Io Come Autore 46

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autore

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à t i v No anzo

m to o r è N fu m e t Nè APHIC GR OV EL N

ia s e o p in i n ta n lo i d r ● Rico le o r a p i d te a ll e n n e P ● le ia c e p s o lt o m a d n ● Una bio e ir r p o c s r e p , a ic s u m ● Parole e l’arte di annacarsi

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Illustrazione di

Manuel Poggi Anno 2 N. 46 / marzo 2012 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.

ra!


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Manuel poggi illustratore. Sono nato a Sanremo il 16 agosto 1973; fin da piccolo ho sempre mal celato una predilezione per il piede femminile, oramai considero questa mia piccola ossessione come una tara di fabbrica, il tempo non vi ha messo rimedio, anzi è sfociata in una vera e propria forma di ricerca artistica intrapresa alla scoperta della figura e delle sue molteplici forme di espressione; in una parola sola “comunicazione”. Dopo essermi iscritto alla scuola del fumetto nella prima metà degli anni ‘90 mi sono cimentato in diverse forme di disegno, ho frequentato poi assiduamente un atelier di nudo sempre a Milano chiamato: “l’Osservatorio Figurale” il direttore Enrico Lui divenne il mio maestro e mi educò a guardare alla poesia espressiva del corpo. Successivamente a questo periodo intenso e per quanto mi riguarda umanamente evolutivo, presero forma questi disegni dallo “humor-fetish” per me terapeutici, liberatori, uno dopo l’altro sono divenuti un’allegoria, un biglietto da visita della mia personalità. dopo aver contribuito alla creazione del calendario ANCI (associazione nazionale calzaturiera italiana) del 2011 a pochi mesi di distanza, grazie alla Coniglio Edizioni, esce nelle librerie la mia prima raccolta di disegni tutti incentrati sul tema del piede.

❥ Run obsession



Fabiola Farina |

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Angela Parise |

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sommario

Le Destinazioni

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autori

Il fatidico giorno prima

rubriche Letture in semibreve |

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Blogger per passione |

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di Laura e Paola Caponetti di Rossana Lombardi Know-how |

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di Annarita Fa

Penne e tulipani |

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di Giuseppe Raudino

NĂŠ romanzo, nĂŠ fumetto |

di Giorgio Ginelli

Non solo pietre |

di Natale Barca Pollicino |

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di Pina Varriale

L’angolo della poesia |

di Rossana de Grisantis Pennellate di Parole |

di Giovanna Vannini Eventi |

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Eventi per i vostri cinque sensi


editoriale C’è un amico che ogni tot di tempo, con la stessa frequenza in cui pubblico nuovi post sul mio personalissimo blog (e questa frequenza non è mai uguale a se stessa), mi domanda perché non mi metta a scrivere un libro. Eh, magari. Voi, giovani autori, lo sapete bene. Cosa significa prendere in mano una penna e un blocco e sedersi nel silenzio della notte, o al mattino presto, e iniziare a far correre l’inchiostro sulla carta. Oppure scrivere guardando solo la tastiera del pc per minuti e minuti interi, osservare le proprie dita scrivere lente o veloci, sapienti o ignoranti della dattilografia, salvo poi alzare lo sguardo e vedere righe di maiuscolo o una sfilza di segni rossi sul supporto elettronico. Oppure siete di quelli che mentre camminano, o si rilassano in treno dopo una giornata di lavoro, hanno un’intuizione e se la segnano sul cellulare, sull’agenda, su un tovagliolino nel bar. Magari qualcuno di voi usa un registratore per fermare l’attimo. Anche a me succede, ma tutto ciò dura qualche migliaio di battute. Mi manca solo la condizione sufficiente e necessaria: l’idea. Quella che voi, stupendamente, avete trovato. Massima ammirazione per voi, piccoli Archimede! Sabrina Carrozza

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Autrice

Io vivo per affascinare con le parole Io vivo per affascinare con le parole, per rendere il contenuto poetico anche se triste, vivo con i lettori sciogliendomi in loro come la sirenetta tra le onde del mare...per amore, solo per silenzioso amore. La mia scrittura non ama il banale, è radicata nella realtà materiale, affronta anche temi dolorosi, l’intersecazione dei miei due mondi si palesa persino nel cambio di registro e nella continua sperimentazione. La policromia delle pagine poi non si attarda sulle ripetizioni o su puntigliosi ricami atti a far sì che il romanzo diventi un tomo, ma staglia il nero della notte e la trasparenza rosata dell’alba senza gradazioni. Strana parola quella del titolo, sospesa tra due estremità. Da un lato il fantomatico Destino, come se fosse una trama ormai disegnata, dall’altro lato

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le Azioni, che si prefiggono di condurre le redini della vita. Così si delineano le Destinazioni verso le quali si arriva, risultati inaspettati dell’intreccio fra quei due inscindibili concetti. Ecco perché nessuna storia, come le 17 qui presenti, è dato – in fin dei conti – di ritenere conclusa e tutto può svilupparsi ulteriormente nel disegno dell’immaginazione. Al tempo stesso quindi, altre strane cose accadono nel cammino, come sospette anche se minime ripetizioni, ostinate anche se leggere ciclicità, che indicano una spinta centripeta che avvicina fra loro le storie e le vite. Sia nella realtà che nell’immaginario nulla è poi così nitido e distinto, chiaro ed evidente. Vi è sempre un velo impalpabile a volte leggerissimo, ma altre volte greve, che rende gli individui turbati di fronte agli eventi. ●


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Fabiola Farina

Le i n o i z a n i t Des Non ti accanire in modo così brutale su di me.

Il mio corpo vuole resistere solo per godere del privilegio di guardare il colore intenso di questo cielo estivo. Per quanto la piscina mi alcolizzi irrimediabilmente i polmoni di cloro e liquido ogni volta che mi immergi la testa sott’acqua, gli occhi ti cercano nella richiesta muta della pietà di una tregua lunga il tempo del giungere della notte… Dal racconto”Michela” tratto dal libro “Le Destinazioni”

Editore: Rupe Mutevole Isbn: 978 -88- 6591-121-1 Pag.: 154 Prezzo: € 10,00

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Letture in Semibreve ...il giusto mix di parole e musica

di

Laura

Caponetti L’Arte di Annacarsi Un viaggio in Sicilia di Roberto Alajmo

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asciatemi essere felice, stavolta gioco in casa, in quella casa che è la mia Terra, la Sicilia, e lo è anche per questo scrittore e giornalista, Roberto Alajmo. Contenermi sarà davvero difficile, dovete capire che alla Sicilia si appartiene, e no, mi dispiace, non è come essere lombardi o pugliesi, perché innanzitutto si tratta di un’isola, e l’essere isolani è tutta un’altra storia. Cambiano le prospettive e cambiando queste cambia il senso delle cose. La prospettiva di cui parlo è quella di chi ha sempre la terra alle spalle e davanti solo mare. Per me, nata in un paese di mare è e sarà sempre così. Avere la terra alle spalle vuol dire essere pronti all’accoglienza, ma anche essere vulnerabili, certo. Significa essere aperti a tutti i mondi possibili, significa essere tolleranti, scrutare l’orizzonte e sapere che da lì può venire la salvezza e non solo la tragedia. I cittadini più tolleranti di fronte al massiccio

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sbarco di uomini e donne provenienti dal resto del Mediterraneo sono proprio gli abitanti di Lampedusa, cioè coloro che più ne subiscono le conseguenze. Adesso sapete perché. Vi starete chiedendo se tutto ciò vale anche per gli abitanti dell’interno dell’isola, in un certo senso sì, essi attirati dalle lusinghe marine, saranno attratti sempre dalle coste e a loro tenderanno lo sguardo e il cuore. Tornando al libro, Alajmo sceglie d’inserire nel titolo un termine dolcissimo “annacarsi” che trae origine dal termine “Naca”, culla, quindi andrebbe tradotto “cullarsi”, ma ho detto andrebbe; come ci spiega benissimo l’autore,in Sicilia annacarsi vuol dire fare “il massimo del movimento con il minimo spostamento”, quindi ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Questo è un atteggiamento tipico dei siciliani, la loro tendenza alla contraddizione viene fuori anche nel dialetto. Il Viaggio in Sicilia che ci propone Roberto Alajmo è in realtà un viaggio all’interno della sicilianità che parte dai luoghi e dalla loro storia e finisce per spiegarci qualcosa dei siciliani e di tutto ciò che gli ruota intorno, compresi i luoghi comuni. Perciò non può non parlarci di Mafia e lo fa sbattendoci in faccia la verità, senza prenderla alla larga ci dice chiaro e tondo “La mafia è un odore. Una puzza. Qualcosa che avverti senza necessariamente sapere da dove proviene. E’ come la puzza di qualcosa che uno dei tuoi ospiti ha calpestato. Tu non sai esattamente chi, ma sai che qualcuno l’ha calpestata.” E’ così, punto e basta. Non credete a quelli che durante le campagne elettorali, in

tutta Italia non solo in Sicilia, incontrano lestofanti e poi dichiarano che non sapevano chi fossero, col cavolo! La puzza si sente, e se non l’hai sentita tu, te l’ha detto qualcuno. Di questo, nel corso di un viaggio in Sicilia si doveva parlare, ma non credete, è solo un accenno, deciso e tagliente, e poi si passa avanti. Si va da una sponda all’altra mirando bellezze, raccontando miti e leggende, sorseggiando zammù e mangiando cassata per poi arrivare al fantasma più famoso di tutta la Sicilia, che non è un Re, né un condottiero né qualsiasi altro illustre passeggero di questa terra. E’ un fantasma di cemento a sei corsie, lungo 3600 metri, che non si vede, ma, dicono, si paleserà prima o poi. Si, lo dicono, non si sa più da quanto.Quand’ero bambina e sentivo parlare del ponte sullo stretto, incuriosita ne chiedevo le ragioni a mia madre, che tagliava corto dicendomi di non preoccuparmi, che tanto, nemmeno i miei nipoti lo avrebbero visto. Già trent’ anni fa era così, oggi, se me lo chiedesse mio figlio risponderei allo stesso modo. In fin dei conti ha ragione Alajmo quando conclude “Noi che ci appaghiamo non delle cose, ma del ragionamento intorno alle cose. Ecco la prospettiva: un ponte fatto interamente di parole. E forse, tutto sommato, è meno peggio così.” Tra vizi e virtù questo viaggio si conclude sulla sponda più vicina al resto d’Italia, che in realtà gli si allontana di un paio di centimetri l’anno. Vorrà pure dire qualcosa. ●

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Letture in Semibreve

...il giusto mix di parole e musica paola 4 quarti

questa settimana consiglia l’ascolto di Franco Battiato L’era del cinghiale bianco, (1979)

Autore: Roberto Alajmo Titolo: L’arte di annacarsi Editore: La Terza Isbn: 9788842087717 Pag.: 274 Prezzo: € 9,50

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Blogger per passione

Capricci: come gestire la fase dei Terrible Two

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l tuo bimbo sempre più spesso urla, batte i piedi, si butta a terra e fa scenate: fattene una ragione è arrivata la fase dei capricci, i cosiddetti Terrible Two. Non bisogna allarmarsi più di tanto perché in fondo non sono solo capricci ma sono anche un sintomo di crescita, il bambino, infatti, sta raggiungendo la sua fase d’ indipendenza e la consapevolezza di se stesso. Ma come gestire e affrontare queste manifestazioni di ribellione? Ecco qualche consiglio per sopravvivere ai Terrible Two. Restare calmi E’ vero, è più facile a dirsi che a farsi ma dobbiamo veramente impegnarci a restare calmi e soprattutto a non urlargli contro perché, se no, il bambino si agita ancora di più, bisogna ricordarsi che i bimbi non sono in grado di ricomporsi. Avere fermezza Bisogna essere fermi nella nostra decisione quindi se è no è no, se si cede, il bambino, capisce che i suoi capricci funzionano e continuerà a farli, al contrario diventeranno sempre più radi.

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Sono Rossana Lombardi ho 32 anni e sono mamma di tre bambini. Faccio la copywriter per alcuni siti web e ho anche un mio blog personale, in cui racconto le mie giornate di mamma e parlo di prodotti per bambini.

a e r m o u Cdi mam ❥ Blog: http://unamammanelweb. blogspot.com


Ignorare il capriccio E’ inutile dilungarsi in spiegazioni in quel preciso momento tanto non ascolta, anzi, c’è solo il rischio di alimentare il capriccio, molto meglio ignorarlo lasciandolo sbollire e rimandare i ragionamenti ad un momento in cui sarà più tranquillo. Prevedere i capricci Sembra banale ma è cosi, se proviamo a prevedere i capricci ci eviteremo senz’altro spiacevoli scenate, quindi, se passando davanti al negozio di giocattoli, sapete già che si scatenano i capricci cercate di fare un’altra strada. Se a casa prende, per esempio, i biscotti quando non è ora di mangiarli cercate di riporli in posti a lui non accessibili e cosi via, vedrete che la maggior parte dei capricci saranno evitati.

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Rossana Lombardi

Proporre un’alternativa Se il bambino si intestardisce su una cosa provate a proporre un’alternativa divertente, se saprete coinvolgerlo in qualcosa d’altro le probabilità che smetta di fare il capriccio aumenteranno di certo. Questi consigli sono attuabili per i capricci di ribellione, nella fase, appunto, dei Terrible Two ma ricordate che non tutti i capricci sono uguali bisogna anche saperli distinguere, per esempio molti bambini fanno i capricci quando sono stanchi quindi, quando ci si accorge che sono nervosi, bisognerebbe fargli fare un pisolino o anche solo un momento di relax magari con qualche coccola di mamma. Molte volte, invece, capita che fanno i capricci proprio quando la mamma torna a casa dal lavoro, questo è, senza dubbio, un richiamo di attenzione quindi basterà passare del tempo di qualità con loro magari facendo un gioco o leggendo un libro insieme. ❤ Rossana Lombardi

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Autrice

e u d i d a La vit e n fi a l l a o n fi , e n n o d

l’intervista Cosa ti ha portato a scrivere? La passione per la scrittura è ufficialmente nata con me trent’anni fa. Già da piccola provavo a scrivere dei brevi componimenti con poco successo. Quando hai deciso di scrivere il tuo primo libro? Il primo libro risale al 1998, quando avevo sedici anni: poi, esattamente tredici anni dopo, l’ho ripreso in mano, rimesso a posto e pubblicato (è il secondo ad essere uscito, in ordine cronologico).

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È stato facile trovare un Editore, ti sei affidato ad un agente letterario? Descrivi il tuo percorso per arrivare alla pubblicazione. Ho iniziato partecipando a concorsi letterari ma ben presto mi sono accorta che non tutti erano validi: molti editori sono a pagamento mentre altri come premio danno la pubblicazione di pochissime copie. Poi, l’incontro fortuito con il mio attuale editore, Davide Zedda, mi ha dato la possibilità di iniziare. Come nascono i tuoi libri? I miei libri sono il mio specchio ed in quanto tali, nascono ispirati dalle mie personali esperienze di vita naturalmente rivedute e rielaborate. Come ti descriveresti? Sono una maniaca della precisione, solitaria e creativa: per scrivere è l’ideale.


Il tuo motto personale? Un motto personale ancora non lo ho, però lo sto cercando. Vivi per… Vivo per la mia famiglia, allo stato attuale formata da papà, marito e bimba di sei mesi. Perché acquistare la tua opera? Credo che il motivo che spinge all’acquisto di un libro sia l’interesse provocato dal tipo di storia che viene narrata; quindi penso che lo stesso principio valga anche per i miei romanzi. ●

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Angela Parise

Il fatidico a m i r p o n gior Alla vigilia delle loro nozze, le amiche Sofia e Milena, rimaste ambedue orfane di madre da poche settimane, ne approfittano per trarre le somme e narrarsi la biografia delle loro mamme: in questo modo conosceremo gioie e sofferenze nella vita di due donne straordinarie, Rosa e Pierangela. Titolo: Il fatidico giorno prima Autrice : Angela Parise Editore: La Riflessione EAN: 9788862117692 Pag.: 272 Prezzo: € 18,00 Anno: 2012

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Know-How

strategie sul libro

Come inviare un manoscritto ad una casa editrice via E-mail

Chi è Annarita?

“Annarita Faggioni, classe ‘90 si sta laureando a Lettere e Cultura del Territorio a Taranto. Da circa un anno consiglia gli autori esordienti e dà loro visibilità sul Piacere di Scrivere. Vanta alcune collaborazioni come copywriter freelance in vari settori. Recentemente ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Canto D’Inverno”, che ha trovato riscontri favorevoli nel vasto pubblico della Rete e un e-book gratuito per i vincitori del suo concorso di poesia. Sarà con noi in questa rubrica.” Finalmente abbiamo finito il nostro libro: non l’abbiamo semplicemente scritto perché non avevamo niente di meglio da fare. Abbiamo messo il nostro cuore, la nostra anima, la nostra passione per progettarlo, visualizzarne ogni piccolo dettaglio, costruirlo come un tesoro nascosto. É il momento che questo tesoro che rivoluzionerà il mondo letterario veda la luce. Già, ma come non cominciare con il piede sbagliato? Per certi aspetti, pubblicare somiglia un po’ a come mandare un CV per

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candidarsi ad un posto di lavoro. Molti mandano curriculum in giro senza pensare tanto alla richiesta: questo è il primo errore da evitare se vogliamo che il nostro libro venga preso in considerazione. Partiamo da una premessa: una casa editrice piccola, media o grande che sia ha: 1) Una linea editoriale da rispettare alla lettera. Se una casa editrice pubblica solo narrativa, è inutile mandarle il nostro libro di poesie: come leggerà la parola “Poesia”


Annarita Faggioni

cestinerà la E-mail senza degnarvi di una risposta. La linea editoriale è evidenziata dalle sezioni “Chi siamo” e “Invia il tuo manoscritto” o “Contattaci” nel sito della casa editrice. 2) Una gestione diversa. Se non vogliamo pagare il contributo per pubblicare il nostro libro, puntiamo alla pubblicazione in e-book o alla pubblicazione con case editrici non EAP: inutile perdere tempo mandando a tutti, indistintamente, il nostro testo. 3)Milioni di pacchi e di E-mail come la vostra. “Perché dovremmo pubblicare il tuo testo?”. Date loro una motivazione seria: evitate di dire “Perché sono alla prima esperienza” o “Perché mi piacerebbe”. Date una sinossi esaustiva, mostrate i punti di forza del vostro libro e la sua capacità di attirare il lettore. Ci sono case editrici che chiedono una sinossi, altre che la cestinano. Date un’occhia-

ta ai rispettivi portali prima di inviare il vostro materiale. Perché sfruttare il vostro indirizzo di posta elettronica per tutto questo? Evitate di pagare le spese di spedizione; Permettete alla casa editrice di non perdere tempo; Ricevete una risposta più immediata, soprattutto se l’esito non dovesse essere quello sperato; Proteggete l’ambiente non stampando, il che non guasta mai; Avete una sicurezza pari ad una ricevuta di ritorno: se il testo è stato inviato in una certa data e qualche bontempone volesse spacciarlo per suo, potete utilizzare quella data come riferimento. Detto questo, vi lascio scrivere in pace e vi auguro in bocca al lupo!!! Annarita Faggioni Il Piacere di Scrivere

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Penne e tulipani:

appunti di scrittura mediatica

Il futuro del romanzo Qual è il futuro del romanzo? Parafrasando il titolo di un saggio un po’ datato di Umberto Eco, al momento si distinguono due scenari principali: quello degli apocalittici e quello degli integrati. Il primo riguarda i fanatici della tecnologia, quelli che pensano che il libro cartaceo sparirà completamente per lasciare il posto agli ebook o qualunque altra forma di scrittura/lettura digitale; del secondo scenario, invece, fanno parte i romantici della lettura, quelli che pensano che la versione cartacea non potrà mai sparire perché il fruscio delle pagine, i margini scarabocchiati e i segnalibri in pelle sono insostituibili. La verità, probabilmente, sta in mezzo a queste due opposte e inconciliabili posizioni. Lasciamo per adesso perdere i saggi e le pubblicazioni periodiche (sia scientifiche che non) e focalizziamo la nostra attenzione sul romanzo. Cosa sta succedendo da un po’ sui tempo a questa parte? Alcuni scrittori sen-

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tono l’esigenza di “riscrivere” delle opere importanti, sia proprie che altrui. È il caso di Baricco, che ripropone un testo omerico, oppure dello stesso Eco, che non solo si cimenta con la riscrittura dei Promessi Sposi, ma addirittura rimaneggia il suo celebre “Il nome della rosa” dopo oltre trent’anni dalla prima edizione. In tutti questi casi il motivo della riscrittura è pressoché evidente: snellire il testo, togliere il superfluo, aggiornare la forma per rendere la storia più accessibile a un pubblico moderno. Tanto vale, allora, soffermarsi sulle esigenze di questo pubblico moderno per capire semmai sia possibile tracciare qualche plausibile percorso futuro del genere “romanzo”. Il pubblico di oggi è abituato all’idea di movimento e dinamicità. Legge di tutto, ma frettolosamente. Si concentra con alta intensità su qualcosa, ma per un tempo breve. Per questo ama i testi compatti, concisi, altamente informativi, schematici e privi di fronzoli. Il lettore di oggi su lascia distrarre facilmente: basta dargli un link seducente ed è disposto ad abbandonare la pagina per intraprendere nuove letture. Infine, quello odierno è un pubblico educato alla multimedialità e al multitasking, visto che è in grado di ricevere diversi stimoli sensoriali simultaneamente e di eseguire più di un’operazione per volta: per esem-


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di Giuseppe Raudino Giuseppe Raudino è docente di Teoria dei Media presso l’Università di Scienze Applicate Hanze di Groningen, Olanda. Lavora anche come giornalista freelance e ha pubblicato diverse opere di narrativa. Il suo romanzo L’isola del tempo è disponibile su Lulu.com e la sua home page è www.raudino.webs.com

pio, segue un programma televisivo e commenta su twitter in tempo reale, oppure ascolta musica, scrive una lettera, controlla dei concetti su Wikipedia e dà un’occhiata alla posta elettronica. Considerato tutto questo, come possiamo immaginare il romanzo del futuro? Da apocalittici o da integrati? Io credo che le due realtà coesisteranno. Continueranno ad esserci romanzi complessi, la cui lettura sarà piacevole solo attraverso il contratto fisico con un fascio di fogli ben rilegato, la cui ruvidezza deve essere assaporata col tatto mentre voltiamo pagina lentamente, mentre ci godiamo questa piccola conquista di lento

incedere verso la conclusione. E poi ci saranno anche i romanzi “snelli”, di facile lettura su supporti elettronici, possibilmente dotati di riferimenti extratestuali e/o multimediali. Esisteranno, insomma, romanzi appositamente scritti per lo stile apocalittico e altri conformi a quello integrato, con la possibilità di offrire due diverse edizioni a seconda del tipo di lettore. Magari verrà fuori anche una nuova figura di editor, a cui sarà demandata la “traduzione” o, meglio ancora, l’adattamento di un romanzo da uno stile all’altro... Ma questa è tutta un’altra storia. ● Giuseppe Raudino

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! l e v o N c i h p a r G Raccontare non è più legato solo alla parola; da tempo. Da molto tempo, dirà qualcuno. Mica da tanto, rispondo io. Sì, perché credere che il raccontare – quello vero, la materia del romanzo, per intendersi – non passi solo dalla parola non è mica per tutti. Non la voglio fare troppo lunga, per cui non comincio dai graffiti nelle grotte di Lascaux (Paleolitico superiore, ndr) ma lasciatemi almeno iniziare dagli anni ’70. Nel 1971 Dino Buzzati propone I miracoli di Val Morel, un racconto in cui Buzzati stesso si immagina protagonista alla ricerca di un fantomatico santuario nella provincia bellunese. Buzzati è scrittore, ma anche pittore, e correda i racconti riferiti ai miracoli con tutta una serie di ex voto disegnati da lui stesso. Dal Paleolitico a Buzzati – non me ne voglia Dino – non passa granché dal punto di vista della comunicazione visiva. Buzzati non è un disegnatore, è un pittore e la differenza si vede. Soprattutto perché ci sono sul mercato personaggi come Justin Green e Harvey Pekar (veri pionieri del genere cartoon) fino ad arrivare a Chester Brown o Art Spiegelman. Nel mezzo ci sta l’arte sequenziale teorizzata da Will Eisner. La prima graphic nove a memoria d’uomo, infatti, è del 1978: Contratto con Dio di Will Eisner. Una

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Nè romanzo, nè fumetto...


Giorgio Ginelli trilogia che solo nel 2001 vede la stampa in Italia per Punto Zero. Will Eisner è il compianto disegnatore che ha dato la vita al detective mascherato The Spirit, per intenderci; l’unico fumettista che ha visto intitolare un premio a suo nome quando era ancora in vita. Per tutti gli anni ’80 Eisner continua con la produzione di altre graphic novel, ma si capisce che è troppo avanti con i tempi; la sua notorietà non esce molto dalla cerchia degli appassionati del genere fumetto. Sì, perché a quei tempi, il genere graphic novel è ancora fortemente imparentato con il mare magnum dei supereroi dei cartoon americani. Deve essere ben chiaro a tutti: la graphic novel non è un fumetto solo più lungo del solito. Stiamo parlando di comunicazione visiva unita al testo. La graphic novel è un romanzo, né più, né meno. Non so cosa ne penserebbe Virginia Woolf, ma gli stessi problemi che lei identificava nei modernisti di inizio secolo, li possiamo ribaltare in questo nuovo millennio. Il romanzo è tale perché racconta delle storie basate su personaggi ben caratterizzati. Lo stesso deve fare la graphic novel. Due sono le possibilità: l’adattamento a fumetti di opere letterarie famose, bypassando il problema, oppure creare una storia originale che deve godere di una doppia paternità: l’autore e il disegnatore. E qui sta forse il busillis. Quello, cioè, che il disegnatore – pur bravo che sia – non è mica uno scrittore e a volte manca dell’idea giusta. Disegnare un romanzo è una cosa che il bravo disegnatore fa nel migliore dei modi. Scrivere un romanzo è una cosa che il bravo disegnatore fa così così. Come se il bravo scrittore si volesse mettere a disegnare la sua storia. Molto rischioso; a parte Will Eisner, naturalmente. Il coraggio di mettersi insieme – autori e disegnatori – nel XXI secolo lo hanno trovato. Ecco allora che negli ultimi anni si assiste al proliferare di un’editoria e di un mercato basato su storie disegnate, a volte con caratteristiche peculiari, molto sessuate, intime, dure, ma che di sicuro hanno una grande presa sui lettori. Leggere è faticoso, si sa. Qualsiasi cosa da leggere è meno faticosa da leggere di un romanzo o di un racconto. Soprattutto nella civiltà dell’immagine.

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Nè romanzo, nè fumetto... di Giorgio Ginelli

! l e v o N c i h p a Gr Will Eisner è nato il 6 marzo 1917 a Brooklyn, NewYork, ed è morto il 3 gennaio 2005 per complicazioni a seguito di un intervento cardiaco. È internazionalmente riconosciuto come un gigante nel campo dell’arte sequenziale, termine che lui stesso aveva coniato. Nella sua lunga carriera – dall’alba dei libri a fumetti all’arrivo delle immagini digitali – ha posto le basi per lo sviluppo dell’arte narrativa visuale e per l’evoluzione del linguaggio dei fumetti; tra gli innumerevoli personaggi da lui creati si ricordano Spirit, John Law, Lady Luck, Mr. Mystic, Uncle Sam, Blackhawk, Sheena. Nel suo nome è stato istituito The Eisner Award, uno dei premi più prestigiosi nell’industria dei fumetti; nel 2002 è stato insignito del Lifetime Achievement Award da parte di Art Spiegelman. Il regista Frank Miller (Sin City e 300) nel 2008 ha portato sul grande schermo la serie dedicata a Spirit.

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Il

cammino di

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Non solo vecchie pietre Samarià

Il pullman su cui sono montato a Chanià nel pomeriggio mi lascia sul far della sera al margine di un vasto pianoro, erboso e verdissimo. Il luogo si chiama Xylòskalo e si trova sull’altopiano di Omalòs, nella parte sud occidentale di Creta, a oltre 1.200 metri d’altitudine. è un posto ritirato; i pastori vi portano le greggi al pascolo in estate. Non vi sono case, solo qualche campo coltivato e un alberghetto Xenia. Il villaggio più vicino, Omalòs, è formato da poche case e da un paio di taverne; il pullman lo ha superato provenendo dal villaggio di Làkki, appollaiato su versante scosceso della montagna. Recupero il mio zaino, che è di un bel colore rosso, squillante, e mi avvio verso lo Xenìa, che sembra uno chalet alpino. Mentre mangio qualcosa per cena sulla terrazza, seguo con gli occhi il profilo delle Montagne Bianche, dalle nude vette. ChoraSfakion

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Natale Barca “Non solo vecchie pietre” vuole essere il luogo dove si legge del significato storico e culturale dell’evidenza disponibile di un passato remoto, e del valore che le fonti archeologiche rivestono per l’Uomo contemporaneo, come “trait d’union” fra l’Attualità e le Origini. Ovviamente, mi riferisco non solo alle testimonianze in senso stretto (strutture, manufatti portabili, opere d’arte, mummie e altri reperti antropologici fisici), ma anche a quelle scritte. Scriverò perciò della storia e della civiltà dei popoli antichi, ponendomi un limite spaziale e uno temporale. Il campo d’indagine si estenderà dall’Europa mediterranea al Sahara orientale e all’Asia occidentale. La cronologia sarà quella che abbraccia la Preistoria, la Protostoria e la Storia Antica. Il termine Protostoria, lo ricordo, definisce lo scorcio della Preistoria in certe aree le cui popolazioni non facevano uso della scrittura, ma ci sono note grazie anche a documenti scritti di popolazioni contemporanee o più recenti che vi fanno riferimento. Lo svolgimento del tema seguirà le tappe dell’esperienza che ho maturato nel mio cammino di conoscenza. Sotto questo aspetto la rubrica è autobiografica: parla di me stesso come autore, di che

cosa mi ha spinto a scrivere cinque libri in sette anni e che cosa la mia attività di scrittore saggista mi ha insegnato. I miei libri sono:

“La Notte dei Tempi” (2004. ed. in proprio), “Sovrani Predinastici Egizi” (2006, Ananke, Torino), “Al tempo dei Ramessidi” (2008, Ananke), “Prima delle Piramidi. Alle origini della Civiltà Egizia” (2010, Ananke), “Impatti che uccidono Ipotesi sul collasso di una civiltà” (2011, Il Ramo d’Oro Editore, Trieste).

Salvo il primo, tutti quanti sono attualmente in vendita nelle librerie e “on line”. Un’illustrazione sommaria dei volumi egittologici è contenuta nel sito www.natalebarca.it e nel mio profilo su Facebook. Una presentazione in video di “Impatti che uccidono” è reperibile nel sito http://vimeo. com/29769200.

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Non solo vecchie pietre di Natale Barca

Mi soffermo sulla cima aguzza del Gìghilos, alto oltre 2.000 metri. Suggestionato dalla leggenda, m’immagino di scorgervi Zeus seduto in trono. Ai piedi del Gìghilos c’è una sorgente: sembra che Zeus vi scendesse regolarmente per fare il bagno. L’aria è piacevolmente fresca, l’atmosfera è trasparente. Seguo fin dove riesco a spingere lo sguardo il sentiero che s’inabissa nel vallone. Lo Xenìa è piuttosto affollato. I letti sono tutti occupati. Dormo per terra, avvolto nel sacco a pelo. Il nuovo giorno è annunciato da un’aurora omerica, “dalle dita rosate”. E’ ancora molto presto quando incomincio la discesa nella Gola di Samarià, attrattiva principale di uno dei parchi naturali più selvaggi e meglio conservati del mondo. Mi ritrovo a fare parte di un’aggregazione casuale di escursionisti di varie età e nazionalità, che si è formata allo Xenìa. Ci muoviamo tutti insieme alla stessa ora perché quella è l’ora giusta per iniziare il percorso, che è lungo 16 km e richiede 5-6 ore di cammino, che si può fare solo a piedi o a dorso di mulo. Pure la destinazione è la stessa, considerato che, scendendo giù nel vallone, non si può andare che a Agìa Rouméli, un villaggetto situato sulla costa meridionale, bagnata dal Mare Libico. Mentre scendo sempre più in basso nel vallone, mi inoltro un ambiente naturale incontaminato, fatto di pendici scoscese, alberi, cespugli e arbusti con fiori, erbe aromatiche, fiori di campo, sorgenti, ruscelli. Scorgo serpenti, lucertole e rare capre selvatiche, e incontro un’infinita varietà di piante. Dei cipressi vecchi di mille anni fanno ombra a una cappella con affreschi. Ora il sole è piuttosto alto, le ombre nella Gola si sono accorciate, anche il fondovalle incomincia ad essere illuminato. Vedo in cielo librarsi avvoltoi, aquile e grifoni mentre supero un ponticello e poi un posto di ristoro, ricavato in un villaggio abbandonato. Fra quelle case in rovina resistono tre antiche cappelle. Una è la chiesetta medievale di ‘Ossia Maria, che ha dato il nome alla Gola. il nome ‘Ossia Maria è stato prima abbreviato in Sìa Marìa, poi in Sa Marìa ed è infine diventato Samarià. Il sentiero attraversa a più riprese il letto del torrente, dove scorre un ruscello con piacevole mormorio. La grande sorgente di Kefalòvrysi sgorga all’ombra di un platano. Secondo la leggenda, la vergine Britomarti Dictinna, in fuga dal re Minosse, che stava per acciuffarla per farla sua, dopo averla rincorsa a lungo, sarebbe stata trasformata in quella polla da uno Zeus pietoso, a cui la fanciulla si era rivolta in preghiera. Kefalòvrysi è uno dei posti più suggestivi che io abbia visto nei miei viaggi, davvero singolare. Ma non solo Kefalòvryisi: tutta la

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La gola di Samarià

Gola di Samarià è un posto straordinario, dove i miti e la natura s’intrecciano, e sembra di calarsi in un mondo sovrannaturale, abitato da dei, ninfe, satiri, sirene, streghe, eroi, demoni, draghi. Più in là di Kefalòvrysi c’è la chiesetta di Metamòrfosis; da queste parti, dicono gli archeologi, esisteva la città dorica di Kainò, e un oracolo di Apollo, il dio della luce e della profezia, dispensava i suoi vaticini. Il bello, però, deve ancora venire. Man mano che si procede lungo il fondovalle si vede la Gola restringersi. Questa continua a restringersi drammaticamente, fino a quando le opposte pendici si toccano quasi. Eccoci dunque alle Sideròportes, “Porte di Ferro”: un varco di 3-6 metri, e profondo parecchi metri, fra due pareti di roccia a strapiombo, alte centinaia di metri. L’aria che s’incanala in quel corridoio è fredda, mette i brividi. Il luogo è ombroso, con grossi sassi, ciottoli, alberi e cespugli. Dopo le Pòrtes la visuale si allarga. Ancora pochi chilometri e si arriva ad Agìa Rouméli, una località situata sul mare, con molte case diroccate, una chiesetta e una cappella dentro una roccia. Tra la sabbia e gli oleandri, giacciono le rovine di un’antica cittàstato, Tarra, che fu un centro religioso e fiorì per più di mille anni. Una chiesetta è sorta sulle rovine di un tempio di Apollo, o Diana. Mi rifocillo in un chiosco sulla spiaggia, poi m’imbarco per Chòra Sfakion. La traversata è tranquilla, il mare è una tavola, il barcone fila via borbottando. ●

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Pollicino per non perdersi tra i libri

Una bionda molto speciale

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Non è un libro qualsiasi questo della scrittrice Ornella Della Libera che in “ Tredici casi per un’agente speciale” descrive, in modo efficace e incisivo una realtà dura, violenta, ingiusta fatta di soprusi e di emarginazione, una realtà in cui è facile sbagliare e chi commette un errore finisce per pagarlo molto caro. La Blondie protagonista del libro è una poliziotta speciale, una che sa come si trattano i ragazzi difficili, quegli stessi cioè che Ornella Della Libera ha tante volte incontrato nel suo mestiere di ispettore capo. In questo libro, la scrittrice, facendo tesoro della sua esperienza da poliziotta in una città emblematica e contraddittoria quale è Napoli, dà vita a una serie di racconti legati tra loro da un unico filo conduttore, un filo che permette il dipanarsi di eventi che coinvolgono e, purtroppo, spesso finiscono col sopraffare i ragazzi. Intrappolati in una esistenza che sembra non offrire vie d’uscita,

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vittime di adulti senza scrupoli o, molte volte, carnefici essi stessi, questi ragazzi non sono che ingranaggi di un meccanismo perverso che cancella il loro futuro e li priva della speranza. Fa riflettere come siano stati proprio i minori del carcere di Nisida ad assegnare a “Tredici casi per un’agente speciale” il Premio “Elsa Morante”. Certo, si è trattato di una soddisfazione immensa e meritatissima per l’autrice, impegnata da sempre nella lotta alla criminalità. Un personaggio singolare, Ornella Della Libera, esattamente come lo sono le storie che racconta, storie forti, vere, vibranti di rabbia e di emozione, autentiche perché autentica è l’esperienza di questa autrice straordinaria che sa coniugare una visione lucidissima e precisa della realtà con una sensibilità profonda e scevra da qualsiasi pregiudizio.


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di Pina Varriale

Autore: Ornella Della Libera Titolo: Tredici casi per un agente speciale Editore: Fabbri ISBN: 9788845108600 Pagine: 183 Anno: 2004 Prezzo: € 9,50

Un libro di rara bellezza e di estrema efficacia narrativa, una testimonianza che attraverso una narrazione scorrevole e piacevolissima cattura il lettore, conquistandolo senza riserve. Del resto, non

potrebbe essere diversamente quando chi scrive ha cuore, sangue, anima e cervello. E Ornella Della Libera è così, speciale proprio come la sua Blondie.. ●

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l’angolo della poesia Fluttuano dolori che non s’accostano a parole… L’ambiguo s’infiltra e in pancia la nebbia s’addensa… Pareti di luce s’adombrano soffocano e giù l’urlo silente dove fa tanto male… flebile raccoglie briciole di risa gioconde e ormai distanti che il vento corrugato ha trattenuto i passi e sol vestigia rimiro senza alcun appagamento.

Rossana De Grisantis nasce il 28 Giugno 1969 in un piccolo centro della provincia di Bari, Turi. Cresce in una famiglia in cui saldi sono i valori di sacrificio, onestà e lealtà. Bimba sensibile e ricettiva, assorbe nel bene e nel male ogni sfumatura dell’ambiente in cui vive.

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pennellate di parole Camilla non se ne accorse… “Una stella per i tuoi pensieri?...” disse Giacomo, prima che Camilla riconoscendone la voce si voltasse. Giacomo attese. E quando lei fu nei suoi occhi, le riconobbe la solita assenza nello sguardo che ben conosceva. Era abituato Giacomo, a quel non esserci di Camilla e senza farsene un cruccio le andò incontro, con un sorriso e due baci da stamparle sulle guance. Camilla restò ancora nel suo vuoto e poi d’un tratto lo strinse forte a se, affondandogli il viso tra il cuore e le costole, respirandogli la pelle di sale e salsedine che gli sbucava dalla camicia appena sbottonata. Giacomo gli baciò a lungo la chioma biondo grano, nella remota speranza che lei porgesse le labbra verso le sue. Non avvenne. Si staccò invece, e senza chiedergli nulla lo lasciò sotto la veranda, dove era venuto a cercarla, e a piedi nudi prese il sentiero di sabbia costeggiato da cespugli di mirto, che dalla casa portava alla baia rocciosa. Fu normale per Giacomo rimanere lì, da solo. Sarebbe rimasto sorpreso se fosse accaduto il contrario. Senza fretta si arrotolò i pantaloni fino alle ginocchia, tolse scarpe e calzini e la seguì, da non troppo vicino. Una sinfonia estiva suonata da un nutrito coro di cicale, faceva da sottofondo a quell’afoso pomeriggio di metà luglio. E se il passo di Camilla sembrava avanzare sul sentiero sospinto da quella ripetuta melodia, l’orecchio di Giacomo avrebbe preferito che il

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Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una partecipazione ad un antologia, ha intrapreso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la conoscerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capolavori di varie correnti artistiche.


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46 Giovanna Vannini

coro si acquietasse. La linea dell’orizzonte in lontananza, la riva battuta dalle onde che s’avvicinava. Camilla non volle raggiungerla e deviò il suo cammino verso la parte rocciosa della costa, arrampicandosi carponi sullo scoglio più alto, da dove ogni dettaglio di mare si dominava. Si distese a pancia in giù e appoggiando l’esile corpo sui gomiti, contemplò. Giacomo intanto l’aveva raggiunta ma non salì con lei. Restò in disparte guardandola. L’amava, l’aveva amata, di un amore bambino, fattosi

Filippo Palizzi Fanciulla sulla roccia a Sorrento 1871, olio su tela, Conservato presso la Fondazione Internazionale Balzan di Milano

ragazzo, diventato uomo. Senza dichiararsi insieme a lui, sarebbe invecchiato. Dentro, si pianse. E nel silenzio dell’abitudine prese la via del ritorno. Camilla non se ne accorse…

Giovanna Vannini

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I nostri eventi per Ascolta! “Quisisuona”

ogni giovedì dal 5 aprile al 31 maggio, ore 18.

Libreria Passaparola, via della Balduina 122

Roma

Alle ore 16.30 sarà presentato il libro di Giampaolo Taiti. Quisisuona è un gioco ma anche un modo per stimolare la curiosità e la socialità dei bambini attraverso la musica. Il metodo applicato (Orff) consiste nel suscitare nel bambino una partecipazione attiva che lo spinga ad esplorare il proprio mondo affettivo per esprimerlo con mezzi musicali. Insieme all’esperta di insegnamento musicale, Gaia Vazzoler, Si arriverà a distinguere timbri e intensità, altezze e ritmi, si giocherà sulla percezione della differenza suono/silenzio, suono/rumore, sensibilizzando all’ascolto produttivo attraverso la sonorizzazione delle favole, l’interpretazione motoria collettiva e la sperimentazione cadenzata con strumenti ritmici. Il corso si compone di due moduli da 8 incontri ciascuno. Il primo si conclude il 29 marzo, ma il secondo si terrà ogni giovedì dal 5 aprile al 31 maggio, ore 18. Costo: 80 euro Info e prenotazioni: 06-88816665 info@libreriapassaparola.it Da romainfamiglia.it

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i vostri 5 sensi 46 Osserva! “SOROLLA” - Giardini di luce

17 marzo - 17 giugno Palazzo dei Diamanti C.so Ercole I d’Este, 21

Ferrara

Monografica dedicata a Joaquín Sorolla (1863–1923), straordinario interprete della pittura spagnola moderna, celebre ritrattista ed esponente di spicco della Belle Epoque. L’esposizione mette a fuoco un momento cruciale della parabola creativa del pittore: gli anni della piena maturità e, in particolare, le opere nate dalla fascinazione per il tema del giardino e dall’incontro con l’Andalusia. www.palazzodiamanti.it Orario: 9.00-19.00 Ingresso: euro 10,00 Informazioni Tel. 0532 244949 diamanti@comune.fe.it

Tocca! Il primo aprile si avvicina e si può pensare a qualcosa di più originale, rispetto al classico pesciolino attaccato sulla schiena degli amici…

Si ripete il concorso associato alla tradizione promossa dall’Associazione Amici di Scienze dell’ Informazione, con festeggiamenti in tornei di calcetto e gare in vela nel week-end del 21-22 Aprile. Può partecipare chiunque abbia voglia di divertirsi dando sfoggio alla propria fantasia umoristica - potrà concepire, attuare, e filmare il proprio scherzo. Tuttie le info su www.amicisi.net/pescediaprile

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I nostri eventi per Gusta! fino a giovedì 5 aprile Buono e sano da mangiare

Bottega Kambibi Via Monteleone, 5, Palermo Fino a giovedì 5 aprile, al nuovo bistrot biologico “Freschette” si svolgerà il laboratorio “Buono e sano da mangiare” pensato da Kambibi per i più piccoli. Un percorso iniziato già martedì 13 e che prosegue con due appuntamenti alla settimana. Giovedì 29 marzo sarà la volta dell’appuntamento “Quante farine esistono?”. Durante le ultime due giornate, previste per martedì 3 e giovedì 5 aprile, appuntamento con “Le forme del pane nel mondo”. I laboratori sono stati pensati per i bambini nella fascia d’età compresa fra i 5 e i 10 anni. Da palermotoday.it

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i vostri 5 sensi 46 Annusa! 30 marzo - 1° aprile Mercatino Regionale Francese

Piazza Mazzini, Falconara Marittima (AN) Nuova edizione del Mercatino Regionale Francese: ospitato nella cornice di Piazza Mazzini, l’evento rappresenterà una ghiotta occasione per conoscere i prodotti dell’enogastronomia francese: baguettes e croissants appena sfornati, biscotti, formaggi e vini provenienti da tutte le regioni della Francia, accanto a spezie e frutta secca dei Caraibi francesi. Non mancheranno i prodotti artigianali: stoffe, tovaglie, saponi e profumi della Provenza e tanto altro. Un fine settimana quindi da non perdere. Visitare il mercatino vuol dire immergersi in una mescolanza di profumi e di colori che lo rende molto particolare e caratteristico. I prodotti artigianali arrivano dalla Provenza e dalla Costa Azzurra: tovaglie, saponi, lavanda, essenze e borse in paglia. Non mancano però anche le offerte legate all’abbigliamento sportivo, con le maggiori marche francesi. Da Parigi arrivano profumi, cosmetici e un’ampia gamma di accessori moda. Una grande tavolozza di colori è rappresentata dallo stand delle spezie, le quali provengono, nella maggior parte dei casi, dalle ex colonie francesi.

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Io come Autore


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Io Come Autore È una rivista di Ebookservice Srl Redazione-Amministrazione Direttore Responsabile: Giorgio Ginelli Responsabile Approfondimenti: Sabrina Carrozza Art Director: L@simo Via Po, 44 - 20010 Pregnana Milanese Tel. 02/93590424 - Fax 02/93595614 redazione@iocome.it Ufficio Pubblicità: Tel 02/93590424 - Fax 02/93595614 commerciale@iocome.it

Si ringrazia per la collaborazione alle rubriche: Natale Barca Laura Caponetti Annarita Faggioni Fabiola Farina Rossana de Grisantis Rossana Lombardi Angela Parise Giuseppe Raudino Giovanna Vannini Pina Varriale Si ringrazia per la copertina: Manuel Poggi

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