ZERO IMPACT: REALITY OR UTOPIA? L’impatto zero: realta’ o utopia? Paolo Gronchi, Politecnico di Milano, Dept. of Chemistry, Materials and Chemical Engineering “Giulio Natta”, member of the Technical-Scientific Committee of PoliEFUN
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he idea of the zero impact factory as a utopia is a belief to be called into question. Perhaps we define it utopia because the goal seems farther and farther as we near it, but the industry, particularly in the surface treatment and chemical fields, is constantly offering new technologies aimed at reducing the impact of the industrial activities on the environment. In order to solve the environmental problems, the technological way is the only one practicable: nowadays, the transition towards technologies which are safer for the environment is already underway, but at different paces, since it depends greatly on the perception of the link between these elements: innovation (research) <– economic advantage –> environment. The economic side, which is essential for each and every entrepreneur, is boosted from the fact that the customers appreciate more the environmentally friendly products. The reduction of the environmental impact is accomplished, nowadays, by what we call sustainable development, practicable with the already existing technologies, but outlining deeply innovative changes. In order to reach this goal, it is important to be persevering and to insist on a far-ranging research, on many different themes, trying to understand in which one of them there will be the basis for the innovation. The acronym BAT, i.e. Best Available Technologies, identifies the effort of the industry towards the sustainable development, or towards the adoption of the best available technologies in relation with the prevention and the control of the pollution. The European Commission, instructed to identify the most important BAT, so far (the last version of the BREF was issued in 2007, Ed.), arranged the “work” lines (or “generic BAT”) determined in the field of the surface treatment in 15 points: 1. Equipment design, building and functioning
06 N. 6 - 2010 November/novembre - international PAINT&COATING magazine
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he la fabbrica ad impatto ambientale zero sia un’utopia è una convinzione da mettere in discussione. Forse parliamo di utopia perché il traguardo pare allontanarsi man mano che ci si avvicina ma l’industria, in particolare quella dei trattamenti di superficie e della chimica, propone continuamente nuove tecnologie per ridurre l’impatto delle attività industriali sull’ambiente. La via tecnologica è l’unica praticabile per la soluzione dei problemi ambientali: la transizione verso l’adozione di tecnologie sicure per l’ambiente oggi è già in atto, ma viaggia con velocità diverse poiché dipende fortemente dalla percezione del legame fra questi elementi: Innovazione (ricerca) <– vantaggio economico –> ambiente. La spinta economica, irrinunciabile per ogni imprenditore, è potenziata dal fatto che i consumatori apprezzano maggiormente i prodotti che rispettano l’ambiente. La tensione verso la riduzione dell’impatto ambientale oggi si realizza in quello che chiamiamo sviluppo sostenibile, che si può attuare con la tecnologia esistente, ma che prospetta cambiamenti fortemente innovativi. Per raggiungere questi traguardi occorre molta tenacia, insistere su una ricerca ad ampio raggio, su tanti temi diversi, alla ricerca di quello che tra essi costituirà innovazione. BAT, ossia Best Available Technologies, è l’acronimo che identifica la tensione dell’industria verso lo sviluppo sostenibile, ossia verso l’adozione delle migliori tecnologie disponibili in relazione alla prevenzione e al controllo dell’inquinamento. La Commissione Europea, incaricata di individuare le BAT più importanti, fino ad oggi (l’ultima versione del BREF è del 2007, N. d. R.) organizzava le linee di “lavoro” individuate (o “Generic BAT”) nel settore trattamento superfici in 15 punti: 1. Design dell’impianto, costruzione e funzionamento