musica

Page 36

Le premesse di una nuova sensibilità estetica

35

mo solitario, all’archetipico stato di natura, ma parte dal riconoscimento reciproco degli individui, nel momento in cui iniziano a raggrupparsi e a comunicare. Inoltre, la scansione del corso della storia è notevolmente più precisa, e include riferimenti agli eventi biblici, al mondo omerico, alla conquista romana della Grecia, alle invasioni barbariche ecc. La nascita della parola è legata al sentimento e alla passione, e non al bisogno materiale: «Toutes les passions rapprochent les hommes que la necessité de chercher à vivre force à se fuir. Ce n’est ni la faim ni la soif, mais l’amour la haine la pitié la colère qui leur ont arraché les prémières voix»15. L’urgenza di esprimersi sorge insieme al desiderio di avvicinarsi agli altri uomini, non si configura cioè come un soliloquio ma come una ricerca del dialogo, e questa prima rudimentale forma di comunicazione aveva caratteristiche poetiche e musicali. Quando i poeti e gli oratori di oggi ricorrono alle metafore, essi si richiamano deliberatamente a quel tipo di linguaggio, dominato dalla passione e dall’immaginazione. Dal punto di vista fonetico e fonologico la lingua primitiva era, secondo Rousseau, a predominanza vocalica, dolce e sonora, ricca di suoni semplici, come quelli prodotti dai bambini piccoli o dai sordi, che permettevano un passaggio facile e immediato dalla vocale parlata a quella cantata. Le articolazioni secondarie invece, cioè le consonanti, si svilupparono in un momento successivo, dato che esse richiedono un’attenzione e un esercizio – potremmo dire un’arte – decisamente maggiori. Nella seconda parte del saggio questa visione diacronica dell’evoluzione linguistica si accompagna a una differenziazione di tipo diverso, che coinvolge le condizioni di vita dei popoli in base a fattori geografici, climatici e ambientali. Secondo questa teoria il clima del nord determina i comportamenti aggressivi, a cui corrisponde, nella lingua, la proliferazione delle consonanti, che spezzano brutalmente il fluire del discorso e lo privano della musicalità propria degli idiomi meridionali e orientali. La discesa dei barbari e l’avvento delle rudi lingue nordiche in un mondo dove quelle antiche erano già scomparse da tempo sotto il doppio giogo della filosofia razionale e della sottomissione politica, sono una delle principali cause storiche che hanno innescato e accelerato il processo di degenerazione della parola, a cui contribuì anche l’invenzione e la diffusione della scrittura. Le lingue così alterate cessarono di essere musicali, diventando sempre più aride, e perfino l’italiano non fa eccezione, contrariamente a quanto detto nella Lettre sur la musique françoise. La questione della monotonia delle lingue occidentali moderne, prive dell’accento, del colore, della sonorità di quelle primitive, si ricollega ad un’opinione largamente diffusa a metà del Settecento: cioè che a un’epoca della fantasia, della poesia, del gusto nelle arti sia succeduta un’epoca della filosofia, della scienza calcolatrice, del ragionamento utilitaristico. Ma mentre la maggioranza degli intellettuali francesi vedevano questa mutazione dopo la fine del regno di Luigi XIV, Rousseau colloca il declino molto più indietro nel tempo, e rimpiange i modelli letterari di Omero ed Erodoto, non certo quelli degli autori del grand siècle.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.