Juggling Magazine #64 - september 2014

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CirconferenzeserieII Raffaele De Ritis

IL NUOVO CIRCO CHE C’É tracce per uno stato generale del nuovo circo Oltre dieci anni fa, da queste colonne davamo a una riflessione il titolo “Il nuovo circo che non c’é”. (o se si preferisce, il più impegnativo e un po’ autocompiaciuto termine “circo contemporaneo”). Esso é oggi più solido: senza infilarci nel labirinto delle definizioni, cerchiamo qualche riferimento concreto per capire cosa la gente o gli operatori individuino come nuovo circo, sperando di abbozzare qualche strumento per analisi future. Il mercato teatrale. È il fenomeno di massa che ha culturalmente legittimato l’idea di “nuovo circo”, in cui la vocazione commerciale si é felicemente coniugata con un respiro artistico. Dai primi anni Duemila, sulla scia del fragore mediatico (e afflusso di pubblico) del battesimo italiano del Cirque du Soleil (2002), il circuito dei teatri ha integrato con regolarità prodotti circensi capaci di attirare centinaia di migliaia di italiani: Slava’s Snowstorm, la famiglia Thierrèe, poi Cirque Eloize, Compagnia Finzi Pasca, Circus Oz, Circus Klezmer e altri ancora. Questo fenomeno ha arricchito i cataloghi delle agenzie di danza e musica, e ha strutturato un’idea nobile del circo in contesti di prestigio: i Teatri Stabili, programmazioni “alte” quali Torinodanza, Teatro a Corte (Piemonte) o Romaeuropa e l’Auditorium di Roma. Oggi sono quasi rare le stagioni teatrali senza circo, per sfociare anche nelle diramazioni off di un mai definito “teatro-circo”. Il mercato ha saputo premiare non solo proposte straniere, ma anche realtà italiane competitive: Arcipelago o Pantakin, i recital di David Larible, El Grito possono vantare oggi un decennio di cifre importanti in affluenza e numero di repliche. Le scuole (e le loro categorie). Rappresentano la prima forma di radicamento ter-

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ritoriale, nel loro legame con il tempo libero e l’infanzia. Superfluo descrivere il fenomeno ai lettori di questa rivista. le scuole sono ormai un centinaio, distribuite quasi in ogni regione. Se per la gente “scuola di circo” rappresenta in Italia un generico oggetto di fascino, sappiamo che é importante distinguere almeno due settori: quelle ludico-educative (le più numerose) e la formazione professionale. Tra i due gruppi c’è grande differenza di intenti, risorse ed esiti. A fianco ai tre centri di eccellenza professionali (Vertigo e Flic, entrambe torinesi, e l’Accademia di Verona) esistono altre vocazioni analoghe (Scuola di teatro di Bologna, Scuola Romana di Circo), e non vanno dimenticate le sempre crescenti realtà di residenza formativa o stages, come la contaminazione dei formatori e

centri circensi con le altre discipline dello spettacolo. Il circo sociale. È un altro territorio di notevole coinvolgimento della comunità verso una nozione rinnovata di circo, sebbene non strettamente legato alla produzione-fruizione di spettacoli “professionali”, e che confina per sua natura con la realtà delle scuole. In Italia ha ormai una buona capillarità (recentemente valorizzata dal progetto AltroCirco). Nello stesso ambito può includersi il sempre più ampio universo dei clown dottori, forte della figura mediatizzata del guru Patch Adams (spesso presente in Italia), e di un appuntamento quale il Clown e Clown Festival di Monte S.Giusto (MC). I festival e le rassegne. Il primo decennio del Duemila ha visto nascere e morire


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