo passo, andando incontro ai ragazzi». Dal 2011 esiste la Andrea Bocelli Foundation: di cosa si occupa e perché ha deciso di crearla? «La Andrea Bocelli Foundation è la dimostrazione tangibile di un concetto a me caro: e cioè che, da parte delle persone di buona volontà, la testimonianza più dirompente è la coerenza, è un comportamento in linea con i propri principi. Ciò che conta è tradurre le nostre speranze nella concretezza delle azioni, che sbaragliano le mere dichiarazioni d’intenti. ABF lavora affinché persone e comunità che vivono ogni giorno in difficoltà a causa di malattie, condizioni di povertà ed emarginazione sociale, nei paesi in via di sviluppo ma anche in Italia, possano esprimersi al massimo delle proprie possibilità costruendo progetti che abbiano un impatto significativo e immediato. Abbiamo partner per la realizzazione di progetti sia in Italia che negli Stati Uniti e ad Haiti. Nell’isola caraibica ABF concentra la propria attività per l’empowerment delle persone e delle co-



Copertina

Andrea Bocelli ha sposato a marzo di quest’anno, dopo 12 anni, la sua compagna Veronica Berti, con la quale aveva già avuto una figlia nel 2012, Virginia. Ha altri due figli dal precedente matrimonio, Amos e Matteo

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munità, portando in alcune delle zone più remote dell'isola, acqua, luce, sviluppo agricolo e un tetto alle famiglie più indigenti... Convertendo scuole di strada in strutture sicure e attrezzate, in grado di assurgere a veri punti di riferimento delle comunità». Qual è l’emozione più grande che ha vissuto nell’arco della sua carriera? «Quando canto, sono sempre emozionato. Ci sono, però, momenti della mia carriera che porto maggiormente nel cuore, dal debutto sul palcoscenico lirico, nel 1994, a una Tosca interpretata a Torre del Lago, patria di Puccini, in cui in scena avevo, accanto a me, nei panni dei chierichetti, i miei due figli maschi, Amos e Matteo. Dal debutto al Metropolitan di New York al grande concerto che ho tenuto nel 2011 sul Great Lawn di Central Park, fino alla più recente serata conclusiva della Celebrity Fight Night italiana, presso il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, diretta da Zubin Mehta». Ha collaborato con tantissimi cantanti: chi l’ha colpita maggiormente? «Da circa vent’anni amo duettare con i miei colleghi e da tutti ho imparato qualcosa. Se devo individuare l’incontro artistico più emozionante, sul versante pop, penso a Celine Dion, ma anche alla recente collaborazione con Barbra Streisand. Nel campo operistico, ho avuto l’onore di cantare con Luciano Pavarotti, Plácido Domingo, Daniela Dessì e tanti altri colleghi».

Cosa hanno in comune la musica pop e l’opera? «Dal punto di vista dell’impostazione vocale, le differenze “tecniche” sono meno di quanto potrebbe apparire. Inoltre, più che fare distinzioni tra generi musicali, preferisco sempre farle tra musica bella e musica brutta. Certo è che pop e musica classica sono due universi diversi, ciascuno con la propria difficoltà, peculiarità e dignità artistica. Ed è sempre importante rispettarne i differenti linguaggi». Lei ha raggiunto i vertici della sua carriera, nonostante questo ha qualche rammarico? «Sono un uomo fortunato: per lavoro mi dedico alla mia più grande passione, la musica. La mia via, come quella dei più, non è esente da sbagli, ma... No, non ho particolari rimpianti». Ha ancora dei sogni nel cassetto? «Ho una famiglia meravigliosa, sono circondato da amici molto cari. La realtà è andata ben oltre il più roseo dei sogni, anche dal punto di vista artistico: ho ricevuto dal cielo il dono di una voce riconoscibile, in grado di comunicare emozioni positive, ed evidentemente sono stato fortunato poiché la musica mi ha dato grande visibilità e agiatezza economica. Devo solo ringraziare il buon Dio per lo straordinario destino che mi ha riservato. I sogni sono per le nuove generazioni, sono quelli di un mondo senza più guerre, dove i nostri figli possano vivere serenamente e in armonia».




MILANO

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TORINO

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Arte Arte

N A DARE PER MOSTRE NEI MUSEI PIÙ IMPORTANTI D’ITALIA

LICHTENSTEIN • MORIYAMA • TIEPOLO • LYNCH • VERONESE Pablo Picasso (Malaga 1881-Mougins 1973) Testa di cavallo. Schizzo per Guernica 2 maggio 1937. Collezione del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, Legato Picasso, 1981

UNA MOSTRA CHE RIPERCORRE L’OPERA DELL’ARTISTA SPAGNOLO

LE TANTE FACCE DI PICASSO L’esposizione fiorentina presenta un’ampia selezione di opere dell’artista, provenienti dalla collezione del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, che permettono di riflettere sulla sua influenza su tutta l’arte del XX secolo mettendolo a confronto con importanti artisti spagnoli come Joan Miró, Salvador Dalí, Juan Gris, Maria Blanchard, Julio González. Una rassegna che esalta le grandi tematiche che hanno attraversato l’opera dell’artista che tanto ha segnato la storia del Novecento: l’arte che riflette sull’arte, il rapporto tra realtà e sopra-realtà e tra natura e cultura, l’impegno dell’artista nella tra-

gedia storica, l’emergere del mostro dal volto umano sino alla metafora del desiderio erotico come fonte privilegiata di creazione e visione del mondo. La mostra permette inoltre al visitatore di ripercorrere le varie sfaccettature della personalità di Picasso, il suo rapporto strettissimo, spesso indissolubile, tra la propria arte e la propria vita, tra l’opera che va compiendo e il periodo in cui vive, con la storia che spesso entra in modo dirompente nei suoi quadri. ◗ Picasso e la modernità spagnola Palazzo Strozzi, Firenze - Fino al 25 gennaio 2015

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Arte

LA LETTERATURA SI FA ARTE A Reggio Emilia una grande mostra per celebrare l’Ariosto. Oltre cinquanta artisti contemporanei, pittori, scultori, fumettisti, illustratori, fotografi, raccontano l’Orlando Furioso. La più conosciuta, interessante e originale opera del poeta emiliano di Clara Dalledonne

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ipinti che ispirano romanzi, poesie, addirittura canzoni. Romanzi che ispirano dipinti, film o anche fumetti. Poemi che ispirano sculture o fotografie. Le diverse arti, da sempre, sono state di ispirazione le une per le altre come in un infinito gioco di specchi. Ne è un esempio lampante la più conosciuta e fortunata opera di Ludovico Ariosto, l’Orlando Furioso, il poema cavalleresco che completò nel 1516 (anche se fu oggetto di revisioni e ampliamenti fino al 1525). Il poema è stato negli anni, e continua a essere, una fonte di ispirazione per artisti di ogni genere. La mostra di Reggio Emilia, città natale dell’Ariosto, L’Orlando Furioso: incantamenti, passioni e follie. L’arte contemporanea legge l’Ariosto intende verificare la persistenza della fortuna dell’Ariosto e la capacità del poema di muovere l’immaginario, non solo nella letteratura, basti pensare a Italo Calvino, ma in campi artistici quali la pittura, la scultura, l’illustrazione e il fumetto, la fotografia, che vengono in questa esposizione considerati linguaggi con pari dignità, ciascuno dei quali può essere in grado di stabilire un contatto, di affascinare persone con diversi gradi di conoscenze e sensibilità. L’Orlando Furioso ha una struttura moderna caratterizzata da un continuo intreccio di tra-

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1. Aligi Sassu, Angelica, 1974 acquaforte e acquatinta a due colori; 2. Grazia Nidasio, illustrazione per Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, Mondadori, Milano 2009; 3. Guido Crepax, Valentina Pirata; 4. Lorenzo Mattotti, Dedicato ad Ariosto, inchiostro in china su carta; 5. Concetto Pozzati, Atelier Ariosto, 1974, acrilico, olio e collage su tela

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me: dalla narrazione principale si sviluppano racconti minori che costituiscono ulteriori centri focali dello svolgimento narrativo. Ed è proprio questa realtà “dove tutti agiscono in stati di incantamento o di fissazione, - come spiega il critico letterario Gianni Celati - prodotti dal gioco della sorte, con un’idea del mondo come pura meraviglia senza inizio e senza fine” che costituisce il fascino del poema e che lo ha fatto amare in tutto il mondo. Anche in campo


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artistico la fortuna dell’Ariosto e del suo poema cavalleresco è stata assai diffusa: tra i tanti nomi che potremmo citare ci sono quelli di Tiziano e Guido Reni, di Fragonard e di Doré, con le infinite metamorfosi nei secoli del personaggio di Angelica (tra le quali Ruggero che salva Angelica di Ingres, conservato al Louvre di Parigi), così come nell’illustrazione moderna e contemporanea e nel cinema. L’esposizione rivisita sommariamente la fortuna dell’Ariosto nel passato, partendo dalla preziosa collezione delle edizioni del Furioso di proprietà della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia e della Fondazione Pietro Manodori di Reggio Emilia, e intende proporre le suggestioni esercitate dalla sua figura e dall’atmosfera, e soprattutto da specifici episodi del poema su alcuni tra i più importanti artisti contemporanei, italiani e stranieri. Si propone di dimostrare, nel confronto con il “pianeta Ariosto”, l’attualità della sua figura e della sua opera, facendo emergere, attraverso linguaggi diversi, temi e motivi che nelle società contemporanee sono di straordinaria attualità. A fare da ideale incipit alla mostra e a simboleggiare la fortuna del poema ariostesco è un importante dipinto ad olio su tela di Simone Cantarini, Angelica e Medoro, 1645 circa, della Collezione

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CREDEM. La mostra, a quarant’anni dalle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario, nel 1974, della nascita dell’Ariosto a Reggio Emilia parte in un qualche modo da quelle premesse e presenta alcune opere successive, quali ad esempio le immagini scattate da Luigi Ghirri nel Mauriziano, e poi si concentra sugli esiti del confronto tra pittori, scultori, illustratori, autori di fumetti e fotografi, italiani e stranieri, con la figura dell’Ariosto e il testo dell’Orlando Furioso, per verificare l’influenza sull’immaginario creativo di una visione del mondo e delle umane esistenze che non può essere consegnata agli archivi del passato. In quest’ottica, il catalogo, edito da Silvana Editoriale e diviso in cinque sezioni, ognuna introdotta da un autore italiano o straniero, non si limita a essere legato all’occasione espositiva ma vuole essere un libro a tutti gli effetti, un volume da conservare nel tempo come documento sull’Ariosto e l’Orlando Furioso. L’Orlando Furioso: incantamenti, passioni e follie. L’arte contemporanea legge l’Ariosto Palazzo Magnani, Reggio Emilia Fino all’11 gennaio 2015 ITA EVENTI 35


Arte

FRAMMENTI DI ESPERIENZE La mostra conduce nell’universo visivo del fotografo Moriyama, evidenziandone l’approccio col mondo e offrendo una visione lucida della recente storia giapponese di Gianluca Scarano

L

a fotografia è il racconto di un personaggio, che ritrae e descrive il mondo che lo circonda, attraverso la sua prospettiva. Daido Moriyama, fotografo “on the road”, spirito libero e viaggiatore solitario, è tra i maggiori protagonisti della fotografia contemporanea giapponese e le sue Visioni del mondo sono diventate una mostra, a cura di Filippo Maggia e Italo Tomassoni, presso il Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno. Una selezione di 120 scatti, ciascuno dei quali ci offre un particolare frammento dell’esperienza di Moriyama, in cui il senso del tempo del fotografo si incontra con la strada e la società, per costruirne il suo personale racconto. La macchina come punto di visione del mondo e allo stesso tempo fonte di retrospettiva sull’autore, che apre il suo senso di mistero all’osservatore, lasciando a lui, allo stesso tempo,

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Sopra: Tokyo, 1978, fotografia b/n, courtesy l’artista. Sotto: Untitled, dalla serie Japan A Photo Theater, fotografia b/n, courtesy l’artista. Hiromichi (Daido) Moriyama nasce a Ikeda-cho, Osaka, nel 1938 e raggiunge il successo internazionale negli anni ‘90

la piena libertà di interpretarlo. L’avventura “on the road” di Jack Kerouack viene scambiata con una visione estremamente lucida delle trasformazioni della storia recente giapponese. Non a caso, parallelamente alle Visioni di Moriyama, si offre al visitatore anche una panoramica dal titolo Asian Contemporary, in cui vengono presentate una selezione di opere video di artisti dell’estremo oriente dalla collezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena: Tabaimo, Yasumasa Morimura, Miwa Yanagi, Kimsooja e Yang Fudong. Lo stesso autore non ha mai nascosto di aver avuto grandi fonti di ispirazione nei maestri asiatici della fotografia. Daido Moriyama. Visioni del mondo - Foligno (Pg), Centro Italiano Arte Contemporanea Fino al 25 gennaio 2015


Arte

L’INIZIO DI TUTTO In mostra a Torino la parte più intima e privata del lavoro di Lichtenstein: le prime idee di Gianluca Scarano

L

a ricerca dell’originale, dell’esclusivo, nell’epoca della società di massa, ha lasciato che fossero pochi interpreti a trovare la sintesi perfetta che permette ai linguaggi dell’arte di fondersi con la realtà consumistica. Questa ricerca spinge l’artista verso l’esercizio di stile che meglio riesce a produrre quell’equilibrio, che è simultaneamente espressione del tempo vissuto e sguardo interiore, nelle sue più intime sensazioni. Non sarà certo la pop art a esaurire la ricerca di Roy Lichtenstein, se si pensa che ha dipinto fumetti e puntini per soli due anni della sua carriera. Il viaggio tra le diverse espressioni artistiche del maestro merita di essere vissuto tutto, prima ancora di raggiungere la visione più matura che ben si è fatta interprete della realtà contemporanea. Sono le “prime idee” a dare la cifra di quella visione e svelarci il volto più intimo e privato del capo-

Sopra: Oh, Jeff... I Love You, Too... But... (Study), 1964, Private Collection. A fianco: Study of Hands,1980, Private Collection. Sotto: Study for Pop!, 1966, Collection of Marsha and Jeffrey Perelman. © Estate of Roy Lichtenstein / SIAE 2014

scuola della pop art. Le stesse idee primigenie che diventano fonte di ispirazione di opere che solo in un secondo tempo si rendono capolavori conosciuti nel mondo. Con la mostra Roy Lichtenstein. Opera Prima per la prima volta arrivano in Italia 235 opere, grazie alla stretta collaborazione con l’Estate e la Roy Lichtenstein Foundation, oltre a importanti prestiti provenienti da prestigiosi musei internazionali come la National Gallery di Washington, il Museum of Modern Art e il Whitney Museum di New York, l’Art Institute di Chicago e da collezioni pubbliche e

private europee e italiane. Disegni, studi, bozzetti, collage, dai primi anni quaranta fino al 1997, che documentano il percorso di maturazione di Lichtenstein e gli sviluppi della sua ricerca celebrandone la potenza visiva, l’ironia e l’assoluta spregiudicatezza. Una retrospettiva a cura di Danilo Eccher, direttore della Galleria Civica di Arte Moderna, che riesce a far rivivere uno degli artisti più raffinati del ventesimo secolo, tra i Mickey Mouse, le tazze di caffè, i coni di gelato in bianco e nero, il primo piano della bella angosciata al telefono, le rovine di templi classici e i nudi di Matisse. Roy Lichtenstein. Opera Prima Gam, Torino Fino al 25 gennaio 2015 ITA EVENTI 37


MOIX IL LETTERATO

L’esposizione, realizzata in collaborazione con Paul Kasmin Gallery New York, propone 40 lavori inediti, tra dipinti e acquerelli, e una grande installazione site specific, pensata appositamente per gli spazi della galleria. Catalano di nascita (Barcellona, 1960), influenzato da maestri quali Delacroix, Velàzquez, El Greco, Picasso, Mirò, Pollock e Mutzuo Takahashi, un misterioso pittore giapponese che è stato suo amico quando viveva in Oriente, Moix ha avuto e continua ad avere dal mondo della letteratura un’importante fonte d’ispirazione. L’immaginario letterario costituisce davvero un considerevole bagaglio di informazioni per la sua pittura.

David Lynch, Untitled (Lodz), 2000 @Collection of the artist

Arte

NON SOLO REGISTA

Le fotografie in bianco e nero di David Lynch testimoniano la sua fascinazione per le fabbriche, la passione quasi ossessiva per comignoli, ciminiere e macchinari, per l’oscurità e il mistero. In un arco di tempo di oltre trent’anni ha fotografato i monumenti decadenti dell’industrializzazione. David Lynch. The Factory Photographs Mast, Bologna - Fino al 31 dicembre 2014

IL FOTOGIORNALISMO

La mostra è il risultato del più importante concorso internazionale di fotogiornalismo organizzato dal 1955 dalla World Press Photo Foundation. Le immagini più belle e rappresentative che per un anno intero hanno accompagnato e illustrato gli avvenimenti del nostro tempo sui giornali di tutto il mondo.

Santi Moix. Brooklyn Studio M77 Gallery, Milano Fino al 31 gennaio 2015

World Press Photo - Forte di Bard, Bard Dal 6/12/2014 al 6/01/2015

LOMBARDIA E BRAMANTE

IL CORPO UMANO

Un progetto artistico di Beatrice M. Serpieri che parte dall’osservazione delle cere anatomiche del Museo “Luigi Cattaneo” di Bologna e si sviluppa attraverso il mezzo fotografico dando vita a uno studio personale sul corpo umano.

De corporis fabrica (galleria+) oltredimore, Bologna Fino al 17 gennaio 2015

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Nel tratteggiarne la poliedrica personalità, l’esposizione ricostruisce, a 500 anni dalla morte, il suo lungo soggiorno in Lombardia e a Milano (almeno dal 1477 fino al 1499), e l’impatto che la sua opera ha avuto sugli artisti lombardi. Spirito inquieto e ingegnoso, Donato Bramante si è sicuramente educato alla corte dei Montefeltro a Urbino, dove è stato in contatto con gli architetti, gli scultori e i pittori attivi per il duca Federico. Piero della Francesca deve avere giocato un ruolo fondamentale nella sua formazione ma in Donato ha prevalso un’attitudine pragmatica da cui sono scaturite realizzazioni celeberrime, che hanno profondamente rinnovato. Bramante a Milano. Le arti in Lombardia 1477-1499 Pinacoteca di Brera, Milano Dal 3/12/2014 al 22/03/2015


LE TRASFORMAZIONI DI ROMA

Il cuore del rione Trevi presenta due dei simboli principali di Roma: la Fontana di Trevi e il Quirinale. Attraverso l’analisi di un rione particolarmente significativo della città, la mostra, a cura di Giuseppe Stemperini e Carlo M. Travaglini, propone una chiave di lettura delle trasformazioni di Roma Capitale e del processo di modernizzazione della città, con uno speciale focus sul periodo tra il 1870 e gli anni Trenta del Novecento nel quale si realizzano alcune delle innovazioni più emblematiche della costruzione dell’identità della nuova capitale dell’Italia unificata.

LA FAMIGLIA TIEPOLO

La mostra vuole essere un omaggio alla natura multiforme del disegno di Giambattista Tiepolo (1696-1770) e dei due figli Giandomenico e Lorenzo, presentando, per la prima volta in maniera organica a Roma, gli esiti della grafica veneziana del Settecento ai suoi livelli più alti, ed entrando nelle dinamiche inventive e produttive di così grandi modelli figurativi, grazie a un’analisi del loro strumento operativo, il disegno, appunto. Nello stesso tempo l'esposizione riunisce una scelta di opere provenienti da raccolte italiane rimaste poco conosciute al grande pubblico, con fogli sinora raramente se non mai esposti.

Trevi. Una capitale allo specchio Museo di Roma in Trastevere, Roma - Fino all’11/01/2015

Tiepolo. I colori del disegno Musei Capitolini, Roma Fino al 18 gennaio 2015

LA POTENTE PITTURA DEL VERONESE

L’ARCHEOLOGIA

È la prima esposizione assoluta in Italia del più imponente progetto fotografico di uno dei più importanti maestri mondiali della fotografia, Josef Koudelka. Il progetto Vestiges propone la sua interpretazione fotografica e artistica di alcuni dei più conosciuti siti archeologici della cultura romana e greca, in un itinerario attraverso diciannove paesi. Josef Koudelka Vestiges 1991-2014 Forte di Bard, Bard Dal 13/12/2014 al 3/05/2015

Il cromatismo limpido e armonioso, gli audaci impianti architettonici, la forza scenografica delle composizioni, perfino l’intensa drammaticità nei soggetti sacri dell’ultimo periodo: quella di Paolo Veronese è stata una pittura potente e di straordinaria forza comunicativa, capace di influire sulla produzione artistica di tanti contemporanei e di intere generazioni d’artisti. In mostra anche l’“Ascensione di Cristo” di Veronese, dalla Chiesa padovana di San Francesco, oggetto nel primo Seicento del furto clamoroso della parte inferiore. Veronese e Padova. L’artista, la committenza e la sua fortuna Museo Civico degli Eremitani, Padova - Fino all’11/01/2015

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Musica Musica

PRINCIPALI CONCERTI DI MUSICA POP ROCK JAZZ IN ITALIA

GIORGIA • ELISA • MANNOIA • DANIELE • SINCLAIR • STROMAE PROSEGUE IL TOUR DI FRANCESCO RENGA NEI TEATRI

CONCERTI IN TEMPO REALE Il lunghissimo tour di Francesco Renga sta volgendo al termine e il cantante sta continuando a conquistare i teatri italiani a colpi di sold out con un mix di energia, talento ed emozioni. In ogni concerto interminabili applausi per le canzoni della sua carriera e i brani del suo nuovo album Tempo Reale, certificato disco di platino e da più di trentacinque settimane nella top ten dei dischi più venduti. Il giorno più bello del mondo è stato un vero tormentone estivo, l’album il più venduto tra quelli dei cantanti che hanno partecipato al Festival di Sanremo. Tornando ai concerti, grandissimo successo, dunque, per un live con una scaletta sostenuta da una fortissima presenza scenica, da un palco sapientemente costruito con luci e immagini e una

band che regala un suono preciso e potente. Renga è accompagnato sul palco da Vincenzo Messina al piano e tastiere, Fulvio Arnoldi alla chitarra acustica e tastiere, Stefano Brandoni alla chitarra, Giorgio Secco alla chitarra, Gabriele Cannarozzo al basso, Phil Mer alla batteria. Il 21 ottobre è anche uscito il doppio cd Tempo Reale Extra con cinque brani in una nuova versione unplugged e un duetto inedito con Kekko Silvestre in Almeno un po’.

CONCERTI ◗ 12/12 Teatro Europauditorium, Bologna ◗ 13/12 Teatro Verdi, Montecatini Terme (Pt) ◗ 14/12 Teatro Moderno, Grosseto ◗ 16/12 Teatro Splendor, Aosta ◗ 17/12 Teatro Colosseo, Torino ◗ 19/12 Nuovo Teatro Carisport, Cesena (Fc) ◗ 22/12 Teatro Rossetti, Trieste

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Musica

Giorgia, 43 anni, è stata riconosciuta come una delle più grandi interpreti internazionali dalla rivista Billboard, che l’ha definita «in grado di avere lo stesso successo anche negli USA»


CAMBIARE È IL SOLO MODO DI EVOLVERE Il successo del Senza Paura tour di Giorgia è inarrestabile. Dopo le date di maggio nei palazzi dello sport e quelle outdoor di luglio, la cantate romana torna a dicembre con altri cinque concerti di Cristiana Zappoli

i dice che la paura sia una brutta bestia. Ci impedisce di vivere realmente le esperienze, di evolverci, di cambiare. Bisogna superarla per evitare che sia lei a decidere per noi. Su questo argomento l’ultimo album di Giorgia è una sorta di dichiarazione di intenti fin dal titolo: Senza Paura. Pubblicato a novembre 2013, due anni dopo il precedente Dietro le apparenze, ha conquistato il doppio disco di platino per le oltre 100.000 copie vendute ed è entrato ripetutamente al primo posto della classifica Top Of The Music Fimi/Gfk degli album più venduti, rimanendo stabilmente nella Top 15 per oltre 45 settimane. I temi ricorrenti dell’album sono la perdita, il cambiamento, la rigenerazione: «Non bisogna aver paura di cambiare, di rinascere», spiega la cantante. «Io sono rinata svariate volte e credo molto nella trasformazione come senso della vita. Ci sono momenti in cui si deve scegliere se sopravvivere e questo richiede un rinnovamento interiore, l’utilizzo e la scoperta delle proprie risorse. Quasi morire e rinascere insomma». Ma il cambiamento fa paura: «il cambiamento spaventa perché nessuno ci ha detto che è un mezzo: l’essere umano, anche se in questo periodo storico non sembra, tende all’evoluzione, alla trasformazione, che senso ha nascere e morire senza essere cambiati affatto? Credo che l’anima percorra la sua esperienza attraverso i tempi e le dimensioni, limitarla sarebbe un vero spreco». Già l’anno scorso, presentando l’album, la cantante romana non aveva lasciato dubbi sul senso del suo nuovo lavoro: «il mio nuovo album rappresenta la voglia di ripartire accantonando le insicurezze, l’ansia per le aspettative che ti crei e ti imponi. Per proporre qualcosa di nuovo, per giocare la carta della ricerca bisogna mettere nel conto anche la possibilità di non essere capiti. Ma se credi in ciò che fai, col supporto della libertà interiore, tutto diventa più facile. Bisogna togliersi di dosso i condizionamenti culturali, familiari e accedere davvero a se

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Musica

Il 14 ottobre di quest’anno è uscito nei negozi e sulle piattaforme digitali Senza Paura Limited Gold Edition. Il cofanetto contiene, oltre all’album in studio, anche il CD Live 2014, con 11 successi di Giorgia registrati durante le tappe del Senza Paura tour, e un DVD ricco di contenuti extra, tra cui le immagini delle esibizioni live e i videoclip ufficiali

◗ 14/12 Palapartenope, Napoli ◗ 15/12 Palalottomatica, Roma ◗ 18/12 Teatro Geox, Padova ◗ 20/12 Pala Alpitour, Torino ◗ 21/12 Mediolanum Forum, Milano CONCERTI

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stessi», e bisogna farlo senza paura, appunto. Il 2014 è stato un anno d’oro per Giorgia non solo per il successo del disco: il tour di promozione dell’album, che l’ha già portata nei palazzetti delle principali città italiane lo scorso maggio ed è poi proseguito in versione outdoor nel mese di luglio, torna all’interno dei palazzi dello sport per cinque concerti nel mese di dicembre. Oltre due ore di show che attraversano vent’anni di repertorio: canzoni note ma anche meno note e, per la prima volta live, Giorgia ha eseguito sul palcoscenico Marzo, la canzone dedicata ad Alex Baroni. Qual è il segreto del successo di Senza Paura tour? «Sinceramente… non lo so! Posso dire che in vent’anni di attività il pubblico non ha mai trascurato i miei concerti e quest’anno in particolare, sul palco con me c’è un gruppo di musicisti affiatato e di

alto livello. Inoltre in questo tour ho visto il pubblico che mi segue da vent’anni ma anche un pubblico nuovo. In generale penso che l’esperienza di assistere a un concerto sia quasi terapeutica, si comincia in un modo e si finisce trasformati dalle emozioni!». E il punto di forza dell’album? «Quando un disco piace è perché i pezzi, i suoni, la voce si incontrano in un punto nel momento giusto rispetto a ciò che vive la gente, lo stesso disco fatto in un momento diverso non funzionerebbe alla stessa maniera». Fino a ora qual è stato il momento più bello del tour? «Ce ne sono stati diversi sia a maggio che a luglio. La chiusura di maggio all’Arena di Verona è stato uno dei momenti più magici della mia vita: non ero in forma fisicamente ma poi sul palco, non so come, tutto si è aggiustato».


Da dove comincia quando deve decidere la scaletta dei concerti? «Comincio mettendomi le mani nei capelli! È difficile cercare di privilegiare le canzoni nuove senza tralasciare le canzoni a cui il pubblico è affezionato da tempo. Bisogna anche considerare le dinamiche fra me e i musicisti e il bene del concerto, a volte si sposta un brano in scaletta per motivi di scarpe… anche il cambio d’abito va considerato! E poi c’è da dire una cosa: è impossibile accontentare tutti». Quattro anni fa è nato suo figlio ed è stata assente dal palcoscenico per un po’. È stato difficile dopo tornarci? «Tornare sul palco dopo la nascita di mio figlio mi sembrava una bella prova di coraggio, non sapevo come sarei stata. Il palco rivela tutto di una persona. Ma la voglia è stata superiore al timore. La passione che provo, la sensazione di avere un dono, quella scintilla che si accende in certi momenti quando ho a che fare con la musica hanno vinto rispetto alla paura». Che rapporto ha, in generale, con la paura? «Sono un’esperta! Ho conosciuto molto bene anche gli attacchi di panico e ho imparato che quando arriva la paura è un buon segno, vuol dire che il cambiamento è in atto e l’istinto lo combatte con la paura. Ha la sua utilità ed è parte delle nostre emozioni ma bisogna esserne consapevoli per non lasciarle decidere il nostro destino». Ha rimpianti dal punto di vista professionale? «Sì, qualche occasione l’ho persa. Per esempio quando non andai a cantare per Michael Jackson perché in quel periodo non prendevo aerei o quando rifiutai un duetto con Michael Bublé perché non mi piaceva la canzone scelta. Devo anche dire che in qualche caso ho lavorato con persone che non mi hanno davvero aiutato, ma tutto è utile se serve per capire di più».

Ha un rapporto molto stretto con i suoi fan, un rapporto che dura, con tanti di loro, da vent’anni. Non ha mai il timore di deluderli? «Questa paura sarebbe di intralcio alla sincerità del mio lavoro e della mia ispirazione. Credo che a loro non piacerei più se non fossi autentica, e poi li conosco e so che c'è sempre qualcosa che non andrà bene quindi è inutile preoccuparmene prima!». Nel panorama musicale italiano attuale ha individuato qualche voce “giovane” che le piace particolarmente? «Dai talent sono uscite delle belle voci come Marco Mengoni, Chiara, Francesca Michielin, Diana Winter, Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Michele Bravi, Karima». C’è un cantante o una cantante con cui le piacerebbe collaborare ma ancora non c’è riuscita? «L’americana India Aire». In tour con lei è venuto anche suo figlio Samuel. Come è andata? «La prima tournée di Samuel è stata Dietro le apparenze, ma in occasione di Senza Paura, essendo più grande, ha partecipato di più. Avevo molte preoccupazioni ma in realtà è stato più semplice di come la pensavo, è un bambino che si sa adattare molto bene. L’unico problema è che si sveglia presto e in tour questo non va tanto bene…». Il suo compagno Emanuel Lo scrive insieme a lei alcune delle canzoni dei suoi album. Lavorare insieme arricchisce la coppia oppure è un rischio? «Ci siamo conosciuti lavorando insieme e diciamo sempre che se non stessimo più insieme dovremmo comunque continuare a collaborare perché lo facciamo bene, in equilibrio, con rispetto e siamo di ispirazione l’uno per l’altra. La vita quotidiana di coppia invece… è tutta un’altra storia!». ITA EVENTI 45


Musica

ARTISTI INTERNAZIONALI PER I BAMBINI PERUVIANI

Giunto alla ventiduesima edizione, anche quest’anno il Concerto di Natale si terrà a Roma, nella prestigiosa location dell’Auditorium della Conciliazione. Tra ospiti italiani e stranieri si fa strada una novità: la musica dance di Alberto Aitini

Da sinistra: Patti Smith, si esibirà insieme alla figlia Jesse Paris che spesso l’accompagna al pianoforte; Imany, ex atleta di salto in alto francese, ha intrapreso dal 2010 la carriera di cantante; Dolcenera, ha partecipato per la prima volta al Concerto di Natale nel 2005; Chiara Galiazzo, vincitrice di XFactor 2012; Bob Sinclair, produttore discografico e dj francese è una delle new entry di quest’anno

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on sono molte le occasioni che consentono di vedere riuniti sullo stesso palcoscenico artisti italiani e internazionali provenienti da mondi musicali diversi. Il Concerto di Natale, che come di consueto verrà registrato a Roma e poi trasmesso in differita la sera della vigilia su Rai2, è una di quelle rare occasioni. Come ogni anno dal palco del Concerto di Natale verrà lanciato un appello alla solidarietà, destinando i fondi ricavati alla Fondazione Don Bosco nel Mondo. Il progetto di quest’anno, denominato Niños de plomo (Bambini di piombo), ha come obiettivo la decontaminazione e la tutela ambientale, nonché il sostegno nell’apprendimento e nello sviluppo educativo, a bambini e adolescenti della baraccopoli peruviana di Puerto Nuevo, a Callao, il porto di Lima, fortemente inquinati dalla presenza di piombo nel sangue. La Fondazione Don Bosco nel Mondo Onlus è un organismo della grande famiglia salesiana che ha il compito istituzio-

nale di raccogliere fondi per sostenere l’attività dei missionari salesiani presenti nei luoghi più sfortunati della terra. I missionari svolgono attività principalmente educative e di formazione aprendo scuole dove non ci sono o, come accade oggi nei paesi colpiti dal virus ebola, accogliendo i bambini e i ragazzi rimasti orfani a causa dell’epidemia. Quest’anno il Concerto sarà condotto da Max Giusti e si esibiranno artisti fra i più noti del panorama internazionale: «La scelta degli artisti - spiega Stefania Scorpio, direttrice della Prime Time Promotions e ideatrice dell’evento - è dettata dalla convergenza di alcuni elementi: la bravura e il prestigio del personaggio, che sono il primo criterio di scelta, la compatibilità con i suoi impegni, il suo feeling con la nostra proposta, la sua disponibilità temporale, e la voglia di condividere lo spirito del Natale mettendosi in gioco, prestandosi a esibizioni estemporanee con altri artisti presenti». Sul fronte italiano canteranno Alessandra Amoroso, Renzo Arbore, Chiara,


Dolcenera, Alice Mondìa, Mariella Nava, Daniele Ronda, Sugarpie & The Candymen, Suor Cristina. Non mancheranno importanti artisti internazionali. I primi confermati sono la sacerdotessa del rock Patti Smith, che tornerà a esibirsi accompagnata dalla figlia Jesse Paris, e la cantante e modella francese di origini africane Imany; inoltre Bob Sinclair, Ce Ce Rogers e Stebe Edwards che, per la prima volta, introdurranno la musica dance nel tradizionale appuntamento musicale natalizio. «La scelta della musica dance - prosegue Stefania Scorpio - è perfettamente in linea con l’idea che ha ispirato la nascita del Concerto come evento che raccogliesse attorno al presepe ogni tipo di musica e di interpreti: dalla lirica, al jazz, dal folk al rock, dal soul al gospel. La musica dance era stata finora assente, non per una precisa scelta di esclusione, ma semplicemente per motivi contingenti. Già accostare al Natale la musica rock o il jazz non è stato facilissimo.Trattandosi di Natale, nell’opinione comune tende a prevalere l’idea che un concerto debba limitarsi ai motivi della tradi-

zione natalizia. Capire che lo spirito del Natale è proprio quello di cercare la bellezza e l’armonia dovunque essa possa trovarsi non è la cosa più facile, ma certamente è la più giusta». Anche i più legati alle tradizioni, comunque, non rimarranno delusi: lo spirito natalizio sarà reso magico grazie alla presenza dell’americano Every Praise Gospel Choir di David Bratton, dell’Art Voice Academy di Castelfranco Veneto e del Coro di Voci Bianche del Teatro dell’Opera di Roma diretto dal Maestro Sciutto. Arrivato alla sua ventiduesima edizione, il Concerto è ormai un appuntamento televisivo fisso per milioni di italiani che durante il cenone della vigilia tengono la tv accesa per godere del sottofondo musicale dei loro artisti preferiti. Il segreto di questa longevità sta tutto nell’averci creduto, racconta Stefania Scorpio, «e nell’insistere tenacemente, anche aldilà di ogni ragionevolezza. Il format, ovvero buona musica per ogni tipo di gusto unita a interpreti eccezionali, una location prestigiosa e l’atmosfera natalizia, presenta tutte le caratteristiche per risultare vincente».

La location Iniziato nel 1993 in Vaticano, l’evento, molto amato da Papa Giovanni Paolo II, ha avuto nell’Aula Paolo VI la sua sede fino al 2005, mentre dal 2006 è divenuto itinerante approdando dapprima a Monte Carlo, al Grimaldi Forum e, successivamente, per un biennio (2007 e 2008), a Verona, presso il Teatro Filarmonico. È poi passato da Catania e Malta. Dal 2011 il Concerto è tornato nuovamente a Roma all’Auditorium Conciliazione

◗ 13/12 Auditorium Conciliazione, Roma CONCERTO

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Musica

IL CUORE DELLA SCENA RAP

Non Siamo Più Quelli Di Mi Fist non è solo il titolo del nuovo album dei Club Dogo, ma nell’ambiente è diventato un modo di dire per sottolineare il cambiamento. Da Mi Fist (2003), il loro primo album, sono nati i Club Dogo e l’influsso di questo disco è il cuore della scena rap. Il gruppo presenterà i brani del nuovo album con un tour in partenza da Napoli.

◗ 05/12 Casa della Musica, Napoli ◗ 06/12 Orion, Roma ◗ 12/12 Livello 11/8, Trepuzzi (Le) ◗ 13/12 Demodè, Modugno (Ba) ◗ 27/12 Supersonic Music Arena, San Biagio di Callalta (Tv) ◗ 09/01 Obihall, Firenze ◗ 10/01 Vox Club, Nonantola (Mo) ◗ 15/01 Musicnet, Lugano ◗ 16/01 Teatro Concordia, Venaria Reale (To) ◗ 28/01 Alcatraz, Milano CONCERTI

Elisa

NEI CLUB L’abitudine di sorridere, Ti dirò di sì e Pugni sotto la cintura sono i titoli dei tre inediti (tratti dalle registrazioni originali del disco) contenuti ne L’anima vola – Deluxe Edition (Sugar) di Elisa, uscito il 17 novembre. L’edizione deluxe dell’album contiene anche le cover di One degli U2 e di Bridge over troubled water, classico di Simon & Garfunkel, e 1 Bonus DVD con un Live Documentary fatto di interviste esclusive e immagini registrate durante la prima parte de L’Anima Vola Tour 2014. Dopo il sold out all’Arena di Verona, la cantante ha deciso di tornare in tour dalla fine di novembre e ha scelto l’atmosfera coinvolgente e magica dei club per il suo nuovo L’anima vola live in the clubs: undici concerti nelle più importanti città d’Europa e d’Italia. CONCERTI ◗ 2/12 Obihall, Firenze ◗ 5/12 Estragon, Bologna

◗ 9/12 Alcatraz di Milano ◗ 12/12 Supersonic Music Arena, Treviso ◗ 20/12 Atlantico Live, Roma

Fiorella Mannoia

46 ANNI DI MUSICA È uscito il 21 ottobre Fiorella, un’antologia musicale a cui hanno preso parte numerosi amici e colleghi di Fiorella Mannoia, che hanno voluto dare il loro contributo a un progetto che celebra in modo speciale i 60 anni dell’artista e i suoi 46 anni di carriera. Due CD: il CD 1 raccoglie il meglio del suo repertorio arricchito dall’inedito Le parole perdute, il CD 2 vede la Mannoia reinterpretare celebri brani e duettare con prestigiosi nomi del panorama musicale italiano. A fine novembre è cominciato il Fiorella Live, un tour che sta portando l’artista nei più prestigiosi teatri italiani.

CONCERTI ◗ 1/12 Teatro Filarmonico, Verona ◗ 3/12 Teatro del Giglio, Lucca ◗ 5/12 Teatro degli Arcimboldi, Milano ◗ 9/12 Teatro Augusteo, Napoli ◗ 11/12 Teatro delle Muse, Ancona ◗ 13/12 Nuovo Teatro Carisport, Cesena ◗ 15/12 Teatro Pala Banco, Brescia ◗ 16/12 Teatro Creberg, Bergamo ◗ 19/12 Auditorium del Lingotto, Torino ◗ 27-28/12 Auditorium Parco della Musica, Roma


IN VETTA ALLE CLASSIFICHE

Il cantautore belga (di origini ruandesi) Stromae è senza dubbio uno degli artisti del momento. Dopo il sold out dell’Alcatraz di Milano a luglio, l’artista sarà di nuovo in Italia a dicembre. Lanciato nel 2010 dalla hit radiofonica Alors on danse, dopo la partecipazione alla serata finale del Festival di Sanremo 2014, è entrato definitivamente nel cuore e nelle classifiche degli Italiani: il suo Racine Carrèe, dopo aver conquistato Francia ed Europa con oltre 2 milioni di copie vendute, ha raggiunto il primo posto su iTunes, Amazon e Spotify e la vetta della classifica ufficiale di vendita. Definito dalla critica come l’erede di Jacques Brel e Charles Aznavour, nella sua musica si fondano insieme la chanson française, il suono dell’hip hop e dell’electrodance, le percussioni africane e le melodie più romantiche. CONCERTI ◗ 15/12 Mediolanum Forum, Assago (Mi)

◗ 17/12 PalaLottomatica, Roma

Pino Daniele

Dopo il grande successo del concerto-evento dello scorso settembre all’Arena di Verona, Pino Daniele tornerà con 6 date esclusive di Nero a metà. In questi nuovi appuntamenti, che vedranno la partecipazione di un ospite speciale per ogni concerto, il cantante sarà accompagnato dalla band originale del 1980, composta da James Senese (sax), Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano), Rosario Jermano (percussioni), mentre l’Acoustic Set vedrà sul palco Rino Zurzolo (contrabbasso), Elisabetta Serio (piano) e la partecipazione di Tullio De Piscopo. Blues, rock, jazz, sonorità acustiche, e l’immancabile tradizione napoletana: questi gli ingredienti che Pino Daniele porterà sul palco. Uno spettacolo sulle note dell’omonimo storico terzo album di Pino, dove protagoniste saranno le canzoni più belle dell’artista, da Quanno chiove, al brano che dichiara la sua passione di sempre, A me me piace ‘o blues, da I Say I’ Sto Ccà a Nun me scuccià: grandi classici che all’epoca definirono un nuovo stile musicale. CONCERTI ◗ 6/12 Zoppas Arena, Conegliano (Tv) ◗ 11/12 Pala Florio, Bari ◗ 13/12 PalaLottomatica, Roma ◗ 16 -17/12 PalaPartenope, Napoli ◗ 22/12 Mediolanum Forum, Assago (Mi)

Foto di Francesco Cabras

NUOVE DATE

L’ALCHIMIA SUL PALCO

È cominciata a novembre la nuova tournée teatrale di Sergio Cammariere che ritorna nella dimensione che più gli appartiene, il live. I brani del nuovo album Mano nella mano, le canzoni più amate, gli spazi dedicati all’improvvisazione riaccendono sul palco quell’alchimia che Cammariere sa creare con i suoi musicisti anche attraverso un solo sguardo. Sarà accompagnato dall’amico di sempre, l’eclettico Fabrizio Bosso, alla tromba e flicorno e dalla sua storica band, composta da musicisti di alto profilo, come Luca Bulgarelli (contrabbasso), Amedeo Ariano (batteria) e Bruno Marcozzi (percussioni). L’album contiene undici tracce, dieci canzoni e un brano strumentale. Gran parte dei testi è firmata da Roberto Kunstler e due intense incursioni liriche sono di Giulio Casale. Tra le canzoni, un personalissimo omaggio al maestro Bruno Lauzi.

CONCERTI ◗ 10/12 Teatro Manzoni, Bologna ◗ 18/01 Auditorium Parco della Musica, Roma ◗ 26/01Teatro dal Verme, Milano ◗ 31/01 Teatro Curci, Barletta

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Jazz

UN CAPODANNO GOSPEL Il Blue Note ripropone, per l’undicesimo anno consecutivo, uno degli appuntamenti fissi delle festività natalizie milanesi, il concerto dell’Angels In Harlem Gospel Choir, fra i più importanti cori gospel del mondo. Fondato nel 1986 da Allen Bailey e formato da alcuni dei migliori cantanti e musicisti delle Black Church di Harlem, l’Angels In Harlem Gospel Choir si

dedica da anni a diffondere la cultura afro-americana e la musica gospel così come si suona nelle Black Church. Ribattezzati “Angels in Harlem” dagli U2 in apprezzamento alla loro magnifica interpretazione di I Still Haven't Found What I’m Looking For, hanno alle spalle tour nazionali e internazionali, che hanno fatto conquistar loro la fama di “Angelic Ambassadors of Harlem”, grazie al loro autentico spirito gospel di gioia. Come da tradizione, per la serata del 31 dicembre il Blue Note organizza il grande Cenone di Capodanno, all’insegna della musica dell’Angels in Harlem Gospel Choir, del divertimento e della cucina di classe: lo chef Domenico Magistri proporrà infatti un raffinato menù di sei portate. Per chi volesse partecipare al solo brindisi, il Blue Note offre la possibilità dell’ingresso dalle ore 23.00, per assistere alla seconda parte del concerto dell’Angels in Harlem Gospel Choir. CONCERTI ◗ dal 26 al 31/12 Blue Note, Milano

FRESU+SOSA

Tra gli appuntamenti più importanti dell’edizione di quest’anno di Umbria Jazz Winter, l’esibizione di Paolo Fresu insieme a Omar Sosa: un fil rouge che collega Cuba alla Sardegna. Umbria Jazz, nella sua versione invernale, andrà in scena a Orvieto, come ogni anno dal 1993. Sei giorni di musica di qualità con il valore aggiunto di un’ambientazione unica: il centro storico di una delle più belle e affascinanti città dell’Umbria. CONCERTO ◗ 30/12 Teatro Mancinelli, Orvieto

TRADIZIONE NATALIZIA Ospiti del Lucca Winter Festival, si esibiranno in Italia i South Carolina Mass Choir Gospel. L’unicità di questa corale consiste nel sapere mischiare ritmi moderni a quelli tradizionali, raggiungendo un equilibrio musicale di grande spessore artistico. Il loro sound sa essere esplosivo ma anche carico di sfumature e suggestioni celestiali tipiche della più genuina tradizione gospel afroamericana. Un concerto classico con tutte le canzoni tradizionali del gospel natalizio in alcuni casi impreziosite da ritmi musicali della loro generazione. Fondato e diretto da Michael Brown, il gruppo prende vita sul finire degli anni ‘90. La corale inizia la propria attività musicale con il primario intento di dare spazio ai molti giovani appassionati di gospel che cercano occasione per esprimere il proprio talento. CONCERTO ◗ 20/12 Teatro del Giglio, Lucca 50 ITA EVENTI




Classica Classica

RG ANDI INTERPRETI: MUSICA DA CAMERA, CLASSICA, OPERA

ZUKERMAN • MUTI • PAPPANO • CARMINATI • NETREBKOL IN SCENA LA LADY MACBETH DI NIKOLAJ LESKOV

LA RIVOLTA DI KATERINA Come ultimo titolo operistico della stagione 2014, approda per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Comunale di Bologna Lady Macbeth del Distretto di Mcensk, il capolavoro di Dmitrij Šostakovič, nel bellissimo e vibrante allestimento del Teatro Helikon di Mosca. La regia dell’allestimento è di Dmitry Bertman, unanimemente ritenuto uno dei più grandi registi russi di oggi, affiancato da Igor’ Neznyj per le scene e da Tat’jana Tulub’eva per i costumi. La direzione d’orchestra è affidata allo specialista Vladimir Ponkin. Opera in quattro atti e nove scene, basata sul libretto di Alexander Preis e dello stesso compositore, ispirato all’omonimo racconto di Nikolaj Leskov, Lady Macbeth del Distretto di Mcensk, pur venendo proposta dagli

autori quale espressione di rivolta antiborghese, cadde in disgrazia presso il regime stalinista ed è oggi considerata uno dei maggiori esempi di censura politica sull’arte. È la storia di una donna agiata che prende coscienza dell’ingiustizia della società zarista e di un servo che partecipa all’omicidio dei propri padroni. LADY MACBETH DEL DISTRETTO DI MCENSK ◗ Dal 4 al 10 dicembre 2014 Teatro Comunale, Bologna

Vladimir Ponkin (direttore), Dmitry Bertman (regia), Elena Mikhailenko e Svetlana Sozdateleva (Katerina) Vadim Zaplechny e Ilya Gavzič (Sergej), Alexej Tikhomirov e Dmitrij Skorikov (Boris Timofeevič), Dmitrij Ponomarev (Zinovy Borisovič), Larisa Kostyuk e Ksenia Viaznikova (Sonetka)

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Foto di Cheryl Nazak

Classica

CAPOLAVORI PER ENSEMBLE 54 ITA EVENTI


I Concerti di Musica Insieme salutano le feste natalizie con il ritorno a Bologna del celebre solista israeliano Pinchas Zukerman, che guiderà sulle note di Wolfgang Amadeus Mozart e Johannes Brahms lo straordinario ensemble di talenti di cui è mentore e fondatore irtuoso dalla tecnica prodigiosa, Pinchas Zukerman è oggi uno dei violinisti (e violisti) più amati al mondo. Insignito di riconoscimenti come la “Medal of Arts”, e il Premio “Isaac Stern for Artistic Excellence”, Zukerman collabora con le più rinomate compagini, fra cui Royal Philharmonic Orchestra, Israel Philharmonic Orchestra, Orchestra del Teatro Mariinskij, Virtuosi di Mosca. Sempre generoso nel mettere la sua straordinaria maturità artistica al servizio delle nuove generazioni, nel 2002 ha fondato gli Zukerman Chamber Players, ensemble di cui è direttore, che raccoglie ovunque plauso unanime di critica e pubblico, apparendo nei cartelloni e nei festival più prestigiosi, tra cui BBC London Proms, Festival di Ravinia, Aspen, Tanglewood e Festival Miyazaki in Giappone. L’ensemble, che accompagnerà Pinchas Zukerman per il concerto pre-natalizio di Musica Insieme, lunedì 15 dicembre all’Auditorium Manzoni di Bologna (sipario alle 20,30), è formato da Amanda Forsyth, una delle più apprezzate violoncelliste americane, dalla pianista Angela Cheng, che tiene regolarmente concerti come solista in tutto il mondo, e da Jessica Linnebach e Jethro Marks, primi violini della National Arts Centre Orchestra di Ottawa. Con le parole dello stesso Zukerman: «Dirigere gli Zukerman Chamber Players è una parte importante di me, della mia stessa natura. Sono sempre desideroso di sperimentare nuove e Gli Zukerman Chamber Players, attesi sul palco di Musica Insieme il prossimo 15 dicembre

stimolanti sensazioni ed emozioni musicali, condividendole con altri artisti che ritengo davvero molto dotati. Adoro ognuno dei componenti dell’ensemble e li considero una parte molto preziosa della mia carriera, con cui desidero proseguire un percorso importante». La generosità con cui Pinchas Zukerman ha raccolto questi eccezionali talenti per condurli con sé all’apice delle scene mondiali ricorda idealmente la generosità che caratterizzava Robert Schumann nel rapporto con i suoi protégé, l’allievo Albert Dietrich e il giovane Johannes Brahms. In casa Schumann, per uno scherzo goliardico tra amici musicisti, fu concepita la Sonata dall’enigmatico titolo di F.A.E., il cui terzo movimento aprirà il concerto. Il padrone di casa invitò il famoso amico violinista Joseph Joachim a suonare un’opera scritta appositamente per lui, della quale doveva indovinare l’autore. Ma i compositori in realtà erano tre: Schumann, Dietrich e Brahms si erano suddivisi i movimenti per rendere più arduo il compito, ma vennero facilmente ‘smascherati’ dall’esperta vittima. Il programma prevede poi il brillante “Gran Trio” per archi di Mozart, fra i vertici della produzione cameristica del compositore salisburghese. Ultimato nel 1788 e dedicato al ricco mercante Michael Puchberg, ennesimo fratello massone con cui Mozart era indebitato, il Trio fu eseguito per la prima volta in pubblico con lo stesso compositore impegnato alla viola. Completa il programma l’unico Quintetto con pianoforte di Brahms, opera dalla gestazione quanto mai complessa: il suo autore la immaginò ini-

zialmente per soli archi, per farne poi, profondamente insoddisfatto, una sonata per due pianoforti, finché, consigliato da Clara Schumann, la adattò all’organico attuale. Dal duo, al trio d’archi, al quintetto con pianoforte, gli Zukerman Chamber Players mostrano la loro straordinaria versatilità, sull’esempio del loro leader e mentore, che si alternerà con pari maestria nel ruolo di violinista e violista. (Biglietti da 10 a 55 euro, in vendita presso la Biglietteria dell’Auditorium Manzoni il pomeriggio del concerto dalle 15 alle 20.15, oppure online ai siti www.musicainsiemebologna.it o www.vivaticket.it e nei punti vendita autorizzati di Vivaticket. Info: Musica Insieme 051 271932 info@musicainsiemebologna.it). ZUKERMAN CHAMBER PLAYERS JESSICA LINNEBACH (violino) JETHRO MARKS (violino) AMANDA FORSYTH (violoncello) ANGELA CHENG (pianoforte)

PINCHAS ZUKERMAN (violino e viola)

◗ 15/12/ 2014 Auditorium Manzoni, Bologna, musiche di Johannes Brahms, Wolfgang Amadeus Mozart

gennaio 2015

I CONCERTI DI MUSICA INSIEME

LEONIDAS KAVAKOS (violino) ENRICO PACE (pianoforte)

◗ 19/01/15 Auditorium Manzoni, Bologna musiche di Poulenc, Fauré, Stravinskij, Schubert

NATALIA GUTMAN (violoncello) VIACHESLAV POPRUGIN (pianoforte)

◗ 26/01/15 Auditorium Manzoni, Bologna musiche di Mendelssohn, Grieg, Rachmaninov

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Classica

UNA LUCIA GOTICA La stagione lirica prende il via con Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, nell’allestimento del Teatro Massimo Bellini di Catania. La regia dal tratto gotico è del catanese Guglielmo Ferro, con le scene di Stefano Pace, i costumi di Françoise Raybaud, le luci di Bruno Ciulli. La prima assoluta dell’opera ebbe luogo al Real Teatro San Carlo di Napoli nel 1835. LUCIA DI LAMMERMOOR ◗ 13, 16, 18, 21 dicembre, Teatro Filarmonico, Verona

Fabrizio Maria Carminati (direttore), Luigi Ferro (regia), Irina Lungu e Maria Grazia Schiavo (Lucia), Piero Pretti Alessandro Scotto Di Luzio (Edgardo), Marco Di Felice (Enrico), In-Sung Sim e Seung Pil Choi (Raimondo), Alessandro Scotto Di Luzio e Francesco Pittari (Arturo), Elisa Balbo (Alisa)

MUTI E LA SUA ORCHESTRA

A Pesaro giunge uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi: Riccardo Muti, che, come tutti i grandi, sa guardare al futuro e ai giovani che ancora in Italia continuano a credere nell’avvenire della musica. Arriva con la “sua” Cherubini e con un programma di grande impatto e di sicuro fascino. Fondata da Muti nel 2004, l'Orchestra ha assunto il nome di uno dei massimi compositori italiani di tutti i tempi attivo in ambito europeo, per sottolineare, insieme a una forte identità nazionale, la propria inclinazione a una visione europea della musica e della cultura. L'Orchestra, che si pone come strumento privilegiato di congiunzione tra il mondo accademico e l'attività professionale, divide la propria sede tra le città di Piacenza e Ravenna. ORCHESTRA GIOVANILE LUIGI CHERUBINI RICCARDO MUTI (direttore) ◗ 16 dicembre 2014 Teatro Rossini, Pesaro

Franz Schuber, Sinfonia n. 4 in do min. D 417 “Tragica” Pëtr Il'ič Čajkovskij, Sinfonia n. 5 in mi min. op. 64

UNA COPPIA RODATA

La collaborazione tra Antonio Pappano e Anna Netrebko, ormai diva conclamata della scena lirica mondiale, ha già al suo attivo molte straordinarie realizzazioni musicali che con Santa Cecilia si sono soprattutto concentrate nelle registrazioni discografiche. Il programma ruota intorno alla sanguinaria figura della Lady Macbeth shakespeariana che in musica, come è noto, è divenuta verdiana. ORCHESTRA E CORO DELL'ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA ANTONIO PAPPANO (direttore) ANNA NETREBKO (soprano) ◗ 20 dicembre 2014, Accademia Nazionale di S. Cecilia

Musiche di Verdi, Dvorak, Strauss




Teatro Teatro

C ABARET COMMEDIE TRAGEDIE SUI PALCOSCENICI ITALIANI

ALBANESE • PANARIELLO • GUIDI • ACCORSI • CATAPULT L’ATTORE FIRMA E INTERPRETA UNO SPETTACOLO DEDICATO AL CINEMA

DE SICA RACCONTA CINECITTÀ Cinecittà: una parola che riporta a un mondo fantastico, a un secolo di storia del cinema scritta da artisti geniali, ma costruita anche sul lavoro di migliaia di comparse, di eccellenti maestranze. Una favola accompagnata da musiche indimenticabili, da parole e canzoni che fanno parte del nostro quotidiano. Una storia che appartiene alla cultura italiana ma che ha ispirato tutto il cinema internazionale. Il rapporto fra Cinecittà e Christian De Sica è profondo già da prima della sua nascita grazie al padre Vittorio e alla madre Maria Mercader. Christian cresce a Cinecittà prima da adolescente accompagnando il padre, poi con i primi piccoli ruoli per approdare agli studi da attore affermato. Christian De Sica ha attraversato in maniera trasversale la Città del Cinema: da bambino ha visto girare per casa i mostri sacri del nostro cinema e nella sua vita professionale ha partecipato a decine di film da protagonista,

raccogliendo, nella quasi totalità, grandissimo successo. Christian De Sica è non solo attore, ma autore, sceneggiatore, regista. Chi meglio di lui, allora, per raccontare la storia di Cinecittà, in uno spettacolo elegante e divertente che va da Mussolini al neorealismo, dal cinepanettone a Santoro e alla De Filippi?

CINECITTÀ ◗ 7-8/12 Teatro Politeama Pratese, Prato ◗ dall’11 al 14/12 Teatro Verdi, Firenze ◗ 16/12 Teatro Moderno, Grosseto ◗ 20-21/12 Teatro Coccia, Novara ◗ 23/12 Teatro Goldoni, Livorno ◗ 10-11/01/’15 Teatro Comunale, Vicenza ◗ 13/01 Teatro Concordia, Venaria Reale (To) ◗ dal 16 al 18/01 Auditorium S.Chiara, Trento ◗ 20/01 Teatro Storchi, Modena ◗ 22/01 Teatro Municipale, Piacenza ◗ 24-25/01 Teatro Alfieri, Asti (per le altre date www.bagsentertainment.com)

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Teatro

UNO SPETTACOLO FUORI DAGLI SCHEMI Una nuova tournĂŠe per Pierfrancesco Favino e la commedia Servo per due. Una Rimini anni Trenta fa da sfondo alle vicissitudini di Pippo, un moderno Arlecchino di ispirazione goldoniana di Cristiana Zappoli 60 ITA EVENTI


n classico… ma diverso. Servo per due si ispira chiaramente alla commedia di Goldoni Il servitore di due padroni ma la cambia. Partendo dalla rivisitazione inglese di Richard Bean (One Man Two Guvnors), più moderna, accolta con grande successo in Inghilterra al debutto nel 2011 al National Theatre di Londra e che ha esordito a Broadway l’anno successivo. Ma cambia anche questa. Italianizzando i personaggi e le situazioni, portando sul palcoscenico i tipici comportamenti dell’italiano davanti alle vicende della vita. A portare a teatro questo classico poco classico è Pierfrancesco Favino che, oltre a impersonare il servitore protagonista, è anche regista insieme a Paolo Sassanelli. Il progetto nasce proprio dall’incontro dei due registi: desiderio comune era quello di realizzare un classico rivisitato in chiave moderna a cui partecipassero gli attori del Gruppo Danny Rose. Le sinergie aumentarono perché nel progetto fu coinvolta anche la Compagnia Gli Ipocriti. In tutto più di venti attori divisi in due cast che si alternano nella tournée: una cosa possibile solo perché tutti gli attori percepiscono lo stesso compenso, senza distinzione. Sono inoltre accompagnati sul palco dall’esecuzione dal vivo di celebri brani d’epoca suonati dall’orchestra Musica da Ripostiglio. Pierfrancesco Favino, sullo sfondo di una Rimini anni Trenta decisamente molto felliniana, è un moderno Arlecchino, Pippo, che ha appena perso il lavoro e si ritrova senza soldi. Pur disperato riesce a ingegnarsi e offre servigi e fedeltà a due diversi padroni per ottenere due salari: dovrà però evitare che i suoi due padroni si incontrino, al fine di scongiurare che ognuno di loro capisca che sta lavorando anche per qualcun altro. La commedia è già stata nei teatri durante la scorsa stagione e il successo è stato tale da convincere la compagnia a partire per una seconda tournée iniziata a novembre. Pierfrancesco Favino, qual è il segreto del successo di Servo per due?

«Servo per due rompe gli schemi, è quasi un varietà, il pubblico si diverte e si sente parte dello spettacolo». Che tipo di comicità deve aspettarsi il pubblico? «Innanzitutto non ha un tipo di comicità volgare, l’abbiamo pensato perché possa essere visto anche dai bambini. C’è improvvisazione, musica, ballo, comicità da vecchio varietà. Servo per due non rientra in una precisa categoria, è davvero fuori dagli schemi». Che differenza c’è fra il testo di Goldoni e quello di Richard Bean? E tra quello di Bean e la versione italiana? «Innanzitutto il testo inglese è ambientato negli anni Sessanta ai tempi dei Beatles, ha un linguaggio più forte, talvolta scurrile, che noi abbiamo alleggerito. La nostra ambientazione sono gli anni Trenta a Rimini. E poi una nuova scrittura che dà al nostro testo identità e originalità». Avete scelto una colonna sonora suonata dal vivo, perché? «La musica dal vivo è una parte importante dello spettacolo, gradita e amatissima dal pubblico. Il quartetto toscano Musica da Ripostiglio interpreta le canzoni degli anni Trenta sin dall’ingresso del pubblico. La loro presenza è stata accolta con entusiasmo anche dalla critica». Cosa c’è di attuale in Servo per due? «Il testo a cui si ispira è l’Arlecchino di Goldoni che è sempre di grande attualità e proprio per questo riproposto in versioni sia classiche che rivisitate. Credo che il tema principale, quello delle relazioni tra esseri umani, che non ha tempo, è sempre attuale». Tra teatro, cinema e televisione l’impressione è che Pierfrancesco Favino sceglierebbe sempre il teatro. È un’impressione giusta? «Ho la fortuna di fare nella vita

In apertura, gli attori della commedia Servo per due. Sotto, Pierfrancesco Favino, 45 anni, diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, è tra i fondatori dell’Actor’s Center di Roma (foto di Daniele Barraco)


Teatro

Sopra, alcune scene di Servo per due. Gli attori hanno dovuto seguire seminari di acrobatica, clown e maschera. Successivamente a ogni attore è stato affidato il compito di studiare un animale per poi inserirlo nel movimento e nel linguaggio del proprio personaggio

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ciò che desideravo e per cui mi sono preparato, in cui ho creduto. E la fortuna di poterlo fare ad alti livelli di qualità in televisione, al cinema e in teatro. Contano le storie più che i diversi palcoscenici». La crisi del teatro è solo conseguenza della crisi economica o dipende anche da qualcosa d’altro? «Servo per due sta facendo sold out anche in questa seconda tournée e le persone stanno andando a teatro, è bene che questo si dica, è un segnale molto positivo. Quindi non parlerei di crisi da questo punto di vista. Semmai ci muoviamo in un contesto dove i costi

sono alti e per fare impresa bisogna metterci del proprio e lavorare su progetti condivisi. Noi abbiamo stravolto i canoni di finanziamento delle compagnie italiane. Abbiamo tutti la stessa paga, ognuno di noi è coproduttore dello spettacolo. Un modo di fare impresa, a parte un intervento della Fondazione Pergola, lo spettacolo è finanziato tutto con contributi privati grazie a cui vengono retribuiti 23 attori che si suddividono in due cast, accadimento raro in Italia ma prassi altrove, come nel West End, e 4 musicisti. Non esiste solo l'assistenza pubblica». La definiscono un attore “impegnato”. Le piace? «Se inteso come “impegnato” a fare con passione il proprio lavoro, certamente!». ◗ dal 2 al 4/12/’14 Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Udine ◗ dal 5 al 7/12/2014 Teatro Comunale G.Verdi, Pordenone ◗ dal 9 al 31/12 Teatro Manzoni, Milano ◗ 5-6/01/’15 Teatro Mancinelli, Orvieto (Tr) ◗ 8-9/01 Teatro del Popolo, Colle Val d’Elsa ◗ 10-11/01 Teatro Civico, La Spezia ◗ 13-14/01 Teatro Valli, Reggio Emilia ◗ dal 15 al 18/01 Teatro Comunale, Ferrara ◗ 19-20/01 Teatro Zandonai, Rovereto (Tn) ◗ 22-23/01 Teatro Sociale G.Busca, Alba (Cn) ◗ 24-25/01 Teatro Coccia, Novara ◗ dal 27 al 29/01 Teatro Chiabrera, Savona ◗ dal 30/01 all’1/02 Teatro Fraschini, Pavia SERVO PER DUE



Teatro

Foto di Filippo Manzini

LO SPIRITO DI OSCAR WILD

Questo testo, a cura di Masolino D’Amico, non è semplicemente un monologo su Oscar Wilde. È un patchwork drammaturgico di grande effetto, D’Amico ha creato un grande puzzle destrutturando la materia e dandole una forma moderna di esposizione, pur mantenendo inalterato il linguaggio dell’autore irlandese. Tutto questo è diventato un vero One Man Show (interpretato da Gianluca Guidi) degno della miglior tradizione anglosassone; estremamente moderno e di grande fruibilità sotto il profilo recitativo. Lo spirito e lo humour di Oscar Wilde consegnati agli spettatori quasi come fosse un moderno stand up comedian… senza rinnegarne l’eleganza e il genio. ◗ 13/12 Teatro Accademico, Bagni di Lucca (Lu) ◗ dal 17 al 21/12 Teatro Duse, Genova ◗ 9/01/’15 Teatro Goldoni, Corinaldo (An) ◗ 10/01 Teatro Alfieri, Montemarciano (An) ◗ 11/01 Teatro Battelli, Macerata ◗ 13/01 Teatro Alfieri, Asti

LE NOVELLE DI BOCCACCIO Dopo aver raccontato l’Orlando di Ariosto, Stefano Accorsi e Marco Baliani si cimentano con il capolavoro di Boccaccio. La città di Firenze è appestata, la morte è in agguato. Servono storie che facciano dimenticare quello che sta succedendo. «Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone - spiega Baliani - perché oggi a essere appestata è l’intera società. Ne sentiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le conventicole, le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare».

OSCAR!

◗ dal 9 al 14/12 Teatro della Pergola, Firenze ◗ dal 16 al 18/12 Teatro Comunale, Thiene ◗ dal 19 al 21/12 Teatro del Monaco, Treviso ◗ dal 7 al 9/01/15 Teatro Abbado, Ferrara DECAMERONE VIZI, VIRTÙ, PASSIONI

PROTOTIPI UMANI

Che cosa hanno in comune i mille volti con i quali Antonio Albanese racconta il presente? L’umanità. La realtà diventa teatro attraverso Epifanio, l’Ottimista, il Sommelier, Cetto La Qualunque, Alex Drastico e Perego, maschere e insieme prototipi della nostra società, visi conosciuti che si ritrovano nel vicino di casa, nell’amico del cuore, in noi stessi. Lo spettacolo riunisce alcuni tra i volti creati da Antonio Albanese che in questi anni abbiamo imparato a conoscere e ad amare.

◗ 3/12 Teatro Civico, Vercelli ◗ 30/12 Teatro Ariston, Sanremo ◗ 31/12 Teatro Galleria, Legnano (Mi) ◗ 8/01/’15 Teatro Nuovo, San Marino ◗ 9-10/01 Teatro Verdi, Padova ◗ 21/01 Teatro Sociale, Gemona (Ud ) ◗ 22/01 Teatro Comunale, Ferrara ◗ 23/01 Cinema Teatro Bellini, Montagnana (Pd) ◗ 24/01 Officine H, Ivrea (To) PERSONAGGI

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Foto di Roberto Serra


VITA DA SINGLE

Un tema universale, tre caratteri e una risata ogni trenta secondi: ecco la ricetta del successo di questa commedia che mette in scena la storia di tre donne divorziate da poco, provenienti da differenti ambienti sociali, costrette dalle circostanze a condividere un appartamento. Oltre allo spazio, le tre donne condividono gli alti e bassi della loro nuova vita da single. Un tema classico? Non del tutto: una delle donne è interpretata da un uomo e questo dona alla commedia un carattere unico. ◗ dal 2 dicembre Teatro San Babila, Milano IL CLAN DELLE DIVORZIATE

SPETTACOLO D’OMBRA

I Catapult arrivano in Italia con il loro show di ombre danzanti dopo aver conquistato il pubblico americano attraverso America’s Got Talent. Nascono nel 2008 con lo scopo di dare una nuova linfa vitale all’arte delle ombre cinesi utilizzando il corpo umano al massimo della propria capacità espressiva. ◗ 27/12 Teatro Colosseo, Torino ◗ 29/12 Teatro Ariston, Sanremo ◗ 30/12 Teatro Cristallo, Bolzano ◗ dal 3 al 6/01 Teatro Manzoni, Milano ◗ 7/01 Teatro Duse, Bologna (altre date: www.catapultentertainment.com) MAGIC SHADOWS

NATALE DA PANARIELLO Era il 1995 quando Giorgio Panariello con il suo spettacolo teatrale Panariello sotto l’albero ha fatto registrare il tutto esaurito per due settimane di fila al Teatro Tenda di Firenze, con oltre ventiquattromila presenze. Con la sua amabile ironia, che da sempre lo contraddistingue, Giorgio Panariello racconterà, vent’anni dopo e ancora nella “sua” Firenze, l’Italia “sotto l’albero di Natale” attraverso i suoi personaggi, da Mario il bagnino del Bagno Maria di Forte dei Marmi al pr del Chiticaca di Orbetello, fino alla pettegola signora Italia, passando da Renato Zero, il suo cavallo di battaglia, e Naomo, la parodia dell’imprenditore Flavio Briatore, in uno spettacolo specchio del nostro tempo. Ci sarà anche un personaggio nuovo: Suor Cristina, la vincitrice del talent Rai The Voice, che Panariello interpreterà per la prima volta live. L’attore e autore, istrionico e imprevedibile, ha ancora una volta intenzione di ridere, sorridere e riflettere sull’attualità e la quotidianità sotto le luci di uno scintillante Natale. ◗ 27-28-29/12 - 2/01/2015 Obihall, Firenze

PANARIELLO SOTTO L’ALBERO. VENT’ANNI DOPO

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Musical

UNA FAVOLA

Maurizio Colombi dopo aver scritto e diretto PeterPan il Musical vincitore per quattro volte del Biglietto d'oro e del premio Gassman, si cimenta ora in Rapunzel, musical tratto da una delle fiabe più belle dei fratelli Grimm. Rapunzel vuole portare sulla scena l’eterna lotta tra il bene e il male, tra la brama delle vanità delle cose fatue e il gusto per le cose semplici a favore di una vita in armonia con il mondo. Nasce così il confronto tra Rapunzel, l’eroina positiva che cerca di vivere il mondo con gli altri e per gli altri ed è alla ricerca di se stessa e della sua vera identità, e l’eroina negativa, Madre Gothel (interpretata da Lorella Cuccarini), presa da se stessa, dal desiderio nefasto dell’eterna giovinezza, desiderio che la spingerà a usare ogni mezzo pur di fermare lo scorrere ineluttabile del tempo. Uno scontro generazionale tra madri e figli, tra chi vuole inseguire a tutti i costi i propri sogni e i propri desideri e chi si oppone ad ogni cambiamento.

UN TOPO AVVENTUROSO

Un musical fedelmente tratto all’omonima serie best seller edita da Piemme. Lo show presenta musiche completamente inedite e cantate dal vivo e offre l’avventura e l’umorismo che bambini e genitori di tutto il mondo si aspettano dal topo-autore Geronimo Stilton. Lo spettacolo racconta le avventure di Geronimo per salvare la Regina delle Fate Floridiana. GERONIMO STILTON NEL REGNO DELLA FANTASIA – IL MUSICAL

◗ 13-14/12 Teatro Colosseo, Torino ◗ 20/12 Teatro Europauditorium, Bologna ◗ 29-30/12 Teatro Metropolitan, Catania ◗ 3/01/’15 Auditorium della Conciliazione, Roma ◗ 5/01 Politeama Genovese, Genova ◗ 10/01 Teatro Manzoni, Monza ◗ 17-18/01 Teatro Verdi, Firenze ◗ 24/01 Gran Teatro Geox, Padova

◗ dal 16 al 28/12 Teatro Brancaccio, Roma RAPUNZEL

L’IRONIA DEL SESSO

Fantasie erotiche, sesso, tabù, fascino del potere, i temi chiave del best seller che ha fatto il giro del mondo, nel musical vengono rovesciati e raccontati in chiave ironica e sarcastica, grazie al cast, composto da Christian Ginepro, Loretta Grace e Giovanna D’Angi. 50 Sfumature - il Musical racconta la storia di tre casalinghe di periferia – Bev, Carol e Pam – che creano un club di lettura saltuario e che, attraverso questa esperienza, vengono coinvolte dalle rocambolesche avventure di Anastasia Steele, una giovane studentessa universitaria alle prese con le sperimentazioni sessuali del vizioso Christian Grey. ◗ 13-14/12 Teatro Colosseo, Torino ◗ 20-21/12 Teatro Europauditorium, Bologna ◗ 29-30/12 Teatro Metropolitan, Catania ◗ 5/01/’15 Politeama Genovese, Genova ◗ 10/01 Teatro Manzoni, Monza ◗ 17-18/01 Teatro Verdi, Firenze ◗ 24/01 Gran Teatro Geox, Padova 50 SFUMATURE - IL MUSICAL




Cinema Cinema

I FILM CHE PRESTO ARRIVERANNO SUL GRANDE SCHERMO

AFFLECK• MURRAY • WATTS • GIANNINI • KNIGHTLEY • PAPI

UN ORSETTO IN GIRO A LONDRA Paddington è cresciuto nel profondo della giungla peruviana con la zia Lucy che, ispirata dal suo rapporto di amicizia con un esploratore inglese, lo ha allevato insegnandogli a preparare marmellate, ad ascoltare la BBC e a sognare una vita eccitante a Londra. Quando un terremoto distrugge la loro casa, la zia Lucy decide che è giunto il momento di “spedire” il suo giovane nipote in Inghilterra in cerca di una famiglia per una vita migliore. Confidando nella gentilezza di qualche anima buona lega un’etichetta al collo del nipote con scritto semplicemente: “Per favore prendetevi cura di questo orso. Grazie”. Perso alla stazione di Paddington, l’orsetto scopre ben presto che Londra non è la terra così accogliente e ben educata dei suoi sogni, ma piuttosto un’affollata, vivace metropoli dove nessuno si accorge di lui. Per fortuna incontra la famiglia Brown che non si sente di abbandonare questo giovane orso senzatetto al suo destino. Dopo avergli dato il nome della stazione dove l’hanno trovato, gli offrono un posto dove stare, ma lui va alla ricerca dell’unica persona che conosce a Londra: l’esplora-

tore che tanti anni prima aveva così colpito la zia Lucy. Paddington ci invita a viaggiare e a non sottovalutare le culture differenti, anzi, ci consiglia di mischiarci con esse e farci trasportare per intraprendere nuove avventure. Il film è incentrato sull'orsetto british protagonista dei trentotto libri scritti da Michael Bond. L’educato orso immigrato dal Darkest Peru, con il suo vecchio cappello, la sua valigia ammaccata e il panino con la marmellata è diventato un’icona della letteratura per i bambini inglesi. La voce italiana dell’orso Paddington è quella di Francesco Mandelli: ha esordito su MTV nel 1998 nei panni del “nongiovane” con Andrea Pezzi. Ha avuto ruoli importanti anche in film campioni d’incassi come Manuale d’amore di Giovanni Veronesi, Natale a Miami e Natale a New York di Neri Parenti.

◗ Produzione StudioCanal, DHX Media, Heyday Films - Regia Paul King - Sceneggiatura Paul King Cast Ben Whisaw, Nicole Kidman, Hugh Bonneville, Sally Hawkins, Julie Walters, Jim Broadbent, Peter Capaldi - Uscita nelle sale 25 dicembre 2014

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Cinema

IL RITORNO AL CINEMA DI ALDO, GIOVANNI E GIACOMO

Tutte le foto ©MasiarPasquali

Il nuovo film del trio si ispira alla situazione economica dell’Italia di oggi e alle disparità sociali che caratterizzano la nostra società. Ma lancia un messaggio positivo: è sempre possibile riscattarsi credendo nelle proprie capacità e nell’amicizia di Cristiana Zappoli


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embra una di quelle barzellette che andavano di moda qualche anno fa, cominciavano così: ci sono un inglese, un francese e un tedesco… In questo caso ci sono un ricco, un povero e un maggiordomo… e Aldo, Giovanni e Giacomo a interpretarli. Il nuovo film del trio di attori, Il ricco, il povero e il maggiordomo appunto, arriva a quattro anni di distanza da La Banda dei Babbi Natale, un’assenza piuttosto lunga dalle sale cinematografiche, considerando che fino al 2010 il trio aveva prodotto un film ogni due anni. Il motivo è presto detto: la voglia di tornare a recitare su un palcoscenico teatrale. La tournée Ammutta Muddica, parti-

ta nel novembre del 2012, ha registrato il record del tutto esaurito con 80 repliche in 5 mesi, per un totale di 180.000 spettatori ed è stata anche adattata per il grande schermo con una versione proiettata al cinema in un’unica serata evento il 16 ottobre 2013, diretta, tra l’altro, da Morgan Bertacca, che lavora con Aldo, Giovanni e Giacomo da 12 anni ed è coregista anche in questo nuovo film. Giacomo è

Aldo Giovanni e Giacomo non solo sono i protagonisti del film ma si occupano anche della regia insieme a Morgan Bertacca. Il ricco, il povero e il maggiordomo è il loro nono film, il primo, Tre uomini e una gamba, è uscito nel 1997

il ricco: uno spregiudicato broker appassionato di golf, con uno spettacolare ufficio di rappresentanza nella “city” di Porta Nuova a Milano e altrettanto spettacolare villa con parco e piscina appena fuori città. Il suo fidato maggiordomo è Giovanni, cultore di arti marziali e della filosofia giapponese. A insaputa di Giacomo, Giovanni ha una liason con Dolores, la cameriera sudamericana. Aldo è il povero: un venditore abusivo nel mercato di quartiere. Ha perso l’abitazione in cui viveva e ora vive con la madre, una donna burbera e combattiva che lo tratta come un inetto. Nel tempo libero allena una inconcludente squadretta di calcio composta in maggioranza da bambini extracomunitari. Durante una rocambolesca fuga dai vigili che controllano le licenze, Aldo viene investito in auto da Giovanni e Giacomo, che lo caricano su in tutta fretta. Giacomo gli propone un risarcimento in cambio di qualche lavoretto nella villa e Aldo accetta, sognando di potersi comprare così la tanto desiderata licenza da ambulante. Sullo sfondo una Milano in parte inedita, come spiega Giovanni Storti nella conferenza stampa di presentazione del film: «Abbiamo cercato di individuare angoli di Milano un po’ meno visti. Abbiamo sfruttato parte dell’ambiente nuovo che si è venuto a creare negli ultimi anni, come la ITA EVENTI 71


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zona di Porta Nuova. Ma poi abbiamo girato anche in luoghi molto diversi, quelli in cui Aldo svolge la sua attività di mercataro. In via Bronzetti, ad esempio, abbiamo scelto la location per la casa in cui Aldo abita con sua mamma. Stiamo parlando di due ambienti molto contrastanti di Milano. La villa dove vive Giacomo, invece, è a Imbersago. Ci interessava, comunque, il contrasto tra il mondo affascinante e ricco del centro e quello più antico e popolare delle periferie milanesi».

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L’idea del film è nata proprio con il desiderio di raccontare i contrasti tra due mondi distanti: «Riflettendo sulla situazione di questi ultimi anni - spiegano Aldo, Giovanni e Giacomo - non è stato difficile individuare nelle disparità economiche uno dei più forti elementi di distanza sociale». Pur essendo comico, il film traccia un quadro realistico della situazione economica attuale. Qual è la morale? «Il film racconta una storia che contiene gli elementi tipici di

questi anni: la ricchezza, la povertà, il crollo e la rinascita. Vogliamo lanciare un messaggio positivo: i nostri personaggi trovano il riscatto grazie alle proprie capacità e alla forza dell’amicizia». Come avete deciso i ruoli da interpretare? «Sono stati i ruoli a scegliere noi e non il contrario. Aldo, con quella faccia, non avrebbe potuto interpretare nessun altro personaggio». Chi è più divertente, il ricco, il povero o il maggiordomo? Giacomo: «Certamente il ricco, per il piglio deciso e l’innata eleganza». Aldo: «Indubbiamente il povero, per il phisyque du rôle». Giovanni: «Naturalmente il maggiordomo: inappuntabile e spietato con la katana». Nel film vedremo molte più donne del solito… «Ci accusano sempre di coinvolgere poche colleghe. Il record l’abbiamo stabilito ne La leggenda di Al, John e Jack: l’unica donna, anziana per di più, appariva dopo un’ora per finire subito seccata da un sicario. Questa volta con le donne (e che donne!), abbiamo ‘scialato’». Non mancherà la solita partitella a calcio vero?


«C’è addirittura un campionato juniores! Nel film Aldo allena una squadra di calcio composta in gran parte da ragazzini extracomunitari che non sembrano proprio essere delle promesse del calcio». Il film è stato realizzato applicando il protocollo Edison Green Movie per girare film eco sostenibili. Perché questa scelta? «Ci sembrava giusto abbattere gli sprechi e fare in modo che il nostro film avesse il minor impatto possibile sull’ambiente. È stato uno sforzo non indifferente, al quale hanno contribuito tutte le persone coinvolte, dai reparti agli uffici, dalla preparazione alle riprese. Siamo fieri del risultato». Vi mancava il cinema? «Dopo La banda dei Babbi Natale del 2010 ci è presa la nostalgia del palcoscenico e siamo partiti con la tournée dello spettacolo teatrale Ammutta muddica. Finita la tournée, il cinema ha chiamato di nuovo, ed eccoci qui». Che differenza di approccio c’è tra il cinema e il teatro? «A teatro possiamo improvvisare, il cinema richiede che tutto sia previsto e organizzato, è una macchina con esigenze precise. Possiamo improvvisare in fase di

scrittura, ma sul set è praticamente impossibile». Qual è il vostro miglior film? «Ovviamente questo! E poi Tre uomini e una gamba perché è stato un esordio emozionante, un successo davvero inaspettato». Il segreto del vostro successo? «Ci siamo sempre divertiti e continuiamo a farlo, crediamo che il pubblico lo percepisca e lo apprezzi. Mutano l’età, l’energia, anche la voglia creativa forse, ma noi siamo rimasti nei secoli fedeli a quel germe di follia degli anni d’oro». Progetti per il futuro? «I fatti dimostrano che abbiamo buone idee solamente ogni due anni… Quindi per la prossima dovremo aspettare ancora un po’».

Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti diventano un trio nel 1991 e raggiungono il successo l’anno dopo grazie alla trasmissione di Rai 3 Su la testa, ideata e condotta da Paolo Rossi

◗ Produzione Paolo Guerra per Medusa Film - Agidi srl - Regia Aldo, Giovanni e Giacomo con Morgan Bertacca Sceneggiatura Aldo Giovanni e Giacomo, Valerio Bariletti, Morgan Bertacca, Pasquale Plastino Cast Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Giuliana Lojodice, Francesca Neri, Sara D’Amario, Guadalupe Lancho, Massimo Popolizio, Rosalia Porcaro Uscita nelle sale 11 dicembre 2014 ITA EVENTI 73


Cinema

STORIA DI UN EROE GENIALE

The imitation game racconta la vita straordinaria di un padre dell’informatica. Un uomo intelligente e inquieto, perseguitato per la sua omosessualità

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studiosi, linguisti, campioni di scacchi e agenti dei servizi segreti, ha il merito di aver decifrato i codici che sembravano indecifrabili della macchina tedesca Enigma durante la II Guerra Mondiale. Questa, in poche righe, la storia di The imitation game, il film del regista norvegese Morten Tyldum che ha ricevuto il maggior numero di premi in occasione degli Hollywood Film Awards di novembre: il premio come Miglior attore è andato a Benedict Cumberbatch che interpreta Alan Turing; il premio come Migliore attrice non protagonista a Keira Knightley che interpreta Joan Clarke, partner di Alan sia nel lavoro che nella vita e lei stessa brillante matematica; il premio come Miglior regista e, infine, quello

urante l’inverno del 1952 le autorità britanniche entrano nella casa del matematico, criptoanalista ed eroe di guerra Alan Turing per indagare su una segnalazione di furto con scasso. Finiscono invece per arrestare lo stesso Turing con l’accusa di “atti osceni”, incriminazione che lo porta alla devastante condanna per il reato di omosessualità. Le autorità non sanno che stanno arrestando il pioniere della moderna informatica. Noto leader di un gruppo eterogeneo di

A fianco, Benedict Cumberbatch. Sotto, Cumberbatch insieme a Keira Knightley. Lo script del film era stato inserito nella Black List delle migliori sceneggiature non prodotte a Hollywood nel 2011

come Miglior compositore che è andato ad Alexandre Desplat. La sceneggiatura del film si basa sul romanzo Alan Turing. Storia di un enigma di Andrew Hodges ed è il ritratto intenso e inquietante di un uomo brillante e complesso che è realmente esistito, anche se la sua vita è stata per anni avvolta dal mistero. Un genio che sotto una pressione angosciante ha contribuito a ridurre la durata della guerra e, quindi, a salvare milioni di vite. «È la storia di una vita straordinaria, - commenta lo sceneggiatore Graham Moore - è una di quelle storie che se uno l’avesse inventata non sarebbe stata credibile; una persona che ha vissuto così tante esperienze drammatiche, un genio, un eroe di guerra, l’uomo che ha inventato il computer ed è stato perseguitato dal Governo per la sua omosessualità. Una storia incredibile eppure è la verità». Il film è stato girato in Inghilterra a Londra, nell’Oxfordshire, nel Buckinghamshire e nel Dorset. Tra le altre location è stata utilizzata anche una villa vittoriana che è stata l’ex casa di Ian Fleming, scrittore e funzionario navale dei servizi segreti. ◗ Produzione Black Bear Pictures, Bristol Automotive - Regia Morten Tyldum Sceneggiatura Graham Moore Cast Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Mathew Goode, Mark Strong, Allen Leech Uscita nelle sale 1 gennaio 2015

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NEVE NELLE SALE DALL’11 DICEMBRE 2014 La storia di un incontro, casuale e potenzialmente tragico, tra due persone i cui destini difficilmente si sarebbero altrimenti sfiorati. Donato, il protagonista di questa storia, è un adulto, circospetto e un po’ goffo, che attraversa a bordo di una station wagon verde, le strade innevate di una provincia italiana. Ha un paio di sci montati sul tettuccio, ma non è in vacanza. Sembra piuttosto cerchi qualcosa, per lui molto importante. E così, cercando, si ritrova, improvvisamente e inopportunamente, lungo la propria strada, Norah... Lei è una ragazza dalla pelle scura, precipitata nella neve da un’auto di lusso, insultata e buttata giù, letteralmente, dal suo conducente, Gaetano, a pochi

passi dal tragitto di Donato. Donato non esita a soccorrerla ma ha tutto l’interesse a liberarsi di lei il più in fretta possibile. La ragazza invece non ha intenzione di mollarlo. Perché non può tornare a casa. Perché sa che Gaetano, il suo boss, cui ha probabilmente sottratto del denaro, comincerà a cercarla da un mo-

mento all’altro. Sullo sfondo, una provincia italiana che si stenta a riconoscere. Un paesaggio senza luoghi, perennemente imbiancato dalla neve.

◗ Produzione Eskimo - Regia Stefano Incerti - Sceneggiatura Patrick Fogli e Stefano Incerti - Cast Roberto De Francesco, Esther Elisha, Massimiliano Gallo, Antonella Attili, Angela Pagano

AMBO NELLE SALE DAL 4 DICEMBRE 2014

Una nuova commedia per tutta la famiglia, un film perfetto per esaltare l'amore e il rapporto tra genitori e figli. Ad Atessa, vive una famiglia felice, composta dai genitori Giulio (Adriano Giannini) e Veronica (Serena Autieri) e dal piccolo Marzio (Marzio Falcione). La coppia desidera tanto avere un altro figlio che però stenta ad arrivare. Tutto sembra tranquillo, fino a quando Giulio inizia a dubitare che Marzio sia veramente suo figlio. Veronica non riesce a comprendere il cambiamento di umore del marito che all'improvviso sembra un’altra persona. Per fortuna, a pensare al bambino c'è il simpatico barbiere del paese Nando (Maurizio Mattioli), mentre Lucrezia (Sara Putignano) cerca di aiutare sua sorella Veronica ad affrontare le inspiegabili incomprensioni con 76 ITA EVENTI

il marito. Intanto Giulio, aiutato dal suo amico Cesareo (Riccardo Graziosi) inizia una ricerca concitata e comica per capire se veramente Veronica lo ha tradito e chi potrebbe essere il vero padre di suo figlio. Dopo equivoci esilaranti e sospetti infondati l'amore avrà la meglio su tutto e Giulio capirà che ciò che è veramente importante è solo la sua famiglia. Il film, opera prima del regista frentano Pierluigi Di Lallo, porta i luoghi dell’Abruzzo

sul grande schermo. Il lungometraggio è infatti interamente girato tra vicoli, chiese, spiagge, piazze e piazzette abruzzesi di Atessa, Fossacesia, Rocca San Giovanni e Chieti. ◗ Produzione Angelika Vision Regia Pierluigi Di Lallo - Sceneggiatura Pierluigi Di Lallo - Cast Adriano Giannini, Serena Autieri, Sara Putignano, Riccardo Graziosi, Enrico Papi, Maurizio Mattioli, Marzio, Romano Falcione


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L’AMORE BUGIARDO GONE GIRL NELLE SALE DAL 18 DICEMBRE 2014

Tratto dall’avvincente bestseller omonimo, il film è un viaggio convulso attraverso la moderna cultura dei media e lungo le profonde, oscure linee di frattura di un matrimonio americano, con tutte le sue false promesse, gli inganni inevitabili e l’umorismo cupo. Al centro della storia troviamo l’ex scrittore newyorkese Nick Dunne e la moglie ed ex ragazza dei suoi desideri Amy, che cercano di sbarcare il lunario nel Midwest americano in piena recessione. La loro storia traccia la sinuosa silhouette della vita di una coppia contemporanea felicemente sposata. Ma il giorno del

quinto anniversario di matrimonio Amy scompare e quella silhouette si sgretola in un labirinto di crepe. Nick, avvolto in una nebbia di comportamenti ambigui, diventa il principale indiziato, mentre la ricerca di Amy segue il suo corso in una crescente frenesia mediatica, davanti agli occhi di un mondo assetato di rivela-

zioni. Nick e Amy incarnavano la quintessenza della coppia romantica felice, ma la scomparsa di Amy ha tutti i connotati del tipico omicidio coniugale americano.

compreso e dal cuore d’oro. Il titolo del film deriva da un compito assegnato al giovane Oliver a scuola: trovare un santo cattolico per lui fonte di ispirazione e individuare qualcuno nella sua vita che incarna le virtù di quel santo; il ragazzino sceglierà proprio Vincent, dichiarando l’unicità e la profondità di un rapporto che ha finito per cambiare la vita ad entrambi. Il film, ispirato a una vicenda per-

sonale del regista e sceneggiatore Ted Melfi, è stato presentato al Festival del film di Toronto ed è diventato in poche ore fenomeno sul web grazie a una clip che vede il protagonista cantare Bob Dylan.

◗ Produzione Twentieth Century Fox Regia David Fincher - Sceneggiatura Gillian Flynn - Cast Ben Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris, Tyler Perry

ST. VINCENT NELLE SALE DAL 18 DICEMBRE 2014

Maggie (Melissa McCarthy), madre single, si trasferisce a Brooklyn con il figlio dodicenne Oliver (Jaeden Lieberher). Costretta a lavorare fino a tardi, la donna non ha altra scelta che lasciare il figlio nelle mani del loro nuovo vicino, Vincent (Bill Murray), uno scorbutico pensionato con la passione per l’alcool e per le scommesse. La bizzarra coppia stringe una singolare amicizia: insieme a una spogliarellista incinta di nome Daka (Naomi Watts), Vincent coinvolgerà Oliver nella sua routine quotidiana, portandolo all’ippodromo, in uno strip club e al baretto di fiducia. L’uomo aiuterà Oliver a crescere, mentre il ragazzino comincerà a vedere in lui qualcosa che nessuno percepisce, il suo essere un uomo in-

◗ Produzione Chernin Entertainment, Crescendo Productions, The Weinstein Company - Regia Theodore Melfi Sceneggiatura Theodore Melfi Cast Bill Murray, Melissa McCarthy, Jaeden Lieberher, Naomi Watts ITA EVENTI 77


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Silvia Busuioc 25 anni, ha interpretato la parte di Lilia nell’opera teatrale Animelle! Un euro al chilo, un progetto dedicato alla violenza contro le donne e il traffico delle ragazze

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a terminato a ottobre le riprese della terza stagione della fiction di Rai 1 Fuoriclasse, che andrà in onda da febbraio 2015. Nella serie tv, che racconta le avventure di una professoressa di Latino e Lettere (interpretata da Luciana Littizzetto) di un liceo di Torino, Silvia Busuioc interpreta Galina, una ragazza ucraina in cerca della sorella scomparsa. Un personaggio inserito nella seconda stagione e confermato per la terza. Attrice e modella di origini moldave, Silvia Busuioc, 25 anni, ha iniziato a sette anni a studiare danza moderna, latino, jazz, tango, continuando con hip-hop e danza del ventre e ha lavorato fin da piccolissima come ballerina in diversi spettacoli per la televisione nazionale moldava. Ma la sua vera passione è la recitazione e dopo essersi trasferita in Italia dove si laurea in Scienze Umanistiche per la Comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano, Silvia Busuioc viene scelta dal premio Oscar Martin Landau, direttore dell’istituto Actors Studio di Hollywood, dove studia per un anno, diventando l’unica attrice straniera ospite della scuola per un periodo di tempo così lungo. La svolta nella sua carriera potrebbe essere la sua prossima esperienza cinematografica: sarà infatti la coprotagonista del film noir internazionale Untitled, opera prima di Chris Loizou, prodotto da Barry Navidi, che ha lavorato con i più grandi di Hollywood, uno su tutti, Al Pacino. Silvia Busuioc, questo film è la tua “grande” occasione? «Ogni progetto è una grande occasione, quando ti piace e sei convinto di quello che stai interpretando». Che film sarà Untitled e come sarà il tuo personaggio? «È un thriller che ci riporta allo stile dei classici hollywoodiani come Psycho di Hitchcock. Però

Mentre sogna di interpretare il ruolo di una ballerina in un film, Silvia Busuioc si “accontenta” di essere la coprotagonista del film noir Untitled, opera prima di Chris Loizou. E ha le idee chiare: da grande farà l’attrice di Clara Dalledonne

non posso svelare più di tanto. Il mio ruolo mi ha spinto a maturare e scoprire nuove dimensioni nella ricerca del personaggio». Perché hai deciso di intraprendere la carriera di attrice? «Non è una decisione, è una passione che ti porti dentro e quando la scopri non puoi farne a meno, dovevo seguire questa strada per essere felice e sentirmi completa». Hai abbandonato la danza? «La danza non l’ho mai abbandonata, continuo a praticarla tuttora e mi diverto migliorando nei diversi stili. Spero un giorno di poter interpretare il ruolo di una ballerina in un film». Come prosegue la tua collaborazione con l’Actors Studio? «Sono in contatto con tutto il gruppo con cui ho lavorato e non vedo l’ora di tornare a Los Angeles per rivederli. Ci sono dei progetti in ballo con le persone che mi hanno visto esibirmi proprio su quel palco». Hai già lavorato a teatro, al cinema, e in una fiction televisiva. Qual è il palcoscenico che preferisci? «Ogni forma artistica che permette di interpretare dei personaggi veri è valida, indipendentemente dal mezzo che la comunica. L’importante è la storia da raccontare più che il mezzo per raccontarla, e sono grata di aver lavorato in tutti e tre i campi». Che esperienza è lavorare nella serie tv Fuoriclasse con Luciana Littizzetto? «Abbiamo finito da qualche mese di girare la terza serie e mi è piaciuto tornare sul set e rivedere tutti, sembrava la riunione di una grande famiglia. Luciana è sempre favolosa ed è un punto di riferimento per tutti quanti. Sono sicura che il pubblico non vede l’ora di scoprire le novità della terza stagione». Perché hai lasciato la Moldavia?

Foto Erica Fava/Styled by Gabriele Corbyons/MUA Grazia Carbonè

RECITARE È LA MIA PASSIONE

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Volti nuovi

A Londra Silvia Busuioc ha partecipato ai provini per il ruolo di “Bond Girl” ma è stata scartata perché era troppo giovane

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«Mi sono resa conto da discorsi fatti ed esperienze vissute da persone più adulte di me, che dove è passato il comunismo ha lasciato solo terra bruciata. Per me è molto più facile esprimermi e trovare lavoro nei paesi dove l’arte ha avuto un’espansione più vasta senza essere nascosta. Ora mi sento cittadina del mondo e ogni viaggio contribuisce alla mia crescita personale». Come ti descriveresti a una persona che non ti conosce? «Intraprendente, amichevole, altruista, positiva e poco modesta!». Quali sono le tue passioni al di fuori del lavoro? «Mi piace dipingere, è un modo di esprimersi e meditare allo stesso tempo». È vero che parli cinque lingue? «Si è vero. Parlo perfettamente russo e rumeno, perché in Moldavia siamo bilingue. Inglese perché ho iniziato a studiarlo fin da piccola e ormai vivo soprattutto tra Londra e Los Angeles. L’italiano perché ho abita-

to in Italia e ho fatto l’università qui e devo dire che in parte mi sento un po’ italiana. Invece il tedesco l’ho studiato per tanti anni, ma mai “praticato” seriamente, per cui lo parlo ovviamente peggio». Qual è il tuo sogno nel cassetto? «Continuare e migliorare sempre nel mio lavoro e poter recitare e lavorare con registi e attori che apprezzino il mio talento, ammesso che ci sia... ». Come ti vedi fra dieci anni, dal punto di vista professionale e personale? «Un’attrice di successo, senza paura di esplorare anche altri campi creativi, come la scrittura e altri progetti più personali. Un giorno vorrei aprire delle scuole d’arte in Moldavia e creare dei programmi con scambi culturali per gli studenti. Dal punto di vista personale mi vedo come una moglie e mamma in carriera con bimbi stupendi. Sono figlia unica e farò il possibile per avere tanti figli».




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L’esasperazione della forma sta rovinando la nostra cucina (e il mondo intero). Il patron dello storico Harry’s Bar di Venezia (e altri 21 ristoranti in tutti i continenti) racconta qual è il segreto per ricevere i clienti come… Hemingway di Guido Biondi

UN LOCALE STORICO DOVE SENTIRSI LIBERI

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opo tanti anni è ancora appassionato del suo lavoro: intrattiene i clienti – qualunque tipologia di cliente – dell’Harry’s Bar di Venezia presentandosi a ogni tavolo (il ristorante è sempre pieno), con un’umiltà e una maestria oggi quasi introvabili. La semplicità d’animo è la cifra stilistica di Arrigo Cipriani, nonostante un impero di 21 ristoranti sparsi per tutto il globo: New York, Ibiza, Montecarlo, Los Angeles, Honk Kong, Dubai, Mosca, Abu Dhabi, Miami, Porto Cervo, Istanbul, Bodrum, Messico. Tutti coordinati dal figlio (il padre di Arrigo ha iniziato nel 1931, Arrigo c’è da oltre sessant’anni). Arrigo si diletta anche a scrivere: ha pubblicato tre libri per Feltrinelli: Prigioniero di una stanza a Venezia (2009), Non vorrei far male a nessuno (2011) e il nuovissimo Stupdt o l’arte di rialzarsi da terra, tutti ricchi di aneddoti e particolari della sua vita intensa. Il nuovo libro è un vero e proprio divertissment contro luoghi comuni e pregiudizi; l’incipit è l’invito a sorridere di ogni cosa, compresi se stessi: «Lusso sono i miei cinquantacinque anni di matrimonio con una donna fantastica. Anche se ci vediamo pochissimo, tanto è vero che qualche volta non ricordo il suo nome e la chiamo tesoro». Alla fine della lettura si resta con una preziosa leggerezza frutto di anni di esperienza e di humour. La storia dell’Harry’s Bar è affascinante e ricorda una fiaba: il padre di Ar-

rigo, Giuseppe Cipriani, lavorava in un hotel di Venezia e conobbe un’anziana signora americana; un giorno lei partì all’improvviso lasciando il nipote Harry Pickering senza un soldo. Giuseppe prestò al nipote della signora 10.000 lire per garantirgli il rientro nel suo paese; qualche anno dopo Harry tornò a Venezia e restituì il prestito a Cipriani con l’aggiunta di altri soldi per ringraziarlo del generoso gesto. Con questo capitale Giuseppe decise di aprire l’Harry’s bar, in onore del suo amico. Un’altra grande intuizione del padre di Arrigo fu il Bellini, così chiamato per il colore del cocktail ispirato alla toga di un santo nel dipinto del pittore Giovanni Bellini. E ancora un’altra grande invenzione, il carpaccio: questa volta, sempre per il colore della carne, dedicato al pittore Vittore Carpaccio. Dal 2001 l’Harry’s Bar è patrimonio nazionale del Ministero dei Beni Culturali. «Il segreto è la totale mancanza di qualsiasi forma di imposizione» racconta il patron dell’Harry’s Bar, «il mio locale è semplice, chi lo vede ne converrà; l’arredamento è composto con materiale che si può trovare dappertutto: c’è il legno, ci sono le poltrone, le sedie e così via. Poi c’è uno studio profondissimo su tutti i piccoli particolari che io amo definire la ‘semplicità complessa’: un numero infinito di piccoli particolari che, aggregati tra loro, diventano lussuosi. E non inten-

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In origine il locale si trovava in una strada senza uscita. Cipriani ne era felice perché in questo modo ogni suo cliente non arrivava casualmente ma per scelta

do il lusso associato al denaro, ma la sensazione finale che si prova a essere circondati da questo feeling: io trovo che un oggetto per essere lussuoso deve avere un’anima. Quindi un locale deve essere curato nelle proporzioni tra i tavoli e le sedie, le luci, le tovaglie di lino, il servizio fatto in un certo modo – mai impositivo ma naturale – per lasciar trasparire una civiltà, uno stile dato dalla nostra cultura. E, ovviamente, il cibo che trae origine dalla nostra tradizione culinaria e le posate, che da noi sono piccole perché devono essere equilibrate, non devono togliere l’attenzione del cliente dal resto. Quando tutta questa architettura è in armonia il cliente si sente libero e si diffonde ciò che io chiamo l’atmosfera; in questo contesto io trovo naturale intrattenere e conversare con i clienti. Il focus finale del mio lavoro è creare questa sensazione di libertà. Un cliente può venire da me e prendere un’insalata e andare via e noi siamo contenti: significa che ha preso quello che voleva. Da noi non c’è questa orrenda imposizione di questi chef capitanati dai francesi che offrono i menù di degustazione solo per dimostrare di essere bravi». Quindi non vedrete mai Cipriani a Masterchef: «Per carità! Stanno rovinando la cucina italiana anche se alla fine non credo ci riusciranno davvero (ride, ndr). Non si inventa niente, bisogna continuare a far bene le cose se si può. È sempre più difficile trovare gli ingredienti perché da quando sono entrati questi guru dello slow food e del chilometro zero non si trova più un pollo buono o una carne buona; ci sono tutte queste fobie che non hanno ragione di esistere: sono

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solo modi di fare soldi e basta». Caustico e tradizionalista ma anche cosmopolita: in quali locali nel mondo è facile incontrare Arrigo? «La mia passione è sempre stata New York, mi è sempre piaciuto e mi piace ancora oggi il locale in quella città; il patrimonio più grande, per me, sono sempre i clienti. L’abbiamo aperto nel 1985 e sono passati tanti anni. Poi Ibiza, Montecarlo e Londra: è una città bellissima». I nomi dei clienti famosi dell’Harry’s Bar sono tantissimi: Arturo Toscanini, Truman Capote, Charlie Chaplin, Woody Allen, Frank Sinatra, Liz Taylor; è stato citato nelle canzoni di De Andrè e Paolo Conte. Vale la pena di concentrarsi su un personaggio in particolare poiché è circondato da una leggenda: «Come tutte le persone che nella vita hanno ottenuto tutto quello che volevano anche Hemingway se ne fregava se c’era un tavolo e spesso stava al bar a bere. Si è creata questa leggenda di un tavolo all’angolo del locale dove qualche volta si è senz’altro seduto. Ci sono turisti che vengono da ogni parte del mondo e sono felici di poter presenziare allo stesso tavolo ma in realtà il suo posto fisso era il bar». Lo scrittore ha composto Di là dal fiume e tra gli alberi proprio all’interno del locale, citandolo più volte. «Avevo un cliente negli anni Sessanta che mi diceva sempre che ci sono due forze che muovono il mondo: il lusso e lo snobismo. Lo snobismo è la forma delle cose, il lusso il suo contenuto. La perfezione per me è quando si hanno insieme forma e contenuto: il problema di oggi è che tutto il mondo sta correndo verso la forma e i contenuti sono dimenticati».



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CRACCO CI PORTA A SCUOLA

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ipercorrendo il percorso che ha portato Carlo Cracco ad essere uno dei più grandi chef internazionali si scopre una volontà di ferro e una determinazione a costruire - mattone dopo mattone - una carriera in divenire. Si parte dall’Istituto alberghiero Pellegrino Artusi di Recoaro Terme e, subito dopo, la collaborazione con Gualtiero Marchesi a Milano. E poi la Francia seguendo le orme di Alain Ducasse all’Hotel Paris e Lucas Carton al Senderens. In seguito è tornato in Italia presso l’enoteca Pinchiorri aggiudicandosi le prime due stelle Michelin e, nuovamente, con Marchesi al ristorante L’albereta. Da questo momento iniziano i locali in proprio: il primo è Le Clivie (una stella Michelin), il secondo il ristorante Cracco a Milano e il terzo si chiama Carlo e Camilla in segheria. E poi la tv: da tre anni conduce su Sky Masterchef Italia, senza dubbio il programma di maggior successo nel suo genere, oltre alla nuova edizione di Hell’s Kitchen Italia. Lo abbiamo incontrato in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro Dire, fare, brasare, edito da Rizzoli: il sottotitolo è “In 11 lezioni e 40 ricette tutte le tecniche per superarsi in cucina”, invito rivolto a coloro che hanno la passione della cucina creativa. Perché ha deciso di scrivere questo libro e su cosa ha voluto concentrare il suo focus? «La mia idea era quella di dare un Dire, fare, brasare è il terzo libro di Carlo Cracco pubblicato da Rizzoli, 288 pagine, prezzo 16,90 euro

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Nel suo terzo libro lo chef internazionale insegna le tecniche per essere veramente creativi, con le illustrazioni – step by step – di ogni ricetta proposta di Guido Biondi titolo diretto, immediato. “Dire” perché spiego e racconto storie e aneddoti, “fare” perché in una cucina inevitabilmente si deve “fare”, e “brasare” per dare già nel titolo un’anticipazione di ciò che si troverà all’interno del libro, ovvero tutte le principali tecniche di cucina. Questo è il terzo libro che scrivo: il primo era un approccio iniziale alla cucina attraverso delle mie ricette divise per difficoltà, nel secondo ho raccontato un “viaggio” nel labirinto delle regioni italiane, nell’ultimo mi sono concentrato sulle tecniche di base necessarie per la buona riuscita di un piatto senza tralasciare segreti ed aneddoti della mia cucina». Qual è stato il suo percorso evolutivo e quando ha avuto la consapevolezza di essere uno chef? «Ho scelto di andare alla scuola alberghiera senza avere idea di quel-

lo che volesse dire essere un cuoco. Non ero mai entrato in una cucina prima di allora non essendo un “figlio d’arte”. Mio papà mi mandò subito a lavorare nei weekend dietro consiglio del mio insegnante per cercare di colmare il gap con gli altri studenti. È stato nel 1986 da Gualtiero Marchesi a Milano il primo momento in cui ho acquisito la consapevolezza di voler fare il cuoco». Cosa dovrebbe fare oggi un ragazzo per realizzare il suo stesso sogno? «Ci vuole tanta determinazione e curiosità; mai accontentarsi dei traguardi. Ai giovani consiglio di viaggiare molto e fare esperienze all’estero». Quali sono le novità della nuova serie di Masterchef e quali sono i suoi giudizi in merito? «Masterchef sta andando molto bene, i nuovi concorrenti sono forti, persone mature, determinate e agguerrite al punto giusto. Ci saranno delle belle sorprese. Sono sicuro, sarà un successo». Quante possibilità ha un suo fan o cliente di trovarla nel suo ristorante? «Direi il 100%... Sono sempre al ristorante tranne quando sono in viaggio in Italia o all’estero». Quando decide di fare uno spuntino le succede di comprare un pacchetto di patatine? «Non posso rinunciare a una buona fetta di salame…».



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Sopra, il mercatino di Natale davanti alla Cattedrale a Strasburgo. Sotto, ancora Strasburgo: la Place KlĂŠber illuminata a Natale

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IL NATALE ALSAZIANO FRA MERCATINI E WINSTUB Strasburgo, Colmar, Mulhouse sono i centri più importanti della più piccola regione francese. Caratterizzata da tanti altri villaggi affascinanti, soprattutto a dicembre di Alberto Aitini

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’Alsazia ha due anime, una francese e una tedesca. Fino a qui niente di strano, tante regioni di confine, in tutto il mondo, conservano caratteristiche e tradizioni di paesi diversi. Ma in Alsazia queste due anime si fondono così armoniosamente da essere parte fondamentale del fascino di questa terra dall’identità forte e originale. La più piccola delle regioni francesi si trova a nord - est dello stato, al confine con Svizzera e Germania: da sempre in mezzo fra il mondo germanico e quello latino, l’Alsazia (insieme alla Lorena) è stata a lungo contesa tra Germania e Francia: parte del Sacro Romano Impero Germanico è passato sotto il controllo francese grazie a Luigi XIV nella seconda metà del XVII secolo. Tra il 1870 e il 1945 ha cambiato na-

zione quattro volte. L’eredità storica del passato è tangibile in Alsazia più che altrove: nella lingua, oltre al francese vi si parla l’alsaziano, una variante del tedesco alemanno che ha integrato molte parole di derivazione francese; nello stile architettonico, con le classiche case a graticcio che tanto ricordano la Baviera; nei cognomi delle persone, che spesso hanno un suono più tedesco che francese; nel cibo, basti pensare alla tipica choucroute alsaziana, a base di carne di maiale e crauti. Il simbolo della regione è la cicogna, infatti in cima ai tetti delle case, delle chiese o delle torri si vedono spesso dei grandi nidi. Nel comune di Hunawir si trova il Centre de Reintroduction de Cigognes, dove vivono 200 cicogne che condividono questi spazi ITA EVENTI 89


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con le anatre, i castori delle paludi e le lontre europee. In Alsazia si mescolano una grande varietà di paesaggi: foreste, valli, pianure, rilievi, costellati di castelli, di vigneti e di villaggi tipici. Strasburgo, Colmar e Mulhouse sono le tre città più importanti ma non sono gli unici luoghi a suscitare l’interesse di una visita: da non perdere le fortificazioni del Vauban dichiarate Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, le casematte della Linea Maginot, le montagne dei Vosgi, che occupano gran parte del territorio alsaziano, la strada dei vini della regione. L’Alsazia offre al visitatore diverse attrattive durante tutto l’arco dell’anno: la Via dei vini d’Alsazia o le escursioni nel Parco Naturale regionale dei Vosgi del Nord, per esempio, durante la bella stagione. Ma è d’inverno, a Natale, quando tutte le città e i villaggi ospitano i tradizionali mercatini e si vestono di luci e colori, che dà veramente il meglio di sé. I mercatini di Natale Ogni anno, quando arriva l’inverno, in Alsazia si declina tutto un mondo di luci, leggende, miti, profumi e sapori e i mercatini di Natale la fanno da padroni (sono oltre 100, dislocati in tutta la regione). Dal 1570 la piazza della Cattedrale di Strasburgo ospita il Christkindelsmärik, il più antico mercatino di Natale d’Europa: qui si trovano alberi di Natale, statuine del presepio, oggetti di artigianato locale, dolciumi e prodotti alimentari accompagnati da vin brulé. Dall’inizio del ciclo dell’Avvento, le città e i villaggi s’illuminano di mille luci e le decorazioni scintillano in ogni casa, in particolare la corona dell’Avvento, confezionata con rami di 90 ITA EVENTI

pino e decorata con quattro candele e nastri rossi. Fra i mercatini più belli anche quelli di Colmar, Haguenau, Riquewihr, Ribeauvillé e Eguisheim. Decisamente originale il mercatino di Natale del Museo dei Tessuti Stampati di Mulhouse: abiti, copricapi e altri accessori d’epoca presentati in una decorazione originale e inedita di stoffe. Molto particolare il Natale ad Altkirch: per circa un mese la Foresta Incantata s’installa nel cuore della città creando un ambiente emozionante e meraviglioso.

I DOLCETTI NATALIZI

Sono tantissimi i dolcetti di Natale che si preparano in Alsazia durante le feste. Fra questi le bredele sono fra i più diffusi: sono i classici biscotti dalle diverse forme (cuore, stella, pino, trifoglio…) fatti con la cannella, la vaniglia, l’anice, la farina di mandorle, di cocco oppure semplicemente di cacao, glassati o meno. Le ricette per prepararli sono tantissime, si dice che ce ne sia una per ogni famiglia alsaziana e che vengano tramandate gelosamente di generazione in generazione. Tipico di questa zona anche il pain d'épices, che viene preparato in occasione della festa di San Nicola, il 6 dicembre: sulle bancarelle dei mercatini è possibile trovare questa prelibatezza in tutte le forme, in particolare fatta a forma del Santo o del suo asino. Le spezie sono assolute protagoniste dei sapori natalizi alsaziani: anice, cannella, cumino,


Da sinistra: uno scorcio della città di Colmar vestita a festa. I Ponts Couverts di Strasburgo, i ponti coperti collegati alle torri di guardia medievali. I vigneti tipici dell’Alsazia

Strasburgo Sede del Parlamento Europeo e della Commissione europea per i diritti umani, il capoluogo alsaziano è una città cosmopolita e affascinante, dalle tante attrattive culturali e ricca di eventi durante tutto l’anno. Deve la propria fama soprattutto al suo centro storico, con la Cattedrale, la Maison Kammerzell, la Petite France e i Ponts Couverts, conosciuto anche con il nome di Grand Île perché si trova su un’isola del fiume Ill che attraversa la città. Molto

chiodi di garofano, noce moscata, papavero. Nei mercatini non mancano mai neppure le springerle, pasticcini all’anice con decorazioni in rilievo: quasi tutti i negozi di souvenir alsaziani vendono gli stampini usati per creare le decorazioni spesso molto elaborate.

suggestiva la visita in battello lungo i numerosi canali e corsi d’acqua che lo circondano e attraversano. La Cattedrale di Notre Dame, definita da Victor Hugo “un prodigio di grandezza e leggiadria”, è sormontata da una guglia alta ben 142 metri ed è stata l’edificio più elevato dell’intera Cristianità fino al XIX secolo. Tra parziali distruzioni, saccheggi, riforme e la rivoluzione, la cattedrale, simbolo della città, è passata da cattedrale cattolica a chiesa protestante e quindi durante la rivoluzione francese a tempio della ragione. Quest’anno si svolge la festa del millenario: da settembre 2014 a settembre 2015 sono in programma ben 150 eventi. All’interno si trova un orologio astronomico risalente al Rinascimento dotato di un meccanismo realizzato nel 1842 che è un vero e proprio capolavoro: ogni giorno, alle 12.30, stupisce i visitatori con la sfilata degli Apostoli. La Petite France è il vecchio quartiere in cui abitavano e lavoravano pescatori, mugnai e conciatori della città, con i mulini, i canali, i suoi ponti e le case a graticcio (di cui la più particolare è la Maison des Tanneurs) o a colombages, per dirla alla francese, è la zona più caratteristica della città. Colmar e Mulhouse Città natale del celebre scultore Bartholdi, padre della Statua della Libertà, Colmar si trova ai piedi del massiccio dei Vosgi ed è famosa per le sue case a colombages, i suoi canali e per essere la capitale dei vini d’Alsazia. La Piccola Venezia è il quartiere più pittoresco e suggestivo e prende il nome dal particolare allineamento delle abitazioni, situate da una parte e dall’altra della riva del fiume. La fama ITA EVENTI 91


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Il castello Haut Koenigsbourg: nel 1936 hanno girato qui alcune scene del film La grande illusione di Jean Renoir. Sotto, uno scorcio della Cattedrale di Notre Dame. Nella pagina a fianco, la riva dell’Ill a Strasburgo

di Mulhouse, un tempo patria dell’industria tessile, è legata soprattutto alla Città dell’Automobile, uno dei più importanti musei automobilistici al mondo. Molto interessante anche il Museo della Stampa su stoffa, il più importante centro d’immagini tessili esistente. Haut-Koenigsbourg Situato sulla cima del monte Stophanberch (755 m), nel comune di Orschwiller, è uno dei monumenti più visitati di Francia. Quando fu costruito, nel XII secolo, occupava una posizione strategica: serviva a sorvegliare le vie del vino e del grano a nord, ma anche quella dell’argento e del sale, sull’asse ovest-est. Nel 1899, l’Imperatore Guglielmo II fece restaurare completamente il castello, con l’obiettivo di trasformarlo in un museo e cogliere l’occasione per farne il simbolo del ritorno dell’Alsazia alla Germania. Nonostante la sua costruzione risalga a tempi recenti, il castello rispetta fedelmente l’architettura tipica medievale. Il Parco del Piccolo Principe È stato costruito in Alsazia esattamente nel punto in cui è stato scoperto il primo meteorite repertoriato ufficialmente, nel 1492. È un parco a tema poetico e ludico che ha aperto l’estate scorsa a Ungersheim. Si presenta come il primo parco aereo al mondo: ha trentuno attrazioni, due grandi palloni frenati per osservare il mondo dall’alto, l’aero92 ITA EVENTI


UN VIAGGIO ASSICURATO

bar, un bar volante in cui i passeggeri, 15 per volta, assicurati alle loro sedie, vanno in aria sospesi a 35 metri d’altezza, e uno spettacolare cinema in 4D (www.parcdupetitprince.com). Enogastronomia Nei menu delle winstub, taverne tipiche della regione, e dei ristoranti alsaziani, sono presenti specialità come la tarte flambée, una specie di pizza molto sottile ricoperta tradizionalmente di panna, cipolla e pancetta; il baeckeoffe, un piatto composto da manzo, maiale e agnello marinati, patate, aglio, cipolla e odori, il tutto cotto a fuoco lento nel forno in una terrina di terracotta; la ciambella Kouglof, di pasta lievitata; diversi piatti a base di Munster, un formaggio di latte crudo vaccino a pasta molle che prende il nome da una città alsaziana. L’Alsazia è una terra del vino: durante la bella stagione si può godere di un paesaggio caratterizzato da vigneti a perdita d’occhio. Sono sette i vitigni principali: Sylvaner, Pinot bianco, Riesling, Moscato d’Alsazia, Tokay Pinot grigio, Gewurztraminer e Pinot nero. Per gli appassionati è possibile seguire un itinerario lungo la Via dei vini d’Alsazia, “gettonatissima” soprattutto d’estate: esiste anche una pista ciclabile che passa attraverso le vigne e tocca tutti i paesi della Via. Oltre 400 viticoltori aspettano i visitatori nelle loro cantine per proporre le degustazioni.

Tutto ebbe inizio nella stazione di Lucerna, quando i treni non viaggiavano ancora a 300km/h. Alcune scintille provenienti da una locomotiva a vapore diedero fuoco ad un cumulo di valigie depositate sulla banchina in attesa di essere caricate: fu così che Max von Engel ebbe l’intuizione di assicurare i bagagli contro il rischio di incendio, con la complicità di Carl von Thieme, fondatore di Munich Re, oggi colosso mondiale nel campo della riassicurazione. Era il 1907 ed era appena nata la prima assicurazione viaggi della storia. Oggi la compagnia è nota in tutto il mondo con l’acronimo ERV (Europaeische ReiseVersicherung AG): è presente in Italia e in 25 altri Paesi, dalla Cina agli Stati Uniti. Leader nei principali mercati europei, inclusa la Germania, ERV collabora con alcune tra le società più importanti del settore del turismo worldwide, per un fatturato di 455 milioni di euro (2013) e un totale di 1.100 dipendenti. La rete di assistenza internazionale è composta da 700 corrispondenti locali che garantiscono a tutti i clienti un servizio ottimale prima, durante e dopo il viaggio. E se la copertura sul bagaglio (in caso di danneggiamento, furto, smarrimento e ritardata consegna) continua ad essere centrale, oggi la gamma di soluzioni assicurative proposte è molto più ampia. Si spazia dal rimborso delle spese mediche (con massimale di 2.500.000 euro) all’assistenza sanitaria, dalle garanzie in caso di annullamento o interruzione del soggiorno fino all’assistenza ai familiari rimasti a casa, all’abitazione e al veicolo. Ma ciò che più conta, è la capacità di ERV di offrire una soluzione personalizzata per ogni tipologia di viaggiatore. Ai frequent travellers ERV propone Multiviaggio365 e Annullamento Multiviaggio365, per viaggiare tutto l’anno, senza limiti sul numero di soggiorni effettuati, purché la durata di ogni viaggio sia inferiore a 45 giorni. Si può scegliere di assicurare viaggi in tutto il mondo o solo in Europa. E se è prevista una lunga trasferta, la polizza Soggiorno Lungo interviene sui viaggi, anche itineranti, fino a 365 giorni di durata continuativa. Ai giovani che viaggiano no-frills è dedicata Giovani & Studenti, una polizza low cost valida per le vacanze studio o di piacere dei ragazzi di età compresa tra 6 e 29 anni. Ai comfort addicted che scelgono di trascorrere le loro vacanze in hotel e/o resort, anche di lusso, ERV offre Stornohotel, una polizza sviluppata ad hoc per il solo soggiorno in hotel, conveniente nel prezzo e completa nelle coperture. Ai riservati che preferiscono affittare un appartamento e vivere la vacanza in completo relax, ERV propone Speciale Case Vacanza. Tra gli highlights, una garanzia qualora la casa o l’appartamento presentino difetti o mancanze tali da pregiudicare il soggiorno, valida anche in caso di atti illeciti o fraudolenti da parte del proprietario/locatore o presunto tale. A tutti gli sposi ERV riserva Speciale Nozze: oltre alle garanzie sul viaggio di nozze, la polizza include l’annullamento della cerimonia e del ricevimento, anche in caso di rottura della relazione prima del matrimonio. Da segnalare anche la responsabilità civile sull’evento e una garanzia anelli nuziali, valida in caso di perdita, furto o smarrimento. Infine, agli sportivi la polizza Vacanze e Sport sulla Neve offre una valida protezione che si applica a 360° sull’intera vacanza: soggiorno alberghiero, infortuni e altre problematiche che possono occorrere sulle piste o fuori, inclusi rimborso skipass, noleggio attrezzatura e lezioni di sci non godute. Informazioni, preventivi e acquisti online sul sito www.erv.it o in agenzia di viaggi.


Benessere

LA SALUTE SECONDO CHENOT Medicina cinese, psicologia, bioenergetica e naturopatia: all’Hotel Palace di Merano si riacquista vitalità ed energia grazie alle tecniche di uno dei più importanti maestri del benessere di Guido Biondi

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a brillante carriera di Henri Chenot è visibile non appena varcata la soglia del Palace Hotel di Merano: la sua organizzazione, la sua clientela e il suo autorevole insegnamento scientifico (e ricco di umanità) lo hanno reso tra i più importanti personaggi al mondo per la ricerca medica e biologica. L’Espace di Merano è un luogo frequentato da oltre vent’anni da politici, artisti, sportivi, gente comune che cerca benessere, da ogni parte del mondo. Chenot, tra le altre cose, ha fondato l’Accademia della Biontologia ed è studioso di medicina cinese, psicologia bioenergetica e naturopatia. Ma è l’animo umano il fine ultimo delle sue ricerche: nessuno come lui riesce a individuare in pochissimo tempo la sorgente dei nostri problemi di carattere psicofisico. Ha all’attivo anche tre libri con l’editore Sperling & Kupfer, l’ultimo si chiama Detox. Lo abbiamo incontrato per capire come si svolgono le settimane di cura e quali sono le dinamiche del suo successo. Ci descrive la persona che viene a cercare la sua competenza, la sua organizzazione e le sue tecniche? «Noi ci occupiamo di salute preventiva: dobbiamo tenere conto della genetica di ogni persona. Il primo punto è capire qual è la sorgente dei problemi di ogni persona. Abbiamo una clientela internazionale: Arabia Saudita, Qatar, Russia, Cina, ogni parte del mondo. C’è un’omologazione dei problemi di salute: l’imprenditore

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cinese e quello italiano si ritrovano con lo stesso elenco di problematiche a livello emotivo, fisico e psicologico. La prima richiesta che ricevo è di ritrovare la vitalità. Poi c’è un cambiamento radicale del concetto di lavoro: anni fa le persone non vedevano l’ora di smettere di lavorare; oggi, a un certo livello, abbiamo persone che non vogliono mai smettere! Io ho 71 anni ma non parlatemi di lasciare il mio lavoro, non sopravviverei due minuti dopo!». Quindi soprattutto manager troppo connessi al lavoro… «Nel mondo della comunicazione c’è troppa velocità e ne risente il livello emotivo e la capacità di comprensione. La gente si angoscia: molti camminano con il cellulare in mano mentre mangiano o bevono e quasi non vedono la strada. L’uso, anzi l’abuso, di questi device porta a delle alterazioni emotive, psicologiche e organiche.

Dieci anni fa tra la mia clientela non c’era questo tipo di problemi. Non c’è più neppure il tempo di identificare il cibo a livello digestivo; aumentano la fermentazione e la putrefazione mangiando senza la necessaria concentrazione. Quando viene da noi un cliente facciamo subito un check globale; chi soffre delle malattie più frequenti già dopo tre giorni beneficia di una regolamentazione del suo fisico. In una settimana riacquista una grande vitalità. Molti si vergognano a dire che non vogliono invecchiare: il cuore, l’intestino corrispondono all’età anagrafica ma se vogliamo mantenerci giovani dobbiamo cercare di cambiare il nostro approccio durante la giornata. I giocatori di calcio quando vanno a fare l’allenamento pre-campionato sono forzati tatticamente e fisicamente. Quelli più intelligenti hanno capito che per affrontare questo stress devono arrivare al-


Alcune immagini del Palace Hotel di Merano. Sotto, Henri Chenot

l’allenamento già disintossicati e “puliti” nel fisico. Tanti club dopo quattro partite hanno dei calciatori che accusano stiramenti e altri problemi: è soprattutto perché il loro fisico è intossicato. Vale anche per i dirigenti e per tutte le categorie con un forte carico di lavoro. E anche per un vecchietto come me di settant’anni che vuole ritrovare la sua forma e il suo benessere: alla mia età pretendo di avere rapporti sessuali, di camminare veloce, di fare golf. Bene, se voglio fare tutto questo devo seguire delle regole precise». Il suo focus non è solo fisico ma, in qualche modo, riguarda anche il lato spirituale e psicologico, non è vero? «Il cervello è fatto in due parti: quella razionale, utilizzata per imparare la matematica, la fisica etc e la parte emotiva e intuitiva. Le persone si spaventano di avere intuizioni e quindi le nascondono

oppure, nel caso di artisti, scrittori e dei veri creativi, le manifestano. Solo questa è la vera parte di noi stessi. In questo momento, purtroppo, la nostra società compie un grave errore: manda in pensione persone dopo sessant’anni di lavoro, individui che hanno acquisito informazione ed esperienza con una capacità di sintesi estremamente superiore rispetto a un giovane di vent’anni. Il ragazzo può

imparare la chimica, la matematica etc, e ha a disposizione la tecnologia, la razionalità ma non ha questa capacità, preziosa, di sintesi. Senza di essa l’umanità può fare anche catastrofi». Volendo fare una battuta, sbaglia quindi il premier Renzi a voler rottamare tutti? «Renzi ha grandi capacità ma non ha ancora raggiunto l’età della sintesi (ride, ndr)». Il suo metodo potrebbe anche approdare su internet per essere divulgato a più persone? «Sto organizzando con i miei figli (curatori del brand Chenot) la comunicazione su internet. È una grande opportunità perché non tutti possono venire da noi: penso a chi non può pagare per stare nel centro e mi dispiace. Attraverso internet si può divulgare un lavoro fatto di tanti anni di ricerca, di studio e di esperienza e così tutti potrebbero usufruirne». ITA EVENTI 95


Leggere

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in libreria 1. Giallo Svezia, Åsa Larsson, Stieg Larsson, Henning Mankell e AA VV., Marsilio

Una raccolta di storie inedite di alcuni dei maggiori scrittori nordici di suspense che fornisce un prezioso sguardo d'insieme sul giallo svedese. Gli autori svelano il lato oscuro della Svezia con le sue ombre più profonde. 2. Perché non lo portate a Lourdes, Lorenzo Amurri, Fandango Libri

Lorenzo, tetraplegico, non è credente ma decide comunque di andare a Lourdes, perché vuole vedere e scriverne. L’idea è di raccontare cosa accade dentro e fuori quando dipendi dagli altri per qualsiasi cosa: muoverti, spostarti, stenderti, mangiare. Amurri rivela le insidie che la meta spirituale sottende a un disabile e ci conduce in un tempo irreale e sospeso, in cui sacro e profano laicamente si mescolano. 3. Breaking News, Frank Schätzing, Casa Editrice Nord

Afghanistan, 2008. È l'occasione della sua vita, lo scoop che lo farà entrare nell’empireo dei giornalisti d’inchiesta: essere testimone diretto del blitz che dovrebbe portare alla liberazione di tre occidentali sequestrati dai talebani. 96 ITA EVENTI

È un azzardo, eppure Tom Hagen deve scommettere. E perderà.

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4. S. La nave di Teseo, J.J.Abrams con Doug Dorst, Rizzoli Lizard

Ideato e realizzato dal regista J. J. Abrams e scritto dal romanziere Doug Dorst, è il diario di due persone che si incontrano tra le note a margine di un libro per ritrovarsi invischiati in una lotta mortale tra forze sconosciute. Jennifer, giovane bibliotecaria, trova il romanzo La Nave di Teseo lasciato fuori posto da Eric, un lettore rapito dalla storia e dal suo misterioso autore, come rivelano le note che ha appuntato a margine nel libro. Lei gli risponderà con note di suo pugno, dando inizio a un dialogo del tutto speciale che li condurrà insieme in un mondo sconosciuto. 5. Un favoloso appartamento a Parigi, Michelle Gable, Newton Compton Editori

L’avventura di April, esperta d’antiquariato newyorkese, che parte con entusiasmo alla volta di Parigi per valutare un appartamento abbandonato da settant’anni. L’appartamento riserverà ad April diverse sorprese, rivelandosi un vero e proprio scrigno di tesori e ricordi preziosi.

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