SupTime 7

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www.robertoriccidesigns.com 路 info@robertoriccidesigns.com

W ASSUP V2 V2 SOFTSKIN SOFTSKIN WASSUP

WASSUP W ASSUP V2 V2 EPX EPX

W ASSUP V2 V2 CLASSIC CLASSIC WASSUP

WASSUP W ASSUP V2 V2 WOOD WOOD

FOLLOW US on:

PROGRAM:

Allround


Ph: RRDTeam De

WASSUP V2

WASSUP significa Windsurf AS SUP. Abbiamo concepito e sviluppato questa linea di tavole con l’intento di realizzare la “bicicletta dell’acqua” per le future generazioni. La linea è composta da 5 shape sviluppati per coprire tutti i possibili tipi di utilizzo e logicamente tutte le tavole sono dotate di un inserto che permette di utilizzarle con una vela da windsurf. La linea è stata rinnovata con l’inserimento di 4 shape completamente nuovi, 8’5”, 9’0”, 10’0” e 10’5”, mentre l’11’0” mantiene il suo impareggiabile shape! Le tavole saranno disponibili in 4 tecnologie di costruzione: Wood, Classic, Epx e Softskin.


ANNO III - NUMERO 7 APRILE 2012 DIRETTORE RESPONSABILE • cristiano@jmag.it

Cristiano Zanni

REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno

ragno@hipow.com

GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Marco Melloni

Poesia pura, relax, easy surfing e ricerca della condizione perfetta trovata in una remota onda su uno dei tanti break della Polinesia Francese sull’isola di Tahiti. Zane Schweitzer, forte atleta e waterman hawaiiano, surfa in solitudine una meravigliosa sinistra durante il photoshooting Starboard. Rider Zane Schweitzer Location Tahiti Foto Benjamin Thouard

marcom@hipow.com

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi:Nicola Abatescianni, Fabio Calò, Giordano Capparella, Beppe Cuscianna, Arnaud Frennet, Fabrizio Gasbarro, Werner Gnigler, Francesca Lancia, Lucia Marra, Alessandra Ferrara, Ovidio Ferrari, Karin Gertenbach, Fabio Giacomini, Emanuele Guglielmetti, Chase Kosterlitz, Leonard Nika, Alessandro Onofri, Marcello Pennazzi, Sandro Pisu, Luigi Reghitto, remedia, Carlo Rotelli. immagini:Roberto Apuzzo, Dave Blyth, Giampaolo Cammarota, John Carter, Beppe Cuscianna, Carlo Rotelli, Emiliano Eye, Chase Kosterlitz, mirjageh.com, Philip Muller, Luigi Reghitto, Carlo Rotelli, Sebastian Schöffel, Benjamin Thouard.

EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it AMMINISTRATORE DELEGATO

Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l. 20090 Segrate (MI) DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano registrazione: TRIBUNALE DI MILANO N° 419 DEL 14 LUGLIO 2010 codice issn: 2038-9329 periodicità: TRIMESTALE prezzo: 4,90 EURO stampa: ALFAPRINT - BUSTO ARSIZIO (VA) SupTime è una testata della casa editrice JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche gli annuari: Surfing (surf, windsurf, kite) e Snowb (snowboard) e le riviste: Surf Latino(surf), Kite Magazine Stance(kite), Funboard(windsurf), Entry(snowboard), 4Skiers(sci freestyle), 6:00AM(skateboard). Tutti i diritti di Sup Time sono riservati e appartengono a Johnsons Media. Nessuna parte di Sup Time può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio delle informazioni contenute in questa rivista.

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Siamo tornati! Dopo la pausa invernale eccoci ancora qui a raccontarvi cosa è successo e quali sono le novità nel mondo del SUP. In questa nuova pubblicazione, rinnovata anche nella veste grafica, avrete una panoramica dei personaggi e delle manifestazioni che ci attendono nei prossimi mesi, una sezione invece è dedicata alle nuove tavole, oggetto dei nostri desideri. Con particolare attenzione ci siamo soffermati sui gonfiabili che si stanno espandendo a macchia d’olio nei nostri mari, e non solo. Riteniamo che questo particolare tipo di tavole possa rappresentare il futuro del nostro sport. Quasi tutte le aziende hanno introdotto nella loro linea almeno un modello “gonfiabile” e la tecnologia in questo ultimo periodo ha fatto passi da gigante e ora possiamo avere delle tavole che per un utilizzo amatoriale non hanno nulla da invidiare alle sorelle “rigide”. Una dimostrazione immediata la possiamo avere sfogliando le pagine di questo numero dove molti rider affrontano le più svariate situazioni a bordo di un SUP gonfiabile, come Arnaud Frennet nella sua impegnativa traversata dello stretto di Magellano, oppure date un’occhiata alla nostra Ecstasy di pag. 12-13! Presto dedicheremo ulteriori approfondimenti su questo argomento in cui noi crediamo molto. E cosa dire delle pagaie e tavole dedicate ai bambini e alle ragazze? Le aziende stanno investendo molto anche in questi segmenti e noi non possiamo che esserne più che felici constando ancora una volta una diffusione a 360° gradi di questo sport. Il SUP sta dimostrando di essere in continua evoluzione e noi vogliamo accompagnarvi proponendovi articoli e approfondimenti per farvi conoscere e apprezzare il più possibile questo fantastico modo di vivere il mare. Sul lato agonistico i nostri atleti si stanno facendo sempre più notare anche in ambito internazionale. Fabrizio Gasbarro, dell’International Team Fanatic, ha appena ottenuto un importante risultato di cui potrete leggere a pag. 14-15. Altri atleti come Alessandro Onofri, Sandro Pisu, Giordano Bruno Capparella e Leonard Nika hanno importanti obiettivi agonistici nazionali e internazionali, e grazie alla loro passione stanno aiutando a diffondere maggiormente il SUP come anche le tante manifestazioni dedicate a questo mondo che si svolgeranno prossimamente sulle nostre coste. Stay tuned… ci rivediamo in edicola a giugno! Have fun…

Fabio Calò

fabio@hipow.com





RIDER Giordano Bruno Capparella LOCATION Costa Rica FOTO Emiliano Eye

pag. 54

PURA VIDA IN COSTA RICA di Francesca Lancia

Emanuele Guglielmetti con Giordano Bruno Capparella e la Woz Crew ci raccontano la loro esperienza nei vari spot del Costa Rica cavalcando alcune delle migliori onde del pianeta.

pag. 26

TOYS 2012

Vi presentiamo alcune novità del 2012 delle tavole da SUP, attraverso descrizioni dettagliate dei prodotti, foto delle tavole e schede tecniche delle misure.

pag. 46

ATTRAVERSO LO STRETTO DI MAGELLANO di Arnaud Frennet

Una tavola da SUP gonfiabile, una pagaia e tanta voglia di avventura sfidando le difficili condizioni atmosferiche della zona e non solo…

pag. 60

HVAR, CROAZIA di M. Pennazzi, C. Rotelli

Una barca, qualche tavola da SUP e una buona compagnia, ecco gli ingredienti fondamentali per una toccata e fuga nella vicina e affascinante Croazia, meta ideale per lunghe pagaiate.

pag. 66

FAQ

La sezione di SupTime dedicata a chi vuole suppare meglio e divertirsi di più. Su questo numero: • Rail&poppe • Bottom Turn • Cut Back

pag. 74

SPOT GUIDE MIAMI di Chase Kosterlitz 8

Le famose spiagge di Miami, una delle location marittime più affollate d’America, saranno il luogo ideale per praticare il SUP? Dopo aver letto l’articolo non avrete più alcun dubbio.



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RIDER Fabian Weber LOCATION Ammersee/Bavaria FOTO Sebastian Schรถffel/Air Maniacs

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RIDER Wolfgang Leeb, Armin Walcher, Sebastian Kuklar LOCATION "Land of the Lakes", Salzkammergut, Austria FOTO Š mirjageh.com

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XTRM 25K SUP CABRERA

OPENWATER Testo di Leonard Nika, Fabrizio Gasbarro FOTO DI Petra Offerma, Leonard Nika, Fabrizio Gasbarro

La gara si è svolta a Maiorca in Spagna, nel weekend di sabato 24 e domenica 25 marzo e ha dato inizio alla stagione primaverile 2012; attesi ben 53 partecipanti provenienti da tutta Europa, suddivisi per i due sessi in tre categorie in base alla dimensione della tavola. La gara, patrocinata dall’Eurosupa come gara a due stelle, vuole diventare un punto di riferimento nel calendario nazionale e internazionale. Ricordiamo che l’Eurosupa, insieme ad altre associazioni, ha il compito di organizzare il campionato europeo.

All’arrivo a San Jordi, i nostri cari amici vedono la rappresentanza dei top atleti europei ad accoglierli, Belar Diaz e Fred Bonnef, compagni di squadra del team Fanatic di Fabrizio Gasbarro, Eric Terrien, team Bic, e il campione spagnolo Xavier Masdevall. La gara, con classifica assoluta (per “assoluta” si intende nessuna suddivisione di età), ha visto gareggiare i più blasonati, nonchè rappresentativi, atleti di varie nazioni europee. Il grande francese Eric Terrien, il simpaticissimo spagnolo, già conosciuto in Italia, Belarmino Diaz Garcia, e non potevano mancare anche i nostri cari beniamini Leonard Nika e Fabrizio Gasbarro, atleti rappresentativi dell’Italia ed europei. Il percorso di gara prevedeva la partenza da Cabo Salinas in up wind, giro di boa intorno a una isoletta prima della meravigliosa isola di Cabrera, riserva e parco naturale nazionale, dove vi era la barca di appoggio e di registrazione atleti con arrivo in downwind a Colonia di Sant Jordi. La manifestazione era improntata sulla filosofia sportiva, sull’entusiasmo, sulla perseveranza e sull’attività agonistica di ogni singolo partecipante alla gara. Questo evento ha dato la possibilità agli atleti di poter pagaiare nelle meravigliose acque spagnole. L’organizzazione aveva approntato anche il percorso di riserva, nel caso le previsioni meteo fossero cambiate. Il percorso alternativo prevedeva la partenza da Cabo Salinas, con giro di boa a Sa Rapita e arrivo a Colonia di Sant Jordi. Questo percorso avrebbe permesso una lunga passeggiata agonistica lungo la costa. Una gara molto dura e lunga in quanto vede 12 km in downwind, un solo giro di boa e 13 km in upwind. La gara è prevista per sabato 24, l’adrenalina è molto alta e per i nostri eroi è la prima prova sotto gli occhi dell’Europa. Il tracciato previsto è quello presentato, le condizioni meteo hanno fatto sì che il percorso alternativo venisse accantonato. 14


Leonard Nika e Fabrizio Gasbarro appena finita la gara.

Durante lo skipper meeting è stata illustrata la regolamentazione della gara, dall’ingresso in acqua alle forme di richiesta di aiuto, è stata sensibilizzata l’attenzione sulle forme di squalifica, in quanto il mancato aiuto da parte di un concorrente nei confronti di un suo competitor avrebbe comportato la sua squalifica. Tutto il regolamento è stato redatto al fine di poter essere sportivamente corretti con tutto e con tutti. È inutile dire quanto possa essere eccitante far parte degli agonisti europei. Il regolamento, molto in linea con le regolamentazioni europee da diporto, prevedeva: una pettorina ben visibile per l’identificazione dell’atleta, leash di sicurezza o obbligatorio in caso di caduta in downwind e 200 calorie da assumere in acqua in forma gestita dall’atleta. La linea di partenza si riscalda e lo start è arrivato, la partenza è in acqua, partono prima le categorie race e dopo 10 minuti parte la categoria all round. La tensione si miscela al proposito di fare un buon risultato; subito si distacca il gruppo di Leonard Nika, Eric Terrien, Fabrizio Gasbarro e Belarmino Diaz, che conducono una gara egregia e tecnica. Temperanza, tecnica e tenacia hanno fatto dominare la gara solo alla top five, i quali si sono alternati durante la leadership. Il primo bordo fatto tutto in downwind di 12 Km vede una battaglia serrata tra Eric Terrien, Lonard Nika, Belar Diaz e Fred Boneff, mentre Gasbarro resta in sordina dietro il gruppo. La traversata verso il giro di boa non è facile, le onde e il vento crescono sempre di più man mano che ci si avvicina al giro di boa e al mare aperto, con onde di marea di 80 cm e vento sui 13 km orari. Al giro di boa, Eric e Nika vicini, si affianca loro Fabrizio che prende la testa della gara, Nika sfortunatamente perde acqua cadendo e Gasbarro e Terrien si ritrovano soli a pagaiare urlando e spronandosi a vicenda per caricarsi di adrenalina. L’avvicinarsi alla costa vede calare l’onda e il vento, quindi la coppia di testa accelera la corsa al traguardo, seguita da Belar Diaz e Leonard Nika. I nostri due eroi italiani, nonostante non fossero compagni di

squadra di tavole, erano supportati dalla stessa azienda di pagaie made in Italy, NP paddle (Neil Pryde) dal design tutto italiano concepito da Helgo Lass nel 2011con la ricerca e sviluppo di Fabrizio Gasbarro. Taglia il traguardo per primo Eric Terrien, seguito da Fabrizio Gasbarro e Belar Diaz, si ritrova in quarta posizione Leonard Nika. Un grande in bocca al lupo per i loro impegni italiani ed europei da tutti noi. La gara è stata una prima edizione che vorrebbe essere un appuntamento futuro per spostare la competizione del race in mare aperto e avere la formula open ocean. Stay tuned!

TRACCIATI E CLASSIFICAZIONE 10 km per la gara race all round (uomo/donna) assoluti 25 km Elite 12.6 Ranking Eurosupa 2012 (uomo/donna) assoluti 25 km per la categoria open 14 (uomo/donna) assoluti 25 km per open unilimited (uomo/donna) assoluti

ELITE 12.6 RACE 1) ERIC TERRIEN BIC, SELECT PADDLE 12.6 X 29 2) FABRIZIO GASBARRO FANATIC, NP PADDLE 12.6 X 30,5 3) BELAR DIAZ FANATIC, QB PADDLE 12.6 X 27,5 4) LEO NIKA STARBOARD, NP PADDLE 12.6 X 26,5 5) PETER BARTL NAISH 12.6 X 30 6) FRED BONNEF FANATIC 12.6 X 27,5

TAVOLA PROTO BIC RACE

TAVOLA FANATIC FLY CARBON RACE

TAVOLA FANATIC FLY CARBON RACE

TAVOLA STARBOARD RACE BOP

TAVOLA NAISH GLIDE

TAVOLA FANATIC FLY CARBON RACE


TROFEO RIVER SEA SUP WATER RACE 2012 Location: Fiumaretta (SP) stabilimento balneare Arcobaleno. Data:19/20 maggio 2012. Organizzazione: AISUP - KauKau -Adrenalina e Music Sport Movement. Il 2° Trofeo River Sea SUP Water Race si propone quest’anno come European SUP Expò, una manifestazione/evento completamente dedicata allo Stand Up Paddling. Un incontro, il primo in Italia che vuole vestire i panni di un meeting di settore irrinunciabile, un punto d’incontro tra addetti ai lavori, atleti e appassionati. Un appuntamento d’inizio stagione in cui tutti i brand presenti sul mercato europeo, possano proporre tutte le novità dell’anno ad un pubblico di appassionati. Un luogo ove la parola d’ordine è promozione! La suggestiva location tra fiume e mare ai piedi delle alpi Apuane, offre a tutti i partecipanti e al pubblico ospite un paesaggio unico nel suo genere. La baia di Fiumaretta e la spiaggia dello stabilimento balneare Arcobaleno, rappresentano un luogo ideale per questo tipo di manifestazione. In poco più di 4 km di litorale, ben 100 strutture balneari si contendono i visitatori con un’offerta molteplice di servizi da spiaggia e ristorazione. L’organizzazione dell’evento mette a disposizione degli ospiti ampi spazi espositivi, zona prove, posteggi e tanto altro. La possibilità di compiere escursioni alla vicinissima Portovenere e alle meravigliose Cinque Terre è alla portata di tutti. Partono, infatti, dal piccolo Borgo di pescatori di Bocca di Magra i battelli turistici itineranti. Ma il 2° Trofeo River Sea SUP Water Race quest’anno non è soltanto un’esposizione di settore, non è solo un momento sportivo, ma anche un momento di solidarietà. Quest’anno, una pesante alluvione si è abbattuta su questo territorio stravolgendolo profondamente, molte attività commerciali hanno subito danni economici e molti posti di lavoro sono a rischio. Le poche speranze che AISUP nutriva per creare un centro sportivo dedicato si sono affievolite spazzate via dalla violenza delle acque. Questa manifestazione si vuole dare un obiettivo concreto, non ha certo velleità di poter restituire alla popolazione quello che il fiume si è preso e neanche quello di generare attese lavorative. Ma dare un po’ di energia e un po’ di speranza si. L’obiettivo è di creare un Centro sportivo dedicato, un polo didattico altamente specializzato che possa presentare in modo professionale questo sport in tutta le sue declinazioni. Fitsup, Riversup, Suprescue, Flatwater, Wavewater dimostrando che il SUP è alla portata di tutti e per tutti. Questo è lo scopo, un luogo ove bambini e adulti possano assaporare e vivere un’esperienza unica, un modo di vivere il mare, il fiume o il lago in modo diverso. Non solo una tavola e una pagaia, ma un amore per la natura e per il benessere vissuti diversamente. AISUP, KauKau, Adrenalina e Music Sport e Movement, per questo evento hanno in programma una vasta campagna pubblicitaria dedicata. I contenuti previsti, oltre all’esposizione dei materiali di settore, prevedono gare agonistiche e amatoriali, il 2° Trofeo River Sea sarà tappa di Campionato Italiano. Corsi gratuiti, area prove, salta-sup , gare dedicate ai gonfiabili e tanto altro. Inoltre divertimento per tutti, saranno presenti

alla manifestazione i ragazzi dell’Associazione Val di Vara con le famose sfere da discesa ZorBall e le marine Water Ball, che si potranno provare durante il corso dell’evento. Non mancheranno nemmeno le Shattle Bike, già presenti la scorsa edizione. Per i ragazzi sarà inoltre installata una piscina per compiere prove d’immersioni subacquee. Anche gli amici della canoa fluviale e marina saranno ospiti dell’evento per rispondere a tutte le domande degli appassionati o curiosi del settore. La divulgazione pubblicitaria sarà curata da Music Sport Movement specializzata in organizzazione di eventi sport score capaci di suscitare interesse nel mainstream utilizzando l'immagine vincente degli boardsport.


ITALIA SURF EXPO 2012 Sono passati 6 mesi esatti e i lavori per la 14° edizione di ITALIA SURF EXPO sono già in pieno svolgimento. Il più grande evento d’Italia dedicato alla surf culture e al beach-style, che richiama ogni anno migliaia ragazzi e ragazze vogliosi di provare nuove emozioni, è pronto a tornare in grande stile. Dopo le ultime eccitanti edizioni che hanno visto protagonisti grandi nomi dello spettacolo con le Kris & Kris, Mitch e Squalo, Gabri Gabra, affiancati a testimonial d’eccezione come il campione hawaiiano Sunny Garcia, oltre alla collaborazione con il tour nazionale di Radio 105, in diretta radiofonica dalla spiaggia e un vastissimo pubblico dalla penisola intera registrando un “record” di oltre 20.000 presenze, il SURF EXPO 2012 si preannuncia ancora una volta l’appuntamento da non perdere. Le date da segnare sull’agenda sono il 13, 14 e 15 luglio, con due settimane di anticipo rispetto alle date usuali di svolgimento. La location è sempre nella splendida spiaggia ai piedi del Castello di Santa Severa, in provincia di Roma. Moltissime le novità, in particolare nuovi “contenuti” con i migliori sponsor nazionali impegnati ad arricchire il nostro Surf Village, per dare ancora maggiore opportunità a un pubblico in forte crescita di anno in anno. Non è un caso infatti che ITALIA SURF EXPO sia diventato un “must” anche per le troupe tv di Rai, Mediaset e Sky che da anni ormai realizzano importanti servizi sulle maggiori tg nazionali. Continuano le numerose collaborazioni con alcuni tra i marchi più importanti del settore come: Rip Curl, Hot Buttedered, Starboard, Lightning Bolt, EMU Australia, 69 Slam, Hobie Sup, Skull Candy, Liquid Force, Bic Sport, Eccentric, Surf 69, Cobian. Molti altri brand avranno l’opportunità di mettersi in mostra con il ricco programma-eventi composta da: SURF of SCHOOL - SUP ACADEMY - SKATE DEMPO/CONTEST - WINDSURF X RAY ACADEMY - BATTLE WINCH CONTEST BIKINI FASHION SHOW- BUG JUMP - SUP NATIONAL CONTEST - INDOBOARD CONTEST - VIDEO PREMIERE - SURF ART + ECO - SHAPERS ANIMAL BEACH PARTY e ancora tante altre sorprese... Anche nell’ambito della prevenzione il SURF EXPO è da sempre legato a grandi organizzazioni mondiali come la Sea Shepherd, protagonista lo scorso anno con una mostra fotografica shock e la presentazione della video premiere “FLOAT” e “SOUL” con clip inediti e molto d’effetto! Poi la surf art, momento irrinunciabile per ogni edizione, che quest’anno grazie al noto illustratore Marco Simeoni sarà parte delle grafiche che verranno utilizzate per pubblicizzare il SURF EXPO. Simeoni sarà nuovamente ospite esponendo alcune opere inedite e molto vicine al mondo del board-sport. Ma le collaborazioni e le media-partnership sono solo all’inizio, molti altri grandi nomi, che vi presenteremo a uno ad uno, saranno coinvolti da qui a breve. È già iniziato dunque il count-down verso quello che sarà l’evento più “hot” della summer 2012. Non resta quindi che seguirci con i prossimi aggiornamenti su tutti i canali che preferite!

STARBOARD SUP CUP 2012 A distanza di un anno e per il terzo anno consecutivo, si disputerà a Bari nei giorni 23 e 24 giugno, presso l’esclusiva spiaggia di Torre Quetta la "STARBOARD SUP CUP 2012", gara race di stand up paddle surf. La spiaggia di Torre Quetta e l’ASD Big Air hanno già ospitato altre due importantissime tappe, quella di chiusura del campionato nazionale 2010, e la seconda nazionale del campionato 2011, riscontrando un rilevante successo sia per l'impegno profuso per realizzarle come evento sportivo, sia per l'organizzazione in se delle giornate, intese non solo come competizione sportiva, ma bensì come momento di aggregazione e condivisione della passione per il mare (l'Asd Big Air per l'anno 2010 si aggiudicò il premio come migliore gara race organizzata, onorificenza data dall’ente organizzatore del campionato Surfing Italia). Il team di lavoro, venendo fuori da una stagione ricca di soddisfazioni e grandi riscontri, ottenuti non solo in Puglia, ma in tutta Italia, sta seguendo l'organizzazione con grande entusiasmo, acquisendo già non pochi consensi da parte degli amatori, pronti a darsi battaglia con forte grinta, sui litorali della costa barese. Starboard Italia, il maggior sponsor dell’evento, ha già elargito oltre 4000 euro in materiale tecnico come montepremi della gara, promossa e realizzata dall’A.S.D Big Air. Per gli atleti che vi parteciperanno, è previsto lo stesso percorso degli scorsi anni, sia per gli uomini che per le donne, che costeggeranno prima il litorale marino e successivamente il lungomare monumentale di Bari. Gli stessi, qualora non disponessero di attrezzatura, o si trovassero nell'impossibilità di trasportarla nel viaggio, potranno prenotarla presso l’ASD Big Air che metterà a disposizione tavole Starboard con cui gareggiare. Il team barese è lieto di ospitare tutti coloro fossero interessati a partecipare all’evento, garantendo due giornate di sport accompagnate da musica e tanti momenti di divertimento in un clima di affetto, tipico del sud Italia.


SNOW SUPING IN AUSTRIA Durante questo freddissimo inverno appena passato, due rider austriaci Wolfgang Leeb e Sebastian, hanno deciso di provare a fare SUP sulla neve sulle loro montagne (Tauplitz Alm). Entrambi sono snowboarder che hanno iniziato negli anni ’80 e quindi di grande esperienza. Dopo qualche difficoltà iniziale hanno trovato il giusto feeling per scivolare con il loro SUP nella farinosa polvere bianca. Gli sciatori e snowboarder che hanno assistito alla scena quasi non credevano ai loro occhi di vedere una scena così esotica in un contesto di montagne e alberi innevati. Questo dimostra ancora una volta che il SUP non ha limiti. Andate e divertirvi e fate SUP ovunque potete! www.sup-salzkammergut.at. Foto © Mirjageh.com

MATRIMONIO IN SUP A VENEZIA Werner Gnigler, shaper JP, di cui potrete leggere l’intervista a pag. 40, si è recentemente sposato con la sua ragazza Gitti. Dopo la cerimonia il party è stato organizzato su un battello che ha navigato nella suggestiva laguna di Venezia e durante lo stop a Burano, gli sposi hanno deciso di cimentarsi in una paddle session per i canali dell’isola. Gitti ha avuto qualche difficoltà in più rispetto a suo marito a causa del lungo abito da sposa. Vi possiamo però informare che per questa volta la sposa non si è bagnata… ma sarà comunque un matrimonio fortunato. Congratulazioni a Gitti e Werner da tutta la redazione di SupTime. Foto © wladisphoto.com

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NASCE IL SURF CLUB VENEZIA

SURF WORLD CUP PODERSDORF

Alessandro Onofri, campione italiano Sup Wave, è socio onorario. Il 30 marzo 2012 a Venezia, è stato presentato alla stampa nazionale e estera, il “Surf Club Venezia”, il primo club che raccoglie tutti gli sport da tavola: surf, windsurf, stand up paddle (SUP) e kitesurf. All’evento ha partecipato anche Alessandro Onofri al quale è stato conferito il titolo di socio onorario del Surf Club Venezia. Il Surf Club Venezia è affiliato alla Federazione Italiana Surf (FISURF), unica rappresentante dell’ISA (International Surfing Association massima autorità mondiale per il Surf) in Italia. Presidente in carica è la dott.ssa Eliana Argine, candidata rappresentante regionale per FISURF. “ll club – ha spiegato la presidente Eliana Argine - nasce dall’esigenza di riunire e accorpare in un’unica realtà diverse esperienze e discipline surfistiche, presenti da tempo nel territorio lagunare. I nostri istruttori sono certificati ISA e IKO (International Kiteboarding Organisation)”. A fare da collante e a spingere verso la nascita di una realtà di questo genere nella città lagunare, ha contribuito il successo della consolidata iniziativa “Surf in Venice”, manifestazione, quest’anno giunta alla sua terza edizione, che ha richiamato a Venezia fin dalla prima edizione, sportivi, appassionati e surfisti da ogni parte del mondo. Il club nasce proprio nel periodo in cui Venezia si sta preparando all’America’s Cup. È ancora in via di definizione il programma che il Surf Club Venezia intende proporre in vista della settimana di regate che si terranno dal 12 al 20 maggio nella città lagunare.

Dal 26 aprile al 6 maggio in Austria, nelle vicinanze di Vienna, a Neusiedler See, si svolgerà la 14° edizione della Surf Word Cup. Evento che da anni richiama i migliori atleti del mondo del windsurf per le discipline freestyle e slalom e un folto pubblico, attratto dal Surf Village con l’esposizione dei materiali, test, attrazioni varie che cambiano di anno in anno e anche dagli innumerevoli e scatenati party serali. Quest’anno ci sarà una grande novità: la prima edizione della SUP Ultra Marathon. Per la prima volta nella storia si svolgerà in Austria una maratona di SUP. Sono ammessi un massimo di 8 team composti ciascuno da 5 uomini e 3 donne, la maratona si svolgerà il 6 maggio. La partenza è prevista alle 6:00 del mattino dal Surf World Cup di Podersdorf. L’arrivo del primo team è previsto dopo 8 ore, verso le 14:00, al Ö3 stage, mentre l’ultimo team dovrebbe finire per le 17:00. Sono previsti 60 chilometri di gara e il tempo stimato è sulle 10 ore. L’unica tavola ammessa sarà per la classe 14.0 con pinna fissa. Sarà prevista una barca di appoggio e tutti i team dovranno rientrare a Podersdorf entro le 17:00. PERCORSO E DISTANZE • Podersdorf - Illmitz - 14km • Illmitz - Mörbisch - 6km • Mörbisch - Rust - 6 km • Rust - Breitenbrunn - 14 km • Breitenbrunn - Jois - 6 km • Jois - Neusiedl am See - 5 km • Neusiedl am See - Weiden am See - 2 km • Weiden am See - Podersdorf - 7 km • Totale del percorso: circa 60 km. MONTEPREMI I classificato, 500 euro; II classificato , 300 euro; III classificato, 200 euro. Team vincitore, 1000 euro. CONTATTI Mario Lach. Mail: mario.lach@kgp-events.at. www.surfworldcup.at. www.kgp-events.at

TEAM JIMMY LEWIS EUROPE 2012 Il Team Jimmy Lewis Europe 2012 si compone di nove Paddler, suddivisi nelle due categorie race e wave. Per il 2012 sono stati raggiunti importanti accordi per l’allargamento della rosa del Team con l’ingresso di due nuove ed importanti consacrate realtà del panorama Nazionale e Internazionale. Con Alessandro Onofri già campione Wave Italiano nel 2010 e unico portabandiera al Mondiale in Perù e Paolo Colombini si è puntato al massimo, confermando le intenzioni a formare un Team in grado di raggiungere importanti risultati anche nell’agguerrito settore SUP Wave. Confermati invece tutti gli altri paddler già presenti nel Team da Alessandro Ceccarelli a Silvia Mecucci Campioni Italiani in carica a Daniele Guidi e Paolo Marconi a Tommaso Freschi e Nadia Servidei, senza trascurare l’Italo ormai Canario Alessandro Lovo. Programma stagione agonistica Race Internazionale: - 6/7 maggio ASUPA Austrian Challenge Race Podersdorf Austria - 26/27 maggio Saint Tropez St.Maxime International Race Francia - 16/17 giugno Monaco Supchallenge Race Germania Programma stagione agonistica Wave Internazionale: - 28 aprile / 6 maggio World Tour La Torche Programma Campionato Italiano Race Fisurf: - 5/6 maggio Forte dei Marmi - 19/20 maggio Fiumaretta - 2/3 giugno Anzio - 16/17 giugno Longdistance Riccione - 14/15 luglio Cesenatico Race - 18 settembre Finale Campionato Italiano Race Programma stagione agonistica Wave Nazionale: - Capo del Capo 2012 - Campionato Italiano wave date e location ancora da confermare. 19


COREBAN SUMMER SERIES 2012 BIG BAY, CAPE TOWN, SUDAFRICA Pietro Pacitto (RRD) ha partecipato recentemente a questo evento sudafricano e ci ha inviato un breve report: “SUP Slalom, Race, Long Distance e Wave. Categorie Kids, Junior, Open Man, Legend. Il campionato sudafricano di Stand Up Paddling si è svolto a Big Bay a dicembre, circa 50 gli iscritti nelle varie categorie! Bellissimi e bravi i Kids dai 11 ai 14 anni; livello altissimo invece nella categoria Junior Surfing dove anche mio figlio Brando ha partecipato. Io mi sono classificato 2° nella categoria Legend Surfing mentre Pietro Muscas ha gareggiato nel Race e nella Long Distance. Pietro dopo essere rimasto in 4° posizione per tutta la gara ha concluso poi in 6° per uno sbaglio di percorso sul finale. Main sponsor dell’evento: GoPro e Coreban SUP, con in prima persona a coordinare il tutto Ivo van Vuren, proprietario del brand sud africano. Il prossimo anno il Summer Series di Big Bay sarà un evento internazionale con atleti invitati da tutto il mondo!”. Pietro Pacitto

Brando Pacitto

HINANO Il marchio Hinano entra nel mondo del SUP e verrà distribuito da Sport Fun (www.sportfun.it). Nato nel cuore del Pacifico del Sud con forti radici polinesiane, Hinano TAHITI è il nome di un bellissimo fiore bianco tropicale e anche un bel nome tahitiano. Hinano è anche noto per essere da più di 50 anni la birra di Tahiti. Oggi Hinano è un marchio di abbigliamento che celebra lo stile di vita dell’isola. La passione per le isole del Pacifico e la cultura dell’oceano sono coltivate attraverso la collezione Hinano di abbigliamento sia per uomo che per donna. Il logo “VAHINE”, una parola Tahitiana che vuol dire donna, è stato il logo ufficiale e rappresentativo fin dall’inizio del nome Hinano nel 1955. La sua eleganza e lo stile classico polinesiano rappresenta la bellezza naturale e il mistero di Tahiti. È vestita con un pareo rosso floreale con una corona di fiori di tiaré e indossa un dolce sorriso ma provocatorio. Questa linea di prodotti unica vi invita a sperimentare questo autentico stile di vita polinesiano. TEAM: Hinano Tahiti è rappresentata da un gruppo di unici atleti al livello top dei loro sport. Dal surfare le onde di Teahupoo, al racing di Hawkii, al kitesurf in Tuamotus, viaggiano il mondo alla ricerca della miglior esperienza in acqua. Ognuno di loro spinge l’immagine di Hinano al massimo. MOEHAU GOOLD, MAURICIO ABREU, BLANE CHAMBERS, JOB ISHIKI, AUSTIN YONEHIRO, TIARE LAWRENCE.





SUP

MERCATO

Al pari di tutti gli sport, anche il mondo del paddle surf ha un suo mercato di tavole dedicato agli atleti, ai testimonial e alle personalità sportive più rappresentative del momento. Abbiamo voluto dare spazio a tutti coloro i quali “masticano” lo sport a livello agonistico, al fine di poter realmente comprendere il loro modo di vivere il SUP. Il 2012 è un anno che vedrà certamente un incremento del paddle surf dal punto di vista della pratica amatoriale, per questo la rubrica sarà principalmente incentrata sull’individuazione dei punti di forza e delle migliori risorse che un atleta rappresentativo di questa attività sportiva dovrebbe adottare per potersi riconfermare tale. “Solo ciò che è provvisorio è perfetto”, come le onde, vere protagoniste di quelle giornate in cui il mare non ti lascia neppure il tempo di concretizzare quella sensazione ibrida di stanchezza e compiacimento che prova solo il vero sportivo, soddisfatto di ciò che ha vissuto e condiviso con se stesso. Al pari delle onde in moto perpetuo, anche il mercato che gravita attorno all’universo del mare è in continuo movimento e in costante evoluzione. Questa rubrica nasce con l’intento di informare, indirizzare, ispirare e guidare tutti gli sportivi che condividono la passione per il paddle surf, alla perfezione, seppure provvisoria!

FABRIZIO GASBARRO (FANATIC, NP PADDLE) La stagione 2012 si apre confermando la qualità dei prodotti Fanatic e la mia adesione come atleta del Team International. Quest’anno il mio quiver comprenderà, oltre ai 14’ carbon Fly Flat e Open Ocean e il 12’6 carbon Fly 30.5, anche due tavole da Sup wave strepitose: un Pro Wave 9’2 e un All Wave 9’6 per gli allenamenti su onda piccola. Dopo i tre mesi di lavoro in mare, sono pronto per gli appuntamenti della stagione europea e italiana sia in race che in wave. Quest’anno sono supportato, come propulsione pagaie, da un brand storico per la qualità dei suoi prodotti: Neil Pryde che, con il suo marchio NP Paddles, si affaccia nel panorama mondiale con una line di pagaie race e wave per performance di alto livello, aggressive e all’avanguardia nella costruzione. Per quanto riguarda il programma gare ad aprile dovrebbe aver inizio il campionato italiano. I miei propositi sono di iniziare dalla Sardegna con le varie tappe che saranno confermate a breve dagli organizzatori ISA. I miei impegni continueranno con sei appuntamenti europei importanti: la terza edizione della Race SUP di St. Maxime, la Golden Island race di Hyeres, la 4 Lakes Trophy in Germania, la Silvaplana Race in Svizzera, la 11 City Tour di 220 km. e la Race Crossing di Parigi. Oltre oceano, ho assicurato la mia presenza ad altri tre appuntamenti importanti: la Molokai to Ohau come gara downwind, la Battle of the Paddle e sto valutando quale scegliere tra la Catalina Island Challenge e la Paddle Royal di Puerto Rico.

ALESSANDRO ONOFRI (JIMMY LEWIS) Il 2012 è partito alla grande con l’esperienza del mondiale in Perù! Emozione a parte, ho avuto modo di confrontarmi con i migliori e soprattutto cogliere aspetti del SUP a me sconosciuti. Credo che ci sia stata un’incredibile evoluzione sia della tecnica che dei materiali, tutto 24

sembra direzionato sulla radicalità e quindi assistiamo ad una progressiva e considerevole riduzione dei volumi e della lunghezza. Per quel che riguarda gli sponsor continuerò la collaborazione con il marchio di moda fashion Happiness per la produzione di una linea di T-shirt e per l’impegno di portare il marchio nel mondo boardsport; a tal riguardo vorrei ringraziarli per il grande appoggio che mi danno in ogni progetto. Un’altra importante decisione è stata la scelta di lasciare Fanatic, un’azienda che in passato mi ha dato tanto… Purtroppo al momento non vedo più quella spinta alla crescita; personalmente ritengo che supportare un atleta nella sua parabola ascensionale significhi, in primo luogo, dargli visibilità, creare la condizioni di farlo confrontare nelle realtà estere e soprattutto seguirlo nello sviluppo, dai materiali agli spostamenti… Cosa che ho trovato in un’ azienda dinamica come Jimmy Lewis! Gli obiettivi per quest’anno, a livello di gare, sono: seguire il campionato italiano wave e partecipare ad alcune tappe in Europa per accrescere la

mia esperienza perchè credo che soltanto confrontandosi con atleti più forti si possa crescere di livello rapidamente. Dal punto di vista strettamente “lavorativo”, insieme al mio socio istruttore Franco Piccioni, abbiamo fondato la Kìbon Waterman Adventure, scuola federale di insegnamento dello standuppaddling che organizza escursioni e SUP camp in Italia e all’estero per tutte le taglie di utenza, dai principianti agli esperti. Per concludere speriamo in un 2012 pieno di onde e… grazie a tutti!


SANDRO PISU

LEONARD NIKA

(MOKI)

(STARBOARD)

Ciao a tutti sono Sandro Pisu, ho 16 anni e da 2 anni pratico SUP! All’inizio andavo solo su acqua piatta, quando non c’era nulla da fare in estate, poi ho iniziato a prendere anche qualche onda e da lì è nata la mia passione per il wave col SUP. Per due anni ho usato le tavole Naish della scuola del Chia Wind Club poi, durante la mia partecipazione all’evento Open Water Challenge 2011, ho provato le tavole di Moki Sup. Mi sono piaciute tantissimo per la loro stabilità e morbidezza sull’acqua, tanto da farmi decidere di partecipare alla gara con la Moki Jam 10’5” grazie alla quale ho ottenuto risultati soddisfacenti. Al termine della competizione ho provato la tavola studiata propriamente per il wave, la Rip Lip Fish 9’5” e l’ho trovata perfettamente adatta alle mie esigenze di stabilità, che nel wave è basilare per superare i frangenti e aspettare il set. Ho cominciato giocare davanti alla spiaggia e proprio lì c’era il proprietario della Moki, Carlo Rotelli, che mi ha chiesto subito come mi fossi trovato con la tavola e se volessi far parte del suo team! Impossibile rifiutare… Ormai è quasi 1 anno che faccio parte del team Moki e sono pienamente soddisfatto della mia scelta! Mi sono allenato tutta l’estate con il mio Rip Lip Fish 9’5”, sia con onde di 1 metro che con onde di 20 cm e oggi penso che anche l’allenamento su onde piccolissime mi sia servito, infatti alla gara wave di Badesi, la mia prima gara wave col SUP, sono riuscito a piazzarmi sul gradino più alto del podio. Vorrei patire per Fuerteventura o Tenerife, per allenarmi almeno un mesetto nelle onde dell’oceano, ma anche per andare un po’ via dall’Italia, pur ritenendomi fortunato di vivere in un posto come la Sardegna dove ci sono belle onde e dove riesco a essere sempre in acqua, anche con condizioni non ideali per divertirsi. Quest’anno penso di partecipare a tutte le gare wave, sperando che si svolga il campionato italiano wave e di riuscire a vincerlo! Consiglio a tutti questo sport perchè offre la possibilità di fare una passeggiata diversa da tutte le altre.

Ciao, sono Leonard Nika e da poco sono entrato a far parte del team Starboard come atleta nazionale e internazionale. La scorsa stagione è stata davvero molto interessante, ho viaggiato molto per gare e i miei risultati sono stati soddisfacenti. Mi sono impegnato per farmi notare dalle major del settore e finalmente sono riuscito a entrare in un team giovane, allegro e professionale. I miei programmi di quest’anno prevedono un circuito nazionale di 5 o 6 tappe, sia wave che race, 3 o 4 tappe europee, due race e due wave, e una mondiale. Le tappe nazionali saranno il Chia Classic, poi a fine maggio, Fiumaretta con il 2° Trofeo River Sea, a giugno il Water Challenge di Oristano, a luglio c’è l’Italia Surf Expo, ad agosto ci saranno diverse gare Race ma ne sceglierò una sola, quella con il maggior numero di partecipanti e il premio più alto. Passiamo agli impegni europei. Prima tappa europea in assoluto è stata la 25 km di Mallorca, poi andrò a rifare per la seconda volta anche il SUP 11 City in Olanda, 220 km in 5 giorni, una tappa solo per pochi al mondo. Parteciperò alla Battle of the Paddle Hawaii a maggio, e anche a quella in California a metà settembre. Per altre news vi terrò informati.

GIORDANO CAPPARELLA (HOBIE SUP) Ciao a tutti! La stagione agonistica è alle porte e ci prepariamo per affrontarla alla grande. Come l’anno scorso, la mia collaborazione e quella dello “Sporting Club Sabazia” con la grande casa Hobie Paddleboard, continuerà. Con la solita passione ed energia ci impegneremo per conquistare anche quest’anno il titolo di campioni nazionali. Oltre a questo, il desiderio di vedere il nostro amato sport crescere e diffondersi in Italia come all’estero, aumenta sempre di più. Quest’anno il mio desiderio è quello di partecipare al circuito italiano sia di Race che di Wave, e tentare di approdare sul panorama europeo. Il 2011 è stato chiuso con grandi risultati nazionali e ottime soddisfazioni a livello mondiale con la Battle of the Paddle svolta in California lo scorso ottobre.

GIUSEPPE CUSCIANNA (STARBOARD)

Ciao a tutti, sono Beppe Cuscianna e faccio parte del team Starboard Italia; lo scorso anno abbiamo chiuso uno dei due campionati italiani in maniera soddisfacente. Il mio risultato è stato molto interessante, visti gli impegni lavorativi e istituzionali che mi hanno portato in giro per la nostra nazione. La promozione fatta l’anno scorso ha fatto sì che fossimo uno tra i brand più venduti in Italia, infatti i progetti realizzati nell’anno 2011 sono stati avallati dai negozianti ai centri surf. Quest’anno, per continuare con la promozione, abbiamo realizzato un progetto che ci terrà impegnati in giro per l’Italia. Il nostro obiettivo e far sì che i negozianti e i centri surf abbiano un ritorno quasi immediato della promozione, infatti i nostri pur discussi metodi aziendali di istruzione sono stati i più apprezzati in Italia. Istruiremo tutti coloro i quali avessero dei sup a farne un vero e proprio business a favore dello sport e dell’incremento dei praticanti, senza dimenticare i campionati race e wave. Restate collegati o seguiteci in giro per la nazione per divertirci e promuovendo il paddle surf. Abbiamo anche intervistato i seguenti atleti che troveranno spazio sul prossimo numero di SupTime: Corinna Betti, Roberto Domenichini (RRD), Alessandro Merli (Drops), Paola Perrone (Starboard), Alessandro Marcianò (Starboard) e Nicola Abatescianni (Starboard). 25


99 CUSTOM BOARDS

Distribuito da: ACME SRL • Tel. 0574.870224 • e-mail: info@99customboards.com • web: www.99international.it

RACE / CRUISE 12’6”: La NoveNove R12’6” è la tavola perfetta per tutti i paddler principianti, ed è la più stabile dell’intero range. La R12’6” è stata pensata e realizzata per tutti quei rider che vogliono farsi lunghe remate in acqua piatta o con mare poco mosso. Ha tutte le caratteristiche di una tavola race, ma è stata resa ancora più accessibile e “user friendly” per qualsiasi livello. La chiglia affusolata permette alla tavola di fendere l’acqua col minimo sforzo, facilitando la planata e permettendoti di fare percorsi molto più lunghi e con meno fatica rispetto a una tradizionale tavola cruiser. Disponibile in 2 costruzioni: EPS Full Carbon Sandwich, EPS Bamboo Wood Sandwich. SCHOOL - 12’0” / 11’0”: Sia il Twelve’0” che l’Eleven’0” sono considerate le tavole perfette per imparare, accogliendo ogni nuovo rider a braccia aperte, ma anche i down-winder, e chi esce con onda piccola. La fluida linea di rocker permette di prendere le onde in anticipo e di partire velocemente con ottimo momento in avanti. Super accessibile e facile per ore di divertimento. Costruzione heavy-duty per assorbire colpi e graffi senza alcun problema, quindi ideale per le scuole. Disponibile in costruzione unica: EPS Galss Fiber. ALLROUND - 10’8” / 9/10”: Una vera tavola allround. La Ten’8” è una facile tavola da principiante, che offre il massimo della performance e del divertimento in ogni tipo di condizione. Veloce, ultra maneggevole, una vera e propria “Newschool noserider” da surfare come un longboard in qualsiasi tipo di onda. La Ten’8” va anche benissimo per fare remate in giro e fitness. La Nine’10” è

una tavola wave molto veloce per quei rider più esperti che vogliono buttarsi in down the line a tutta velocità e fare bottom turn più aggressivi. È anche perfetta per i SUPer più pesanti, che la possono utilizzare come tavola shortboard. Disponibile in costruzione unica: EPS Bamboo Wood Clear Vision Sandwich. WAVE - 9’2” / 8’6”: 100% Wave. Sia la 9’2” che la 8’6” sono state progettate e realizzate per i rider più esperti e esigenti e anche per i rider più leggeri anche di livello intermedio che non hanno bisogno di così tanto volume. Queste due tavole sono wave senza compromessi, ideali per portare le tue capacità al prossimo livello. Veloci, ultra manovrabili e una vera e propria “Newschool noserider” da utilizzare come una moderna tavola da longboard per surfare qualsiasi picco. Linea di rocker perfetta per le alte velocità, con un tail kick ideato per curve strette e manovre radicali. Disponibile in costruzione unica: EPS Clear Vision. MODEL SIZE MEASURE MEASURE

CATEGORY

TECHNOLOGY

FIN SYSTEM FIN

Twelve0 Eleven0 Ten8 Nine10 Nine2 Eight6 Twelve6R Twelve6R

School/Cruiser Scholl Allround Wave Wave Wave Race Pro Race/Cruise

EPS EPS Bamboo/Sandwich Bamboo/Sandwich EPS Clear Vision EPS Clear Vision EPS Carbon / Sandwich EPS Bamboo / Sandwich

US box US box FCS+US box FCS+US box FCS+US box FCS+US box US box US box

12’ 11’ 10’8” 9’10” 9’2” 8’6” 12’6” 12’6”

365.5X79 335X76 325X79 302X77.5 279X76.5 269X76 284,5x73,5 284,5x73,6

12’X31X5”1/4” 11’X30”X4 3/4” 10’8”X 31” 9’11”X30 1/2” 9’2” X 30 1/8” 8’6” x 30” 12’6”x28”x51/2” 12’6”x28”x51/2”

BIC SPORT

Distribuito da: BIC SPORT ITALIA • Tel. 0432.783931 • e-mail: contact@bicsport.com

BIC SUP Air: Il gonfiabile per praticanti “nomadi”. Icona del “rigido” per eccellenza, Bic Sport è lieta di presentare per la collezione 2012 il nuovo 11’0’’ BIC SUP Air in alta pressione e tecnologia Drop Stich. Uno stand up gonfiabile di qualità che si trasporta in uno zaino compatto e facile da indossare. Una volta gonfiato, l’11’0” SUP Air HP si comporta bene sia in acqua piatta che sulle onde con i sui 335cm di lunghezza per 75 di larghezza. Pesa solo 12kg ed è realizzato con materiali molto resistenti alle abrasioni e ai raggi UV. Ideale per chi cerca un prodotto pratico da trasportare e facile da utilizzare. BREAKING NEWS BIC ERIC TERRAIN TERZO AI MONDIALI SUL 12’6 C-TEC RACE BIC SPORT La nuova gamma C-TEC 2012 di Bic Sport è ora disponibile! I modelli Classic Wood rispondono ad un ampio programma di flat water o piccole onde garantendo ottima scorrevolezza sull’acqua, gli Scout EPS, che grazie agli shape corti e larghi (9’4 – 10’4 – 10’8) assicurano un’ottima maneggevolezza tra le onde e infine i tre modelli della gamma PVC Sandwich (9’2 Jet Wave – 12’0 Ocean e 12’6” Touring), in tecnologia Epoxy PVC, tavole al tempo stesso molto leggere e solide destinate a rider esperti. Proprio con un 12’6” shapato da Patrice Remoiville, Eric Terrain, atleta del Team Bic Sup internazionale, è arrivato terzo nella long distance race dei Mondiali ISA SUP in Perù. 26

12’6 C-TEC RACE

SUP AIR

singlefin singlefin quad/single quad/single quad/single quad/single single single


JIMMY LEWIS

Distribuito da: JLID SRL - EUROPE CUSTOMER SERVICE • Tel. +39.0586425613 • e-mail: info@jlid-italydistribution.com • web: www.jlid-italydistribution.com

FLYWEIGHT KIDS 8’0’’ x 26’’, 87 lt: Flyweight Kids, questo il nome della prima SUP board dedicata al 100% ai bambini di tutto il globo. Jimmy Lewis in collaborazione con Jim Terrel, titolare di QuickBlade, ha pensato a lungo a questa particolare SUP board. Con grande energia ha sviluppato una serie di prototipi dedicati, prima di mettere in produzione il Flyweight Kids definitivo. Per prima cosa ha pensato a una tavola in grado di essere tramandata di bambino in bambino. Molto spesso l’oggetto giusto dura al meglio due o tre anni, per cui è stato necessario produrre il Flyweight Kids con una tecnologia veramente leggera e duratura nel tempo. Con questo oggetto avrete una SUP valido per il fratello, la sorella minore, il nipote, l’amichetta, la prima fidanzatina, risolvendo questo problema con la nuovissima tecnologia già adottata per la Maestro, la Ultra Resistant Tecnology PVC System che ha permesso un peso finale di 7.6 kg! Molta attenzione dedicata allo shape studiando le particolari esigenze di un bambino di età media tra 7 e 14 anni. È stata ridotta la lunghezza a 8’0’’ e soprattutto ridotta la larghezza a 26" per permettere alle più minute misure delle spalle dei bambini di pagaiare agevolmente senza doversi sporgere troppo verso il bordo. Volume di 87 litri e assetto classico tri fin per rendere più stabile e manovrabile possibile la Flyweight. Grande attenzione rivolta anche agli accessori, con le tre pinne in Fiber glass, il pad integrale 3M, la maniglia a scomparsa per il trasporto e la valvola attiva in goretex. Flyweight Kids, la tavola da SUP esclusiva per bambini che desiderano entrare nel pianeta SUP dalla porta principale.

Lewis presenta per il 2012 la Maestro School Fitness, la prima SUP board sviluppata dal famoso shaper Hawaiiano dedicata esclusivamente all’apprendimento dello Stand Up Paddle e non solo. Questa SUP è stata pensata per far muovere i primi passi a chiunque, sviluppata in collaborazione con Gerry Menk e Megan Johnson istruttrice Yoga di livello mondiale. Numerosi i test di resistenza con l’obiettivo di stressare a dovere i vari prototipi costruiti. È stata necessaria un’intera stagione di verifica in cui la Maestro è stata sottoposta ad un lavoro giornaliero di otto ore tra noleggio, scuola e yoga fitness. Al termine dei sei mesi di prova Jimmy Lewis ha deciso di far produrre la Maestro con una nuova e particolare tecnologia costruttiva che deriva dalla classica HI TECH sandwich PVC denominata Ultra Resistant Tecnology PVC System, in grado di assolvere in pieno agli stress per la quale è stata progettata. L’obiettivo è rendere disponibile sul mercato un SUP specifico per le scuole e il noleggio, sicuro e facile per l’apprendimento in pieno stile Jimmy Lewis Hawaii quindi anche molto elegante, leggero e bello da vedere. Per quanto riguarda gli accessori: molto confortevole il pad integrale 3M con maniglia a scomparsa per il trasporto e valvola attiva in goretex. Molto interessante la soluzione studiata per l’assetto delle pinne dove è possibile scegliere tra la configurazione single fin per il noleggio e i corsi SUP e fitness in acqua piatta. Per le lezioni e il noleggio SUP wave invece è possibile montare le due pinne laterali in grado di facilitare sia la manovrabilità che la stabilità della Maestro, condizione necessaria per permettere al neofita dello Stand Up Paddle di apprendere velocemente le varie tecniche di conduzione tra le onde. MISURE: 10’3’’ x 35’’, litri 213, peso 11.4 kg

MAESTRO 10’3’’ x 35’’, 213 lt: Quando è stato chiesto a Jimmy Lewis alla fine del 2010, una SUP board specifica per la scuola e il fitness, gli è stato anche richiesto una tavola facile e leggera e che durasse nel tempo con la quale inserirsi nel difficile segmento beginner Stand Up. Jimmy Lewis ha risposto: “Se mai farò una beginner SUP sarà sicuramente una tavola con caratteristiche tecniche specifiche ma costruzione hi-tech esattamente come tutti i miei SUP, perchè uno studente che dispone di libri mediocri conseguirà sicuramente mediocri risultati.” Dopo circa un anno di intenso lavoro Jimmy

BREAKING NEWS: Il Team Jimmy Lewis Italia sarà presente alla seconda tappa del Stand Up World Tour race/wave che si svolgerà a La Torche dal 28 aprile al 6 maggio. Daniele Guidi e Alessandro Onofri saranno i portabandiera JL per il wave mentre Paolo Marconi, Alessandro Ceccarelli, Silvia Mecucci quelli del race. In bocca al lupo a tutti!

Flyweight Kids

Maestro

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FANATIC

Distribuito da: WHITE REEF • Tel. 0547.22756 • web: www.fanatic.com RIDER: Kirsty Jones FOTO: Ding

FLY AIR INFLATABLE: Pompati anche tu per la nuovissima moda di fitness che sta invadendo il globo in questi nuovi pacchetti gonfiabili e portatili. Basate sulle tavole rigide Fanatic Fly, già collaudate e approvate, questi due shape allround ideali per viaggiare che ti faranno ritrovare le stesse identiche caratteristiche e performance dei rinomati rail e rocker dei modelli Fly. Facilità di remata per i principianti in qualsiasi condizione, scorrevolezza senza il minimo sforzo in acqua piatta, con shape con ampio deck per stabilità e facilità nel curvare. Vengono anche date in dotazione lo zaino, una pompa e una pagaia in 3 pezzi, in modo da essere pronto a vedere il mondo da nuovi angoli, portandoti la tua tavola da SUP in una sacca. Con l’utilizzo della tecnologia Dropstitch PVC, queste tavole si irrigidiscono grazie alla laminazione multistrato dopo essere state gonfiate, con pinne removibili Future per offrire la performance di una vera tavola da onda. 9’ x 31”: Uno shape dinamico e a prova di proiettile per quei rider più giovani ed aggressivi che hanno bisogno di portarsi la propria tavola in giro per il mondo senza difficoltà. Il setup TriFin/Thruster sbaraglia la concorrenza delle altre tavole gonfiabili. È anche abbastanza resistente e rigida da sbattere sulle rocce, è facile da mettere via e si gonfia in pochi minuti. MISURE: Volome: 146 lt • Larghezza: 31”/78,7 cm Lunghezza: 9”/274,3 cm • Pinne: 3x pinne Future removibili 10’6” x 34”: Probabilmente la tavola gonfiabile più versatile in commercio. Nata dal classico shape della Fly 10’6”, questa tavola non è da sottovalutare. La sua performance è assolutamente comparabile al “modello rigido”, ma con una maggiore larghezza per aumentarne stabilità e comfort. Perfetta per surfate performanti, o remate divertenti con la famiglia, tutto in un pacchetto comodo e facile da trasportare. MISURE: Volume: 210 lt • Larghezza: 34”/86,4 cm Lunghezza: 10’6”/320 cm • Pinne: 3x pinne Future removibili Disponibile da aprile/maggio 2012 RIPPER KIDS BOARD: Lo shape perfetto per i ripper del domani. Basata sull’ormai testata e approvata AllWave 8’6”, è stata dotata di grafica particolare ed una costruzione High Resistance Skin (HRS) per sopportare con facilità qualsiasi sforzo e wipeout che i giovani rider possano fare. Abbastanza stabile sia per i rider novizi che per quelli più pesanti, ma con una linea di rocker perfetta per curve strette e aggressive. La coperta è protetta da Soft Top Foam, 28

per una presa comoda e morbida, che assicura anche longevità alla tavola e protezione da impatto. Realizzata con 2+1 Thruster/Tri Setup. Il profilo più largo è più stabile ma lo scoop in puro stile surf, con prua più bassa permette a ogni rider di sfruttare al meglio ogni condizione. Disponibile in costruzione High Resistance Skin (HRS) con scasse 2+1 TriFin (US box centrale e Future laterali). La Ripper è anche proposta con un piede d’albero per poterla trasformare in una tavola da windsurf, per uscire con vento leggero o per i principianti. MISURE: Volume: 130 lt • Larghezza: 30”/76,2 cm • Lunghezza: 8’6”/259 cm Tecnologia: SoftTop • Pinne: AllWave 5 7/8 (US Box), 2x AllWave 5” (Future Box) Fin System: US Center Box, Future Side Fins ALLWAVE 8’6” & 9’10”: Due misure completamente nuove, 8’6” e 9’10” sono state aggiunte per completare il range che ora comprende 8’6’’ / 8’10’’ / 9’2’’ / 9’6’’ e 9’10’’. Tutte le tavole sono state realizzate per garantire la massima facilità nella remata e prendere quante più onde possibili. Facilità d’utilizzo al top. Per il 2012 quindi, il range AllWave comprende 5 shape compatti orientati al surf per ogni misura di rider. Il profilo più largo è perfetto per i novizi, ma grazie allo scoop rocker da surf le tavole danno il massimo in ogni condizione, grazie anche al nose kick performante sia in condizioni tranquille che più difficili. Disponibili in costruzione High Resistance Skin (HRS) con scasse 2+1 TriFin (US box centrale e Future laterali) e la performance delle pinne GFK. AllWave 8’6”: Volume: 130 lt • Larghezza: 30”/76,2 cm Lunghezza: 8’6”/259 cm • Tecnologia: High Resistance Skin Pinne: AllWave 5 7/8 (US Box), 2x AllWave 5” (Future Box) Fin System: US Center Box, Future Side Fins AllWave 9’10”: Volume: 191 lt • Larghezza: 33”/83,8 cm Lunghezza: 9’10”/299,7 cm • Tecnologia: High Resistance Skin Pinne: AllWave 5 7/8 (US Box), 2x AllWave 5” (Future Box) Fin System: US Center Box, Future Side Fins BREAKING NEWS: Fanatic sarà lo sponsor e fornitore ufficiale di SUP per la HIHO Highland Spring race nelle BVI (Isole Vergini) quest’estate dal 1 al 8 luglio. La nuova Fanatic Ray 12’ sarà la tavola utilizzata per la classe Fanatic One Design e l’evento si disputerà per le classi Fanatic One-Design Class e Open Class per tutti i SUP racer. Nella grafica delle tavole, per ricordare l’occasione, verranno


anche incorporati i loghi degli sponsor della manifestazione. La Ray è la tavola unico pacchetto”. Il lancio ufficiale della Ray sarà il 15 luglio. “Il SUP sta perfetta per un’intera settimana di down-wind paddling da un’isola all’altra diventando una parte molto interessante dell’evento”, commenta dell’arcipelago delle Isole Vergini. La Highland Spring HIHO, nei Caraibi, sarà l’organizzatore Andy Morrell. “I due sport si completano alla perfezione. Non sicuramente l’evento SUP più importante dell’estate. Lo scenario scelto è vediamo l’ora che arrivino rider da tutto il globo per partecipare in questo l’arcipelago delle Isole Vergini, composto da una sessantina d’isole, che evento divertente.” Tra i rider Fanatic International ci sono il Campione del venivano spesso saccheggiate dai pirati ai tempi di El Dorado, che poi si mondo 2011 14´0 Chase Kosterlitz, Belar Diaz, Fred Bonnef e Kirsty Jones, che rifugiavano in baie deserte con acqua cristallina, perfette per tendere parteciperanno all’evento sia nella categoria Open che a squadre, dando imboscate alle navi spagnole che erano stracariche di oro e diamanti dal all’evento anche un ottimo livello di abilità! Per il windsurf invece ci penserà nuovo mondo. I partecipanti avranno la fortuna di vivere a bordo di yacht di Gonzalo Costa Hoevel, assieme a molti suoi connazionali argentini. lusso per l’intera settimana, seguendo passo dopo passo il percorso a tappe da un’isola all’altra, che vedrà quindi un nuovo percorso ogni giorno. È una gara molto divertente, e tutti sono invitati anche a portare amici e parenti. La prima edizione della Highland Spring HIHO è partita da St. Thomas nel 1979, quando una banda d’intrepidi windsurfisti ha deciso di scorrazzare tra le Isole Vergini portandosi in spalla un sacco a pelo. L’evento ha riscosso un successo immediato e da quel momento la sua popolarità ha continuato ad aumentare. Sotto la gestione attuale di Andy Morrell, la Highland Spring HIHO è una delle competizioni più divertenti e uniche in circolazione, e prevede un intero itinerario tra le isole caraibiche. Finora gareggiavano solamente windsurf e le barche, ma da quest’anno son stati inclusi anche i SUP, grazie all’intervento di Fanatic come main sponsor! Isole solitarie, spiagge deserte e idilliache, competizione feroce ma amichevole, grazie alla presenza costante degli alisei e feste da urlo. Questa competizione sarà un viaggio indimenticabile, per una combinazione perfetta tra windsurf, SUP e puro divertimento. “È davvero bello partecipare attivamente a questa nuova edizione dell’evento” commenta il boss Fanatic, Craig Gertenbach. “Siamo molto eccitati e sicuramente manderemo qualcuno dei nostri teamrider a gareggiare. La Ray è la tavola perfetta per le condizioni divertenti Fly Air 10’6’’ Ray BVI AllWave 9’10’’ e ideali della HIHO, e offre stabilità, velocità e comfort, tutti in un

NAISH

Distribuito da: ACTION TO SPORT SRL • Tel. 0185.264754 • web: www.naishsup.com

MANA AIR SERIES: Tavola da SUP gonfiabile estremamente rigida di alta qualità, disegnata con uno spessore extra e larghezza per una straordinaria stabilità. La sua costruzione è a prova degli urti più violenti o rocce taglienti. Si richiude in un comodo zaino ed è ideale per il SUP nei fiumi e anche tra le onde. Per vedere il SUP AIR by Naish in azione vai a pag. 46. Mana Air 10’0”, 6”- Mana AIR 10’0”, 4”: Il Mana Air 6’’ è il più rigido e stabile SUP gonfiabile preformance-oriented presente sul mercato. Il Mana Air 4’’ è più indicato per i rider leggeri ed è più facile da trasportare. Sia il modello 6’’ che il 4’’ sono forniti con una pompa ad alta pressione per il gonfiaggio. BREAKING NEWS: Nais raggiunge il titolo mondiale con la Hokua 8’0’’. L’estremamente performante Hokua 8’0” è stata l’arma segreta per il 2 volte campione del mondo di SUP, Kai Lenny che continua a spingere i limiti in nuove direzioni e ha bisogno di tavole che siano sempre più leggere, manovrabili e performanti. La tavola Naish Hokua risponde a queste specifiche necessità. Caratteristiche dei nuovi modelli Hokua 2012: • Poppa e prua più sottili, in modo da aver maggior reattività e presa. • Nuova linea di rocker con maggiore tail kick, che permette al rider di attaccare il lip più in verticale, facendo curve più strette con meno sforzo. • Tail winger: sezione di poppa ridotta in modo che la tavola risulti più libera e morbida, come una “shortboard”. • Poppa più piccola in modo da raggiungere velocità più alte, appena si parte sul lip. • Realizzata con pinne thruster.

Hokua 8’0’’

ManaAir 10’0’’ x 6’’

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MOKI SUP

Distribuito da: MOKI • Tel. 071.804019 • web: www.mokisup.com

Moki si presenta per la nuova stagione ampliando la propria collezione e introducendo innovazioni. INTO THE NATURE: È stata migliorata la tipologia di costruzione che renderà ora la tavola ancora più leggera e resistente. Il nuovo modello è leggermente più largo verso poppa per aumentare la stabilità. Questa tavola è ideale per avvicinarsi con estrema facilità al nostro sport e rimane un must per le scuole e i noleggi. Comoda, stabile e facile di dimensioni compatte. La larghezza verso poppa è stata leggermente aumentata per migliorare la stabilità. Il nuovo rivestimento dei bordi è ora realizzato in EVA ad alta densità per migliorare la sicurezza e proteggerli dall’urto con le pagaie. Molto curata la decorazione del nuovo Eva denominato “Snake Skin” con specifico “grooved pad” situato solo nella “standing zone”. Confermato l’aggancio per il piede d’albero che la trasforma subito in un facile windsurf. Occhiello di traino o ancoraggio a prua, single fin, nose and rails protection, automatic air vent. Disponibile anche in versione PinkPurple. MISURE: • 10’x 33’’ 1/2’’ x 4’ ½’’, volume 185lt GREEN LINE: La grande novità che affianca la linea Bamboo si chiama Green Line è prevede tre nuovi shape decisamente orientati alle onde. Si chiamano Zen, Karma e Kulto i nuovi modelli 10’6’’, 9’8’’ e 8’10’’. Realizzati con una costruzione differente per migliorare le prestazioni nelle onde ed essere ancora più leggere. Sviluppati per un uso intenso nelle onde, i nuovi green line hanno shape un po’ più “tirati” ma sempre stabili e veloci nei take off. Queste tavole hanno nel rail to rail la loro caratteristica migliore: il surf style. Costruzione in Epoxy e Bamboo Veneer Sandwich solo in coperta con speciali rinforzi HD-Foam in tutte le scasse e nuova vernice protettiva. Pinne centrali in epoxy-bamboo e laterali in solid-glass molto performanti con un flex ancora migliore. Configurazioni pinne quad + 1 centale per 8’10’’ e thruster per 9’8’’ e 10’6’’. MISURE: • 10’6’’x31’’ x 4 1/2’’, volume 190lt • 9’8’’x31’’ x 4 3/4’’, volume 150lt • 8’10’’x30’’ x 4 3/4’’, volume 125lt

di attacco per la vela, maniglia, valvola automatica in goretex, set pinne hiperformances, sacca di trasporto. MISURE: • 11’9’’ x 31’ x 4 1/2’’, volume 203lt • 10’5’’ x 29 1/2’’ x 4 3/4’’, volume 169lt • 10’ x 33 1/2’’ x 4 1/2’’, volume 174lt • 9’5’’ x 30’’ x 4 1/2’’, volume 149lt INFLATABLE: 10’ x 33’’1/2 x 4’ 3/4’’ la taglia proposta da Moki per il proprio SUP ad aria che si chiama Tube, il modello più poliedrico della linea Moki. Compatto, resistente, rigido e soprattutto poco ingombrante una volta sgonfiato, il Tube viene proposto con un proprio design personalizzato. Molto leggera, circa 10,5kg e dotata di accessori utili in ogni situazione per essere utilizzato in barca o in camper, al mare, ai laghi e ai fiumi. Standing zone di morbido pad in eva, decorato con una elegante grafica. Il gonfiabile Moki ha in dotazione una pagaia di qualità, scomponibile in 3 pezzi di epoxy con pala in plastica resistente, 3 pinne smontabili in plastica antiurto, pompa maggiorata con manometro e kit di riparazione pvc incluso. Si gonfia in soli 1’40’’ a un pressione di 9/10m.bar. Il tutto trasportabile in un comodo zaino. MISURE: • 10’ x 32 1/2’’ x 4’’, volume 165lt Moki propone tra i propri accessori anche le sacche singole e i leash da 9’.

RACING - TOURING: Moki propone il proprio 12’6’’ Racing dopo numerosi test effettuati sia nei circuiti di gare ma soprattutto in ogni condizione di mare. L’obiettivo prefissato era quello di sviluppare una tavola che performasse non solo in acqua piatta o in downwind ma che fosse comunque accessibile a un pubblico non esclusivamente “racing”. Il nuovo GT 12’6’’ si distingue per la grande stabilità unita ad un’ottima scorrevolezza anche nel mare mosso grazie alla linea scoop/roker molto filante e veloce e dal suo generoso volume (275lt). Viene realizzata con la miglior tecnologia, usando solo carbonio di alta qualità sottovuoto con rinforzi in pvc e bamboo. MISURE: • 12’6’’ x 29’’ x 6’’, volume 275lt BAMBOO LINE: La linea Bamboo si riconferma grazie al grande successo ottenuto con la tavola 100% Bamboo look. 11’9’, 10’5’, 10’, 9’5’ le misure di Deha, Jam, Borea e Rip Lip Fish. Questa esclusiva linea è caratterizzata anche dalle ottime finiture dei dettagli e dalla particolare cura negli accessori come le leggerissime pinne in bamboo centrali e le laterali in epoxy honeycomb. Gli shape già molto apprezzati sono stati sviluppati per garantire ottime prestazioni sia in acqua piatta sia nelle onde. Il bamboo garantisce un ottimo compromesso tra resistenza e rigidità della struttura e rende la tavola unica nel suo look estremamente naturale. Tutte le scasse sono state rinforzate con nuovi inserti in pvc. Le tavole sono fornite 30

Tube Inflatable 10'



RRD

Distribuito da: RICCI INTERNATIONAL • Tel. 0564.455786 • web: www.robertoriccidesigns.com

AIR SUP: La prima tavola da SUP gonfiabile RRD. Programma: All-Terrain. AIR SUP è la prima tavola da SUP gonfiabile prodotta da RRD. Si tratta della scelta perfetta per chi non ha spazio o un portapacchi a disposizione, oppure semplicemente è alla ricerca di un SUP all-round leggero. La tavola è caratterizzata da un volume di 180 litri distribuiti su 310 cm di lunghezza e 81 cm di larghezza, ed è accessoriata con due pinne laterali da 7 cm in materiale gommoso, e da una pinna centrale da 19 cm col tradizionale attacco US box, che permette alla tavola di avere una buona trazione sia durante la pagaiata, sia in surfata. La tecnologia di costruzione permette di gonfiare questa tavola fino a 18 psi (1,2 bar) di pressione, rendendo la tavola rigida e reattiva sia in fase di virata, sia al momento di accelerare ad ogni pagaiata. Il deck della tavola è ricoperto da un grip di ottima qualità che contribuisce a garantire un buon equilibrio sulla tavola in andatura e in fase di pagaiata. La tavola viene fornita con sacca provvista di spallacci e pompa. Inoltre RRD sta per lanciare sul mercato una nuova pagaia in alluminio in tre parti, con una sezione centrale rimuovibile che permetterà di renderla fruibile anche da parte dei bambini. Inoltre la maniglia può venire sostituita con una seconda pala che la trasformerà in una pagaia stile Kayak, rendendo questa tavola un giocattolo perfetto per la famiglia. AIR Sup 10’2’’: Volume: 172Lts • Size: 10’2”(310cm) x 32”x 4 1/4” (81 cm) Fin: 2 x side 7 cms 1 x us box 19 cms • single fin RRD WASSUP: La linea WASSUP è stata completamente rinnovata e sarà disponibile nelle misure 8’5, 9’0, 10’0, 10’5, 11’0 nelle tecnologie WOOD, CLASSIC, EPX, SOFTSKIN. Si segnala una bella spruzzata di colore in stile RRD per le linee Wood e Classic... Per maggiori informazioni e per sapere le date di release al pubblico, tenete d’occhio il sito internet della factory grossetana. www.robertoriccidesigns.com

RRD AIR SUP

RRD WASSUP © Andrea DeMaria/RRD

STARBOARD

Distribuito da: PANDORA • Tel. 0362.337568 • web: www.star-board.com

ASTRO: Starboard nella sua linea dedicata al exploring/touring presenta per il 2012 i suoi nuovi gonfiabili ideali sia per un utilizzo fra le onde, che nei fiumi o per del tranquillo cruising sull’acqua piatta. Gli shape di questi gonfiabili sono basati sui popolari modelli Converse e Whopper e si rivolgono a un pubblico amante del SUP sui fiumi, dei viaggiatori e di chi ha problemi di spazio. Il nose è stato alzato e la linea del rocker aggiornata per garantire gli stessi standard delle altre tavole Starboard. • 11’2” x 32” la migliore scelta per il touring e per pagaiare in tutta tranquillità. • 10’0”x35” è il più largo e stabile SUP presente sul mercato, ideale per i fiumi e per chiunque cerchi una piattaforma stabile. • 9’0”x30” per gli amanti delle onde. SHAPES

Lenght

Width

Thickness Tail Width Volume

Astro

11’2” 340.4 cm 10’0” 304.8 cm 9’0” 274.3 cm

32” 81.3 cm 35” 88.9 cm 30” 76.2 cm

4.0” 10.2 cm 4.0” 10.2 cm 4.0” 10.2 cm

Astro Whopper Astro Converse

32

14.2” 36.1 cm 18.9” 48.0 cm 18.2” 46.2 cm

220 200 170



KIALOA

Distribuito da: SPORTFUN SRL • Tel. 0662202688 • web: www.sportfun.it

Le pagaie Kialoa in Italia entrano nel mercato grazie al contributo e alla professionalità di Action to Sport nel 2010/11 confermandosi fra le pagaie leader del mercato italiano. Nel 2012 Kialoa continua la sua missione di distribuzione insieme a Sportfun Srl affiancando Hobie Sup e Paddle Surf Hawaii. L’ingresso di Kialoa nel mondo dello Stand Up Surf Paddle è iniziato nel 2003 con una telefonata a Dave Chun da parte di Laird Hamilton. Laird ha spiegato a Dave che voleva che gli costruisse una pagaia da SUP di 7 piedi per permettergli di prendere velocità e prendere onde gigantesche stando in piedi sul suo surf. Aveva avuto il numero di Dave dal loro amico in comune e icona del surf Gerry Lopez. Le pagaie che usava Laird si rompevano perché erano troppo lunghe e Gerry ha pensato che l’esperienza di Dave nel costruire pagaie Kialoa potesse essere di aiuto. La soluzione più veloce al problema di Laird era di prendere una delle pagaie più piccole Kialoa da timoniere ed allungarla con un tubo di alluminio che aveva in giro per l’officina in Kialoa. Non era elegante ma almeno non si rompeva. Dal 2003 la crescita dello sport del stand up paddle è stato fenomenale. E ragionevole pensare che in poco tempo lo Stand Up Paddle abbia superato l’Outrigger come popolarità negli sport a remi. Esistono a oggi numerose riviste, blog, siti web e forum dedicati al SUP e alle pagaie. LE PAGAIE DA SUP - LE TIPOLOGIE: Nella scelta della pagaia ci sono alcune domande che ti puoi porre e che possono aiutarti a sfoltire la gamma da cui scegliere. Farai surf su le onde o su acqua piatta? Qual è il tuo livello di preparazione atletica? E che tipo di tavola possiedi? Come regola di base più lenta è la tavola e più piccola sarà la lama della pagaia. Ecco un rapido elenco delle pagaie da SUP Kialoa e a cosa sono più adatte. PIPES: progettata appositamente per i ragazzi e le donne. È la lama più piccola della gamma ed è adatta sia per le onde che per le gare di Race. 100% full carbon. METHANE: questa pagaia full carbon è progettata per le onde. Permette una frequenza alta per prendere le onde facendo accelerare bene la tua tavola anche da zero. 100% full carbon. SHAKA PUU: questa lama è la seconda più piccola nella gamma full carbon ed è ideale per la disciplina SUP Race, acqua piatta o anche per chi è più allenato e più potente e vuole surfare le onde. 100% full carbon. NALU: questa è la pagaia più grande della gamma full carbon e potrebbe essere l’ideale per gli atleti molto potenti e in ottima forma per le Race su acqua piatta o Long Distance. 100% full carbon. TORO: novità per il 2011/12. Realizzata appositamente per il Racing, la nuova

Toro è stata chiamata come un taglio del Sushi che si fa dal Tonno Blu, uno dei pesci più veloci dell’Oceano. Pala in stile Tahitiano a goccia ultra-sottile con una forma a cucchiaio migliore per prendere maggior acqua. Più forte e rigida per sprigionare la massima potenza. 100% full carbon. IKAIKA: novità 2011/12. Questa è la pagaia rivoluzionaria con la costruzione CFRT un mix di fibre termoplastiche che rendono la pala indistruttibile, leggera e performante. Nei modelli PUPU, HAPA e LAU LAU soddisfano uomini e donne con caratteristiche differenti, per tutti i gusti. IKAIKA PUPU ADJUSTABILE: questa è la pagaia regolabile in CFRT ideale per le famiglie, principianti o noleggi. La lama è costruita su una base molto robusta CFRT e il palo telescopico è 100% Fiberglass con il sistema di regolazione Lever Lock con un range di regolazione da 177 cm a 218 cm. È la pagaia più economica dell’intera gamma Kialoa. TECNOLOGIA E TRADIZIONE: Nata sull’isola di Oahu nel 1991, le pagaie Kialoa sono nate dall’amore di Dave Chun dello sport dell’Outrigger. Spinto dal desiderio di costruire le migliori pagaie al mondo, Dave iniziò a costruire pagaie di legno a casa dei suoi genitori. Poco dopo ha conosciuto Meg, una ragazza del Mid-West degli Stati Uniti trapiantata alle Hawaii. È stato un matrimonio tra ovest ed est, tradizione isolana e progresso della terra ferma. I Chun spostano poi la fabbrica a Bend, Oregon nel 1992, portando con se lo spirito Aloha. Con tutte le difficoltà hanno creato un club di Outrigger in mezzo al deserto. Attualmente Kialoa costruisce una linea completa di pagaie da SUP, Outrigger e Dragon Boat. E ancora adesso puoi trovare Dave e Meg che remano sul fiume Deschutes River vicino al negozio. Toro

Methane

Shaka Puu

QUICKBLADE

Distribuito da: JLID SRL - EUROPE CUSTOMER SERVICE • Tel. +39.0586425613 • e-mail: info@jlid-italydistribution.com • web: www.jlid-italydistribution.com

FLYWEIGHT 83 KIDS: Jim Terrel non finisce mai di stupire e allarga i propri orizzonti dando vita a una nuova linea di pagaie specifica per bambini in collaborazione con Jimmy Lewis. Flyweight il nome della “adjustable” disponibile nelle colorazioni blu e abstract rosa. Il reparto ricerca e sviluppo della famosa casa californiana ha incentrato l'attenzione sulle diverse necessità che devono soddisfare le particolari esigenze dei bambini, dalla sicurezza, al peso, alla rigidità del palo, al comfort di pagaiata. Ciò ha reso possibile raggiungere l'eccezionale peso di 470 gr. Particolare e molto studiata anche la disposizione della prolunga estendibile da 0 a 25 cm con appositi push-pin situati in prossimità della pala, per permettere al bambino di impugnare la pagaia senza venire a contatto con le diverse dimensioni del 34

palo nel punto dove agisce la prolunga. Nella parte posteriore della pala è stato applicato un micro foro autosvuotante. Ridotta ovviamente la superficie della pala, 83 SQ/IN, e ridotta anche la rigidità del palo, 26 SSI. Anche la maniglia assume dimensioni idonee alla superficie delle mani dei bambini, rivestita totalmente con il collaudatissimo Eva Pro Grip. Con questo oggetto specifico QuickBlade si conferma leader mondiale delle pagaie ampliando ulteriormente la propria gamma.


ellness Rimini W 2012

ggio 10-13 ma tand 191 S Pad A1 -

cattura ogni singola emozione

e-waw One

Drift HD

Permette riprese a 60/50fps per realizzare video in HD “slow-motion”. Video in qualità Full HD 1080p oppure foto a 8 MPx con obiettivo grandangolare 170 gradi. Display anteprima per il posizionamento e la ricerca dell’inquadratura. Telecomando in radiofrequenza utilissimo per lo “Start e Stop” della registrazione, rendendo semplice girare brevi clip. Con goGoal FUN potrete rivedere le vostre performance, la soluzione ideale per condividere video e immagini con gli amici attraverso i più famosi social network (YouTube™, FaceBook™, ecc.) Utilizzabile in altri sport con gli accessori dedicati.

Lettore MP3 a tenuta stagna fino a 3 metri di profondità. In plastica resistente, il suo corpo non teme il cloro e può essere utilizzato senza problemi in piscina. Si adatta a numerosi sport, anche a quelli sott'acqua grazie ai suoi intrauricolari a tenuta stagna. Compatibile con i formati MP3 e WMA, dispone di uno spazio di archiviazione di 4 GB. Compatibile con i formati dei file FAT16 e FAT32, questo lettore si trasforma anche in chiavetta USB per archiviare dati.

Videocamera Full HD 1080p, impermeabile fino a 30 metri con custodia rigida waterproof (opzionale). Display da 1.5”, 60/50fps, per realizzare stupendi video in “slow-motion”. Telecomando a radiofrequenza permette di risparmiare le batterie, la memoria e modificare il tempo, rendendo semplice girare brevi clip, avviando e fermando la registrazione, senza lottare con la telecamera in movimento. Realizza foto 5MP con un obiettivo grandangolare 170°.

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goGoal FUN

Distributore Nazionale: SofTeam Macherio (MB) Tel 039 207891 www.softeamitalia.com

www.sportxtreme.it


MOKI PADDLE Distribuito da: MOKI • Tel. 071.804019 • web: www.mokisup.com

Le innovazioni sulle pagaie nascono direttamente dall’esperienza in acqua di tutto il team Moki e dei collaboratori che praticano il SUP molto intensamente. Queste le maggiori novità della linea Moki paddle per la nuova stagione partendo dalla nuova ed esclusiva Bamboo Paddle. MOKI FULL BAMBOO PADDLE: Dopo oltre un anno di sviluppo e test su costruzione e performance, Moki introduce con orgoglio la prima pagaia full bamboo look. L’intera struttura viene concepita con uno speciale procedimento che crea il leggerissimo ed ultraresistente telaio in carbonio, che verrà successivamente rilaminato con uno strato di fibra bamboo, e rimesso in autoclave. La naturale flessibilità del bamboo, oltre alla sua nota robustezza, si integra perfettamente con le caratteristiche tecniche del pregiato carbonio K3, forgiando una pagaia unica nel suo genere. Un’opera d’arte dal peso di soli 580gr! La differenza si fa notare specialmente pagaiando sulle long distance. Moki ha lavorato, inoltre, per migliorare il reflex e la flessibilità dell’asta, che risulta ora mediamente flessibile con un ottimo ritorno dopo la prima parte di entrata in acqua. Il diametro dell’asta è stato ridotto nella zona centrale e l’asta è ora caratterizzata da una zona antiscivolo che ne migliora la presa quando la pagaia è bagnata. La nuova maniglia esclusiva ed ergonomica, dalle dimensioni ridotte, migliora la presa aumentando il comfort in remata ed in ogni situazione. L’anima della pala viene realizzata con una speciale schiuma ultraleggera, concepita e laminata in pre-peg e poi inserita in un controstampo che rende, quindi, impeccabile il profilo. Particolare attenzione è stata posta anche nei punti di connessione tra pala\asta e asta\maniglia, rinforzati entrambi con carbonio K3. Anche l’intero perimetro della pala è stato rinforzato con un sottile nastro di carbonio che ne eviterà l’abrasione, proteggendo i bordi. L’effetto lucido e naturale del bamboo è magnifico e si coordina quindi con tutta la gamma Moki che ha scelto e creduto in questo materiale sin dall’inizio. Le Full-Bamboo sono le pagaie preferite dal nostro wave team sia per la loro grande affidabilità sia per le ottime prestazioni nei take off e nei turn. Come ogni nobile attrezzo che si rispetti viene corredato con un’elegante sacca di protezione per il trasporto. Design made in Italy. Dimensioni: lunghezza: 7’1’’ (216cm) larghezza pala: 8’5’’ (21,6cm); diametro

impugnatura: 2.6cm; larghezza maniglia: 9cm. Peso: 580gr. CARBON: Carbonio pregiato e peso di soli 550gr sulla lunghezza di 216cm. È la pagaia per le competizioni di Moki, ultraleggera, super efficiente, larghezza pala da 8.5’’ completamente realizzata in carbonio pre-preg. Ideale per affrontare le long distance. La nuova flessione leggermente più morbida ha un reflex ancora migliore. Anche per la Carbon, è stata completamente ridisegnata la nuova maniglia. La pagaia in carbonio viene fornita con una pratica sacca di protezione. La stessa pagaia è proposta anche in versione Epoxy Matt Finish All White con le stesse caratteristiche ma realizzata completamente in fibra di vetro. Dimensioni: • Lunghezza: 7’1’’ (216cm) • larghezza pala: 8’5’’ (21,6cm); • diametro impugnatura: 2.6cm • larghezza maniglia: 9cm. EPOXY 3 PEZZI VARIO: Moki ha realizzato una pagaia estremamente polivalente, scomponibile in tre pezzi e anche regolabile. Può essere utilizzata nella configurazione a tre pezzi dagli adulti regolando la lunghezza nell’escursione che va da 170 a 210 cm e invece nella configurazione kid a 2 pezzi da 135 a 145cm. La maniglia è una classica a ‘’T’’ dalle dimensioni ridotte e la pala è realizzata in una mescola di plastica speciale e flessibile (larghezza 9.5’’) molto utile per la sicurezza e per non danneggiare i bordi della tavola. La scelta ideale per scuole, noleggi o per chi vuole condividere un’unica pagaia con tutta la famiglia.

BAMBOO PADDLE

ION

Distribuito da: ION ITALY • Tel. +39.0541307668 • e-mail: ion.italy@me.com • web: www.ion-essentials.com

ABBIGLIAMENTO SUP NEO: La nuova gamma di abbigliamento tecnico ION SUP Neoprene copre le necessità di qualsiasi rider entusiasta del SUP. Non c’è più bisogno ora di infilarsi una muta in neoprene con le maniche, basta solo mettersi un comodo Long John / Long Jane. Questa muta smanicata in neoprene da 2,5mm con una tasca per le chiavi con sistema Key_ Pocket, tiene davvero caldo alle gambe, lasciando un’ampia libertà di movimento al busto ed alle braccia. È la reincarnazione delle primissime mute in più pezzi, ed ora è diventata un must per tutti i rider di SUP. Le due chiusure in Velcro sulle spalle permettono d’indossarla e regolarla facilmente mentre i Crash_ Padz, fatti di neoprene K_Type proteggono gli stinchi. Il Neo Zip Top è incorporato nella muta Long John/Long Jane, per quei giorni in cui il sole proprio non vuole uscire. La zona delle ascelle è realizzata in Polypropylene traspirante e che asciuga velocemente. Così facendo l’umidità viene dispersa molto più facilmente e velocemente, garantendo un’eccezionale libertà di movimento ed evitando quelle fastidiosissimo irritazioni alle ascelle dovute allo sfregamento. Un altro capo molto apprezzato è la giacca da SUP, che è stata realizzata appositamente da ION per lo Stand Up Paddleboarding. Lo Spandex ad alta elasticità è stato realizzato con la nuova tecnologia 4-way stretch, che ti garantirà il massimo della mobilità e si asciuga molto velocemente. È davvero un’ottima combinazione tra leggerezza, protezione, massimo comfort ed Men Long John 2,5 eliminazione veloce dell’umidità. 36

Neo Zip Top Men 2,1

Women Long Jane 2,5

SUP Jacket



GIAMPAOLO

CAMMAROTA Intervista di Lucia Marra Foto di Giampaolo Cammarota, David Blyth

Giampaolo Cammarota è un grande surfista, un attento waterman ma anche un uomo coraggioso che ha abbandonato un lavoro sicuro per seguire le sue passioni. Si è lasciato trasportare dal richiamo del mare e ora vive in simbiosi con le tavole da surf a Maui, il paradiso per qualsiasi surfista. La sua vita ha un motto “la vita è troppo breve per lavorare 8 ore” ed infatti ora è scandita dai tempi del mare, delle onde, del vento a stretto contatto con la natura. Sono undici anni che vive il surf a 360 gradi ed entusiasta delle sue scelte ci racconta un pezzo della sua vita. Questa intervista è dedicata ai surfisti professionisti che condividono i suoi stessi ritmi di vita, ai tanti surfisti amatoriali che vorrebbero avere la stessa fortuna e ai neofiti che hanno bisogna di una spinta, di un incoraggiamento, un insegnamento a lasciarsi andare ad una passione forte e ad un richiamo primordiale… il mare.

Chi è Giampaolo Cammarota? Sono napoletano nato a Lecce. Ho abitato a Napoli fino a 26 anni, mi sono laureato in ingegneria e mi sono trasferito a Roma dove ho lavorato come ingegnere per 11 anni. Dopo la terza vacanza di 18 giorni a Maui, in lacrime sull’aereo di ritorno ho deciso che quello sarebbe stato il posto dove mi sarei trasferito per vivere. Tornato in Italia ho lavorato per un altro anno e finalmente sono riuscito a ripartire per Maui dove, con non poche difficoltà, ma sempre con il sorriso sulle labbra, sono riuscito a trovare un mio spazio ed ora vivo qui da 11 anni. Cosa faccio? I ride waves! Come è nata l’idea del SUP? Ho iniziato a fare SUP nel 2004, sono stato il paddle boarder n°4 in Maui, credo, dopo Laird Emilton, Dave Kalama e Lock. Ho visto questi grandi campioni mentre facevano SUP a Hookipa su onde grandi. Io avevo una 12,6 x 26 inch di larghezza realizzata da Timponi, una tavola per navigare con vento leggero e cavalcare le onde, me l’aveva mostrata per la prima volta Jeff Handerson di Hot Sails Maui. Ho osservato la tecnica di Hamilton e Kalama e ho deciso di provarci, mi sono messo sul mio 12,6 e anche se con qualche difficoltà sono riuscito a stare in piedi. Questo nuovo modo di cavalcare le onde mi aveva entusiasmato così chiesi a Laird dove potevo acquistare una pagaia e lui mi indirizzò da Malama, un artigiano del luogo che faceva pagaie in legno. Per me fu un inizio perfetto mentre Laird, Kalama e gli altri stavano iniziando a provare pagaie in carbonio al posto del legno molto meno resistente alle sollecitazioni. Con l’equipaggiamento completo iniziai a surfare tra le onde di Kanaha dove la gente mi guardava perplessa, era difficile allora vedere uno stand up boarder in mezzo a line up di tutti longboard convivere in allegria e nel pieno rispetto delle regole. Cesare Cantagalli ha insegnato agli hawaiiani a girare in aria con il windsurf, Giampaolo Cammarota ha cambiato le sorti del surf nel mondo. Come hanno considerato il fatto che ancora un italiano, ha fatto vedere loro qualcosa di nuovo? Non penso di aver fatto qualcosa di importante, Laird, Kalama, loro sono dei grandi, io sono uno dei tanti che qui cerca di vivere felicemente il mare a 360°. Anche Kalama e Laird Hamilton non pensavano di aver fatto qualcosa che avrebbe potuto cambiare il mondo del surf, avevano tutti tavole troppo strette e troppo difficili da gestire. Poi uomini come Svein Rasmussen di Starboard hanno visto oltre, creando un modo nuovo di fare surf, il SUP. La crescita dello stand up è partita proprio dalla semplicità di praticare questo sport, senza le difficoltà del surf da onda, ma divertendosi con una tavola che permette di essere a proprio agio e così sono cambiati gli shape, le dimensioni, i materiali ed è iniziata la produzione di tavole più larghe. 38

Lo sviluppo del SUP alle Hawaii? Il futuro lo vedo estremamente roseo, le tavole da windsurf non si vendono bene, i migliori negozi di Maui ne vendono poche l’anno, mentre la vendita di tavole da stand up è in media di due a settimana. Il motivo? Lo stand up è per tutti, un esercizio fisico eccezionale e sulla South Shore di Maui le condizioni per lo stand up sono fantastiche, niente vento e onde perfette. Le nuove tendenze del mercato? Tavole corte e larghe per chi vuole fare surf, una novità in anteprima? Foot strap, una strap per il piede anteriore per surfare meglio. La strap è posizionata all’altezza del piede davanti, naturalmente questo è un discorso indicato per le tavole piccole. Addirittura alcuni qui a Maui iniziano ad usare due strap. Cosa ti piace di più fare? Race o wave? Fondamentalmente se ci sono onde wave, d’estate se c’è calma piatta down wind! In Italia sta prendendo piede il fitness con il SUP, alle Hawaii? Lo fanno ma non è mi sembra un fenomeno di dimensioni clamorose. Cosa credi si possa fare per far crescere ancora di più lo stand up? Io credo che la strada della diffusione dello stand up sia appena iniziata e prevedo che sarà una strada piena di successi, la gente impara subito ad amare il SUP. Andate su youtube e cercate Laird Hamilton Hanalei stand up e vedrete cosa significa cavalcare le onde, vi innamorerete di questo sport! Cosa potrebbero fare le case produttrici di stand up? Le case produttrici sono arrivate a un livello di shape delle tavole assolutamente perfetto per ogni situazione. Svein Rasmussen nel 2005 insieme a me e a Jeff Handerson provò qui a Maui tutti i primi shape di stand up pensando ad una tavola con la quale si potesse anche navigare. Il suo impegno nel creare un prodotto versatile e per ogni utilizzo ha portato oggi ad avere in quasi tutte le case produttrici di SUP una gamma per tutti i gusti. Le case produttrici oggi potrebbero riprendere l’idea iniziale di Rasmussen e cioè la progettazione di una tavola da SUP ideale per la navigazione. Questo potrebbe essere importante soprattutto in Italia dove ci sono spesso condizioni di vento leggero. Un consiglio per chi è scettico? Provare! Farlo con una tavola grande dove comodità e stabilità mettono a proprio agio. Allontanandosi dalla riva si riesce a lasciare da parte tutti i tuoi pensieri e a vivere un contatto stretto con la natura: solo tu e il mare!


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WERNER

GNIGLER

Testo di reemedia

Intervista con Werner Gnigler, boardshaper di JP-Australia. Quali caratteristiche specifiche di una tavola da SUP influenzano quali aspetti? Un paio sono molto evidenti, mentre altre sono più nascoste e difficili da notare ad occhio nudo. Alla fine è sempre e comunque lo shaper che riesce a dare quel tocco di finezza ed armonia ad ogni tavola. Lo shape integrale delle tavole da SUP ad alta performance è innanzitutto una questione di distribuzione equilibrata dei volumi. Bisogna trovare l’equilibrio perfetto tra alcuni fattori durante la fase di progettazione per poter ottenere un risultato interessante. Qui sotto vengono riassunte alcune delle peculiarità fondamentali. TAIL: Per tail si intende la poppa della tavola, e più precisamente la forma del profilo a poppa. Guardando più da vicino, quindi, la poppa è una sezione quasi autonoma e molto importante. Ci sono svariate forme di poppa, tra cui le principali sono pintail, rounded pintail, roundtail, squaretail, squashtail, ma anche alcuni casi particolari come per esempio la swallowtail a coda di rondine (leggi pag. 68). Werner Gnigler ci da alcune dritte generali riguardo alle varie tipologie di tavole da SUP. Per quali tavole vengono usate poppe squaretail, squashtail e roundtail? “Generalmente per le tavole più larghe. Queste tavole necessitano di una certa larghezza a poppa per creare una portanza equilibrata, e spesso l’outline scorre armoniosamente con una rounded squaretail. Così facendo si crea portanza e risulta più facile stare sulla tavola”.

OUTLINE: L’Outline è il termine usato per indicare il profilo esterno della tavola da SUP. Gli aspetti fondamentali sono il posizionamento del punto di massima larghezza (la cui distanza è misurata da poppa) ed anche la curvatura del profilo. Werner Gnigler ci spiega un po’ quali sono gli aspetti principali da tenere in considerazione quando si shapano tavole da SUP. Quando il punto di massima larghezza è più a poppa: “È spesso segno che la tavola è realizzata per onde più piccole, in modo che possa fare curve più strette e sul posto. Serve anche per mantenere una buona velocità anche con onda piccola e non tanto potente”. Un outline piuttosto dritto rende la tavola: “Molto direzionale, da usare o con le onde grosse o se vuoi fare curve più lunghe con il massimo controllo. Può anche essere utilizzato per dare linee d’acqua più allungate, facilitando la planata sull’acqua in linea e facendo meno sforzo a remare”. Le tavole strette sono: “Sicuramente riservate ai rider esperti per onde grosse e potenti, non adatte ai rider che lo fanno per divertimento”. Le tavole più larghe invece: “Sono più facile da condurre e più stabili, ed è anche più facile superare la schiuma. Se poi la tavola è corta è più difficile remare in linea retta ma è più facile da controllare con onde piccole ed è più reattiva”. Più corta è la tavola, più: “Gira!” 40

Le classiche poppe pintail e rounded pintail dove si trovano invece? “Di solito vengono utilizzate per le tavole usate in onde più grosse e formate. Necessitano quindi di una poppa più sottile e affilata per fare maggior presa e quindi una poppa più prolungata a pintail è ideale”.

SCOOP-ROCKER-LINE: La scoop-rocker-line è la curvatura che percorre la lunghezza al centro della tavola. Werner Gnigler ci da alcune dritte generali riguardo alle varie tipologie di scoop-rocker-lines delle tavole da SUP. La piega verso l’alto della prua della tavola è chiamata “scoop”. Essa viene espressa e misurata in centimetri. Maggiore è lo scoop, e: “Minore sarà la possibilità che la prua si inabissi nella pancia dell’onda. Troppo scoop però impedisce alla tavola di creare abbastanza spinta e quindi la tavola fa più fatica a scivolare sull’acqua. La curva a quel punto fa troppo attrito in acqua e diventa un ostacolo anziché un aiuto”. Se invece c’è troppo poco scoop? “La prua si inabisserà ad ogni onda!” La curvatura verso l’alto della poppa invece è chiamato Rocker ed è espresso in millimetri. Tavole con rocker poco pronunciato sono: “Non sono molto diffuse tra i SUP, i rocker più piatti vengono usati quasi esclusivamente su tavole da windsurf. Una tavola da SUP non plana tanto e quindi è più consigliato creare una zona di piatto verso centrotavola dove sta il rider in modo che sia più stabile e sia più facile remare. È sempre necessario un minimo di tail rocker in modo che l’acqua venga rilasciata senza creare troppa turbolenza in uscita. L’assenza di rocker rallenterebbe troppo la tavola”.


Le tavole con maggior rocker: “Sicuramente girano meglio, ma è sempre opportuno creare una transizione morbida in modo da creare uno shape armonioso e fluido per ottenere la massima performance. Curve troppo radicali sulla chiglia non vanno bene, indipendentemente dall’utilizzo e dalle condizioni”. In casi estremi la linea di scoop rocker può presentare irregolarità verso centrotavola. Si chiama “scooped through and through”. Questa tipologia di scoop-rocker-line si trova nelle tavole da SUP freeride e soprattutto in quelle wave. Queste tavole, quindi, non hanno una linea diritta e continua.

RAIL: I bordi della tavola si chiamano rail. I Rail non sono misurati in millimetri, ma il loro shape è davvero decisivo. Guardiamo il rail dal punto di massima larghezza verso la coperta e poi verso la chiglia. Il profilo della curvatura verso la chiglia è definita “tucked under edge”. Le tavole da race SUP ne hanno poco o nullo. Le forme dei rail con tucked under edge più marcato comportano una maggiore reattività in curva. In poche parole, più accentuato è il tucked under edge, più la tavola curverà, ma sarà anche più difficile da gestire. Werner, quali sono le differenze principali tra le varie tipologie di rail per tavole da SUP freeride, wave e race? “In generale le tavole più orientate alle manovre hanno rail più sottili con un sacco di tuck, e anche la linea stessa di tuck è molto arrotondata, senza spigoli vivi, in modo che il rail morda meglio nell’onda. Per fare curve strette ed aggressive è fondamentale che il rail sia morbido ma affilato, in modo che dia il massimo controllo e presa durante le curve. Sulle tavole race si tende ad utilizzare rail più grossi e più spigolosi, con una tuck line più marcata che crea maggiore superficie piatta e momento di spinta in avanti. A seconda delle dimensioni delle tavole freeride, poi si va più da una o dall’altra parte”.

BOTTOM: Bottom è il termine che INDICA la chiglia della tavola, cioè la parte immersa nell’acqua. In generale, gli shape più diffusi sono: plane, “V”, double-concave e tri-concave-bottom. A volte ci si può anche imbattere in shape più rari come il monoconcavo o chiglie convesse o altre chiglie particolari con cutout e bevel scanalati. Lo shape che va per la maggiore è la “V”. Ogni singola tavola da SUP ha almeno una sezione fatta con questo profilo a “V” shape. Quando parliamo di “V”, facciamo riferimento alla zona sottostante al centro-tavola, intendendo che la linea di centro tavola sulla chiglia è più sporgente rispetto ai rail, in entrambe le direzioni del profilo. Werner, cosa comporta la famosa “V”? “Permette di curvare facilmente passando dall’andatura ai rail. Serve anche per dare maggiore direzionalità e portanza. Troppa V però rende la tavola instabile, quindi è importante trovare la giusta misura”. Quali altri aspetti della chiglia sono importanti per lo shape della tavola da SUP? “Lo sport sta diventando sempre più spettacolare ed estremo, quindi abbiamo anche introdotto un nuovo sistema di chiglia concava per ottenere il massimo controllo con onda grossa. In generale comunque la V piatta è il compromesso migliore per le tavole da SUP. Per l’utilizzo esclusivo in acqua piatta, poi, sta prendendo piede anche il concetto di prue a chiglia, in modo da tagliare l’acqua più facilmente e scorrere molto più velocemente, grazie alla considerevole riduzione di attrito”.

In conclusione, si può dire che l’effettiva performance di una qualsiasi tavola da SUP è data dalla combinazione di tutti questi aspetti, che possono essere regolati in modo da esaltarne caratteristiche specifiche a seconda dell’utilizzo. Bisogna quindi considerare la tavola nel suo insieme ed ogni singola tavola ne ha un mix unico e sta proprio agli shaper, come Werner Gnigler di JP, trovare la combinazione perfetta.

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BATTLE OF

PADDLE Testo di Luigi Reghitto

Doheny State Beach, Dana Point, California, 24 e 25 settembre 2011. Luigi Reghitto di Adrenalina Surf Shop (Genova), insieme ad altri nostri connazionali come Giordano Bruno Capparella e Stefano Gigli, hanno partecipato a questo importante evento internazionale. Luigi ci racconta come è andata.

Cosa dire… la Battle of the Paddle è davvero una gara sensazionale ed un evento mondiale! Appena sono sceso dall’aereo all’aeroporto Los Angeles ho detto alla signorina dell’autonoleggio che ero lì per la BOP e che mi sarebbe servita una macchina adeguatamente lunga per trasportare tavole, le si è illuminato il viso…. forse per i soldi che le avrei lasciato? No, scherzi a parte, era entusiasta che addirittura dall’Italia arrivasse qualcuno per partecipare alla gara per eccellenza di Stand up Paddle Board. Naturalmente mi sono perso in quell’oceano d’asfalto di strade a 7 corsie, ma sono stato aiutato da una gentilissima poliziotta che è venuta a vedere la gara perché anche lei faceva SUP! La mia avventura è cominciata giovedì quando sono passato in Riviera Paddlesurf a ritirare la mia tavola 404 Hollow carbon (un vero missile) 12’6’’ con la pagaia di Danny Ching. In Riviera sono stato accolto come un vero atleta, mi hanno coccolato e agevolato in tutti i modi possibili, sono stati davvero gentilissimi e disponibilissimi e mi hanno consigliato la pinna giusta per la Battle e fatto la pagaia su misura, dalla durezza dello shaft, alla grandezza della pala! Non ultimo, mi hanno messo la tavola in una sacca e dopo aver montato i soft rack mi hanno caricato la tavola sulla macchina! Venerdì mattina sono andato a Dana Point, dove l’indomani si sarebbe svolta la gara, e ho preso confidenza con il mare. Appena arrivato nel parcheggio ho capito che la gara sarebbe stata qualcosa di gigantesco visto quanti camion stavano scaricando… Una volta giunto in spiaggia ho guardato il mare e ho visto tutti i campioni, che di solito vedo sui giornali o sul web, in acqua a divertirsi; a quel punto mi sono deciso ad entrare e raggiungere la line-up. La paura di fare una figuraccia sulle onde con il mio nuovo SUP c’era tutta, ma i 42

californiani sono stati simpaticissimi ed ospitali, uno di loro mi ha anche avvertito sulla pericolosità della risacca violentissima di Dana Point. Si sente parlare tanto di localismo in California, ma una volta arrivato sul line up e salutati i “local”, rispettando le precedenze non ho avuto alcun problema, anzi surfando senza leash (l’avevo dimenticato in albergo) naturalmente ho fatto una bella nuotata sino a riva a recuperare la tavola ed uno di loro si è offerto di prestarmene uno… In mare, oltre a tutti i campioni, c’era anche il mio amico spagnolo Belar Diaz con il quale abbiamo passato buona parte della giornata. Alle 18:00 ci siamo recati alla festa organizzata in occasione della BOP da Hobie davanti al proprio quartier generale, dove ho potuto ringraziare per l’ospitalità Jean Philippe Wuillmart (importatore di Hobie, Kialoa e Hinano), con il quale ci incontriamo a tutte le manifestazioni europee. Alla cena si sono poi aggiunti altri amici e campioni quali: il grande Eric Terrien, l’inglese Ryan James ed il mitico Bart de Zwart! Una volta fatto un brindisi anche con Chuck Patterson è stato meglio dirigersi verso l’hotel perché il mio albergo era parecchio distante… La mattina, sveglia prestissimo e via di corsa da Huntington beach, dove alloggiavo, fino a Dana Point. Che ansia, la notte non ho quasi dormito al pensiero di ciò che stavo per fare! Ritiro dei pettorali e della maglia e via, sono pronto per partire! Stranamente, pur trattandosi di una competizione a livello mondiale, non c’è tensione, ma si respira solo tanta allegria e felicità. Prima della gara Open alla quale ho partecipato, si sono svolte le 2 heat di qualifiche per la finale dell’Elite Race, dove i migliori hanno dato spettacolo; tra l’altro il nostro Bruno Giordano Caparella, campione italiano in carica, si è qualificato per la finale! Per affrontare l’Elite non basta essere bravi, bisogna essere i migliori… e a volte non basta nemmeno quello! C’erano tavole per tutti


Luigi Reghitto

i versi, e non esistono amici… tutti contro tutti, senza esclusione di colpi e Bruno è stato davvero bravo. Le tavole rotte alla fine della gara non si riuscivano nemmeno a contare! Alle 11:30 parte la Open Race… è tutto valido, siamo partiti in più di 500 e non sono arrivati tutti. Alcuni paddler viste le condizioni non sono nemmeno partiti per la paura delle onde! Prima le tavole più lunghe e poi via via partiamo tutti… La gara è stata bellissima, per prima cosa bisognava affrontare le onde per dirigersi al largo dove un percorso con 4 boe ci vedeva fare 4 giri per poi rientrare prendendo le onde e saltare giù dalla tavola per correre fino al traguardo. Alle boe la precedenza… te la prendevi e basta! Come avrebbero potuto i giudici controllarla? Controllavano che nessuno saltasse la boa, ma per il resto erano colpi a non finire, la mia tavola porta ancora i segni! I 4 giri sono passati veloci, ma io ho sofferto l’emozione per i primi 2 giri, ero come imballato e non capivo quanti giri mancassero poi all’ultimo giro che mi ha segnalato una ragazza, mi sono rilassato e sono riuscito a tirare finalmente, recuperando in un solo giro quasi 30 posizioni. Quando mi avvicinavo dove rompevano le onde, vedevo davanti a me una marea di tavole senza “paddler” sopra, i frangenti avevano fatto parecchie vittime. L’urlo della folla avvicinandosi alla spiaggia era da brividi, le autorità hanno stimato più di 15000 presenze, sembrava di entrare in un’arena dove tutti facevano il tifo per tutti! Incredibile! L’emozioni che si provano durante la corsa in salita sulla spiaggia con la pagaia stretta nella mano in mezzo a tutta quella gente e i tuoi avversari che ti abbracciano all’arrivo non si possono descrivere. Al pomeriggio, dopo la finale dell’Elite Race, vinta da Connor Baxter davanti a Jamie Mitchell e Danny Ching, ho avuto l’onore di conoscere Gerry Lopez col quale ho fatto delle bellissime foto e una lunga chiacchierata ed alla fine mi ha

addirittura ringraziato per essere andato a fare la sua gara dall’Italia! Che persona fantastica! Ho avuto l’occasione di conoscere anche il signor “Kialoa” e il signor “Hinano”, entrambi gentilissimi, ho avuto l’opportunità di parlare e chiedere consigli a Danny Ching che si è rivelato anche lui disponibilissimo nonostante la sua grande popolarità! Il giorno dopo è stata la volta della gara lunga che ha visto 2 italiani al via B.G. Caparella e Stefano Gigli che hanno fatto una splendida gara di 18 miglia che si poteva seguire sul maxi schermo allestito dietro agli stand degli espositori. Durante la long distance ho potuto vedere un’infinità di prototipi! Per concludere la giornata di gare si è svolta la Relay Team, una gara a squadre che ha visto campioni del calibro di Danny Ching fare il Team con 3 ragazzini giovanissimi, quattro ragazze vestite da pinup con le lattine in fresco dentro un secchio con il ghiaccio fissato sulla tavola, e tantissima gente che ha partecipato solo per il gusto di divertirsi! Questo è sport! La cosa più bella che mi è rimasta di questa grande esperienza è stata quella di conoscere un sacco di gente nuova che ama lo sport e di apprendere tecniche e consigli da campioni pronti a soddisfare le curiosità di tutti noi, e di condividere con tanti ragazzi, che già conoscevo, una magnifica esperienza che mi vedrà sicuramente al via anche il prossimo anno. Non si può trasmettere l’euforia, la gioia e l’emozione di aver partecipato alla Battle of the Paddle con un semplice articolo e qualche foto, bisogna andarci! Vorrei ringraziare i miei sponsor che mi hanno permesso di andare alla BOP 20: Oakley per l’abbigliamento e gli occhiali, 404 Riviera Paddlesurf che mi ha fornito tavola e pagaia, senza le quali non avrei potuto fare la gara, la mia ragazza che mi ha fatto da caddy e tutto il pubblico che mi sosteneva in riva al mare ed a distanza nel live in streaming! 43


LA TRAVERSATA DELLO

STRETTO DI GIBILTERRA Testo di Karin Gertenbach Rider Belar Diaz, Fred Bonnef, Ramon Blanco e Jaime Herraiz Foto di courtesy Fanatic

Il Team Fanatic ha infranto un altro record, attraversando lo Stretto di Gibilterra in SUP, remando dalla Spagna all’Africa e ritorno!

Venerdì 9 dicembre 2011, i teamrider Fanatic Belar Diaz, Fred Bonnef, Ramon Blanco e Jaime Herraiz della Wet Watersports sono andati in missione per un nuovo record in SUP: remare da Tarifa, Spagna, al continente africano e ritornare a casa lo stesso giorno. Fred e Belar avevano già dato prova delle loro abilità facendo una traversata in SUP da Ibiza al mainland spagnolo (96.5km), assieme ad Annabel Anderson qualche mese prima (articolo pubblicato sul n° 06 di SupTime a pagg. 62-64). La traversata dalla Spagna all’Africa è possibile attraverso lo stretto di Gibilterra, uno stretto piuttosto breve che collega il Mar Mediterraneo con l’Oceano Atlantico. La profondità varia dai 300 ai 900 metri ed è una delle zone più trafficate, con circa 300 navi cargo che vi passano ogni giorno. Essendo il livello del Mediterraneo 1.4 metri sotto quello dell’Atlantico, c’è sempre una forte corrente occidentale e la direzione dominante del vento è dai quadranti occidentali. L’avventura è iniziata partendo dal piccolo villaggio di Getarez, vicino a 44

Tarifa, dove i nostri fantastici 4 sono entrati in acqua a bordo dei loro SUP Fanatic (2x14’ Downwind Board, 1x14’ Flatwater Board ed un 12’6x30.5”). Da quel punto hanno poi remato dalla Spagna verso Ceuta in Africa, in modo da evitare problemi con la dogana. La prima traversata è stata fatta in tempo record, impiegando solamente 2 ore e mezza. Sì, le condizioni erano ideali ed anche il fatto che stessero aspettando di entrare da 3 giorni ha contribuito a questo ottimo risultato, in quanto tutti erano carichi e motivati. I SUPer sono stati accompagnati durante il tragitto dalla barca d’appoggio del Capitan Moncho, che è stata costruita in Bavaria, Germania, con 2 ragazze bionde del Team Fanatic a bordo, Kim e Petra. Erano finite rispettivamente in prima e quinta posizione nei campionati spagnoli e, sicuramente, avrebbero remato con loro molto volentieri, ma le risorse ed il tempo erano limitati, quindi si sono dovute accontentare di fare il tifo, passando banane, Coca Cola, biscotti al cioccolato, pezzi di chorizo e qualche birra ai rider, in modo da rifocillarli mentre continuavano a far foto e video.


Dopo essersi brevemente riposati sul continente africano ed aver mangiato e bevuto, Belar, Fred e Ramon decidono di tentare anche di ritornare al punto iniziale. La traversata al ritorno è stata molto più dura e faticosa, in quanto controcorrente. Ci sono infatti volute 3 ore e 50 minuti per coprire i 25km. Il ritorno al tramonto è stato davvero un’esperienza eccezionale, con un gruppo di delfini che li ha scortati per un pezzo e sembrava si divertissero come pazzi a giocare a nascondino con i rider, saltando fuori a destra ed a sinistra in maniera assolutamente imprevedibile. Gli ultimi km sono stati percorsi al buio, infatti erano già le 18:50 di sera quando Belar, Fred e Ramon sono riapprodati a Gedarez, stanchi, ma contenti. Ecco riportati i commenti di Belar e Fred dopo la traversata. Congratulazioni Belar, com’è stato? “Le condizioni erano assolutamente perfette nello stretto. È stata un’esperienza davvero magica, specialmente quando i delfini ci hanno affiancato e ci siamo visti un’enorme cargo passarci davanti a qualche decina di metri di distanza!”. Fred congratulazione per la traversata, come ti è sembrata? “È ormai 7 anni che vivo qui a Tarifa, proprio davanti allo Stretto di Gibilterra ed ho sempre pensato di attraversarlo con la mia tavola da windsurf… Ieri, finalmente, ho realizzato il mio sogno, ma con la tavola da SUP! È stato eccezionale. Non ero mai stato così vicino né ai delfini né ad un cargo. Un’esperienza irripetibile!”. Ringraziamenti a Moncho per l’appoggio in barca, Wet Watersports, Fanatic e ION per aver reso quest’avventura possibile. 45


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Sono le 4:30 di mattina, siamo appena atterrati all’aeroporto di Punta Arenas, nella città più meridionale del mondo ed il sole è già alto nel cielo. Fa freddo, ma non quanto pensavo. La mia preoccupazione primaria è il vento che a volte qui raggiunge anche intensità proibitive di 40-45 nodi. Appena usciti dall’aeroporto vediamo già la Stretto di Magellano completamente ochettato, bianco di nebbia nebulizzata per la tempesta di vento. C’erano raffiche così violente che facevamo perfino fatica a guidare la macchina. Un pescatore locale, però, ci ha detto: “Siete in Patagonia, questo è niente!”… comincio ad agitarmi… forse saremmo dovuti venire tra qualche mese! Tre anni prima mi è balenata in mente questa folle idea di attraversare lo Stretto di Magellano quando ho sentito un marinaio locale dire: “Puoi veramente conoscere il vento solo se l’hai guardato dritto negli occhi attraversando lo Stretto di Magellano”. Ben presto è diventata la mia 48


ossessione. Nel 2010 siamo stati obbligati a cancellare tutto ed anche questa volta ci avevamo pensato a causa delle previsioni sfavorevoli di vento. Era tutto troppo tardi ormai e non potevamo più né aver rimborsi né cambiare i voli, quindi io, mia moglie Vania, accompagnati dal fotografo Philip Muller, siamo stati costretti a partire per quest’avventura. La marina cilena ci aveva messo in guardia che le condizioni erano tutt’altro che favorevoli per la nostra impresa e difficilmente saremmo riusciti ad attraversare. Ci avevano detto che il massimo di vento che potevamo gestire erano 17 nodi. Noi però non eravamo preoccupati. Nel punto più stretto dello Stretto, chiamato “Primera Angostura”, le correnti raggiungono facilmente i 10 nodi, creando vortici sottomarini molto pericolosi e non lasciando praticamente il minimo spazio ad errori. L’unico momento in cui potevamo provare era durante la pausa tra il cambio delle maree, in cui il mare resta più calmo, chiamato infatti “slack water”, cioè acqua fannullona.

Appena siamo arrivati ci siamo immediatamente recati alla capitaneria per proporre il nostro progetto e valutare insieme le previsioni e il momento migliore per entrare in azione. L’unico giorno possibile sarebbe stato venerdì, in quanto il vento sarebbe calato leggermente, specialmente presto la mattina. La prima “slack water” era attesa per le 6 di mattina e la seconda alla 1 del pomeriggio, quindi avevamo due sole possibilità. La capitaneria, però, ci ha aiutato nella scelta, non dandoci l’autorizzazione per le 6 di mattina in quanto fosse troppo presto per la loro scorta e quindi ci hanno lasciato esclusivamente quella della 1. Abbiamo cercato d’insistere ma non c’è stato nulla da fare. Una sola possibilità. Speriamo solo che il tempo sia dalla nostra… Avendo ancora un giorno e mezzo di attesa davanti, abbiamo deciso di andare a fare un po’ di SUP in una delle zone più emblematiche e mozzafiato della regione. Era ormai da mesi che lavoravo per ottenere un’autorizzazione a fare SUP nella rinomata National Reserve Torres del 49


Paine, ma senza successo. Abbiamo comunque deciso di metterci in strada ed affrontare il viaggio di 6 ore verso nord per chiedere di persona. Avendo viaggiato con una Mana Air gonfiabile, considerando che la zona era piena di laghi e fiordi, ero sicuro che avrei visto dei paesaggi spettacolari in cui fare un po’ di paddling in relax. Fortunatamente, proprio mentre l’ennesimo tentativo di ottenere l’autorizzazione stava per fallire, ci siamo improvvisamente resi conto di conoscere il Capitano della Riserva. Grazie a Dio (e soprattutto al nostro

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amico Alejandro), le cose stavano cominciando ad andare per il verso giusto! Incredibilmente, a quasi mezzanotte, siamo finalmente riusciti ad ottenere la sofferta autorizzazione per andare a fare SUP ovunque volessimo nei vari bacini della giurisdizione, nella zona settentrionale della Regione di Magellano. La mattina seguente, con un solo giorno a disposizione, abbiamo deciso di puntare dritti dritti verso una delle location più suggestive della Patagonia: il Lago Grigio (Grey). Alimentato dallo scioglimento dei ghiacciai millenari dell’enorme “Campo de Hielo Sur”, una delle più grandi riserva d’acqua dolce del pianeta, il lago è raggiungibile solo dopo aver camminato a lungo sulle colline circostanti ed io, fortunatamente, avevo dietro la mia tavola gonfiabile. Le condizioni climatiche hanno finalmente deciso di venirci incontro. Dopo una bellissima session di downwind tra gli iceberg nella punta meridionale del lago, siamo saliti su una piccola barca per arrivare proprio sotto al ghiacciaio. Le condizioni atmosferiche erano davvero calme per un paesaggio così primordiale e tutto sembrava un po’ sospetto. Quasi troppo tranquillo. Mentre continuavo a remare verso il bordo del ghiacciaio Grey, mi sono perso ad osservare le varie tonalità sfumate del ghiaccio blu, dimenticandomi del pericolo. Me ne sono poi immediatamente ricordato vedendo degli enormi blocchi staccarsi da una parete con un suono sordo, smentendo la pace apparente della zona. Il nostro capitano ci ha poi raccontato che a volte da sott’acqua, per le correnti, emergono enormi iceberg, in grado di ribaltare e spezzare imbarcazioni di 15 metri come fuscelli. Stranamente, però, il ghiacciaio ci aveva mostrato la sua faccia migliore ed ho fatto veramente fatica a uscire dall’acqua. Perfino Philip non ha resistito. Ha posato la sua macchina fotografica e preso il mio SUP, e ancora oggi, quando ne parliamo, sorride come un bambino. Quella sera, nonostante la magica giornata che avessimo appena trascorso, ho ricominciato ad agitarmi per la mia traversata… abbiamo trovato un posto dove dormire all’1 di mattina, ed avremmo dovuto guidare 7 ore per poi attraversare lo stretto solo 12 ore dopo.


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La “Primera Angostura” è il punto più stretto dello Stretto di Magellano, in cui le correnti dell’Oceano Atlantico e del Pacifico si mescolano con maggior violenza. Quando siamo arrivati quella mattina, il vento era perfetto, solo 5 nodi, ma la “slack water” era prevista per la 1:10 del pomeriggio, e davano anche un rinforzo dei venti orientali ed io stavo cominciando ad agitarmi. Verso le 11 di mattina il vento ha cominciato ad aumentare velocemente ed io ho chiesto alla marina cilena di farci partire un po’ in anticipo… fortunatamente mi hanno concesso di cominciare a gonfiare la mia tavola e di fare gli altri preparativi. Solo 5 km mi separavano dalla Tierra del Fuego, e anche se la corrente mi avesse fatto andare alla deriva, sarei comunque riuscito a rimettermi in rotta. Il nemico principale da evitare era il vento e non potevamo aspettare che aumentasse ancora. Alle 12:05 sono finalmente saltato in piedi sulla mia tavola e mi sono sentito meglio da subito. Eccomi qua, ora niente può fermarmi, riuscirò a ottenere il mio obiettivo. Sia il vento che la corrente erano orientali, quindi ho praticamente remato da una parte sola per quasi tutto il tragitto, e 52


dopo qualche minuto mi si sono affiancati anche dei delfini. Erano bianchi e neri e sembravano orche in miniatura, ma erano davvero curiosi e giocosi ed hanno reso la traversata molto più rilassata e divertente. Hanno nuotato proprio di fianco a me fino alle coste della Tierra del Fuego, ed erano così vicini alla tavola che avevo paura di colpirli ogni volta che pagaiavo. Finalmente, in poco meno di 50 minuti, sono arrivato nella Tierra del Fuego, dall’altra parte dello stretto, con un sorriso a 32 denti grazie all’atmosfera rilassata per la compagnia dei delfini. La traversata è stata così facile che mi sembrava quasi di non esser all’altezza di “poter guardare il vento negli occhi”. Appena sono uscito, infatti è aumentato fino ai 20 nodi, e continuava deciso. Sembrava mi volesse dire: “Per questa volta ti ho fatto un favore, siine riconoscente”… ed io lo ero dal profondo del cuore! Ringraziamenti particolari a: Armada de Chile e i miei sponsor: Naish, Mall Sport, Helly Hansen, Stoked wetsuits, Nautisport, Dreamstyle e www.standuplatino.com. 53


UN VIAGGIO DI SOLA ANDATA Emanuele non ha resistito alla tentazione! Dopo aver firmato il contratto per la stagione con PSH e Kialoa con la Sportfun, non poteva che tornare come ogni anno in Costa Rica per provare la nuova attrezzatura fornitagli dal suo sponsor, due tavole Paddle Surf Hawaii (una 8’ Ripper e una 9’2”) e una pagaia Kialoa Methane. Natura incontaminata, animali di ogni genere, tramonti mozzafiato e lui, l’Oceano Pacifico, che con le sue onde regala infinite session dall’alba al tramonto, per la felicità dei suoi abitanti, i cosiddetti “Ticos”, e dei numerosi surfisti provenienti da ogni parte del mondo, che ogni anno scelgono questo meraviglioso scenario per viversi il mare a 360°. Ammettiamo che, soprattutto per chi viene dall’Italia, immergersi in acque sempre calde, trovarsi con l’imbarazzo della scelta di fronte alle più svariate tipologie di onde, scegliere se andare in spot dove surfare solo destre o sinistre, e avere l’opportunità di farlo tutti i giorni dalla mattina alla sera, sembra quasi troppo bello per essere vero, e di sicuro, fa venir voglia di comprare un biglietto di sola andata. Imbarcate le valige e le attrezzature, tra cui oltre alle sopra citate, un’immancabile tavola da surf, non resta che aspettare 16 ore di volo prima di atterrare all’aeroporto di San Jose e dirigerci al primo albergo dove passare la notte, l’Hotel Los Volcanes, a soli cinque minuti di taxi. La mattina seguente, dopo aver ritirato la macchina a noleggio, rigorosamente una 4x4, viste le numerose strade sterrate e porta pacchi per le tavole, Emanuele ci porta a visitare il Farfallario della capitale, il Butterly Farm, dove in un incantevole giardino è possibile passeggiare circondati dalle specie di farfalle più rare e belle, per poi dirigerci subito dopo verso la nostra prima tappa, Marbella, a nord della costa pacifica, ormai una meta fissa del nostro “wozer” negli ultimi anni.

MARBELLA Questa località, costituita da vasti terreni in cima alle colline, totalmente circondati dalla natura, dista tuttavia solo pochi minuti in macchina dal mare, oltre a godere di un’ottima posizione centrale trovandosi a metà strada tra Tamarindo e Mal Pais. Da qui, inoltre, è possibile raggiungere le migliori spiagge e spot della costa del Guanacaste, come Playa Negra, Playa Avellana, Guiones, Tamarindo e la famosa Whitchis Rock (o Roca Bruca, in spagnolo), dove è possibile surfare l’onda nel parco di Santa Rosa che, dopo il famoso film “The Endless Summer 2”, ha fatto esplodere il turismo in Costa Rica. L’onda di Marbella è rinomata soprattutto per la sua “tubosa destra” che si rompe in un picco A-frame su roccia al centro della baia formando di fianco altri picchi surfabili; l’ideale per chi vuole divertirsi in pure session di tube54


Emanuele Guglielmetti a Santa Teresa.

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Santa Teresa.

riding, (aperta e veloce, apre tubi cristallini da 50 a 70 metri di lunghezza). Il fondale è sabbioso misto a roccia, e lavora per tutto l’anno con swell da N, NW, W, SW, S, altra caratteristica di questo spot è sicuramente la presenza di vento off-shore.

MAL PAIS Marbella è davvero l’ideale per chi vuole vivere nella tranquillità della natura senza per questo allontanarsi troppo dalle spiagge. Dopo una prima settimana di onde e natura selvaggia, la Woz Crew si rimette in macchina in direzione Santa Teresa, Mal Pais, altra meta fissa in cui Emanuele ama allenarsi durante la nostra stagione invernale e di cui si può considerare ormai un local. Questa cittadina è la più esposta della penisola Nicoya, sicuramente più turistica ma non per questo priva della cosiddetta “naturalezza”. Chilometri di spiaggia con picchi A-frame su BeachBreak, fondale sabbioso misto rocce con uno shape dell’onda che cambia a seconda della direzione dello swell. Qui troviamo mareggiate pacifiche provenienti da N, NW, W, SW, S, che permettono a chiunque, sia principianti che professionisti, di trovare le giuste condizioni per cimentarsi fra le onde. La residenza prescelta come ogni anno è il Barrio Azul, un piccolo agglomerato di casette e palafitte di legno, rigorosamente azzurre, distante appena 300 metri dal mare e da cui naturalmente è possibile sentire il rumore delle onde (oltre che delle numerose scimmie che scendono dalle montagne). Qui si vive tutti nello stesso spirito, quello di godersi a pieno ogni giornata di mare e di onde e, naturalmente, con la voglia di farlo insieme. Adiacenti al barrio ci sono invece altre due sistemazioni, il Griss e Il Principe del Pacifico, scelte come base dai giovanissimi amici e colleghi del Point Break con le loro famiglie e capitanati da Luca Pacitto. In queste meravigliose strutture, sempre a pochi metri dal mare, è possibile godere di ogni tipologia di comfort, ma soprattutto alloggiare in attrezzatissimi e rifiniti appartamenti in cui è assicurato un soggiorno all’insegna del relax, senza però rinunciare al contatto con la natura e ad un ambiente in pieno stile Pura Vida. Le giornate iniziano molto presto, all’alba le finestre e le porticine del barrio si cominciano ad aprire, e prima ancora di vedere sagome umane, la prima cosa che s’intravede uscire dalle porte sono le tavole da surf con i loro proprietari un po’ assonnati che si dirigono subito a controllare le condizioni del mare. Solitamente le possibilità erano due: o 56


Giordano Bruno Capparella.

non tornavano prima di tre ore o, se la marea saliva più tardi, tornavano per fare colazione, magari prendendo lo zucchero per il caffè sul tavolo della casa affianco. Durante la mattinata in spiaggia, oltre alle quotidiane lezioni di paddle surf e surf da onda tenute da Emanuele, anche tanti giochi, session fotografiche e allenamenti sull’Indoboard, ma soprattutto con le tavole tra le onde. Arrivati all’ora di pranzo si tornava casa, a volte in tre, in sei, altre in undici, ma tra la pentola più grande del vicino, pacchi di pasta da un 1 kg e il carretto di frutta e verdura che passava per la strada gridando “Melon, sandia, papaya!”… da mangiare ce n’era sempre per tutti. Dopo pranzo musica, amache, relax, e naturalmente il quotidiano controllo del meteo per le mareggiate, per poi correre nuovamente in spiaggia per un’altra session, fino a che il sole cominciava a calare, e mare e cielo sembravano un specchio di colori che passavano dal rosa all’arancione regalandoti un paesaggio sorprendente, fatto di tante sagome umane che surfano le ultime onde della giornata salutando il sole. La giornata sulla “playa” terminava così, con chi tornava subito a casa e chi decideva di prendere un aperitivo “casalingo” intorno ad un falò. La sera il barrio era illuminato solo dalle fioche lampadine delle verande, dal cielo pieno di stelle e dalla luna, che quando è piena regala una luce

sorprendente, oltre a feste sulla spiaggia che durano fino a tarda notte. E quando il mare, anche se raramente, decideva di riposarsi un po’, o semplicemente mostrarsi più modesto, Emanuele, ormai esperto della zona dopo molte stagioni passate qui, organizzava giornate fuori porta con quad, macchine e pranzi al sacco. Le attività da fare e i posti da visitare di certo non mancano in Costa Rica, e quando non si andava in altre spiagge, come ad esempio quella di Hermosa o di Los Suecos, adiacente al parco naturale di Capo Blanco, andavamo alle cascate di Montezuma, dove è possibile cimentarsi in tuffi, arrampicate e lanci con le liane, oppure un’intera giornata di Canopy nella fitta giungla, per osservare la vegetazione agganciati a un cavo e sospesi fra gli alberi ad alta velocità. Altre volte invece organizzavamo gite alle riserve naturali o uscite di gruppo con i paddle surf per ammirare i tramonti in mezzo al mare, spesso fermandoci al ritorno presso i pescatori di Mal Pais per comprare il pesce fresco da cucinare la sera alla brace. Ma quando si vive per alcuni mesi in un luogo dove il mare ne è il protagonista, non sei proprio tu a decidere come vivere le tue giornate, diciamo piuttosto che sono le condizioni del mare stesso a suggerirti cosa fare. E quando nel paese cominciano a girare voci che sta per entrare un grosso swell, in quella parte o l’altra della costa, si crea una sorta di eccitazione-agitazione, con un unico scopo, quello di capire dove e quando per partire il prima possibile.

Lo spot di Santa Teresa.

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Emanuele Guglielmetti sulla sinistra world class di Pavones.

La Pura Vida in Santa Teresa.

decidere di partire l’indomani mattina. Ore 10.00 del mattino, furgoncino con nove Wozer a bordo, zaini e tavole incastrate alla perfezione e pronti a partire per una settimana, con noi anche l’amico e collega Giordano Bruno Capparella che ci ha raggiunto in Costa Rica. Il viaggio per raggiungere Pavones sarebbe stato molto più lungo se per fortuna non avessero aperto la nuova strada, la Caje Costanera, che di nuovo aveva semplicemente una cosa, l’asfalto! Per alcuni può sembrare scontato, ma di certo non in Costa Rica. Primo stop Paquera, dove abbiamo preso il traghetto per arrivare dalla penisola all’altra parte del golfo, a Puntarenas. Ripresa la macchina siamo scesi per tutta la costa passando per Jaco, Manuel Antonio e Playa Dominical, dove ci siamo fermati per una cena veloce (non così veloce visto che siamo arrivati a destinazione solo all’una di notte). Pavones è davvero immersa in una vegetazione fitta e silenziosa, ed essendo ormai tardi, anche se tentati di andare subito a vedere lo spot, abbiamo deciso di fermarci all’ostello Cabinas e Cafè de la Suerte, un carinissimo bar ristorante vegetariano con quattro confortevoli appartamenti di fronte al mare. Solo la mattina, uscendo dalle camere alla ricerca di un caffè, guardandoci intorno abbiamo capito che si tratta davvero di una meta di passaggio, si viene fin qui per surfare qualche giorno e poi spostarsi altrove, ed oltre a due ostelli e alcune “sode”, (ristoranti locali presenti ovunque in Costa Rica, in cui il piatto must, per non dire l’unico, è il Casado, un piatto a base di riso, fagioli, verdure, carne o pesce), non c’era nulla se non l’oceano. Inutile dire che Emanuele e gli altri “wozer” dalla prima mattina fino a pochi minuti prima di ripartire, non sono mai usciti dall’acqua se non per ritornare a piedi al point e possiamo confermare che Pavones è una meta da non perdere, perché guardare quest’onda che rompe a sinistra e sembra non finire mai è uno spettacolo per gli occhi oltre che per chi la surfa, e si è davvero in tanti in line up pronti a cavalcarla con l’unico scopo di farlo il più a lungo possibile.

PURA VIDA

La Woz Crew.

PAVONES Eravamo tutti nel barrio all’ora di pranzo e naturalmente stavamo controllando le mareggiate sul meteo, quando Nick, longboardista D.O.C, è arrivato pronunciando ripetutamente una sola parola, Pavones. Questa famosa località è situata sulla costa sud del paese, nella parte interna del golfo di Osa, ed è rinomata per essere la padrona indiscussa dell’onda “sinistra” world class, che nelle migliori condizioni può raggiungere fino a 1 Km di lunghezza. Da aprile a settembre le swell provenienti da sud s’intensificano attivando il point in tutta la sua meravigliosa perfezione, anche se comunque è possibile vederlo lavorare anche durante i mesi di febbraio e marzo. Lavora con le swell consistenti provenienti dal sud e, a seconda delle sezioni, l’onda che srotola su un ciottolato di roccia lungo la foce del Rio Claro diventa più o meno veloce e ripida, con lunghe sezioni tubanti. Fatta questa invitante premessa, cosa fare? Il meteo diceva una cosa e i Ticos un’altra, e non essendo proprio dietro l’angolo ci dovevamo fidare di uno dei due, a dire la verità non c’è voluto poi molto prima di chiudere il computer e 58

Dopo cinque giorni risaliamo in macchina, pronti per riaffrontare un intero giorno di viaggio e tornare a casa, con una piccola sosta per salutare i coccodrilli di Jacò, che sembrano essere cittadini a tutti gli effetti, e all’aeroporto di San Jose per lasciare il nostro Giordano che a malincuore rientrava in Italia. Tornati a Santa Teresa ci siamo fermati per un po’, nel senso che abbiamo lasciato la macchina parcheggiata per dedicarci alla meraviglia che distava solo pochi metri da casa. Se dovessimo fare un elenco di tutti i “wozer” che si sono imbarcati su ogni tipo di compagnia aerea, chi più fortunato chi meno, affrontando scali e coincidenze che all’andata non pesano affatto, ma a due giorni dal ritorno ti fanno venir voglia di perdere l’aereo, non basterebbero altre due pagine. Scorrere le foto di tre mesi e vedere quante persone sono arrivate, andate via, passate per il barrio o semplicemente ospitate sulle amache o ovunque ci fosse qualcosa che potesse essere considerato un letto, ma soprattutto vedere quanti sorrisi e momenti di condivisone ci sono stati, trasmette esattamente l’energia e le emozioni che sono state vissute durante tutto il W.O.Z. Surf Camp organizzato in ogni minimo dettaglio da Emanuele. Il Costa Rica è davvero un luogo pieno di energia positiva dove, oltre allo sport e alla natura, si impara a vivere secondo la filosofia degli abitanti del luogo, una filosofia di vita basata sul rispetto e la gentilezza e fondata sul principio di vivere positivamente ogni momento della giornata. Spesso bastava guardarsi semplicemente in faccia o intorno, senza dire una parola, per capire che eravamo tutti veramente in quello che si dice Pura Vida! Il ritorno in Italia per il nostro atleta Guglielmetti non è stato tuttavia così drammatico, dato che entusiasta del feeling instaurato con le sue nuove tavole, ha già in programma nuovi trip per tutto il litorale laziale e toscano, senza dimenticare un’altra meta ormai fissa come la Sardegna. E per chiunque sia interessato a visitare questo paese consigliamo di parlare direttamente con Emanuele, che oltre a farvi venire voglia di partire immediatamente con i suoi racconti, sarà in grado di fornirvi ogni tipo d’indicazione per un viaggio all’insegna delle onde e della famosa naturalezza.


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Scuola ai bambini nella spiaggia di Zdrilca, isola di Marinkonac. Incontri troppo ravvicinati nel porto.

La piazzetta di Hvar prima dell’aperitivo.

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Agli inizi di luglio il versante italiano dell’Adriatico comincia già ad affollarsi di vacanzieri estivi e la nostra sempre bella riviera del Conero non ne avrà male se per qualche giorno la abbandoniamo per immergerci in una piccola avventura fatta tutta di natura e sport. L’armatore è un ottimo supper e quindi le 3 tavole che decido di portare trovano facilmente alloggio sulla coperta della barca, anzi ne aumentano il fascino ben sistemate sulla murata di sinistra; le ragazze sono entusiaste dell’idea e già non vedono l’ora di remare tra le mille baie che incontreremo sulla nostra rotta. Salpiamo all’alba dal porticciolo di Numana (poche miglia a sud di Ancona) e, dopo 140 miglia con la prua diretta a sud est, raggiungiamo Hvar, probabilmente l’isola più rinomata della costa croata, considerata addirittura una delle 10 isole più belle del mondo; ne capiamo immediatamente il perché, infatti, dopo aver sbrigato le pratiche doganali ancoriamo la barca tra gli isolotti delle Pakleni ed, armati i nostri SUP, scopriamo che è tutto un susseguirsi di calette ed insenature; il tempo qui sembra essersi fermato ed anche noi senza fretta pagaiamo nell’acqua blu e cristallina al largo di Hvar, tra la curiosità di alcuni turisti inglesi che ci vedono scivolare eleganti sull’acqua a fianco delle loro imbarcazioni. La Croazia ha la sua forza nella bellezza naturale del mare e delle coste. È davvero un paradiso che non è ancora così conosciuto (per fortuna), facile da raggiungere dalla sponda italiana e con molte insenature e isole ancora tutte da scoprire. Il mare è limpido, chiaro e pulito, quasi irreale. Se decidi di andare in Croazia a largo dell’isola lunga o più a nord verso l’Istria, oppure tra le incantevoli Incoronate o più a sud fino ai confini con il Montenegro non lo fai sicuramente per le onde da surfare, ma perché vuoi farti avvolgere da profumi, colori e sensazioni antiche, quasi ancestrali, eppure nuove e da scoprire anche in pochi giorni, accompagnati da un clima piacevole di inizio estate. Il SUP è banalmente, ma in modo assolutamente indicato, la ciliegina sulla torta, anzi forse qualcosa di più, perché davvero la Croazia è un piccolo paradiso per chi ama pagaiare in solitudine o in compagnia tra le centinaia di isole, molte delle quali immerse in un vero e proprio parco naturale ma tutte ugualmente ideali per infinite avventure ed esplorazioni. Puoi partire senza meta, raggiungere l’isoletta che vedi in lontananza (le distanze sono abbordabili), proseguire verso la costa frastagliata e rocciosa per scoprire poi dietro l’angolo una laguna deserta incredibilmente blu, circondata da boschi, mentre la tua ombra ti segue sul fondo. Ti tuffi e scopri che ci sono almeno 10 metri di fondale, è proprio la trasparenza ad ingannarti. In fondo, tra le rocce, una spiaggia bianca di sabbia fina. Ci chiediamo ancora una volta se è davvero Adriatico. Proseguiamo pagaiando ancora per un po’ ed ecco tra gli alberi un ristorantino all’aperto con pochi tavoli e gente piacevole che ti viene ad accogliere, cordiale molto più di quanto si creda; non possiamo che cedere ad un po’ di pesce fresco, un bicchierino di vino e alla brezza di un patio fiorito e poco importa se, al ritorno, la pagaiata non sarà vigorosa come all’andata… non c’è fretta, mai! Si sta così bene che stiamo pensando di campeggiare con le tavole qui la prossima volta, dobbiamo ricordarci di questo posto, dobbiamo ricordarci di tutto! Ci siamo ritemprati ed il ritorno in SUP verso la barca ci fa notare dettagli nuovi che all’andata ci erano sfuggiti, ogni scorcio merita attenzione! Le nostre tavole continuano a scivolare leggere sull’acqua che sembra aver cambiato colore… alziamo la testa e il sole comincia il suo calare ad est… ci godremo il tramonto tra poco. È ora di dirigersi verso il porto di Hvar e concederci un passeggiata in piazzetta e, perché no, un po’ di shopping girando tra i negozi caratteristici dei vicoli anche se l’articolo che sembra suscitare maggiore attenzione tra i turisti internazionali sono proprio in nostri SUP, che fanno mostra di sé sul lungo porto ben alloggiati ora sulla plancetta di poppa della barca. Che giornata meravigliosa abbiamo trascorso, ci coglie quasi un po’ di malinconia per il fatto che sia passata, ma è solo un attimo…. un sorriso del nostro armatore ci ricorda che ne abbiamo altre da trascorrere qui e tanto altro da scoprire con i nostri SUP.


Margherita si allontana per un bagno nelle acque blu di S.Klement.

Marcello e Margherita escursione quotidiana alla scoperta di nuove calette.

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ATTREZZATURA L’obbiettivo è l’avventura, ricerca di posti incontaminati dalla luce perfetta. Quindi la scelta va su tavole veloci, adatte alle lunghe distanze, meglio scegliere pagaie leggere e performanti. Fate sempre attenzione alle vostre escursioni, studiate il percorso sulle carte, calcolate sempre il vento che nelle ore centrali della giornata può aumentare di intensità anche oltre i 20 nodi e potrebbe complicarvi non poco il ritorno a casa. Fate in modo quindi che il rientro sia sempre a favore di vento. Fare campo base su una barca è la cosa migliore, ma la Croazia si può raggiungere facilmente anche in traghetto dai più importati porti italiani.

COME ARRIVARE Se viaggiate in auto, in autobus o in treno, dovete raggiungere Split o Drvenik, in Dalmazia centrale, da dove si può proseguire con il traghetto. I traghetti con eventuale trasporto di macchine navigano da Split (Spalato) a Stari Grad (Cittavecchia) e da Drvenik (a sud di Makarska) a Sucuraj (San Giorgio) sull’isola di Hvar. I catamarani navigano da Split a Jelsa e a città di Hvar. I traghetti sulle linee Split - Stari Grad (l’isola di Hvar) e Drvenik - Sucuraj (l’isola di Hvar) navigano ogni giorno, così come i catamarani (Hydrobus) sulla linea Split - Jelsa e Split - isola di Hvar. Ci sono anche linee internazionali stagionali dall’Italia; Ancona - isola di Hvar (Stari Grad) e Pescara - isola di Hvar, così come la linea lungo la costa da Fiume (Rijeka) a Dubrovnik, con fermata a Hvar. Se viaggiate con l’aereo, i più vicini aeroporti internazionali sono a Split, Dubrovnik ed Isola di Brac (Brazza), da dove è possibile prendere l’autobus, taxi o rent-a-car per continuare fino al porto del traghetto a Split o Drvenik. Marcello, allenamento quotidiano

I nostri sup sempre con noi

INFO UTILI Documenti necessari: Per entrare in Croazia con la macchina è necessario possedere la patente di guida, il libretto di circolazione e la carta verde. Limiti di velocità e del tasso alcolico: Nei centri abitati la velocità massima permessa è di 50 km/h, fuori dai centri abitati 80 km/h, sull’autostrada 130 km/h, e quando segnali stradali non indichino diversamente. Secondo il nuovo codice stradale, nessun tasso alcolico nel sangue è consentito, ovvero solo il tasso alcolico di 0% è permesso. Sull’isola di Hvar è possibile trovare le stazioni di gas a Jelsa e nella città di Hvar, e durante l’alta stagione sono aperte per tutto il giorno. Rent-a-car: Il servizio Rent-a-car è disponibile in tutte le più grandi città in Dalmazia (Split, Dubrovnik). Sull’isola di Hvar si può affittare un’auto o scooter nella città di Hvar, Stari Grad, Jelsa e Vrboska (Verbosca). Cibo: Si mangia abbastanza bene sia carne che pesce, con prezzi di poco inferiori all’Italia. Evitate tuttavia i primi piatti e concentratevi su arrosti, fritto e pesce fresco. Vi consiglio l’aperitivo al Carpe Diem nel porto di Hvar. Moneta: Per il cambio conviene farlo nelle banche in Croazia. La moneta locale è la Kuna ma l’Euro è ben accetto. 1 Kuna = 0.1331 Euro Clima: Durante l’estate sull’isola il clima è secco e caldo durante il giorno. La notte i venti estivi di maestrale e tramontana rinfrescano. Gli inverni sono miti e brevi e la temperature scende sotto gli 0 °C rare volte. Ricca vita notturna a Hvar.

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LA TAVOLA di Fabio Giacomini

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Continuiamo a conoscere meglio la tavola da SUP, questa volta capiremo quali sono le differenze tra i principali tipi di bordi e poppe degli shape delle tavole.

BOTTOM TURN di Nicola Abatescianni

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Nicola ci spiega i movimenti fondamentali per eseguire un corretto Bottom Turn, la curva alla base del face dell’onda per risalire verso il lip.

CUT BACK di Emanuele Guglielmetti

L’esperto wave rider Emanuele ci fa vedere, guidandoci passo dopo passo, la tecnica del Cut Back.

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Ogni tavola Surfdei ha un cuore, ogni tavola è costruita alla vecchia maniera. Taglio del pane (anima) con archetto, coordinata da un longherone in compensato marino; shapata interamente a mano. Sotto la laminazione in vetroresina epoxi c’è uno strato di vero bamboo e non un foglio di carta colorato… Il motore dell’universo è la passione per cio che si fa. I maestri d’arte……. Amo il mare. Io e il mare siamo una cosa sola. Sogno nel mare da quando avevo 16 anni ora ne ho 48 da allora non ho mai smesso. estate inverno per me non fa differenza. se devo scegliere preferisco l’inverno dove il mio essere si esprime nella sua piene essenza libero da ogni condizionamento e puro. Ho girato piu parti del mondo alla ricerca delle onde e del sogno “la libertà nel mare” si ho trovato la mia dimensione ora lo so. Ora questa esperienza la dono a chi la vuole tramite le mie tavole i corsi di sup. spero di trasmettere questa PASSIONE nel migliore DEI modi…….. I MAESTRI D’ARTE Simone Bartolacci Mr Surfdei

Ogni fase della costruzione è fatto manualmente da vecchi artigiani; ogni tavola ha un’anima… una sua individualità, perchè costruita artigianalmente. Nell’ ampio mercato di surf e sup, la maggioranza delle tavole è fatta in maniera computerizzata, niente operaio, non c’è il vecchio archetto, niente longherone ma un pane senza anima, fatto dal computer. Si usa il sistema sandwich con airex o altri materiali isolanti: le tavole sono dure, ma quella rigidità nelle onde la senti, soprattutto nelle nostre condizioni: la tavola rimbalza nervosamente mettendo a dura prova caviglie e ginocchia. Tavole belle ma senz’anima. Questo non vuol dire che le mie tavole sono le migliori, ma sono garantite perchè elaborate, testate personalmente e prodotte in maniera interamente manuale: ogni tavola Surfdei è un pezzo unico. Se notate, nelle gare in coppa del mondo non ci sono tavole di serie; sono tutti custom, chissa perchè… Ogni uomo ha un cuore, ogni tavola ha un cuore. Simone Bartolacci Mr Surfdei


LA TAVOLA PARTE III

RAIL E POPPE Testo di Fabio Giacomini e Beppe Cuscianna

Lo shaper, con uno skill di molti decenni, è paragonabile a un ingegnere e a un designer che crea, secondo la propria personale esperienza, il suo concetto di tavola da usare in una determinata condizione e per una determinata persona. Lo shaper unisce assieme i vari elementi di una tavola creando il prodotto più giusto per il surfista; la prerogativa della tavola custom consiste nel poter creare qualunque tipo di tavola per qualunque tipo di onda e per qualunque tipo di surfer, beginner o advanced. Senza entrare in dettagli troppo tecnici, secondo noi la diffusione di molte nozioni tecniche potrebbe alimentare maggior confusione nella comunità di praticanti del SUP, pertanto spiegheremo in questa terza parte i rail e le poppe più utilizzati dalle maggiori aziende produttrici di SUP, le quali ora producono una quantità di modelli per tutti i gusti. RIDER: Paul Jackson LOCATION: Australia FOTO: Andrew Shield

Il rail, o bordo, consente alla tavola l’esecuzione della manovra, è una delle parti fondamentali della tavola assieme al bottom shape e al rocker line. Il bordo è quello che taglia la parete dell’onda e ci permette di effettuare le manovre che possono essere ampie o strette, fluide o nervose, veloci o più lente. Il bordo più consigliato per un principiante è quello delle tavole all round, dove si può ottenere una facile risposta anche in condizioni di poca velocità.

I RAIL MID o bordo 50/50. È un bordo perfettamente simmetrico, infatti dalla linea di mezzeria del bordo stesso la sua forma verso il top e il bottom della tavola è identica. Molto usato negli old style longboard. ROLLER è un bordo che di solito accompagna un dome deck, cioè il top della tavola non piatto, come è normalmente, ma convesso. Diciamo un 70/30 come forma, cioè schiacciato verso il bottom. Usato sopratutto per tavole tipo gun o da onde molto grosse, per tagliare la parete in maniera più profonda. 68

BOXY o bordo a scatola. È un full rail praticamente quadrato con gli spigoli arrotondati, molto usato per condizione di surf small. Questo tipo di bordo non taglia quasi per nulla l’acqua facendo mantenere la velocità alla tavola. LOW o Pinched rail è un bordo 60/40. È forse il più usato nel surf da onda, il giusto compromesso per ogni tipo di tavola e di onda, un po’ come un modello di tavola all-round; va bene un po’ per tutto. TUE (Tucked Under Edge) venne introdotto nei primi windsurf wave custom negli anni ‘80; in sostanza si tratta di uno spigolo sotto al bordo di tutta la tavola che se spostato più o meno verso prua, a seconda del tipo di tavola che lo shaper ha progettato, modifica l’andatura della tavola stessa. Usatissimo nei windsurf e kitesurf monodirezionali per aiutare la bolina.


POPPE Le poppe delle tavole da SUP possono essere divise in tre grandi gruppi: 1. poppe che mantengono il bordo della stessa lunghezza della tavola; 2. poppe che rendono il bordo più lungo della tavola; 3. poppe che rendono il bordo più corto della tavola. Le poppe che determinano un bordo più lungo della tavola renderanno queste più lente e con un raggio ampio di curvatura, quelle che invece lo configureranno più corto ne caratterizzeranno l’estrema aggressività e raggi di curva molto stretti. Infine le poppe con la stessa lunghezza di bordo rispetto alla tavola le consideriamo all-round, cioè adatte un po’ a tutto; in esse la forma della poppa stessa determinerà le prerogative maggiori della tavola.

GRUPPO 1 FISH, SWALLOW e BAT. FISH e SWALLOW tail presentano pressappoco lo stesso tipo di poppa; la SWALLOW risulta più dritta nella forma delle codine, mentre la FISH ha punte più arrotondate che la rendono questa più morbida e loose rispetto alla SWALLOW. Di solito si usano poppe SWALLOW su outline e profili moderni e aggressivi che devono però mantenere un po’ di hold durante la manovra. Le poppe FISH invece vengono usate sopratutto su tavole retrò e fish 70’s, sulle quali questo tipo di tavole si adatta perfettamente consentendo di lavorare l’onda con manovre lisce e pulite ma non esageratamente veloci. BAT TAIL. Questo tipo di poppa viene prevalentemente utilizzato su tavole quad a quattro pinne, le quali hanno una superficie di poppa molto larga dando così molto lift alla stessa, le piccole punte laterali aiutano a rendere più facile il turning poichè queste si comportano come dei punti di pivot, e questa è la caratteristica principale di tutte le poppe con forme appuntite.

GRUPPO 2 DIAMOND Questa poppa rende il bordo più corto della tavola stessa consentendo di ridurre il raggio di curva, l’angolo della cuspide centrale inoltre può essere più o meno aperto determinando un surf più o meno aggressivo nelle manovre, in ogni caso estrema velocità in uscita dalla curva con questa

Lo shaper Fabio Giacomini

poppa, in quanto il bordo più corto e il pivot centrale della cuspide la rendono simile a una poppa pin tail, pur mantenendo la larghezza di una poppa squash. Chiaramente, come tutte le poppe estreme, questa si utilizza su tavole radicali di solito lunghe per un surf appunto radicale che però perdona qualcosa negli errori d’impostazione della curva, avendo questa una superficie ampia.

GRUPPO 3 SQUASH, SQUARE, ROUND SQUARE, PIN e ROUND. SQUASH, SQUARE e ROUND SQUARE sono sostanzialmente poppe dello stesso tipo con delle minime variazioni che però nelle tavole custom high performance fanno la differenza. Diciamo che la poppa capostipite di partenza è la SQUARE, cioè una poppa quadrata con spigoli pronunciati che nella poppa SQUASH vengono smussati, mentre nella ROUND SQUARE vengono proprio arrotondati. Cosa cambia? Partiamo nel considerare che queste poppe di solito, vista la grande superficie del tail che la loro forma determina, sono destinate a tavole da principianti all-round e in ogni caso adatte a un surf small per i pro. È infatti la poppa con più lift in assoluto, però molto lenta in andatura e manovra. Nel tempo si è quindi cercato di velocizzare le tavole con tali poppe arrotondando sempre di più gli angoli. Le poppe SQUASH e ROUND SQUARE infatti aiutano molto di più in manovra e riescono a far mantenere una maggior velocità alla tavola stessa. ROUND e ROUND PIN sono le poppe per tavole estreme, la prima per onda piccola ma potente, la seconda per onda grossa. Il round tail è la poppa che non perdona perchè non dà lift alla tavola e non permette di sbagliare la curva in entrata durante la manovra. Se si sbaglia si cade. Predilige onde veloci e pulite, non choppy. Sicuramente con quella condizione è la poppa che permette di performare al massimo con una tavola di shape moderno ed aggressivo. Il ROUND PIN è sostanzialmente la stessa poppa ma usata solo per le tavole GUN o SEMI GUN, cioè con onde grosse o giganti. In questo caso la poppa non ci serve per fare manovre radicali, cosa quasi impossibile su onde enormi, ma ci serve, vista la sua forma a punta, per farci prendere più velocità possibile per scappare dal curl dell’onda che, se ci prendesse, potrebbe crearci seri problemi. Inoltre tale shape di poppa permette anche di togliere molto materiale nella parte terminale della tavola, materiale che darebbe problemi di stabilità alla tavola stessa con tali onde.

LOCATION: Furteventura FOTO: remedia

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BOTTOM TURN Testo di Beppe Cuscianna, Nicola Abatescianni Rider Nicola Abatescianni Foto di Beppe Cuscianna

Una volta che abbiamo imparato a farci trasportare dall’onda dopo il take off ed esserci posizionati in surf stance (non più con i piedi paralleli ma posizionati in goofy, destro avanti, o regular stance, sinistro avanti), è ora di provare a fare la nostra prima surfata, ovvero una serie di curve eseguite sul face dell’onda. La curva eseguita sulla base dell’onda per risalire verso il lip si chiama Bottom Turn.

HOW TO DO FOTO 1. Subito dopo il take off, scendete verticalmente dall’onda acquisendo velocità, mantenendo l’equilibrio in posizione di surf stance, abbassando il baricentro, piegando leggermente le gambe e mantenendo il peso proteso in avanti, tenendo la tavola il più possibile piatta sull’acqua. FOTO 2. Senza perdere la planata incominciate a impostare il bottom turn spostando il piede posteriore sul bordo della tavola. Mentre il piede davanti si mantiene fermo nella posizione iniziale, mantenendo l’equilibrio. FOTO 3. Proiettando il corpo all’interno della curva sfruttiamo l’appoggio del piede posteriore, mantenendo sempre il peso sul bordo, imprimendo così un’inclinazione alla tavola che ci permetterà di utilizzare il rail, incominciando a usare il piede posteriore pivot.

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FOTO 4-5. La tavola inizierà a effettuare un raggio di curvatura, appoggiando la pagaia in acqua la utilizzeremo come appoggio e come fulcro della curva. In questo momento lo sguardo sarà rivolto sempre all’interno della curva per controllare l’onda e per imprimere al corpo una rotazione che ci aiuterà nel bottom turn. FOTO 6. Bisogna stare molto attenti a non accentuare molto il peso sul piede posteriore in quanto la tavola potrebbe perdere velocità facendoci perdere l’inerzia per risalire l’onda. Attenzione anche a non appoggiare il peso sulla pagaia in quanto la tavola potrebbe stringere il raggio di curvatura, radicalizzando molto la manovra.


ATTENZIONE!!! FOTO 7-8-9. A questo punto manteniamo la nostra velocità ed equilibrio acquisiti, in modo da poter restare nel nostro raggio di curvatura. La tavola continuerà il suo corso di rotazione iniziando così a risalire dalla parte bassa dell’onda al lip.

Appoggiando la pagaia in acqua la utilizzeremo come appoggio e come fulcro della curva.

FOTO 10. Una volta arrivati sulla parte alta dell’onda alziamo il tallone e premiamo con la punta sul bordo della tavola, così facendo alleggeriremo il piede anteriore e riusciremo a superare il lip senza grossi problemi. Cerchiamo di restare il più bassi possibile e aiutiamoci con la pagaia nel caso si dovesse recuperare l’equilibrio. FOTO 11. Questa manovra ci aiuterà molto anche quando dovremo uscire da un’onda che fa close out.

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CUT BACK “ROUND HOUSE” Testo di Emanuele Guglielmetti Foto di Roberto Apuzzo

La manovra che generalmente si esegue durante la surfata dell’onda dopo il Bottom Turn, visto nelle pagine precedenti, è il Cut Back. Emanuele Guglielmetti, specialista del settore, ci spiega come seguire al meglio questa curva. Il vostro scopo sarà quella di rendere il Cut Back sempre più radicale e veloce per arrivare ad alzare montagne di acqua, il cosidetto spray.

INTRO

HOW TO DO

Il Cut Back è quella manovra che permette di ritornare verso la parte più ripida dell’onda e si può eseguire con diversi gradi di aggressività; partendo da un cut Back Round House con raggio di curva molto ampio e passando per uno Slash Back con una curva più stretta, arriviamo allo Snap Back con una curva veloce e radicale che alza un notevole spruzzo d’acqua, fino ad arrivare al più estremo Cut Back Tail Slide 180°, che vedremo più avanti. E ora iniziamo con il più basico e naturale Cut Back Round House.

Foto 1-2. Usciamo da un Bottom Turn con una buona velocità che ci permetta di raggiungere il lip mantenendo il peso centrato sul lato della tavola rivolto verso la parete. Foto 3-4. Arriviamo sul lip aumentando la pressione con il piede posteriore aiutandoci con la pagaia e facendola passare dietro la poppa della tavola, verso l'interno della curva, per avere più stabilità, iniziamo così a rivolgere lo sguardo verso l'interno della curva per poi permettere al resto del corpo di seguirlo. Foto 5-6. Ruotando la testa e le spalle verso la parte interna dell’onda, progressivamente sposteremo il peso del corpo sui talloni.

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Foto 7-8-9. Facendo forza con il piede posteriore spingeremo il bordo interno della tavola verso l’acqua, permettendo alla tavola e al corpo di chiudere la curva verso l'interno dell’onda. Doseremo così la velocità e la radicalità della manovra a seconda della pressione impartita sulla tavola e la velocità della rotazione testa-spalle.

ATTENZIONE!!! Per estremizzare il vostro Cut Back aumentate la pressione con il piede posteriore aiutandovi con la pagaia e facendola passare dietro la poppa della tavola.

Foto 10-11-12. Completata la curva, riporteremo il peso del corpo verso il centro tavola permettendo alla stessa di riprendere la giusta velocità per continuare la surfata. Foto 13-14-15. Una volta ritornati nella parte più ripida dell’onda, grazie al nostro Cut Back, siamo pronti per affrontare una nuova curva impostando un nuovo Bottom Turn con la giusta velocità e spinta dell’onda.

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SPoT GuiDE

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Testo e foto di Chase Kosterlitz

Per molti fare SUP in pantaloni corti nel mese di gennaio è un sogno, specialmente negli spot dell’America Settentrionale. Qui a Miami invece questa è una realtà, anzi è quasi routine e non c’è neanche bisogno di andare in posti esotici. Nel corso degli ultimi anni il SUP si è allargato a macchia d’olio nelle acque della zona di Miami e si è ormai radicato in profondità nella cultura degli sport acquatici locali, proprio come le radici delle mangrovie che ornano le coste, creando un paesaggio surreale e suggestivo per fare lunghe remate in tranquillità. Pensa di scivolare senza fare la minima fatica con un SUP mentre esplori le acque turchesi delle numerose lagune di Miami, passando vicino alle spiagge bianche piene di turisti e gente che prende il sole. Che tu sia un guru esperto del SUP o un combattente della domenica, Miami rappresenta un vero e proprio paradiso per tutti i SUPer ed offre un’enorme varietà di location con diverse condizioni. Non dimentichiamo poi l’eccezionale vita notturna, che è il modo perfetto per concludere una perfetta giornata di sano paddling all’aperto!

Recentemente io e Chase Kosterlitz, Campione Mondiale 14’ nel 2011, ci siamo diretti verso Miami, constatando in prima persona il suo potenziale enorme e facendolo entrare con prepotenza tra uno dei migliori spot per il paddling negli Stati Uniti. Chase, che ormai vive in Florida da oltre 10 anni, ha avuto la fortuna di vivere in un posto dove si ha la possibilità di fare paddling tutto l’anno, senza fare il minimo sforzo. Per molti SUPer, comunque, l’inverno rappresenta un periodo in cui riposare un po’ i muscoli provati, aspettando con ansia l’inizio della nuova stagione. Alcuni aficionados del SUP però sono troppo impazienti e si coprono di tutto punto per riuscire ad uscire a far SUP anche con un freddo pungente. Se però remare assieme agli orsi polari non fa per te, allora basta che vai nella Florida meridionale e potrai uscire tutto l’anno in bermuda, anche nel

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bel mezzo dell’inverno! Miami rappresenta sicuramente una delle location marittime più conosciute e frequentate del Nord America già dal 20° secolo, ed è anche circondata da una miriade di piccole isole e lagune con acqua bassa e cristallina, che rappresentano un paesaggio idilliaco per ogni SUP Rider. Si può remare lungo le spiagge, canali, canali cittadini, porti ed anche oceano aperto. Chase ed io abbiamo cominciato la nostra avventura da Biscayne Bay su un catamarano pieno zeppo di tavole da SUP Fanatic. La nostra prima destinazione era il piccolo arcipelago di isolette coralline al largo di Biscayne Bay, con un’enorme specchio di acqua piatta e cristallina, che


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crea condizioni perfette per remate lunghe, pacifiche e rilassate. La debolezza della brezza termica dell’Oceano Atlantico rende gli spot della zona ancora più perfetti e ci sono pochi nodi perfino d’estate. Mentre scivolavamo senza sforzo sul velluto trasparente ammiravamo le sfumature di verde smeraldo punteggiato dal bianco della sabbia e dal blu cobalto dell’acqua più profonda, scrutando dall’alto i reef che pullulavano di pesci ed altre creature marine. Bisogna assolutamente portare maschera e pinne ed immergersi per esplorare i reef e le varie lagune, quindi ci siamo diretti verso Stiltsville, sempre a bordo del nostro catamarano. Questa zona è davvero suggestiva, ci sono un gruppo di palafitte che emergono circa 3 metri dall’acqua della Biscaine Bay, poco prima di Cape Florida. La prima palafitta in legno a Stiltsville è stata costruita verso il 1920 e, al picco negli anni 60, questo quartiere acquatico era già composto di 30 abitazioni. Oggi però ce ne sono meno di 10, ma l’area è comunque una destinazione obbligata per qualsiasi SUP Rider! Dalle acque basse di Stiltsville, Chase ed io ci siamo diretti verso le 76

profondità dell’Oceano Atlantico ed abbiamo poi ancorato la nostra imbarcazione appena fuori da South Beach. Abbiamo preso le nostre tavole e remato verso riva, nel mezzo della vitalità di South Beach. È possibile vivere praticamente qualsiasi tipo di esperienza sull’infame Ocean Drive: dallo sbronzarsi a furia di frozen drink mentre mangi piatti tipici cubani, fino a far shopping nelle boutique di marca più costose, al fermarti dagli ambulanti per strada per guardare le loro performance eccezionali… South Beach è eccezionale sotto ogni punto di vista. Non hai voglia di portarti il tuo materiale da casa? Ci sono un’infinità di posti in cui è possibile noleggiare SUP ed alcuni offrono perfino dei tour guidati per ogni livello, ed anche lezioni per principianti da ottimi maestri. Per quelli che preferiscono surfare, invece, Miami offre anche spot con onda, specialmente durante i mesi invernali. Se stai cercando di vivere nuove esperienze sul tuo SUP, questa è sicuramente la destinazione giusta. Oltre alla rapida diffusione di gare ed eventi durante l’anno, ci sono ora un sacco di attività legate al pagaiare


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che possono farti scoprire nuove zone dell’area di Miami. Se ti dirigi a sudovest verso le Everglades, potrai remare nelle rare paludi di cipressi, lungo estuari marini punteggiati da migliaia di mangrovie nella zona di Ten Thousand Islands, con amache in legno che ti aspettano, ed il vario paesaggio marino Florida Bay. Puoi anche andare diretto lungo la US-1 verso Key Largo per fare lo snorkeling migliore della tua vita, restando sulla tavola da SUP. Ci sono centinaia di miglia di costa con e senza mangrovie, che sono l’habitat ideale per pesce vela, tonni e barracuda. Un sacco di locali infatti hanno adottato il SUP come imbarcazione per pescare, unendo anche il beneficio dell’esercizio fisico. Al tramonto del sole sei finalmente pronto per rilassarti un po’ dopo l’intensa giornata di paddling, e la vita notturna di Miami non delude mai. La città è cosparsa di alcuni dei migliori ristoranti di paese e ce n’è per tutti i gusti e per tutti i costi, dai peggiori bar con hamburger iper-unti, fino ai pasti di gourmet davanti all’Oceano. Dopo essersi rimpinzati per bene, si punta verso South Beach, la Mecca della vita notturna dell’intero Sud Est, che t’intratterrà fino al mattino. Che tu preferisca una birra fredda in un bar sulla spiaggia o drink esotici con ombrellini in club chic e lounge, la varietà della vita notturna di Miami, mescolata all’accoglienza dei locali, ti farà sicuramente tornare in futuro. Miami è facilmente accessibile da qualunque parte del globo, con arrivo all’aeroporto internazionale e coincidenze per i Caraibi, l’America Centrale e del Sud etc... L’Art Deco District of Miami è la zona in cui ci sono più hotel, appartamenti ed altri strutture storiche al mondo. Oltre ad essere patria di una delle spiagge più belle e ad offrire un’enorme varietà culinaria e vita notturna, Miami offre anche arte, musei, acquari ed eventi sportivi a livello professionistico. 78


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NEL PROSSIMO NUMERO: • Ci tufferemo insieme ai nostri eroi nelle acque e nelle onde delle Hawaii e dell’Africa per dei report di viaggi indimenticabili. • SUP adventure in Nicaragua inseguendo un grosso swell da sud che arriva da Tahiti per colpire le coste del Centro America portando con se delle meravigliose onde.

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Continua la nostra rubrica su come imparare a surfare le onde. Nuove interviste esclusive. Report di viaggi da mete vicine e lontane. Prova materiali e tanto altro ancora... CI RIVEDIAMO IN EDICOLA A GIUGNO!

RIDER Daniele Guidi LOCATION La Santa, Lanzarote FOTO Claudio Kraus Fanetti




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