Il filo della storia. Tessuti antichi in Emilia-Romagna

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Un tesoro ritrovato a Nonantola

I tessuti di Nonantola Schede Sciamito con le aquile (tre frammenti, forse tratti da una casula) (Fig. 42) Manifattura bizantina, VIII-IX secolo Sciamito istoriato a sette trame, la quinta interrotta (il numero delle trame, la policromia e le dimensioni dei frammenti verrà definitivamente precisata dopo il restauro). Sciamito di costruzione classica, i fili dell’ordito di fondo, in seta rossa, si intercalano entro le diverse trame di seta nei colori giallo, due tonalità di verde cedro, verde smeraldo, blu (forse porpora), bianco (interrotta), rosso, al fine di fare risaltare sul diritto le trame del colore desiderato, mentre le altre vengono respinte sul rovescio. Le trame sono fermate in diagonale 2 lega 1, direzione S sul diritto, dai fili dell’ordito di legatura in seta rossa. Il primo frammento di tessuto si presenta di forma rettangolare, anche se allo stato attuale sembra che in basso sia leggermente più grande e stondato, mentre nel lato superiore risulta un accenno di scollatura. Il secondo reperto è composto da due teli fra loro cuciti e si presenta con il lato destro stondato. Le dimensioni e la resa sartoriale dei due reperti fanno supporre che essi in origine facessero parte di una casula “a campana”. Per conoscere meglio il reperto abbiamo ritenuto utile riportare alcune misure, che siamo stati in grado di rilevare in modo diretto, riferite ai decori: il diametro interno del grande orbicolo misura centimetri 68 ca; lo spessore della cornice risulta di centimetri 7 ca; il diametro dell’orbicolo più piccolo, che serve da raccordo, misura in verticale centimetri 14,5 ca ed in orizzontale centimetri 12,6 ca; l’altezza dell’aquila è di centimetri 60 ca. Il rapporto del disegno è incompleto, infatti è possibile definire solo l’altezza che risulta di centimetri 82 ca. Il modulo disegnativo è impostato seguendo uno schema ad orbicoli contigui fra loro collegati, nei quattro punti di tangenza, da un altro orbicolo o rosone più piccolo definito da due cerchi gialli entro i quali spicca il colore rosso di fondo sul quale risaltano 16 perle bianche, a seguire vediamo collocata, sempre su fondo rosso, una mezza luna gialla. La rota grande è composta da una cornice seminata da elementi esagonali scalati in giallo e blu disposti in fasce orizzontali fra loro alternate; ogni serie è completata da piccoli quadrati verdi, fra loro distanziati. Questa cornice, è definita all’esterno e all’interno, da cerchi composti

da perle gialle. Al centro, su fondo rosso, risalta una grande aquila simbolica con la testa volta a destra (ovvero verso Oriente e quindi espressione della potenza dell’Impero e sui domini bizantini), ali spiegate e decorate: la parte alta è definita da una voluta circolare che inscrive un motivo floreale (quasi un fiore di loto), stilisticamente da avvicinare a mosaici ritrovati a Gerusalemme, sorretto da uno stelo con due foglie speculari e dentellate; due fasce orizzontali, date da una cornice in giallo, ornate da 11 perle bianche, interrompono la parte alta da quella bassa che presenta nove righe verticali gialle e degradanti verso l’interno, per ogni ala, appena distanziate da un rigo rosso. Il collo del rapace ed il corpo sono decorati dai medesimi elementi esagonali scalati presenti nella cornice. L’aquila si erge su robuste zampe i cui artigli posano su di un basamento rettangolare ornato, come lasciano intuire tracce di una trama di seta bianca, da perle. La coda a ventaglio è interpretata con nove fasce ornate da piccoli cuori, ora in rosso, ora in giallo con al centro un cuore blu; analoga decorazione si riscontra nello sciamito con aquile di Auxerre detto sudario di San Germano attribuito al X-XI secolo. Il collare è ornato da perle bianche con al centro un medaglione circolare. Le caratteristiche formali del rarissimo sciamito di Nonantola trova confronti con opere tessili coeve e nella produzione di manufatti artistici quali sculture, mosaici e pitture presenti sia nell’Italia meridionale che in quella centro-settentrionale, tutti databili entro il X secolo. L’esemplare di Nonantola è da porre a confronto anche con l’arte prodotta prima e durante la dinastia dei Macedoni (867-1057), periodo durante il quale furono realizzati capolavori pittorici, smalti, rilievi argentei e d’avorio che documentano la ricchezza della corte bizantina, la cui arte fu ammirata ed ambita ovunque, come gli imperiali drappi serici ed auroserici. Nei tessuti serici realizzati a Costantinopoli a partire al VIIVIII secolo i simbolici animali iniziano ad essere proposti in modo superbo e stilizzato. Questi drappi, fra i quali quelli che riportano l’aquila sono i più diffusi, impressionano notevolmente per l’ampiezza del decoro e per lo stile maestoso e sono da attribuire al periodo più antico; infatti i reperti tessuti in epoca più tarda presentano orbicoli di medie dimensioni ed in seguito sempre più ridotti. Tenute presenti le complesse influenze culturali, gli avvenimenti storici, le testimonianze figurative, i confronti stilistici (per ulteriori informazioni si rimanda a PERI 2006), in prima istanza le dimensioni degli orbicoli che si avvicinano ai reperti più antichi, fra i quali è doveroso ricordare la seta con gli elefanti ritrovata nel reliquiario di

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