CAPRIOLO
che si localizzano in cavità addominale, adese alla superficie esterna degli organi in-
terni, sono vescicole di forma ovale e del diametro di 2 o 3 cm.
Strongilosi intestinale. Capriolo - Foto Servizio Foreste e fauna
Strongilosi intestinale. Capriolo - Foto di Marco Bregoli
Haemoncus contortus stomaco. Capriolo - Foto di Marco Bregoli
Strongilosi polmonare. Capriolo - Foto di Marco Bregoli
B) MIASI NASOFARINGEA
cervi; questi parassiti, inizialmente di lunghezza inferiore ai 2 mm, hanno file di uncini che permettono un solido ancoraggio alla mucosa nasale. L’insetto adulto è diffuso soprattutto in estate; le femmine, dopo essersi accoppiate, producono numerose larve di 1° stadio. In tarda primavera ed estate durante le ore calde e meno ventilate della giornata, le larve vengono spruzzate in prossimità delle narici dei caprioli e da qui migrano verso le cavità e seni paranasali, qualcuna può raggiungere la faringe e la laringe. Una volta mature abbandonano le cavità nasali e nel terreno si trasformano in pupe, diventando poi insetti adulti in 39 settimane.
La miasi nasofaringea (o estrosi) è una malattia parassitaria sostenuta da larve di ditteri (famiglia Oestridae) che colpisce diverse specie di animali domestici e selvatici; tra questi ultimi i cervidi, e in particolare il capriolo, risultano le specie più colpite. Nel capriolo le larve sono state segnalate come appartenenti alla specie Cephenemyia stimulator. Le larve si localizzano a livello di cavità nasali e faringee dei soggetti parassitati. L’insetto adulto misura circa 10-12 mm in lunghezza, presenta colore grigio scuro con piccole macchie nere ed è ricoperto di peli bruno-chiari. La femmina, vivipara, depone le sue larve sulle narici di caprioli e
7