Kaire 41 Anno II

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IL SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA DI ISCHIA ANNO 2 | NUMERO 41 | 10 OTTOBRE 2015 | â‚Ź 1,00

www.chiesaischia.it “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Aut: 1025/ATSUD/NA�

SINODO FAMIGLIE Cinquantacinque ischitani a Roma da Papa Francesco per pregare insieme per i Padri Sinodali. Un’esperienza di famiglia fra famiglie durante la veglia in Piazza San Pietro e la messa in Basilica

EDITORIALE DEL DIRETTORE

Uno solo è l'amore!

L’ASL e il convegno fuoriluogo Carlo Pietro Mazzella è stato ordinato diacono dal vescovo Pietro Lagnese. “Carlo, rimani Di Lorenzo Russo

uando ho letto la notizia sul web mi è venuto da ridere: credevo fosse una bufala. Poi ho letto meglio il comunicato e non era uno scherzo. L’Asl Na2 ha scelto Ischia per un convegno – il 15 e 16 ottobre al Palazzo Reale – dal titolo “l’umanizzazione all’interno dei percorsi assistenzialiâ€?. UMANIZZAZIONE? Come può l’Asl affrontare questo tema sulla nostra isola, dopo tutto quello che la dirigente Agnese Iovino e company hanno fatto per i servizi di salute mentale? Uno smantellamento a 360 gradi, un azzeramento, una disumanizzazione totale. Isabella Marino nel blog quischia.it denuncia “l’attesa degli utenti del Centro diurno dell’Asl che aspettano il fagotto con il pranzo, per andare a mangiarselo a casa, freddo e colloso, perchè non c’è neppure una parvenza di mensa per garantire loro un pasto dignitosoâ€?. Questa che “umanizzazioneâ€? è? Magari è l’ultima spallata della Iovino, visto che la Giun- LA VOCE DI PIETRO TRASPORTI ISCHIA SCUOLA E FORMAZIONE AGRICOLTURA ISOLANA ta Regionale della Campania Il messaggio del Vescovo agli I comitati dei cittadini hanno Concluso al Continental il conve- Con l’agronomo Franco Mattel’ha sospesa dall’incarico di studenti dell’isola, per l’inizio chiesto un incontro in regione gno regionale per gli insegnanti di ra tiriamo le somme di un bilanreligione sulla “democrazia come cio positivo in questi nove mesi Commissario dell’ASL Na- dell’anno scolastico: “siete per fare il punto della situazione. bene comuneâ€?. dell’anno. poli 2 Nord. Al suo posto è una ricchezza troppo grandeâ€? Cosa bolle in pentola? stato nominato il dirigente dell’avvocatura della Regione Massimo la Catena giĂ inviato all’Asl di Benevento dopo gli scandali che hanno investito quell’Ente. De Luca inizia a scoperchiare la pentola‌e come si dice: la speranza è l’ultima a morire‌

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La Voce di Pietro 10 ottobre 2015

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Messaggio del Vescovo Pietro per l’inizio dell’anno scolastico 2015-2016 !"#

Carissimi studenti delle scuole di Ischia, il Signore vi dia pace! A voi, ai docenti, ai dirigenti e a tutti coloro che lavorano a servizio della comunitĂ scolastica, il mio saluto e l’augurio di ogni bene. Con voi saluto anche le vostre famiglie e le vostre comunitĂ parrocchiali. All’inizio del nuovo anno scolastico sento l’esigenza di raggiungervi, come giĂ negli altri anni, con un mio breve messaggio. Si ricomincia! Da qualche settimana, terminata la pausa estiva, avete ripreso le attivitĂ scolastiche! Riprendere è sempre un po’ faticoso, ma di certo giĂ avrete ritrovato il ritmo giusto! Ma perchĂŠ andare a scuola? A questa domanda si possono dare tante risposte. Io vorrei però proporvene una in particolare. Si va a scuola per un motivo semplice: perchĂŠ ognuno di noi porta con sĂŠ una ricchezza davvero grande, troppo grande per non essere riconosciuta e fatta maturare! SĂŹ, perchĂŠ ogni uomo e ogni donna sono un dono speciale da accogliere, custodire, promuovere, far crescere‌ Nella Bibbia leggiamo che quando Dio creò il cielo e la terra, di tutto si rallegrò perchĂŠ era cosa buona! Quando, però, creò l’uomo e la donna, quasi sussultando di gioia per la loro bellezza, come facciamo noi dinanzi ad uno spettacolo meraviglioso, esclamò con stupore che era cosa “molto buonaâ€? (cfr. Gen 1). Siamo chiamati anche noi a stupirci dinanzi all’opera della creazione! ChissĂ a quanti di voi ĂŠ accaduto quest’estate, stando a mare, salendo all’Epomeo o semplicemente godendo della bellezza di un tramonto ischitano! Dinanzi alle opere della creazione, in modo particolare qui, sulla nostra bella Isola verde, davvero possiamo dire con le parole di Francesco di Assisi, ma anche del papa che porta il suo nome: “Laudato sii, o mi Signore!â€?.

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

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Quanto piĂš, però, dinanzi alla bellezza e alla grandezza dell’uomo, un senso di meraviglia e di stupore deve abitare il nostro cuore! Leggiamo sempre nella Parola di Dio: “O Signore, nostro dell’uomo, perchĂŠ te ne curi?/Davvero l’hai fatto poco meno di un dio/, di gloria e di onore lo hai coronatoâ€? (Sal 8, 1.5-6)! SĂŹ, ogni uomo e ogni donna è un’opera meravigliosa, un capolavoro della creazione! Per questo è giusto e doveroso avere a cuore la riuscita di ogni vita, adoperarsi perchĂŠ venga fuori il meglio di ognuno, perchĂŠ emerga la bellezza che c’è in ogni persona e si sviluppino tutte le potenzialitĂ che ognuno porta dentro! Dice Papa Francesco che l’educazione è un atto d’amore! SĂŹ, chi ama educa! Potremmo, però, anche dire che chi si ama si educa! Se ognuno di noi imparerĂ ad amarsi e ad amare l’altro, a riconoscere cioè che ogni persona è un regalo, un dono di cui prenderci cura, un seme buono da accogliere e far maturare, insieme potremo aiutarci a diventare ciò che veramente siamo, facendo crescere l’opera d’arte che c’è in ognuno di noi! La scuola può e deve contribuire a tutto ciò! Essa, insieme alla famiglia, ha il compito di promuovere il bene di ogni persona e lo sviluppo di una maturitĂ piena e integrale di ogni uomo e di ogni donna. Carissimi, auguro a tutti voi di avere uno sguardo di stupore e di amore su voi stessi e sugli altri e, a scuola, di incontrare persone che vi guardino cosĂŹ! Con questo augurio, vi abbraccio e vi benedico! Ischia, 2 ottobre 2015 Memoria dei Santi Angeli Custodi

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

Il vostro vescovo + Pietro Lagnese

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (NA) Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

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Vita Diocesana

3 10 ottobre 2015

kaire@chiesaischia.it

bre, memoria della Beata Vergine Maria del Rosario, Carlo Pietro Mazzella, già accolito dallo scorso febbraio, è stato ordinato Diacono.

Di Silvia Pugliese

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a chiesa è la sposa di colui che è venuto non per essere servito ma per servire!â€? le parole incisive con cui Padre Pietro ha descritto la vocazione al Diaconato. La Chiesa Cattedrale di Ischia, nel cuore di Ischia Ponte, parrocchia di adozione di Carlo da piĂš di due anni, era stracolma, e la comunitĂ ha partecipato con grande commozione a una celebrazione che tutti hanno riconosciuto essere veramente importante e solenne. Il coro parrocchiale, si è riunito per settimane, per provare i canti desiderati da Carlo, quasi tutti i presbiteri hanno partecipato all’ordinazione, riconoscendo doverosa la loro presenza in un giorno cosĂŹ festoso per la nostra Chiesa di Ischia. Padre Franco Beneduce, il padre gesuita rettore del seminario di Posillipo, che negli ultimi anni ha curato la formazione del nostro Carlo, ha speso per lui parole di affetto, ricordando il suo animo generoso e la sua voglia di fare, e ricordandogli di mettersi sempre al servizio della comunitĂ . Dopo la presentazione del candidato e l’imposizione delle mani, si è svolta la vestizione, in cui Carlo ha ricevuto la Stola e la Dalmatica e in seguito il Vangelo, segni del servizio Diaconale. Al termine il bellissimo abbraccio con Padre Pietro colmo di tenerezza e raccomandazioni. Nell’omelia il Vescovo si è rivolto a Carlo, ma ha voluto precisare che si riferiva in primo luogo a se stesso e a tutti i presbiteri, augurandosi che quell’ “eccomiâ€? pronunciato poco prima da Carlo, e anni fa da ogni sacerdote e diacono, possa ri Maria, nel momento piĂš alto del suo SĂŹ a Dio, nel Vangelo dell’An-

Ecco un nuovo diacono di Ischia nunciazione, scelto ad hoc per la celebrazione. Padre Pietro ha spiegato che la vita di ogni cristiano si gioca tutta su questi luoghi: la cittĂ , il campo di azione dove Dio ci manda a portare la bella Notizia, e la “stanza al piano superioreâ€?, la casa della Chiesa, dove gli 11 erano concordi e perseveranti nella preghiera. Il Vescovo ha ricordato che Dio, attraverso questa Parola, chiede a Carlo e a noi questa “bilocazioneâ€? non come esperienza mistica ma come capacitĂ propria del cristiano, in special modo del ministero ordinato, (quando queste vocazioni sono vere). “Anche noi siamo chiamati a “entrare in cittĂ â€?, - ha affermato il Vescovo - a ritrovare la ragione d’essere della nostra vita cristiana, che, diceva don Tonino Bello, ricordando la Gaudium et Spes (1), “non è quella di estraniarsi dal mondo, ma di entrare nel suo tessuto connettivo, assumendone speranze, le tristezze e le angosceâ€?. “Carissimo Carlo, - ha continuato Lagnese - corriamo tutti il rischio

di crearci zone di fuga, anche se a volte hanno il pretesto della spiritualitĂ . Essere però fedeli a Dio si ria, dentro la realtĂ , dentro l’umanitĂ , abbracciando questo mondo, che profuma da sempre del Verbo: sĂŹ, di “GesĂš di Nazaretâ€?. E per non cedere alla stanchezza, bisogna salire alla “stanza superioreâ€?, alla stanza dell’Amore, e riascoltare le Sue parole, ritornando alla Sua vita e alla Sua Parola, e come ci ricorda la memoria della Beata Vergine, pregare il rosario rivolgendosi a Maria. “Carlo, reso partecipe del Suo Spirito, sarai diacono! Ma transeunte o permanente? –gli ha ribadito Lagnese - Tranquillo Carlo, il vescovo vuole ordinarti anche presbitero; o meglio il Signore vuole che tu sia anche presbitero; ancora un po’; un poco ancora e lo sarai! Che non sia una meta, però, ma una partenza‌ Ma tu dovrai rimanere sempre diacono: i preti e i vescovi devono rimanere diaconi, altrimenti non saranno nĂŠ buoni preti nĂŠ buoni vescovi‌ Forse il frutto piĂš

importante della reintroduzione del Diaconato Permanente come nella prassi della Chiesa antica, è proprio questo: aiutare la Chiesa a prendere coscienza che essa è la sposa di Colui che non venne per essere servito ma per servire, e che "" alla morte e alla morte di croce, stette in mezzo a noi come colui che serve‌ Carissimo Carlo, ti auguro di essere con la tua vita una persona che sappia provocare domande. Che la gente vedendo te, ciò che sarai, ciò che farai e dirai, possa sentire la voglia di domandarti: perchĂŠ spendi la tua vita per noiâ€?? Al termine della celebrazione eucaristica, la comunitĂ ha festeggiato insieme a Carlo nel cortile del seminario, in un momento di gioia organizzato dalla parrocchia che lo ha visto crescere negli ultimi anni, un momento dove ognuno offerto il suo impegno per servire e allietare la serata del fratello, in pieno “stileâ€? con il servizio del Diacono! Andrea Di Massa e Andrea Miniello


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La Voce di Pietro 10 ottobre 2015

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Solennità di San Francesco d’Assisi Di Giuseppe Galano

a celebrazione ha visto la partecipazione di un nutrito numero di fedeli foriani e di tanti turisti che hanno riempito il bellissimo tempio dedicato a San Francesco. Presenti per l’occasione il sindaco di Forio dott. Francesco Del Deo, il vice sindaco dott. Giovanni Matarese ed il comandante della polizia municipale Ten. Col. Giovangiuseppe Iacono. L’arrivo del Vescovo in Chiesa è stato accolto da un caloroso applauso da parte dei fedeli che lo attendevano trepidanti. “Carissimi fratelli e sorelle celebriamo l’Eucarestia in questo giorno dedicato al Signore nella SolennitĂ di San Francesco. Saluto il rettore Padre Nunzio, tutti voi qui presenti, le autoritĂ civili ed ogni persona che si abbevera alla spiritualitĂ di San Francesco. Ringraziamo il Signore che ci ha donato il piĂš Santo tra gli italianiâ€?. Con queste semplici parole ha inizio la celebrazione della Santa Messa, animata dalla bella corale della Chiesa. L’omelia di Mons. Lagnese, molto intensa e toccante, partendo dalla Liturgia di San Francesco, ha pro

# $ “E’ sempre bello celebrare la festa di San Francesco, guardando questo grande Santo che ancora oggi parla alla Chiesa ed al mondo intero. E’ sempre bello contemplare quello che il Signore ha fatto nella sua vita. San Francesco ci dimostra come tutti noi possiamo camminare in santitĂ . Egli non era vicino al Signore prima di convertirsi; era battezzato ma Dio non entrava nella sua vita. Era un cristiano per tradizioneâ€?. Il brano del Vangelo (Mt 11, 25-30) ci parla di GesĂš che loda il Padre, lo benedice, lo magni $ % & ' un lamento come avviene continuamente nelle nostre viteâ€?. Il Vescovo si sofferma sul Cantico delle Creature , preghiera bellissima , testo poetico piĂš antico della letteratura italiana che si conosca. Il Cantico, scritto da San Francesco dopo aver ricevuto le stimmate, quando era cieco e distrutto da un devastante tumore, quando il suo corpo era tutto dolore, è una lode a Dio che si snoda con intensitĂ e vigore attraverso le sue opere, divenendo cosĂŹ anche un inno alla vita; è una preghiera permeata da una visione

* 4 da ciò deriva il senso di fratellanza fra l’uomo e tutto il creato. Ritornando al Vangelo, si sottolinea quanto sia importante essere in relazione con Dio. Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e nessuno conosce il Figlio se non il Padre. “Francesco ha fatto questa esperienza; Dio si è rivelato a lui attraverso GesĂš. La sua relazione con Dio gli cambiò la vita. Se in noi non scatta una relazione con Dio, se non la coltiviamo, la alimentiamo con la preghiera, la partecipazione ai Sacramenti e l’ascolto della parola continueremo ad essere semplici cristiani per tradizione, questo però non basta. La relazione con Dio ci rende nuovi. Chi vede Francesco vede GesĂš. Egli divenne creatura nuova, simile a GesĂš anche nel corpo con le stimmate.â€?Il Vescovo ci parla di Francesco come colui il quale riparò la Chiesa. “Chi vive la relazione con Dio, chi si fa piccolo come Francesco diventa creatura nuova, riparatore e costruttore di Chiesa. Francesco con la sua vita " 7 * & $ 9 <

" < * piĂš luogo d’incontro con il Signore. Mons. Lagnese invita a pregare in modo particolare per la Chiesa e per il Sinodo del Vescovi che si trova ad affrontare tematiche molto delicate. Egli inoltre invita alla preghiera per la < " = < lo di San Francesco, ci si converta e si risponda alla chiamata di GesĂš alla salvezza. Al termine della Santa messa, Padre Nunzio, rettore della Chiesa dei Frati Minori, ringrazia il Vescovo per la sua presenza e le belle parole donate ai presenti. “Ringraziamo con tutto il cuore la presenza del vescovo, accolto con applausi, affetto e sostegno. E’ importante che il vescovo senta la nostra vicinanza. Il popolo deve amare e sostenere il suo Pastoreâ€?. Prima di concludere la celebrazione il Vescovo ringrazia tutti per la calorosa accoglienza ricevuta, ringrazia Padre Nunzio per tutto quello che fa e riserva belle parole per i membri dell’Ordine Francescano Secolare.

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La Voce di Pietro

10 ottobre 2015

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COMMENTI AL DISCORSO DEL VESCOVO PIETRO PER L’INIZIO DEL NUOVO ANNO PASTORALE

Nella chiesa sguardo di Cristo! ! " # $

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La chiesa in uscita Di Salvatore Ronga

n’immagine evocativa, portatrice di suggestioni profonde, quella di una “Chiesa in uscitaâ€? nel discorso con cui il vescovo Pietro Lagnese ha inaugurato il Nuovo Anno Pastorale. Per chi come me, di fronte alle porte aperte della navata, resta in piedi sul sagrato, dĂ conforto e speranza l’idea che il popolo dei fedeli guidato dai suoi pastori 9

denti. La ricerca di uno spazio comune in cui incontrarsi e riconoscersi. Ăˆ giĂ accaduto, piĂš volte, nel corso dell’ultimo anno, quando la diocesi di Monsignor Lagnese si è impegnata con autorevolezza ed esercizio della compassione per risolvere la situazione drammatica vissuta dai pazienti di Villa Orizzonte, o ancora, quando la necessitĂ di accogliere i migranti nel nostro territorio si è concretizzata in progettualitĂ e non è rimasta sospesa nell’alveo delle buone intenzioni. Cito solo questi due casi, perchĂŠ in entrambi ho sentito con chiarezza come il Magistero del Vescovo parlasse anche a me, laddove le istituzioni e i soggetti politici balbettavano o ta-

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Una scossa che risvegli i cuori e le coscienze Di Vito Iacono – consigliere comunale, Forio

arissimo Direttore, accolgo con piacere la Tua sollecitazione ad una “riletturaâ€? del messaggio pronunciato dal Vescovo di Ischia in occasione della cerimonia di inizio dell’anno pastorale. Un messaggio coraggioso ed impegnativo che piĂš che essere commentato andrebbe vissuto e concretizzato assumendo ognuno, nel rispetto di ruoli, responsabilitĂ e, soprattutto, “talentiâ€?, il proprio carico di “lavoroâ€?. Non è solo la Chiesa che ha bisogno di incontrarsi, non è solo il popolo di Dio che ha bisogno di prendere coscienza di essere popolo. C’è un’Isola che è frantumata tra mille interessi personali, ambizioni mal riposte, sentimenti di invidia, di rivalsa che ha bisogno di trovare nuove ragioni per stare insieme, per vincere e ricomporre fratture e divisioni. Diciamo la veritĂ : non è un’isola felice. Non si vedono in giro molte facce sorridenti, siamo arrabbiati, insoddisfatti e per questo poco cordiali ed a volte anche cattivi e “dispettosiâ€?. Troppo facile nascondersi dietro l’alibi della crisi, delle insicurezze economiche, dovrebbero essere proprio questi momenti a farci recuperare il valore dello stare insieme, della solidarietĂ , del darsi una mano vicendevolmente e, per noi cattolici, vivere appieno la nostra missione di amare il nostro prossimo con le opere e nelle opere. Forse è proprio questo che manca, la capacitĂ di vedere il nostro prossimo. Ecco un messaggio che deve raggiungere il cuore e la testa di tutti gli uomini e le donne di buona volontĂ . S.E. con grande umiltĂ e senso di autocritica tratteggia il momento particolare che sta vivendo la Chiesa

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cevano. Sarebbe facile obbiettare che l’esercizio del Magistero è invocato come autorevole quando propone soluzioni vicine alla nostra sensibilitĂ e stigmatizzato come invasivo se lontano, ma non è cosĂŹ. L’immagine della “Chiesa in uscitaâ€? suggerisce la prospettiva di un dialogo. Da discreto teatrante, so che quando si mette in scena un copione, anche ben scritto, si resta sempre sorpresi da un dettaglio, troppo spesso trascurato a una prima semplice lettura: la veritĂ dei personaggi impegnati in un dialogo si nasconde spesso non nel momento di recitare le proprie battute, ma nel momento di ascoltare le battute dell’altro. Interpretare il silenzio dell’ascolto è parte funzionale alla veritĂ dell’azione. L’ascolto è importante quanto la parola. Può apparire persino banale rimarcarlo, ma oggi mi sembra che il verbo “ascoltareâ€? sia adoperato in luogo di “lasciar parlareâ€?, e nei dialoghi # " di ogni confronto piĂš o meno serio, ascoltare è un segno di debolezza. Mi auguro allora che la “Chiesa in uscitaâ€? sia un’esortazione al dialogo, un dialogo fatto soprattutto di ascolto, anche forse di silenzi, rispetto ai quali non spaventarsi, silenzi che si abbia cura d’interpretare come momenti

> < = $ & * in uscitaâ€? risponderĂ , abusando maldestramente della bella metafora di Sua Eccellenza Pietro Lagnese, “una societĂ in ingressoâ€?, fatta di uomini e donne che attraverseranno la soglia della navata per sedersi insieme e operare per il bene comune.

di Ischia, ma sappiamo bene che il problema è ben piĂš ampio e complesso. Viviamo in un’epoca in cui la SocietĂ non riesce piĂš a provare o ad indignazione di fronte ai tanti fenomeni, di cui lo stesso Vescovo parla, che minano quotidianamente le nostre Famiglie e le nostre Istituzioni. Prevale una stupida autoreferenzialitĂ ed una grande capacitĂ auto assolutoria. Certo, la Chiesa sulla nostra Isola ha rappresentato nel tempo un punto fermo di riferimento in momenti forse anche peggiori di quelli che stiamo vivendo. Si, è vero, oggi ha perso la sua centralitĂ nella formazione delle coscienze, come forse l’ha persa la Scuola, la Famiglia e tutti i centri nevralgici e strategici nella costruzione di una SocietĂ migliore, come si diceva una volta. Ma la Chiesa può e deve recuperare quel ruolo di riferimento. Ăˆ l’unica “organizzazioneâ€? che può e deve provare a dare quella scossa che risvegli i cuori e le coscienze, che faccia aprire gli occhi e vedere il disagio dei nostri giovani, le frustrazioni dei nostri Uomini e delle nostre Donne alle quali non sempre vengono date le giuste opportunitĂ per vivere con dignitĂ la propria “missioneâ€? di PapĂ , di Mamma e le proprie ambizioni ed aspirazioni, i tanti immigrati spesso ghettizzati e sfruttati. Si, è vero la nostra è una ComunitĂ che dimentica troppo in fretta il dramma di chi si è suicidato per la dipendenza dal gioco, le vittime del dissesto idrogeologico del quale siamo tutti responsabili, le troppe giovani vittime della strada, delle varie forme di dipendenza. Ecco che risulta provvidenziale l’apertura di Padre Pietro proprio verso i Giovani. Non ho necessaria autorevolezza per dare suggerimenti al nostro Vescovo, ma penso che la Chiesa di Ischia se vuole aprirsi ai Giovani deve pensare a realizzare insieme a loro le strutture dove possono vincere il disagio e vedere realizzati desideri, ambizioni, sogni, intercettare le loro domande, i loro bisogni, fugare i loro dubbi, faciliterĂ e di molto anche il raggiungimento dell’ambizioso e complicato obiettivo di una nuova evangelizzazione.


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Il Caso 10 ottobre 2015

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Don Maurizio Patriciello % & & ' ' ()$ # & % &

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Di Don Maurizio Patriciello

confondere il prossimo. Soprattutto quello meno preparato culturalmente, spiritualmente, psicologicamente. Un monsignore polacco – mio confratello – alla vigilia del sinodo sulla famiglia ha pensato che fosse giunto il tempo di rivelare al mondo di essere gay. Il momento, di certo, era il meno opportuno. La domanda sorge spontanea: perchĂŠ non lo ha fatto prima? Intanto – come era prevedibile - la notizia “piccanteâ€? fa il giro delle redazioni, delle diocesi, del web. I commenti si sprecano. Non vogliamo entrare, per adesso, nel merito della questione. Durante il sinodo sulla famiglia saranno affrontati temi delicati che vedono il mondo cattolico attento e preoccupato. Ma anche pieno di fede e di speranza. La Chiesa vuole essere madre per tutti. Non vuole che ci siano privilegiati. Non vuole escludere nessuno dalla misericor-

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Lettera aperta al Monsignore polacco dia di Dio. GesĂš non è proprietĂ privata. Papa Francesco su questo è stato chiarissimo. Il vero problema è un altro. Questo confratello ha confessato di avere un “compagnoâ€?. Che cosa so. Se – come è pensabile – vuol dire che ha un compagno con cui ha instaurato una relazione affettiva, sentimentale, sessuale si pongono alcune domande. La Chiesa non l’abbiamo inventa-

ta noi. La Chiesa è la sposa che si pone in ascolto dello Sposo. Per conoscerlo, amarlo, servirlo. La Chiesa cammina con gli uomini del suo tempo, ai quali porta il gioioso annuncio che “GesĂš è il Cristoâ€?. Naturalmente ai suoi ministri la Chiesa chiede che accettino alcune regole. Su quelle che derivano dalla Parola di Dio non può transigere. Su altre si potrĂ anche discutere. Ecco il bisogno di stare insieme. Nessun credente è obbligato a consacrarsi. La vocazione è un dono. Durante gli anni della formazione, non una sola volta, i candidati al sacerdozio vengono invitati a ripensare e rivedere la scelta fatta. Nel giorno dell’ordinazione a tutti viene chiesto se vogliono vivere in un certo modo. Il celibato che la Chiesa cattolica di rito latino richiede, noi preti, lo abbiamo accolto con gioia. Liberamente. Solennemente. Lo abbiamo scelto noi. Tutti abbiamo detto, ad alta voce e davanti a centinaia di persone, di voler vivere in castitĂ . Ben sapendo che sarebbero venuti giorni in cui la castitĂ - come del resto ogni stato di vita – sarebbe stata pesante. Tutto questo lo sapevamo. E proprio per questo non abbiamo mai smesso di pregare, sapendo che da soli possiamo fare poco. Lo disse GesĂš: ÂŤSenza di me non potete fare nulla...Âť. Il che potreb" 4 @* lare le vette piĂš alte a piedi scalzi... Potete solcare i mari...Âť. Questo vale per tutti: coniugati, celibi, consacrati. Certo, tutti possono cadere in qualche tranello. Tutti, nella vita, possono inciampare. Tutti possono cambiare idea. Importante però

è assumersi la responsabilitĂ delle proprie scelte. Senza farle ricadere sugli altri. Senza passare come vittime di un sistema atavico. Senza ingannare il prossimo. Il “noâ€? che il candidato al sacerdozio dice all’esercizio della sessualità è il piedistallo dove si incastona il “siâ€? che ha detto a Cristo, alla Chiesa, ai fratelli. Questo discorso vale per tutti, non solo per i preti. Chi porta all’Altare la sua donna e le dice: ÂŤIo accolgo te come mia sposa e prometto di esserti fedele sempre...Âť sta rinunciando a tutte le donne del mondo. A meno che non voglia imbrogliare. Ma qui entriamo in un altro campo. Il monsignore polacco non si è scoperto gay in questi giorni. Credo che giĂ lo fosse al momento dell’ordinazione. Non so come abbia fatto a rispondere alle domande del suo vescovo prima che gli imponesse le mani sul capo. Avrebbe potuto non accedere al sacerdozio cattolico che prevede per i preti lo stato di castitĂ . Al di lĂ di ogni altra considerazione teologica e morale, è una questione di serietĂ e di onestĂ . Per tutti vale l’obbligo di mantenere la parola data. Un prete o un laico sposato che nascondono un’amante, sono semplicemente traditori. Se invece di un compagno, il monsignore polacco avesse avuta una compagna sarebbe stata la stessa cosa. Sono contento che sia venuto allo scoperto. Ho rispetto per la sua vita privata. Ma lo spauracchio dell’omofobia che sta tentando di sventolare ai quattro venti non c’entra un bel niente. Insistere su questo vuol dire essere disonesti. Il Signore benedica tutti.


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SocietĂ

10 ottobre 2015

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RAPPORTO “ITALIANI NEL MONDO� Di Maria Chiara Biagioni

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è un’Italia che non va, che stenta a riprendersi, che è soffocata dalla morsa della disoccupazione quella che si nasconde dietro gli oltre 100mila nostri concittadini italiani che lo scorso anno hanno preferito lasciare il Paese. Sono in prevalenza uomini (56,0%), celibi (59,1%), tra i 18-34 anni (35,8%), partiti principalmente dal Nord Italia per trasferirsi, soprattutto, in Europa. Sono i dati che emergono dal Rapporto “Italiani nel Mondoâ€? presentato a Roma dalla Fondazione Migrantes e giunto quest’anno alla 10ma edizione. Dunque l’Italia non ha cessato di essere, come lo era in passato, Paese di emigrazione. Sono circa 5 milioni i cittadini italiani residenti all’estero e, pur restando indiscutibilmente primaria l’origine

gressivamente assistendo a un abbassamento dei valori percentuali del Sud a favore di quelli del Nord Italia. La Sicilia con 713.483 residenti è la prima Regione di origine degli italiani residenti all’estero ma il confronto tra i dati degli ultimi anni, pone in evidenza una marcata dinamicitĂ delle Regioni settentrionali, in particolare della Lombardia (+24mila) e del Veneto (+15mila). L’Italia - si legge nel Rapporto di Migrantes - sta vivendo una delle piĂš lunghe recessioni economiche e occupazionali. I giovani, i lavoratori, le famiglie, persino gli anziani sono in partenza. L’analisi del decennio mostra chiaramente questa escalation: in 10 anni si è passati dai 3.106.251 iscritti all’Aire (dato del 2006) ai 4.636.647 del 2015 con una crescita del +49,3% in 10 anni. Ai giovani piace partire. Tra i numerosi dati del Rapporto colpisce la forte crescita degli studenti italiani che scelgono di partire per un periodo di studio all’estero: sono 1.800 i ragazzi partiti con Intercultura per l’anno 2014-2015. Anche tra i laureati, il fenomeno dell’emigrazione per ragioni lavorative è tendenzialmente in crescita negli ultimi anni. Si parte perchĂŠ all’estero ci sono maggiori prospettive di guadagno (7,4 in media contro 6,2 su una scala 1-10) e di carriera (7,4 Y [\

" > di lavoro (7,7 contro 6,9) e di prestigio (7,6 contro 6,8). Le mete preferite sono Regno Unito (16,5%), Francia (14,5%), Germania (12%) e Svizzera (12%). Ma se i giovani partono, l’Italia si trova a diventare

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“Uno straniero viene tre italiani partono per trovare lavoroâ€? un Paese per vecchi. Ăˆ il professor Alessandro Rosina, docente di ] > * a sottolinearlo. Un Paese colpito da una bassa natalitĂ e con un calo ^_` ogni anno. Ad aumentare sono invece due categorie di giovani: i neet (“giovani che non studiano e non lavoranoâ€? ed “emblema dello spreco italiano del capitale umanoâ€?) e gli “expatâ€? con titoli di studio medio-alti, per questo maggiormente esposti alla disoccupazione, quindi “bravi ma senza prospettiveâ€? e dunque pronti a espatriare. L’Italia - secondo il professore - presenta cosĂŹ “la peggiore combinazioneâ€? per un Paese che ha un disperato bisogno di ripresa: tra “neetâ€? inattivi e scoraggiati ed “expatâ€?, cioè $ * j * non fermando l’uscitaâ€?, risponde Rosina. Ma cercando di “valorizzare il capitale umano sostenendo la scelta di chi vuole rimanereâ€? e “favorendo chi vuole tornareâ€? con progetti che “possano attirare non solo chi ha fallito ma soprattutto chi ha avuto successo perchĂŠ possa riportare e rimettere in circolo nel nostro Paese competenze e professionalitĂ maturate all’esteroâ€?. Occorrono politiche di investimento. Presente all’incontro anche il senatore Claudio Micheloni, * # stioni degli italiani all’estero del Senato, che ha detto: “Si emigra per bisogno, perchĂŠ è il nostro Stato a non funzionareâ€?. Ed ha chiesto: “Il migrante, non è forse lo specchio della nostra cattiva coscienza, colui che ci mette di fronte alle realtĂ del nostro Paese che non ci piacciono e di fronte alle nostre responsa" > j $ % - ha fatto notare monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes - sono arrivati in Italia 33mila lavoratori e sono partiti all’estero 101mila ita $ &

che arriva, corrispondono 3 italiani che se ne vanno. Questa è la vera crisi del nostro Paeseâ€?. “Non ri # leggere politicamente e culturalmente la nostra situazione e, quindi, non costruire politiche familiari, lavorative e scolastiche che sappia # > $ * < j k $ 9 delinea alcune vie da intraprendere: accompagnare i migranti con un associazionismo capace di creare rete; allargare la cittadinanza “in un

momento in cui stanno emergendo chiusure e muri e un possibile blocco di Schengenâ€?; guardare con occhi nuovi alla mobilitĂ umana perchĂŠ “chiusure e paure non fanno che impoverire ulteriormente e disumanizzare la storia delle migrazioni che ancora oggi sono solcate da sofferenze. Il nostro coordinatore di Londra - ha poi concluso Perego - ci parlava di due suicidi di italiani a Londra al mese. Ăˆ un tema che chiede piĂš politica e piĂš cultura della migrazioneâ€?.


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Trasporti 10 ottobre 2015

Di Amedeo Romano

empo di bilanci per il travagliato settore dei trasporti, marittimi e terrestri, nelle localitĂ turistiche del golfo di Napoli, tra soppressioni di < = autobus dell’Eav. I rappresentanti delle categorie e i pendolari sono preoccupati, perchè temono so = = " { l’arrivo dell’autunno. Per quanto riguarda i trasporti marittimi, nel = della Caremar. Intanto i pendolari hanno chiesto

T

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Trasporti ad ischia cosa bolle in pentola? un incontro con il presidente della regione Campania De Luca e la quarta commissione regionale trasporti, conseguentemente a quanto stabilito lo scorso 12 settembre nella riunione del Coordinamento regionale dei pendolari. | = Iolanda Conte del comitato pendolari dell’isola d’Ischia. “In questa fase di crea= regionale – continua la Conte procedere in sinergia con le altre

= giore possibilitĂ di ascolto e di discussione delle tematiche generali che riguardano il trasporto pubblico locale via mare e via terra. Sulla base di quanto apprenderemo sarĂ

" = # da il nostro territorio�. } j & =

= munali sull’argomento, in altro affaccendate, i politici regionali sono intervenuti sull’argomento, mettendo però le mani avanti. Se il governatore de Luca ha commentato negativamente i 5 anni di governo * = non prese nel settore dei trasporti, il capogruppo regionale del Pd, Mario Casillo prende tempo: “siamo arrivati da poco, dateci ancora qualche settimana per studia = $ % =

sporti sull’isola va migliorata, perchè da questa dipende l’immagine turisticaâ€? sostiene il capogruppo regionale dei verdi, Francesco Borrelli. “Questa estate abbiamo portato nuovi bus sull’isola ma non bastaâ€?. Per quanto riguarda == = * remar, “la vendita era chiusa, il passaggio ai privati era ormai un atto dovutoâ€?, sostiene Borrelli che conclude: “dobbiamo migliorare la qualitĂ del naviglio per evitare che viaggino le carretteâ€?. %

= ste a credere alla buona fede dei politici che oggi reggono le sorti

della regione (politici che, si badi bene, non sono tutti di “primo peloâ€?, nel senso che molti sebbene giovani hanno alle spalle anni di = = ciali e regionali). Il tempo richiesto loro sembra essere congruo: entro ottobre, ci dovrebbe essere questo incontro in Regione, il primo “faccia a facciaâ€?, preceduto si spera da un incontro propedeutico ad Ischia, nel quale si provveda ad eliminare i “distinguoâ€? per ritrovare una unitĂ d’intenti. } ~ co regionale – sarĂ messo a punto il nuovo piano del trasporto che riguarda le isole del golfo di Napoli. } = << dere, mentre la Caremar è stata af > giorni dall’insediamento (ah, giĂ , un atto dovuto...) e si stanno preparando gli atti per la messa a gara delle corse notturne (per le quali Nicola Lamonica dell’Autmare chiede che vengano inserite invece

= per l’isola).


Punti di vista

9 10 ottobre 2015

kaire@chiesaischia.it

L’Europa, il PD, gli scandali nella chiesa Di Franco Iacono

1.

Wolkswagen, Air France, tragedia in costa Azzurra: tre facce, molto diverse in veritĂ , che rendono piĂš che “normaliâ€? Paesi, che pretendono di essere diversi e, migliori. Rispetto all’Italia! Comunque la si “voltiâ€?, quello del colosso tedesco è un imbroglio di dimensioni epocali, “proiettatoâ€? sullo schermo dell’Universo Mondo. E le conseguenze non saranno di poco conto per la casa automobilistica, per l’Industria tedesca, per la credibilitĂ di quel Paese, che ha preteso, forte della sua predominanza economica, di dare lezioni a tutti e di richiamare all’ordine mezza Europa. Nel segno del rigore, del rispetto delle regole, dell’austeritĂ . L’imbroglio della Wolkswagen ha di molto indebolito quelle posizioni e non a caso la Merkel in questi giorni è molto meno presente sulla scena e, comunque, sempre a “vele basseâ€?. La Francia, che con Hollande, come prima con Sarkozy, si pre < < Merkel, che non a caso lo porta sempre con sĂŠ, quasi a guinzaglio, sulla vicenda della “ristrutturazioneâ€? dell’Air France, sulle violenze che ne sono seguite, ha mostrato scarsa capacitĂ di governo delle situazioni di crisi sociali. La stessa Francia, con tutto il suo sistema di protezione civile, di fronte alla tragedia della Costa Azzurra, ha dimostrato di non essere migliore dell’Italia, quando viene colpita da > $ { 4 < Grecia, e sui Greci, vale per la Germania; è molto piĂš facile colpire i migranti sugli scogli di Ventimiglia o di Calais, che stare correttamente, e senza imbrogli, sul mercato mondiale delle auto, oppure gestire una crisi aziendale profonda,

oppure adottare normali misure di prevenzione in occasione delle tragedie climatiche. Di fronte a questa ordinaria considerazione viene da pensare che per l’Italia non è poi messa cosĂŹ male. Oppure, piĂš sinceramente, che tutto il Mondo è Paese. Al netto delle amare considerazioni sugli Stati Uniti: fra stragi ripetute nei college e vittime a un tifone, da New Orleans alle piĂš recenti tragedie del Nord Carolina. 2. In pieno agosto, di fronte ai dati allarmanti, e di piĂš, della crisi complessiva del Mezzogiorno d’Italia, Matteo Renzi convocava a Milano gli Stati Generali del PD. La ‌ montagna partorĂŹ il topolino: l’annuncio, entro settembre, rigorosamente cosĂŹ fu detto, di un Masterplan. Come per altri annunci, settembre è ‌spirato e di questo ‌ escatologico Masterplan neppure l’ombra. NĂŠ si annuncia alle porte. Se tutto questo è comprensibile nell’affollata strategia degli annunci di Renzi, non si capisce il silenzio dei deputati napoletani e campani, a cominciare da quelli del PD, su questo grave ed ennesimo ritardo, riferito non a fatti ma almeno < $ Si ha la conferma dell’insipienza di una classe dirigente, parlo sempre del PD, piĂš “bravaâ€? nella bagarre dei personalismi e delle posizioni di potere che non a tirar fuori la

Campania ed il Mezzogiorno da = $  almeno qualche idea! L’irrompere sulla scena di Bassolino, con tutto il sommovimento che sta suscitando in quel partito, sta dando esca ulteriore a quanti altro non sanno < " mischia per assicurarsi le posizioni piĂš favorevoli in vista dell’ennesima “guerraâ€?. Matteo Renzi disse “non abbiamo alibiâ€?: se non risolviamo il problema del Mezzogiorno la responsabilitĂ sarĂ solo nostra! Appunto! Naturalmente Matteo Renzi non è il solo a non mantenere impegni. Per ricordare solo qualcuno dei tanti assunti, e non mantenuti, dal Sindaco di Napoli: dalla guerra “spietataâ€? ai parcheggiatori abusivi alla realizzazione di un “Parco dell’Amoreâ€?! Sic! In tutta questa costante deresponsabilizzazione, un giovane su due continua a non lavorare! La criminalitĂ organizzata può tranquillamente prosperare! 3. Temo che il “gridoâ€? di Papa Francesco – “chi sono io per giudicareâ€? – sia stato inteso come una sorta di‌rompete le riga della ipocrisia, rispetto a tutto quello che forse per secoli ha “bollitoâ€? nella pentola grande di Santa Madre Chiesa. Ma una cosa è la veritĂ , un’altra la discrezione, la delicatezza, il pudore, soprattutto, se si tratta di temi che investono

la sfera intima di ciascuno. Per chi “dĂ scandaloâ€? GesĂš Cristo è stato durissimo (Vangelo Marco 9,3843.45.47-48). Soprattutto per chi lo dĂ ai bambini. L’ “outingâ€? del prelato polacco, Krzysztof Charamsa sulla sua omosessualitĂ giĂ aveva scosso l’opinione pubblica, = da parte del parroco Altoatesino, don Gino Flaim, ha creato sconcerto ed incredulitĂ . I bambini, soprattutto quelli che vivono in fa < no bisogno di affetto, ma questo „

re quelli, i preti nella circostanza, # " del relativo stato di soggezione di fronte all’autoritĂ di un sacerdote, per usare loro violenza e soddisfare le proprie voglie malsane! Certo, c’è un problema antico quanto la Chiesa e riguarda il divieto matrimoniale ai preti! Meraviglia che in questo tempo, in queste occasioni che evidenziano un sommerso sen= meriterebbe. Con approfondimento e senso di responsabilitĂ . Resta, per fortuna, il richiamo costante al Vangelo di questo grande Papa, che incita all’Amore, alla CaritĂ , alla Misericordia. Probabilmente questo messaggio cosi fascinoso si innesta su di un ‌ corpo bacato. Da troppo tempo! E che cosÏ‌ non sia!


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Scuole 10 ottobre 2015

Di Bernardo Dell’Omo

I

n continuitĂ con il percorso di aggiornamento dello scorso anno sul tema dei beni comuni, il nuovo corso ha inteso affrontare il tema della democrazia come bene comune da una duplice prospettiva: quella della

† = politica odierna, e quella delle buone pratiche, considerate soprattutto dal punto di vista dei = $ { = < &

{ ‡ one Cattolica, è sĂŹ luogo privilegiato per istruire

"

#

= = > in atto sul territorio e che per le nuove gener = < illuminanti e non accecanti verso cui dirigere lo

$ { * " " # indicare itinerari educativi in cui l’insegnamen ‡ * privilegiato che aiuti a formare una comunitĂ di = $ { stata proposta anche una lettura della Dottrina Sociale della Chiesa sul tema dei diritti di citta = $ GiĂ nel 2012 il segretario della Cei monsignor Crociata aveva detto: “Avvertiamo la neces > = " $ L’attuale dinamica sociale appare segnata da < = =

== ottenere un risultato vantaggioso per il proprio

$ | == = " = " $ 9 #

= > = un’ampia diffusione dei principi della dottrina sociale della Chiesa, anche rilanciando le scu < = $ ] > = = { $ & > = = $$$ˆ " 4 a questo siamo chiamati a educare noi stessi e < ‰} " ˆ $ _Š\$ Tutto è stato pensato e strutturato in maniera sapiente, dal latino sĂ pere, e intelligente, sia nel sig intus-legere (approfon \ che dell’inter-legare, ‰ \ [ < $ { " = volgere e affascinare la platea per la profonditĂ == =

$ } = $ Prof Sergio Tanzarella - La cittadinanza nella dottrina sociale della chiesa

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Corso regionale sull’insegnamento della religione cattolica


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Scuole

10 ottobre 2015

kaire@chiesaischia.it

Patrocinato dal MIUR e dalla 7589: ; , si è svolto, ' 8 9 3 8:;<

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Ischia, il corso regionale di ag' ? 1

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“Se la scuola italiana non crolla è perchĂŠ ci sono degli insegnanti che la tengono in piedi‌ Dobbiamo essere consapevoli che ci sono cittadinanze inclusive e cittadinanze esclusive‌ Pensiamo di sapere tutto di Dio negando, però, la dignitĂ delle sue creature‌ L’ecclesiologia oggi ha come modello il poliedro e non la sfera. Le differenze sono un arricchimento di Dio‌ Bisogna aiutare i giovani a pensare criticamente,

= " falsità utilizzando come grimaldello il principio della non-violenza in una società ispirata al massimo grado alla violenza�. Prof.ssa Gaia De Vecchi - Vizi collettivi tra etica pubblica e nichilismo } coli, a distinguere i vari livelli di responsabilità (diretta, indiretta, in causa) o di corresponsabilità , nonchÊ il piano morale dal piano psicolog <

< = ‰ = ata all’etĂ ) un ruolo attivo nella propria crescita umana e nella costruzione di una societĂ caratterizzata da un circolo virtuoso. L’IdR può giocare un ruolo estremamente importante in questa educazioneâ€?. Prof.ssa Ornella Marra - Democrazia e religioni “Le religioni, impegnandosi a migliorare l’uomo con sentimenti positivi per il singolo e la collettivitĂ , a pieno titolo possono inserirsi nel contesto democratico di uno Stato, diffondendo tra i propri fedeli una cultura di pace e di fratellanza ‌ Le democrazie oggi devono essere capaci di autocritica e autorevisione, relativizzando il

$ Prof Ugo Dovere - Luoghi come esperienze formative “I beni comuni possono avere anche una loro declinazione nei beni culturali. Il bello è una delle forme in cui si può esprimere il divino, ricordando che esso è lo strumento mentre il contenuto è la rivelazione del Dio-Persona. L’opera d’arte è testimone dello stesso contenuto che si va ad utilizzare. L’arte diventa uno straordinario bene che è comune ad un contesto culturale condiviso. Per l’IRC il patrimonio storico-artistico di un paese può essere una chance da non perdere attraverso un lavoro interdisciplinare, agganciando il contenuto religioso alla vita vera, al vissuto quotidiano del ragazzo. Grande attenzione al particolare (locale) senza mai perdere di vista il generale (globale). Il particolare come dialogo con il generaleâ€?.

Che dire? Una crescita per tutti i partecipanti , crescita umana, culturale, spirituale! Tutti sono tornati alle loro case stanchi ma anche arricchiti e rinnovati! Ecco alcuni commenti dei diversi colleghi di RC. della Diocesi di Ischia che vi hanno partecipato: Giuseppina Rega: “che cosa mi porto dentro? Il sapere come bene comune, come un pozzo da custodire e tramandare, dove posso attingere ma anche dareâ€?. Angela Della Monica: “grande è la stanchezza ma piĂš grande è la motivazione che questi tre giorni mi hanno trasmesso. La qualitĂ dei temi trattati e le prospettive di

> di lavoro con i ragazzi nonchĂŠ approfondimenti personali. Come ultima cosa, la soddisfazione e la gioia di aver trascorso questo tempo con vecchi e nuovi colleghiâ€?. Rosanna Patalano: “per noi questa opportunità è stata un dono speciale sia per la bravura dei relatori che per il clima familiare venutosi a creare. Un grazie a don Virgilio, una persona specialeâ€?. Angela Baldino: “mi porto dentro l’immagine di un’ecclesiologia poliedrica non piĂš sferica e che lascia allo Spirito Santo il compito di ricomporre in unitĂ ogni diversitĂ â€? Restituta Mattera: “questi giorni di formazi = do su quanto di preziosamente creaturale ogni gior < $ In conclusione, un affettuoso grazie agli ospiti: S. E. Mons. Giuseppe Giudice, vescovo delegato regionale per la scuola della CEC, agli organizzatori Don Virgilio, Pasquale, Venturino, ai relatori, tutti di grande spessore culturale, ai " ]< 9 & di Avellino, mons. A. Dente e a don Antonio, " ]< 9 & ˆ % {‡* delle varie diocesi della Regione Campania. Un grazie di cuore, in modo particolare, a S.E. mons. Pietro Lagnese, vescovo d’Ischia, don Pasquale Trani e Matilde Di Meglio per le opportunitĂ offerteci e per il sostegno e la cura che impiegano nella formazione degli IRC. Un grazie agli insegnanti di RC della Diocesi d’Ischia per l’accoglienza, la partecipazione e lo zelo dimostrati durante tutto il corso contribuendo ad un clima accogliente e familiare. Ad altiora semper!

TEMATICHE TRATTATE:

Prof Sergio Tanzarella Prof.ssa Gaia De Vecchi Prof.ssa Ornella Marra ! Prof. Sergio Cicatelli

Prof Ugo Dovere @7G > 7 3 7@ >3@7

H>3J@7G > 7 #J>3>H


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Sinodo Famiglie 10 ottobre 2015

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UFFICIO DI PASTORALE FAMILIARE – DIOCESI DI ISCHIA

A Roma dal Papa In 55 da Ischia abbiamo accolto l’invito di Papa Francesco a partecipare all’incontro delle famiglie, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, in occasione dell’apertura della XIV Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Di Pastorale familiare della diocesi di Ischia

na grande emozione. Senza parole. Ritrovarsi in piazza San Pietro insieme al Papa in un momento storico per la Chiesa universale quale l’apertura del sinodo delle Famiglie, è davvero un’esperienza indimenticabile. Sabato 3 ottobre siamo partiti dalla nostra isola, carichi di entusiasmo per poter partecipare nel pomeriggio alla veglia di preghiera organizzata dalla Conferenza Episcopale Italiana. La diocesi di Ischia c’era. Quasi in ‰ = 9 \ "" la gioia di pregare insieme per i Padri Sinodali. Durante il pomeriggio di veglia, si sono alternati momenti di esperienze che ci hanno aiutato a meditare sul senso della famiglia. Le parole no raccontato le varie fasi della vita di famiglia, = = partenenti a culture diverse, ma che grazie all’amore di Dio hanno fatto della loro diversitĂ un punto di forza per il loro rapporto. Lui cubano, completamente lontano dalla Chiesa, per amo = Dio in famiglia, mettendolo al centro delle proprie scelte e ponendolo come punto di partenza per la creazione di una nuova famiglia cristiana. O come l’esperienza della famiglia di Pisa che racconta di un amore piĂš forte della sofferenza. % < $ ‹

momenti di disperazione, rabbia, pianto. Insieme al marito però ha incontrato Dio nella malattia. Adesso insieme continuano a credere al & < >$ Emozionante è stato l’arrivo di Papa Francesco che nel suo intenso discorso ci ha ricordato < # buio del mondo, e che solo amando gli altri si impara ad amare Dio. Ci ha esortati a guardare la famiglia di Nazareth come fece Charles de Foucauld, “alla sua vita nascosta, feriale e comune, com’è quella della maggior parte delle nostre famiglie, con le loro pene e le loro semplici gioie; vita intessuta di serena pazienza nelle contrarietĂ , di rispetto per la condizione di ciascuno, di quell’umiltĂ che li" = ÂŒ < > sgorga dal sentirsi parte di un unico corpoâ€?. Il clima che si respirava in pizza San Pietro durante la veglia era quello di un’unica grande famiglia in festa che, accogliendo l’invito del Papa, è pronta a uscire e ripatire pronta a far vedere

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Sinodo Famiglie

13 10 ottobre 2015

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LAVORI DEL SINODO

“La dottrina cattolica sul matrimonio non è stata toccataâ€? L’intervento di Papa Francesco alla terza Congregazione generale: “La dot

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Di M. Michela Nicolais

al mondo la bellezza della famiglia proprio come vuole evidenziare il Sinodo. Domenica 4 ottobre abbiamo partecipato alla messa del Papa di apertura del Sinodo, nella basilica di San Pietro. Molto intensa e bella l’omelia di Papa Francesco, con i tre punti che ha elencato e spiegato: la solitudine che oggi investe la societĂ , l’amore tra uomo e donna e la famiglia. Soprattutto la parola “solitudineâ€?, ha stupito tanto perchĂŠ sembrerebbe essere in disarmonia con il mondo di oggi sempre “collegato in reteâ€? e < # # < di piĂš. Durante il viaggio di ritorno in autobus c’è stato uno scambio di impressioni. E’ stato bello notare come ci siano esperienze concrete di vita vissuta, dove le Parole del Papa trovano corrispondenza anche tra di noi. Ad esempio, una nostra comunitĂ parrocchiale ha adottato una famiglia macedone e si sta adoperando per il loro inserimento sulla nostra isola. La cosa piĂš bella è amare queste persone soprattutto nelle cose piĂš semplici come ad esempio organizzare una festa di compleanno per la mamma, o altre cose del genere. Essere a Roma ci ha reso consapevoli di aver partecipato ad un momento storico della vita della Chiesa! Anche noi, come le tante famiglie presenti in piazza San Pietro, vorremmo “ripartire da Nazarethâ€? come ci ha indicato Papa Francesco. Ripartire da quei rapporti semplici e belli che hanno contraddistinto la Santa Famiglia, volendo essere anche noi “famiglie in uscitaâ€? che non restano chiuse nelle loro certezze ma pronte ad accogliere e a dialogare con tutti.

a dottrina cattolica sul matrimonio non è stata toccata, messa in questione nell’assemblea precedente del Sinodoâ€?, nei confronti del quale il Sinodo attuale si pone in continuitĂ . Ăˆ uno dei “due puntiâ€? toccati da Papa Francesco nel suo “breve interventoâ€? alla terza Congregazione generale nella mattina del 6 ottobre. Lo ha riferito ai giornalisti il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, aggiungendo che il Papa ha detto che “non dobbiamo lasciarci condizionare e ridurre il nostro orizzonte di lavoro al Sinodo come se l’unico problema fosse quello della comunione ai divorziati risposati o noâ€?. L’invito di Papa Francesco, ha proseguito il portavoce vaticano, è quindi a “tener presente l’interezza delle questioni di cui l’Instrumentum laboris dĂ un’ampia prospettivaâ€?. Dopo l’intervento del segretario generale del Sinodo, cardinale Lorenzo Baldisseri, che ha “rispiegato e messo a punto alcuni aspetti della metodologia del Sinodoâ€?, soprattutto per i padri che partecipano all’assise per la prima volta, Papa Francesco ha fatto notare che “il Sinodo è da vivere in continuitĂ con quello straordinario dell’anno

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9 = e la Relatio Synodi, studiata dal Consiglio del Sinodo e alla quale sono stati aggiunti i contributi giunti tra le due assemblee: cosĂŹ si è ottenuto l’Instrumentum laboris, approvato come documento dei lavori del Sinodo che si celebra oraâ€?. Il Papa ha inoltre detto che “ora si continua con l’apporto dei Circoli Minori, che contribuiscono < ‡ = †

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UN COMPLEANNO SPECIALE A Roma si apre il Sinodo. Ad Ischia una persona speciale, che ha sempre creduto nel valore cristiano della famiglia, ha raggiunto un grande traguardo! Gerarda Ambrosino, assidua lettrice di Kaire (due copie a settimana) il 4 ottobre scorso ha festeggiato i 90 anni [ � ‘ Iovine e una moltitudine di parenti e amici, tra cui numerosissimi bambini. Auguri di cuore dal direttore Kaire e da tutta la redazione. Continui a leggerci e a sostenerci con le preghiere. (L.R.)

leâ€?. E chissĂ che non dobbiamo aspettarci qualche altra sorpresa dal Papa, che “normalmente non partecipa ai Circoli Minori, ma è liberoâ€?. Nelle due Congregazioni generali del 5 ottobre hanno preso la parola 72 padri: 10 dall’America Latina, 7 dall’America del Nord, 26 dall’Euro ‰{ \ Â’^ ‘< Â? ‘ e Oceania, 6 dal Medio Oriente. Tra i temi affrontati, “la rivoluzione culturale epocale che

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# † guaggio appropriato, da parte della Chiesa, per descrivere le situazioni ed evitare l’impressione di un giudizio negativo nei confronti di situazioni e personeâ€? e su “come la Chiesa può essere comunitĂ accogliente che sostiene le famiglie < > "

migrazioniâ€?, soprattutto da parte dei padri e patriarchi orientali, la violenza nelle famiglie e nella societĂ , in particolare sulle donne, il lavoro = < > † > la poligamia in Africa. Sulla questione dei divorziati risposati, come su tutto il resto, quello del Sinodo è un “panorama totalmente apertoâ€?, ha detto monsignor Claudio Maria Celli 9 * † siglio delle comunicazioni sociali e della Commissione per l’informazione del Sinodo, inter " Y " insieme a monsignor Paul AndrĂŠ Durocher, giĂ presidente della Conferenza episcopale del Canada. Il discorso sui divorziati risposati “è molto apertoâ€? e l’atteggiamento della Chiesa è “profondamente pastoraleâ€?, ha precisato Celli. Il Papa, però, “ha detto in maniera molto esplicitaâ€? che questo è solo “uno dei puntiâ€? del Sinodo, la cui “visione rimane aperta pastoralmenteâ€?, ma “rimane ferma l’affermazione del Papa su quella che è la dottrina cattolica sul matrimonioâ€?. “L’insegnamento della Chiesa è un dono per il mondo, non per pochi elettiâ€?, ha fatto notare Durocher, riferendo che al Sinodo “c’è grande unanimitĂ sulla constatazione della crescente distanza tra la visione culturale della vita di famiglia e ciò che la Chiesa proponeâ€?. Rispetto a questo, “sono possibili differenti reazioni: la prima è enfatizzare l’insegnamento della Chiesa, l’altra è enfatizzare il dialogo con il mondoâ€?. In realtĂ , ha ricordato Durocher, la Chiesa ha da sempre tenuto insieme questi due aspetti. “Il Sinodo è tutto meno che un ghettoâ€?, ha concluso Celli: “Non siamo ghetto, si respira una Chiesa che è guidata dallo Spiritoâ€?.


14 10 ottobre 2015

TERRITORIO

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Agricoltura ad Ischia è giĂ tempo di bilanci ri turistici in particolare, a dare le mosse per una integrazione orizDi Francesco Mattera zontale dei vari settori produttivi arlare di agricoltura, ad che inglobassero anche l’agricoltuIschia, oggi, non è cosa ra per una sua rinascita economica semplice e spesso non ri- importante, seria, reale. Questi apserva grandi soddisfazioni in chi ne pelli non hanno, ahimè, sortito eftratta o ne scrive. Il problema con- < siste nell’accettazione del fatto che isolati casi che in alcuni frangenti, rispetto ad un passato glorioso, im- nella rubrica MADE IN ISCHIA, portante, con numeri anche piut- non ho mancato di segnalarvi. Per tosto grandi, e con una varietĂ di il resto oggi dobbiamo rassegnarci produzioni notevole, oggi dobbia- a parlare di un’agricoltura in massimo rassegnarci a parlare di un set- ma parte amatoriale, anch’essa con tore in gran parte marginalizzato la propria dignitĂ e quindi meriterispetto agli altri settori produttivi, vole di attenzione, non fosse altro turismo in testa. Gli addetti ai lavo- per registrare un fenomeno diffuso ri, quei pochi che ancora resistono, avente importanti risvolti di natu ra sociologica. Ma è tutto qui, cari di prospettive certe, di stimoli con- amici lettori di Kaire: c’è l’osso, c’è < # economiche per un rilancio gene- ma manca in maniera assoluta la ralizzato dell’intero comparto sulla polpa, la sostanza che ti fa dire “ad nostra isola. Analizzare qui i fattori { “ che hanno determinato questa si- E le istituzioni purtroppo latitano, tuazione non è compito agevole, anche perchĂŠ, in veritĂ , manca una soprattutto nella logica e nell’e- base che faccia sentire la sua voce conomia di questo giornale. Altre per invocare attenzione, sensibivolte sempre sulle pagine di Kai- litĂ e voglia di perorare la causa re ho proposto analisi piĂš o meno del settore. Quelli che potrebbero approfondite su questo argomen- avere una motivazione - mettiamo to, chiamando in causa soprattut- ad esempio i proprietari di terreni to il sistema ischia (badate bene, "

† scritto tutto in minuscolo, perchÊ nella maggior parte dei casi preferidi fatto nano!), e scono tenerli incolti, abbandonati, gli operato- piuttosto che impegnarsi nella coltivazione direttamente, o almeno a concederli in affitto.

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Gli altri, genericamente intesi, dormono con la mammella in bocca cullati dall’amorevole nenia del turismo, anch’esso in veritĂ boccheggiante. Ma ora è tempo di ritornare sulla traccia. Lo farò parlandovi distintamente delle produzioni che ancora resistono sulla nostra isola, dei risultati giĂ incamerati e di quelli che in questi giorni si stanno concretizzando. La precedenza, com’è ovvio immaginare, spetta alla viticoltura, e quindi alla

piazzi di viti giovani che però produrranno solo negli anni a venire, danno come risultato meno uva. Ecco spiegato perchĂŠ il VIGNETO ISCHIA nel 2015 ha prodotto meno uva (in totale) rispetto ala media degli anni passati. Con buona pace di quanti sostengono che la nostra viticoltura è in ripresa! Se questa convinzione è basata sulla circostanza che alcune nostre aziende vitivinicole hanno incre condotte direttamente, è pur vero VENDEMMIA 2015 In un precedente servizio predissi che venendo meno il gran numeuna vendemmia che sarebbe stata # anticipata e di migliore qualitĂ ri- anno orsono conferivano loro le spetto al 2014 e, in media, supe- uve, si riduce di molto la possibiliriore anche come resa produttiva > ‰ di uve a DOP o a IGP. Intanto auvitata). Previsione in gran parte mentano di numero le persone che azzeccata. Sicuramente per quanto acquistano uve forestiere, anche da concerne qualitĂ e resa dei singo- venditori ambulanti e fuori da ogni = - regola di tracciabilitĂ e soprattutto rie normali. Stessa cosa non può di igiene. E’ il segno di una decadirsi per la quantitĂ totale di uva denza senza freni della nostra vitiprodotta sull’isola, in netto calo. Il coltura: un tempo gloriosa, espormotivo va ricercato nell’abbando- tatrice di vini ed anche di uve verso no e nell’estirpazione (in gran par- il continente, oggi ridotta ad acquite volontaria e non sovvenzionata stare uve da fuori, senza pudore, da enti pubblici, perchĂŠ fuori dal- senza orgoglio alcuno! < OLIVI, UN ANNO DI CARICA campana) di una miriade di piccoli ECCEZIONALE! e piccolissimi vigneti condotti a li- Ovunque sull’isola, anche nei tervello familiare. Esclusi questi, che reni abbandonati, ad esempio sulpure facevano massa critica, le cose la collina di Cavallaro di proprietĂ non è che vanno meglio per i vi- della famiglia Fiorentino di Forio, gneti noti all’assessorato regionale sugli alberi isolati, su quelli ormai all’agricoltura e quindi ad AGEA. frammischiati alla macchia mediLa mazzata dell’onda lunga della terranea e spesso bruciati dagli inmalattia denominata - cendi estivi, poi rigeneratisi sponrata ha ridotto di molto la capa- taneamente, su quelli usati nelle citĂ produttiva di tanti vigne- ville ed anche su piazze e strade ti. Quindi meno viti vegete, cittadine come ornamento, in queaumento delle fallanze, sto scorcio di 2015 si osserva un seppure con carico notevolissimo di olive. Si i rim- dice che l’olivo produce ad anni alterni: uno di carica ed uno di scarica. In veritĂ ad Ischia, dove l’olivicoltura è sporadica, e nella maggior parte dei casi gli alberi sono tenuti in uno stato di semi abbandono, lasciati a loro stessi


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senza potature, senza trattamenti, senza quindi una condotta colturale vera e propria, sono piÚ gli anni in cui gli olivi non producono niente o quasi, rispetto a quelli di $ k [†Š il miracolo: per una serie fortunata di coincidenze e circostanze favorevoli, le piante si caricano di dru < “ Salvo poi veder cadere tanta grazia di Dio miseramente al suolo sotto la mosca olearia (Bactrocera oleae) le cui larve lavorano in silenzio nel frutti cadono al suolo marcescenti. Quando pure raccolte da terra o " >

teri organolettici vili e il piĂš delle volte disgustosi. Non è tutta però desolazione, cari lettori di Kaire, < " e raccoglie i meritati frutti del suo $ ” "" " simo, degno di essere accostato ai migliori oli nazionali. Tra questi, % 9 • * > # ce annoverare la famiglia Federico ‰ # " # %‘ *‘9‡}&}\ 9 = intorno alla loro casa coltivano piĂš " diversi anni orsono dal compian $ } $ { ' con amore a e passione i loro olivi e sono proiettati costantemente nel # > $ { > danno loro soddisfazione, lo sanno " # degustato il loro olio. PER IL POMODORO, UN ANNO BUONO MA NON ECCEZIONALE!

% < = riodo di coltivazione, per il principe degli ortaggi si è rivelato un evento dal doppio taglio: da un

TERRITORIO

lato una scarsa incidenza della piĂš grave ed insidiosa malattia, la pero << = > perdurante nel periodo critico po = = " $ & " = > " $ k

quelle a trapianto medio-tardivo, > † specialmente in terreni leggeri ed in coltura asciutta. Buoni risultati = = nali di pomodorino tipo Vesuvio, 9 – 9 9 == tello, utilizzati per la confezione dei piennoli. Clima asciutto favorevo

" = dei pomodori appesi. Quella del pomodoro è ancora una coltura „ #

< = = = $ | " # $ % > to di molto le rese. Bene le cipolle

soprattutto nei comuni di Serrara ' ' > perpetuate da lunga pezza da parulari esperti del Cuotto, di Citara, del * $ % > == j %

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sioni tanto da farsi appellare come la CIPOLLONA DELL’EPOMEO$ 9 < = a Don Angelo Iacono, parroco di & ' * “ FRUTTA A GO GO, MA ‌!

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"" $ – > * $ % " = da Barano e da Serrara Fontana. Ma su tutti i fruttiferi estivi ed au " spada di Damocle della Mosca della frutta, al secolo Ceratitis capitata

wiedmann. Questo dittero tripetide < dio della loro maturazione (invaia \ sa delle larve, il disfacimento della polpa e quindi la perdita di valore " $ Se a questo parassita aggiungia < soprattutto la Moniliosi dal fungo Monilia fructigena, allora le perdi

$ 9 fortuna i coltivatori piĂš attenti e costanti nelle cure sanno come af< == " di ultima generazione, queste av > #

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‰ >† \4 " conosciuta come Tabacchiera per il < . 9 fumo e sapore eccezionali la fanno < > == spuntati nettamente piÚ alti e sod < $ { # >$ CASTAGNE, SE CI SIETE BATTETE UN COLPO!

10 ottobre 2015

ser consumate. % " i raccoglitori di castagne, di solito " " = " " le foglie cadute al suolo le castagne "

poi in una cuscin(a) di tela, un sacco $ * va il posto dove stava una risciola " raggiungerla in anticipo rispetto < " < $ 9 ripeteva nelle settimane successive cotta� di castagne. %

# " nivano consumate ancora calde, di

" dalle avanguardie dei primi e timidi < † " > $ ” orsono era una risorsa per i poveri (le castagne, pane per i piÚ pove “\ >$ ‘ { Cinipide galligeno e la sua diffusione

<< < $ 9 = < frutti e rendono desolati le nostre " $ ]

= $ % cio effettuato nella primavera del 2014 a cura del Servizio Fitosanitario della regione Campania, con il supporto gratuito e volontario del

$ ” > $ & ~ " < il cinipide possa essere contenuto " $ ‘ j & " “

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do dei cedui, quindi destinati per lo piĂš alla produzione di paleria per vigneti ed altro (oggi in veri > prometto di raccontarvi in altra \ = $ % < —nzert(e) di risciole, < " ˆ == ˜ * * ' $ piante innestate a quella notissi > ‰“j\ " < < $ { # " e forse danno ancora, castagne di " " " - Indirizzate un vostro commento

# - a: matterafr.agrischia@libero.it


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Ottobre Missionario 10 ottobre 2015

Da Giulio Albanese

l tema della Giornata Missionaria Mondiale (GMM) di quest’anno è la cartina al tornasole del magistero di papa Francesco: “Dalla parte dei poveriâ€?. L’intento è quello di richiamare l’attenzione delle nostre comunitĂ sulla centralitĂ dell’impegno “ad gentesâ€?, per raggiungere i poveri, cioè coloro che vivono nelle peri< = nostro tempo. Papa Bergoglio è un vescovo latinoamericano che porta nel proprio bagaglio esperienziale il patrimonio di una Chiesa che, nenti, ha fatto la scelta dei poveri, per i poveri e con i poveri. La posta in gioco è alta perchĂŠ ogniqualvolta la Chiesa affronta questioni che hanno a che fare con il sociale, il magistero del papa e dei vescovi generano polemiche. La convinzione di molti benpensanti è che la fede in GesĂš Cristo non c’entri assolutamente con le grandi ingiustizie e sopraffazioni che stanno acuendo le sofferenze di chi vive nei bassifondi della Storia. Stiamo parlando, per inciso, di uomini e < > esistere, a crescere, ad esprimersi in un mondo segnato, come dice papa Francesco, “dalla globalizzazione dell’indifferenzaâ€?.Da questo punto di vista, la GMM costituisce un’occasione privilegiata per fare chiarezza. Nel 2016 la ricchezza detenuta dall’1% della popolazione mondiale supererĂ quella del restante 99%. Ăˆ quanto si legge nel recente rapporto sulle grandi disuguaglianze di Oxfam. Nel documento della nota organizzazione umanitaria si evidenzia come “questa disuguaglianza sia in con-

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Da Chiara Pellicci

Dalla parte dei poveri tinua e costante crescita, rendendo necessarie misure dirette a invertire la tendenzaâ€?. Una situazione allarmante che riguarda sia i Paesi avanzati, come anche quelli in via di sviluppo. Ecco che allora vi è sempre piĂš una concentrazione di potere e privilegi nelle mani di pochissimi, grazie all’invenzione dell’economia del debito e alla violazione di altri diritti come la casa, il cibo e il lavoro. Certamente, la stragrande maggioranza delle Chiese particolari nel Sud del mondo è povera per molte ragioni: dalla mancanza di mezzi materiali, alla dimensione minoritaria in contesti come quello islamico, induista o buddhista, a volte perseguitate e martoriate dalle vicende umane di molti loro fratelli e sorelle. Una cosa è certa: il mistero della predilezione di GesĂš per i poveri e la loro centralitĂ nei dinamismi del Regno suggeriscono ad ogni Chiesa particolare di condividere la vita dei poveri, usando il denaro > < tosa della loro dignitĂ , evitando di favorire dipendenze economiche. Da rilevare che la quasi totalitĂ del denaro per l’evangelizzazione raccolto in Italia è offerto dai fedeli delle nostre parrocchie, di estrazione economica medio-bassa, con uno spirito evangelico incentrato,

i poveri, nei suoi oltre 40 anni di missione in Brasile, don Massimo Lombardi ne ha incontrati davvero tanti. & dalla diocesi di Lucca nel 1974 e oggi coordinatore della pastorale diocesana a Rio Branco (Stato dell’Acre), racconta del nuovo progetto di evangelizzazione che lo vede impegnato in prima persona tra i poveri piĂš poveri, quelli che sono apparsi da un giorno all’altro nella “CittĂ del popoloâ€?: una realtĂ che il governo federale sta costruendo a 20 chilometri da Rio Branco, per dare alloggio alle migliaia di famiglie che viveva " spazzate dalle alluvioni degli ultimi tempi. Quando il progetto sarĂ ultimato, questa nuova cittĂ ospiterĂ 10.518 nuclei familiari in altrettante case, organizzate in 25 quartieri, ciascuno a sua volta diviso in 40 sottoquartieri. Un piano mastodontico, che dal maggio 2014 - quando è stato inaugurato - vede aumentare gli abitanti di 200-300 famiglie ogni due mesi. “Chi viene a vivere qui, oggi, non sono i poveri: sono i miseri, quelli che non avevano neanche piĂš una capanna, perchĂŠ distrutta dalle inondazioni sempre piĂš violente in questa parte del Brasileâ€?, spiega il missionario. Ad oggi la cittĂ -labirinto è costruita solo per un terzo, ma il governo federale garantisce che presto arriveranno a vivere qui

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spesso, sulla rinuncia, sul nascondimento e sulla fedeltĂ nel tempo verso i poveri. A questo proposito, papa Francesco, nella tradizionale missiva per la GMM, ci rammenta che “nell’immenso campo dell’azione missionaria della Chiesa, ogni battezzato è chiamato a vivere al meglio il suo impegno, secondo la sua personale situazioneâ€?. Ecco che, allora, il personale contributo economico di ogni fedele, nel corso della GMM, tradizionalmente a < 9  k sionarie (PP.OO.MM.), è il segno di un’oblazione, prima al Signore e poi ai fratelli, perchĂŠ la propria offerta materiale diventi strumento di evangelizzazione di un’umanitĂ che si costruisce sulla condivisione. In riferimento al tema vocazionale, papa Francesco si è rivolto nella sua missiva “soprattutto ai giovani, che sono ancora capaci di testimonianze coraggiose e di imprese generose e a volte controcorrente: non lasciatevi rubare il sogno di una missione vera, di una sequela di GesĂš che implichi il dono totale di sĂŠâ€?. Se nel 1990 i missionari italiani erano oltre 24mila, oggi sono meno di novemila, a riprova che la crisi vocazionale rappresenta una

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dalla nostra comunitĂ ecclesiale.

Missionari in calo, ma i laici aumentano Di Ilaria De Bonis

l numero dei missionari italiani oggi si attesta intorno alle 9mila unitĂ . Diminuiscono i missionari con vocazione ad vitam, ma aumentano i laici – famiglie o singoli - che decidono di fare un’esperienza missionaria per qualche anno, inviati dalle diocesi. Il picco dell’invio di missionari si registrò nel settembre del 1990: in occasione del Convegno missionario nazionale di Ve ^Š$Š_` ‰ Â?`` ™`` num, mentre il resto erano prevalentemente religiosi/e).

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Ottobre Missionario

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Tra i poveri piĂš poveri

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Le proposte di animazione delle pontiďŹ cie opere missionarie Di Chiara Pellicci

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Da Ilaria De Bonis

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Missione luna park

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Cultura 10 ottobre 2015

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Vita da poeta Brodskij e la sua Venezia SECONDA PARTE Di Enzo D’Acunto

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i tutti i libri scritti da Iosif Brodskij – e devo dire di non averli, ovviamente, letti tutti – considero “Fondamenta degli Incurabiliâ€? la piĂš perfetta sintesi di prosa e poesia. Si tratta " < # " " # # < = „ -

re offensivo ed inadeguato. Il libro < * = ˆ = | < "" ’›�› = < $ |

probabilmente come un tributo, o forse piĂš correttamente come un atto d’amore verso una cittĂ , Vene= „ – Âœ ž gine autentica capace di rinvigorire il ricordo della sontuosa Pietroburgo, sua cittĂ natale. Una raccol-

" > nel suo complesso si presenta piĂš = = < rivela due direttive di fondo: la poesia, con i suoi continui riferimenti ad Eugenio Montale e al sommo ‘ ÂŒ " == " = < della sua ricerca estetica, arguta e

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so. Del resto, per Iosif Brodskij, la poesia è sempre stata un dono di Dio, e non è un modo di dire ma un tratto costante, talvolta piÚ

$ ] < = ‘ ‘ matova, la grande poetessa “metĂ suora, metĂ sgualdrinaâ€? (l’espressione è stata storicamente attribuita ad Andrej Zdanov, responsabile culturale del Partito Comunista nei Š` | \ # <

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< = | Âœ ž Gumilev, fucilato nel 1917, e poi % Â’[ = ’›[Â? = $ k # sto, fortuna sua, Brodskij vivrĂ solo ˆ = meta dei suoi soggiorni e delle sue vita, saprĂ fornire la piĂš brillante > dirlo, unica al mondo. Estratto da “Fondamenta degli in " $ ‘ •$ Forti: “D’inverno, specialmente la domenica, ti svegli in questa cittĂ tra lo scrosciare festoso delle campane, come se dietro le tendine di tulle della tua stanza tutta la porcellana di un gigantesco servizio da tè

vibrasse su un vassoio d’argento nel cielo

camera è subito inondata da questa nebbiolina carica di rintocchi e composta in parte di ossigeno umido, in parte di caffè e di preghiere. Non importa la qualità e la quantità delle pillole che ti tocca inghiottire questa mattina: senti che per te

non importa se sei piĂš o meno autonomo, se e quante volte sei stato tradito, se il tuo esame di coscienza è piĂš o meno radicale, piĂš o meno sconsolante: comunque stiano le cose, presumi che per te ci sia ancora speranza, o almeno un futuro. (La speranza, diceva Francesco Bacone, è una buona colazione, ma una pessima cena). Questo ottimismo deriva dalla nebbiolina; dalle preghiere che ne fanno parte, specialmente se è l’ora della colazione. In giorni come questo la cittĂ sembra davvero fatta di porcellana: come no, con tutte le sue cupole coperte di zinco che somigliano a teiere, o a tazzine capovolte,

tintinnano come cucchiaini abbandonati e stanno per fondersi nel cielo.â€? ] > # mine ultimo del mondo. Una cittĂ dolce fragore delle maree e spec == $ ] > # " # # < " == = $ } # – Âœ ž # $ Postilla: il poeta Iosif Brodskij, forse poco noto al grande pubblico, va certamente annoverato tra i $ | ’›Â?™ 9 | " % $ Per la nostra isola, in particolare, dovrebbe ricoprire un’importan= # ’››[ { "

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Parrocchie

10 ottobre 2015

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S’Angelo d’Ischia la festa di S. Michele Arcangelo

Di Bianca Iacono

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TELEFONO AMICO ITALIA


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Liturgia 10 ottobre 2015

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COMMENTO AL VANGELO

Domenica 11 ottobre 2015

Liberi di lasciarci amare dalla giovinezza. Fin lĂŹ lo aveva portato giĂ la sua storia. ÂŤSe ne andò rattristatoÂť. PerchĂŠ tanta ari amici, in questa domenica il vange- tristezza nel tornare sui propri passi? molto è < dipeso dalla intensitĂ della richiesta e dalle sue piĂš belli ed entusiasmanti del Vange- motivazioni di fondo, le sue aspettative e la delo. GesĂš incontra un giovane uomo ricco che lusione della risposta. chiede a GesĂš la ricetta della felicitĂ . Che devo Quest’uomo era stanco del suo vissuto e della fare per avere la vita eterna? Che devo fare per sua quotidianitĂ , le sue certezze stavano vacilessere felice? Di questo racconto sottolineo al- landoe cercava certezze nuove, oppure stava

cercando conferma delle sue convinzioni e delparola.ÂŤMentre GesĂš andava per la strada, un < tale gli corse incontroÂť. L’essere per strada, rac- siderio di aggiungere qualche altra cosa? GesĂš conta la parabola della vita e della concretezza offre una prospettiva di liberazione, ma anche di incertezza che non soddisfa l’interlocutore. della realtĂ . La strada è il luogo del camminare, della storia, Dare via ogni cosa... non è solo problema di delle prospettive, delle mete da raggiungere, de- denaro... ma di quelle certezza che aveva congli itinerari che si incrociano, degli incontri. Su # # questa strada quel tale corse incontro a GesĂš. la sua ricchezza, la sua appartenenza, ma anche Ăˆ un incontro esagerato nelle premesse e forse lo steccato dove si era rinchiuso, il limite della anche nelle aspettative: quel tale corre, si get- sua visuale. ta in ginocchio, chiama GesĂš buono. Questa, Tutto per seguire GesĂš, per andare dove? Il torcome le altre forme di esaltazione della real- < tĂ nella scrittura, rappresentano la forza della correre dell’incontro! ÂŤ Fede, l’intensitĂ delle attese e dei sentimenti, Âť. Quell’uomo non aveva o - come qui - l’insoddisfazione del presente e & l’ansia per la vita futura. ÂŤMaestro, tutte queste re aveva posato su di lui. Aveva corso, si era

== ÂŁ$ gettato a terra, aveva implorato, ma non aveva GesĂš riporta l’uomo alla sua quotidianitĂ , alle guardato, il suo sguardo non aveva incrociato cose di sempre: la vita semplice di fede che non lo sguardo del Signore. Non era entrato nelrichiede eroismi ma la fedeltĂ alla vita, alle rela- la profonditĂ di una relazione liberante, forse zioni, al mondo che ci circonda. La forza della aveva giĂ la risposta nel suo cuore e ne cercava fede non è nella straordinarietĂ o nella esalta- conferma, forse il suo cuore era giĂ colmo di zione delle cose, ma proprio nella continuitĂ troppe certezze per trovare una qualche certezdella vita vissuta nella ricchezza delle relazioni za nuova da aggiungere. umane e con Dio. Quell’uomo, probabilmente Era necessario liberare il cuore piĂš che le tagiĂ attempato (solo Matteo parla di un giova- sche, ma probabilmente un sottile ma forte le \

# = game teneva stretto le due realtĂ . Troppe certezze fanno argine al nostro sguardo e, stando al racconto, sono proprio le certezze religiose che ci impediscono di guardare lontano, che ci chiudono la prospettiva, che diventano la cruna di un ago. ÂŤ Âť. Lo sguardo di GesĂš si fa universale, chiama i

comunica in modo inequivocabile la potenza dell’amore del Padre: ÂŤtutto è possibile a DioÂť. Non abbiamo bisogno di una nuova religione o di una religione rinnovata, abbiamo bisogno della libertĂ della Fede che nasce dall’incontro con la persona di GesĂš. L’unica cosa che forse ci manca è la libertĂ di lasciarci amare. Di Don Cristian Solmonese

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Ecclesia

10 ottobre 2015

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Di Ordine francescano secolare di Forio

apa Francesco nell’omelia del 4 ottobre scorso parla di come “la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella fedeltĂ , nella veritĂ e nella caritĂ . Vivere la sua missione nella fedeltĂ al suo Maestro come voce che grida nel deserto, per difendere l’amore fedele e incoraggiare le numerosissime famiglie che vivono il loro matrimonio come uno spazio in cui si manifesta l’amore divino‌ La Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella veritĂ che non si muta secondo le mode passeggere o le opinioni dominanti. La veritĂ che protegge l’uomo e l’umanitĂ dalle tentazioni dell’autoreferenzialitĂ . ‌ E la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella caritĂ che non punta il dito per giudicare gli altri, ma – fedele alla sua natura di madre – si sente in dovere di cercare e curare le coppie ferite con l’olio dell’accoglienza e della misericordia; di essere “ospedale da campoâ€?, con le porte aperte ad accogliere chiunque bussa chiedendo aiuto e sostegno.â€? Ogni battezzato, che si sente parte integrante della Chiesa di Cristo, è chiamato a vivere la propria vita come una missione per il bene comune, i santi ne sono l’esempio perfetto. San Francesco d’Assisi, nonostante fosse un santo illuminato dallo Spirito Santo, in un

La missione nella fedeltĂ , veritĂ e caritĂ di San Francesco

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Di Ordine francescano secolare di Ischia

Enciclica “Laudato si’ â€? di Papa Francesco, che attraverso l’analisi limpida e dettagliata dello stato di sofferenza del nostro pianeta, delle conseguenze inevitabili di cambiamenti dell’etica e della spiritualitĂ degli esseri uma <<

ne sul “cosa stiamo facendoâ€? e sul “dove stiamo andandoâ€?, allo scopo di preservare il patrimonio ambientale e umano. Quello che stiamo facendo praticamente, per alleviare << = pianeta, non è molto per il momento; in quale direzione ci stanno portando le nostre abitudini di vita è forse abbastanza prevedibile: l’uso e abuso dei beni di consumo, la voglia di soddisfare il desiderio di essere ciò che mode e ideologie ci impongono non ci farĂ certo stare meglio. Nel sesto capitolo dell’Enciclica, Educazione e SpiritualitĂ Ecologi-

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momento della sua vita spirituale ebbe il tormento interiore di non compiere bene la volontĂ di Dio. Per questo chiese a fra Silvestro e a santa Chiara di pregare per lui per poter compiere la missione & < essere vero discepolo di Cristo: “Non aveva rossore di chiedere le cose piccole a quelli piĂš piccoli di lui; lui, vero minore, che aveva imparato dal Maestro supremo le cose grandi. Era solito ricercare con singolare zelo la via e il modo per servire piĂš perfettamente Dio, come a Lui meglio piace. Questa < # visse: chiedere ai sapienti e ai semplici, ai perfetti e agli imperfetti, ai giovani e agli anziani qual era il

modo in cui piĂš virtuosamente poteva giungere al vertice della perfezione. Incaricò, dunque, due frati di andare da frate Silvestro, a dirgli che cercasse di ottenere la risposta di Dio sulla tormentosa questione e che gliela facesse sapere ( frate Silvestro era quello che aveva visto una croce uscire dalla bocca del Santo e ora si dedicava ininterrottamente alla orazione sul monte sovrastante Assisi). ”

< „ santa vergine Chiara: indagare la volontà di Dio su questo punto, sia pregando lei stessa con le altre sorelle, sia incaricando qualcuna fra le vergini piÚ pure e semplici, che vivevano alla sua scuola. E furono meravigliosamente d’accordo †† -

lata lo Spirito Santo -- il venerabile sacerdote e la vergine consacrata a Dio: il volere divino era che Francesco si facesse araldo di Cristo ed uscisse a predicare. Ritornarono i frati, indicando qual era la volontĂ di Dio, secondo quanto avevano saputo; ed egli subito si alzò si cinse le vesti, e, senza frapporre il minimo indugio, si mise in viaggio. Andava con tanto fervore ad eseguire il comando divino, correva tanto veloce, come se la mano del Signore, scendendo su di lui, lo avesse ricolmato di nuove energieâ€?(FF 1205). { & 9 ' a discernere cosa vuole il Signore per ognuno di noi ed essere fedeli operai nella Sua casa che è la Chiesa.

Meno è di piĂš ca, nel capitolo IV dal titolo “Gioia e Paceâ€?, c’è una proposta che la spiritualitĂ cristiana offre a tutti noi per migliorare la qualitĂ della vita, in modo da restituirci la serenitĂ attraverso un modo di vivere lontano dai consumismi, e tale da farci sentire davvero liberi dalle imposizioni della societĂ e realmente felici. La proposta, addirit = tale è la sua facilitĂ di realizzazione, è talmente semplice e lineare da riassumersi in tre parole: “meno è di piĂšâ€?, vale a dire “meno è meglioâ€?. L’aforisma, creato nella seconda metĂ dell’Ottocento dal poeta inglese Robert Browning, si rifĂ ad “un antico insegnamento, presente in diverse tradizioni religiose, e anche

nella Bibbiaâ€?, secondo il quale la vita è migliore quanto piĂš è semplice. Il

# spiegato con la semplice applicazione di una “sottrazioneâ€?: meno cose inutili per apprezzare meglio quelle piĂš semplici, liberare il cuore da distrazioni fatue, attraenti al primo incontro ma false, avere la possibilitĂ di “gustare le piccole coseâ€? che hanno valore nella realtĂ quotidiana, “godere con pocoâ€?, dice Papa Fran ÂŒ quello che veramente è necessario per vivere; riappropriarci dello stile di vita semplice che gli anziani nelle nostre famiglie spesso ricordano con nostalgia, rimproverando alle nuove generazioni le troppe, mille necessitĂ che essi sembrano avere.

Se riuscissimo a comprendere questa piccola operazione aritmetica daremmo spazio non piĂš ai desideri della nostra volontĂ ma a quelli dello spirito. ÂŤQuando le persone diventano autoreferenziali e si isolano nella loro coscienza, accrescono la propria aviditĂ . PiĂš il cuore della persona è vuoto, piĂš ha bisogno di oggetti da comprare, possedere e consumareÂť(n.204), si legge nel capitolo citato. Se lo spirito è invece libero dai condizionamenti delle leggi di mercato, spesso crudeli e false, esso “propone una crescita nella sobrietĂ e una capacitĂ di godere con poco. Ăˆ un ritorno alla semplicitĂ che ci permette di fermarci a gustare le piccole coseâ€? (n. 222) che abbiamo perso di vista.


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Eventi 10 ottobre 2015

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Quando l’arte spicca il volo Di Gina Menegazzi

na bella iniziativa, quella organizzata da ART-EVENTO dal 1° al 4 ottobre presso la spiaggia dei Maronti: il primo Festival degli Aquiloni. Quattro giornate aperte a tutti per giocare con gli aquiloni, per imparare a costruirli, per ammirarli di ogni forma e dimensione, per vedere gli artisti del vento alzare con un semplice gesto le loro leggere e ben bilanciate opere in alto nel cielo, e lasciarle lì, a danzare lievi. Ruote, cuori come fumetti, strane “meduse” bianche, un po’ squadrate, dai grandi occhi e dalle code danzanti, “trenini” di aquiloni lunghi più di 700 m, immagini famose pazientemente cucite per formare dei grandi pannelli, facciate di templi o monumenti…questo e tanto altro ci hanno offerto gli artisti che partecipavano all’Ischia Wind Art, provenienti da vari paesi e tutti accomunati dalla stessa leggerezza delle loro opere. Ma la cosa più bella di queste giornate è stata la partecipazione dei tanti, tantissimi, adulti e bambini, che, complice anche il bel tempo, hanno voluto portare il loro aquilone, o prenderlo lì, e provare. Non è facile far alzare un aquilone, se non si sa come si fa. Ed era divertente vedere i tanti genitori che si prodigavano in consigli e suggerimenti, incapaci poi di metterli in pratica essi stessi. Non è facile far alzare un aquilone, ma lo sguardo e la gioia di quei bambini quando il loro aquilone si librava alto, è qualcosa che ogni genitore sogna di vedere. Basta poco per la felicità.

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Teatro

10 ottobre 2015

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L’isola dei morti

Di Gina Menegazzi

he cosa succede se, al suo ritorno ad Ischia, la tanto attesa ricca signora, nell’offrire alla popolazione in ristrettezze una grossissima somma di denaro, pone come condizione che venga ucciso chi, quarantacinque anni prima, le ha tolto la dignitĂ , la speranza e un futuro? A tale richiesta inizialmente la popolazione risponde compatta, con un no netto e chiaro. Poi, lentamente comincia ad acquistare a credito‌ Questo il nucleo della piece L’isola dei morti di Corrado Visone, per la regia di Valerio Buono, Polifunzionale. Ispirandosi a “La visita della vecchia signoraâ€? di Friedrich DĂźrrenmatt, Visone pone la scena in un’Ischia “del passato o del futuroâ€? dove tutto questo forse è giĂ avvenuto (e non si può non pensare a Rizzoli e alla ricchezza da lui portata), ma dove tutto potrebbe ancora succedere, visto che la proclamata coscienza morale può facilmente essere manipolata dalla speranza di un futuro ricco e facile. Al di lĂ dell’indubbia bravura degli attori – per tutti le tre janare - la trasposizione dell’opera non è, secondo me, pienamente riuscita: ho trovato un po’ lenti e “arruffatiâ€? i primi due atti, in appieno la scelta dell’isola. Il terzo atto, invece, dispiega tutta la sua forza e drammaticitĂ , velata dalla tristezza dell’ineluttabile. L’unico personaggio che si riscatta è proprio lui, il “col # suo gesto abbia rovinato non solo la vita della

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donna che credeva di amare, ma anche tutta la sua isola, ormai pronta a ucciderlo sostenendo ipocritamente di fare la cosa giusta. ˜

4 < immaginare che la vittima siano la natura e le " == sunto facile benessere, non costruito, ma “regalatoâ€?. Difatti, alla crisi in cui si trova l’isola nessuno sta cercando di trovare una soluzione, cullandosi nell’attesa di qualcuno “da fuoriâ€?. E d’altra parte, come non riconoscersi nell’ambiguitĂ cosĂŹ umana di negare di aver giĂ fatto una scelta, pur vivendo come se questa scelta fosse ormai inevitabile... Insomma, una commedia sull’ipocrisia e sulla corruttibilitĂ umana, e Ischia in questo caso è emblematica di tutto il mondo. Sara Silvestri

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