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FALCONEXPRESSF dicembre 2011

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La rivoluzione delle pentole Vita, morte e risurrezione di un paese di pescatori a cura di Joned SARWAR (Blogdirector)

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008-2011: quattro anni, 4 miliardi di euro e tre referendum dopo la peggior crisi economica nella storia del paese, l’Islanda si rialza nel nome della democrazia e dell’esercizio della cittadinanza. Era l’autunno del 2008 quando la prima banca islandese, Glitnir, veniva nazionalizzata. Fino ad allora gli economisti si erano

spesi in elogi per il piccolo stato nordico capace in soli due decenni di passare da paese in via di sviluppo tra i più poveri d’Europa a paese più felice e con il reddito pro capite tra i più alti al mondo. Merito della politica neoliberista principalmente mirata a ridurre budget e deficit, contenere l’inflazione e privatizzare aziende pubbliche. A ciò si aggiungeva la de-

regulation delle banche nel 2001 che permetteva agli istituti di credito di indebitarsi con l’estero fino a 10 volte il PIL. A settembre 2008, a crisi incipiente, l’incapacità delle tre principali banche del paese di far fronte ai propri debiti e l’impossibilità di ottenere nuovi prestiti da altre banche spingeva a chiedere aiuto alla banca centrale islandese. Tuttavia, quando un debito è maggiore della capa-


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