BEATRICE ORSINI
NOTE 1
Ricostruzione di un cacciatore-raccoglitore di epoca mesolitica, San Lazzaro di Savena (BO), Museo della preistoria “Luigi Donini”.
2 Frammento di corda mineralizzata rinvenuto nelle grotte di Lascaux (Paleolitico francese). 3 M. Bazzanella, A. Mayr, L. Moser, A. Rast-Eicher, Textiles, Intrecci e tessuti dalla preistoria europea, Provincia Autonoma di Trento, Servizio Beni Culturali, Ufficio Beni Archeologici, 2003 Trento, pp. 79-86. 4
Per estrarre le fibre dal libro della pianta si sceglieva un albero con tronco dritto e privo di rami bassi. Un intaglio nella parte bassa facilitava l’asportazione della corteccia. Questa veniva poi immersa nell’acqua per separare la fibra (macerazione). In base agli studi risulta che la più sfruttata fosse la pianta del tiglio, impiegata anche in epoca romana come ha dimostrato il cordolo di stagnatura dello scafo della nave romana di Comacchio (I a.C.). 5
La mummia fu scoperta casualmente nel 1991 e ora è conservata nel Museo Archeologico dell’Alto Adige, Bolzano/Südtiroler, Archäologiemuseum, Bozen. 6 La collezione “Gaetano Chierici” dei Musei Civici di Reggio Emilia con-
serva un pugnale triangolare in rame (Bronzo Recente) con tracce di mineralizzazione di un tessuto, probabilmente lino, proveniente dalla tomba 78 della necropoli del Remedello Sotto (Brescia). Il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena conserva invece due coppie di fibule con arco a navicella (VII a.C.) provenienti da Chiusi, tre delle quali presentano tracce di tessuto mineralizzato, (in corso di studio). Altri oggetti con tracce di tessuto mineralizzato sono stati rinvenuti in alcune sepolture della necropoli di Monte Tamburino a Monte Bibele (V-IV sec.a.C.). 7 Op. cit., 2003, pp. 47-53. 8
Il ritrovamento di questi strumenti tessili aumenta a partire dal Neolitico finale: (Lagozza (VA), Isolino di Varese (VA) e Settefonti (PN).
9 Numerose fusaiole fittili provengono dai siti terramaricoli di Montale
(MO) e Castione dei Marchesi (PR). 10 Le statue stele di Lagundo sono conservate al Museo Archeologico del-
l’Alto Adige, Bolzano/Südtiroler, Archäologiemuseum, Bozen. 11
La Grotta del Farneto nella valle dello Zena ha restituito denti di carnivori forati e conchiglie fossili di Cardium, Pectunculus e Dentalium, utilizzati come ornamenti, Bologna, Museo Civico Archeologico.
20 La situla della Certosa fu rinvenuta nella tomba 68 della necropoli del-
la Certosa e raffigura su più registri una processione di donne velate e uomini con cappello a larga tesa che portano oggetti di vario tipo. Bologna, Museo Civico Archeologico. 21 Hom., Od. XIX; XVIII, 292-294. 22 Le fibule di epoca villanoviana sono di varie tipologie: ad arco ritorto, ad arco serpeggiante, con staffa a disco, con arco rivestito, con arco ingrossato o ribassato, a sanguisuga, a navicella, con arco configurato 23 La conocchia in bronzo con fusto ricoperto da elementi in ambra pro-
viene da molti corredi di Bologna e Verucchio (RN). 24
Ricordiamo ad esempio cinque fusaiole in vetro blu o bruno con decorazione in giallo (VII secolo a.C.), tombe 15, 38,90 necropoli De Luca e necropoli dell’Arsenale militare, Bologna, Museo Civico Archeologico.
25 Le fibule a castoni in osso e ambra sono state rinvenute in varie sepolture di Bologna e Verucchio (RN). 26
Un unico esemplare di placca di cintura in osso decorato proviene dalla tomba 491 del sepolcreto di via San Vitale (BO), Bologna, Museo Civico Archeologico.
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Tre sepolture (tomba 543, 907, 801) del sepolcreto Benacci (BO) hanno restituito tre placche di cintura a losanga in bronzo, Bologna, Museo Civico Archeologico. 28 Le tombe arcaiche di Bisenzio hanno restituito sandali in forma di zoccolo ligneo snodato con rinforzi di bronzo. 29
Il Sarcofago cosiddetto “degli Sposi” risalente al VI a.C. è stato rinvenuto a Cerveteri, Museo Etrusco di Valle Giulia. Rappresenta due coniugi sdraiati sul letto coniugale: la dama porta ai piedi le scarpe a punta dette “calcei repandi” e in testa il “tutulus”, caratteristici capi di abbigliamento di origine orientale. Ha lunghe trecce che le scendono anche sul petto ed è vestita di tunica e manto.
30 Il tutulus è un berretto o sacchetto a cupola di stoffa ricamata. 31 Il petasos viene indossato da figure di terracotta della decorazione ar-
12 Op. cit., 2003, pp. 47-53.
chitettonica di Poggio Civitate di Murlo, dal flautista della tomba della Scimmia di Chiusi e dalle figure maschili della situla della Certosa.
13 Op. cit., 2003, p. 200.
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14 Il sito di Montale ha restituito alcuni alamari in corno con decorazio-
Quattro ganci di cintura sono stati rinvenuti nella necropoli Arnoaldi di Bologna, Bologna, Museo Civico Archeologico.
ne a cerchietti o lisci e un bottone in osso con decorazione a denti di lupo; alcuni alamari sono stati rinvenuti anche nella terramara di S. Rosa a Fodico di Poviglio (RE).
33 Un particolare della decorazione del trono ligneo di Verucchio (tomba 89) raffigura scene di filatura e tessitura, Verucchio (RN), Museo Civico Archeologico.
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34 Hom., Il., III, 125-128.
Il segnacolo appartiene alla tomba E di Pian di Venola, Marzabotto (BO), Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria”. 16
Numerosi pettinini in corno di cervo con decorazioni geometriche sono stati ritrovati in molti siti terramaricoli emiliani: Castione Marchesi (38), Montale (11) e Poviglio (8). 17
Parco Archeologico e Museo all’aperto della Terramara di Montale, Modena, Comune di Modena Museo Civico Archeologico Etnologico, 2004, pp. 88-93
18 Mantelli ricamati compaiono sulla Situla della Certosa, Bologna, Mu-
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dell’Arsenale Militare, Bologna. Il nome deriva dalla convinzione che si trattasse di piccoli gong poiché rinvenuti accanto a piccoli mazzuoli. In realtà si tratta di pendagli cerimoniali che per la preziosità del materiale e la forma, dovevano essere un segno di particolare prestigio per le donne che li indossavano. Bologna, Museo Civico Archeologico.
35 Hom., Il, XXII. 36 Verg., Aen., IV, 261-264. 37 Hom., Od., II. 38 Hom., Od. X, 220-224. 39 Hom., Od. V, 61-62. 40 Ov., met. VI 1-145. 41 Plin. nat.VIII, 94.
seo Civico Archeologico.
42 Op. cit., 2003, pp. 79-95.
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43 Op. cit., 2004, pp. 62-65.
Il tintinnabulo proviene dalla tomba 5 detta “degli Ori”, necropoli