Vintage, La memoria della moda

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dotti che imitano i filati serici trovando largo impiego nell’industria del tessile.2 Le prime applicazioni delle fibre artificiali nel settore moda si attestano già tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento per far fronte alla massiccia richiesta di nastri e passamanerie della moda Belle Epoque. Con gli anni Trenta l’uso delle fibre chimiche nelle produzioni tessili si consolida e diventa oggetto di sperimentazioni sempre più ardite; obbligata a fare i conti con la crisi economica internazionale e con le restrizioni imposte dall’autarchia di regime, la moda accoglie, ormai senza più riserve, il miracolo delle fibre artificiali: collezioni di abiti dalle linee aderenti e sinuose sono realizzati interamente in rayon, albene e viscosa.3 Le difficoltà di approvvigionamento stimolano per certi versi la creatività dei maestri artigiani e dei couturiers che sperimentano l’uso di materiali naturali poveri e facilmente reperibili come il sughero, la corda e la raffia. Nel secondo dopoguerra l’affidabilità crescente delle fibre artificiali e la messa a punto dei primi filati sintetici sostengono fortemente la ripresa della produzione di moda. L’impiego del nylon, prima fibra sintetica della storia, rivoluziona le sorti dell’industria tessile finalmente in grado di fornire un filato lucente, resistente ed elastico, destinato a cambiare le abitudini delle donne in fatto di comfort ed eleganza.4 Significativo è il fatto che negli anni Cinquanta molte delle più famose creazioni di Dior, Schubert e delle Sorelle Fontana siano realizzate con pizzi e tessuti in nylon particolarmente apprezzati per gli abiti da sera in quanto naturalmente vaporosi, ingualcibili e assai adatti a comporre volumetrie importanti senza la spinta di sottogonne e crinoline. Con gli anni Sessanta si supera il punto di non ritorno per l’impiego delle fibre sintetiche sia nell’alta moda che

nel prêt-à-porter, l’alta qualità raggiunta da questi filati, grazie alla ricerca industriale e al progresso delle tecnologie di trasformazione, li rende ormai insostituibili, tanto da essere addizionati alle fibre naturali per migliorarne caratteristiche e prestazioni. Il ‘sintetico firmato’ si esprime in questi anni attraverso le creazioni in poliestere, acrilico, vinile,5

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Fibre artificiali ottenute dalla lavorazione della cellulosa opportunamente disciolta con solventi. Fanno la loro comparsa a partire dalla fine del XIX secolo quando vengono genericamente chiamate sete artificiali per sottolinearne le caratteristiche di luminosità e brillantezza. L’appellativo di seta artificiale fu ben presto sostituito da quello di rayon (raggio) per fronteggiare le proteste avanzate dai commercianti di seta a proposito degli equivoci ingenerati dal nome. Esistono vari tipi di rayon: rayon nitro, rayon cupro o seta bemberg, rayon viscosa o semplicemente viscosa. L’albene è una viscosa opacizzata che viene messa a punto intorno agli anni Trenta, si afferma per la particolare eleganza che l’aspetto opaco gli conferisce, distinguendola dal rayon fortemente lucido e brillante. 3 Elsa Schiaparelli, geniale creatrice degli anni Trenta, è stata la prima grande sperimentatrice delle fibre chimiche selezionando per i suoi abiti surreali, oltre al rayon, materiali totalmente innovativi come il rhodophane e il cellophane (fogli totalmente trasparenti, messi a punto a partire dalla lavorazione della viscosa). 4 Il nylon è una fibra poliammidica ottenuta a partire da composti di natura organica (petrolio e derivati) mediante polimerizzazione per condensazione. È la prima fibra sintetica della storia destinata a cambiare totalmente il modo di vestire delle donne che, a partire dal 1938, possono indossare calze trasparenti e biancheria intima elastica e confortevole. 5 Poliestere: fibra sintetica ottenuta con processo di polimerizzazione per condensazione. Si caratterizza per l’elevata resistenza e per l’ottima resa estetica, è indeformabile e non teme la luce. Resiste all’umidità, al calore e ai comuni solventi organici, non teme l’attacco delle tarme. Viene largamente impiegato in mischia per migliorare le prestazioni delle fibre naturali. Acrilico: fibra sintetica ottenuta con processo di polimerizzazione per addizione. Morbido e resistente al lavaggio, viene normalmente impiegato nella produzione di maglieria. Vinile: monomero usato per la produzione di resine e fibre.

Riconoscere e conservare gli abiti del Novecento

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