e garantisce la vita agli animali come i capridi che ne mangiano foglie e frutti. Quando sotto ad essi compaiono dei piccoli che succhiano il latte dagli animali, il ciclo della vita é completo, come nel rilievo da Assur conservato nel Museo di Berlino. (BIGNASCA) Questo tema iconografico compare in epoca orientalizzante anche su alcune stele protofelsinee (VIII -VII secolo a.C.) rinvenute nel bolognese. Ricordiamo la stele Malvasia Tortorelli che presenta due vitelli affrontati all’albero sacro; la stele a disco proveniente da Saletto di Bentivoglio (Bo), decorata da una sfinge sul disco e dei capri rampanti ai lati dell’albero della vita, e quella proveniente dalla tenuta Cà Selvatica presso Crespellano (Bo) con capri rampanti ai lati dell’albero della vita sul disco e sul corpo, forse una Potnia Théron (si veda Elisabetta Landi in questo volume). (PRINCIPI ETRUSCHI) L’aspetto imponente dell’albero con alti tronchi e grandi chiome ha da sempre affascinato l’uomo, a tal punto che, secondo Vitruvio (Architettura, V, 1), la conformazione stessa del tronco, che presenta la parte inferiore più larga rispetto
Stele a disco, Crespellano, Cà Selvatica, Museo Civico Archeologico di Bologna. Archivio Fotografico del Museo Civico Archeologico
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