IUSVEducation n.5 2015

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Viano, E.C. - Monzani M. (2014), Madre Terra è stanca! Il saccheggio della natura per arrichire pochi e impoverire molti, Padova, Libreriauniversitaria.it.

Non è cosa facile recensire un libro come questo perché non si sa bene in quale categoria intellettuale collocarlo. Dopo averlo letto attentamente ci si chiede di che cosa veramente tratti e con insistenza si vorrebbe definirlo in una delle tante collocazioni che si sogliono dare ai libri. È un libro di economia? Certo parla di economia … è un libro di etica? Certo parla di etica … è un libro di antropologia culturale? … certo parla di antropologia, e eminentemente di antropologia culturale … è un libro di storia? Certo parla anche di storia e addirittura di storia comparata nella politica del colonialismo classico e del neocolonialismo economico … È un libro di materie giuridiche? Certo parla in modo approfondito di legislazioni internazionali e di trattati fra Stati e aziende private … È un libro insomma di novità, un libro che vuole cambiare il modo di pensare le relazioni internazionali sul piano economico, etico, giuridico e di sviluppo dei popoli. È un libro di spessore intellettuale che poggia con un piede sopra il settore giuridico e con l’altro sopra i diritti umani. Il sottotitolo forse specifica meglio i contenuti che gli autori vanno presentando: il saccheggio della natura per arricchire pochi e impoverire molti. Saccheggio delle risorse sotto ogni forma di aspetto (del sottosuolo, delle piante medicinali, della chiavi della cultura, dei reperti delle civiltà che finora le hanno possedute, anche magari senza rendersi conto del loro valore, per ragioni di sottocultura rispetto agli altri popoli del mondo, …). Risorse che dovrebbero rimanere ‘bene dell’umanità’, ma che purtroppo vengono svalorizzate nei loro contenuti antropologici e ‘vendute’ alle multinazionali che hanno soldi e cupidigia, che le vogliono tradurre in beni di consumo immediati.

Risorse ‘svendute’ (se tutto va bene), dagli Stati a cui appartengono i popoli che abitano quei territori, e che vengono ‘rubate’ e ‘rapinate’ se Stati e Governi locali vi si oppongono. Il libro parla di una e propria ‘tratta delle risorse’, della quale tutti noi dovremmo prendere coscienza e, nei modi civili a noi possibili, dovremmo opporvici dimostrando solidarietà, intelligenza e apertura sul villaggio globale. Il libro è chiaramente diviso in due sezioni: la prima estesa da Marco Monzani, docente di Criminologia dello IUSVE (autore di altre pregiate monografie sul settore dei rapporti giuridici tra reati, tribunali e legislazioni … e vittime dei reati); l’altra stesa da Emilio Viano, presidente della International Society for Criminology (ISC). Nella prima sezione Monzani analizza una serie di problematiche giuridiche che ai non addetti ai lavori (e agli giuristi stessi che non si sono liberati dalla formazione unilaterale delle Facoltà giuridiche) suonano ‘nuovi’. La documentazione con cui sostiene le sue affermazioni è aggiornatissima e indubitabile. Accenno soltanto alle problematiche trattate, perché non è possibile illustrarle più profondamente in una recensione: Il reato di ambiente quasi sconosciuto nei Tribunali, con gli argomenti ad esso collegati: il danno, la consapevolezza, la possibilità di denuncia, le convalide ai fini di un intervento di giudizio, ecc. La posizione delle vittime di questi reati, quasi sempre o sconosciute o senza voce per esprimersi, spesso doppiamente vittime perché dei loro casi si impossessano i media facendone ‘pietoso spettacolo’ che fa audience, ma non sottolinea la verità drammatica del problema. «Vi è da parte dei media, un uso sistematico dei registri del curioso, del divertente, dell’eccitante, del sensazionale,


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