Io Come Autore

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numero

In occasione del Giorno della Memoria vi presentiamo tre libri pubblicati da La Memoria del Mondo nella collana Albero della Memoria, che racchiude testimonianze scritte di tradizioni, di storie e di diari del territorio del magentino.

a cura di Daniela Villa GIULIN, COMANDANTE DELLA BRIGATA GASPAROTTO Cuggiono è stato uno dei primi paesi della zona in cui si sono verificati episodi veri e propri di resistenza al fascismo e all’invasore tedesco. Il fautore di quella che poi diventerà la Brigata Partigiana Gasparotto è Angelo Spezia, Giulin per gli amici e Giulio per i compagni di lotta. LA FAMIGLIA SPEZIA Luigi Spezia (1885), emigrato negli Stati Uniti nel 1900 all’età di 15 anni, torna in patria alcuni anni dopo per trovare moglie, non smentendo quel famoso adagio “moglie e buoi…” Conosce, Teresa Rossini (1886), una ribelle che a 22 anni suonati non ha ancora marito, avendo rifiutato tutti i partiti che, fino a quel momento, si erano proposti. Luigi le piace, è un bel giovane, ma ciò che più la attrae è l’opportunità di andarsene da Cuggiono, piccolo centro agricolo senza prospettive. I due convolano a nozze il 30 gennaio 1909. (…)Vengono alla luce Mary nell’11, Angel (detto Giulin) nel ‘15, Rosy nel ‘18 e Antoinette nel ‘20. (…) Alla dichiarazione di Guerra nel 1940, Angelo (il regime ha italianizzato tutti i nomi di battesimo di chi era nato all’estero) viene richiamato sotto le armi e inviato alla conquista dell’Albania. Inquadrato come sottufficiale rimane sul fronte albanese fino al 1942 quando viene colpito da amebiasi intestinale. Rimpatriato in fin di vita, viene curato alla meglio in un ospedale militare. Durante il ricovero ha tempo e modo di riflettere sulla propria condizione e su quella di chi gli sta attorno. Giovani come lui, partiti da casa sani e forti, sono ridotti all’invalidità o infermi, quando addirittura non hanno perso la vita, a causa di una guerra di conquista ordinata da un tale affacciato ad un balcone che sostiene di farlo per il prestigio, l’onore e la gloria dell’Italia e degli italiani! Ma quale prestigio, onore o gloria possono esserci nell’invadere un’altra nazione? Nel costringere un popolo ad impugnare le armi per non essere sottomesso da uno straniero! Quale poi il prezzo da pagare? Morte, distruzione, sofferenze, rancore, odio… E questa guerra, intrapresa con faciloneria e superficialità, mandando allo sbaraglio uomini senza preparazione specifica e attrezzature idonee ad affrontare il territorio albanese e senza adeguato supporto logistico! Sarà possibile cambiare questo stato di cose? Cacciare il guerrafondaio? Ad Angelo tornano alla mente le discussioni politiche della sartoria Crespi…

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