Lartigue l'album di una vita

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PREFAZIONE BRUNO RACINE - ALFRED PAQUEMENT

Più di un quarto di secolo fa, Jacques Henri Lartigue ha donato allo Stato francese la totalità della propria opera. La moglie Florette ha contribuito ad arricchire questo prezioso corpus, che comprende non solo tutti i negativi e un cospicuo numero di stampe, ma anche gli scritti dell’artista e quello che costituisce il vero e proprio cuore della sua opera: i centotrenta spettacolari album che ripercorrono ogni singola tappa della sua lunga esistenza. Gli sforzi e il sostegno dell’ex presidente Valéry Giscard d’Estaing e dell’allora ministro della Cultura Jean-Philippe Lecat, nonché dei loro successori, hanno permesso al fondo di vivere nelle sale di esposizione permanente che il Grand Palais des Champs-Elysées ha dedicato a Lartigue. A Jean-Jacques Aillagon l’arduo compito di proseguire su questo solco con l’ambiziosa retrospettiva inaugurata dal Centre Georges Pompidou. Malgrado le numerose manifestazioni organizzate dal Fondo Jacques Henri Lartigue, infatti, gli album non avevano mai avuto modo di essere mostrati al pubblico. Troppo fragili e troppo difficili da esporre, non erano stati accessibili che a un ridotto numero di privilegiati. I miei ringraziamenti vanno dunque a Maryse Cordesse, presidentessa del Fondo Jacques Henri Lartigue, che ci ha permesso di concepire questa mostra in cui essi occupano un ruolo centrale. Negli album, ai quali l’artista si dedicò per tutta la vita, affiora in modo lampante il suo genio di “fotoamatore”. Se Lartigue tenette sempre a essere considerato tale, fu per poter registrare “di tutto e di più”, dalle ultime rappresentanti della Belle Époque ai primi aeroplani, dai salti alle cadute, dai tramonti ai piccoli profughi. Fu a soli otto anni, nel 1902, che quel bambino coccola-

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