Kaire 45 Anno II

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IL SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA DI ISCHIA ANNO 2 | NUMERO 45 | 7 NOVEMBRE 2015 | â‚Ź 1,00

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LUCE NELLA NOTTE

Siamo pronti? Di Lorenzo Russo

anca poco ormai al prossimo convegno della Chiesa Italiana a Firenze. Un evento a cui la Chiesa di Ischia vi partecipa. Un’importante tappa dove anche il Papa sarĂ presente. Mons. Nunzio Galantino, segretario generale Cei ha tracciato la rotta per “una Chiesa che si mette in ascolto, che dialoga al suo interno con lo stile della sinodalitĂ e che al contempo cerca strade nuove per portare il messaggio del Vangelo nell’Italia di oggiâ€?. â€œĂˆ una Chiesa che si aspetta molto da se stessa, che cerca un luogo in cui fare discernimento insieme, come ha indicato il Papa ai vescovi italiani durante l’assemblea generale del maggio scorsoâ€?, afferma Galantino. Per poi aggiungere: “Ho percepito, in maniera molto chiara, una sorta di ‘fastidio’ verso quei convegni cosiddetti ‘accademici’: c’è, infatti, una sorta di ‘convegnite’ acuta che non tocca solo la Chiesa ma un po’ tutte le realtĂ . Oggi, invece, la gente ha bisogno di ritrovarsi, di discernere, di dialogare; ha bisogno di idee e di percorsi chiariâ€?. Quindi un riferimento al lavoro preparatorio nelle diocesi: “Viviamo tempi complessi e la nostra Chiesa non può rispondere alla complessitĂ con la sempli

se stessi�.

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IL NUOVO UMANESIMO Al via il 5° convegno ecclesiale nazionale della Chiesa Italiana a Firenze dal 9 al 13 novembre. La Chiesa di Ischia sarĂ presente all’evento. Il 10, l’arrivo di Papa Francesco.

CARITAS DIOCESANA

SEGUIAMO FRANCESCO

IMMIGRAZIONE

DEPURATORI

Le carriole della solidarietĂ : dalle parrocchie un esempio concreto di aiuto ai poveri.

Dopo gli scandali in Vaticano rileggiamo il testo del Papa sulle le 15 malattie alla Curia romana del 2014.

La storia di Mor Amar, che in Italia ha creato una cooperativa per dare lavoro agli italiani.

Le opposizioni sono contrarie al commissariamento: "non servirĂ a snellire i tempi..."


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In Primo Piano www.chiesaischia.it

7 novembre 2015

CONVEGNO ECCLESIALE CHIESA ITALIANA

Attesa ďŹ nita: pronti a tuffarsi nell’umano Di Andrea Fagioli

i siamo. Il “Convegnoâ€? sta per iniziare. Il Papa è in arrivo. La Toscana si appresta a vivere un momento storico. Non è esagerato pensarlo. La Chiesa italiana si riunisce a Firenze per confrontarsi sulla complessitĂ del momento presente e per progettare la pastorale del prossimo decennio. Lo fa nel nome dell’umanesimo, che è e resta cristiano. Francesco mette piede per la prima volta in terra toscana, prima a Prato e poi a Firenze. Incontra il mondo del lavoro (anche di quello che non c’è), gli immigrati, prega con i malati, pranza con i poveri, celebra l’Eucarestia con i pastori e i fedeli delle Chiese che sono in Toscana. Ma soprattutto indica la strada ai cattolici italiani. C’è molta attesa per quello che il Santo Padre dirĂ ai delegati delle diocesi al Convegno ecclesiale nazionale. Ăˆ inevitabile che sia lui, arrivando praticamente all’inizio dei lavori, a dare il senso a un’assise che deve affrontare, come è stato spiegato, il trapasso culturale e sociale che caratterizza il nostro tempo e che incide sempre piĂš nella mentalitĂ e nel costume delle persone, sradicando a volte principi e valori fondamentali per l’esistenza personale, familiare e sociale. I delegati, riuniti in piccoli gruppi, lo dovranno fare leggendo i segni dei tempi e parlando il linguaggio dell’amore. Non sarĂ quindi un convegno come tutti gli altri. Non ci sarĂ chi enuncia e chi ascolta. SarĂ partecipato e condiviso, anche nello stile e nell’organizzazione, perchĂŠ dopo questi giorni saremo tutti chiamati concretamente a uscire, annunciare, abitare, educare, tra litĂ di fede capace di confrontarsi di umanizzazione di ciò che appare oggi disumano. La culla stessa dell’umanesimo, la

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Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

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cittĂ di Firenze, sarĂ chiamata a interagire. PresenterĂ il suo volto piĂš bello, quello del sacro che diventa umano. Con trenta incontri in al gli ospiti a guardare al passato, ma anche al presente, per costruire un rinnovarsi, contribuire alla vera umanitĂ , allo spirito di condivisione, alla fraternitĂ . Lo stesso dovrĂ fare la cittĂ di

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

complesso e affascinante per sperimentare l’integrazione, la convivenza, la paceâ€?. Dall’incontro con Papa Francesco e dalla “contaminazioneâ€? del Convegno ecclesiale nazionale, le ComunitĂ toscane, e insieme a loro tutte le Chiese in Italia, dovranno ripartire dialogando con chi si dichiarerĂ disponibile, rilanciando la prospettiva di un nuovo umanesimo, che unisca e non divida, che accolga e non escluda, un umanesimo che faccia respirare il senso

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

dell’eterno anche nelle attivitĂ di tutti i giorni. feremo nel Giubileo della misericordia, in quell’anno in cui dovremo lasciarci sorprendere da Dio. E quella sĂŹ che sarĂ aria buona da respirare a pieni polmoni: momento ideale per un’inversione di marcia, per una conversione, per un cambiamento di vita, per un autentico nuovo umanesimo perchĂŠ la misericordia è la via che unisce Dio e l’uomo.

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (NA) Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

Il settimanale è stampato su carta riciclata utilizzando inchiostri vegetali non inquinanti presso uno stabilimento le cui attività prelevano una quantità di energia minore di quella prodotta dal proprio impianto fotovoltaico (a ridotta emissione CO2).


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In Diocesi kaire@chiesaischia.it

7 novembre 2015

Ischia verso il convegno di Firenze In collaborazione con la dottoressa Serena Pilato hanno preparato un artedĂŹ tre novembre, + presso l’auditorium po- so del Soccorso (recentemente relifunzionale di Ischia si staurato in maniera magistrale dalla è tenuto l’incontro in preparazione dottoressa Annalisa Pilato) scelto del V convegno nazionale ecclesia- dall’immenso patrimonio artistico le che si terrĂ a Firenze dal nove al diocesano perchĂŠ esso rappresenta tredici di novembre p.v. con la par- l’essenza della devozione ischitana tecipazione straordinaria del Santo verso l’umanitĂ sofferente di CriPadre. Il convegno ha come titolo “In GesĂš Cristo il nuovo umane- Ha suscitato molto interesse la resimoâ€? ed è stato strutturato se- lazione di don Emilio Salvatore, condo cinque verbi: USCIRE, referente regionale per la preANNUNCIARE, ABITARE, parazione al convegno di FirenEDUCARE, TRASFIGURA- ze, sulla bellezza della liturgia che: RE. La Chiesa che è in Ischia, “quando è profonda e autentica, è come tutte le Chiese che sono in / Italia, si sta preparando al conve- dare dallo Spirito per aprirsi al migno dando vita ad alcune iniziative, stero di Dio manifestato nell’uotra queste l’invito che il vescovo mo GesĂšâ€?. Quando le liturgie, Pietro ha rivolto a tutti i fedeli a che spesso si mostrano stanche o partecipare all’incontro di appro- troppo attente alle apparenze, non ! # - aiutano a entrare nel Mistero, non gurareâ€? e in particolare sulla bel- riusciranno mai a esercitare quella lezza della liturgia, come luogo di trasformazione che porta alla tra Nelle celebrazioni liturgiche non si e delle iniziative ecclesiali. Durante la recita del vespro, il ve- ricorda un uomo comune, un eroe scovo ha donato una breve ma del passato, ma si celebra il memo $ riale dell’ultima cena che ha effetdell’amore: “Quando si fa espe- % rienza dell’amore si comprende la mo, che invita a uscire da se stessi bellezza dell’amore. Le nostre co- per volgere lo sguardo a Cristo munitĂ , e le stesse liturgie, sono + belle quando sono vere, quando dell’amore di Dio verso l’umanitĂ . $ % & ' # 3 / *

sguardo alto, è un andare oltre per ha illustrato il contributo che la entrare in dialogo con Dio attraDiocesi di Ischia porterĂ al conve- verso quel modello e maestro che è l’uomo GESU’. gno. Di Maria Italiano

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La Chiesa di Ischia ha approfondito uno " gno: .


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7 novembre 2015

IL FURTO DI DOCUMENTI

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ÂŤNessun nuovo indagato in VaticanoÂť Dalla Redazione

l Vaticano sta procedendo senza incertezze sulla strada della trasparenza e della buona amministrazione: è quanto ha affermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in risposta alla pubblicazione di due libri che, attingendo a documenti riservati, vorrebbero dimostrare il contrario. Lombardi ha anche confermato che non ci sono altri indagati nell’ambito della inchiesta sul furto di documenti. Inoltre, ha detto, non si può dire che il Papa sia “sconfortatoâ€?. “Il Vaticano conosce giĂ molto bene la realtĂ e sa cosa deve fareâ€?. Qui di seguito al $ padre Lombardi. Pubblicazione dei libri è il risultato di attivitĂ illecita “La pubblicazione di due libri che hanno per argomento istituzioni

rie vaticane è oggetto di curiositĂ e di commenti largamente diffusi. Facciamo alcune osservazioni. Com’è noto, una buona parte di ciò che è stato pubblicato è il risultato di una divulgazione di notizie e documenti di per sĂŠ riservati e quindi di un’attivitĂ illecita che viene quindi perseguita penalmente con decisione dalle competenti autoritĂ vaticane. Ma non è di questo che vogliamo ora parlare, dato che è giĂ oggetto di molta attenzioneâ€?. In buona parte informazioni giĂ note + $ sto sul contenuto delle divulgazioni. Si può dire che in buona parte si tratta di informazioni giĂ note, anche se spesso con minore am-

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Nel percorso verso Firenze “si è vista, invece, una Chiesa che gradualmente si è messa in camminoâ€?; “si può dire che c’è un’attesa bella e, quindi, questo è un modo attraverso il quale la Chiesa italiana sta facendo quel cammino insiemeâ€?. “Penso che il Papa ancora una volta c’inviterĂ a fare opera di spetto a due tipi di attese: in quale maniera la Chiesa italiana sta coniugando l’incontro tra fede e storia? E come si sta misurando con il mondo contem 6' 7 $ do sul prossimo Convegno ecclesiale, aggiunge: “Molto spesso – senza dare giudizi, ma con grande umiltĂ e serenità – c’è da denunciare quell’atteggiamento per cui si pensa di essere Chiesa prescindendo da ciò che avviene intorno a noi, con il rischio di fare proposte e con un linguaggio che dicono niente agli uomini e alle donne d’oggi. Non si tratta di cedere alla contemporaneitĂ , ma – come c’invita il Concilio Ecumenico Vaticano II, soprattutto nella Gaudium et Spes – di essere uomini e donne di Vangelo, che vogliono annunciarlo e testimoniarlo all’uomo di oggi. La Chiesa a 8 3 re il suo rapporto con il mondo contemporaneoâ€?. “Dobbiamo guardare all’esperienza del Sinodo appena concluso, in cui sono emerse chiaramente la vitalitĂ , la bellezza, ma anche la fatica che comporta il cammino della sinodalitĂ â€?. Quindi un auspicio: “Sarebbe bello che la Chiesa italiana affrontasse un’esperienza che da troppo tempo non fa: un Sinodo nazionaleâ€?. Lorenzo Russo

piezza e dettaglio, ma soprattutto va notato che la documentazione pubblicata è perlopiÚ relativa a un notevole impegno di raccolta di dati e di informazioni messa in moto dal Santo Padre stesso per

$ sione di riforma e miglioramento della situazione amministrativa del Vaticano e della Santa Sedeâ€?. Gran parte informazioni dall’archivio della COSEA “La COSEA (Commissione Referente di Studio e Indirizzo sull’Organizzazione delle Strutture Economico-Amministrative della Santa Sede) dal cui archivio proviene buona parte della informazione pubblicata, era stata infatti istituita dal Papa il 18 luglio 2013 a tale scopo e poi sciolta dopo il compimento del suo incarico. Non si tratta quindi di informazioni ottenute in origine contro la volontĂ del Papa o dei responsabili delle diverse isti-

Assisi, San Gabriele, Padre Pio dal 7 al 10 novembre 2015 4 GIORNI - TUTTO COMPRESO IN PULLMAN - EURO 300,00 Per informazioni Tel. 081 995750 Salvatore Mattera Cell. 3331306538 info@bellitaliaviaggi.it - www. bellitaliaviaggi.it

tuzioni, ma generalmente di informazioni ottenute o fornite con la collaborazione di queste stesse istituzioni, per concorrere allo scopo positivo comuneâ€?. Letture diverse a partire dagli stessi dati Naturalmente, una gran quantitĂ di informazioni di tal genere va studiata, compresa e interpretata con cura, equilibrio e attenzione. Spesso sono possibili letture diverse a partire dagli stessi datiâ€?. Informazioni legate a fase lavoro ormai superata “Una pubblicazione alla rinfusa di una grande quantitĂ di informazioni differenti, in gran parte legate a una fase del lavoro ormai superata, senza la necessaria possibilitĂ di approfondimento e valutazione obiettiva raggiunge invece il risultato – purtroppo in buona parte voluto – di creare l’impressione contraria, di un regno permanente della confusione, della non trasparenza se non addirittura del perseguimento di interessi particolari o scorrettiâ€?.


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7 novembre 2015

La chiesa e la grande malattia Di Massimo Toschi

avvero la Chiesa appare molto malata, vorrebbe camminare sulle acque e in realtĂ affonda e rischia di affogare. Forse è venuto il tempo di porre la scure alla radice dell’albero. Operazione dolorosa che appare sempre piĂš necessaria. Il dio denaro e il dio potere seducono oltre ogni misura. E’ tempo di chiudere lo Ior, che appare non riformabile. E’ tempo di scegliere nei luoghi del governo della chiesa i poveri, i disabili, gli immigrati, coloro che sono la carne di Cristo e le piaghe di Cristo e non scegliere i cosiddetti esperti, sempre legati a correnti di potere. Mi pare che dietro questa vicenda c’è una operazione di discredito nei confronti del Papa. Ci sono manine e manone, che gettano fango. E’ una antica storia, ma che oggi esplode. Di fronte al denaro sono i professionisti della caritĂ e la chiesa come ong, che sanno utilizzare i poveri per fare il loro interesse. Di fronte a Papa Francesco che chiama alla chiesa povera e dei poveri si presentano i numeri, assolutamente fuori controllo, frutto di un cristianesimo violento e potente. Chi vuole attaccare Papa Francesco, suggerisce lo scandalo dei soldi, per dire che solo i ricchi possono compiere la riforma della Chiesa. Il Corriere della sera offre questo tipo di interpretazione, lasciando presagire una debolezza di Papa Francesco nel governo della Chiesa, scegliendo persone sbagliate e compiendo azioni affrettate. Ricordo che nell’incontro con la curia per il Natale del 2014, il papa parlò delle quindici malattie della curia. Un testo impressionante e rivelativo di una situazione ai limiti della catastrofe, di una malattia e di una febbre fuori controllo. Un elenco impietoso, che indicava la responsabilitĂ di tutti e ciascuno. Ecco l’elenco, che il papa ha indicato a tutta la chiesa e ai poveri cristiani: 1) la malattia del sentirsi immortale, immune o addirittura indispensabile trascurando i necessari e abituali controlli 2) la malattia del “martalismoâ€? cioè dell’eccessiva operositĂ . 3) la malattia dell’impietrimento mentale e spirituale.

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Nel Natale del 2014, papa Francesco ha parlato ( ) pressionante e impietoso che indicava la respon " * ( +

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4) la malattia della eccessiva piani 5) la malattia del cattivo coordinamento. 6) la malattia dell’alzheimer spirituale 7) la malattia della rivalità e della vanagloria: quando l’apparenza, i colori delle vesti e le insegne di % primario della vita‌E’ la malattia che ci porta ad essere uomini e donne falsi e a vivere un falso misticismo e un falso quietismo 8) la malattia della schizofrenia spirituale. E’ la malattia di coloro che vivono una doppia vita, frutto della ipocrisia tipica del mediocre e progressivo vuoto spirituale, che lauree o titoli accademici non possono colmare

9) la malattia delle chiacchiere, delle mormorazioni e dei pettegolezzi. Di questa malattia ho già parlato altre volte, ma mai abbastanza 10) la malattia per divinizzare i capi. E’ la malattia di coloro che corteggiano i superiori, sperando di ottenere la loro benevolenza. 11) la malattia della indifferenza verso gli altri 12) la malattia della faccia funerea 13) la malattia della accumulare: quando l’apostolo cerca di colmare un vuoto esistenziale nel suo cuore ,accumulando beni materiali, non per necessità ,ma per sentirsi al sicuro 14) la malattia dei circoli chiusi, dove l’appartenenza al gruppetto diventa piÚ forte di quella al corpo e in alcune situazioni, al Cristo stesso

15) Ăˆ l’ultima. La malattia del pro

quando trasforma il suo servizio in potere, e il suo potere in merce per B poteri. Ăˆ la malattia delle persone che cercano insaziabilmente di moltiplicare poteri e, per tale scopo, sono capaci di calunniare, di diffamare

giornali e sulle riviste. E’ passato meno di un anno e oggi è evidente che queste malattie sono operanti nel corpo della Chiesa. Le ultime tre si impongono per la loro e delle riviste. Il Papa le ha indicate per chiamare alla conversione e penitenza ogni famiglia, gruppo, comunitĂ . Il Papa sapeva che alcune situazioni sarebbero precipitate, come è avvenuto, ma ha voluto dare a tutti un tempo vero di penitenza e di misericordia, che forse qualcuno ha ritenuto come un avallo all’impunitĂ . L’ultima malattia della ricchezza e del potere, dei soldi e degli affari spiega in modo nitido quanto sta accadendo in queste ore. E’ davvero la malattia delle malattie. L’ultima delle malattie perchĂŠ le porta tutte a compimento. E’ venuto il tempo di riformare la curia: dopo cinque anni tornare nella propria diocesi; ridurre apparati, malati di elefantiasi; uno stile di vita povero; evitare carrierismi, legati a cordate e appartenenze. Decentrare molto alle conferenze episcopali Questa malattia richiede una terapia, coraggiosa e incessante e che l’umile medico del Signore dona J

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J i poveri e nient’altro che i poveri. Ecco le lampade che illuminano il nostro cammino nella notte della K

J sono lampada ai nostri passi. La Chiesa italiana, con il suo convegno di Firenze, mostri la sua

poveri e alla povertĂ della Chiesa. Si compirĂ in lei cosi la grazia della conversione, che papa Francesco chiede a tutti. Appare ancora piĂš chiara la scelta del giubileo della misericordia, fatta da Papa Francesco. Senza la misericordia di Dio siamo destinati a perire. Un atto dunque non sentimentale, ma radicalmente teologico, senza il quale la Chiesa rischia di perdersi.


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La Voce di Pietro www.chiesaischia.it

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Preghiamo per i nostri defunti LunedĂŹ 2 novembre $ !

al cimitero di Lacco Ameno è stata celebrata / ' 3 46

nostro Vescovo Pietro.

Di Giuseppe Galano

in dal primissimo pomeriggio il luogo era affollato di fedeli che attendevano in maniera trepidante l’arrivo dell’amato pastore, desiderosi di mettersi in comunione ed ascoltare le parole di Mons. Lagnese. Ad accogliere Padre Pietro ed a concelebrare con lui il parroco di Lacco Ameno don Gioacchino Castaldi ed il viceparroco don Gianfranco Del Neso. La Messa è stata animata dalla corale della Chiesa di Santa Restituta diretta dalla prof.ssa Tuta Irace. Presenti alla celebrazione il sindaco Giacomo Pascale ed altre autoritĂ civili. “Carissimi fratelli e sorelle ci ritroviamo in questo luogo santo dove riposano i resti mortali dei nostri fratelli defunti per celebrare l’Eucarestiaâ€?. Con queste parole

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Padre Pietro ha inizio la funzione religiosa. La sua omelia è stata prime battute. Egli ha sottolineato come in questo giorno cosĂŹ speciale è necessario fermarsi ed esprimere gratitudine e riconoscenza nei confronti dei defunti per tutto ciò che hanno trasmesso nel corso della loro vita terrena. “Abbiamo bisogno di venire in questo luogo e far visita ai resti mortali dei nostri cari. Loro ci parlano con il silenzio, ci invitano a meditare sulla vita e sulla morte; ci invitano a vivere al meglio la nostra vita. Siamo qui a pregare per loro sapendo che anche loro lo fanno per noi. Apparteniamo tutti all’unico Corpo di Cristo, all’unico Corpo Santo acquistato da GesĂš a partire dal Suo Sangueâ€?. Il Vescovo afferma che come guida della Chiesa d’Ischia

dell’isola e come egli debba pregare per tutto il popolo ischitano e per tutti coloro che hanno vissuto sulla nostra meravigliosa terra. “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio. I nostri defunti non hanno smesso di vivere, non sono persi. Solo il peccato è distrutto, tutto il resto non sarĂ perso. Come

infondendo loro sicurezza e protezione cosĂŹ i nostri defunti sono nelle mani di Dioâ€?. Con tono di voce dolce e pacato il Vescovo $ Il Signore asciugherĂ le lacrime ai suoi occhi. Come la mamma sentire la sua tenerezza cosĂŹ Dio fa con noi. Tutti i dolori saranno bruciati nell’amore e diventeranno esperienza di amore e tenerezza del Signoreâ€?. Il passo del Vangelo di Matteo (5,1-12°) ci parla delle

Beatitudini. L’Evangelista ci parla di GesĂš che si rivolge alla gente del popolo, ai poveri, agli ammalati, agli esclusi dalla societĂ , a chi piange la morte di un caro, persone che non osano nemmeno sperare in un cambiamento della loro situazione. Sono infelici e GesĂš dice loro che le cose presto cambieranno e potranno gioire. “GesĂš dice Beati. I Cristiani vivono le Beatitudini. Crediamo nell’amore di Dio, un amore che non delude e mai viene meno. Ci attende un mondo piĂš bello, una vita migliore, dobbiamo averne la certezza. Ci attende il Cielo, una dimensione piĂš bella. Dio per noi non ha risparmiato Suo Figlio. Dobbiamo fare esperienza di Resurrezione anche su questa terra ed un giorno ci incontreremo con i nostri cari defunti per i quali preghiamo per intercessione di Mariaâ€?.


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7 7 novembre 2015

PiĂš risorse. Finalmente. Presentato dal ministro il Pon per il periodo 2014/2020. Tre miliardi >

cui si aggiungono i 16 miliardi !

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Di Alberto Campoleoni

randi movimenti in Viale Trastevere e, in prospettiva, nel mondo complesso della scuola italiana. Qualche giorno fa è stato presentato il Pon (Programma operativo nazionale “Per la scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimentoâ€?) per il periodo 2014-2020 e giĂ si guarda al Pnsd (Piano nazionale scuola digitale), pronto a partire e che lascia immaginare una trasformazione importante della scuola italiana. La parola “digitaleâ€? suona quasi magica in termini d’innovazione e slancio verso il futuro. “Accelerare le politiche educativeâ€? del Paese sembra essere il motto del ministro. In questa chiave, il Pon - sul digitale si vedrĂ - risulta un passo importante, a partire dalla concretezza

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dei soldi che dovrebbero arrivare per gli istituti scolastici. “Il Programma 2014-2020 - ha spiegato il ministro - conta su risorse imponenti che dobbiamo assumere come indicatori di responsabilitĂ politica e amministrativa. Abbiamo 3 miliardi a cui si aggiungono i 16 miliardi previsti dalla Buona scuola nel prossimo settennio. Sono risorse con cui potremo fare politiche ef ' I soldi - rispetto al Pon precedente a disposizione c’è un miliardo in piĂš - vengono in buona parte (circa 2,2 miliardi) dal Fondo sociale europeo (Fse) - hanno spiegato dal ministero - e potranno essere utilizzati per lo sviluppo delle competenze chiave e delle competenze trasversali degli alunni, il potenziamento delle competenze dei docenti e del personale della scuola,

l’integrazione degli studenti, l’alternanza scuola-lavoro, l’istruzione degli adulti, l’internazionalizzazione delle scuole. Insomma, di tutto un po’. Si dovrebbe poter intervenire con nuove risorse sugli snodi piĂš delicati del sistema, compreso quello dell’abbandono scolastico. La parte restante dello stanzia X YZZ [ / ziata dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) e servirĂ per intervenire sull’edilizia scolastica, sul potenziamento degli ambienti digitali e dei laboratori professionalizzanti, per favorire l’innovazione. L’obiettivo è rendere la scuola sempre piĂš “smartâ€? con spazi didattici innovativi ma anche sempre aperti, oltre l’orario di lezione, per gli studenti e per il territorio. Una scuola, insomma, che guarda al futuro. E qui c’è da pensare al raccordo con il Piano digitale in

arrivo. Anche se, pur affascinato da quanto riserverĂ il futuro, c’è chi non riesce a dimenticare le immagini del presente, con qualche giorno sĂŹ e uno no crolla in qualche istituto del Paese, da Sud a Nord. Va detto che c’è anche il Piano di edilizia scolastica, naturalmente. E che nessuno ha la bacchetta magica, però... Tornando al Pon, le slides di presentazione del ministero ricordano che in tutto verranno coinvolti circa 3 milioni di studenti, 200mila adulti, 250mila fra docenti e membri del personale della scuola e quasi 9mila istituti scolastici. Non è poco. E a sostegno della scuola “smartâ€?, ecco anche l’App “FondiAmo la Scuolaâ€? che consente di visualizzare, istituto per istituto, i progetti realizzati nell’ambito della Programmazione 2007-2013 e fornirĂ le informazioni anche sul Pon 2014-2020. Anche la trasparenza è un obiettivo del Piano. E non è banale, in veritĂ : piĂš si conosce, piĂš si può controllare, piĂš cresce la responsabilitĂ collettiva sulla scuola. Sarebbe, giĂ questo, un risultato importante.

Stage all’Evi per due studenti del “Mattei� Di C.S.

er l’Istituto “Enrico Matteiâ€? di Casamicciola e l’Energia Verde Idrica spa l’ “alternanza scuola lavoroâ€? è una realtĂ . Prevista dalle norme scolastiche e necessaria per preparare i giovani al mondo del lavoro, l’alternanza tra studio e stage presso un’azienda si è concretizzata a partire da martedĂŹ 3 novembre, presso la sede centrale di via Leonardo Mazzella ad Ischia. Antonio Curci ed Aiko Di Meglio sono gli studenti che svolgeranno 100 ore presso la societĂ che gestisce il ciclo idrico integrato dell’isola d’Ischia. Frequentano il terzo anno del settore “Amministrazione, \ ' 3 tivamente inquadrato come il corso per i ragionieri. 8 * ] % 8 -

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nanza dell’EVI, i ragazzi stanno per ora effettuando una “full immer ' ^_Z ` compito principale consiste appunto nella comprensione dei meccanismi di funzionamento di un’azienda. Successivamente si caleranno totalmente nella teoria e nella pratica K /

% Tutor dei ragazzi è la prof.ssa Giovanna Di Scala, docente di Economia Aziendale. Per il Liquidatore dell’EVI spa, dott. Pierluca Ghirelli, “è un piacere ed un onore per l’EVI spa contribuire alla formazione di questi giovani, che rappresentano il nostro futuroâ€?.


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Politica & Ambiente www.chiesaischia.it

7 novembre 2015

Di Amedeo Romano

a situazione dei depuratori sulla nostra isola è tornata d’attualitĂ in questi giorni con la notizia dell’avvenuto commissariamento da parte del ministero dell’ambiente dei due impianti da realizzarsi a Casamicciola e Forio, mentre per Ischia la situazione è ben diversa. E candidamente, è emerso che i sindaci avevano richiesto con forza il provvedimento di commissariamento, stanchi a loro dire delle lungaggini della regione Campania e dell’Arcadis. Con il commissario – sostengono – i tempi dovrebbero essere certi e celeri; giĂ in questi giorni dovrebbero giungere i tecni ro sorgere le strutture. Ma a questo proposito storcono il naso i consiglieri di opposizione: per Arnaldo Ferrandino, consigliere di Casamicciola, è assurdo procedere in questo modo, visto che sarebbe bastato compulsare piĂš attivamente la regione e la stessa Arcadis, visto che due anni fa erano stati giĂ sul posto ed avevano visionato il sito del parcheggio Anas. Ferrrandino traccia la storia del depuratore, che servirĂ i comuni di Casamicciola e Lacco Ameno, e sostiene la inutilitĂ del commis-

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Depurazione sull’isola Opposizioni contrarie al commissariamento: “non servirĂ a snellire i tempi...â€? sariamento: “Non servirĂ a snellire i tempiâ€?, proprio perchè ora bisognerĂ ricominciare tutto daccapo. Stessa storia per Forio: Vito Iacono ha raccontato come in 20 anni il sito dove allocare il depuratore sia stato cambiato in piĂš occasioni con delibere di consiglio comuna sotto il parcheggio di marinai d’Italia. “Chiederò un incontro con il commissarioâ€? dice Iacono che proporrĂ di rivedere la sistemazione dove giĂ sono state fatte le op $ % del porto foriano, sotto la strada in

zona Monticchio. Per il consigliere ischitano Carmine Bernardo la situazione del depuratore di Ischia è paradossale: ora si invoca il commissariamento dopo anni di contenziosi e di stop dei lavori. Intanto la regione ha comunicato la rescissione del contratto con la ditta. “tutto tempo persoâ€?, sostiene il consigliere ischitano d’opposizione, che invoca un provvedimento contro quei funzionari che hanno determinato queste lungaggini. “I progetti sono fatti sbagliati apposta, per poi procedere con altri soldi per le varianti in corso d’o-

peraâ€?, sottolinea Bernardo a piĂš riprese. E i cittadini? Cosa ne sanno di tutto quanto sta avvenendo? “Apprendiamo dal sindaco Caruso nell’intervista tv che i primi cittadini hanno chiesto e caldeggiato il commissariamento come panacea di tutti i maliâ€?, sottolinea Vito Iacono. Il consiglio comunale, luogo deputato a dibattere su scelte cosĂŹ importanti, non è stato minimamente interessato della vicenda, nĂŠ degli incontri romani che qualche sindaco ha avuto in ministero per ottenere il risultato sperato. C’è poi il ruolo, non secondario dell’Evi che dovrebbe gestire il settore fognature, e qui torna alla carica Bernardo: “Ancora non sappiamo ti dai cittadini per la depurazione inesistenteâ€?. E poi, Vito Iacono evoca l’intervento non procrastinabile dell’area marina protetta Regno di Nettuno, viste la polemiche suscitate la scorsa estate dai video che ritraevano le chiazze galleggianti sul pelo dell’acqua al largo del soccorso... Sui tempi di realizzazione, sono tutti concordi: “siamo passati da un burocrate ad un altro, quindi se le amministrazioni non stanno col depuratori sulla nostra isola continueremo a parlare per i prossimi decenni...â€?


Opinioni kaire@chiesaischia.it

7 novembre 2015

Di Franco Iacono

Il Cristo ammoniva i suoi discepoli: “Dalle vostre opere vi riconosceranno!â€? Di questi tempi, ma non solo, forse è il caso‌ di dimenticare que K noscereâ€? molti dei protagonisti, ed i loro mandanti, di questo ultimo scandalo in Vaticano. Mi sorprende che, salvo Padre Lombardi nella sua qualitĂ , neppure un Cardinale, o anche un Vescovo, senta il bisogno di intervenire per porre, e por K + fatto il Vangelo, che “usoâ€? è stato fatto dell’insegnamento del Cristo, che è insegnamento d’Amore!?â€? In questo sta la solitudine di Papa Francesco. In Vaticano ed in larga + nelle periferie, almeno dalle nostre parti. E’ questa la Chiesa che vagheggiava il Cristo, quando diceva a Pietro; “Tu es Petrus et super J meam?!â€? Quando, sempre il Cristo, con grande sicurezza predisse che le forze del Male non avrebbero “prevalsoâ€? – non prevalebunt – siamo certi che con il senno di poi, Lui, che giĂ sapeva tutto, non stia avendo ora qualche dubbio sulla Sua scelta libera, ancorchĂŠ voluta + per redimere l’umanitĂ ?! In questi giorni, pare, che il problema vero sia costituito dalla fuga di notizie, dal trafugamento di documenti, ' parte di alcuni prelati e non tanto dal merito, comunque intuito dopo troppo tempo, delle cose che vengono fuori. Al netto del ridicolo ' + Bertone circa i lavori per rendere piĂš accogliente e sfarzoso il suo attico! Torno a dire, quello che mi colpisce è il silenzio assordante della Chiesa militante, di tanti preti,

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della risorsa mare, della portualitĂ , anche di quella turistica, dell’agricoltura. Ma, soprattutto, non si parla di Formazione Professionale, che prepari i giovani a lavorare per realizzare quei progetti e spendere quelle risorse. Il problema dell’occupazione non si risolve aspettando con ansia il prossimo comunicato dell’ISTAT, che magari annuncerĂ l’aumento dell’occupazione di qualche 0 virgola, per consentire qualche tweet esultante. Qui un giovane su due non lavora! Solo per ricordare! tenteâ€?, “famosoâ€?, “eroeâ€? da prima ^ y { / pagina sui giornali e da modello divertito poco nell’incontro con i w + - Presidenti delle Regioni. Dalle dito istituzionalizzare la data del 3 di chiarazioni di Sergio Chiamparino, novembre dedicandola alle vittime Presidente, ancorchĂŠ dimissionadella criminalitĂ organizzata, che rio, delle Conferenza delle Regioni, non distinguerei, in quanto Chiesa si capisce che ha prevalso il senso di Cristo, tra innocenti e colpevoli. di responsabilitĂ . Buon per tutti! Questa distinzione potrebbe esse- Restano, tuttavia, le dichiarazioni re giusta per noi di questa terra, ma volgari e “ducescheâ€? del Premier, i morti di fronte a Dio sono tutti che sempre meno tollera dissensi, uguali. E non solo nell’anno della verso un alto livello IstituzionaMisericordia. E Dio sa quanto la le, quale è quello costituito dalle societĂ sia responsabile anche dei Regioni. Non è consentito ad un “colpevoliâ€?, di quei giovani, che Presidente del Consiglio affermanon hanno saputo trovare altra re: “Ora con le Regioni ci diverstrada che non quella della crimi- tiamoâ€?. Anche se alcune Regioni nalitĂ organizzata. Senza lavoro hanno evidenti responsabilitĂ di senza scuola, senza famiglia, con cattiva gestione. Resta ora il proun unico‌ maestro: la strada! blema politico di una frattura eviOra, pare, il governo ha licenziato, dente tra Matteo Renzi e Sergio sul suo sito l’ormai mitico “Ma- + / sterplanâ€?. Contiene l’atteso elenco secondo piano per non essere indidelle risorse stanziate con qualche viduato come riferimento di quanti garanzia in piĂš, che viene, alme- non apprezzano e non condividono si spera, dalla centralizzazione no questa veloce trasformazione presso il Governo dell’utilizzo del- del PD in Partito della Nazione. le risorse comunitarie. Le Regioni, | 3 + colpevoli di troppi ritardi e della perdita di ingenti risorse comuni- della cosiddetta Cosa Rossa, elitatarie, in questo caso hanno torto ria e velleitaria, se non radical-chic, e, opportunamente, non hanno ma nel Partito, su basi coerenti e reagito. Manca tuttavia, la Politica solide, potrĂ lavorare per recupeEconomica e mancano scelte stra- rare il PD ad autentica forza rifortegiche. Si registra la solita cantile- mista, che sia protagonista anche ' nello spento scenario del Partito ho letto bene i titoli, non si parla del Socialismo Europeo.

Punti di vista Vescovi, laici cattolici, associazioni cattoliche. CosĂŹ Papa Francesco resta solo, perchĂŠ quel “corpoâ€? non reagisce, non grida che il Cristo ci ha insegnato altro, che non c’è solo il problema della Finanza Vaticana da riformare, c’è l’altro problema, quello vero: la Chiesa di Cristo, nata dal Vangelo e costruita sul Vangelo è altro, molto altro. Credo che il compito dei sinceri cattolici, 3 mente nel messaggio e nell’insegnamento di Papa Francesco una ragione di Fede, ed anche motivo di gioia nell’ascolto delle sue parole e nella condivisione della sua â€?testimonianzaâ€? autenticamente evangelica, debbano far sentire alta e forte la loro voce. Devono incoraggiare questo Grande Papa non le l’imbroglio e la malversazione, bensĂŹ, letteralmente, a “cacciare i mercanti dal Tempioâ€?. NĂŠ piĂš nĂŠ meno di come fece il Cristo. 2. Intanto il Cardinale Sepe ha fatto cosa buona ed opportuna concelebrando Messa con i parroci dei quartieri a rischio, con quelli che ogni giorno devono fare i conti con la camorra, con migliaia di famiglie che vivono di camorra, di violenza, di morte, con migliaia di giovani, se non di ragazzi, sempre piĂš attratti da quel mondo, tanto piĂš se ti consente di diventare “po-


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Caritas www.chiesaischia.it

7 novembre 2015

PARROCCHIA DELLA NATIVITA’ DI MARIA SS. – DECANATO DI BARANO SERRARA FONTANA

Le carriole della solidarietĂ Di Anna Curci

uest’anno in prossimitĂ del 31 Ottobre, come comunitĂ parrocchiale abbiamo fatto nostra un’iniziativa lanciata dalla Caritas Diocesana: la carriola della solidarietĂ ; si trattava di percorrere con i bambini le vie del territorio, bussando alle porte e, in antitesi a “dolcetto o scherzettoâ€?, chiedere generi alimentari per riempire le dispense delle persone meno fortunate della parrocchia. Ci siamo riuniti a raccolta quindi sabato pomeriggio, adulti, giovani e bambini, e divisi in gruppi con gioia e allegria abbiamo iniziato la nostra missione! Inizialmente i bambini hanno cominciato con un po’ di timidezza, ma poi facevano a gara per poter spiegare loro il perchĂŠ di questa visita a domicilio improvvisa! E forse per la prima volta abbiamo avuto l’opportunitĂ di toccare con mano e conoscere davvero tutte le realtĂ presenti sul nostro territorio, e la bontĂ e generositĂ che siamo in grado di donare nonostante tutto! Abbiamo bussato alla porta di persone anziane che nonostante i loro problemi e forse anche un po’ di solitudine, ci hanno accolti con gioia e donato qualcosa per i bisognosi. Bella è stata l’esperienza di un gruppetto che si è trovato a bussare alla porta di un giovane papĂ : “Ci ha raccontato che lui non aveva molto, anzi andava in alla sua famiglia ogni giornoâ€? racconta un ragazzino, “nei sui occhi ferenza nel non poterci dare qualcosa: allora noi gli abbiamo detto di non preoccuparsi, che non era necessario che donasse qualcosa, e che anzi poteva contattarci quando aveva bisogno! poi abbiamo continuato a bussare alle case successive e dopo 2 minuti abbiamo visto quello stesso papĂ rincorrerci per donarci dei pacchi di pasta per i poveri! Mi ha colpito perchĂŠ nonostante avesse poco, ha voluto condividere proprio quel poco che aveva!â€? Altrettanto bella è stata l’esperienza di un altro gruppetto che si è trovato a bussare alla porta di una famiglia di un’altra religione: dopo un primo momento di dif

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ebbero spiegato lo scopo di quella “passeggiataâ€?, loro hanno capito lo scopo ed hanno donato ciò che hanno potuto! Segno che la caritĂ va oltre ogni distinzione! Bellissimo è stato per i catechisti vedere i bambini cosĂŹ felici e coinvolti! Certo le case che li hanno accolti li hanno ben ricompensati con bibite e cioccolatini di ogni genere, ma la gioia piĂš grande era vedere le carriole piene riempire macchine stracolme di ogni genere alimentare! Nel ringraziare ciascuna famiglia abbiamo lasciato loro un foglietto con l’inno alla CaritĂ di San Paolo e l’orario delle messe nel territorio. Durante la messa domenicale infatti abbiamo ringraziato ciascuna famiglia, portando all’offertorio una carriola piena di cibo, segno della generositĂ ricevuta, e abbiamo insieme pregato per tutti coloro che ci hanno aperto la porta, ed anche per quelli che invece non } ` ] apra la porta del loro cuoreâ€?. L’esperienza fatta come comunità è stata di sicuro bella: ci ha fatto sentire uniti come un’unica famiglia, con adulti anziani giovani e bambini, che non vedono l’ora di ripetere l’esperienza! L’armonia che si respirava era palpabile e di sicuro ha fatto spalancare molte porte! E abbiamo sperimentato davvero quello che l’inno alla CaritĂ dice: “La caritĂ non verrĂ mai meno, la cosa piĂš grande è la CaritĂ â€?.


Salute kaire@chiesaischia.it

Di Daniela Notarfonso

arlare di aborto è sempre problematico, perchÊ / $ $ /

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11 7 novembre 2015

Aborti in calo in Italia. Nel 2014 meno di 100 mila Pubblicata la relazione del Ministero della Sanità sull’applicazione della Legge 194/1978 che regolamenta la possibilità per le donne di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza.

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Pastorale Giovanile www.chiesaischia.it

7 novembre 2015

Di Giuseppe Galano

ella vigilia della SolennitĂ di tutti i Santi, un gruppo di giovani della Pastorale Giovanile di Ischia, guidati dai dinamici ed intraprendenti don Gianfranco Del Neso e don Marco D’Orio, hanno dato vita a qualcosa di straordinario: Luce nella notte. Come sappiamo il 31 ottobre si festeggia Halloween. Tipico della festa è la simbologia legata al mondo della morte e dell’occul Ischia, come del resto tutto il mondo occidentale per questo aspetto non è da meno. Allora perchĂŠ non trasformare le tenebre in luce? Presenti all’iniziativa, oltre ai giovani della P.G., anche tanti adulti tra cui numerose mamme desiderose di donare la loro forte testimonianza d’amore ai piĂš piccoli. La serata è stata animata dalla meravigliosa corale della Pastorale Giovanile che ha aiutato tutti ad immergersi nella meditazione. I canti, a detta di quanti hanno partecipato all’evento, sono stati davvero bellissimi. Dopo un momento iniziale di preghiera molto intenso ed emozionante davanti all’Esposizione Eucaristica ci si è divisi in varie attivitĂ come accoglienza ed animazione. I ragazzi sono stati invitati ad andare in strada alla ricerca di persone da portare in Chiesa davanti a GesĂš. Quale atto preliminare hanno ricevuto il mandato e l’effusione dello Spirito Santo attraverso l’imposizione delle mani da parte di don Marco, don Gianfranco e don Emanuel Monte. Per tutti, a partire da questo momento, vi è stato un susseguirsi di emozioni molto forti. I ragazzi, inizialmente molto timidi e timorosi, lentamente si sono sciolti vincendo ansie e paure varie lanciandosi alla ricerca di persone da portare in chiesa. Per le strade adiacenti la piazzetta passavano tantissimi ragazzi in maschera diretti ai locali della movida isolana. Tantissimi sono stati i giovani contattati all’esterno di bar, pub e discoteche ed accompagnati nella

7 B I giovani, all’esterno della chiesa, hanno iniziato a donare abbracci gratis a quanti passavano, un qual attimi prima. I ragazzi e con loro gli adulti presenti, pieni di gioia, hanno dato una marea di abbracci,

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Lu nella n un’iniziativa che ha riscosso stupo / bastato poco per vincere l’imbarazzo e donare abbracci forti, calorosi e carichi d’amore. Spesso un abbraccio, semplice e donato con il cuore, è quello di cui si ha bisogno per sentirsi amati e voluti bene. Le persone hanno risposto con gioia; in tantissimi hanno accolto la richiesta dell’abbraccio, donando a loro volta altri abbracci ad altre persone in una vera e propria catena dell’amore. Tutti sono stati poi invitati ad entrare in chiesa ed a porgere una loro personale preghiera a GesĂš e portare una candelina li dove vi era l’Esposizione. In chiesa sono entrate persone che da anni non vi mettevano

tato l’invito. Ai piedi dell’altare vi era un cesto con frasi tratte dalla Parola di Dio. Ognuno ha pescato un bigliettino ed ha ottenuto un personale messaggio. Tante persone hanno sentito il bisogno immediato di confessarsi. Per tutti è stata un’esperienza indescrivibile che ha do % pace.

@ ! 99 / B E D " LA PAROLA AI GIOVANI Annette “E’ stata la prima volta per me. Ho fatto qualcosa che non avrei mai pensato di fare: portare le mie amiche davanti a GesĂš. Ini me. In un incontro di preparazione all’evento ho avuto quelle risposte che mi hanno permesso di vincere le titubanze che avevo. Ho iniziato ad avvertire un desiderio forte di partecipare e portare le persone in Chiesa davanti all’Esposizione Eucaristica. Durante la serata ho incontrato le mie amiche di sempre che avevo perso da un poco di tempo a questa parte, le ho aiutate a pregare. Ho provato gioia, sentivo di essere feliceâ€?. Fiorella “E’ stata un’esperienza

bella ed emozionante. E’ la prima volta che partecipo a questo evento, ma lo rifarei tante altre volte. La cosa che piĂš mi ha colpito è stata la grande forza di gruppo che mi ha permesso di vivere emozioni uniche e mi ha spinto a portare tante persone davanti a GesĂšâ€?. Raffaella “Per me è stata una bellissima esperienza. Ho aiutato ad avvicinare tanti ragazzi a GesĂš, ma soprattutto è stato un momento che ha fatto unire per una volta grandi e piccoliâ€?. Antonio “Questa per me è stata una serata bellissima e ricca di emozioni. Si crede di essere forti ma in fondo si è deboli. Siamo tutti siamo fare a meno di Luiâ€?.


Pastorale Giovanile kaire@chiesaischia.it

7 novembre 2015

uce notte ! ,

B D

Carla. “Dopo l’imbarazzo iniziale, mi sono lasciata andare nell’incontrare e nel dare abbracci alle persone che passavano. Nonostante anche tante persone che hanno accettato di entrare in chiesa ed è preghiera espressa o aver pescato 7 B ' 3 pennello nella loro vita. Credo che 3 colo pensiero per GesĂš e spero che 3 * ` indietro nella loro vitaâ€?. Daniele “Sabato sera appena arrivato alla veglia di preparazione

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% w ti e i momenti di preghiera davano 3

3 J 3 dibile e meraviglioso al tempo stesso. Poche volte in vita mia avevo ‹

3 3 sto tante persone cantare con gioia

le strade nel nome del Signore, mo abbracci gratis. Ăˆ stato toccante -

– è stato ancora piĂš toccante sape sentiti degni di presentarsi vestiti 3 7 B stere alle grandi cose che nascono 3 7 B in mezzo a noi in maniera concreta

' Carlo Pietro “Anche se molta gioventĂš era nelle discoteche che in contemporanea tenevano momen

*

/ % realizzato. Singolare è stata la partecipazione oltre che dei giovani

‰

% & grazie�. Irene w 3 K uscire fuori. 8 %

eco, ma mi sono resa conto che vi 3

3 / 3 uscire fuori da stessi ed è in sintesi 3 % ^ ro di non partecipare alla veglia di evangelizzazione organizzata dalla 7 y vocina dentro di me che mi chiede K 3

3 % 3 w B / 3 7 B J centro, la partenza e l’arrivo è sem * „ % armonia e la presenza dello Spirito ] to, non eravamo noi a cantare, e a

K * X cantato insieme, come potevamo

3 % 6[ Vedere poi i volti di coloro che entravano in chiesa mi ha permesso nella notteâ€? Antonio “Credevo che le persone ci avrebbero deriso e preso in giro. w 3 / y / ‹ 7 B J ] * portavo dentro di me. Mi sentivo ] 7J]— / • 3 3 / grande l’amore di GesĂš nei miei '


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AttualitĂ www.chiesaischia.it

7 novembre 2015

La scrittura a mano Cenni sull’invenzione Di Angela di Scala

crivere è un’arte e la sua pratica è di antichitĂ cosĂŹ remota che non si conosce ancora il momento e il luogo preciso in cui nacque. Nel XIII sec. a. C. l’alfabeto esisteva giĂ tra i Cananei. Nel VII sec. la scrittura era in uso presso i greci e, poco dopo, lo sarebbe stata anche presso gli etruschi e i latini, che l’apprendono proprio dai coloni greci di Ischia e di Cuma. Nella giovane democrazia attica del V sec. a.C. l’utilizzo della scrittura era essenziale, si insegnava a scuola e si rappresentava a teatro. Tanto per i greci quanto per i romani era, come mezzo di memorizzazione e ancor piĂš di comunicazione, un bene accessibile a tutti. Essa fu inventata, secondo la tesi comunemente ammessa, per ragioni commerciali. Per il fatto che il mezzo si rivela di

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usi mercantili e che il dinamismo economico di Cipro non risente dell’uso di un sillabario, meno perfetto, numerosi storici ritengono tuttavia che le ragioni della sua invenzione siano piÚ complesse e legate, in particolare, alla registrazione della poesia, il veicolo di scambio intellettuale del mondo arcaico. La scrittura a mano: permise la conservazione di codici giuridici e di norme civiche; diede ben presto un impulso decisivo allo sviluppo sociale e politico delle comunità ; ebbe un uso privato immediato e X -

PARROCCHIA S.ANNUNZIATA IN MARIA DELLE GRAZIE DECANATO DI C. TERME, LACCO AMENO

Travestiamoci di luce Di Mena Alvi

i è svolta il 31 ottobre a Lacco Ameno la seconda edizione della festa “Travestiamoci di luceâ€?. I ragazzi del catechismo e altri si sono recati nel piazzale di Santa Restituta vestiti da Santi, beati, prĂŹncipi e angioletti. Un pomeriggio di fraternitĂ dove i bambini della parrocchia, insieme al viceparroco Don Gianfranco sono andati nei vicoletti del paese a incontrare le famiglie, portare un sorriso, un po’ di allegria a chi magari è anziano e non esce da tempo. Una chiesa in uscita include anche queste giovani vite: essi devono comprendere che uscire comporta dei rischi, (una porta in faccia, qualche imprecazione), ma con la luce di GesĂš, l’amico di sempre, nel cuore hanno capito che tutto si può fare. Dio è con loro, non è rimasto chiuso nel tabernacolo, non è rimasto nel giardino dell’Eden, GesĂš segue il cammino di ogni creatura. Essi, andando a bussare alle porte, ci hanno ricordato che la parola di 7 B

% – gria e grazie a don Gianfranco e a Don Gioacchino che, con la simpatia e la disponibilità di questi bambini e l’aiuto delle catechiste, avete voluto

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] no il nome e soprattutto festeggiano la luce di GesĂš che, adesso come 2000 anni fa, li irradia.

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rie in versi, dediche personali agli dei). Proprio la Coppa di Nestore, risalente all’VIII sec. a.C. e rinvenuta nella necropoli di San Montano a Lacco Ameno, unitamente alla piÚ antica iscrizione rintracciata ad Atene, appartengono alle fonti scritte che ci permettono di conoscere l’antichità . Dalla produzione letteraria sappiamo inoltre: che i poeti erano soliti scrivere i propri manoscritti di pugno, invece di dettarli ad un notarius, e cosÏ fanno anche altri autori, come Sant’Ambrogio; che i primi eremiti cristiani, in Oriente, si guadagnavano spesso da vi-

vere facendo i copisti. In effetti, alla scrittura a mano si deve tanto: l’argomentazione, lo spirito critico nascono dalla discussione su – ca non avrebbe avuto probabilitĂ di vedere luce in una civiltĂ dalla cultura orale; la poesia omerica è stata salvata dalle trasformazioni e dall’oblio proprio dalla scrittura; l’accompagnamento delle prime $ ` la facilitazione della formazione dello Stato, delle sue istituzioni e dei suoi culti; la trasmissione della prima vera storia del mondo di Erodoto o delle testimonianze avute nei suoi viaggi da Senofonte; % $ pensare e di ragionare, ossia una ristrutturazione dei processi mentali umani; la possibilitĂ di raccontare, di conoscere se stessi, di comunicare i propri pensieri a chiunque altro, vicino o lontano, con ‌i vari accozzamenti (N.d.R.: legame, unione, relazione) di venti caratteri sopra una cartaÂť come scrive Galileo. Essa è divenuta anche il fondamento della legge, dell’educazione, della letteratura e, nel suo piĂš alto impiego, ha permesso che la parola &

*Grafologa, Educatrice e Rieducatrice della scrittura


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Parrocchie kaire@chiesaischia.it

7 novembre 2015

PARROCCHIA MARIA SS. MADRE DELLA CHIESA – DECANATO DI BARANO SERRARA FONTANA

Preferisco il paradiso 3

Di Giuseppe Galano

a ricorrenza di Halloween è da sempre una festa che ha molta presa nell’immaginario della gente, soprattutto dei bambini. Tante sono le insidie per i piĂš piccoli che, travestiti da mostri, streghe, fantasmi ed altro, van le strade alla ricerca di chissĂ quali emozioni. A Fiaiano, nei locali sottostanti la chiesa parrocchiale è andata in scena una bellissima iniziativa “Preferisco il Paradisoâ€?, giunta quest’anno alla sua terza edizione, dopo le entusiasmanti esperienze degli scorsi anni. L’evento, organizzato alla perfezione da alcuni giovani delle parrocchia, è stato un evento unico, all’insegna del puro divertimento per i bambini che hanno preso parte alla festa. Fin dai preparativi si respirava un clima di amore vero trasmesso poi ai piccoletti che, accompagnati dai genitori hanno trascorso una serata che per loro sarĂ sicuramente indimenticabile. Lo scopo della singolare iniziativa è stato quello di far vestire i bambini da Angeli o Santi e non da zombie o roba simile che altro non fanno che inneggiare il macabro. I bimbi hanno trascorso qualche ora tra entusiasmanti giochi, coinvolgenti balli e canti organizzati dagli animatori della serata Ernesto, Rossella, Sara, Marica, Miriana, Ida, Rossella, Luisa e France w sala erano entusiasti nel mostrare il loro originalissimo costume. Per

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tutti è stato bellissimo poter ammirare cosĂŹ tanti bambini vestiti da Santi o Angeli tanto che il salone sembrava quasi un Paradiso in miniatura. Molto bello il costume di Andrea, vestito da San Giovanni Paolo II, quello di Giuseppe, vestito con gli abiti del Santo di cui porta il nome. Da segnalare Claudia, vestita da Madonna di Fatima e la sua amichetta Angelica, vestita da pastorella Lucia, Francesco vestito da San Pio, con tanto di barba lunga bianca e Giuseppe che indossava gli abiti da vescovo. Mascotte della serata Andrea di soli 5 mesi vestito da meraviglioso Angioletto. Il divertimento è stato tanto anche per i genitori che hanno accompagnato ~ ÂŒ tolineare che tante mamme hanno preparato, per l’occasione, squisite prelibatezze che hanno riscosso enorme successo. Tutto ciò ha fatto si che si creasse un clima di grande famiglia tra tutti, grandi e piccini. Al termine della festa i bambini % w poi si sono messi in posa per la foto di rito scattata dal nostro fotografo & #

ÂŒ geva sul loro volto nel mostrare a tutti il loro vestito. Da sottolineare che tanti bambini hanno imparato a memoria la storia del Santo da loro interpretato. La giuria composta da Miriana, Luisa e Rossella ha premiato con una medaglia alcuni tra i costumi piĂš belli ed originali.

Il compito è stato alquanto arduo poichĂŠ tutti meritavano il premio talmente erano stupendi. Dopo attenta valutazione, per la categoria piĂš piccoli, il secondo posto è stato assegnato a Giuseppe, vestito da San Giuseppe ed il primo a Giovanni, vestito da sacerdote. Per la categoria piĂš grandi il secondo posto è andato ad Andrea che interpretava San Giovanni Paolo II ed il primo posto ad Elisabetta, vestita da Santa Elisabetta d’Ungheria. Possiamo tranquillamente afferma-

re che i bambini apprezzano piĂš di quanto si possa immaginare questi semplici momenti all’insegna della gioia e del divertimento per poter stare insieme e trascorrere qualche ora in allegria. Concludiamo con le parole che ci ha donato Giacomo, vestito da San Vitale: “Questa è stata una festa bellissima, piena d’amore e felicitĂ ; ci siamo divertiti alla grande , giocando, cantando e ballando. E’ stata una serata indimenticabileâ€?. Daniele Calise


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Storie www.chiesaischia.it

7 novembre 2015

L’IMMIGRATO CHE DA LAVORO AGLI ITALIANI e ritrovarsi in un Paese che non è tuo, in una cultura completamenn un giorno terribile del 2008, te diversa, con i tuoi cari perduti o a causa del colpo di Stato in lontani. Ma oggi sto bene. Cerco Mauritania, la sua vita è camsempre di essere felice per quello biata di colpo. I genitori imprigionache ho oggi: la mia famiglia, il mio ti ed uccisi, ha perso tutto ed è dotempo, il mio lavoro. Voglio essere vuto fuggire. Dal 2011 Mor Amar, utile a questo Paese, cercare di fare 31 anni, è rifugiato politico in Italia qualcosa di positivo per l’Italia. Per ed ha fondato a Roma, insieme a 4 me è fondamentale poter lavorare e soci italiani, una cooperativa di succondividere con altri, anche se sia mo di appartenenza religiosa e naweb e ha dato lavoro ad una trentina zionalitĂ diverse. C’è molto rispetto di persone, in maggioranza italiani. tra di noiâ€?. I fratelli di Mor sono Lui musulmano, gli altri cristiani: un rimasti in Senegal, il piĂš grande ha esempio di integrazione riuscita e lavorato duramente per sostenerDal 2011 Mor Amar H4 $ ! $ del contributo positivo che gli imlo anche economicamente nel suo J K !

migrati possono dare all’Italia e alla viaggio verso l’Europa. “L’anno > ! Q " !

nostra economia. scorso sono riuscito ad andare in In un giorno oscuro ha perso R ! Senegal per rivederli – dice -. Ma in tutto. “Mio padre era ministro del Mauritania non potrò tornare mai governo – racconta -. Con il colpo to della cooperativa. L’iniziativa zione sulle migrazioni, grazie alla piĂš, e questo è molto duro. Ci vorrĂ di stato dell’esercito i miei genitori sta proseguendo molto bene, con collaborazione con la Fondazione tempo per rimarginare le feriteâ€?. sono stati incarcerati. Abbiamo sa- tanti lavori in arrivo. Mor Amar Migrantesâ€?. “Diamo lavoro agli italianiâ€?. La puto che sono stati uccisi e ci hanno ha poi scritto un libro con l’ami- “Voglio essere utile a questo cooperativa Sophia è la dimostradetto di fuggire perchĂŠ rischiavamo ca e socia Caterina Amodio, nel Paeseâ€?. * zione di quanto l’immigrazione anche noi la vita. Io avevo 24 anni, quale racconta la sua storia (www. Mor Amar è semplice ed al tem- possa creare anche opportunitĂ ero sposato e mia moglie aspetta- stronzonero.it). Mor e Marco oggi po stesso profonda: “In 31 anni occupazionali. “Non è vero che i va un bambino. Studiavo lettera- formano studenti nelle scuole in ho sperimentato esperienze for- migranti rubano il lavoro. Abbiatura francese all’universitĂ , ero il un progetto sull’immigrazione e in- ti come se avessi vissuto una vita mo tanti collaboratori, tra cui una piĂš piccolo di tre fratelli, stavamo

8 - intera. Quando ripenso al passa- ventina di italiani. Io pago le tasse, bene. Ho dovuto lasciare mia mo- zione Nando Peretti: “Incontrerò i to sto molto male, quello che ho % glie e fuggire verso il Senegal con i ragazzi in classe: partiremo dal mio perso non lo riavrò mai piĂš. Non parte della societĂ e dello sviluppo miei fratelli. In un giorno ho perso libro e illustreremo dati e informa- è facile fuggire per disperazione di questo Paese. Tanti altri come tutto. Non è facile quando succede me fanno lo stessoâ€?. Tanto per dare in maniera cosĂŹ brutaleâ€?. Con i due alcune cifre: nel 2014 gli immigrati fratelli sono riusciti a raggiungere hanno pagato di Irpef 7 miliardi di il Senegal, dove sono stati tre anni. euro, portato nelle casse dell’Inps 9 Poi Mor Amar è entrato in Francia miliardi di euro, per un totale di 16 con un passaporto diplomatico. miliardi di euro incassati dallo StaAlloggiava in un centro per to. A fronte di 12 miliardi di euro spesi, il saldo è senz’altro positivo. per ottenere l’asilo rischiava di allungarsi troppo. I francesi gli hanno proposto di venire in Italia La mission di Sophia per accorciare i tempi. E cosĂŹ è staLa cooperativa Sophia nasce il to. Accolto dal Cara (Centro per 10 aprile del 2013 come frutto richiedenti asilo) di Castelnuovo di un percorso spirituale, tenudi Porto in provincia di Roma, ha to da un giovane sacerdote di _ una parrocchia romana. I soci mente il diritto all’asilo. Poi la nofondatori sono tre giovani Itatizia piĂš bella: dopo anni che non liani, Marco Ruopoli, Caterina vedeva la moglie Coumba è riuscito Amodio, Matteo Ferretti e un ad ottenere il ricongiungimento: è giovane rifugiato politico, Mor venuta in Italia con il bambino piĂš Amar, che fuggito per un colpo grande (che oggi ha 5 anni) e il sedi stato dalla Mauritania affron € ta tutte le durezze e le contradUna cooperativa fondata sull’indizioni del percorso di integrategrazione. “Nel frattempo facezione. L’impresa è nata dal desivo piccoli lavoretti – prosegue -. derio di rischiare i propri talenti Ho incontrato Marco Ruopoli, mi e dalla speranza di realizzare un ha proposto di fare dei lavori incontesto professionale in cui sieme. Nel 2012, con altri tre soci, far nascere processi di lavoro abbiamo fondato la Cooperativa che, oltre a determinare un ri“Sophiaâ€? che realizza siti web e sultato economico, potessero

+ essere il luogo dell’incontro e uno stile: creare valore economico del riscatto di vite umane. attraverso l’integrazioneâ€?, è il motDi Patrizia Caiffa

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Perdere tutto in un solo giorno.

E poi rinascere.


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7 novembre 2015

Di Cristina Insalaco – La Stampa

a Stampa. Nella sua buca delle lettere, l’altro ieri l’arcivescovo Cesare Nosiglia ha trovato una busta diversa dalle altre. I mittenti sono un gruppo di clochard torinesi, che hanno raccolto 60 euro in monete da dieci centesimi e da uno o due euro, per i migranti che in questi giorni stanno raggiungendo l’Italia. La lettera è scritta a mano, con qualche errore grammaticale. Chi l’ha scritta racconta all’arcivescovo dimora che spesso si ritrovano insieme in una mensa della cittĂ e che un giorno, ascoltando il telegiornale, hanno saputo dell’appello alle famiglie di aiutare i profughi, ed è per questo motivo si sono attivati, hanno raccolto sessanta euro, li hanno messi in una busta portata in via dell’Arcivescovado. Il testo X [

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Quella busta dei clochard con i soldi per i profughi

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T Vescovo Cesare Nosiglia 4; di un clochard. PerchÊ il loro desiderio è che la donazione rimanga anonima. Nosiglia, che si è commosso non appena ha letto il contenuto della busta, ieri ha voluto ringraziare pubblicamente, con una seconda lettera, le famiglie e comunità che hanno accolto con generosità i rifugiati. Con la vostra disponibilità voi state testimoniando a tutti che % B grande, il dono di Dio che ci fa tutti fratelli, scrive Nosiglia. Per lui questo accogliere chi ha bisogno è una proposta educativa molto

concreta, e che va controcorrente rispetto ad una cultura che insegna ai giovani solo a soddisfare i propri desideri. E credere che al mondo ci siamo solo noi e i ÂŤnostriÂť. Dopo aver ringraziato La Caritas, la San %| y associazioni, l’arcivescovo scrive: ÂŤPersino, e devo proprio ricordarlo, sono arrivati i soldi da alcuni to parte delle elemosine ricevute!Âť. Secondo Cesare Nosiglia ÂŤi poveri sanno cos’è la miseria, e per questo motivo esprimono la propria generositĂ aiutando altri poveri

w B aiutando qualcuno a stare meglio, si sentono utili in questa societĂ Âť. Pierluigi Dovis, direttore diocesano della Caritas, racconta che questo non è certo il primo caso di solidarietĂ che proviene dagli homeless. ÂŤPer il terremoto in Emilia Romagna un gruppo di clochard aveva raccolto alcune decine di euro e le aveva consegnate a noi - racconta Dovis - ed una signora torinese sotto la soglia della povertĂ tutti i mesi mi invia una busta contenente dieci euro per le perso ™

la ricchezza delle persone presenti nella comunitĂ . Oggi la presen % strati: i cittadini con tutti i diritti che sono completamente integrati nel tessuto sociale e politico delle La migrazione non comunitĂ in cui vivono; i mezzi X â€? li chiamano i è un’emergenza [ un permesso di soggiorno e lavora no regolarmente in Italia, ma non godono di tutti i diritti nĂŠ accedono a tutti i servizi; i non cittadini quelli che sono presenti, ma a noi inDi Andrea Casavecchia visibili. Un recente Rapporto Istat ono decenni che l’Italia è di- mostra l’evoluzione del fenomeno ventata una meta per i citta- migratorio: descrive la consistenza dini di altri Paesi, per alcuni della presenza di cittadini stranieri un luogo dove rimanere per un pe- – riodo circoscritto, per altri un posto loro ingresso; evidenzia quanti di dove stabilirsi, per altri ancora una essi chiedono e ottengono la cittaterra di salvezza. Continuare a sco- dinanza italiana. Attraverso la letprirsi sorpresi può diventare una tura dei numeri si delinea un vero scusa per non affrontare la questio- e proprio percorso d’inserimento

y

- nel nostro Paese: nell’ultimo anno dere atto che la migrazione non è preso in considerazione, il numeun’emergenza. Se è vero che cresce ro cittadini regolarmente soggiorla quota di persone, proveniente nanti è aumentato di quasi 55mila da Paesi in guerra e che cerca di persone. In Italia sono arrivate cirapprodare nel continente europeo ca 250mila persone, in calo del 3% passando dal nostro Paese; è altret- rispetto all’anno precedente. L’Istat %/ $ - indica le tre ragioni prevalenti d’intorio strutturale motivato da ragio- gresso: la prima è il lavoro anche ni economiche e lavorative e da ri- se nell’ultimo anno ha registrato congiungimenti familiari. Le inizia- $ ^^‘ tive politiche non possono limitarsi 23% dei permessi concessi; la sealla prima accoglienza, ma devono conda ragione è il ricongiungimen B to familiare che conta oggi il 40% che preveda processi d’inclusione e del totale degli ingressi; le ragioni integrazione anche per valorizzare umanitarie e l’asilo politico che in

 Â† ^‘ X % ‡ ‘[ | altro dato importante indica la crescita del numero di persone che acquisiscono la cittadinanza italiana: l’Istat avverte che negli ultimi quattro anni la quota è passata da meno di 50mila a oltre 120mila. Si mostra un passaggio importante perchĂŠ indica l’inserimento formale nella

comunitĂ politica del Paese di residenza. Se non è il completamento di un percorso d’integrazione, è sicuramente uno dei passaggi essenziale. Un elemento caratteristico è la segnalazione del numero dei giovani che, nato nel nostro Paese e raggiunta la maggiore etĂ , sceglie la cittadinanza italiana: circa 48mila persone.

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18 7 novembre 2015

Di Antonio Lubrano

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ĂŠ una via per rilanciare l’attivitĂ edilizia sull’isola d’Ischia: l’utilizzo dei numerosi ruderi e case diroccate esistenti in tutto il territorio. I proprietari li hanno messi in ven % ` 3 w è piena di case diroccate o ruderi sparsi qua e lĂ , traccia visiva della il che rende ancor piĂš interessante % dell’architettura rupestre. Se è vero che i sentieri “conduconoâ€? alla 3 w molto da raccontare. Soprattutto 3 ˆ per secoli ha caratterizzato le tecniche di costruzione sul territorio. ÂŒ la straordinaria capacitĂ adattativa % % / ÂŒ cia di un passato che non torna piĂš. Resta l’enorme patrimonio di case

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TERRITORIO Œ ventare il pretesto per un tour alla scoperta dei ruderi dell’isola d’I B Œ K y y Œ + % che per secoli ha garantito le cure provincia di Napoli. Oggi invece svetta nel paesaggio portuale della cittadina termale isolana come %

B Œ % zona. Tentativi di risanamento per riportarlo almeno in parte agli an la scarso peso politico delle varie amministrazioni in campo e per %J y y y ' % sotto i suoi occhi e dei casamicciolesi. Seguendo un certo tipo di per w al tempo un antico palazzo in stato + Œ

* tipico insediamento rurale a circa 300 metri sul livello del mare alle + poco lontano in altezza dalla Torre y

‰ Œ

Architettura dimenticata Al setaccio sull’isola ruderi e case diroccate. Sulle vecchie macerie si tenta il rilancio dell’edilizia. IL RUDERE ECCELLENTE DEL PIO MONTE DELLA MISERICORDIA A CASAMICCIOLA

CATTEDRALE SUL CASTELLO

CASA BOMBARDATA A FORIO


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lazzo-rudere con la sua parte alta % farmacista dott. Catello Buono. Negli anni ‘40 e ‘50 ospitava d’estate le famose Colonie Marine. Da Piano Liguori, seguendo il sentiero che porta a Punta San Pancrazio

idem, proseguendo verso la collina dello Schiappone, in corrispondenza del piccolo santuario intitolato alla Madonna di Montevergine. A Barano, invece, va segnalata la guardiola militare sulla cima del Monte Cotto. Costruita durante la seconda guerra mondiale (anche se il cancello in ferro battuto è successivo), regala una bellissima vista che va da Punta San Pancrazio alla Torre di Sant’Angelo. Poco piĂš giĂš, all’ini 7 +

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CASA DIROCCATA A PIANO LIGUORI

7 novembre 2015

TERRITORIO # / + tra cui il vescovo irlandese George Berkleye+ A Serrara Fontana ci sono molti altri ruderi. Da vedere quelli di Via Andrea Mattera, una delle passeggiate piÚ belle dell’isola d’Ischia 0

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0 . Insomma, sono davvero tanti i ruderi che non ce la si fa a segnalarli tutti anche perchĂŠ fra quelli degni di essere posti all’attenzione di chi segue questo tipo di cultura architettonica vi sono altri di minore importanza di tipo rupestre la cui storia è irrilevante, ma la sola presenza conferma la natura esposta del fenomeno. Lacco ameno presenta tre ruderi rispettivamente in via Mazzavia, in zona collinare verdeggiante ed in via Santaniello. Tutti e tre sono da adattare: il proprietario li ha messi in vendita al migliore offerente.

PALAZZO DELLA FAMIGLIA BUONO FARMACISTA SULLA COLLINA DI CARTAROMANA

Gli ex “ruderi elleccenti� Di Michele Lubrano

ino agli anni ‘50 il Torrione saraceno di Forio e gli antichi fabbricati che caratterizzavano il Castello di Ischia, dal Maschio alla Cattedrale, dalle prigioni alle due batterie si presentavano alla vista dei visitatori in stato di evidente fatiscenza, scalcinati, cadenti ed anche pericolosi. Insomma, veri e propri ruderi a testimonianza di un passato storico glorioso. Oggi, sia il Torrione che il Castello, possono essere ritenuti ex “ruderi eccellentiâ€? a pieno titolo. Il Castello di Ischia, in questo contesto vanta una posizione di tutto rispetto grazie all’impegno dei proprietari, la famiglia Mattera, che si è distinta in una encomiabile quanto vasta operazione di risanamento ed autentico restauro delle parti in discussione, trasformando cosĂŹ l’antico maniero in un modello di struttura solida ed ospitale. Si deve agli Aragonesi la moderna astello: un solido a forma quadrangolare, con mura fornite di quattro torri. Partendo dal vecchio maschio etĂ angioina, nel 1441 Alfonso V d’Aragona

del Maschio Angioino Napoli. Il sovrano fece costruire un ponte di legno che congiungeva l’isolotto all’isola maggiore (che sarebbe stato successivamente sostituito da uno in pietra), œ secolo

isola di Vivara. Furono inoltre realizzate pode X i cosiddetti piombatoi, ossia fessure da cui venivano lanciati acqua bollente, piombo fuso, pietre e proiettili sull’eventuale invasore) dentro le quali quasi tutto il popolo d’Ischia trovava rifugio e protezione durante le incursioni dei pirati. All’inter % alloggi reali e quelli riservati ai cortigiani, alla truppa e ai servi.

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Ai piedi del castello fu invece posta una casamatta, adibita a quartiere della guarnigione addetta alle manovre del ponte levatoio. Il periodo di massimo splendore della œ w secolo: al tempo il castello ospitava 1892 famiglie, il convento le clarisse, l’abbazia monaci basiliani Grecia, il vescovo seminario, il principe guarnigione. Vi erano 13 chiese tra cui la cattedrale, dove il 27 dicembre 1509 / brate le nozze tra Fernando Francesco d’Avalos, marchese Pescara Carlo V, e la poetessa Vittoria Colonna. Il soggiorno di Vittoria Colonna nel castello, dal 1501 al 1536, coincise con un momento culturalmente assai felice per l’intera isola: la poetessa fu infatti circondata dai migliori artisti e letterati del secolo, tra cui Michelangelo Buonarroti, Ludovico Ariosto, Jacopo Sannazaro, Giovanni Pontano, Bernardo Tasso, Annibale Caro l’Aretino e + Il Torrione dal canto suo altro ex “rudere eccellente�, rilanciato e valorizzato come Museo d’arte, 5 4

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4 9 !;<### +* < ! ;<### +* = 4 !;<### +*

4 + 7 governo lo |  ‚YZ come torre di avvistamento e di difesa, per far fronte alle incursioni del Barbarossa e di altri corsari cui Forio era particolarmente esposta. Praticamente nelle stesso tempo in cui a Ischia Alfonso d’Aragona con i D’Avalos costruivano la cosiddetta Torre di Michelangelo, anch’essa ex “Rudere eccellente�.


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Liturgia www.chiesaischia.it

7 novembre 2015

COMMENTO AL VANGELO

Domenica 8 Novembre 2015

Come ti doni? strada, stare attenti a non cadere nell’inganno della mondanitĂ , guardare sempre e solo al Maari amici, ancora oggi ascoltiamo nel estro che ha amato, senza attendersi dei risultati Vangelo alcuni insegnamenti di GesĂš e che li ha ottenuti proprio dando il meglio di che ci mettono in guardia dal fare del- sĂŠ, in assoluta umiltĂ e mitezza. Il Vangelo a la religione, del posto, del ruolo, un luogo di questa scena vi contrappone la seconda. Sedupotere. L’Evangelista Marco contrappone l’at- to davanti al tesoro del tempio, GesĂš osservateggiamento degli scribi e i farisei con quello va come la folla vi gettava monete. Notiamo il di una vedova, una persona sola. GesĂš, durante particolare: osservava ÂŤcomeÂť, non ÂŤquantoÂť la tutta la sua predicazione, ha sempre mostrato gente offriva. I ricchi gettavano molte moneuna predilezione particolare per le donne sole. te, ma, venuta una vedova povera, vi gettò due ~

monetine. GesĂš se n’è accorto, unico; chiama a vorrebbe solo scomparire dietro una delle co- sĂŠ i discepoli e offre la sua lettura spiazzante e lonne del tempio, il compito di trasmettere il liberante: questa vedova ha gettato nel tesoro suo messaggio. Il testo è diviso in due scene. La piĂš di tutti gli altri! GesĂš non bada alla quanprima scena è affollata di personaggi che sono titĂ di denaro. Conta quanta vita, quanto cuoabituati a dare spettacolo di sĂŠ, amano mostrarsi re, quante lacrime e di speranze ci sono dentro in pubblico: passeggiano in lunghe vesti, amano quei due spiccioli. Due spiccioli, un niente, ma i primi posti, essere riveriti per strada... Questa pieno di amore. Egli non guarda a quanto serviriduzione della vita a spettacolo la conosciamo zio possiamo offrire ma alla qualitĂ del servizio anche noi, è una realtĂ patita da tanti con di- perchĂŠ quel servizio può essere poco o molto, sagio, da molti inseguita con accanimento. Si è ma dipende come e perchĂŠ lo facciamo. Il moquella tentazione di fare del proprio posto, un tivo vero e ultimo per cui GesĂš esalta il gesto privilegio, un ruolo spesso vediamo soprattutto della donna è nelle parole ÂŤTutti hanno gettato da chi vive la chiesa dall’interno, la tentazione $

3 dell’applauso e della gloria, del riconoscimento che aveva, tutto ciò che aveva per vivereÂť: la tosociale del proprio sforzo, del risultato che, in talitĂ del dono. Anche Lui darĂ tutto, tutta la 3 3 - sua vita. Come la vedova povera, quelli che sorcabile. Vogliamo sentirci dire di essere bravo, reggono il mondo sono gli uomini e le donne bello e buono, vogliamo sentirci dire come sia- di cui i giornali non si occuperanno mai, quelli mo indispensabile. Spesso si vedono vescovi, dalla vita nascosta, fatta solo di fedeltĂ , di genesacerdoti, catechisti, lettori, educatori, operatori rositĂ , di onestĂ , di giornate a volte cariche di pastorali, collaboratori parrocchiali e diocesani immensa fatica. Loro sono quelli che danno di cercare un posto, realizzarsi occupando un ruo- piĂš. I primi posti di Dio appartengono a quelli lo perchĂŠ si sentono infelici, vivere tutto non che, in ognuna delle nostre case, danno ciò che come servizio ma come autoaffermazione di se fa vivere, regalano vita quotidianamente, con stessi. E penso che dobbiamo ancora fare tanta mille gesti non visti da nessuno, gesti di cura, di accudimento, di attenzione, rivolti ai genito * K piccoli gesti pieni di cuore. Non è mai irrisorio,

ri dalla nostra povertĂ . Questa capacitĂ di dare, anche quando pensi di non possedere nulla, ha in sĂŠ qualcosa di divino. Tutto ciò che riusciamo a fare con tutto il cuore, ci avvicina all’assoluto di Dio. Quanto piĂš Vangelo ci sarebbe se ogni discepolo, se l’intera Chiesa di Cristo si riconoscesse non da primi posti, prestigio e fama, ma dalla generositĂ senza misura e senza calcolo, dalla audacia nel dare. Allora, in questa felice follia, il Vangelo tornerebbe a trasmettere il suo senso di gioia, il suo respiro di liberazione. Buona Domenica! Di Don Cristian Solmonese

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Ecclesia kaire@chiesaischia.it

7 novembre 2015

PARROCCHIA DI SAN SEBASTIANO MARTIRE – DECANATO DI BARANO SERRARA FONTANA

Padre Pio, interprete e testimone della misericordia a ComunitĂ parrocchiale di Barano si prepara a ricordare l’anniversario della preziosa reliquia di Padre Pio, consegnata alla ComunitĂ da Padre Sergio Maria Liguoro, Frate Cappuccino del Convento di Pietrelcina, il 6 Marzo 2010: un panno di cotone “usato dal Padre per astergere la piaga del Costatoâ€?, con ancora le macchie di sangue impresse su di esso, datato 12 novembre 1947. La comunitĂ dei fedeli di San Pio da Pietrelcina ricordano il giorno 23 ogni mese la nascita al cielo di colui che ancora continuiamo a chiamare semplicemente “Padre Pioâ€?, avendo come testimone sull’altare il panno usato per una delle continue medicazioni che i confratelli facevano al Padre. Con modestia, e quasi con vergogna per tanto prezioso dono che il Signore gli aveva fatto, ritenendosi indegno, il Padre nascondeva le stimmate dagli sguardi curiosi di

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GiovedĂŹ 12 novembre alle ore 18.30 ci sarĂ una celebrazione eu ! sa reliquia di Padre Pio, consegnata alla ComunitĂ il 6 Marzo 2010

coloro che lo conoscevano; se siamo riusciti talvolta a intravedere di

% le stigmate delle mani coperte in parte dai mezzi guanti scuri, sappiamo però dalle testimonianze dei suoi vari medici curanti che il suo corpo era ricoperto dalle medesime ferite causate dai chiodi della croce sul corpo di Cristo, dolorose piaghe che portò per tutta la sua vita. Il “misterioso personaggioâ€? che il 20 settembre gli apparve nel coro della chiesa, gli “donòâ€? feri-

te alle mani, ai piedi e al costato, costringendolo a riparare nella sua cella, la n.5, lasciando una scia di gocce di sangue attraverso il corridoio e tamponandosi e fasciandosi frettolosamente con delle pezzuole ricavate da panni di cotone. L’anno della Misericordia vedrà come suo grande testimone a Roma, in Vaticano, dove sarà esposta la teca con il suo corpo, proprio Padre Pio apostolo del confessionale, colui che ha elargito misericordia, perdono e amore

a peccatori credenti e non credenti, facendoli rinascere a nuova vita misericordia e nell’aiuto di Dio, ha creato l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza allo scopo di curare anche il corpo oltre che l’anima. Si è offerto vittima per i peccati degli uomini, imitando Cristo, pur di salvarli attraverso i sacramenti del Pentimento e della Riconciliazione: come primo Sacerdote stigmatizzato ha dimostrato che il vare le pecorelle in pericolo. Ha vissuto una vita in povertĂ

' Santo di Assisi e “Sorella Misericordiaâ€?, come si legge nella “Bolla della Misericordia, “ ‌ è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perchĂŠ apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccatoâ€?.

La santitĂ vissuta e amata da San Francesco Dell' Ordine francescano secolare di Forio

ell’Angelus della festa di Ognissanti papa Francesco richiama i fedeli a sen San Francesco d’Assisi ardeva interiormente di un grande desiderio di santitĂ ed era consapevole che per conquistarla doveva ringraziare tutte le virtĂš che il Signore stesso disponeva nell’animo dei suoi fedeli. Infatti nelle “Lodi e preghiereâ€? amava pregare: ÂŤ Ave, regina sapienza, il Signore ti salvi con tua sorella, la santa e pura semplicitĂ . Signora santa povertĂ , il Signore ti salvi con tua sorella, la santa umiltĂ . Signora santa caritĂ , il Signore ti salvi con tua sorella, la santa obbedienza. Santissime virtĂš, voi tutte salvi il Signore dal quale venite e

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procedete. Non c’è assolutamente uomo nel mondo intero, che possa avere una sola di voi, se prima non muore [a se stesso]. Chi ne ha una e le altre non offende, tutte le possiede, e chi anche una sola ne offende non ne possiede nessuna e le offende tutte. e ognuna confonde i vizi e i peccati. ‌ (FF 256). La virtĂš dell’umiltĂ per san Fran / % spirituale, infatti Tommaso da Celano sottolinea: “Di tutte le virtĂš è custode e decoro l’umiltĂ . Se questa non è messa come fondamento % 3 sembra innalzarsi si avvia alla rovina. Francesco ne era provvisto chĂŠ non mancasse nulla ad uno giĂ ricco di tanti doni. Nella stima di

sĂŠ non era altro che un peccatore, mentre in realtĂ era onore e splendore di ogni santitĂ . Sulla virtĂš dell’ umiltĂ cercò di edi

damento secondo l’insegnamento di Cristo. Dimentico dei meriti, aveva davanti agli occhi solo i difetti, mentre $ B virtĂš che gli mancavano di quelle che aveva. Unica sua grande ambizione, diventare migliore in modo da aggiungere nuove virtĂš, non essendo soddisfatto di quelle giĂ acquisite. Umile nel contegno, piĂš umile nel sentimento, umilissimo nella pro ÂĄ w ` feriva il biasimo alla lode, perchĂŠ questa lo spingeva a cadere, la disapprovazione invece lo obbligava ad emendarsiâ€? (FF 724). ai frati: “ ÂŤIncominciamo, fratelli, a servire il Signore Dio nostro, ` pocoâ€?. Ardeva anche d’un gran desiderio di ritornare a quella sua umiltĂ degli inizi, per servire, come da prin-

cipio, ai lebbrosi e per richiamare al primitivo fervore il corpo ormai consumato dalla fatica. Si proponeva di fare grandi imprese, con Cristo come condottiero, e, mentre le membra si sfasciavano, forte e fervido nello spirito, sognava di rinnovare il combattimento e di trionfare sul nemico. Difatti non c’è posto nĂŠ per infermitĂ nĂŠ per pigrizia, lĂ dove lo slancio dell’amore incalza a imprese sempre maggiori . Tale era in lui l’armonia fra la carne e lo spirito; tanta la prontezza della carne ad obbedire, che, quando lo spirito si slanciava alla conquista della santitĂ suprema, essa non solo non si mostrava recalcitrante, ma tentava di arrivare per primaÂťâ€? (FF 1237).


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Teatro kaire@chiesaischia.it

7 novembre 2015

Troiane di Euripide

parate le une dalle altre, portate in terre lontane. Parole uando un’opera tea- forti, le loro, di disperazione e trale ti lascia dentro di coraggio, di luciditĂ e di douna vaga inquietudi- lore. E se la vergine Cassandra % sembra quasi gioire di essere il giorno dopo con la vivezza stata scelta dal grande Agadelle sue parole, allora quell’o- mennone, è solo perchĂŠ grazie pera, dramma o commedia che al dono della preveggenza sa sia, ha raggiunto il suo scopo. che al suo ritorno il re verrĂ E’ questo il caso delle Tro- assassinato. Lo strazio di Aniane di Euripide, portata in dromaca, invece, a cui viene scena al Polifunzionale sabato 31 ottobre dall’Associazio- pure lui ucciso, gettato dalle ne Culturale Arte Povera di mura di Troia, ha la potenza Mogliano Veneto, per la re- del dolore di tutte le madri alle gia di Francesco Boschiero. quali la guerra e la crudeltĂ deUno spettacolo tutto di altissi- mo livello, dal testo – e hanno Su tutte si erge Ecuba, la vecun respiro i testi classici, una chia regina vedova di Priamo, complessitĂ e una ricchezza punto di riferimento per tutte che trovi solo nei capolavori le troiane, memoria inutile di Š

una cittĂ che non c’è piĂš. molto particolare quest’ultima, 2430 anni ci separano dalcon grandi sacchi appesi in cui la prima rappresentazione di man mano venivano chiuse quest’opera ad Atene, scritta le donne, immagini delle navi pochi mesi dopo un episodio che le portavano via dalla loro che aveva visto gli Ateniesi terra, certo, ma anche sacco in comportarsi verso la cittĂ di cui rinchiudere i cadaveri delle Milo esattamente come i Greci nostre guerre, delle fughe dei verso Troia. Coraggio, quindi, nostri tempi, e pure ricordo dell’autore che critica in manon troppo sottinteso di bestie niera chiara e molto dura la appese in un cella frigorifera. spietatezza della sua cittĂ : non Poi loro, le donne della cittĂ ci sono vincitori in una guerra, sempre, comunque assurda, si le guerre. Prede di guerra, se- salva solo la dignitĂ e la forDi Gina Menegazzi

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ABBONAMENTO POSTALE

za d’animo di queste donne, pronte ad andare avanti, a ricominciare. E cosÏ, nell’assurdità di quelle violenze, pure resta nel ricordo la forte umanità di quelle donne, nessuna delle quali si abbatte o pensa al suicidio, ma tutte affrontano il loro destino, degne di un rispetto che ha varcato i secoli e che le fa simbolo al di fuori del tempo.

I PROSSIMI SPETTACOLI AL TEATRO POLIFUNZIONALE 7 novembre: 56758(3 9;(073 < in Tu, mio Erri De Luca

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