Kaire 08 Anno III

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Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia ANNO 3 | numero 8 | 20 febbraio 2016 | E 1,00

“Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Aut: 1025/ATSUD/NA”

SCUOLA: IDONEITÀ INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA Al via il bando per le prove di accertamento dell’abilità pedagogica ai fini del riconoscimento dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole delle diocesi della regione ecclesiastica Campania.ricevere e dare misericordia”. A pag. 6

Di Lorenzo Russo

Sabato 13 febbraio con il Giubileo diocesano delle famiglie si è conclusa la peregrinatio

è

delle reliquie dei Santi coniugi Martin. Un percorso di “grazia” per tante famiglie isolane

terminata la peregrinatio delle reliquie dei santi coniugi Martin. 40 giorni dove sono state aperte circa 200 porte delle nostre case sparse nelle 25 parrocchie della diocesi. Un esperienza missionaria, che ha “favorito un passaggio non solo esteriore nelle nostre case, ma anche interiore per tante famiglie per vivere in modo speciale questo Giubileo della Misericordia” ha esordito il Vescovo Pietro durante il giubileo della famiglia. Adesso tocca a noi fare un’inversione di rotta e ricominciare. Con l’esperienza delle reliquie possiamo ribaltare le sorti della nostra isola e stravolgerla. Troppe sono le sofferenze di tanti ischitani che vivono in difficoltà per colpa di altri ischitani. Penso al mondo del lavoro, dove si lavora in condizioni critiche ed esasperate con salari minimi; penso alla politica, dove corruzione e interessi clientelari hanno invaso le stanze di alcuni amministratori distogliendo la bussola dal Bene Comune; penso ai giovani e ai bambini perché non hanno un futuro certo davanti a loro. Non rassegniamoci all’indifferenza. Se vogliamo davvero farci santi insieme, usciamo dal guscio dell’oblio, denunciamo, lottiamo insieme per il Bene Comune, per un futuro più misericordioso e più santo.

Andrea Di Massa

Cambiare rotta o rassegnarsi

Anche la tua famiglia può diventare santa!

EDITORIALE DEL DIRETTORE

GIORNATA DI RACCOLTA DEL FARMACO Alla farmacia di Ischia Ponte la raccolta dei farmaci per gli ospiti del centro di prima accoglienza G.P.II di Forio.

GIUBILEO DELLA MISERICORDIA

KAIRE TERRITORIO

Martedì 23 febbraio in Chiesa Cattedrale alle ore 20.00 la V catechesi con il biblista don Fabio Rosini, ideatore delle catechesi sui 10 comandamenti.

Ritorna la rubrica Ischia in 3p: paesi paesaggi e persone. Alla scoperta degli agrumi, una meraviglia della natura nel paesaggio agricolo ischitano.

PAPA FRANCESCO IN MESSICO La chiave per affrontare i mali di questo mondo sta proprio in questi luoghi di marginalità dove il Papa parla a tutta la Chiesa universale


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Primo Piano 20 febbraio 2016

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Di Alberto Barlocci

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a visita del Papa in Messico racchiude molti significati. Intanto, sul piano spirituale e pastorale: era un ardente desidero di Bergoglio quello di inginocchiarsi davanti alla “morenita” di Guadalupe, dove ha potuto raccogliersi per 25 minuti da solo. Una Chiesa che aspira a raccogliere nel suo “grembo” materno, come ha manifestato ai vescovi messicani, i fedeli che accorrono alle sue cure, non può non affidarsi a sua volta al sostegno di Maria che in queste terre è amata anche per le sembianze meticce, simbolo della straordinaria confluenza di popoli e di radici che solo l’amore può mettere in relazione armoniosa. Il Messico racchiude molte sfide. Paese emergente dalle grandi potenzialità, undicesima economia del pianeta, ricco di risorse naturali e culturali, ma anche emblema di quelle emergenze, disuguaglianze e contraddizioni che caratterizzano l’America latina: circa la metà dei 120 milioni di messicani vivono nella povertà o nella vulnerabilità sociale. Enormi ricchezze si accumulano insieme a una stridente miseria che caratterizza particolarmente la vita delle numerose etnie indigene. E spesso le ricchezze hanno una provenienza sospettosa: imperano i cartelli della droga in una guerra civile non dichiarata ma che negli ultimi 6-7 anni ha provocato non meno di 50mila assassinii e circa 28mila desaparecidos. La giustizia lascia impuniti il 90 per cento dei delitti più gravi. Anzi, spesso giornalisti, sacerdoti, sindaci che osano levare la testa contro questi poteri micidiali sono zittiti e colpevolizzati anche dalle massime autorità locali, quali ad esempio i governatori. Negli ultimi dieci anni sono stati assassinati 80 reporters e 17 sono desarecidos. L’ultima vittima, una giornalista, mamma da appena 21 giorni, prelevata da un commando in casa sua e freddata poche ore dopo. La violenza raggiunge anche vari livelli politici. Durante le elezioni locali dello scorso anno almeno 23 candidati sono stati uccisi, senza contare altri delitti contro autorità nazionali, statali e municipali.

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

Bergoglio, la chiesa ed i tempi

Il Papa visita una delle tante periferie del villaggio globale. Parla ai messicani ed alla loro Chiesa, ma l’anima e le parole sono utili a tutti, perché forse la chiave per affrontare i mali di questo mondo sono proprio in questi luoghi di marginalità.

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice fiscale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale Società Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a Mutualità Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo Direttore Ufficio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

Nemmeno essere sacerdoti è facile: sempre negli ultimi dieci anni sono stati ammazzati 40 tra presbiteri e religiosi, mentre lo scorso anno le aggressioni anche a sagrestani, catechisti, seminaristi sono cresciute del 250 per cento. Una spirale di violenza su cui Bergoglio ha invitato (o sferzato?) i pastori a non rifugiarsi dietro “condanne generiche”, esigendo invece “un coraggio profetico” per ricostruire pastoralmente il tessuto sociale. Tutti coraggiosi? No. Purtroppo non mancano i don Abbondio ed i mercanti della fede che a cambio di succose donazioni concedono dubbie assoluzioni ai don Rodrigo locali convinti che l’identità cattolica passa non per i valori morali ma per lo sfarzo dei luoghi di culto. Bergoglio ha raccomandato espressamente ai vescovi di seguire con attenzione il dramma del fenomeno dei migranti che da sud a nord, provenienti da Guatemala, Honduras, El Salvador in modo speciale, attraversano il Messico per cercare di ottenere l’ingresso negli Stati Uniti; è oggi una vera e propria emergenza umanitaria negata dalle autorità costituite. Alle decine di migliaia di migranti si aggiungono i messicani di vari stati, spinti a fuggire per la povertà e la violenza. Molti di questi sono minori che o sono obbligati a migrare o sono alla ricerca dei propri genitori emigrati in precedenza. Le vittime di questa emergenza sono incalcolabili. Il Papa ha dunque visitato un Paese emblema delle tante frontiere del mondo da lui spesso segnalate come i luoghi preferenziali nei quali la Chiesa è oggi chiamata a farsi presente, luoghi dove alle eredità storiche si cumulano le circostanze del presente sulle quale siamo chiamati in causa. La “Vergine Morenita ci insegna che l’unica forza capace di conquistare il cuore degli uomini è la tenerezza di Dio”, ha ribadito Francesco ai vescovi, invitandoli alla “trasparenza” e a non usare gli stessi metodi dei “faraoni attuali” perché, parafrasando il libro dell’Esodo, “la nostra forza sta nella nube di fuoco non nei carri e nei cavalli”.

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Primo Piano

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Xvi giornata di raccolta del farmaco Anche Ischia ha fatto la sua parte. L’unica farmacia a partecipare sul nostro territorio è la farmacia Mirabella di Ischia Ponte; dal 2008 collaborano attivamente con il centro di prima accoglienza foriano Giovanni Paolo II. Di Isabella Puca

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i è svolta sabato 13 febbraio in tutta Italia la XVI Giornata di Raccolta del Farmaco (GRF 2016), organizzata dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus. Durante tutta la giornata, presso le farmacie che hanno aderito all’iniziativa, è stato possibile acquistare farmaci da automedicazione, da donare alle persone prive di risorse e in stato di povertà che non possono permettersi l’acquisto di medicinali. L’unica farmacia che ha preso parte all’iniziativa qui sull’isola è la Farmacia Mirabella di Ischia Ponte, attiva durante la giornata di Raccolta del Farmaco da ben 8 anni. «Nel 2008 - ha dichiarato la dott.ssa Di Costanzo - ci arrivò la comunicazione da Napoli e decidemmo di partecipare, ma di far restare i farmaci qui sull›isola così da dare anche una garanzia all›isolano che decide di donare». I farmaci raccolti sono andati infatti al centro di prima accoglienza foriano intitolato al Santo Giovanni Paolo II e gestito dalla Caritas Diocesana; inaugurato nel 2007, fu fortemente voluto dall’allora Vescovo Mons. Filippo Strofaldi e offre assistenza a numerosi ospiti. «Noi come farmacia - ha detto ancora la dott.ssa Di Costanzo - dobbiamo dare un minimo come partecipazione e poi cerchiamo d’invogliare i clienti, ovviamente in piena libertà, non costringiamo nessuno». Come ogni anno, dal lontano 2008, sono stati in tanti gli isolani che hanno risposto all’appello e hanno donato farmaci da banco ai meno fortunati. Dal centro è stata infatti stilata una lista nella quale sono stati indicati i farmaci di cui gli ospiti potevano avere più bisogno; tra questi anti infiammatori, antidolorifici, antipiretici, antimicotici prodotti per la medicazione di ulcere e ustioni. Quest’anno il gesto di generosità dei cittadini è stato più importante che mai. Nel 2015, infatti, la richiesta di farmaci da parte di quella fascia di popolazione che non è più in grado di procurarseli è aumentata del 6,4%. Come più volte riportato dal settimanale diocesano e dalla stampa locale, la povertà c’è anche qui sulla nostra isola e a mancare non è solo il cibo, ma anche la presenza di farmaci.

TRE ANNI DI EPISCOPATO INSIEME

Il 23 febbraio ricorre l’anniversario dell’ordinazione episcopale del nostro vescovo Pietro Lagnese. Era il 2013, tre anni fa, quando Papa Benedetto XVI lo ha eletto vescovo della Chiesa di Ischia. Auguri di cuore dalla redazione di Kaire.


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RUBRICA: LA MISERICORDIA E IL CONCILIO

8. La laicità come impegno nella storia/2 Di don Pasquale Trani Delegato vescovile per la pastorale

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l tema della laicità è certamente quello più determinante da quanto emerso dai lavori conciliari. In questo secondo articolo dedicato appunto ai laici, vorrei far notare che non a caso la descrizione della Chiesa della Lumen Gentium, 1, secondo cui “la Chiesa è in Cristo come sacramento, e cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”, è stata ripresa dalla Gaudium Et Spes per illustrare la missione della Chiesa (e dunque dei laici) nel mondo contemporaneo: “La forza che la Chiesa riesce a immettere nella società umana contemporanea consiste in quella fede e carità portate ad efficacia di vita, e non esercitando con mezzi puramente umani un qualche dominio esteriore” (n.42). Da questa visuale procedono alcune conseguenze sul rapporto tra comunità ecclesiale e società civile, l’impegno storico dei credenti nel mondo, una adeguata ricomprensione e gestione dell’autonomia delle realtà terrene dove è chiesto ai laici uno specifico impegno. Da qui la cosiddetta “indole secolare dei laici”: trattare come missione specifica con competenza e fede l’impegno di evangelizzazione nelle svariate discipline umane. E su questi punti dunque che bisogna valutare un maturo ed incisivo impegno ecclesiale qualitativo dei laici. E’ interessante notare che, senza assolutamente dimenticare il ruolo storico dell’Azione Cattolica (non a caso i padri conciliari raccomandano la sua presenza e missione) e di altre concretizzazioni dell’impegno laicale, furono le Comunità e i Movimenti spirituali, nella prima metà del secolo XX a contribuire in modo peculiare allo sviluppo di quelli che sarebbero stati poi i contenuti essenziali prima espressi dal Concilio. Negli anni dopo il Concilio, fino agli anni Novanta circa, il punto di forza di questi Movimenti e del loro carisma fu un’assimilazione e un approfondimento teologico ed esistenziale dei contenuti centrali dell’ecclesiologia di comunione del Concilio. Sembra invece che attualmente i Movimenti ecclesiali e le nuove Comunità siano concentrate da un lato a un rinnovamento nel

solco della riscoperta attualizzante del loro carisma di origine, dall’altro a un consolidamento delle proprie strutture. Papa Benedetto XVI, riguardo all’evangelizzazione, ebbe modo di dire nella Esortazione post-sinodale Verbum Domini: “Il Sinodo riconosce, inoltre, con gratitudine che i movimenti ecclesiali e le nuove comunità sono, nella Chiesa, una grande forza per l’evangelizzazione in questo tempo, spingendo a sviluppare nuove forme d’annuncio del vangelo” (n. 94). Lo stesso Benedetto XVI affer-

ma: “Grazie ai carismi, la radicalità del Vangelo, il contenuto oggettivo della fede, il flusso vivo della sua tradizione vengono comunicati in modo persuasivo e sono accolti come esperienza personale, come adesione della libertà all’evento di Cristo” (Discorso a Fatima, 13 maggio 2010). Cosà i nuovi movimenti ecclesiali realizzano un “rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; à un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo perà sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino” (Bene-

detto XVI, Discorso alla Curia romana, 22 dicembre 2005). Papa Francesco ha chiesto ai Movimenti e nuove Comunità ecclesiali un particolare impegno a porsi sempre e comunque in atteggiamento di “uscita”, soprattutto verso le vecchie e nuove forme di povertà. La misericordia si dipana grazie a queste forme nuove di aggregazione laicale anche ai nostri tempi attraversando le sfide che oggi si pongono innanzi. Per continuare il dialogo con l’autore: pasqua.trani@gmail.com

KOSMOPOLIS PROSSIMO APPUNTAMENTO La prossima lezione di sabato 27 febbraio 2016 alle ore 16 si terrà eccezionalmente presso il centro di I accoglienza “Giovanni Paolo II” in via Purgatorio a Forio (strada adiacente Chiesa del Purgatorio). Il tema sarà sulle “NUOVE POVERTA’” a cura del prof. Gennaro Iorio, docente di Sociologia Generale all’ Università di Salerno. Per dare una dimensione più prossima alla nostra isola, ci è sembrato che il tema delle povertà fosse utile trattarlo in una realtà dove quotidianamente si tocca con mano, da un lato l’emarginazione di alcuni, ma dall’altro, anche la solidarietà di tanti ... quindi non vi é luogo più adatto per affrontare questi temi! Un caloroso invito a partecipare e a farsi portavoce di questo cambio provvisorio di “aula” della nostra scuola! il comitato didattico di Kosmopolis


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V CATECHESI SULLE OPERE DI MISERICORDIA

Insegnare agli ignoranti 23 febbraio 2016 Chiesa Cattedrale ore 20.00 Con don Fabio Rosini, Biblista «Capisci quello che stai leggendo?» (At 8,30)

Chi è don Fabio Rosini

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ato a ROMA, il 1 ottobre 1961 nazionalità italiana ordinato presbitero il 25 aprile 1991 in San Giovanni in Laterano, don Fabio Rosini, Biblista è direttore dell’ufficio per le Vocazioni nella Diocesi di Roma ed è molto conosciuto per aver iniziato il progetto di Catechesi su I Dieci Comandamenti, diffusosi a macchia d’olio in tutta Italia. I DIECI COMANDAMENTI E’ boom, in tutto il Paese, di corsi nelle parrocchie che hanno al loro centro la riscoperta delle tavole della legge date da Dio a Mose’ sul monte Sinai. Italiani interessatissimi all’argomento anche se il più delle volte, ammettono i preti prof, non ne ricordano nemmeno uno. Sarà l’ignoranza, sarà soprattutto, per dirla con le parole del vicentino fra Lorenzo Raniero, che i comandamenti “hanno un linguaggio esistenziale che arriva subito al sodo”, fatto sta che da quando Mosè è entrato nelle parrocchie, i corsi sui Dieci comandamenti sono letteralmente presi d’assalto. Pioniere dell’iniziativa è stato don Fabio Rosini, parroco di Santa Fran-

cesca Romana, nella capitale, il primo ad ideare i corsi per i fedeli. La chiesa, al momento delle lezioni, “registra il tutto esaurito”, come riconoscono gli stessi ‘allievi’ che raccontano su facebook di come questi incontri possano cambiare la vita. Eppure in tanti non li conoscono. “C’è molta ignoranza in materia confessa don Fabio Pieroni - eppure la gente sente un grande bisogno di riscoprirli per riscoprirsi. Le lezioni vogliono essere un aiuto a conoscere la morale della Chiesa e in questo modo molti imparano a vivere”. Tanto per rispolverarli, al primo comandamento si ricorda di ‘Non nominare il nome di Dio invano’. I problemi di memoria, per molti fedeli, arrivano già con il secondo ‘Ricordati di santificare le feste’. I corsi seguono nei minimi dettagli le tavole di Mosè. E così, a volte, sul singolo comandamento ci si sta per più lezioni. Particolarmente gettonato nei dibattiti è il sesto comandamento, quello che invita a ‘non commettere adulterio’. Non che riguardi tutti, ma come dice fra Lorenzo Raniero che insieme a fra Fabio e a fra Devis insegna i ‘comandamen-

ti’ nel convento francescano di San Pancrazio, a Barbarano Vicentino, “il fatto è che i Dieci comandamenti hanno un linguaggio concreto. E’ ricco di esemplificazioni che richiamano la quotidianità della gente. Tutti ci si possono ritrovare”. E’ sicuramente questo l’aspetto che ha colpito Paolo, un fedele che, parlando delle lezioni seguite nella parrocchia romana retta da don Fabio Rosini, il ‘guru’ dei comandamenti dal quale si recano anche tanti sacerdoti per apprendere, dice su Facebook: “ho fatto i dieci comandamenti a Roma con don Fabio. Mi ci sono trovato per far piacere ad un’amica e ho finito con l’andarci da solo fino all’ultimo incontro. Mi ha cambiato la vita”. Le lezioni sulle tavole di Mosè riescono a fare breccia anche su chi non va abitualmente in chiesa. “Trascinata dalle amiche - confida sul web un’altra ragazza - ho fatto i 10 comandamenti con Fabio Pieroni e Giuseppe Tonello nella parrocchia S. Bernardo di Chiaravalle. Premetto che non ho mai frequentato assiduamente contesti parrocchiali, ma i 10 comandamenti mi hanno

decisamente cambiato la vita”. La scuola sui ‘Dieci comandamenti’ è stata anche sprone per fare outing per qualcuno. Ai corsi di fra Raniero si ragionava sul comandamento ‘Non desiderare la donna d’altri’. Racconta il frate prof: “una signora ha confessato tutto il suo tormento per una storia extraconiugale che portava avanti da diverso tempo. Una relazione che, dopo un lungo percorso, è riuscita a chiudere”. Partiti dalla capitale dall’intuizione di don Fabio Rosini, le lezioni sui ‘Dieci comandamenti’, insomma, hanno contagiato tutta Italia. Da Palermo alla Calabria, senza dimenticare Napoli, Perugia e Mantova, i corsi sono arrivati anche in Sardegna dove hanno fatto breccia particolarmente tra i giovani. “E non c’è nemmeno il bisogno di pubblicizzarli - osserva don Pieroni -. La gente viene per un semplice passaparola”. Di lezione in lezione, i fedeli tornano a ricordare i ‘Dieci comandamenti’ a uno a uno. Nella foto a sinistra don Fabio Rosini durante una Catechesi con i giovani di Roma sui Dieci Comandamenti.


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Idoneità aspiranti insegnanti di religione cattolica Prove di accertamento dell’abilità pedagogica ai fini del riconoscimento dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado, statali e paritarie, delle diocesi della regione ecclesiastica Campania.

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REMESSA Tenuto conto delle diverse richieste per l’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC), gli Ordinari diocesani della Regione Ecclesiastica Campana intendono procedere, di comune accordo e a livello regionale, all’accertamento dell’abilità pedagogica ai fini del riconoscimento dell’Idoneità per l’IRC nelle Scuole di ogni ordine e grado statali e paritarie. Significato dell’Idoneità: “L’idoneità non è paragonabile a un diploma che abilita a insegnare correttamente la religione cattolica. Essa stabilisce tra il docente di religione e la comunità ecclesiale nella quale vive un rapporto permanente di comunione e di fiducia, finalizzato ad un genuino servizio nella scuola, e si arricchisce mediante le necessarie iniziative di aggiornamento, secondo una linea di costante sviluppo e verifica... Il riferimento che l’insegnamento della religione deve necessariamente avere con il vissuto religioso testimoniato dalla comunità cristiana comporta che il docente di religione sia non solo oggettivamente riconosciuto dalla comunità stessa, ma anche soggettivamente partecipe della sua esperienza di fede e di vita cristiana.” (CEI, nota pastorale, n. 22, maggio 1991). ARTICOLO 1 (Modalità e termini per la presentazione della domanda, regolarizzazioni, esclusioni) 1. Coloro che aspirano a supplenze e/o incarichi per l’Insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado delle diocesi della regione ecclesiastica campana possono consegnare a mano la domanda all’Ufficio Scuola della diocesi di appartenenza entro 31 marzo 2016. Le domande e i curriculum saranno presi in esame solo se redatti utilizzando l’apposito modulo reperibile sul sito internet www.ireca. it. Il mancato utilizzo dell’apposito modulo comporta l’annullamento delle domande. Il/La candidato/a deve indicare nella domanda l’ordine e grado di scuola per il quale intende sostenere la prova di accertamento dell’abilità pedagogica. Le domande di partecipazione saranno trasmesse dall’Ufficio Scuola diocesano all’Ufficio Scuola della Conferenza Episcopale Campana, con allegato nulla osta dell’Ordinario diocesano entro il 18 aprile 2016.

2. L’Ufficio Scuola della CEC ricevute le domande e i curriculum vitae provvederà ad inviare al candidato, all’indirizzo di posta elettronica indicato, la convocazione formale alla prova di accertamento dell’abilità pedagogica con le indicazioni relative al luogo, data e orario di svolgimento. Solo i candidati convocati dall’Ufficio Scuola della CEC possono accedere alle prove. 3. E’ ammessa la regolarizzazione della domanda presentata in forma incompleta o parziale. In tal caso l’Ufficio Scuola della CEC, sentito l’Ufficio Scuola diocesano, assegna all’aspirante un breve termine perentorio per la regolarizzazione. In mancanza dell’adempimento richiesto si procederà all’esclusione dell’aspirante alle prove di accertamento dell’Idoneità all’IRC. 4. E’ motivo di esclusione: a) la presentazione della domanda oltre il termine stabilito; b) coloro che non risultino in possesso dei requisiti prescritti; c) coloro che forniranno dichiarazioni non veritiere; d) il mancato rilascio del “nulla osta” dell’Ordinario diocesano per la partecipazione alle prove. ARTICOLO 2 (Titoli di qualificazione professionale richiesti) 1.Per partecipare alle prove di accertamento dell’abilità pedagogica i candidati devono essere in possesso dei requisiti previsti dal canone 804 del Codice di Diritto Canonico e di uno dei titoli di qualificazione professionale previsti dall’Intesa CEI-MIUR, resa esecutiva con DPR n.175 del 20/08/2012. ARTICOLO 3 (Criteri) 1. I criteri per l’accertamento dell’abilità pedagogico, ai fini del riconoscimento dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica, sono

contenuti nella deliberazione del 6-10 maggio 1991 (punto 2.2) della Conferenza Episcopale Italiana e nelle norme e nelle prassi in uso nelle Diocesi della Regione Ecclesiastica Campana. 2. I candidati dovranno essere residenti in uno dei comuni afferenti il territorio della Regione Ecclesiastica Campana. 4. Il superamento delle prove previste per l’accertamento dell’abilità pedagogica non si traduce in conseguente supplenza e/o incarico nelle scuole di una delle Diocesi della Regione Ecclesiastica Campana. Il riconoscimento dell’Idoneità all’IRC sarà decretato dai singoli Ordinari diocesani a seguito dell’accertamento anche della retta dottrina e della testimonianza di vita cristiana come previsto dal canone 804 del codice di diritto canonico e dalla delibera CEI n.41/90 e dalla deliberazione della Cei del 6-10 maggio 1991. ARTICOLO 4 (Commissioni) 1. Le commissione giudicatrici saranno composte da cinque docenti, di altrettanti Istituti Superiori di Scienze Religiose della Regione Ecclesiastica Campana, di cui uno con compiti di presidente, con competenze nei seguenti ambiti: Filosofia, Sacra Scrittura, Teologia Dommatica, Teologia Morale-Pastorale, Scienze umane. 2. Il Presidente e i componenti della Commissione saranno nominati dal Vescovo delegato della CEC, su proposta dei direttori diocesani degli Uffici IRC. 3. Il Vescovo delegato della CEC nomina un segretario di commissione per la cura dei verbali di esame e di tutto quanto previsto dal presente avviso. 4. Per ogni cento partecipanti alle prove sarà nominata una commis-

sione giudicatrice. L’assegnazione della singola Commissione ai gruppi di candidati alle prove, distribuiti in ordine alfabetico, avverrà con sorteggio. ARTICOLO 5 (Contributo spese ) 1.Per partecipare alla prova di accertamento dell’abilità pedagogica è necessario effettuare un versamento per i diritti ammnistrativi di € 50,00 (euro quaranta/00) a copertura delle spese di organizzazione (cancelleria, ecc.). Il suddetto contributo deve essere versato a mano un’ora prima dell’inizio della prima prova scritta. ARTICOLO 6 (Prove di esame valutazione) 1. L’accertamento dell’abilità pedagogica consta di due prove scritte e di un colloquio e verte sull’unito programma (allegato). 2. Prima prova scritta: test di n.50 domande con risposte a schema chiuso e a scelta multipla nei seguenti ambiti: Filosofia, Teologia Dommatica, Teologia Morale, Sacra Scrittura, Metodologia e Didattica dell’IRC, Legislazione scolastica. 3.La durata della prima prova scritta è fissata in due ore. 4. Seconda prova scritta: il candidato dovrà sviluppare l’argomento scelto, esponendo la tematica da un punto di vista critico e personale, secondo le caratteristiche del saggio breve: -Interpretazione e rielaborazione dell’argomento sulla base di materiali documentali; -Lunghezza massima sei colonne di foglio protocollo; -Preparazione di una scaletta con la sequenza articolata dei contenuti da trattare. La stesura del saggio sarà articolata in tre parti: una parte introduttiva, una parte espositiva e una parte conclusiva. Nella prima sarà presentata la problematica, individuandone le linee essenziali e registrandone i panorami diacronici e geografici; nella seconda saranno esposti gli aspetti dell’argomento, i richiami e i rimandi storici, le interpretazioni documentali, la descrizione di eventuali esperienze, le argomentazioni (tesi e antitesi) circa i contenti e il proprio punto di vista; nella terza si riporterà ad unità il discorso e saranno sviluppati le riflessioni personali ed eventuali commenti. Il testo dovrà essere coerente, corretto dal punto di vista ortografico,


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sintattico e lessicale e dovrà utilizzare le informazioni adeguandole alla tipologia argomentativa e alla destinazione. 5. La durata della seconda prova scritta è fissata in quattro ore. 6. Colloquio: il colloquio verte su argomenti disciplinari e sulla capacità del candidato di proporne un’elaborazione didattica. 7. La valutazione del colloquio avverrà tenendo presenti i seguenti criteri: conoscenza dell’argomento, coerenza, correttezza linguistica e linearità nella esposizione orale, capacità rielaborativa, valutativa e critica dell’argomento, capacità di sintesi e di interpretazione, capacità di collocazione culturale degli argomenti esposti e collegamento con altri elementi concettuali. 8. La Commissione dispone di dieci punti per la prima prova scritta, dieci punti per la seconda prova scritta e di dieci punti per il colloquio. 9. Il voto per ciascuna prova scritta risulta dalla media aritmetica dei voti assegnati da ciascun membro di commissione. Non è consentito ai membri di commissione di astenersi dall’esprimere una valutazione. 10. I candidati saranno chiamati a sostenere entrambe le prove scritte. Superano le prove scritte i candidati che avranno ottenuto in entrambe una media di almeno 6/10. Superano il colloquio i candidati che avranno ottenuto una media di almeno 6/10. 11. Le date di svolgimento delle prove scritte sono fissate nei giorni 10 giugno 2016 ore 15 (test) e 11 giugno 2016 ore 15 (saggio breve). 12. La sede delle prove scritte e del colloquio è Colonia “S. Giuseppe” via Salvador Allende, 66 Salerno. 13. Perde il diritto a sostenere le prove il candidato che non si presenti nel giorno, luogo e ora stabilita. 14. La vigilanza durante la prova è affidata alla Commissione esaminatrice, cui possono essere aggregati, ove necessario, il Direttore e il Segre-

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tario dell’Ufficio Scuola della CEC o altro Direttore di uno degli Uffici diocesani della Regione Ecclesiastica Campana. 15. I candidati portatori di handicap dovranno specificare nella domanda di partecipazione alle prove di accertamento l’ausilio richiesto in relazione al proprio handicap e l’eventuale necessità di tempi aggiuntivi. 16. I candidati con Dsa certificati dovranno specificare nella domanda di partecipazione alle prove di accertamento gli strumenti dispensativi

richiesti a norma di legge. ARTICOLO 7 (colloquio) 1. I candidati ammessi al colloquio per l’accertamento dell’abilità pedagogica saranno singolarmente convocati nella sede d’esame, a mezzo posta elettronica indicata nella domanda, secondo un calendario proposto dalle Commissioni giudicatrici. 2. Nella lettera di convocazione per il colloquio è data anche comunicazione del voto riportato nelle due prove scritte. 3. Perde il diritto alla prova orale il

candidato che non si trovi presente quando giunge il suo turno. 4. Nel caso in cui i candidati siano impediti da gravi motivi, da documentarsi debitamente o, se si tratti di infermità, mediante certificato medico, potrà essere esaminata la possibilità di autorizzare solo una volta il rinvio della prova orale, sempreché la commissione non abbia concluso le prove orali di tutti i candidati. 5. La domanda di rinvio va indirizzata all’Ufficio Scuola della CEC che cura lo svolgimento delle prove di accertamento dell’Idoneità. 6. La domanda si intende proposta a rischio esclusivo del candidato ed è da considerare respinta in caso di mancata comunicazione di accoglimento. 7. Al termine di ciascuna seduta dedicata al colloquio, la commissione predispone l’elenco dei candidati esaminati, con l’indicazione del voto da ciascuno riportato. ARTICOLO 8 (Percorso di formazione e verifica) 1. Superato con esito positivo sia le prove scritte che il colloquio la procedura di accertamento ai fini dell’Idoneità all’IRC prosegue a cura dei singoli Uffici diocesani per l’IRC della Regione Ecclesiastica Campana, prima con l’accertamento della retta dottrina e della testimonianza di vita cristiana dei singoli/e candidati/e e successivamente con un percorso di accompagnamento formativo della durata di almeno un anno e consistente in un tirocinio “in servizio” dei candidati, al fine di verificare che le competenze accertate in sede di esame scritto e orale siano proficuamente esercitate nell’insegnamento. 2. Le modalità di questo percorso saranno di volta in volta comunicate a ciascun candidato dai rispettivi Ordinari diocesani. Solo al termine di questo itinerario l’Idoneità all’IRC potrà considerarsi riconosciuta a tutti gli effetti. Questo avviso viene affisso, in data 20 febbraio 2016 all’Albo del Palazzo Vescovile di ciascuna diocesi della Campania e pubblicato sul sito internet dell’Ufficio Scuola della Conferenza Episcopale Campana www.ireca.it. Il Direttore dell’Ufficio Scuola della CEC Prof. Virgilio Marone

Per qualsiasi informazione contattare la prof.Ssa Matilde Di Meglio, responsabile ufficio scuola diocesi di Ischia: 3496811560 ufficioscuolaischia@libero.it

Sul sito chiesaischia.it potete trovare l’intero programma per gli esami


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Giovani & Lavoro 20 febbraio 2016

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PROGETTO POLICORO

Percorso di orientamento al lavoro Classi V dell’ITCG “Enrico Mattei” Dalla Redazione

L

l Progetto Policoro è un’iniziativa organica promossa dalla Chiesa Cattolica Italiana per tentare di fornire una risposta concreta al problema della disoccupazione giovanile, inizialmente del sud, ormai presente in quasi tutte le Diocesi d’Italia. Prende il nome dalla città della Basilicata, in provincia di Matera, ove nel 1995 prese vita dal coinvolgimento dell’Ufficio Nazionale della Pastorale Sociale e del Lavoro, del Servizio Nazionale della Pastorale Giovanile e dalla Caritas Italiana. Tra gli obiettivi principali del Progetto Policoro vi è in primis l’orientamento al lavoro per i ragazzi degli istituti superiori, volto ad accompagnare, informare ed educare i diplomandi nel passaggio fondamentale tra il conseguimento del titolo di studi e l’inserimento nel dinamico mondo del lavoro di oggi. Anche quest’anno, come lo scorso anno, il preside prof. Antonio Siciliano e le docenti di religione dell’Istituto Tecnico “E. Mattei” in Casamicciola Terme hanno creduto nel progetto e dato la possibilità ai ragazzi delle classi V di poter svolgere un percorso di orientamento con noi animatori di comunità del Progetto Policoro. Il percorso si è svolto in sette classi V nelle ore di religione per la durata di tre incontri per classe. Nel primo incontro attraverso delle schede operative i ragazzi hanno lavorato sul guardarsi dentro, imparando a conoscere se stessi, i propri limiti, le proprie qualità, i talenti sui quali puntare per costruire il proprio futuro. Molti di loro spesso si sottovalutano e non riconoscono le proprie competenze e professionalità, attraverso un bel momento di dialogo si è cercato di far comprendere a tutti quanto siamo importanti e speciali per quello che siamo, di come nulla deve scoraggiarci nel credere fermamente nel nostro sogno, perché solo se riusciamo a conoscere e lavorare al meglio su noi stessi possiamo diventare uomini e donne veramente maturi. Nel secondo incontro attraverso power point e test, abbiamo parla-

to del lavoro secondo la nostra costituzione, i nostri diritti e le nostre responsabilità. Poi abbiamo provato a spiegare ai ragazzi come compilare e utilizzare strumenti concreti per intraprendere il mondo del lavoro, come per esempio il Curriculum Vitae e la lettera di presentazione, documenti importantissimi per chi si affaccia per la prima volta a lavoro. Durante il terzo incontro abbiamo affrontato il tema del colloquio di lavoro e dato ai ragazzi suggerimenti e consigli su come comportarsi e su cosa dire al selezionatore. Notizie pratiche a cui i ragazzi hanno risposto con molto interesse. Al termine del ciclo di incontri abbiamo presentato il Progetto Policoro come un’opportunità concreta esistente sul nostro territorio per aiutarli nell’ingresso al mondo del lavoro. Abbiamo parlato molto anche di auto – imprenditorialità su cui il Progetto punta molto. I circa 140 ragazzi coinvolti nel nostro percorso hanno tutti espresso grande gratitudine per le ore trascorse insieme e molti meravigliati ci dicevano: “Non sapevo che la Chiesa potesse parlare di lavoro”. Come ci insegna Papa Francesco, la Chiesa ha bisogno di uscire, di incontrare i giovani, le persone più lontane nei numerosi ambienti della vita quotidiana e noi con il nostro impegno abbiamo provato a farlo con la viva collaborazione della scuola che ringraziamo per averci dato, di nuovo, questa opportunità che spero ripeteremo anche il prossimo anno scolastico. Per i docenti che ritenessero di voler svolgere un percorso coi i ragazzi degli istituti superiori sul tema del lavoro, e per tutti i ragazzi che hanno bisogno di un aiuto per la stesura del CV, della lettera di presentazione o per avere notizie certe circa l’auto - imprenditorialità può contattarci o recarsi al nostro centro servizi. Orari Centro Servizi: Mercoledì dalle 10.00 alle 12.00 presso la Curia vescovile di Ischia, Via Seminario n.26 Per info e appuntamenti anche in orari diversi da quelli del Centro Servizi: Giustina 3289556098 Teresa 3774246426 Email: diocesi.ischia@progettopolicoro.it Pagina Facebook: Progetto Policoro Ischia


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Punti di Vista

20 febbraio 2016

kaire@chiesaischia.it

Di Franco Iacono

Morire per il bene comune

1.

Dopo quella su Angelo Vassallo, ancora una “testimonianza civile” su Rai Uno: questa volta dedicata all’ispettore di Polizia Roberto Mancini, interpretato benissimo da Beppe Fiorello, che per primo, con la sua squadra intuì, e scoprì, lo scempio che si stava perpetrando in quella che sarebbe tragicamente diventata la “Terra dei Fuochi”. Molti girarono lo sguardo altrove, molti altri, anche delle Istituzioni, furono complici, molti altri ancora tacquero per paura o per indolenza. Ma furono le stesse Istituzioni a “partorire” questo Eroe Civile, che pagò con la vita, vittima delle sue “frequentazioni” in quei luoghi avvelenati, la sua tenace testimonianza al servizio del Bene Comune. Quello che fa impressione, anche in questo spaccato di vita ordinaria dalle nostre parti, è l’assoluto disprezzo per il nostro territorio che, sotto gli occhi di tutti, viene offeso e massacrato. Naturalmente quelli del Nord non sono senza responsabilità perché sapevano bene dove, e come, venivano “sistemati” i rifiuti e le scorie delle loro industrie. Una sorta di “colonizzazione”, sporca e selvaggia del nostro territorio, all’insegna del profitto becero e della illegalità! Fa bene, finalmente, la Televisione pubblica a proporre queste storie vere ed esemplari. La speranza: che siano “contagiose” per quanti ritengono il dovere, il rispetto della legge, l’amore per la natura una fatica noiosa e non una gioia dell’animo, che aiuta a vivere bene. Alla luce del sole! 2. La definisce “un dono di Dio”! Che bella la notizia, di cui all’articolo di Luigi Accattoli sul Corriere della Sera di martedì 16 di febbraio, della “intensa” amicizia di Papa Wojtyla con la filosofa americana Anna Teresa Tymieniecka, testimoniata da ben 350 lettere, scritte a lei, anche da

L’ispettore Roberto Mancini e l’attore Beppe Fiorello

Papa, durante un trentennio. Ne viene fuori una figura ancora più ricca e più affascinante, che “addolcisce” i suoi tratti da guerriero profetico. Tenerissima appare la motivazione di un suo regalo alla filosofa-amica: “Già lo scorso anno cercavo un modo per dare un senso alle parole “ti appartengo” e finalmente, prima di lasciare la Polonia, l’ho trovato: uno scapolare della Madonna del Carmine. Esso rappresenta la dimensione del modo in cui ti accetto e ti sento in ogni tipo di situazione, quando sei vicina, quando sei lontana”. Era il 10 settembre del 1976. il Cardinale Stanislaw Dziwisz, che fu segretario di Papa Wojtyla, commenta: “Chi ha vissuto accanto a Giovanni Paolo II sa bene che non c’è spazio per alcuna dietrologia maliziosa. Era libero e trasparente e non ha avuto alcun complesso, perché era un uomo purissimo, capace di rispettare ogni persona ed ogni situazione di vita. Questa è l’unica chiave di lettura con cui interpretare tutta la sua vita esemplare e santa”. Quel grande Papa cercava il rapporto umano con le persone di comune sensibilità: chi non ricorda i suoi frequenti incontri con Sandro Pertini,

Papa Wojtyla con la filosofa americana Anna Teresa Tymieniecka

allora Presidente della Repubblica, e le loro lunghe passeggiate?! Questa con la filosofa americana, d’altra parte, non era la sola amicizia, nota, femminile di quel grande Papa: sempre l’articolo citato ci dà conto “della affettuosa relazione” con la psichiatra polacca Wanda Poltawska, “amica della giovinezza”, durata un cinquantennio. Le loro lettere sono state pubblicate nel 2010 dalla San Paolo con il titolo Diario di un amicizia. La famiglia Poltawski e Karol Wojtyla”. Commenta il giornalista che, dalla lettura di quel carteggio, “la figura del Papa è uscita arricchita, come di un uomo che non temeva di intrecciare relazioni significative con donne, riuscendo a

mantenerle sul piano di uno scambio amicale. Dell’importanza di una tale relazione scrisse una volta una “lettera” ai preti, intitolata “Il sacerdote e la donna” (1995)”. Un grande Papa, un Papa Santo, ma anche un uomo di rara e finissima sensibilità, animato dal grande desiderio della conoscenza, che arricchisce l’animo ed eleva le menti. Probabilmente anche la sua venuta sulla nostra isola fu dovuta a questa sua grande ansia di conoscenza di uomini e luoghi che coltivò anche quando le sue condizioni fisiche erano diventate precarie. In questo senso resta memorabile, e vivissimo nella nostra memoria, il suo incontro con i giovani sul Piazzale del soccorso a Forio.



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GFiubileo amiglie AM nno isericordia Santo della e

11 20 febbraio 2016

Anche la tua famiglia può diventare santa! Sabato 13 febbraio con il Giubileo diocesano delle famiglie si è conclusa la peregrinatio delle reliquie dei Santi coniugi Martin. Di Silvia Pugliese

L

o scorso sabato nella Chiesa Cattedrale di Ischia, a conclusione del pellegrinaggio delle reliquie dei Santi coniugi Martin e in occasione della festa di San Valentino, protettore degli innamorati, si è celebrato il pellegrinaggio diocesano delle famiglie. La celebrazione è iniziata con un incontro svoltosi nel pomeriggio nella vicina Chiesa dello Spirito Santo dove ogni decanato ha presentato una testimonianza sull’esperienza vissuta nei giorni in cui i coniugi Martin hanno visitato le varie famiglie. In ogni parte dell’isola, grazie a queste occasioni, si sono vissute forti esperienze di unione, condivisione, riconciliazione, per le famiglie, per gli ammalati, per il vicinato, per parenti e figli che non si parlavano da tempo. Dopo questo momento di condivisione guidato dall’ufficio famiglia della nostra diocesi, in processione, guidati dal nostro vescovo padre Pietro, le coppie, si sono spostate in Cattedrale, attraversando la Porta Santa. Dopo la recita del Santo Rosario hanno celebrato insieme l’Eucarestia, presieduta da padre Pietro. La chiesa era gremita e grande la commozione di tutti i presenti. Nell’omelia il nostro vescovo Pietro ha voluto rendere grazie al Signore per “il dono delle reliquie dei santi coniugi Martin, per quanto in questi 40 giorni il Signore ha operato, aprendo i cuori e dando la possibilità di vedere una luce che dovrà diventare grande nella misura in cui noi lo permetteremo al Signore. Le reliquie hanno favorito un passaggio non solo esteriore nelle nostre case, ma anche interiore per tante famiglie per vivere in modo speciale questo Giubileo della Misericordia”. Poi ha continuato, quasi confidando: “l’esperienza della presenza delle reliquie dei coniugi Martin ha detto al vescovo una cosa semplice: bisogna riportare il Vangelo nelle famiglie. Dobbiamo ricominciare a fare l’esperienza dei primi cristiani che si radunavano nelle famiglie e si lasciavano trasformare dalla Parola.

Se i santi Martin hanno affascinato tante famiglie è perché ci hanno fatto sentire la santità possibile. Anche la tua famiglia può diventare santa, non c’è bisogno di essere speciali per diventare santi. I santi coniugi ci hanno detto che nessuna famiglia è esclusa da questo progetto di Dio se permetteranno al Signore di entrare nella loro casa!” Il vescovo ha concluso ringraziando nuovamente il Signore perché ci ha portato per mano in quest’esperienza. “se abbassiamo il volume delle voci che affollano la nostra testa e ci mettiamo in ascolto del Signore potremo rinnovare la nostra fede dicendo: “Eterna è la tua misericordia!” e potremo scrivere – con le parole di Mario Pomilio, scrittore del ‘900 – il nostro quinto evangelo, scriveremo il vangelo della tua vita, della tua famiglia, della tua comunità, della tua parrocchia e della Chiesa di Ischia”. Nell’offertorio le famiglie hanno presentato al Signore una bussola ad indicare la rotta da seguire, delle fedi simbolo del vincolo matrimoniale, una piantina di bulbi che ci ricordano i tanti semi di beni che possiamo trasmettere ai nostri figli, un vaso ricomposto perché ad ogni famiglia ferita è data la possibilità di ricominciare, un paio di scarpe che ci hanno ricordato il lungo cammino che compiono tantissime famiglie di profughi in cerca di asilo e per ultima una stola rossa per il martirio di tanti cristiani nei luoghi di persecuzione. A conclusione della Celebrazione il nostro vescovo ha consegnato un vangelo ad ogni famiglia, perché in ogni “chiesa domestica” si possa scrivere il quinto vangelo, come ci ricordava nell’omelia. Forse davvero noi ischitani, grazie all’anno della Misericordia, abbiamo capito che la famiglia è il fiore all’occhiello del grande progetto d’amore di Dio. Realmente “la peregrinatio di queste reliquie è stata un’esperienza missionaria! Ringraziamo il Signore che ci richiama ai santi coniugi Martin, affinché il vangelo possa entrare in tutte le famiglie dell’isola di Ischia!” Andrea Di Massa .


12 20 febbraio 2016

GFiubileo amiglie AM nno isericordia Santo della e

www.chiesaischia.it

La famigl

centrale de

Si è conclusa la peregrinatio delle reliquie dei primi santi sposi dell’era moder

nella chiesa dello Spirito Santo per un primo grande momento dei coniugi del

nelle circa 200 case e 25 parrocchie della diocesi. Poi il passaggio alla Porta Sa

niugi Martin. Infine la S. Messa giubilare delle famiglie presieduta dal nostro V

alle famiglie della “Fraternità di Emmaus” di Angri che hanno permesso di vive

Giovan Giuseppe Lubrano


kaire@chiesaischia.it

GFiubileo amiglie AM nno isericordia Santo della e

lia nucleo

ella società

rna della Chiesa, LUIGI & ZELIA MARTIN. Incontro avvenuto ad Ischia Ponte,

ll’isola di Ischia per condividere l’esperienza vissuta nel passaggio delle reliquie

anta della Cattedrale, il rosario delle famiglie e l’Atto di Affidamento ai santi co-

VESCOVO PIETRO, al termine della quale il Vescovo ha riconsegnato i reliquiari

ere questa meravigliosa esperienza durata quaranta giorni.

Le reliquie dei Coniugi Martin da i bambini di Suor Edda Casamicciola Terme

13 20 febbraio 2016


14 20 febbraio 2016

territorio

www.chiesaischia.it

Ischia in 3p: paesi, paesaggi & persone

Gli agrumi, una meraviglia della natura Di Francesco Mattera

S

embra che non ci siano, poi per miracolo appaiono ai nostri occhi! Eh si, care lettrici e lettori di Kaire, oggi voglio parlarvi degli agrumi. Tra tutti i frutti, sicuramente quelli più portentosi e ricchi di virtù salutari. Sono familiari, fanno parte del nostro vissuto, dei nostri ricordi, anche di alcune variegate stravaganze di cui vorrò parlarvi in questo mio altalenante peregrinare in questa rubrichetta. Vi starete già facendo qualche domanda sul titolo, quindi non mi sento di farvi penare oltre misura per la curiosità. E si che quel titolo, chissà se qualcuno di voi se n’è accorto!, si raccorda immediatamente con la prima frase che vi ho offerto e che replico: “Sembra che non ci siano, poi per miracolo appaiono ai nostri occhi!” Cosa, quando, come, perché? Quante domande che attendono altrettante risposte! E’ presto detto. In estate e nel primo autunno le nostre colline, i paesaggi meravigliosi delle nostre terre agricole, sono dominati dalla vasta e variegata famiglia di alberi da frutto, viti, arbusti, piante da fiore, anche alberi che di solito sono nei boschi, come querce, lecci, castagni e altri ancora. E’ una verzura lussureggiante, completa, tota-

lizzante e quasi indistinguibile nella sua composizione. Non c’è colore che domina oltre il verde. Poi al crepuscolo dell’estate si incominciano a riconoscere anche da lontano alcune differenze nella qualità e composizione delle piante, dal viraggio del colore delle foglie degli alberi che poi si spoglieranno. I frassini si colorano di un rosso vinoso, gli olmi di

un bel giallo delicato, i castagni di un marrone pieno, le querce di una tonalità variegata di giallo ocra e verde, e così via. Poi l’autunno pieno con la caduta delle foglie ha il potere di far cadere tutto nell’indistinto, nell’anonimo omogeneo, o quasi. Peschi, albicocchi, pruni e susini, meli, peri e sorbi delle nostre campagne sembrano vogliano spogliarsi

per fare in modo che il caldo avaro del sole vernino giunga intero alla terra, per riscaldarla al meglio e non fargli patire il freddo, e con lei le erbe dei campi e gli ortaggi seminati da noialtri per la nostra mensa. E per riscaldarsi meglio, cosa di più di una bella coperta colorata? Le foglie incartapecorite fanno quello, tengono al caldo la terra, ed in essa


15 kaire@chiesaischia.it

territorio

nel paesaggio agricolo ischitano

lavorano infaticabili i lombrichi, i silenziosi vermi aratori, gli anellidi ermafroditi celebrati da Salvatore Quasimodo, che vengono in superficie per prelevare le foglie e poi trasportarle nel sottosuolo, nelle loro buie gallerie, per nutrirsene, e così chiudono il cerchio della natura, restituendo alla terra l’energia che da essa era promanata nelle piante con il succhio delle radici e la potenza dei raggi del sole. Ricordate la funzione clorofilliana? La vita è chiusa in boccio nel miracolo di questo dono del Creato! E’ un cerchio di dimensioni immani che unisce l’universo centrato nel sole, con la superficie del pianeta dei viventi, la terra! E’ tutto straordinariamente, francescanamente meraviglioso! Ecco, siamo al culmine dell’autunno, al compiersi della spoliazione delle piante decidue. E’ qui che si compie il miracolo degli agrumi, e tra essi quelli che cromaticamente meglio riescono a marcare il paesaggio, soprattutto gli aranci, i portogalli come li chiamiamo noi del sud, e pure i mandarini. Meno i limoni, soprattutto nelle distanze più grandi. Ma i limoni, con il loro giallo vivissimo non passano inosservati, solo regalano una promessa di acidula freschezza per i mesi caldi della primavera e dell’estate. Gli agrumi sono piante sub-tropicali, conservano per tutto l’anno il loro abito di foglie. Sono eleganti, come sanno esserlo meglio di altre le persone gentili e generose. Un’eleganza naturale, sponta-

nea, innata, e pure discreta, silenziosa. Ma prodighi di doni meravigliosi che spesso non apprezziamo compiutamente. Ma veniamo al nostro paesaggio, alle nostre colline, dove è più agevole la visione prospettica su orizzonti non troppo lontani, e poi nei nostri vicoletti di campagna, nei giardini delle ville, negli orticelli teatro della più diffusa operosità di contadini vecchi e nuovi, e anche in tanti terreni semi abbandonati che aspettano solo un nuovo condottiero armato di zappa e tanto amore per la terra. Ovunque in questo periodo, ma già da quasi due mesi, una variegata strabiliante costellazione di globi colore arancio disseminata a caso, distesa quasi a capriccio tra parracine, sentieri, case e baracche improvvisate, brulichio di affaccendati in mille e una arte. E chi, nella torrida estate scorsa, avrebbe mai immaginato che da quelle piante provate dalla siccità, dove nemmeno si intravvedevano, tra le foglie risecchite, minuscoli portogalluzzi (traduci così: arancetti), potesse

poi uscire tanta meravigliosa, strabiliante coloratissima frutta? Portogalli e mandarini, dicevo prima, ma con la compagnia più discreta di pompelmi, fortunelli e clementini, questi ultimi già quasi al traguardo del loro raccolto. Li ho visti dappertutto, dalla Molara, alla Starza, da Piedimonte, a Fiaiano, dai Pilastri a Campagnano, nella piccola conca d’oro del Porto di Ischia, su su per via quercia e via Nuova dei Conti. E poi alla Piccola Sentinella, al Fango. Ed ancora dal Cretaio, al Monte Tabor passando per gli orti nascosti di Perrone. Non hanno mancato di sorprendermi nemmeno a Forio, nelle vicinanze di S. Vito, nelle oasi del Cierco, a Panza più che mai nei vecchi orti che circondano le case di antichi contadini che a suo tempo li piantarono. Stessa storia al Ciglio, e più su intorno all’abitato di Serrara. Ovunque, stanno davvero in ogni dove! E oggi sono bellissimi con i loro rami stracolmi che pendono verso terra! In alcuni luoghi, ad esempio ad Ischia Ponte li devi scoprire nei vecchi giardini alla siciliana (cinti di alte mura). Sono a volte alberi di cento e più anni, figli forse propagginati da altri alberi che li hanno preceduti che forse risalivano al settecento addirittura. Che bello fantasticare di storia pensando a degli alberi!, immaginare un contadino di epoche antiche che si preoccupava di accostare del terreno ad un ramo basso di arancio, per farvi spuntare radici, per poi staccarlo dalla pianta madre e piantarlo, lui giovanissimo figlio di un albero vegliardo, a breve distanza. E immaginare che oggi sia, quella giovinetta pianta di allora, divenuta a sua volta un vegliardo albero glorioso e degno di rispetto. Ah, oggi come mi va di navigare nel mare immenso dell’immaginazione! Perdonatemi, se potete, mie care lettrici e affezionati lettori. Dovrei chiudere a questo punto per non

20 febbraio 2016

stancarvi troppo e per non meritarmi i rimbrotti del Direttore di questo Kaire, per l’eccesso del mio scrivere. Ma non posso lasciarvi senza dirvi che gli aranci portentosi di quest’anno hanno meritato la loro fortuna dalle vicende favorevoli del clima: non un vento impetuoso, poche e rade piogge mai torrenziali, temperature miti, quasi primaverili hanno prodotto il miracolo: nessun frutto e caduto ingloriosamente al suolo. Tutti salvi sugli alberi! Nessun tappeto di globi arancione sotto gli alberi o ai bordi delle strade. Avremo abbondanza di aranci fino a giugno, potete contarci, parola di chi un poco di queste cose ne capisce. E voi, care donne di casa, mamme e nonne affettuose e premurose, datevi da fare: bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani, tutti devono consumare questo dono del creato. Semini o non semini, facciamo opera di convincimento, con dolce pazienza. Poi date fondo alla vostra bravura: succhi freschi, succhi conservati, marmellate (la marmellata, badate, è solo e soltanto quella di arance!), fate tutto e soprattutto fate in modo che tutto sia buonissimo, e poi doviziosamente consumato. In famiglia, al vicino di casa, anche quello burbero che mal sopportate, a quelli vicini e quelli lontani, a quelli che pensate che piacciono ed a quelli che dovete fare uno sforzo per ricordarvene. Mai fare conserve per poi buttarle nei rifiuti. Se così fosse meglio, molto meglio non farne. Chiudo con un ricordo di due poeti che se non hanno parlato delle arance, hanno però dato fondo alla loro poetica con i limoni: il nostro Eugenio Montale con la poesia “I Limoni” impiegata in apertura dei suoi celeberrimi Ossi di seppia. Pablo Neruda, con una la sua Ode al limone. Ma forse devo citare anche Federico Garcia Lorca, che se la memoria non mi inganna ha dedicato più di una sua poesia agli agrumi, di cui una dal titolo tradotto come Arancia e limone. Bellissimo, no!


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La Storia siamo Noi 20 febbraio 2016

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Il ricordo dei vecchi corrieri Di Antonio Lubrano

G

ennaio e febbraio erano i mesi più duri per la vasta categoria dei corrieri dell’isola d’Ischia che svolgevano il mestiere sulla tratta Ischia-Napoli. Negli anni venti ed ancor prima, per mancanza di mezzi di comunicazione marittima, raggiungevano Napoli via Torregaveta con gozzi di fortuna rimediati tra pescatori compiacenti della marina della Mandra di Ischia, o da Casamicciola Terme e Forio. Sfidavano le avverse condizioni del tempo che spesso apparivano proibitive già dalle prime ore del mattino per raggiungere Napoli per l’apertura dei negozi e dei mercati all’ingrosso. Il rifornimento della merce necessaria da portare ad Ischia avveniva nel più breve tempo possibile per non rischiare di rimanere sulla storica banchina dell’Immacolatella Vecchia al momento della partenza di ritorno per Ischia fissata per le ore 13,30. Un lavoro svolto di corsa, senza sosta, con l’incombenza di sapere di non aver dimenticato nulla fra le commissioni in agenda. Anche se nessun corriere di quegli

Lombardi, Galano, Ruggiero, Morgera, Isola distribuzione, Trani e Casa hanno raccolto l’eredità dei padri diventando negli ultimi anni grossi centri di distribuzione. I disagi e i sacrifici dei corrieri degli anni ‘50 e ’60 costretti a lavorare in condizioni difficili ed improvvisate.

anni aveva un’agenda in borsa ma foglietti volanti, piegati l’uno dentro l’altro, con il nome del cliente e del tipo d’ordine ricevuto. Erano in tanti a fare questo lavoro. Dagli anni ‘50 in poi con lo sviluppo economico i corrieri erano più di trenta. Casamicciola ne contava circa

venti tra professionisti e corrieri di second’ordine, su tutti si distingueva Morgera. Lacco Ameno invece non superava la dozzina ed il più popolare si chiamava Scandiuzzi. Forio che serviva anche Panza, Succhivo e Sant’Angelo ne aveva una quindicina. Barano che copriva Testaccio

e Serrara Fontana era monopolizzata per lo più dai corrieri Lombardi, Balestriere e Galano. I loro storici e tradizionali mezzi di trasporto marittimo, erano le motobarche “Ondina”, “Rondine” e “Sant’Anna che a turno partivano alle sei del mattino da Casamicciola, raggiungevano


La Storia siamo Noi

17 20 febbraio 2016

kaire@chiesaischia.it

I “corrieri” di oggi e quelli di ieri La storia della Fast Service Morgera di Casamicciola

Di Michele Lubrano

T

Ciccio Ruggiero corriere degli anni '50

Traghetto degli anni '60 l'Isolaverde

Giovanni Sorrentino popolare corriere fino agli anni 70

Il cav. Aniello Cervera corriere degli anni 40 e 50 in Ischia Ponte

Le storiche motobarche dei corrieri di Ischia degli anni 40 e 50

ra l’attività dei corrieri isolani degli anni ‘50 e ‘60 e quelli odierni c’è differenza. Non più con le commissioni annotate su fogli volanti nella tasca, ma con un programma aziendale di livello industriale. Non più il furgoncino e il deposito (per i più organizzati) a Napoli alla Porta di Massa o a via dei Chiavettieri, ma capannoni e larghi locali. Per capire a quali livelli di organizzazione si è giunti abbiamo scelto tre corrieri locali con la loro attuale storia: la Fast Service Morgera di Casamicciola, Lombardi di Barano e Trani di Ischia. La Fast Service Morgera di Casamicciola Terme è un’azienda giovane ma anche storica: nasce nel 2007 ma ha alle spalle ben tre generazioni di corrieri. Dal 1930 con il bisnonno Raffaele e poi durante gli anni ‘50 e ‘60 con il figlio Giuseppe, la famiglia Morgera ha sempre raccolto e consegnato pacchi ad Ischia ed in terraferma. Allora ci si moveva con un carretto spinto a braccia, poi giunsero il cavallo e successivamente gli attuali ed efficienti automezzi. Negli anni ‘70 ed ‘80 l’azienda è ulteriormente cresciuta sotto la gestione dei nipoti Raffaele e Pasquale, i quali crearono una sorta di agenzia multiservizi ante-litteram visto che integrarono l’attività di corriere espresso con l’espletamento di pratiche amministrative presso vari enti pubblici e privati. Oggi, l’ultimo dei Giuseppe Morgera in ordine di tempo ha creato un’agile struttura di servizi integrati. L’azienda Lombardi, di Barano d’Ischia dispone di personale altamente qualificato e di comprovata esperienza, per poter soddisfare al meglio i clienti e, allo stesso tempo, offre servizio autogrù, magazzinaggio mobili e varie, servizio con camion gru per varo imbarcazioni, movimentazione impianti d’aria condizionata, posizionamento piante e serbatoi gas. La Trani snc di Ischia, dotata di licenza rilasciata dal Ministero delle Comunicazioni si occupa in particolare di consegna pacchi, servizi di corriere espresso, spedizioni nazionali, trasporti da Ischia a Napoli e molto altro ancora. In grado di garantire la massima puntualità in ogni occasione, la Trani snc ha saputo conquistare nel tempo un numero sempre crescente di utenti soddisfatti.

CONCORSO CANORO

Una voce per

Antonia Anni 50 molo di Casamicciola le motonavi Vittoria e Ischia sulla tratta - Napoli

Ischia Ponte, imbarcavano i corrieri della zona, qualche privato passeggero e il quotidiano carico di barili di vino che le ditte vinicole del Borgo di Celsa Conte, Di Meglio, Mazzella, Balestrieri spedivano sul mercato napoletano. Era il loro vino di Ischia da esportazione che ogni mattina viaggiava alla volta di Napoli con i corrieri ischitani. Facciamo qualche nome per amore della storia: Aniello Cervera, Giovan Giuseppe Ruggiero (Pellegrino), suo fratello Ciccio Ruggiero il più accreditato, Mario Pilato, Mancusi, Scatoletta Patalano, Di Leva, Pilato, i fratelli Giovan

Giuseppe e Ciccio Trani, Giovanni Balestriere, Amabile, Giovanni Barile. A questi vanno aggiunti quelli che alcuni anni prima fungevano da allievi e dopo sono diventi corrieri superando in certi casi i loro maestri, come ad esempio Giovanni Sorrentino con il fratello Peppe. I corrieri sono poi diventati grossi commercianti con locali destinati a depositi presi in affitto a Napoli, vendendo un aumento di fatturato. Spariti i corrieri tradizionali e intraprendenti, sono rimaste le proprietà e competenze andate in beneficio ai loro eredi.

Ti piace cantare? “Una voce per Antonia” aspetta solo te. Se hai amici cantanti invita anche loro, c’è posto per tutti. Il concorso, senza scopo di lucro e non finalizzato ad essere una gara professionistica o agonistica, si svolgerà a Fiaiano nei locali della chiesa parrocchiale Maria SS. Madre della Chiesa nella settimana dal 04 al 09 aprile 2016. Al concorso sono ammessi tutti i generi musicali ed i testi in qualsiasi lingua. I testi delle canzoni dovranno necessariamente attenersi a valori quali l’amore, l’amicizia, la famiglia o in generale che non siano in contrasto con la fede cristiana. Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro e non oltre le ore 24:00 del 20 marzo 2016. Per tutte le informazioni relative al concorso è possibile contattarci ai numeri 3474936215 (Irene) e 3483496565 (Benedetta), inviare una mail a unavoceperantonia@gmail.com oppure consultare la nostra pagina ufficiale: www. facebook.com/unavoceperantonia


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La Storia siamo Noi 20 febbraio 2016

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La storia dei rosari ischitani Dalla Redazione

T

utto ebbe inizio nel primo dopoguerra, quando per mancanza di lavoro e miseria arrivarono anche sull’isola d’Ischia. A quell’epoca non esistevano alternative all’emigrazione e per la famiglia Schiano quella fu una scelta obbligata al pari di tante altre famiglie; partire alla ricerca di una terra promessa in grado di assicurare un dignitoso futuro a chi partiva e a chi restava a casa. La terra promessa della famiglia Schiano fu l’Argentina e per l’esattezza la cittadina di Quilmes. Con le poche cose strettamente necessarie, racchiuse in una semplice valigia, e con non pochi sacrifici per racimolare i soldi necessari per l’acquisto del biglietto, la famiglia partì imbarcandosi su una nave a vapore e compiendo un viaggio di circa 30 giorni. Giorni e giorni, solo cielo e mare ed una infinita fede nel Signore, nella speranza di trovare un futuro migliore. Appena oltrepassato lo stretto di Gibilterra, le antiche colonne d’Ercole, l’oceano si mostrò in tutta la sua forza ed irruenza. La fede e la preghiera sono state il punti di riferimento costante in cui trovare speranza e fiducia. Tutti i passeggeri stretti negli spazi delle terza classe erano uniti dallo stesso sentire con le condizioni del mare che peggioravano e le preghiere e implorazioni con i tanti rosari contati sulle dita delle mani che sembravano non poter sortire alcun effetto. A papà Schiano la fede non mancava mai, non riusciva a capacitarsi di aver dimenticato l’inseparabile rosario, fedele compagno di tante preghiere. Recuperò dei resti di corda sulla nave ed in una notte intera riuscì ad intessere un meraviglioso rosario ed il mattino seguente divenne la guida per la recita della preghiera. Questo semplice oggetto, realizzato con fede e passione, fu apprezzato e desiderato da tutti i passeggeri e dall’equipaggio; finanche il Comandante ne volle uno da appendere sul ponte di comando. La recita del rosario da quel momento fu più sentita e più partecipata e da quel momento, forse proprio grazie ad un intervento dall’Alto, una lunga bonaccia accompagnò la nave fino in porto. Il rosario di nodi divenne molto richiesto e papà Schiano lo regala-

va con la promessa di farne un uso costante e sincero nell’affidare le speranze e la vita nelle mani di Maria. Una volta giunti in Argentina la famiglia Schiano riuscì a trovare lavoro e costruire una futuro per sé e per i propri cari. Delle lunghe giornate al freddo se ne parlava, però, davanti al caldo del camino. Vicente, a quell’epoca bambino, ascoltava estasiato il racconto e ne fece tesoro, pretendendo di apprendere le tecniche di intreccio utilizzate. Da allora non ha mai smesso di realizzare rosari che sono molto apprezzati e graditi da tenta persone bisognose ed anziane a cui ne fa dono. E ad ogni rosario regalato immancabilmente arriva un segno divino che ha maggiormente rafforzato in lui la fede e la devozione verso Maria. Uno fra i tanti segni celesti ricevuti, la scelta che ricade proprio su Vicente di prendere parte all’incontro a Forio con Papa Giovanni Paolo II e rappresentare i giovani della sua parrocchia, ricevendo anche l’Eucarestia dalle mani del pontefice oggi Santo. Per ogni grande evento Vicente realizza rosari anche di grandissime dimensioni, come quello donato alla chiesa del Soccorso di Forio proprio in onore di quel lieto evento. In totale sono sei i rosari di grandi dimensioni. Il primo, di ben 8 metri, è custodito nella chiesa del Soccorso a Forio; il secondo, di ben 10 metri, nel giugno del 2014 è stato portato a Roma ed è stato immortalato di fianco alla Papa mobile; il terzo il 20 febbraio 2015 è stato portato a Gerusalemme ed è lungo 12 metri; il quarto, sempre di 12 metri, è stato portato dai ragazzi di Ischia a Papa Francesco in occasione della sua visita a Napoli; il quinto, di 15 metri, è stato regalato a Gianfranco Amato ed era stato portato a Roma in occasione del Family day; il sesto di 18 metri è stato regalato da Giorgio Celsi al Sacrario Nautico Garzola al Lago di Como. Vicente Schiano, che affida ora al web la diffusione della storia della sua famiglia e del rosario argentino, sta preparando altri grandi elementi. E’ in lavorazione, infatti, un rosario di 20 metri che sarà donato alla Catedral de Buenos Aires per poi arrivare a la Virgen de Lujan a Lujan. Altri rosari saranno donati a Pompei, a maggio a Pontedera, dove Vicente ha ricevuto una onorificenza e a giugno ad Ischia Ponte. #Rosarioargentinocom

Una storia vera, fatta di miseria, emigrazione e fede quella della famiglia Schiano. Una storia che Vicente vuole condividere con tutti e ne affida il ricordo a questo semplice rosario intrecciato, i cui nodi sono ricchi di significati, storia e lacrime.


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Libri

20 febbraio 2016

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Di don Vincenzo Avallone

I

genitori sono esseri umani, non divinità Quando si diventa genitori, accade un fatto strano e malaugurato.
Si comincia ad assumere un ruolo, a recitare una parte...
Senza paura di esagerare, questa trasformazione spesso fa dimenticare ai genitori di essere ancora persone con i propri comprensibili difetti, con i propri limiti, persone autentiche dotate di sentimenti reali. Dimenticare la propria umanità è il primo grave errore di chi diventa genitore. Un genitore efficace è quello che si concede di essere una persona, una persona autentica. I figli apprezzano molto queste qualità
di schiettezza e di umanità nei propri genitori. Spesso dicono: «Mio padre è una persona veramente sincera», oppure «Mia madre è una persona simpatica». Giunti all’adolescenza, a volte i ragazzi si esprimono in questi termini: «I miei genitori sono più amici che genitori. Sono davvero in gamba. Hanno dei difetti, come tutti, ma mi piacciono così come sono». Come evitare di essere “licenziati”

Sempre più frequentemente, i figli licenziano i loro genitori. Li abbandonano, di fatto o quantomeno psicologicamente, per cercare altrove relazioni più soddisfacenti di solito

Genitori efficaci Osservazioni e consigli tratti dal libro “genitori efficaci” di Thomas Gordon – 2014 edizioni la meridiana partenze - 3° edizione. fra i loro coetanei. Oggi come oggi – e come sempre – l’unica via che i genitori hanno per trasmettere valori autentici ai figli è quella del loro personale esempio. E, di fronte ai continui cambiamenti, c’è una preghiera che dice: «O Signore, dammi il coraggio di cambiare ciò che posso cambiare e la serenità di accettare ciò che non posso cambiare». Accusiamo i genitori: ma cosa facciamo per loro? Tutti incolpano i genitori dei problemi dei giovani, ma chi aiuta i genitori nel loro compito difficile e faticoso? Chi educa i genitori a diventare educatori?... «Ebbene – dice l’Autore del libro – nel 1962, a Pasadena in California, io cominciai a lavorare ad un programma di formazione per i genitori.
Era un gruppo di 17 genitori che si trovavano ad affrontare problemi gravi con i figli. Oggi, a tanti anni di distanza, abbiamo la soddisfazione di aver formato 250 000 genitori».
I corsi di formazione

per i genitori si intitolano “Parent Effectiveness Training”, o più semplicemente P.E.T.. In Italia questi corsi prendono il titolo di “Genitori Efficaci”. Il principio su cui si basa questo lavoro formativo sono le parole di Carl Rogers:
«Se si è in grado di arrivare al nucleo centrale della persona, si troverà una tendenza positiva verso l’autorealizzazione e non una bestia selvaggia da domare».

Il potere dei genitori è necessario e giustificato? Una delle convinzioni più radicate è quella di ritenere necessario e opportuno che i genitori ricorrano alla propria autorità per controllare, guidare ed educare i figli... Ciò è dovuto al fatto che quasi tutti i genitori non comprendono cosa sia veramente l’autorità. Normalmente noi chiamiamo educazione dei figli il fatto che il genitore usa il proprio potere per far sì che il figlio faccia ciò che lui vuole o per impedire che il figlio faccia ciò che lui non vuole...
Ma c’è da considerare che una persona mantiene il potere su di un’altra solo fino a quando quest’ultima è indifesa e in una condizione di debolezza e di bi-

sogno... Lavorando nei corsi PET mi sono persuaso – continua l’Autore – che oggi quasi tutti i genitori detestano usare il potere nell’educazione dei figli. I genitori possono prevenire i conflitti con i figli modificando sè stessi Un genitore che vede il figlio come entità separata e non come sua proprietà, senza dubbio accetta maggiormente il comportamento del figlio perché non ritiene che il figlio debba conformarsi ad un modello prestabilito... I genitori che hanno un sistema di valori e di convinzioni più flessibili sono assai meno propensi ad imporre modelli o a cercare di plasmare i loro figli secondo strutture prestabilite...
Questi genitori sono disposti ad accettare l’inevitabilità del cambiamento: “La vita non va indietro né indugia sull’ieri. I valori di una generazione non sono necessariamente uguali a quelli della generazione successiva”. La relazione primaria dei genitori è quella coniugale I genitori efficaci sanno mantenere con i figli una relazione più misurata: i figli occupano nella loro vita un posto significativo, ma comunque non più importante del posto del coniuge. I genitori che hanno una relazione coniugale insoddisfacente trovano assai difficile accettare i figli come sono. Essi hanno un eccessivo bisogno di ottenere dai figli le gioie e le soddisfazioni che mancano nella relazione coniugale.

Convento S. Francesco d’Assisi, Forio-Ischia

PELLEGRINAGGIO ROMA-ASSISI Santuario della Divina Misericordia S. Maria degli Angeli e Basilica S. Francesco

22-23 FEBBRAIO 2016 Guidato da P. Nunzio Ammirati

Programma: Lunedì 22 Febbraio: Ore 06,30: Partenza con Aliscafo da Ischia Porto Ore 11,00: Visita alla Basilica di S. Andrea delle Fratte, Roma. Colazione a sacco Pomeriggio: Chiesa di Santo Spirito in Sassia Santuario della Divina Misericordia: Adorazione Eucaristica e S. Messa.

Partenza per Assisi. Cena in Albergo, pernottamento. Martedi 23 Febbraio: Ore 8,30: S. Messa nella Porziuncola in S. Maria degli Angeli. Visita alle Basiliche di S. Francesco d’Assisi e di S. Chiara. Pranzo in albergo. Pomeriggio: partenza per Napoli, molo Beverello.

Quota di partecipazione: euro115 compreso biglietto aliscafo andata-ritorno Iscrizioni: rivolgersi a P. Nunzio Ammirati (cell. 3335854801) Visione del 22 febbraio 1931 nella cella del convento di Płock. «La sera, stando nella mia cella - scrive suor Faustina - vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire mentre l›altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l›uno e l›altro pallido (...) Dopo un istante, Gesù mi disse, Dipingi un›immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te» (Q. I, p. 26). Nella Basilica di S. Andrea della fratte, c’è una cappella che si chiama “Cappella del Miracolo”. Qui, il 20 gennaio del 1842, ad Alphonse Marie Ratisbonne un ebreo ateo, apparve la Vergine della Medaglia Miracolosa che lo invitò ad inginocchiarsi. Alfonso obbedì e si convertì e nello stesso mese dell’apparizione si fece battezzare.


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Liturgia 20 febbraio 2016

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Commento al Vangelo

Domenica 21 febbraio 2016 II domenica di Quaresima

Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto Di Mons Angelo Sceppacerca

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a trasfigurazione è luce su luce, ma succede appena dopo l’invito del Maestro (“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua!”) ed è un spinta alla sequela. Due i segni: cambia il volto di Gesù e la sua veste diventa lucentissima, compaiono anche Mosè ed Elia, i vertici della Legge e della profezia. Il sonno dei tre discepoli è segno della loro incomprensione, ma resistono al torpore e riescono a vedere la gloria di Gesù. Pietro prova a parlare ma una nube li copre mentre rivela la gloria di Dio. Chiusi gli occhi, restano aperti gli orecchi che odono la voce che indica in Gesù “Il Figlio mio!”. Alla fine rimane lui, “Gesù solo”. “Gesù è tutto ciò che è dato ai discepoli e alla Chiesa di ogni tempo: è ciò che deve bastare nel cammino. È lui l’unica voce da ascoltare, l’unico da seguire” (Papa Benedetto).

La Chiesa d’Oriente considera la festa di oggi icona di tutta la liturgia, contemplazione della gloria del Signore e del suo splendore, segno della resurrezione. Anche la Chiesa, nella liturgia può essere vista come veste del corpo di Gesù, partecipe della sua gloria. Colpisce la solitudine di Gesù, quasi anticipo dell’orto degli Ulivi. La predilezione del Padre non risparmia dal sacrificio. Gesù prega. E il Padre dà una sola istruzione: ascoltatelo. La parola di Gesù nasce nel silenzio profondo del dialogo dentro la Trinità. È in Dio, nel suo amore, che trova conciliazione quello che appare contrasto inconciliabile: Servo sofferente e Figlio prediletto, luce e ombra, silenzio e parola, gioia e timore, croce e resurrezione. Le altre presenze – di Mosè ed Elia – mostrano come la preghiera è ingresso nella storia della salvezza, tappa dell’esodo e viaggio verso la Pasqua. Vale anche per noi questa illuminazione.

NUOVE TENDENZE

Il vintage come risposta ambientalista Di Clara Calabria

I

l tema ambientalista sta a cuore a molti: Civicrazia, come associazione, ne è un esempio. Il Direttore Generale del Censis Dr.Valerii, in una intervista sul quotidiano La Repubblica, fa notare che il mercato dell’usato sta prendendo sempre più piede, specialmente tra i giovani tra i 18 e i 34 anni. Prima di tutto la ragione di tale tendenza, figlia senz’altro della crisi, va anche addebitata alla sensibilità che proprio i giovani hanno sempre manifestato e manifestano verso l’ambiente e i consumi ecocompatibili ed ecosostenibili. I ragazzi sono sempre più attenti nel curare il loro stile di vita e nel salvaguardare la natura sotto tutti gli aspetti. Ad esempio, per

quanto concerne l’alimentazione, riscontriamo un numero sempre maggiore di vegetariani e una grande fetta di vegani. Abitudini che denotano grandissima sensibilità e enorme rispetto per “Gli abitanti non umani”. Nell’emergere di concezioni innovative nella sfera ambientale, viene modificata la stessa nozione di ambiente. Gli anni che hanno visto maggiormente tali cambiamenti epocali, sono stati sicuramente gli anni 80 e 90 quando la partecipazione e l’interesse per i temi ambientali divenne più solida e fu comunque trasversale. In quegli anni nacque il vintage. Ma allora si trattò di una moda. Oggi il ritorno alle “bancarelle” è una necessità. Molti beni vengono acquistati on line ed altri, quali gli indumenti, nei mercatini, anche da persone di elevata cultura ed elevato status sociale. Dice il Dr.Valerii: “Le piattaforme on line facilitano molto la vendita dell’usato, mettendo tutto a portata di mouse”. Ed inoltre: “Vent’anni fa il vintage era solo una moda, oggi è diventato una scelta”. Così, oggetti antichi perfettamente funzionanti, con design particolari, esteticamente originali e, qualche volta, qualitativamente migliori degli oggetti di oggi, diventano “cult” e possederne alcuni non è solo “trendy” ma colloca socialmente il possessore in una sfera valoriale molto alta. Capi di abbigliamento, con relativi accessori, sono ricercati perché unici. “Sono ambientalista, rispetto l’ambiente, lo curo, non faccio sprechi, riciclo ed, inoltre, sono alla moda”: perfetto vintagista!


Ecclesia

21 20 febbraio 2016

kaire@chiesaischia.it

Vi riconosceranno per come vi amerete Di Ordine Francescano Secolare di Forio

D

opo la preghiera, i vari saluti e le presentazioni di tutti i terziari e probandi il Visitatore, Padre Livio, ci ha detto che noi non possiamo vivere pensando solo a noi stessi, al nostro gruppo. Infatti, come ci va ripetendo la Chiesa, l’amore verso gli altri, la vera carità, consiste nel far partecipi gli altri di quello che il Signore ci ha donato, in particolare il bene della gioia e della speranza. Condizione per agire in questo senso è credere nella persona umana, vedendo in essa una partecipazione della vita divina che tramite l’amore e il perdono trasforma e rinnova la realtà umana. Come disse Papa Benedetto alla Famiglia francescana durante il “Capitolo delle Stuoie del 2010” : «Mentre lodate e ringraziate il Signore, che vi ha chiamati a far parte di una così grande e bella “famiglia”, rimanete in ascolto di ciò che lo Spirito dice

Il 9 febbraio è venuto a conoscere l’Ordine Francescano Secolare di Forio il Visitatore, un frate inviato dal Ministro Generale per verificare tutte le realtà francescane, conventi e Fraternità che si trovano in Napoli e provincia, a pochi mesi dalla prossima elezione del nuovo Ministro Provinciale oggi ad essa, in ciascuna delle sue componenti, per continuare ad annunciare con passione il Regno di Dio, sulle orme del serafico Padre. Ogni fratello e ogni sorella custodisca sempre un animo contemplativo, semplice e lieto: ripartite sempre da Cristo, come Francesco partì dallo sguardo del Crocifisso di san Damiano e dall’incontro con il lebbroso, per vedere il volto di Cristo nei fratelli che soffrono e portare a tutti la sua pace. Siate testimoni

della “bellezza” di Dio, che Francesco seppe cantare contemplando le meraviglie del creato, e che gli fece esclamare rivolto all’Altissimo: “Tu sei bellezza!” (Lodi di Dio altissimo, 4.6: FF, 261). Però, come Francesco, cominciate sempre da voi stessi. Siamo noi per primi la casa che Dio vuole restaurare». Il Crocifisso di San Damiano disse a San Francesco: «Va e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina». Quella casa era prima di tutto

la sua vita, da riparare mediante una vera conversione, era la Chiesa, non quella fatta di mattoni, ma di persone vive, bisognosa sempre di purificazione; era anche l’umanità tutta, nella quale Dio ama abitare. La missione parte sempre da un cuore trasformato dall’amore. Dopo questa bella lezione di amore Padre Livio si è accomiatato da noi dicendo: “mi raccomando, vi riconosceranno per come vi amerete e amerete i vostri fratelli”!

Quaresima: il combattimento spirituale Di Antonio Magaldi

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eato l’uomo che sopporta le tentazioni, perché una volta superate le prove, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a quelli che lo amano. (Gc 1,2). Il deserto (per noi lo spazio quaresimale), è il luogo e il tempo per verificare la consistenza e la fedeltà all’Alleanza di Dio, i cui termini sono incisi nella Croce del Signore, vergati con il Sangue dell’Agnello immolato per noi. La tentazione non è l’alternativa di un momento. L’uomo è costantemente teso e conteso dalla santità e dalla diabolicità, l’ago della bilancia sta nella libertà. Tre sono le fasi della tentazione: la suggestione o proposta, il compiacimento, il consenso o adesione della volontà. Al terzo livello si parla di peccato, nel caso di peccato grave, ci si impantana miseramente, cessando di essere figli di Dio, per diventare zimbelli di satana. Dio, con la tentazione vuole coronarci: il diavolo vuole rovinarci, sta a noi scegliere, decidere, schierarci, c’è il rischio della libertà che ci rende responsabili del nostro fine eterno. Gesù, seguendo gli esempi degli antichi profeti, si reca in un luogo solitario in raccoglimento e

qui permette al diavolo di tentarlo, Egli volle farsi simile a noi in tutto fuorché nel peccato: quaranta giorni e quaranta notti fanno intendere che il digiuno fu assoluto. Gesù nel deserto sperimenta l’asprezza delle forze ostili che dovrebbero farlo deviare dal cammino che il Padre ha tracciato; Egli però reagisce abbandonandosi con totale fiducia al Padre. La descrizione di satana all’at-

tacco del “Figlio di Dio”, è la drammatizzazione dei ricordi di quanto Gesù ha dovuto lottare per essere esecutore della volontà del Padre. Il combattimento e la vittoria, sono possibili solo nella preghiera: è per mezzo della sua preghiera che Gesù è vittorioso sul nemico fin dall’inizio e nell’ultimo combattimento della sua agonia. (CCC 2849). Ogni battezzato è chiamato a condividere

13 marzo ore 21:00 Lucignolo La Brasserie - Forio

la scelta fondamentale di Gesù, con le promesse battesimali, si impegna a respingere le medesime tentazioni: del benessere, del successo e del dominio. La supremazia di Dio è di Gesù (sui demoni) è totale, dal principio alla fine. Non abbiamo nulla da temere. Gesù Cristo ha vinto i demoni e ha dato anche a noi la possibilità di lottare vittoriosamente contro di essi.



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Teatro

20 febbraio 2016

kaire@chiesaischia.it

Quella buona donna della signora De Bonis Di Gina Menegazzi

B

rio, vivacità, una buona presenza scenica degli attori che sapevano ben relazionarsi tra loro e hanno offerto una bella recitazione: con questi ingredienti la compagnia Anema e Core ha offerto al Polifunzionale il 12, 13 e 14 febbraio con Quella buona donna della signora De Bonis uno spettacolo allegro e divertente, che ha catturato attenzione e risate del pubblico, al di là di alcune lungaggini e di una trama un po’ troppo sconnessa. Il titolo e la locandina, che presupponevano ambiguità, doppi sensi e battute grossolane, erano secondo me fuorvianti e non rendevano giustizia a quello che poi si è visto sul palco. Certo, i doppi sensi e gli ammiccamenti ci sono stati, ma tenuti sotto controllo da una regia che ha puntato più sulle qualità degli attori che non su una recitazione sopra le righe o sguaiata. I personaggi, inoltre, erano ben caratterizzati, anche come semplici macchiette, senza che nessuno “rubasse il ruolo” ad altri: il garzone di studio era quello che storpiava le parole anche in modo forzato; il segugio quello che interpretava a modo suo ciò che gli veniva detto; il medico assalito dalla moglie si lasciava andare in grida molto personali e modulate… Mi è molto piaciuto, alla fine dello spettacolo, che, chiamati a uno a uno i vari attori, questi si siano presentati sul palco con una battuta che li caratterizzava, con una buona dose d’ironia. Quindi bravi a Mario Pisano, avvocato un po’ sognatore e

che non si prende troppo sul serio, Elisa Pisani, la segretaria (e regista dello spettacolo) la cui gelosia nei confronti dell’avvocato si maschera e mescola a un’ottima capacità organizzativa nello studio, Salvatore Cariello, il garzone di studio, simpaticamente sgangherato, e a tutti gli altri, Sonia Scotti, Luca Piro, Matteo Sgambati, Alessandro Guerra, Rosaria Vuolo, Giovanna Di Iorio e Anna Iaccarino; purtroppo non mi ricordo le parti che ciascuno di loro interpretava: peccato che nella locandina queste non fossero specificate accanto ai nomi. Penso che questa compagnia potrebbe divertirsi ancora di più, dando ottime prove, con testi un po’ più strutturati… a voi la scelta! Due parole anche per lo spettacolo Cyrano de Bergerac, andato in scena lunedì 15 al Teatro Polifunzionale. Un

progetto, in effetti, che senza la presenza di questa struttura non sarebbe stato possibile. Venti studenti del Liceo Statale Ischia, a conclusione di un breve stage di quattro giorni del Teatro Picaro, hanno presentato una versione ridotta e rivisitata del “Cyrano” di Rostand, mostrando un ottimo ritmo che ha saputo valorizzare al meglio il contributo di ciascuno. Il tutto fa parte del Progetto Europeo Erasmus plus: i ragazzi selezionati parteciperanno con i loro colleghi provenienti da licei di altre città europee a uno spettacolo multilingue, presentato al festival internazionale nell’isola de La Réunion in aprile, e poi proposto nelle varie città degli istituti scolastici coinvolti. Li rivedremo quindi a settembre, i nostri ragazzi e i loro colleghi, alla fine di un’esperienza che sarà senz’altro importante e formativa.

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Comune di Ischia Edicola di Piazza degli Eroi; Edicola di Ischia Ponte; Edicola al Bar La Violetta; Edicola di San Michele da Odilia; Edicola di Portosalvo Comune di Lacco Ameno Edicola al Bar Triangolo Edicola Minopoli sul corso Comune di Casamicicola T. Edicola di Piazza Bagni; Edicola di Piazza Marina; Comune di Forio Edicola del Porto; Edicola di Monterone



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