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MENSILE D’ATTUALITÀ E APPROFONDIMENTO

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ANNO VII NUMERO 4 APRILE 2012

Un last minute o un giro del mondo non importa LA SODDISFAZIONE DEL CLIENTE VIENE PRIMA DI TUTTO.

Petteni “Qui ci vuole una svolta”

5 Comune I gioielli di Pisapia

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Società Sindrome da precario

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Consumi Una legge anti default

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QUESTIONI DI FAMIGLIA Perché ci si sposa di meno (in Comune e in Chiesa) e più tardi, perché si fanno meno figli e aumentano i single? Unioni di fatto, coppie multietniche, anziani soli, le aspirazioni delle donne. E le istituzioni stanno a guardare (o quasi).



SOMMARIO

IL PUNTO QUEL PASTICCIACCIO DELL’IMU Con l’approvazione degli ultimi emendamenti sulle scadenze per il pagamento dell’IMU, è stata introdotta, solo per il 2012, la possibilità di pagare il tributo sulle abitazioni principali in tre rate, 16 giugno, 16 settembre e 16 dicembre, nella misura di un terzo per ogni rata. Il versamento delle prime due rate di acconto, dovrà essere effettuato, applicando l’aliquote base del 4 per mille e la detrazioni base di 200 euro aumentata di 50 euro per ogni figlio minore di 26 anni, residente nell’abitazione principale. Col pagamento di dicembre, bisognerà versare il saldo, calcolato con le eventuali aliquote e detrazioni, deliberate entro settembre, dal comune.Resta invariato il calendario delle scadenze per il pagamento dell’IMU, sugli altri immobili, seconde case sfitte o affittate e terreni, le cui scadenze sono fissate al 16 giugno per l’acconto e al 16 dicembre per il saldo. Anche per questi immobili, l’acconto dovrà essere determinato, applicando l’aliquota base, del 7,6 per mille. Per quanto riguarda le modalità di pagamento, l’Agenzia delle Entrate, con la pubblicazione dei nuovi codici tributi, ha introdotto l’obbligo di suddividere, su righi diversi del modello F24, la quota di IMU, destinata allo Stato, rispetto a quella destinata ai Comuni. L’Agenzia nel corso dell’incontro con la Consulta Nazionale dei Caf, si è pronunciata in merito alle pertinenze, precisando che i comuni, non potranno modificare le regole generali sulle pertinenze per l’abitazione principale.È stato chiarito inoltre che la detrazione per i figli, spetta fino al compimento del ventiseiesimo anno di età e nel caso in cui la data del compleanno del figlio ricada nei primi 15 giorni le mese, si perde il dodicesimo di detrazione, relativo al mese di nascita del figlio. L’articolato quadro adempitivo, e i continui sviluppi normativi, stanno producendo un quadro interpretativo, particolarmente articolato e complesso, che rendono la gestione del tributo, macchinoso e di difficile gestione, per le persone comuni.Per evitare possibili errori, che verrebbero sanzionati, è opportuno affidarsi ad un Centro di Assistenza Fiscale. Vincenzo Vita Caf-Cisl Milano

DIRETTORE RESPONSABILE PIERO PICCIOLI p.piccioli@jobedi.it REDAZIONE via Tadino, 18 - 20124 Milano 02/36597420 Fax 02/70046866 info@jobedi.it Christian D’Antonio, Innocente Somarè (grafica e impaginazione) Sveva Stallone, Benedetta Cosmi COLLABORATORI: Daniela Bianchi, Maurizio Bove, Massimo Casiraghi, Mauro Cereda, Remo Guerrini, Michela Loberto, Maria Quarato,Tommaso di Buono, Giovanni Provasi, Cinzia Frascheri EDITORE JOB NETWORK - PROPRIETARIO DELLA TESTATA Cisl Milano Via Tadino, 23 - 20124 Milano Responsabile trattamento dati, legge 196/03: Piero Piccioli Reg. Trib. di Milano n.293 del 26/04/2006 Iscrizione Roc n. 17405 del 09/08/2008 STAMPA: La Serigrafica Arti Grafiche - via Toscanelli, 26 - 20090 Buccinasco (Mi) 02.45708456 - www.laserigraficasrl.org

COMMENTI

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Il dibattito sull’articolo 18 e l’etica in Regione Lombardia

ATTUALITÀ Una strage che non è un romanzo

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PROFESSIONI

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Partite Iva, per scelta e per forza

LA STORIA

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Da badante a imprenditrice

MUSICA

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Pino Daniele, Valerio Scanu e Carlotta Proietti

TEMPO LIBERO La novità dei parchi di divertimento Gardaland e Disneyland

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GIGI PETTENI

L’INTERVISTA

Il segretario della Cisl lombarda sollecita la Regione a cambiare rotta per uscire dalla crisi.

eMERGENZA SVILUPPO FORMIGONI SI DIA UNA MOSSA di PIERO PICCIOLI p.piccioli@jobedi.it

«Pdl sullo sviluppo, casa, Piano dei trasporti. Dalla Regione attendiamo risposte su queste grandi temi, decisivi per la ripresa della Lombardia e dell’intero Paese”. Gigi Petteni, segretario regionale della Cisl, ha bene in mente la situazione: i dati sulla disoccupazione, sulle aziende che non ce la fanno ad andare avanti e chiudono, sono un bollettino di guerra quotidiano. «Di tempo non ce n’è più molto. O facciamo qualcosa di concreto, e subito o altrimenti non ce la facciamo». E il primo a darsi una mossa deve essere proprio il governo regionale, Roberto Formigoni e la sua giunta, «Per troppo tempo ci si è preoccupati di altro - prosegue Petteni - e non dei problemi reali di una regione in declino. Quale Locomotiva, quale traino dell’economia nazionale, quale Europa? Forse non è chiaro a tutti, ma la Lombardia non cresce più già da prima della crisi. Nel primo trimestre del 2012 ci sono stati 317mila disoccupati, cifra mai registrata nel passato recente. Un governo regionale serio non può non tener conto di questo e deve intervenire. Il progetto sviluppo è stato approvato dal Consiglio regionale ma da solo non basta». La parola chiave di qualsiasi tipo di svolta è CRESCITA. «Sotto la pressione della crisi - è l’analisi di Petteni sono stati invertiti valori. L’esempio più lampante è la riforma delle pensioni che è stata fatta non per migliorare il sistema, ma per fare cassa. Gli effetti, vedi la vicenda degli esodati, sono sotto gli occhi di tutti. Sul lavoro, qualsiasi riforma del mercato che non sia accompagnata da un vero piano per lo sviluppo, è destinata da avere il fiato corto». Invertire la tendenza, ma come. L’impressione è che se ne parli tanto, ma di proposte ce ne sono poche. «Come ho già detto, è prima di tutto www.jobnotizie.it

una questione di volontà poltica senza la quale, è vero, si rischia di girare a vuoto. Un nuovo ruolo della politica che parta dalla realtà. Quali sono i fattori frenanti per la crescita delle aziende? Fondamentalmente tre: la burocrazia, la carenza d’infrastrutture, il credito insufficiente. Allora, a livello regionale e centrale, è da qui che bisogna partire: 1) ci vuole un piano straordinario per le infrastrutture che sia funzionale allo sviluppo del sitema economico territoriale e globale; 2) bisogna riuscire a spostare le risorse (i soldi) dalla finanza agli investimenti, attraverso la tassazione delle transazioni finanziarie e dei patrimoni e - contestualmente - la detassazione dei crediti alle imprese che, attraverso le briglie imposte da questo sistema bancario, prende i soldi a un tasso irrisorio dalla Banca centrale europea e poi non li ridistribuisce alle famiglie e alle imprese che rischiano di collassare; 3) infine, è fondamentale agire sul sitema delle imprese. Le nostre aziende, anche quelle dell’avanzata Lombardia,

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se vogliono stare al passo coi competitor internazionali (perché gli altri, è bene ricordarlo, si stanno muovendo) necessitano di una profonda innovazione di processo e di prodotto. Ad esempio, bisogna favorire l’aggregazione fra le aziende: le nostre sono mediamente troppo piccole e non ce la fanno a reggere il confronto con il mercato internazionale. Su tutto questo - è la cocnlusione di Petteni - il ruolo combinato di istituzioni e parti sociali è decisivo». C’è poi la grande questione del welfare, particolarmente importante in un periodo crisi. «Lavoro e welfare sono intimamente legati. Meno lavoro, meno soldi per i servizi sociali perché gran parte delle risorse che alimentano questo settore vengono proprio dagli accordi tra aziende e lavoratori. È quindi necessario tenere il welfare all’interno della contrattazione aziendale e territoriale, quella con gli Enti locali. In questo fase il problema maggiore è quello del cosiddetto welfare universale che riguarda anche chi non lavora e non è in pensione: le fasce più deboli della popolazione che non possono essere lasciate sole».

aprile 2012


FLASH HANNO DETTO Chiediamo la riduzione delle tasse per lavoratori, pensionati e imprese che investono, l’abbattimento del debito pubblico e le misure per stimolare la crescita.

RISPARMIO SIAMO TORNATI AI LIVELLI DEL 1995 Per l’Istat nel 2011 la propensione al risparmio delle famiglie è scesa al 12%, il valore più basso dal 1995, con una diminuzione di 0,7 punti percentuali rispetto al 2010. Questo succede perchè il reddito disponibile (+2,1%) cresce meno rispetto alla spesa per consumi finali (+2,9%). «Troppi suicidi, troppi fallimenti economici familiari, troppa disoccupazione, troppe tasse rappresentano una miscela esplosiva - dichiara il segretario generale di Adiconsum, Pietro Giordano che rischia di portarci all’emergenza sociale».

RAFFAELE BONANNI

segr. generale Cisl

Il mercato è più fluido, si assume solo con commesse certe. Serve sempre più lavoro “just in time”. JEFFREY JOERRES

presidente Manpower Group

Occorre rendere conveniente la produzione in Italia. L’Irap è un’imposta distorsiva che scoraggia.

INCIDENTI ECCO COME SI FANNO LE STATISTICHE Il record negativo è della Sp 35 Milano-Meda, dove tra il 2005 e il 2010 ci sono stati 211 incidenti con 4 morti e quasi 300 feriti. Sulle strade si muore ancora ma per l’Istat nel 2010 gli incidenti sono stati poco più di 4mila in Italia, in calo rispetto all’anno precedente. Per i parenti delle vittime però l’Istat conteggia male i decessi: se la morte avviene dopo l’evento su strada, la vittima non è computata tra le stragi delle auto. E tra le prime cause c’è sempre la violenza stradale.

IL GOVERNO CI SPIEGA COME SEMPLIFICA L’ITALIA Se l’amministrazione non conclude “la pratica” nei tempi stabiliti, il cittadino o l’impresa possono ricorrere ad un dirigente appositamente designato. Sembra un avviso al pubblico danese invece è il testo con cui il Governo inaugura il volantino che spiega il decreto semplifica-Italia. Residenza in tempo reale, scadenza dei documenti più semplice (il giorno del compleanno), esenzione ticket più semplice, e obbligo di comunicazione con posta certificata online tra gli uffici entro il 2014. E le multe si pagheranno sul web.

MICHELE TRONCONI

presidente di Sistema Moda Italia

Ogni euro investito in innovazione produce un beneficio superiore al doppio sul Pil. STEFANO PARISI presidente Confindustria Digitale

Basterebbero 50 cent su ogni bolletta, a carico delle aziende energetiche, per un Fondo di solidarietà paritetico per sostenere le famiglie in povertà.

ARTE LOMBARDIA PRIMA PER IL BUSINESS Nel periodo 2010-11 sono state censite 6.524 aziende legate all’arte in Lombardia (+1,7%). Ci sono in regione ben 6.200 attività legate al restauro. Ma crescono anche gli studi di architettura (+59%), le creazioni artistiche e letterarie (+28,7%) e la postproduzione cine-televisiva (+15,2%). La Lombardia, prima in Italia, rappresenta quasi un quinto nazionale nel settore dell’arte (18,5%). Tra le province Milano ha il 48,6% delle attività, seguita da Brescia e Bergamo.

COMMERCIO, A COSA SERVONO I DUC A Milano ci sono 4 nuovi Distretti urbani del commercio (Duc): Galleria, 25 Aprile, Buenos Aires e Pratocentenaro. Si aggiungono ai già esistenti Brera, Giambellino, Isola, Navigli e Sarpi. I distretti servono a promuovere il territorio e avere orari regolamentati a secondo delle zone. Un bando regionale ha stanziato 50mila euro per ciascun distretto per la riqualificazione estetica coordinata di facciate, vetrine, insegne e lo sviluppo di servizi in comune.

PIETRO GIORDANO

segr. Adiconsum

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FLASH HANNO FATTO PER MILANO E PROVINCIA NASCE UN NUOVO ATO Un unico gestore del servizio idrico e la tariffa resta stabile. L’Ato (ambito territoriale ottimale) della Provincia di Milano sarà in capo alla sola Cap Holding che coordina la rete in 119 dei 133 Comuni inclusi nell’ambito territoriale ottimale. Secondo il presidente della Provincia, Guido Podestà l’unico gestore assicurerà «efficienza e investimenti superiori a 70 milioni di euro annui, rendendo i Comuni veri protagonisti nella governance del nuovo soggetto unitario del servizio idrico integrato».

PROPOSTE PER I PRONTO SOCCORSO INTASATI Quando un cittadino sta male si rivolge al pronto soccorso perché si sente più tranquillo. E nell’ambito del diritto alla salute va contemplato e compreso l’aspetto psicologico. I medici della Cisl propongono di allegerire i pronto soccorso dei “codici bianchi”, le visite non preoccupanti, e chiedono di aumentare il numero di letti di medicina (anche a bassa complessità assistenziale), perché spesso non vi sono posti letto e i pazienti attendono diverse ore.

IL CARO CARRELLO FA SCENDERE I CONSUMI Il carrello della spesa settimanale di una famiglia italiana di 4 persone è aumentato nel periodo settembre 2011-marzo 2012 di circa 4,28 euro, cioè del 3,07%, passando dai 139,38 euro di settembre 2011 ai 143,66 di marzo 2012. Su scala mensile, la maggiore spesa, quindi, è di circa 18 euro. Lo dice l’osservatorio Adiconsum che ha individuato in frutta, verdura e pesce gli aumenti più salati. Non si spiega in particolare l’aumento dei prodotti di carne, che all’origine hanno prezzi in calo di 13 centesimo al chilo.

SULLE NAVI MANCANO 50MILA UFFICIALI Su 22.500 unità mercantili attualmente nei mari mancano almeno 50mila ufficiali. Un comandante di petroliera guadagna circa 9mila euro al mese. Sono dati snocciolati dalla Sirius Ship Management di Genova che si occupa di 90 unità italiane di armatori. Per prendere questa strada bisogna imbarcarsi come allievo ugiciale. Che prende al primo imbarco 2.500 euro, se si vuole restare con i piedi ancorati alla sostanza. E se non si vuole invecchiare in mare? La prospettiva è un lavoro a terra come ispettore tecnico.

LIBERALIZZAZIONI AL SUPER 100 EURO A DOMENICA Al Pam è già aria di liberalizzazioni. Nella diffusa catena di supermercati, il cui nome sta per “Più a meno”, si cercano studenti per riempire casse e scaffali di domenica. Proposto il contratto del commercio parttime, per circa 400 euro al mese. Al sito lavoraconnoi.gruppopam.it sono pervenute 5mila richieste da esaminare per poi riferirle ai 130 punti vendita italiani. Il dibattito sulla regolamentazione, e l’opportunità, del lavoro nei giorni festivi è ancora aperto. Quello che è certo è che agli studenti sembra piacere, almeno sulla carta, questa chance.

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Al Comune di Milano la Cisl avanza nelle elezioni per il rinnovo delle Rsu. Nonostante la diminuzione dei seggi ha confermato i 19 delegati salendo nella percentuale di rappresentatività dello 0.25 per cento.

In ogni qurtiere di Milano si alternano 4 agenti per la sperimentazione voluta dal Comune che dedica a loro anche una sezione sul sito web. Sono 368 i ghisa in servizio per curare il rapporto con i cittadini. In dotazione una bici e un palmare. l’Hangar Bicocca, il ritrovo dei giovani e degli artisti milanesi, si prepara il rilancio: apertura fino alle 23 per 4 giorni a settimana. Tronchetti Provera prevede di investire circa 3,5 milioni di euro nel 2012 nello spazio.

Per tante aziende italiane che producono all’estero, ce n’è una svedese, Ikea, che produce in Italia. Il megagruppo del mobile farà costruire scaffali e rubinetti agli italiani rendendoli il terzo fornitore della multinazionale, dopo Cina e Polonia. Secondo il decreto liberalizzazioni, le professioni regolamentate non potranno avere un tirocinio più lungo di 18 mesi. Non sarà obbligatorio e sarà stabilito un “rimborso” forfait dopo i primi 6 mesi di attività del giovane avviato.

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COMMENTI

BELLISAI E MARCORA

LAVORO.

REGIONE.

LA SFIDA DEL FUTURO È SEMPRE LA STESSA: UN POSTO PER TUTTI

CI VUOLE UN GOVERNO DI SALUTE PUBBLICA

L

I

a discussione sulla riforma del mercato n questo momento di crisi morale e politica del lavoro e dell’articolo 18 ha occupato che sta colpendo la Regione Lombardia l’attenzione di tutti. Com’è nello stile noi chiediamo a Formigoni di azzerare la italiano, non sono mancate analisi, confronti, Giunta e ripartire con un Governo di salute scontri, posizionamenti e riposizionamenti pubblica attingendo dalle eccellenze della politici, accuse di cedimento e bandiere società civile lombarda; non è sufficiente ideologiche. Il tutto enfatizzato come sempre l’impegno al dibattito pubblico sulla da mass media e da strumentalizzazioni corruzione, perché la situazione è ormai giocate in nome di diritti sulla carta, che nulla palesemente insostenibile. A nostro avviso incidono sul vero problema strutturale del questa è l’unica via percorribile per dare nostro paese. Che è la mancanza di lavoro alla Lombardia una guida forte, autorevole per i giovani ma anche per i meno giovani. e lontana da ogni sospetto che affronti la In questa discussione ci si lascia prendere crisi economica e raggiunga con serenità il dalle specifiche modifiche all’art.18, seppur traguardo del’EXPO. Formigoni deve andare importanti, perdendo di vista la reale portata oltre portando avanti con coraggio una nuova ANDREA BELLISAI ENRICO MARCORA del problema complessivo, che è la mancanza prospettiva di governo e deve ricercare in aula è consigliere dell’Udc è il segretario della strutturale del lavoro e la mancanza di un il sostegno delle forze politiche più responsabili nel Consiglio regionale Fim, i metalmeccanici serio sistema di accompagnamento alla perché l’alternativa è l’ingovernabilità, la della Cisl di Milano. della Lombardia. rioccupazione dei lavoratori che lo perdono sterile contrapposizione di una eventuale e/o non lo trovano. Continuiamo a ragionare campagna elettorale e l’inerzia rispetto a come se il lavoro come garanzia stabile sia o problemi concreti che vanno affrontati con debba essere la normalità, ma sappiamo che determinazione e compattezza. non lo è più per moltissimi da tempo. Ci vuole uno scatto d’orgoglio Le scelte del Governo Monti, da una parte un atto di discontinuità che parta rompono col passato creando positive dell’azzeramento dell’attuale aspettative; dall’altra disorientano creando Giunta e analogamente reale apprensione sul futuro dei singoli arrivi sino alla Presidenza cittadini/lavoratori. del Consiglio regionale Il Sindacato per contrastarle in modo e alla sua composizione adeguato e in senso riformista, deve avere complessiva per ridare una visione più laica, non deve guardare il ai cittadini un’immagine futuro utilizzando esclusivamente gli occhi meno offuscata di queste del passato. Lo Stato -in particolare- non istituzioni e per recuperare potrà, viste l’impossibilità reale di garantire i responsabilmente quella costi necessari, sopperire come nel passato credibilità e quella al vuoto strutturale della mancanza di lavoro energia indispensabili per come succedeva fino ad oggi attraverso il affrontare le gravità del sistema di ammortizzatori sociali. Se questo momento. Per un futuro sarà lo scenario verosimile prossimo futuro, immediato vediamo il nostro intervento non può limitarsi a come questa prospettiva arrestare o limitare questo cambio di pelle. tecnica perché le elezioni Per il Sindacato che vuole realmente incidere sarebbero peggio sulle condizioni del lavoro, la prospettiva ma a lungo termine i consiste nel progettare un sistema alternativo. partiti devono rivedere Dobbiamo ragionare su quali azioni/strumenti i propri assetti se mettiamo in campo per fare in modo che gli vogliono affrontare una attuali disoccupati, lavoratori oggi e pensionati campagna elettorale domani vivano una condizione che gli basata su sobrietà e permetta di lavorare e vivere qualsiasi stadio meritocrazia, punti della propria esistenza con dignità e serenità. di forza del governo Passare da un posto all’altro deve diventare Monti. Un Formigoni-bis sulla linea del una cosa normalissima che ossigena corpo, metodo Monti potrebbe essere una grande È SEMPRE 25 APRILE mente e lavoro. La battaglia vera non sarà Partigiani in piazza Duomo il giorno della opportunità anche a livello regionale, ma Liberazione, il 25 aprile 1945. quindi solo sugli ammortizzatori sociali, Formigoni dovrebbe avere il coraggio Oggi come allora i valori della Resistenza, ma nel rendere il lavoro usufruibile per tutti di ammettere che su molti aspetti esiste dell’antifascismo e della Costituzione come l’aria o l’acqua in quanto diritto delle una grande incongruenza tra il Pdl e la rimagono validi e attuali. persone. E se il lavoro è poco si ragioni come Lega. In campagna elettorale avevamo una società moderna lo lo deve ridistribuire. già deciso di correre autonomamente La nostra battaglia storica sulla riduzione d’orario è proprio così fuori perché avevamo valutato che una maggioranza a trazione leghista e tempo? un modello di governo ormai ventennale non poteva più avere spinta Questo è il vero livello di civiltà del lavoro che dobbiamo riprendere a propulsiva e innovativa. Purtroppo le riforme che dobbiamo affrontare rivendicare con più coraggio e meno ipocrisie su diritti e quant’altro. Il sono riforme sostanziali come quella della sanità e dei servizi sociali lavoro, come è passato da condizione di sfruttamento a condizione di che vanno ottimizzati perché oggi, con molte inefficienze, gravano in dignità e reddito oggi dovremmo farlo passare da diritto a bene primario maniera pesante sulle famiglie lombarde. La difficile situazione politica fruibile da tutti in eguale misura e qualità. Il cambiamento è come il che stiamo vivendo non deve far dimenticare però che, oltre agli indagati passare del tempo, si può affrontare e conviverci accettandone sfide e e ai corrotti, ci sono persone elette che continuano a svolgere con opportunità, non ci si può illudere di arrestarlo o limitarlo. serietà e impegno il loro ruolo.

LA FOTONOTIZIA

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dal 17 marzo al 31 marzo 2012

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STORIA DI COPERTINA

IL TESORETTO

Ci si sposa meno e più tardi, si fanno meno figli. Come si sono trasformati i legami familiari.

SI FA PRESTO A DIRE

FAMIGLIA

di MAURO CEREDA - m.cereda@jobedi.it Dici famiglia e dici tutto. O forse, visti i mutamenti sociali in atto, non dici abbastanza. L’articolo 29 della Costituzione spiega che “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Ma c’è chi non è d’accordo e il dibattito è aperto. L’Università Bocconi ha rilevato che dal 2001 al 2008 a Milano c’è stato un aumento del 5% delle separazioni e una riduzione del 20% delle nozze. Non bastasse, le coppie che si decidono al “sì” ci pensano bene: nel 2010 l’età media in cui ci si sposava era di 36 anni per le donne e 40 per gli uomini. Nel contempo sono in crescita le unioni di fatto. La giunta Pisapia vorrebbe creare un registro ad hoc per regolarizzarle,

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ma la Chiesa, l’opposizione e anche parte della maggioranza sono contrarie. Quel che è certo è che non è facile essere famiglia nel capoluogo lombardo. I problemi sono numerosi. A cominciare da quelli di conciliazione con il lavoro. MAMME-LAVORATRICI IN DIFFICOLTÀ «In città – evidenzia Maria Grazia Bove, segretaria della Cisl milanese – il tasso di occupazione femminile è al 62,7%, molto più alto che nel resto del Paese. Ma le mamme-lavoratrici devono comunque fare i salti mortali per tenere insieme famiglia e lavoro. C’è un problema di servizi, di tempi della città, ma anche di atteggiamento delle

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aziende, che dovrebbero essere più elastiche, ad esempio sugli orari o sulla concessione del part-time. Non a caso in Italia una donna su tre lascia il posto di lavoro per esigenze famigliari». Probabilmente è anche per queste difficoltà che le famiglie sono sempre meno numerose. I nuclei composti da tre o quattro componenti sono diminuiti, rispettivamente, dal 22,6% e dal 17,6% del 1981 al 14,80% e al 10,1% del 2010. Insomma, si fanno sempre meno figli e non di rado le mamme se li devono crescere da sole (nel 2010 il 25% delle partorienti alla clinica Mangiagalli era single). Problemi lavorativi, modelli di vita che cambiano, mancanza di politiche di sostegno alla maternità: le ragioni

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STORIA DI COPERTINA giustificano il calo delle nascite sono diverse. Una delle principali è la carenza di strutture per l’infanzia. Milano, in confronto ad altre aree del Paese sta meglio, ma la situazione resta difficile: nel 2010, a fronte di oltre 48mila bambini tra 0 e 3 anni l’offerta di posti negli asili nido pubblici era pari a 10.626, mentre per i 47mila piccoli in età da scuola dell’infanzia, ne mancavano più della metà. In compenso ad aumentare è l’età media. AUMENTANO ANZIANI E POVERI La città sta invecchiando: gli over 80enni sono oltre 94mila. E con gli anni aumentano i problemi. «A Milano – osserva Anna Tombini, segretaria del sindacato dei pensionati della Cisl – i nuclei composti da un solo componente rappresentano il 43,9% del totale. In molti casi si tratta di persone anziane, che necessitano di cure e assistenza costanti. Bisogni cui l’ente pubblico fa sempre più fatica a dare risposte, tanto che le famiglie si rivolgono molto spesso al privato. In Lombardia si stima che vi siano oltre 126mila badanti». A peggiorare un quadro non semplice, ci si è messa la crisi. Che ha colpito anche le famiglie, comprese quelle che fino a ieri appartenevano al ceto medio. Le stime della Bocconi parlano di circa 108mila nuclei milanesi in povertà relativa. Nel 2010 la Caritas Ambrosiana ha assistito 17.610 persone, di cui appena un migliaio senza fissa dimora. «Tra le persone che si rivolgono a noi, sia italiane sia straniere - nota Sabina Guancia, responsabile dell’Associazione per la famiglia -, tante chiedono un aiuto economico o un lavoro qualsiasi. Ma la sfiducia è notevole. Negli ultimi tempi abbiamo notato un aumento delle richieste di intervento da parte di persone separate e divorziate, spesso disoccupate, che non sanno come tirare avanti».

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Matrimoni a Milano 20% dal 2001 al 2008

Famiglie con 4 persone dal 17,6% del 1981 al 10,1% del 2010 Badanti in Lombardia oltre 126.000

Coppie di fatto, single, nuclei multietnici, anziani: cambia anche il panorama dei problemi. secondo l’ultimo Rapporto Orim, uno straniero su tre, tra il milione 269mila residente in Lombardia, vive in un nucleo famigliare completo, con coniuge e almeno un bimbo, mentre sono oltre 67mila gli immigrati sposati o con partner italiano. E la famiglia rappresenta un importante motore di coesione sociale: l’indice d’integrazione si accresce del 70% per chi convive con moglie e figli. E l’ente pubblico cosa fa di fronte a questo scenario? Palazzo Marino, nonostante i pesanti tagli agli enti locali, sostiene di garantire i servizi, sia in termini di quantità sia di qualità. Nel 2011 (dati del Comune) l’amministrazione ha destinato all’assessorato alle Politiche sociali oltre 418 milioni di euro, pari a quasi il 17% della spesa corrente totale.

CRESCONO LE FAMIGLIE STRANIERE C’è poi un altro fenomeno: le famiglie stanno diventando sempre più multietniche. Ormai,

CONCILIARE LA FAMIGLIA CON IL LAVORO È ANCORA POSSIBILE, MA CHE FATICA..... Famiglia e lavoro sono in opposizione? È possibile conciliarli? Stefano e Vera Zamagni, coniugi ed economisti, in questo libro mettono a disposizione del lettore le loro esperienze professionali e di vita. La relazione tra vita famigliare e lavorativa è, oggi, estremamente complessa. Con la rivoluzione industriale e il processo di emancipazione femminile, i rapporti e gli equilibri fra le due parti sono cambiati profondamente.Oggi prevalgono forme di famiglia diversificate nelle quali l’accento è posto sull’autorealizzazione; tuttavia, anche da un punto di vista economico, secondo gli autori solo la gratuità e la reciprocità nella relazione possono favorire l’armonia tra lavoro e famiglia, base necessaria per la costruzione di una corretta vita sociale. Il volume si chiude con alcune interessanti proposte (ad esempio in tema di politiche di sostegno alla famiglia), finalizzate a rendere più armonico il cosiddetto work-family balance, l’equilibrio tra le esigenze del lavoro e quelle della famiglia. Famiglia e lavoro - Stefano e Vera Zamagli. Edizioni San Paolo, 14 euro.

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OPINIONI A CONFRONTO

STORIA DI COPERTINA

UNIONI DI FATTO, È SOLO PROPAGANDA

È L’INDIVIDUALISMO CHE UCCIDE LA FAMIGLIA

IL SOCIOLOGO

LA PASTORALE FAMIGLIA

«Il problema delle unioni di fatto tra persone eterosessuali non esiste. Se un uomo e una donna vogliono avere i diritti delle coppie sposate non hanno che da sposarsi. I registri comunali sono propaganda, non cambiano la sostanza. La questione è molto diversa per gli omosessuali». Marzio Barbagli, (nella foto) sociologo tra i più apprezzati, le dinamiche della famiglia le conosce bene. A lui si devono testi come “Fare famiglia in Italia”, “Sotto lo stesso tetto”, “Separarsi in Italia”, tutti pubblicati da “Il Mulino”.

Alfonso Colzani, con la moglie Francesca Dossi nella foto a fianco, è responsabile della Pastorale della famiglia per la Diocesi di Milano. Cos’è la famiglia per la dottrina cattolica? La religione cattolica si riconosce nella definizione data dalla Costituzione che, però, esprime un punto di vista giuridico. La teologia riempie questa definizione di contenuto, evidenziando gli aspetti relazionali. Per il cattolico la famiglia è prima di tutto un’intima comunione di vita e amore, così come affermato dal Concilio Vaticano II, dove per amore non si intende un generico sentimento, ma il modo col quale Gesù ha amato. I tre principi cardine del matrimonio cristiano sono indissolubilità, fedeltà e fecondità. La famiglia per un cattolico è anche generatrice. In linea di principio una coppia che esclude la possibilità di avere figli non celebra un matrimonio valido secondo la dottrina cattolica. Sappiamo che ci sono coppie che pur volendo generare non possono. Ma si può essere fecondi anche in altri modi, ad esempio adottando o prendendo in affido un bambino.

Professore, com’è cambiata la famiglia in questi anni? Dal punto di vista della radicalità del cambiamento sono due i fenomeni principali, emersi in tutto il mondo occidentale: la diffusione delle coppie gay e lesbiche e l’aumento delle famiglie ricostituite. In termini numerici le coppie omosessuali sono ancora poche: in Italia i gay sono circa il 3,1% della popolazione e le lesbiche il 2,2 per cento. Solo una parte vive in coppia, in una sorta di famiglia che non è riconosciuta dal diritto, a differenza che in altri Paesi. Ma io penso che prima o poi, sia pure in ritardo, arriveremo anche noi a una regolamentazione di queste situazioni. Anche perché aumenteranno le pressioni dell’Europa. In Italia le resistenze maggiori vengono dal mondo cattolico, che in politica è frammentato tra gli schieramenti. E questo è un freno ulteriore. Poi ci sono le famiglie ricostituite... Esatto, e il fenomeno è più rilevante. Sono coppie in cui uno o tutti e due i coniugi ha o hanno alle spalle uno o più matrimoni. In Italia, com’è noto, stanno diminuendo le nozze e aumentando i divorzi e le separazioni, soprattutto al centro-nord. In queste coppie si sperimentano nuove forme di parentela allargata, nuovi confini: si moltiplica il numero dei nonni, degli zii, i figli hanno cognomi diversi… In una situazione di decrescita della natalità, diminuiscono i rapporti di consanguineità e aumentano quelli di affinità. E cosa dice delle coppie di fatto? Si tratta di un fenomeno molto rilevante in termini quantitativi, ma meno in termini di radicalità del cambiamento. Sul totale della popolazione rappresentano appena l’8%, ma sono molto in crescita tra i più giovani. Ecco appunto: perché i giovani preferiscono non sposarsi? Sotto accusa c’è la precarietà del lavoro… No, non è questo il punto. La tendenza è iniziata a metà degli anni 70, quando la situazione del mercato del lavoro non era come l’attuale. La ragione principale ha a che fare con il ruolo delle donne. Sono loro che tendono a rimandare il “sì” per anni o per sempre perché sanno che sposandosi, avendo figli, dovranno rinunciare almeno in parte alla propria autoaffermazione professionale. In Italia il peso della famiglia è ancora sulle spalle delle donne e molte ricerche lo dimostrano. Insieme alla Spagna siamo il Paese in cui è più alta la disparità di ore lavorate, retribuite e non, tra donne e uomini. L’Ocse ha certificato che gli uomini hanno molto più tempo libero delle donne. Insomma per le donne dopo le ore in azienda ci sono quelle a casa.

Qual è il ruolo della famiglia oggi? La famiglia svolge tanti ruoli. Ne cito uno, che non è affatto scontato: quello educativo e formativo. Crescere un figlio, fino a farlo diventare uomo capace di apertura, di visione positiva della vita, è un compito difficile. Io sono insegnante e vedo che ci sono molti ragazzi delle scuole superiori che fanno fatica a stare bene nella vita, con passione, fiducia in se stessi e qualche bel progetto per il futuro. E molto dipende da come vivono in famiglia. C’è una questione educativa da affrontare. Come spiega la crisi del matrimonio? Credo sia il risultato di una tendenza culturale a più lungo respiro. C’è una pubblicità che dice “tutto ruota intorno a te”: questo slogan esprime bene la situazione. È in atto una forte soggettivizzazione. I ragazzi crescono con la percezione di essere fondamentalmente degli individui. La felicità non dipende dalle mie relazioni, ma da quello che sono e faccio. Nel rapporto con l’altro cerco ciò che mi interessa e quando mi stanco, cambio. Nelle nuove generazioni si nota una crescente incompetenza emotiva. Come spiega la crisi del matrimonio religioso? Nella società post-moderna tutto è fluido, negoziabile, provvisorio. Un impegno per sempre, come quello che ci si assume davanti a Dio, è per molti impensabile. Il matrimonio mi spaventa, è un limite alla mia libertà. Se tutto ruota intorno a me perché devo sposarmi? Cosa pensa dei registri delle coppie di fatto? È un provvedimento di tipo simbolico, con tutta una serie di ambiguità, anche perché dovrebbe essere preso per via legislativa e non amministrativa. Dal punto di vista dell’antropologia cattolica (ma non solo) rispecchia una visione riduttiva delle relazioni umane. Per il legislatore risulta contrario a un principio di equità concedere i diritti di chi è sposato a chi non desidera assumersi le responsabilità corrispondenti.

FAMILY DAY, DA TUTTO IL MONDO A MILANO... Dal 30 maggio al 3 giugno prossimi Milano ospiterà il VII Incontro mondiale delle famiglie, dal titolo: “La famiglia: il lavoro e la festa”. Il momento culminante sarà la Messa celebrata da papa Benedetto XVI presso l’area dell’aeroporto di Bresso, a cui sono attesi un milione di fedeli. “Il prossimo Incontro mondiale delle famiglie – ha scritto il pontefice - costituisce un’occasione privilegiata per ripensare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all’economia dello stesso nucleo familiare”. L’ultimo viaggio ufficiale di un papa a Milano è stato quello di Giovanni Paolo II nel 1984. “Una visita di tre giorni è un evento dal carattere straordinario, eccezionale per un viaggio in Italia – ha detto presentando l’iniziativa l’arcivescovo milanese Angelo Scola -; il Papa ha desiderio di incontrare Milano e a ventisette anni dalla visita del predecessore Giovanni Paolo II ci fa questo dono: un dono alla città di Milano e alla chiesa lombarda”. Benedetto XVI arriverà venerdì 1° giugno all’aeroporto di Linate. Dopo un primo incontro con la cittadinanza in piazza Duomo, assisterà a un concerto al Teatro alla Scala diretto da Daniel Barenboim. Il giorno dopo, 2 giugno, alle 11 parlerà a 50mila cresimandi allo stadio Mezza; alle 17 pronuncerà un discorso in arcivescovado davanti alle autorità civili; quindi alle 20.30 si sposterà all’aeroporto di Bresso per la Festa delle testimonianze. Nell’area dello scalo, domenica 3 giugno, alle 10, celebrerà la Messa che concluderà l’evento. Milano viene dopo Roma (due volte), Rio de Janeiro, Manila, Valencia, Città del Messico. Nei giorni dell’Incontro si terrà anche un congresso, a cui interverranno esperti internazionali di tematiche familiari e famiglie dei cinque continenti. L’iniziativa coinvolgerà tutto il territorio. La diocesi milanese si estende su 447 Comuni (con 5.300.000 abitanti), 4 Province, 7 Zone pastorali, 1.107 parrocchie.

Info su www.family2012.com

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ATTUALITÀ

SICUREZZA

UNA STRAGE CHE NON È UN ROMANZO La recente sentenza di condanna da parte del Tribunale di Torino degli industriali dell’amianto ha riportato all’attenzione un problema che a distanza di 20 anni dalla messa al bando semina ancora morte e purtroppo proseguirà a farlo per tanti anni. L’esposizione ad amianto alias “asbesto” è particolarmente pericolosa tanto che circa 4.000 sono i decessi attribuiti a malattie “asbesto correlate” e tra questi 1.000 sono i casi di mesotelioma della pleura”, un tumore molto particolare attribuito senza ombra di dubbio all’inalazione, anche a dosi basse, di queste fibre. L’amianto, usato negli anni tra il ‘50 e l’’80 per la sua capacità di reggere al fuoco, è tuttora presente in numerosissimi luoghi di lavoro. Su questo c’è un obbligo di valutazione del rischio per i lavoratori che potrebbero essere potenzialmente esposti che impone un piano di bonifica. Un altro terreno assolutamente importante riguarda i lavoratori che sono stati esposti in passato ad amianto, dei quali moltissimi sono attualmente in pensione. Il problema è complicato dal fatto che il mesotelioma della pleura è ancora oggi un tumore che non ha speranze significative di cura per cui come sindacato ci stiamo adoperando perché sia incrementata la ricerca per individuare terapie efficaci. In ogni caso pare utile creare le condizioni per una diagnosi precoce della malattia che se non consente di guarire il paziente può allungare i tempi e la qualità della vita. Parallelamente le strutture del patronato sindacale sono a disposizione degli interessati per il riconoscimento di malattia professionale e il risarcimento del danno subito che, come nel caso dell’Eternit, può essere richiesto a datori di lavoro che non hanno adeguatamente protetto i loro dipendenti. Ci sono poi quelle persone che hanno subito danni per esposizione “ambientale” all’esterno dei luoghi di lavoro. Su questo la Cisl si sta impegnando perché il “Fondo vittime dell’amianto” si orienti a risarcire prevalentemente le vittime civili, rafforzando contemporaneamente la tutela risarcitoria da parte Inail ai lavoratori esposti anche saltuariamente o a basse dosi di amianto. GIUSEPPE SARONNI segreteria Cisl Milano

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L’esperienza di un gruppo di lavoratori Enel nell’ex Unione Sovietica dove l’uso del minerale non è vietato.

L’AMIANTO FA MALE ANCHE IN RUSSIA di GIOVANNI ALBERTINI – Faei Cisl ha fornito informazioni e suggerimenti per la soluzione. Gli Rls (i responsabili interni per la sicurezza), una volta superate le difficoltà di approccio al tema con i colleghi, hanno sollecitato l’azienda a tener fede agli impegni di Enel sulla sicurezza e superare questa “imbarazzante” situazione in cui il personale Italiano, dotato di DPI “full” (scarpe, elmetto, guanti, mascherina FPP3, occhiali, eventuali orto protettori), si interfacciava con i colleghi russi dotati di sole scarpe ed elmetto.

LA SICUREZZA NON HA CONFINI

Uno del lavoratori italiani nell’impianto Enel di Asbestos in Russia. A lato: lavori per la rimozione di pannelli di amianto in una sede Inps

In Russia, l’uso dell’amianto non è vietato, infatti per le sue caratteristiche fisiche e chimiche è utilizzato in numerosissime applicazioni civili ed industriali. Nel 2008 l’Enel ha acquisito OGK5, colosso Russo dell’energia elettrica e ora si sta occupando del rifacimento degli impianti; il tutto coordinato dalla “branche” (filiale) russa dell’ingegneria di Enel situata a Ekaterinbourg, circa 1.000 km a sud-est di Mosca. A 80 km da Ekaterinbourg c’è la città di Asbestos che prende il nome dalla locale cava di amianto che da lavoro a buona parte della popolazione (70mila abitanti).

REAZIONI CONTRADDITTORIE

Le reazioni dei lavoratori dell’impianto acquisito da Enel sono state contraddittorie. Alcuni, non possiamo nasconderlo, hanno minimizzato il problema, altri hanno avuto un approccio fatalistico, altri hanno detto che i problemi in Russia “sono altri”. Questa diversità di approcci è parzialmente motivata dalle diverse provenienze del personale coinvolto, primariamente italiani, poi russi e infine di varie altre nazionalità, ogni paese sul tema ha normative differenti. Un discreto numero di colleghi ha invece collaborato ad evidenziare la questione e

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A fronte della determinazione degli Rls il gruppo Enel, in tutte le sue articolazioni aziendali nazionali e internazionali, ha attivato una prima serie di azioni a protezione della salute dei lavoratori presenti nei cantieri in Russia. Datore di lavoro, Rls e medico competente hanno esaminato congiuntamente diversi aspetti e messo in atto delle azioni, quali la possibilità di applicare la normativa italiana in materia di sicurezza in paesi stranieri, la possibilità di coordinare le numerose società del gruppo Enel e le partecipate nell’adottare metodologie comportamentali uniche; la conseguente adozione di criteri e strumenti uniformi per la gestione delle manutenzioni ordinarie e straordinarie degli impianti di produzione termoelettrica in presenza di personale Enel e di altre ditte; la necessità di eseguire frequenti analisi ambientali indoor e outdoor; la definizione di procedure di comportamento, come per esempio, durante i sopralluoghi del personale Enel in concomitanza con le attività di manutenzione degli impianti si è concordata o la loro sospensione o l’allontanamento del personale. Il Documento di Valutazione dei Rischi è stato aggiornato accogliendo le procedure adattate a ogni singolo impianto termoelettrico russo, ha definito quelle per la corretta gestione dei Dispositivi di Protezione Individuale e le specifiche di azioni di informazione, formazione e protezione per i lavoratori coinvolti. In questo momento siamo nella fase di verifica dell’efficacia delle misure di tutela previste che data la pericolosità dell’amianto devono consentire di annullarne l’esposizione.

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COMUNE I servizi delle partecipate, istituite nel 2000, sono praticamente quelli fino ad allora forniti dalle municipalizzate. A Milano le società più importanti operano nei settori dell’energia, dei trasporti, della ristorazione e della gestione degli scali aerei.

Data fondazione 24 dicembre 2007 Dipendenti 1562 Valore di produzione 629 milioni Debiti 5,2 miliardi Investimenti 86,8 milioni Quota Comune 27,5%% Altri maggiori soci Comune di Brescia

Data fondazione 20 settembre 2000 Dipendenti 8601 Valore di produzione 779,1 milioni Debiti 694,2 milioni Investimenti 245,5 milioni Quota Comune 100%

Con GuidaMi e BikeMi l’azienda è entrata nell’ottica della diversificazione. Il trasporto pubblico a Milano è nato nel 1840, ora la società gestisce anche il metrò di Copenhagen. La frontiera ecocompatibile è alle porte: presto non ci saranno più veicoli ad autocombustione.

Data fondazione 11 luglio 1955 Dipendenti 715 Valore di produzione 260,5 milioni Quota Comune 100%

Attualmente la metropolitana milanese si estende per 88 km complessivi sotto la città. La società MM gestisce anche il servizio idrico integrato di Milano e si occupa di opere di viabilità, parcheggi ed edifici pubblici, di interventi di ingegneria idraulica, di riqualificazione urbanistica, di piani territoriali dei trasporti.

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I GIOIELLI DI “C

ecco tutti i numeri delle pa r di CHRISTIAN DANTONIO

Milano è un Comune ricco. O almeno lo è stato finora visto che le sue 15 società per azioni partecipate, che, escludendo la quotata A2A, hanno un giro d’affari intorno ai 5 miliardi, hanno funzionato da “bancomat” per tanto tempo. Specie nei tempi recenti, quando i trasferimenti statali si sono ridotti, Palazzo Marino ha potuto far leva sulle società che controlla a percentuale variabile (dai trasporti alla ristorazione). I bisogni di cassa aumentavano e dal 2006 all’anno scorso il Comune ha chiesto alle sue società partecipate dividendi per un totale di 1,84 miliardi, che significa, al netto degli introiti degli altri azionisti, quasi 900 milioni. Le aziende più ricche nel portafoglio sono l’energetica A2A (controllata a metà col Comune di Brescia), la Sea, società aeroportuale di Linate e Malpensa e la società di trasporti cittadina Atm. È stato calcolato che solo per uso “affitto” di locali il Comune da Metropolitana milanese riceve 13 milioni (dato 2009). Ma i conti, con il cambio dell’amministrazione comunale lo scorso anno, hanno preso una virata negativa. L’andamento stimato del deficit corrente,-582 milioni nel 2012,

il 96% in più dello scorso anno, si aggraverà neo prossimo triennio (-589 milioni nel 2013, -601 nel 2014 e -676 nel 2015). Senza contare lo stock debito, 4,2 miliardi a fine 2011, che fa di Palazzo Marino l’amministrazione con l’esposizione pro-capite più alta d’Italia (dopo quella di Torino): 3.200 euro contro una media nazionale di mille. il rigore è quindi d’obbligo. Secondo l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci bisogna arrivare «a risparmiare 75-

Data fondazione 22 maggio 1948 Dipendenti 2719 Valore di produzione 454,8 milioni Debiti 620,8 milioni Investimenti 79,2 milioni Quota Comune 84,6%(nel 2011 ha ceduto il 29,75%) Altri soci Provincia Milano (14,5%)

Data fondazione 21 febbraio 1956 Dipendenti 54 Valore di produzione 13,7 milioni Debiti 28,1 milioni Investimenti 263 milioni Quota Comune 100%

La gestione degli aeroporti di Linate, Malpensa e Orio è tormentata da un dubbio: fare o no cassa. Comune e Provincia stanno pensando a un accorto di questo tipo: il primo cederà il suo 18,5 % di Serravalle alla seconda, che ricambierà con il suo tesoretto in Sea, cioè il 14,5% di azioni. Un team di advisor stabilirà il prezzo dello scambio e quanto il Comune dovrà versare come compensazione alla Provincia. Le novità non finiscono: infatti allo studio per Sea c’è anche la quotazione in Borsa. Per gli aeroporti milanesi, dopo la strage di Linate e gli scandali dei bagagli persi di inizio decennio, ultimamente è arrivato un riconoscimento europeo per il record di diminuzione di emissioni di CO2.

La società gestisce per conto del Comune di Milano tutti i mercati agroalimentari all’ingrosso della città: ortofrutticolo, ittico, floricolo, avicunicolo e delle carni.Nel 2008 è stata fondata la Sogemi Foods per occuparsi dello sviluppo di Milano Food Village, il villaggio del cibo e della salute che dovrà essere uno dei biglietti da visita di Expo 2015. A febbraio il Comune ha deliberato uno stanziamento a fondo perduto di oltre 32 milioni per risanare la società e ristrutturare i mercati. È in discussione il piano di sviluppo e la sede dell’azienda.

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COMUNE

“CASA” PISAPIA

a rtecipate di palazzo marino

IO

c.dantonio@jobedi.it

80 milioni». E i margini sono stretti. La spesa totale, tra cui le rate di ammortamento dei mutui, è di 2,6 miliardi, ma la quota su cui si può incidere è tra i 700 e gli 800 milioni. La parte restante è incomprimibile: comprende il costo dei lavoro (630 milioni per 15.310 dipendenti), i contratti di servizio ad Atm e Amsa (per trasporti e rifiuti, pari rispettivamente a 650 e 290 milioni) e gli interessi passivi (altri 130 milioni). ma i

Data fondazione 28 luglio 1951 Dipendenti 650 Valore di produzione 206 milioni Debiti 340 milioni Investimenti 764,9 milioni Quota Comune 18,6% Altri soci Asam Provincia Milano (52,9%)

La società gestisce una rete infrastrutturale di strade, è concessionaria fino al 2028 della A7 da Milano a Serravalle Scrivia e delle tre tangenziali milanesi (Ovest, Est, Nord). Conta 180 km di autostrade e dal 2005 la denominazione completa è Milano Serravalle - Milano Tangenziali S.p.A.. Si aspetta di quantificare la dismissione del Comune.

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gioielli sono anche altri: fabbricati, aree e beni demaniali per 5,5 miliardi (ma a valori di inventario; quelli di mercato sono di molto superiori) e partecipazioni azionarie per altri 2,4 miliardi. Un passo verso le dismissioni Milano l’ha già fatto. Per non violare il patto di stabilità, nel 2011 ha dovuto cedere il 29,75% della Sea, la società di gestione del sistema aeroportuale milanese. L’indice sintetico di virtuosità finanziaria elaborato dall’Anci e dalla Regione colloca Milano tra i Comuni meno virtuosi della Lombardia, a 1.317 su 1.546. Per questo ora il Comune vuol procedere verso la quotazione congiunta (con la Provincia) della società attualmente controllata da Palazzo Marino con il 54,8%, che potrebbe far fruttare 300 milioni manterrebbe il controllo della società, assicurandosi una partecipata ancora contendibile per future operazioni. Con il presidente della Provincia Guido Podestà Milano sta anche discutendo la creazione di una newco dove far confluire le azioni di Sea (dove la Provincia possiede il 14,5%) e Serravalle per passare alla vendita o quotazione in Borsa.

Al momento le partecipate del Comune di Milano creano un business per 5 miliardi di euro dando lavoro a migliaia di persone. La giunta, per necessità di bilancio ha deciso alcune dismissioni e si sta avvicinando alla Borsa.

i dati riportati sono riferiti al 2010 fonte: Comune di Milano

Data fondazione 1 dicembre 2008 Dipendenti 73 Valore di produzione 6,8 milioni Debiti 5,3 milioni Investimenti 3,4 milioni Quota Comune 20% Altri soci governo 40%, Regione Lombardia 20%, Provincia di Milano 20%, CamCom Milano 20%.

Data fondazione 16 dicembre 1992 Dipendenti 130 Valore di produzione 25 milioni Debiti 17,4 milioni Investimenti 1,59 milioni Quota Comune 99,9%

Data fondazione 12 settembre 2000 Dipendenti 718 Valore di produzione 84,6 milioni Debiti 33,9 milioni Investimenti 10,59 milioni Quota Comune 99% Altri soci Sogemi (1%)

Dopo il “terremoto” dell’anno scorso la società, che è un modello di gestione privatistica applicato al settore dello sport ricreativo, si sta assestando. L’idea è quella di fornire servizi sportivi di qualità accessibili a tutti. In città ci sono 26 impianti comunali come il Lido, la Cozzi, il Palalido e il Maspes-Vigorelli. Poi piscine, palestre e centri polifunzionali. Recentemente sono stati attivati anche corsi di informazioni nutrizionali. Entro il 2013 la città riavrà anche il Palalido.

Milano Ristorazione fornisce il servizio di ristorazione a scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di I° grado, nidi d’infanzia, case di riposo, anziani a domicilio, case vacanza e centri di prima accoglienza. I numeri sono notevoli: ad esempio, i pasti sono consumati da oltre 70mila bambini di Milano. Lo scorso anno ci sono state polemiche sul servizio scolastico. Oggi il contratto di servizio tra la società e il Comune è reso pubblico sul sito.

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MERCATO DEL LAVORO

PROFESSIONI

Storie di lavoratori autonomi che hanno scelto di mettersi insieme per tutelarsi.

partite iva per SCELTA E Per forza di BENEDETTA COSMI - b.cosmi@jobedi.it

EMILIO, MASSAGGIATORE

Mi chiamo Emilio, ho 45 anni e da quasi 20 anni svolgo l’attività di massaggiatore, e sono direttore della scuola Ecolife di Milano. Dopo aver svolto diversi lavori in vari ambiti, ho realizzato di voler intraprendere un’attività autonoma: all’epoca facevo il free-lance in un settore completamente diverso, dopo che per nove anni ero stato dipendente. In un primo momento ho sfruttato la mia attività precedente per poter mettere da parte quanto mi sarebbe servito per aprire una attività in proprio. Ho presentato un progetto in Regione per ottenere un finanziamento (veramente minimo) che mi consentisse di accedere a un prestito agevolato e, lo stesso, è stato accettato. Ho messo insieme le risorse che avevo a disposizione, con mio fratello e ho intrapreso il rischio: aprire uno spazio per il benessere psicofisico. Per circa due anni ho svolto due lavori regolari, ovvero, l’attività di free-lance e la gestione dello spazio. Dalle otto alle cinque svolgevo il mio lavoro di free-lance e dalle cinque in poi mi dedicavo ai massaggi e agli impegni per la gestione del centro. Nel settore del quale faccio parte non solo manca spesso una presa di coscienza della professionalità del massaggiatore, ma anche una seria e produttiva organizzazione di rappresentanza. Quindi, con alcuni colleghi ho stimolato l’affiliazione al sindacato di diversi massaggiatori che hanno costituito il Sindacato nazionale massaggiatori che Forse non tutti lo sanno, ma l’Italia è il Paese delle partite Iva. Intorno ai 9 milioni, secondo stime recenti dell’Agenzia delle entrate; un numero spropositato rispetto agli altri PaesI industrializzati. Fra queste circa 20mila sono individuali e non tutte per scelta. Molte volte l’apertura della posizione Iva maschera la difficoltà ad avere un rapporto di lavoro regolare di altro tipo. La riforma del mecato del lavoro dovrebbe mettere un po’ di ordine anche in questo settore e c’è pure chi ha posto il problema della rappresentanza. Questi lavoratori sono sì autonomi, ma con redditi che spesso non pareggiano quelli dei dipendenti e sicuramente con meno tutele. La Cisl da anni si occupa di questa categoria e quelle che seguono sono due storie di partite Iva che hanno scelto il sindacato di tutti i lavoratori per tutelarsi. www.jobnotizie.it

Emilio, massaggiatore: “ho 45 anni e da quasi 20 anni faccio questo mestiere”

da quest’anno è una delle realtà affiliate a Felsa-Cisl. Mi sono avvicinato al sindacato per capire se c’era una volontà di quest’ultimo di tutelare non solo i lavoratori dipendenti, ma tutti i lavoratori, e ho trovato persone che mi hanno dimostrato di credere in questo principio. Un massaggiatore professionista deve essere rappresentato a livello istituzionale, e chi lo rappresenta deve operare affinché

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il professionista non sia esposto a una concorrenza sleale (persone senza abilitazioni che svolgono il lavoro in maniera irregolare e senza osservare le regole fiscali, strutturali, deontologiche e di rispetto della privacy).

Vincenzo La Scala, età 54, professione esercente spettacoli viaggianti, partita Iva dal 1981

VINCENZO, GIOSTRAIO

I miei orari e la mia giornata di lavoro: sveglia 08:30, controllo generale delle giostre, manutenzione delle attrazioni, messa in funzione dell’attività. Si inizia a lavorare nel pomeriggio fino all’ora di cena, dopo cena si riprende sino a mezzanotte l’una. Lavorare nelle occasioni di festa per me è un abitudine in quanto lo faccio da quando sono nato. La mia casa me la porto sempre dietro perché solitamente le nostre roulotte abitazioni sono posizionate ai margini dei luna park e comunque la comodità di avere casa e chiesa è uno dei vantaggi che dà il mio lavoro. Le nostre roulotte che noi chiamiamo confidenzialmente “carovane” hanno diverse metrature e sono tutte diverse una dall’altra essendo tutti esemplari unici costruite tutte su richiesta di noi utenti. La mia è costruita su un semirimorchio lungo 13,70 e larga metri 2,55 quando viaggia, mentre quando è posizionata e abitabile diventa lunga 15 metri e larga 5 m. All’interno è divisa in cinque stanze: cucina, salotto camera matrimoniale, cameretta dei ragazzi e bagno. Sono segretario generale SNIVS e Felsa Cisl Milano, ecco i problemi del mio settore: purtroppo un aumento dissennato di quello che è il costo del suolo pubblico in quanto le amministrazioni per far fronte ai bilanci in virtù della possibilità di aumentare le tariffe comunali non hanno limitato gli aumenti di tasse e tariffe comunali. A questo dobbiamo aggiungere l’aumento del costo del gasolio, dell’energia elettrica, fondamentale per la nostra attività, e alle imposte statali si aggiunge il calo dell’attività.

aprile 2012


MESTIERI

Con l’avvento dei laureati cambia il ruolo e la cultura di una professione sempre ad alto indice di gradimento.

NON C’È PIÙ L’INFERMIERE DI UNA VOLTA di GIOVANNI PROVASI

TANTI STRANIERI, SOPRATTUTTO NEL PRIVATO

Il Censis ha presentato, pochi giorni fa, una ricerca sulla figura professionale dell’infermiere. Il dato che emerge con chiarezza è che la professione dell’infermiere gode di buona reputazione sociale, in quanto percepita come molto utile agli altri. Questo, in concreto, vuol dire che di questa figura vengono apprezzati, oltre che ovviamente le capacità tecnico-professionali, giudicate positivamente dal 55,6% degli intervistati, gli aspetti relazionali. In un contesto come quello ospedaliero, dove per il paziente è spesso arduo contattare il medico, il rapporto umano si sposta su una figura più vicina, quale è, appunto, l’infermiere. In particolare gli intervistati hanno giudicato positivamente la capacità di relazionarsi con pazienti e familiari (51,2% del campione) e la gentilezza (44,7%).

A questo maggiore appeal della professione non sono naturalmente estranee le ottime prospettive occupazionali: a un anno dalla laurea, ben il 93% dei giovani ha trovato lavoro. Un aspetto particolare di questa dinamicità del mercato del lavoro è il crescente ricorso a infermieri stranieri, soprattutto nelle strutture private; sono ormai il 10% del totale e sono cresciuti del 254% nel periodo che va dal 2000 al 2010. A quest’ultima data il numero complessivo di infermieri professionali in Italia ammontava a 375.185.

PROFESSIONE IN EVOLUZIONE

Fin qui l’indagine del Censis che si è limitata ad analizzare la percezione esterna. Nella pratica, negli ospedali esistono due grandi categorie di personale sanitairio. Gli infermieri professionali propriamente detti, che oggi sono dei laureati e che comunque sono sempre stati dei diplomati (come i più anziani ancora presenti nei reparti) e i cosiddetti Oss, operatori socio-sanitari, che svolgono sì mansioni semplici, come il cambiare una piccola medicazione, ma che comunque intervengono sul paziente. La differenza, spesso ignorata da chi non ha mai avuto diretto contatto con un reparto ospedaliero, non è di poco conto. Un allargamento dell’indagine al punto di vista interno, degli infermieri coinvolti in prima persona, avrebbe certamente fatto emergere questo limite.

DIPLOMATI E LAUREATI

Dalle risposte si percepisce anche che la figura dell’infermiere non viene considerata in maniera statica, oggi uguale a venti o trenta anni fa, ma come in evoluzione e la direzione di questo cambiamento è verso l’alto, nel senso di una diminuzione della distanza professionale che li separa dai medici. L’87% del campione li vede come a più stretto contatto con le nuove tecnologie, mentre c’è una maggioranza relativa a favore del dare loro maggiori responsabilità (la domanda specifica era se si è d’accordo che gestiscano i casi meno gravi al pronto soccorso). Infine, il 71% pensa che siano destinati ad avere maggiori gratificazioni economiche e prospettive di carriera. Su tutto questo ha sicuramente giocato un ruolo l’istituzione di appositi corsi di laurea, che hanno reso la professione più appetibile per i giovani, che sempre più spesso fanno delle scelte consapevoli e non finiscono per fare gli infermieri come professione di ripiego, come spesso avveniva in passato, tanto è vero che il numero chiuso, vigente nelle università italiane, sta stretto alla crescente domanda formativa.

Sempre su questo filone è anche interessante notare un risvolto di quel movimento ascendente della figura dell’infermiere professionale che l’indagine non coglie. Dal punto di vista degli Oss, a esso corrisponde un progressivo distacco dagli aspetti materiali della vita del reparto. Ascoltando le loro testimonianze si percepisce chiaramente come, mentre gli infermieri professionali più anziani tuttora non disdegnano, quando abbiano ultimato i loro compiti specifici, di aiutare i colleghi nello svolgimento di mansioni umili, come il riordinare dopo il pasto dei pazienti, i più giovani, che sono dotati di una professionalità più alta, si tengono ben alla larga da queste cose, in ciò comportandosi esattamente come dei medici.

Una ricerca del Censis misura la percezione che, all’esterno, c’è della figura dell’infermiere e come si sta evolvendo la professione.

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CONSUMATORI

NUOVE LEGGI

CONDOMINI E RCA UN MED I di MICHELA LOBERTO - adiconsum_milano@cisl.it

La mediazione costituisce un modo alternativo per risolvere le controversie, evitando di dover andare in tribunale e ponendosi l’obiettivo di giungere a una soluzione pacifica della lite, attraverso il ricorso a un mediatore che aiuta le parti a trovare la soluzione migliore per soddisfare le esigenze di tutti. Dal marzo 2011 è diventato obbligatorio ricorrere alla mediazione per le controversie in alcune specifiche materie, tra le quali, per quel che riguarda il diritto dei consumatori, il risarcimento del danno da responsabilità medica e i contratti bancari, finanziari e assicurativi.

GRANDE SUCCESSO

accordo, ha una durata media di 57 giorni contro i 1.066 delle cause. Infine, nonostante durante la procedura di mediazione non sia obbligatoria l’assistenza legale, ben l’84% di quanti hanno richiesto il tentativo di mediazione è stato assistito da un avvocato.

CONDOMINIO E RC AUTO

Il 21 marzo 2012 è partita la seconda fase della mediazione della giustizia civile: quella che riguarda le controversie in materia condominiale e Rc auto per le quali non è più possibile oggi avviare un processo se prima non si è tentata la mediazione. Con l’obbligatorietà della mediazione anche per i sinistri stradali e il condominio è probabile che si verificherà un sensibile aumento delle richieste di mediazione perché ci sono molti casi in queste materie. Infatti per quel che riguarda già il solo condominio, i registri del settore civile riportano un flusso annuale di contenziosi intorno ai 15mila cui bisogna aggiungere alcune migliaia di cause derivanti dal recupero di somme da parte degli amministratori. La legge che introduce la mediazione obbligatoria anche per i contenziosi

Il Ministero della Giustizia ha pubblicato i primi dati statistici relativi all’applicazione della mediazione obbligatoria: tra marzo e dicembre 2011 ci sono state quasi 61mila richieste di mediazione, il 20% appartenenti a materie in cui la mediazione non era neanche obbligatoria. Le iscrizioni alla mediazione per il settore bancario hanno rappresentato il 9% del totale, quelle assicurative l’8%, quelle per il risarcimento da responsabilità medica il 7,4%, il 2% nel settore dei contratti finanziari e, per quel che riguarda condominio e rc auto (all’epoca non ancora obbligatorie) rispettivamente 0,9% e 0,1 per cento. L’aspetto più problematico della procedura di mediazione è il numero di volte in cui si presentano le controparti: appena il 36% con un trend che però è in crescita. Va sottolineato che le volte in cui le parti si incontrano, si raggiunge spesso la conciliazione cioè nel 52% dei casi. Per quanto riguarda il è la media della presenza valore della lite, il dato medio è di 93.700 euro, delle parti nella mediazione anche se circa il 20% delle mediazioni rientra nella fascia compresa fra mille e 5mila euro. Confrontando la durata della procedura giorni per mettersi d’accordo di mediazione con in una procedura di mediazione la durata media dei processi si vede che la prima, in caso di

36% 57

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L’Italia dei condomini è particolarmente litigiosa. Ogni anno si verificano 15mila contenziosi legati al “vivere assieme”, cui si sommano le cause per recupero crediti da parte degli amministratori.

condominiali sembra comprendere in tale sfera qualsiasi controversia in cui sia interessato un condominio, anche se questa definizione così ampia lascia numerosi margini di incertezza e non specifica nel dettaglio gli ambiti rientranti nella mediazione obbligatoria. Infatti le cause condominiali riguardano le situazioni più disparate che possono di volta in volta coinvolgere il condominio e uno o più condomini oppure il condominio e un terzo (es. un fornitore, un’impresa che ha eseguito lavori in appalto, l’amministratore, un vicino…).

PUNTI CRITICI

Altro elemento di incertezza riguarda la possibilità da parte del condominio di delegare l’amministratore per la definizione del contenzioso in sede di mediazione, o se sia invece necessaria una decisione assembleare per accogliere la proposta conciliativa formulata dal mediatore e, in tal caso, con quale percentuale di voti (unanimità oppure maggioranza). Nello specifico, quando la materia condominiale

aprile 2012


CONSUMATORI

À riguarda un consumatore (ossia un condomino) non è stato ancora chiarito se il contenzioso per cui si ricorrere alla mediazione sia esclusivamente quello che attiene alle parti comuni, quindi contro il condominio, o anche inerente le controversie verso altri condomini.

A MILANO UNO CONTRO TUTTI

I dati dei contenziosi in materia condominiale trattati da Adiconsum Milano ci mostrano che più del 50% ha come oggetto il riconoscimento solo parziale da parte dell’assicurazione condominiale dei danni subiti da un condomino e l’appiattimento da parte dell’amministratore sulle posizioni dell’assicurazione che costringe il singolo condomino ad agire nei confronti del condominio. In questi casi, poiché generalmente questo tipo di lite riguarda danni generati da parti comuni, qualora Adiconsum non riesca a ottenere una risoluzione bonaria, il consumatorecondomino sarà obbligato a tentare la via della mediazione civile. Stessa procedura riguarda un’altra importante parte delle liti condominiali registrate

Il nuovo strumento diventa obbligatorio per le liti dei residenti. Pochi sanno che, però, in alcune materie fa fede il regolamento interno approvato. E molti scelgono ancora l’avvocato. La mediazione vince sulla causa specie per i tempi: due mesi per mettersi d’accordo, contro i 1.000 giorni dei tribunali. dalla nostra associazione, cioè quella che attiene alla ripartizione delle spese condominiali che rientrano nella disciplina condominiale e che da oggi è compresa tra le materie trattate nella mediazione. Dall’attività svolta dal nostro sportello, registriamo che in materia di ripartizione delle spese, spesso i problemi lamentati non sono tali da far sorgere un contenzioso, infatti i condomini talvolta ignorano che gli articoli del codice civile riguardanti questo argomento sono derogabili dal regolamento condominiale e dalle relative modifiche successive approvate dall’assemblea cui bisogna sempre far riferimento per conoscere l’esatta suddivisione delle spese.


CONSUMATORI

GLI EFFETTI DELLA CRISI

È in discussione al Parlamento una legge che introduce il fallimento individuale. Ecco cosa dice.

AIUTO! SONO ALLA BANCAROTTA di PIETRO GIORDANO - segretario generale Adiconsum

Il 27,2% delle famiglie italiane è indebitato, un “rosso” che la Banca d’Italia stima in 43mila 792 euro di media e il Consiglio dei Ministri approva un disegno di legge che regola la fattispecie di bancarotta individuale: il disegno di legge modifica la legge di riforma del reato di usura del gennaio 2012, permettendo a un consumatore di cancellare i suoi debiti saldando una parte delle proprie obbligazioni, attraverso l’accordo con i propri creditori. Prima della legge 3/2012 i singoli individui e le imprese non fallibili, non in grado di far fronte alle proprie obbligazioni di pagamento non avevano altra prospettiva se non quella di subire azioni esecutive fino alla definitiva (ed eventuale) soddisfazione dei creditori. Situazione, quest’ultima, che spesso si risolveva da un lato nella impossibilità di onorare tutti i debiti (cui si aggiungevano interessi galoppanti ed elevati costi per le azioni di recupero) e dall’altro nella definitiva perdita del diritto al consumo del debitore insolvente esecutato.

CONTENZIOSI SENZA FINE

Su fronte giudiziario, viceversa, tali situazioni comportavano uno spropositato dilatarsi del contenzioso relativo al recupero forzoso dei crediti. Per effetto di tale legge alle procedure concorsuali già presenti nel panorama normativo italiano (fallimento, concordato preventivo, amministrazione controllata, liquidazione coatta amministrativa) e riservate agli imprenditori sono state aggiunte procedure di composizione della crisi da sovra-indebitamento dedicate agli altri soggetti. Trattasi di previsioni in linea con gli ordinamenti di altri paesi europei (Svezia, Germania, Gran Bretagna) che già da tempo Piedino22.pdf

1

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16.56

contemplano analoghe.

figure

e

tutele

UN SALVAGENTE

Il nuovo disegno di legge prevede un salvagente, a “Composizione”: il “consumatore” in difficoltà ha diritto di rivolgersi agli “Organismi di composizione della crisi” che funzioneranno da consulenti. Il debitore potrà così preparare

un “piano di ristrutturazione” del suo ammanco, indicando quindi quanto può realisticamente rimborsare e in che modo o offrire beni di cui sia proprietario o che immagina di avere in futuro. Questo piano andrà poi all’esame del giudice, che dirà se sia realistico ed esente da frodi. Gli Organismi di Composizione della crisi dovrebbero, quindi, giustificare la maggiore convenienza per i creditori del ricorso alla procedura di risanamento rispetto a quella ordinaria di recupero forzoso del credito.La valutazione in esame è certamente da accogliere con favore quando si tiene conto del risultato effettivo delle attuali procedure esecutive, estremamente lunghe, complesse e costose. Tuttavia, non sfugge all’analisi che l’assenza di indicazioni più precise e dettagliate per eseguire tali valutazioni da parte degli organismi possa prestare il fianco a critiche di eccessiva discrezionalità. È necessario, secondo Adiconsum, che il Governo presti attenzione a tutti quei consumatori che hanno contratto un prestito spesso in situazioni familiari

27%

le famiglie italiane indebitate

43mila 792€

la media dell’indebitamento e lavorative diverse da quelle attuali e che, seppur intenzionati, sono oggettivamente impossibilitati a far fronte al loro impegno con gli istituti di credito. Sono consumatori che hanno bisogno solo di maggior tempo per portare a termine i pagamenti. È per questo che Adiconsum chiede al Governo di tramutare il disegno di legge in decreto legge e di esitare normative che agevolino l’attuazione dei meccanismo di “composizione” e “liquidazione” previsti nel disegno di legge”.

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STORIE

DONNE DI SUCCESSO

Arrivata dal Brasile 20 anni fa ha trovato la sua America in Italia.

IRAMAYARA, DA BADANTE A IMPRENDITRICE di SVEVA STALLONE - svevas_2003@yahoo.it

«L’impegno garantisce i risultati: non importa la situazione che stai vivendo in quel momento. Le cose non arrivano da sole e l’”uscita giusta” la devi trovare tu. Io, la mia, l’ho trovata in una cantina». Iramayara Nuernberg, brasiliana, arrivata in Italia 20 anni fa come badante ora, dopo aver frequentato un corso per “mamme uscite dal mondo del lavoro” dell’Associazione per la Famiglia di Milano, è un’imprenditrice. Fa la designer di fiori e accessori. Come Bill Gates. Ci racconti come ha fatto. Avevo i figli piccoli e abitavo ancora in Brasile. Dovevo lavorare, ero pittrice, ma non potevo continuare con tre bambini piccoli, così ho cercato una formula che mi permettesse di rimanere vicina agli artisti, in quell’ambito, senza rinunciare alla famiglia. E in un garage ho iniziato a realizzare cornici a mano. Da quell’attività sono nati e cresciuti tre negozi grandi, tuttora aperti. Ma volevo cambiare e nel 1992 mi sono trasferita in Italia da sola, poi sono arrivate le figlie. Il percorso è stato simile a quello di altre donne straniere: pulizie, badante, poi non avevo più la forza e sono rimasta senza lavoro

Iramayara Nuernberg è arrivata in Italia 20 anni fa. Prima badante, poi l’idea di mettersi in proprio. Con un business creativo.

perché mi sono ammalata seriamente. Nessuno mi voleva perché non potevo fare grandi sforzi fisici. Così mi è venuto in mente di andare in cantina e vedere se c’era qualcosa dalla quale iniziare. L’unica “concorrente”, ho sempre pensato, è la creatività: ma è una concorrente positiva, perché ti stimola a fare sempre meglio. Puoi creare un fiore e qualcuno lo fa più bello del tuo? Meglio, perché partirai da quello stimolo per farne uno ancora migliore. Che studi ha fatto in Brasile? La scuola dell’Arte o Accademia di Belle Arti. Poi l’ho abbandonata per sposarmi e mettere su famiglia. Però col legno e le mani abbiamo lavorato sempre tutti: mi piace trasformare gli oggetti. In cantina, ho iniziato a creare dei fiorellini di stoffa molto poveri. Ho chiamato delle amiche e ho proposto loro di vendere queste creazioni ai giardinetti o per strada. Loro però non volevano esporsi in quel modo, avevano timore, un po’ di vergogna, forse. Così mi sono creata la “scusa”: non potevo avere vergogna, perché

vendevo le creazioni che realizzavo. Il problema, semmai, era conferire un valore monetario a ciò che stavo facendo per mantenermi. I vicini hanno iniziato a vedere i miei fiori e un amico architetto me ne ha acquistati 10, valutandomeli più che bene. Da lì è arrivata un’esposizione molto importante, a Parigi. Di seguito mi hanno chiamata al Salone della Moda e per un altro Salone dedicato alla Decorazione d’interni. Così ho chiamato le mie figlie iniziando un’attività di produzione a “catena di montaggio familiare”. Per queste creazioni ora posso stipulare solo contratti a progetto o a ritenuta d’acconto. Ma il mio fine è trovare un laboratorio e aprire una partita Iva, dando così corpo definitivo alla mia attività imprenditoriale. A Milano ha frequentato qualche corso? Con l’Associazione per la Famiglia ho frequentato un corso per imbianchini, che non è andato a buon fine, ma mi ha lasciato un bagaglio di conoscenza notevole. In seguito, la Regione e la Comunità Europea hanno realizzato un corso per la Creazione di eventi, alla fine del quale ho messo in piedi una mia associazione e deciso di seguire solo artisti brasiliani. Tanti connazionali arrivano in Italia con sogni e aspettative alte. Nel caso delle donne, molte finiscono sulla strada. Sentivo che potevo e dovevo dare una mano in quest’ambito. Pensa di essere una donna di successo? Non saprei, ma non posso raccontare il mio come un fallimento. È ancora una storia in divenire. Desidero passare un messaggio di speranza, importante, perché come questione “di genere”, le donne tendono spesso a sottovalutarsi. Le trasformazioni non devono impaurirci e dobbiamo osare: molte volte siamo noi stesse a porci dei limiti.

ACCOGLIENZA&SOLIDARIETÀ L’Associazione per la Famiglia nasce 13 anni fa e si posiziona nel settore di supporto alle persone e alle famiglie. Accreditata in Regione Lombardia per la formazione è iscritta all’Albo delle Associazioni familiari e femminili della Regione stessa e all’Albo provinciale del volontariato di promozione sociale. L’attività principale è negli ambiti dell’accoglienza, dell’ascolto, del sostegno psicologico e del supporto alle mamme sole con figli. Negli ultimi anni, grazie al contributo della Provincia di Milano, del Comune di Milano e della Fondazione Cariplo ha dedicato molto impegno alle donne immigrate e sole con minori a carico. In questi ultimi due anni l’utenza ha, però, spinto l’Associazione a dare un maggior ascolto alla ricerca del lavoro. Una ricerca che si manifesta ancor più difficoltosa nei casi in cui le reti di welfare familiare, di amici, di prossimità non esistono e non possono agevolare la conciliazione lavoro-famiglia. Tra i progetti più recenti troviamo “Appartamenti/Sostegno alla Maternità e alla Genitorialità”, promosso dalla Provincia di Milano e “Genitori in Viaggio”, finanziato dalla Fondazione Cariplo e gestito dall’Associazione per la Famiglia, assieme al Cesil e all’Associazione Fiorella Ghilardotti.

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ATTUALITà

VITA MODERNA

L’instabilità lavorativa, la mancanza di prospettive, incidono sull’esistenza e sullo stato psico-fisico delle persone.

SINDROME DA PRECARIO di DANIELA BIANCHI - d.bianchi58@gmail.com che hanno più probabilità di sviluppare la “sindrome da precariato” sono i più giovani». A parlare è la dottoressa Paola Vinciguerra, responsabile dell’Uiap (Unione italiana per gli attacchi di panico): «I ragazzi davanti all’obiettiva difficoltà di trovare lavoro tendono ad assumere un atteggiamento vittimistico e allo stesso tempo a procrastinare all’infinito le decisioni, quasi come a volere fermare il tempo. Rimandare il confronto con la realtà, che purtroppo è diversa da quella che era stata prospettata, e quindi il rischio di sentirsi dei falliti, è molto

Un gruppo di giovani precari organizza il rapimento di un politico: non è un fatto di cronaca ma la trama di “Figli delle stelle”, un bel film di Lucio Pellegrini, che così sceglie di raccontare il precariato, questa difficile e ormai diffusa condizione esistenziale. Nella realtà, chi subisce da tempo una situazione di instabilità lavorativa, manifesta sempre più frequentemente reazioni di tipo ben diverso: tachicardia, insonnia, tensione generalizzata, dolori articolari, disturbi gastrointestinali e depressione, tutti sintomi che vanno classificati con il nome di “sindrome da lavoro precario”. Secondo il Comune di Milano, nel 2010, su 47mila lavoratori con contratto a termine, circa l’80% (oltre 37mila) manifesta problemi psicologici riconducibili alla precarietà. Per l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro (Ispesl), il cosiddetto “mal d’ufficio” colpisce in Italia 10 milioni di persone.

L’ESPERTA

«Di questi tempi la precarietà non è solo legata alla durata dei contratti di lavoro: tutti hanno la sensazione di rischiare di finire in mezzo alla strada, compresi gli “stabili”, ma è chiaro che i soggetti

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Secondo il Comune di Milano l’80% dei lavoratori con contratti a termine manifesta problemi psicologici.

concreto. L’unica via d’uscita è puntare sulla creatività, usando in maniera diversa quello che c’è già».

PRECARI

Nel mare magnum della precarietà c’è chi è più precario di altri: è il caso degli stagisti, persone con una laurea o anche due, o magari anche un master, ai quali viene offerto un compenso di poche centinaia di euro a fronte di un impegno quotidiano di 8-10 euro. In Italia, secondo l’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori), sono attivati 300mila stage l’anno e impiegano giovani per lo più laureati, che hanno un’età compresa tra i 25 e i 30 anni. Tra questi c’è Alessia, 27 anni,

una laurea in comunicazione d’impresa, specializzazione in marketing. Attualmente è al suo quarto stage, che tra cinque mesi finirà senza nessuna possibilità che venga rinnovato o si trasformi in qualcosa di più stabile. «Come tanti altri miei coetanei mi trovo nella situazione di non poter fare progetti per il futuro, perché il mio orizzonte lavorativo non supera i sei mesi, scaduti i quali mi rimetto a inviare curriculum. Oltretutto la condizione di stagista differisce da quella di qualsiasi altro lavoratore solo per le tutele e per il compenso ridicolo: ho un orario ben preciso, con compiti di responsabilità, ma non ho permessi né tantomeno la malattia. E quando, oltre all’ansia per precarietà, si aggiunge un’ innalzamento dello stress collegato all’ambiente lavorativo, mi capita di passare qualche notte insonne». Un altro settore dove il precariato sembra non avere mai fine, tanto che non è infrequente il caso di chi va in pensione non essendo mai uscito da questa condizione, è la scuola. «Mi sono trasferita da Bari a Milano, con tante speranze, nella convinzione che tempo 4-6 anni sarei passata di ruolo racconta Roberta, insegnante precaria da 8 anni -. Invece i tempi si sono allungati, anche in seguito alla riforma della Gelmini. Attualmente vivo una situazione di stallo: le nuove immissioni in ruolo sono pochissime, e un paio di anni fa ho anche rischiato di rimanere senza lavoro. Tutto questo mi impedisce di affrontare con tranquillità le normali incombenze della vita, dalla rata del mutuo all’organizzazione di una vacanza; a ciò si aggiunge una sensazione di avvilimento quando, alla scadenza del contratto, mi ritrovo con i miei colleghi a chiedere il sussidio di disoccupazione per i mesi estivi». Giorni fa il Presidente Giorgio Napolitano ha detto : “Basta giovani precari e sfruttati, all’Italia serve una crescita più equa e sostenibile.” Speriamo che non rimanga solo una bella frase.

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CULTURA

MEMORIA STORICA

Viaggi della speranza di ieri e di oggi. In mostra a Genova ricordi ed esodi di tanti popoli. A cominciare dal nostro.

QUANDO I MIGRANTI ERAVAMO NOI di MAURO CEREDA - m.cereda@jobedi.it C’è stato un tempo in cui gli albanesi, i marocchini, i senegalesi eravamo noi. Tra ’800 e ‘900 circa 29 milioni di italiani sono, infatti, emigrati all’estero. Un “esodo biblico” dalle regioni del sud, ma anche da quelle del nord, per scappare dalla fame, dalla povertà, dalla disoccupazione. Una storia già vista, che puntualmente ritorna. Gli uomini fuggono se dove vivono non c’è presente e non c’è futuro. Agli emigranti di ieri e di oggi, che hanno solcato i mari per inseguire i propri sogni, è dedicato un padiglione del Galata, il Museo del mare di Genova. Aperto nel novembre scorso, il Mem (Memoria e migrazioni) è uno straordinario percorso espositivo-interattivo, che consente di vestire i panni di chi ha scelto di cambiare Paese: dal contadino veneto salpato, insieme alla famiglia, cento e più anni fa con il piroscafo per raggiungere gli Stati Uniti, al giovane africano appena approdato a Lampedusa, su un barcone carico di disperati come lui. La prima parte dell’itinerario è dedicata alla storia dell’emigrazione italiana.

Quasi 29 milioni di italiani a cavallo tra l’’800 e il ‘900 hanno lasciato la patria.

All’ingresso ad ogni visitatore viene consegnato un passaporto che corrisponde ad un emigrante realmente vissuto, di cui si possono seguire le tracce tramite oltre 40 postazioni multimediali: dalla partenza, tra i carrugi della Genova ottocentesca; fino all’arrivo alla Boca, il coloratissimo quartiere di Buenos Aires; o a Ellis Island, l’isola delle lacrime nella baia di New York; o in Brasile, dove la

richiesta di manodopera era alta a seguito dell’abolizione della schiavitù. Eccoci allora sul molo, poi all’interno della stazione marittima, quindi a bordo della nave (qui si passa tra i dormitori, l’infermeria, la cabina del commissario dell’emigrazione, il refettorio, la cella di sicurezza), fino all’approdo Oltreoceano. Tutto è ricostruito alla perfezione: edifici, suppellettili, oggetti, arredi, immagini. La seconda parte del percorso è, invece, centrata sull’emigrazione verso l’Italia. L’approccio è ancora interattivo (abbondano i video ondemand). Il visitatore ha la possibilità di approfondire vari aspetti della vita quotidiana degli emigranti: il lavoro, la scuola, la cucina, la cultura. Molto emozionante è la sezione dedicata ai viaggi della speranza, che dalle coste africane portano uomini, donne e bambini nel nostro Paese. In esposizione c’è anche un barcone (una piccola barca da pesca) approdato qualche tempo fa a Lampedusa con il suo carico di umanità disperata. Un museo da vedere. Per informazioni: www.galatamuseodelmare.it

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PINO DANIELE

MUSICA Un disco e un tour pieno di ricordi che uniscono generazioni.

ECCO LA MIA GRANDE MADRE di CHRISTIAN D’ANTONIO - c.dantonio@jobedi.it Il ricordo e il ripescaggio sonoro sembrano

Il tour del cantautore napoletano tocca la Lombardia il 10 maggio con una data al Creberg di Bergamo, seguita il 13 dalla tappa agli Arcimboldi di Milano, e il 20 al Palabrescia di Brescia.

essere la cifra dell’attuale svolta musicale di Pino Daniele. «Mi sono messo in proprio dopo anni di lavoro con grandi case discografiche - dice con serenità il maestro di 30 anni di successi - perché a me non piace fare musica per telefonini. E soprattutto non mi piace parlare di creatività con persone che pensano solo a vendere». Una mossa azzeccata: La Grande Madre può essere a buon titolo considerato il miglior disco del cantautore e chitarrista negli ultimi anni ed è anche arrivato in vetta alle classifiche di vendita. Merito di un pezzo spiazzante come Melodramma («Che mi è venuto in mente quando ho ripensato a un duetto con Pavarotti fatto nel 1998»), e della coraggiosa e preziosa Searching For The Water Of Life (Cercare L’acqua della Vita), il cui testo è stato scritto da Kathleen Hagen, un’artista del New Jersey che vive a Roma e che ha scritto in passato per Mario Biondi. Il brano parla delle cose essenziali della vita ed è dedicato a Save the Children, a

supporto della campagna Every One per dire basta alla mortalità infantile. Possibile che solo a 57 anni si riesca a fare l’arte più vera e più aderente al proprio gusto? «Non è proprio così - risponde - perché a me piacciono ancora molto le cose che ho fatto a inizio carriera, quando da Napoli siamo partiti io, James Senese, Massimo Troisi. Sono sonorità che rispolvero ancora dal vivo e capisco che sono amate da chiunque». In effetti il tour di Daniele rischia di essere l’avvenimento inaspettato della stagione musicale italiana. Nelle previsioni non era lo spettacolo di punta dell’anno eppure attira folle trans-gerenazionali che cantano tutti i pezzzi dello sterminato repertorio dell’artista. Forse caso unico in Italia dove padri e figli vanno a un concerto rock con lo stesso entusiasmo. E dopo anni di live, il cantautore non ha certo perso la passione per i gruppi di lavoro: «Suono perché mi piace cimentarmi con gli altri musicisti. Mi sono sempre piaciuti i gruppi, non potrei fare musica da solista».

VALERIO SCANU

COME CRESCONO BENE GLI “AMICI” Fa stupore che un giovane (classe 1990) come Valerio Scanu uscito da un talent televisivo (Amici su Canale 5) dica che per il nuovo disco, Così Diverso, non abbia chiesto informazioni sulla provenienza dei suoi coaautori. «Con Stefano Borzi che ha scritto con me i brani non abbiamo mai parlato delle esperienze passate. Lui sta dietro molti successi di Elisa, ma con me ha lavorato solo sulle cose che mi piacevano». Altro che fantocci della De Filippi. Forse il segreto del gradimento del pubblico nei confronti di questi giovani talenti è proprio l’istinto che li guida nelle scelte. Scanu è alla ricerca di strade cantautorali più impegnate come dimostra in A Modo Mio e Dove Sei. Per ora è tornato nell’arena televisiva che lo ha lanciato in attesa della finale il 19 e 20 maggio all’Arena di Verona. Da lì in poi farebbero meglio a lasciarlo libero di poter continuare la sua crescita, lontano dalle telecamere. www.jobnotizie.it

UN ESORDIO MERITATO «Ho sempre cantato, grazie ai miei genitori in casa si è sempre ascoltata buona musica. E questo è un disco perfetto per farmi conoscere in toto». Si presenta così Carlotta Proietti, la bella e brava figlia del celeberrimo Gigi, con cui abbiamo scambiato opinioni interessanti sullo stato di salute dell’arte in Italia e dei giovani (intervista completa su jobnotizie.it/ dopojob). L’occasione è il lancio del cd d’esordio di Carlotta che contiene anche canzoni scritte con il compianto Giancarlo Bigazzi, scomparso a inizio anno. «Come spesso accade - dice lei - i grandi maestri insegnano molto quando non si lavora; a cena, la sera, quando si raccontano gli aneddoti, riesci a leggere la persona dietro il personaggio. E Bigazzi è stato un uomo speciale, dalla personalità forte, con un’enorme creatività, quasi prorompente per entrare tutta in una canzone. Mi ha insegnato a guardare sempre tutte le alternative possibili nella scrittura». E del padre invece cosa pensa? «Quando ne ha voglia imbraccia la chitarra e intona una canzone sudamericana o magari

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romana. Questo mi ha aperto la mente sulle innumerevoli possibilità dei generi e delle sonorità possibili di una melodia, di una canzone». Una poliedricità che nel disco si sente, anche frutto di un allenamento a stare davanti al pubblico e intercettare le cose che funzionano, acquisita durante il suo lavoro teatrale. «Su tutto il rigore del palcoscenico che va sempre rispettato, anche nel divertimento». (C. D’Antonio)

aprile 2012


TEMPO LIBERO

GRANDI PARCHI

Ice Age the 4D è la grande novità 2012 di Gardaland.

SID E SCRAT SI FANNO IN QUATTRO di Mauro Cereda - m.cereda@jobedi.it Sono il simbolo del divertimento per grandi e piccini. Gardaland Park e Disneyland Paris continuano ad attrarre milioni di visitatori e stanno ora entrando nel pieno della stagione con alcune interessanti novità e tante belle conferme.

GARDALAND PARK È un emozionante viaggio tra le nevi perenni, in compagnia dei simpatici personaggi della saga cinematografica L’Era glaciale (a settembre arriverà nelle sale la quarta puntata), quello che propone il più grande parco a tema italiano (dal 2006 entrato a far parte del gruppo Merlin Entertainments, un “colosso” dell’intrattenimento presente in tutto il mondo). La nuova attrazione per il 2012, realizzata (presso lo spazio Time Voyagers) in collaborazione con la 20th Century Fox, si chiama Ice Age The 4D (vedi foto). Grazie ai sorprendenti effetti speciali, i visitatori, comodamente seduti in poltrona come fossero al cinema, sono chiamati a vivere in prima persona le avventure di Sid il bradipo, Scrat lo scoiattolo, Manny ed Elly i mammut, Diego la tigre - con tanto di figure che bucano lo schermo, rumori, profumi, spruzzi, vibrazioni e perfino una nevicata - per un’esperienza davvero unica. Giunto alla 37esima stagione Gardaland è ormai un vero e proprio resort (l’hotel all’ingresso del parco è da favola), che va incontro alle esigenze di ogni fascia d’età: dai più piccoli, ai giovani, agli adulti. Novità a parte, il divertimento è garantito anche con le vecchie attrazioni, a cominciare da Raptor, le montagne russe “alate” inaugurate nel 2011 (adrenalina pura). Per non parlare di Mammut, Fuga da Atlantide, Blue Tornado, Ramses, Jungle Rapids fino al mitico Albero di Prezzemolo… Da non perdere Sea Life, il bellissimo acquario tematizzato che da quest’anno ospita dei misteriosi “draghi di mare” arrivati dalla lontana Australia. Il parco si trova a Castelnuovo del Garda (Vr). www.gardaland.it

DISNEYLAND PARIS Nel 2012 Disneyland Paris compie 20 anni. Il più grande parco tematico in Europa fu, infatti, inaugurato il 12 aprile 1992 alla presenza del presidente francese Francois Mitterand. Da allora la struttura si è ingrandita ed è stata visitata da circa 250 milioni di persone (tra cui tantissimi italiani), desiderose di trascorrere uno o più giorni in allegria, in compagnia di Topolino, Paperino, Pippo e soci. L’anniversario sarà festeggiato con tre appuntamenti giornalieri: la Parata della Magia Disney (che si annuncia con una nuova veste e nuovi personaggi), Disney Dreams (uno spettacolo coinvolgente che avrà luogo al calar della sera sotto il grande castello della Bella Addormentata), A tu per tu con Topolino (con il famoso “padrone di casa” che apre il suo camerino

e si fa fotografare con i fans). Le emozioni continuano poi con gli spettacoli e le numerose attrazioni del parco (in tutto 56), distribuite tra le cinque aree tematiche: Main Street Usa (a spasso lungo la via principale di una cittadina americana del primo Novecento), Frontierland (un tuffo nel selvaggio West: da brividi le montagne russe di Big Thunder Mountain), Adventureland (avventure mozzafiato in compagnia dei pirati dei Caraibi, Indiana Jones, Robinson Crusoe), Discoveryland (per un emozionante viaggio avanti e indietro nel tempo), Fantasyland (per sognare in compagnia dei personaggi delle grandi favole Disney). Da non mancare, poi, un’escursione nei Walt Disney Studios dov’è possibile vivere da protagonisti tutta la magia del cinema. Nelle vicinanze sono a disposizione degli ospiti sette hotel a tema, con 5.800 stanze. www.disneylandparis.it

CONSIGLI PER LA LETTURA di Mauro Cereda SE POTESSI AVERE 1000 EURO AL MESE Eleonora Voltolina Laterza, 15 euro Sottopagati, sottoimpiegati, sottorappresentati: è questa l’impietosa fotografia di una parte dell’Italia del secondo millennio, in gran parte composta da giovani (spesso qualificati). Un esercito di ricattati, le cui storie sono raccontate in un saggio che si legge come un romanzo.

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LA BELLA DEL CHIARAVALLE Dario Crapanzano Frilli,11,50 euro

USCIRE DALLA CRISI È POSSIBILE Aldo Giannuli Ponte alle Grazie, 14 euro La crisi continua a mordere, nonostante governi tecnici e manovre “lacrime e sangue”. E allora come se ne esce? Perché i rimedi non hanno avuto successo? Giannuli affianca interpretazioni documentate e proposte concrete… ambiziose ma commisurate alla gravità della situazione.

Una giovane e bella prostituta viene trovata cadavere in una casa di un quartiere popolare di Milano. Chi l’ha uccisa? A scoprirlo sarà il commissario Mario Arrigoni. Il secondo romanzo di Crapanzano (dopo Il giallo di via Tadino) riporta il lettore nella città degli anni ‘50. Consigliato.

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METRONOMO. LA STORIA DI PARIGI AL RITMO DEL METRÒ

Lorànt Deutsch Ippocampo, 18 euro

Il libro ripercorre dalla Lutetia Parisiorum fino ai giorni nostri, la storia di Parigi attraverso la sua metropolitana. Ognuno dei 21 capitoli è dedicato a una stazione, in un’accattivante passeggiata fra aneddoti, curiosità e dati storici. Vien voglia di partire subito!

aprile 2012



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