musica

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tra sensi e spirito

con cui la ragazza, furibonda, si ribella. Nel frattempo anche le avances di Lockmann si fanno sempre più insistenti: egli è ormai totalmente stregato dalla prorompente sensualità di Hildegard e vive in funzione di lei. Parte III: Dopo la staticità dei primi due atti, per usare una terminologia teatrale, l’azione si anima nel terzo. Lockmann ha terminato le sue fatiche: l’opera che, nei suoi piani, gli darà la fama e gli permetterà di conquistare il cuore di Hildegard, è pronta. Il compositore però, in attesa del giudizio del pubblico, vuole mantenere l’anonimato, e finge che l’autore sia un giovane maestro napoletano di nome Passionei, che gli avrebbe inviato il manoscritto alcune settimane prima. Solo Hildegard, ancora indecisa sui suoi sentimenti per Lockmann, conosce la verità. I dubbi della ragazza però si sciolgono in seguito all’ennesimo assalto da parte del giovane, che non riesce più a tenere a freno i suoi istinti e rappresenta perciò un pericolo per la sua virtù e la sua libertà. La situazione precipita quando Hildegard viene a conoscenza del piano del principe Karl, che vorrebbe condurla a Vienna nella speranza di farla cadere nella sua rete. S’impone una decisione drastica: Hildegard decide di fuggire, e si reca in Italia insieme a due amiche, Frau von Lupfen e la contessa von D. Per poter viaggiare tranquilla e sfuggire agli sguardi degli uomini, Hildegard è costretta a travestirsi da uomo, spacciandosi per il fratello della contessa. Arrivata a Parma, la ragazza entra nel Teatro Regio e, credendo che sia vuoto, non resiste alla tentazione di salire sul palco e cantare. Ma in sala è presente un impresario che, udita la voce di quello che lui pensa sia un formidabile castrato, lo vuole scritturare a tutti costi per delle rappresentazioni in programma durante il periodo di carnevale al Teatro Argentina, a Roma. Dopo l’iniziale titubanza Hildegard, convinta dalla contessa von D., decide di correre il rischio (nei teatri romani era vietato nel Settecento l’accesso alle donne) e accettare l’ingaggio. La ragazza si presenta allora a Roma con lo stesso nome utilizzato in precedenza da Lockmann, Passionei, cantando prima la sua opera, Achille in Sciro, e poi la Sofonisba di Traetta. Il successo è strepitoso, e il pubblico romano acclama per giorni il nuovo astro dei teatri. Solo un giovane lord inglese, che assiste alle rappresentazioni, dubita fin dall’inizio che si tratti veramente di un uomo, e si propone di indagare. Il metodo usato dal lord per chiarire la questione non è certo meno brusco di quello adottato dagli altri – egli salta addosso a Hildegard togliendole i vestiti – ma stavolta lei, certo turbata ma colpita dal fatto che lo sconosciuto, unico tra tutti, l’abbia da subito riconosciuta nella sua identità femminile, individua in lui l’anima gemella. Così la nuova coppia parte per Napoli dove, in seguito a un breve periodo di fidanzamento, si celebra il matrimonio. Quando Lockmann, partito in cerca di Hildegard, giunge nella città partenopea, l’irreparabile è ormai accaduto. Ma la sua disperazione è di breve durata: a consolarlo ci pensa la bellissima Eugenia, sorella di un banchiere italiano, che Hildegard aveva conosciuto durante la sua breve permanenza a Roma e che lei stessa spinge tra le braccia del musicista. Tra i due sboccia immediatamente l’amore. Il romanzo si chiude così con un lieto fine da opera mozartiana, che dispen-


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