04 3 luigi sturzo alcide de gasperi carteggio 1920 1953

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era schivo e considerava inutili gli elogi alla propria persona. Frequentò le prime classi a Grigno e a Civezzano, nella Valsugana, dove il padre era capoposto di gendarmeria, poi passò al Collegio Arcivescovile di Trento e di qui al ginnasio pubblico. Nel 1900 si iscrisse al corso di filosofia dell'università di Vienna e nel 1901 lo troviamo per la prima volta tenere un discorso al Congresso degli universitari cattolici sul problema della cultura moderna di base cristiana. Fu questo uno dei temi spesso ripetuti durante il suo impegno politico, ritenendo che la democrazia e la libertà sono difendibili solo con una conoscenza della cultura pia approfondita di quanto fino allora avevano fatto i vari circoli cattolici. Nell'autunno 1902. dopo aver passato periodi duri di stenti e di fame nonché di gravi fatiche per potersi pagare le tasse universitarie e il mantenimento nella città di Vienna, ebbe l'occasione di diventare segretario del proprio professore di teologia don Kommer e di seguirlo in un viaggio a Roma. Ebbe allora l'opportunità di partecipare a una udienza di Leone XIII, del quale aveva studiato a fondo la Rerum novamm, e di avere un incontro casuale con Antonio Fogazzaro e Romolo Mum. I1 3 novembre 1904 troviamo De Gasperi nelle prigioni di Innsbruck con altri studenti italiani per aver dimostrato, assieme ai propri connazionali, contro gli studenti tedeschi che non permettevano l'avvio della prima lezione di un corso di diritto in lingua italiana. Era questa l'unica concessione del governo austriaco nei confronti degli studenti trentini e istriani, che da tempo chiedevano l'apertura di una loro università. De Gasperi rimase in detenzione per una ventina di giorni e, ottenuta la scarcerazione, non ebbe il permesso di presentarsi alla sezione degli esami, perdendo così un anno accademico. A testimonianza di questa avventura è rimasta una cartolina con le firme dei reclusi e una lettera scritta al fratello Mario, dove Alcide si lamenta non della prigionia, ma del tempo perduto per i suoi studi: «non sai quanto mi addolori la perdita di tempo. Del resto non mi curo, tanto sono tranquillo*. Tra i biografi c'è chi assicura che era lo stesso imperatore Francesco Giuseppe a non volere l'università italiana, temendo che le altre etnie dell'Impero avrebbero poi chiesto altrettanto. Assolutamente diversa invece è l'opinione di Giovanni Artieri, il quale, nel suo volume Tre ritratti politici e quattro attentati del 1953, dice di aver letto questo episodio sulle pagine del «Secolo» di Milano dell'epoca. Egli infatti racconta in modo brillante che De Gasperi, deputato alla Camera austriaca attendeva l'imperatore, il quale passava in


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