Girolamo Arnaldi, Pagine quotidiane - PRIMA PARTE

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MEDIOEVO

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Argomenti come quelli trattati a Spoleto vanno affrontati su archi di tempo molto lunghi. Se diversi aspetti della storia degli uomini richiedono, per essere colti nel loro svolgimento, l’ampiezza di orizzonti cronologici della «lunga durata», tutto ciò che riguarda gli uomini medesimi in rapporto con gli animali evolve di norma così lentamente da pretendere, per essere fatto oggetto di studi «storici», tempi addirittura lunghissimi. Solo quando saranno disponibili gli atti a stampa, si potrà dire se l’alto medioevo, che è la misura tradizionale delle «settimane di studio» spoletine, costituisca una durata abbastanza lunga per affrontare utilmente un tema come quello proposto quest’anno. Gherardo Ortalli, la cui relazione su «Gli animali nella vita quotidiana», ha assunto per necessità di cose, un carattere sintetico e riassuntivo, ritiene di sì. La fine del mondo antico avrebbe fatto registrare una perdita di controllo sull’ambiente e, di conseguenza, diminuita la capacità di dominio degli uomini sugli animali, proprio nel momento in cui si diffondeva la visione del mondo giudaico-cristiana, fondata su un’accentuazione dell’antropocentrismo. Uomini, insomma, che avevano nelle orecchie i versetti del Genesi («La paura di voi e il terrore di voi siano in tutti gli animali selvatici e in tutti gli uccelli del cielo, come in ognuno che striscia sulla terra e in tutti i pesci del mare; essi sono dati in vostro potere»), si trovarono d’un tratto molto più disarmati dei loro predecessori della tarda antichità nei confronti degli animali, in particolare feroci. Se per l’alto medioevo, parafrasando un detto famoso, si può davvero dire «lupus homini lupus», nell’antichità il lupo era una minaccia solo per il bestiame, non anche per l’uomo. Nel discorso inaugurale, tenuto con dottrina, eleganza e brio da Gina Fasoli, sono state passate in rassegna le principali testimonianze classiche e bibliche circa gli animali. Dopotutto, prima di rinnovare il bagaglio delle sue conoscenze, il medioevo ha attinto esclusivamente di lì, scarsa o


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