Di STANZE

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breviario Lì, su quella parete, ci sono i graffiti del bisnonno, propiziatori di caccia abbondante. Hanno sempre funzionato. Come farai a portarli nella tua ‘capanna’, sentiamo?... Coltivare la terra invece di cacciare?! Ma che razza di maschio è, quello che non va a caccia? Confessa: è quella smorfiosetta col pelo chiaro che ti mette in testa queste idee sballate!... Un posto per stare insieme, voi due soli?... In questa caverna siamo in troppi?? Ma che ragionamenti sono??? Che cosa diventerebbe la foresta, se ogni coppia si costruisse una capanna? * Ce l’abbiamo fatta: ultima rata del mutuo, pagata! Questa casa è nostra, dalla cantina al solaio. Eh, se penso alla vitaccia che hanno fatto i nostri avi, per secoli, fino ai nostri genitori... Mezzadri, operai, sempre con l’ansia di non riuscire a pagare la pigione... Spesso in dieci o dodici in una stanzetta, con il gabinetto in comune con altre famiglie, e una tinozza per lavarsi... Ora, nel giro di pochi decenni, è cambiato tutto: chi sgobba come me e non perde tempo in scioperi e altre storie, i frutti del proprio lavoro li vede! Lo faccio per te. Per noi. Per il futuro dei nostri figli... * No, Marco non abita più con noi... Eh, “comprato casa”: magari! Senza un lavoro stabile... Si arrangia, come tutti i giovani. Le cose non sono più come qualche anno fa. I diritti dei lavoratori, si sa, finiti nel cesso: tutta colpa dei sindacati. Del resto, non si può pretendere che il mondo resti sempre uguale. Comunque, con il bambino in arrivo, Marco non ha voluto saperne di rimanere qui. Anche se il posto, volendo, ci sarebbe stato. Suo fratello e la moglie si sono sistemati in solaio, noi e mio cognato stiamo nel seminterrato e i nonni al pianterreno, così non devono fare le scale. Gli zii, dopo lo sfratto, hanno costruito un soppalco nell’autorimessa, e d’inverno dormono lì. D’estate, invece, montano una tenda in cortile. Per Marco c’era la veranda, ma la sua ragazza non era d’accordo... Dove stanno? Qui sopra il paese, in una caverna. L’hanno imbiancata e arredata con mobili di recupero... La ragazza dice che, quando sarà nato il bambino, se non trovano di meglio, costruiranno una casetta su un albero. Eh, anch’io, quando ero incinta, preferivo i luoghi un po’ sopraelevati... Mi facevano sentire più al sicuro...

testo Elena Alissa Sargiotto illustrazione Giulio Zeloni 44


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