L'IRCOCERVO - N.2 luglio 2019

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dietro un terzo negroni. Tornando a casa, Barbara fece finta di nulla. Sembrava serena e appagata mentre indagava lo scorrere della città fuori dal finestrino. Arrivati sotto casa di lei, lo baciò sulla guancia. Non lo invitò a salire. Le nuvole, corpose e veloci, attraversano il cielo nero, che a Pietro sembra straordinariamente nitido. Le stelle sono occhi, pensa. Controlla l’ora sul navigatore: l’una e ventidue. La via Cassia, come previsto, è deserta. Il SUV corre in un mondo spento, si precipita agile di silenzio in silenzio. Pietro s’immagina da fuori, là avanti, nel buio. S’immagina di avvistare il fascio profilato dei fari allo xeno, di sentire un brusio in avvicinamento, poi l’improvviso tumulto di una sagoma scura che passa e scompare in un attimo, facendo fremere l’erba sul bordo della carreggiata. Infine, di nuovo, il silenzio. Pensa che ci sia un nucleo di giustizia in quest’immagine, come un ordine che tenta di stabilirsi e trasmettere certezze, di ricomporsi. Si è appena lasciato alle spalle Buonconvento, come da tabella di marcia. Quasi si dispiace che non ci sia abbastanza luna per illuminare la magnificenza brulla delle crete senesi, che si può solo intuire oltre l’alternarsi ossessivo ma stranamente armonioso delle curve. Fotogrammi di memoria si sovrappongono alla prospettiva cupa del panorama, su cui formicola la luce delle abitazioni, sempre più rare e addormentate. Adesso sa, capisce la differenza di peso specifico - così diceva Barbara - che ogni luogo esercita sulla vita di chi lo abita. Una differenza che lei volle rimarcare mentre attraversavano il confine tra Puglia e Basilicata, all’inizio dell’autunno passato, approfittando di una breve vacanza nel Salento per fare tappa a Matera. Entrando nelle Murge, la nudità di collinette e campi incurvati, di boscaglie brevi e macchie ispide, a Pietro ricordarono proprio le crete senesi. Era una sensazione dolce e stordente, una leggerezza da capogiro, simile a quella che provava da ragazzino quando rientrava dalle vacanze e il boschetto di cipressi gli annunciava la vicinanza di casa dopo un mese passato al mare. Accanto a lui, Barbara sembrava essersi ritirata in un incantesimo di assenza e contemplazione. Teneva le mani in grembo da qualche minuto, aveva

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