profeta Isaia, anche l’ Albero di Jesse, la
Giovanni da Modena, L’Albero della Croce, Bologna, basilica di S.Petronio, cappella dei Dieci di Balìa (su concessione del MIBAC - Archivio Soprintendenza BSAE – Bologna).
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genealogia di Cristo nato da una Vergine della stirpe di Davide, venne identificato con l’Albero della Vita. Maria, “magnifica pianta che nutri i fedeli, albero ombroso che tutti ripari” (Inno Akatistòs), diventò il codice genetico-spirituale dell’umanità redenta. L’iconografia cristiana si popolò dell’immagine dell’Albero della Vita, sia come Albero di Jesse che come Albero della Croce, e attorno al Lignum Vitae si riorganizzò il cosmo. “[Cristo] è diventato carne ed è stato appeso alla Croce in modo da riassumere in sé stesso l’universo”, aveva scritto nel secondo secolo Ireneo. Nel duecento, il francescano San Bonaventura indicò la Croce come “un albero di bellezza consacrato dal sangue di Cristo [e] colmo di tutti i frutti”. Nelle cattedrali, attraverso l’opera degli artisti, la simbologia arborea, proposta alla contemplazione, ispirò immagini votive e reliquiari preziosi. Per tutto il medioevo l’identificazione tra l’Albero della Vita e il legno della Croce, strumento di martirio ma al tempo stesso