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Margherita Gobbi - Celeste Lazzaro - Zandalee Pascon

Ultra-Sesso (Erotica meccanica)

Margherita Gobbi - Celeste Lazzaro - Zandalee Pascon

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A partire dalla scena velocizzata presente nel film di Stanley Kubrick, Ultra-sesso (Erotica meccanica) intende svelare, attraverso un montaggio di immagini, l’automatismo meccanico insito nell’atto sessuale.

In Arancia meccanica, Kubrick racconta l’esistenza distopica di Alex, un soggetto votato al sesso e all’ultra-violenza. Nel corso del film, il regista non si limita a mostrare Alex nei suoi panni di drugo, ma spoglia il personaggio fino a presentarlo privo di costruzioni, nudo di fronte allo spettatore. Alex viene mostrato nel suo percorso di deindividuazione, dal suo apice al suo declino, fino al completo smascheramento.

Una delle prime tappe di questo processo è la rappresentazione della sua vita sessuale, ben lontana dall’ultra-violenza e dall’ultra-latte. Kubrick sceglie di rappresentare il momento d’incontro tra Alex e le due ragazze conosciute nel negozio di dischi in modo ironico, velocizzando il movimento dei corpi celebrato dal crescendo rossiniano dell’ouverture del Guglielmo Tell.

Qual è dunque lo scopo di questa scelta registica? Non di certo mostrare la passione fisica o l’amore, quanto piuttosto rappresentare una sessualità fine a sé stessa, pura meccanica. Questa meccanicità insita nell’atto sessuale è il punto di partenza di Ultra-Sesso (Erotica meccanica). Il corpo viene analizzato nella sua sessualità meccanica attraverso un processo di sviluppo fotografico ispirato dal lavoro di Man Ray e delle sue Rayographie, realizzate a partire dagli anni Venti del Novecento. Come Man Ray esaltava il carattere paradossale e inquietante del quotidiano, prendendo in esamina alcuni oggetti comuni e ricorrenti, allo stesso modo questo progetto mette nero su bianco l’idea di sessualità epressa da Alex.

La composizione, articolata in nove tavole, mostra un kamasutra non più volto alla ricerca di un piacere condiviso tra le parti, ma reso ripetitivo, automatico e macchinico. Il corpo come catena di montaggio viene scandito attraverso un percorso visivo in cui le singole parti concorrono alla creazione di una narrativa. In questo modo viene svelato il rapporto conflittuale e allo stesso tempo simbiotico tra organico e inorganico, tra corpo e macchina.

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