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Claudia Iandolo, parole e poesia per raccontare

CLAUDIA IANDOLO

Per Komorebi, Miriam ha intervistato la poetessa avellinese Claudia Iandolo. Nata per caso a Milano – come dice lei stessa – è laureata in Lettere Classiche e insegna nei licei. Ha pubblicato i romanzi "Il paese bianco di Isidora vecchia" (Mephite, Avellino 2005), "Qualcuno Distratto" (Palomar, Bari 2007).

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Ha pubblicato per il teatro "Rossa luna di Novembre e altri" (Grafic Way, 1995), per la poesia "Aegre" (Elio Sellino Editore, 2004).

La sua ultima raccolta di poesie s’intitola "Sororità" (Lietocolle, 2014) ed è dedicata alla sua amica Lina – da qualche anno scomparsa - dalla stessa Claudia soprannominata

“sorella d’altro amore / che è quest’amore / che ogni volta ferisce / che muore ogni volta / di parole uguali.”

Come ti sei avvicinata alla Scrittura?

Ho sempre letto moltissimo, fin da bambina. Leggere è in fondo un altro modo di sognare, ed io sogno ancora. Da piccola ero affascinata dalle rime, credo di aver scritto la prima poesia in quarta elementare.

Cos’è per te la poesia?

La poesia è un modo come un altro per raccontare il mondo. Raccontare significa creare e in questosenso, forse, la parola poetica può rappresentare una speranza.

Raccontaci la genesi di una tua poesia

Una poesia nasce sempre dal ritmo, da una specie di musica di sottofondo che mi accompagna per giorni, a volte per settimane. La forma scritta arriva per ultima, naturalmente, ma è sempre una mutilazione. La scrittura contiene, tramanda forse, ma cristallizza il respiro dei versi.

Si discute spesso di letteratura o poesia al femminile. Io penso che la questione non sia di genere,ma di contenuti. Cosa ne pensi? Esiste, a tuo avviso, una scrittura al femminile?

Odio la definizione di scrittura al femminile: sottintende, ancora una volta, come modello universale il maschile. Esistono donne che scrivono con il loro stile e con la loro personalissima visione del mondo. Sarebbe ora che entrassero anche nei testi scolastici dove sono relegate in piccoli paragrafi, in un “a parte” che è davvero umiliante.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Vivere.

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