Ticino 7

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p. 4 Contraccezione La libertà in pillole p. 6 E la bomba illuminò l’arte p. 12 Inconscio L’ospite oscuro

22 VIII 08 L’appuntamento del venerdì

Peter Zumthor e le Terme di Vals

La sostenibile leggerezza della pietra p. 39

35

numero

Corriere del Ticino • laRegioneTicino • Giornale del Popolo • Tessiner Zeitung • CHF. 2.90 • con Teleradio dal 24 al 30 agosto


Per la buona azione quotidiana.

Idee Betty Bossi. Per idee sempre fresche.


numero 35 22 agosto 2008

Agorà Contraccezione. La libertà in pillole

4 6 8 10 12 14 39 49 51

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Arti E la bomba illuminò l’arte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Media Douglas Adams. Il giorno dell’asciugamano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Impressum Tiratura controllata 93’617 copie

Chiusura redazionale Giovedì 14 agosto

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Direttore editoriale Peter Keller

Capo progetto, art director, photo editor

Adriano Heitmann

Redattore responsabile

Società Pensiero. Da Democrito a Heisenberg

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Salute Inconscio. L’ospite oscuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Vitae Michele Tognetti

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Reportage La sostenibile leggerezza della pietra

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Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Libero pensiero

Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Concetto editoriale IMMAGINA Sagl, Stabio

Amministrazione via San Gottardo 50 6900 Massagno tel. 091 922 38 00 fax 091 922 38 12

Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch

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(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

Terme di Vals Fotografia di Adriano Heitmann

Egregio direttore, le scrivo in riferimento alla lettera inviata dal signor S.L. di Bellinzona pubblicata sul n. 23 di Ticinosette, avente per oggetto la rubrica sull’astrologia. Il tono stizzito e le considerazioni esposte non mi stupiscono e mettono in risalto l’atteggiamento tipico dei paladini di una scienza che pretende di essere l’unica depositaria di verità, detentrice di dogmi e nemica della vera e corretta ricerca. Denigrare, ridicolizzare e irridere sono le parole d’ordine utilizzate per sostenere l’immagine di una scienza onnipotente, forte della sua pretesa “razionalità”. Mi sovviene alla mente un libro del genetista italiano Giuseppe Sermonti, pubblicato nel lontano 1971 (Il crepuscolo dello scientismo). Egli scrisse pagine dal tono profetico, dove sosteneva che “dall’analisi razionale e critica di un’idea si è passati alla prescrizione acritico-obbligata di un’opinione e di una credenza”. Scienza come nuova religione quindi, con pericolosi integralisti pronti a dettare le regole di comportamento e ad arrogarsi il diritto di essere l’unico punto di riferimento per l’uomo contemporaneo. Di fronte ai molti misteri in cui siamo immersi, l’umiltà dovrebbe essere la fedele e saggia consigliera dello scienziato, il quale non può rinunciare a rivedere in ogni momento il bagaglio di certezze sin qui acquisite. L’uomo contemporaneo, abbagliato e dipendente dal bruciante progresso della tecnologia, ha la necessità inderogabile di volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti, per ritrovare sé stesso, oltre i limiti imposti dalla visione scientista, che vuole a ogni costo escludere i fenomeni non riproducibili a piacimento e osservabili in condizioni prestabilite. Ho l’intima certezza che abbiamo la necessità di cambiare la nostra visione del mondo, di una trasformazione epocale e questo esige un risveglio della massa, oramai assopita e anestetizzata dalle false sirene versione terzo millennio, in una società ove pochi impongono ciò che deve essere creduto o meno. Certo, un atteggiamento nuovo può anche comportare l’apertura verso verità scomode, idonee

a far vacillare certezze soltanto in apparenza granitiche. Ma questo è il tributo che dobbiamo essere disposti a pagare. Concludo, ricordando una bella frase di Bertrand Russel: “La scienza ci dice ciò che possiamo sapere, ma ciò che possiamo sapere è poco; se dimentichiamo quanto non possiamo sapere, diventiamo insensibili a molte cose di grandissima importanza”. F.M. Losone Egregio lettore, nella mia risposta al signor S.L. di Bellinzona ponevo in risalto l’aspetto della “razionalità” come valore necessario ma non sufficiente a chiarire e a svelare la complessità della natura e del comportamento umano. Lei, nella sua lettera, che per ragioni di spazio sono stato costretto a sintetizzare, estende il discorso, introducendo il concetto di “mistero” e auspicando una maggiore attenzione e umiltà in ambito scientifico. Condivido la sua posizione, ricordando come grandi pensatori come Baruch Spinoza e Gianbattista Vico abbiano dato peso agli aspetti “irrazionali” dell’uomo, legati, per esempio, all’intuitività. Per non dimenticare Sigmund Feud e Carl Gustav Jung che, pur giungendo a conclusioni non sovrapponibili, trattano il preconscio come componente importante della personalità umana. Il fatto è che sappiamo ancora troppo poco di noi stessi e delle realtà che ci circondano. Non so se ci sarà un “risveglio”, come da lei auspicato. Al momento vedo solo il dominio sempre accentuato della tecné e dei suoi avidi proseliti, votati alla distruzione dei valori umanistici, estetici e filosofici. A dimostrazione, la perdita del potenziale sociale ed economico delle produzioni artistiche, per lo più costrette alla marginalità, e il costante calo, nei paesi occidentali, degli studenti che si iscrivono alle facoltà umanistiche. Cerchiamo di resistere, per favore. Cordialmente, Fabio Martini


La libertà in pillole

Contraccettivo realizzato per impedire le gravidanze indesiderate e nei casi estremi di violenza sessuale, la pillola del giorno dopo viene utilizzata in modo spregiudicato da molte minorenni. Una riflessione disincantata sui risvolti sociali ed etici di un farmaco il cui uso suscita perplessità e interrogativi

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L

a liberalizzazione nell’uso della cosiddetta pillola del giorno dopo, a cui hanno fatto seguito discussioni di natura etica e sociale, non può essere affrontata senza un’approfondita analisi sul tema degli anticoncezionali, presidi medici che richiamano il senso di responsabilità, soprattutto quando a farne uso sono le ragazze minorenni. Il tema coinvolge aspetti come l’obiezione di coscienza, i valori umani fondamentali, il controllo delle nascite, le definizioni stesse di concepimento e di inizio della vita. Del resto sono in molti a chiedersi se l’ovulo fecondato sia o non sia già una vita a tutti gli effetti. La gravidanza, per la dottrina della Chiesa, comincia infatti dalla fecondazione e di conseguenza la sua interruzione – in qualunque momento avvenga – viene considerata dalle gerarchie ecclesiastiche alla stregua di un aborto e quindi come forma nascosta di aggressione all’individuo più debole e indifeso per ec-

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Agorà

cellenza, l’embrione umano. La pillola del giorno dopo esercita inoltre un marcato impatto sociale, e perciò il suo utilizzo dovrebbe essere considerato alla luce del significato della relazione, dell’incontro con l’altro e delle conseguenze dell’amore e della sessualità con i suoi agiti e le sue specifiche modalità. Le politiche che si adottano in campo riproduttivo toccano del resto le corde più profonde della nostra vita affettiva. Liberalizzando la vendita di questo tipo di farmaci, acquistabili senza alcuna prescrizione medica, viene elusa la fatica della responsabilità, favorendo piuttosto le logiche del mercato di massa e del guadagno. Con il rischio di un calo di attenzione su comportamenti sociali di estrema importanza che portano le giovanissime a rimuovere una possibile gravidanza a partire da un semplicissimo gesto. Nel momento in cui le ragazze, soprattutto dopo avere avuto rapporti non protetti, si rivolgono ai

centri di pianificazione familiare degli ospedali regionali di Lugano, Bellinzona, Locarno e Mendrisio, devono sottostare alla registrazione dei dati, alla procedura richiesta e alle domande delle responsabili dei centri, le quali svolgono un preciso compito educativo e informativo nell’accertare, tra l’altro, che le richiedenti non abbiano assunto la pillola per più di una volta al mese. I controlli servono inoltre per evitare il pendolarismo da un centro all’altro del Cantone. Pur senza condividere la posizione di chi ritiene che l’approccio permissivo alla sessualità conduca inevitabilmente alla morte e all’autodistruzione, e senza convenire l’idea che il contraccettivo sia paragonabile a un aborto chimico non dissimile da quello chirurgico, resta il fatto che l’educazione a un comportamento serio e a una relazione sentimentale sana, in particolare se si tratta di minorenni, resta uno dei fondamenti su cui dovrebbe poggiare una


al buonsenso nel valutare la superficialità con cui molte minorenni si concedono alla sessualità in un sorta di pseudo normalità, solo perché “così fan tutte”. C’è chi afferma che il farmaco, pur non provocandolo, rappresenti una moratoria all’aborto: dando alla donna l’opportunità di decidere, a posteriori, come risolvere il problema di un eventuale figlio indesiderato, si creano anche i presupposti per il non utilizzo del profilattico, contribuendo così, da un lato alla diminuzione delle interruzioni di gravidanza e dall’altro al contagio e alla diffusione di gravi malattie infettive, prima fra tutte l’Aids. In tal senso, gli opuscoli che trattano la sessualità, l’affettività, l’amore e la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale non appaiono affatto sufficienti. Sono certamente strumenti di comunicazione utili, distribuiti dai responsabili dei centri di pianificazione familiare, ma che tuttavia andrebbero integrati all’interno

di un processo educativo ben meditato a livello familiare e scolastico. Il composto chimico si propone quindi come la risposta a uno stile di vita della civiltà del benessere e del consumo, in cui domina la possibilità di scegliere tra soluzioni multiple, eliminando tutto quello che non ci aggrada. Il rischio è quello di comportarci analogamente a quando, utilizzando il computer, schiacciamo delete senza nemmeno chiederci are you sure. Nella società dell’edonismo e del soddisfacimento immediato, in cui furoreggiano indifferenza e narcisismo, ingerire una pillola che agisce nell’arco di poche ore, soprattutto per le minorenni, banalizza un evento importante e carico di conseguenze. Il farmaco, nella fattispecie, contiene una quantità di ormoni maggiore rispetto alla pillola anticoncezionale, ma rappresenta anche il disimpegno simbolico di chi si illude di avere conquistato la propria libertà in pillole. Si tende a confondere il desiderio

con l’amore, il piacere con il riconoscimento e il rispetto verso se stessi, la tenerezza con un esercizio ginnico. Sulla riproduzione come scelta o come destino, si è soffermato il sociologo Alberto Melucci che, nel suo saggio Il gioco dell’Io (Feltrinelli, 1991) evidenziava come la sessualità, separata dalla riproduzione, incida sull’ansia e sulle patologie. Da un lato interrompiamo la gravidanza e dall’altro ricorriamo alla fecondazione artificiale, restando fedeli solamente ai nostri paradossi e alle nostre innumerevoli contraddizioni. Ma allo stato attuale, la medicina del futuro e gli investimenti delle case farmaceutiche non sanno dirci se la pillola del giorno dopo non interferirà sulla fertilità e sull’equilibrio psicofisico di chi non si è posto il problema quando ne ha fatto uso, generando donne adulte che vorranno avere figli a qualunque prezzo e con qualsiasi mezzo. La “spirale” non è dunque solo un contraccettivo.

» di Nicoletta Barazzoni; illustrazione di Mara Zabarella

società laica e moderna. Se la filosofia corrente è quella dell’irresponsabilità, i rischi sono quelli della disgregazione e forse anche dell’assottigliamento della specie. A sostenerlo non sono soltanto gli esponenti religiosi ma anche i sociologi e gli psicologi che esortano a una maggiore assunzione delle responsabilità senza le quali si creano inevitabili ricadute sul futuro della collettività. Lontani dal proporre un discorso di tono moralistico, non è difficile constatare come il limite tra normalità e nevrosi sia sempre confuso e incerto in molti ambiti del nostro vivere, fino al paradosso. La pillola è stata immessa sul mercato, inclusa la possibilità di reperirla anche in rete, in modo del tutto libero, al pari di qualsiasi altro prodotto di consumo. Aldilà dell’abuso incontrollato che queste condizioni creano, aldilà del fatto che gli effetti collaterali siano ampiamente descritti dalla letteratura medica, si dovrebbe far appello


E la bomba illuminò l’arte

M. Corgnati et al. Dizionario dell’arte del Novecento B. Mondadori, 2001 Uno strumento essenziale per la comprensione dell’arte contemporanea. Con informazioni storico-critiche sui principali movimenti e personalità artistiche dall’Impressionismo ad oggi.

possente montagna alla fine si scoprì essere un turbinio di particelle e scariche elettriche; Nagasaki, Giappone, 9 agosto 1945: “This is the end, my friend… The end” (immagine tratta da www.af.mil) noi stessi scoprimmo essere vuoto animato da forze fondamentali. Per tragica ironia, la rivelazione al mondo della forza della L’orrido “fungo” atomico bagliore assassino, non fu più nuova scienza prese la forma dell’accecante che spazzò via Hiroshima, associata alla creazione, ma “fungo atomico” di Hiroshima. E in questa carico dell’anima di cento- alla distruzione. nuova dimensione sembrava proprio che cinquantamila persone va- La storia, le ideologie, la non potesse esserci più spazio per la teknè e porizzate, si levò nel cielo il scienza: tutto pareva congiuper il poiein artistici. 6 agosto del 1945. Un’uma- rare contro l’arte, che rimase Annichilito dagli orrori di anni di guerra, nità stremata da sei anni di priva anche del metro di miingabbiato dalla politica, dalle ideologie, massacri e ancora sconvolta sura con cui rapportarsi alla dalle faziosità degli -ismi, con la sua realtà dalla fresca rivelazione degli realtà. Già, la misura… La materiale intrappolata fra l’incommensuorrori di Auschwitz, vide in fisica subatomica fece sì che rabile piccolezza dei protoni e la siderale quel “fungo” la materializza- le misure correnti con le quali enormità delle galassie, all’artista non rimase zione del peggiore di tutti gli si circoscriveva il mondo esiche una ricetta contro l’orrore: ricreare l’arte incubi: la possibilità concreta stente venissero cancellate a ex novo, partendo dalle fondamenta come che l’uomo si autodistrugges- favore di nuove dimensioni, un novello Prometeo che non si affidava più se definitivamente. Come se infinitamente piccole o infialle categorie del passato ma si avventurava non bastasse, tre giorni dopo nitamente grandi, comunque alla cieca in un mondo nuovo e ostico, proHiroshima, pure Nagasaki fu inarrivabili ai sensi comuni. cedendo per tentativi. Era come se l’artista sacrificata con le stesse mo- Ai centomiliardesimi di metro per esistere fosse costretto a farsi lui stesso dalità. La fisica aveva vinto della fisica fecero eco gli anni Dio, creando con le sue mani nuovi miti, su tutto. luce dell’astronomia. Sperdugiustificando se stesso in un mondo distrutto Di fronte a questo carico di to tra estremi tanto lontani che necessitava di una nuova mitologia. orrori l’arte si ritrovò muta e l’uomo, un tempo misura e La nuova arte sarebbe dovette in pratica ricostruire da zero la propria coscienza. Gli orrori della guerra quali culle per la nasci- stata la testimonianza Che scopo potevano oramai ta di una nuova sensibilità artistica. Ovvero, di tali eroici tentativi, non avrebbe più dimoavere le espressioni artistiche quando “dai diamanti non nasce niente, dal strato nulla, ma solo in un mondo che aveva impamostrato se stessa. E rato a disintegrarsi tanto rapi- letame nascono i fiori” questo fu il cammino damente e inesorabilmente? intrapreso da Cage, Stockhausen, Pollock, Che cosa potevano più rap- centro di tutte le cose, sembrò Rothko, Newman, Morandi, Soulages, Burri, presentare una tela dipinta, non avere più termini di pae con essi da centinaia di altri giovani pittoun pezzo di marmo o un not- ragone cui rapportarsi. Tutto ri, scultori, musicisti subito a ridosso della turno per pianoforte in un tale ciò che sembrava avere una Seconda guerra mondiale. abisso di orrore? Tutti i valori macroscopica logica naturale E il sole della “bomba” illuminò molti furono trasmutati, tanto che apparve animato da un’instacammini. persino la luce, dopo quel bilità di fondo. Anche una

» di Alessandro Tabacchi

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Stefania Maurizi Una bomba, dieci storie B. Mondadori, 2004 Dieci scienziati sopravvissuti a quell’epoca, raccontano i loro destini e le differenti versioni, spesso inedite, di vincitori e sconfitti, sulla realizzazione dell’arma che pose fine alla guerra e aprì un’epoca nuova.

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Arti

Libri


Carla Cerati L’emiliana Marsilio editore, 2008

Abbiamo letto per voi Arriva il circo a Tabiano Castello, in provincia di Parma, e la piccola Emilia, all’apparire della trapezista avvolta da tutù e lustrini, decide che da grande farà quel mestiere. Non sarà così, ma il circo (dall’immagine un po’ felliniana) la affascinerà per sempre. Siamo nell’immediato dopoguerra e la sua infanzia spericolata trascorre lieta anche se non senza difficoltà. Con l’adolescenza inizia poi la frequenza assidua di tutte le balere della zona con la complicità della madre; al padre si racconta di volta in volta che si va a catechismo o alla benedizione. Il ballo è una passione che l’accompagnerà sempre; un bel giorno avviene l’incontro con Albino che le piace subito perché “alto,

biondo con gli occhi azzurri e balla benissimo”. Appena sposati i due impugnano le redini della loro vita con spirito d’avventura. Vivono a Ginevra, Wiesbaden, Milano, dopo qualche toccata e fuga a Santa Margherita Ligure. La ragazza di provincia si confronta con la città, dove riceve le prime “lezioni di razzismo”. Se ne rende conto quando durante il colloquio per il primo impiego le chiedono “Milano o Napoli?”. Se avesse detto Napoli non l’avrebbero assunta. A Ginevra, frequenta il gruppetto di ticinesi e ha a che fare anche con colleghi romandi e svizzero tedeschi, percependo la complessità che a volte si crea nei rapporti tra gli svizzeri delle diverse regioni geografiche.

Una parola che ricorre spesso in questo romanzo è “libertà”, alla quale in qualche modo Emilia resterà sempre fedele. Libertà dalla ristrettezza mentale, dai limitati orizzonti degli interessi e delle convenienze. Libertà di vivere la vita senza schemi prefissati, inventandosi giorno dopo giorno. Carla Cerati è, oltre che scrittrice, fotografa di fama internazionale (la foto di copertina è stata da lei scattata nel 1969). Tra i suoi romanzi, tradotti in diverse lingue, ricordiamo L’intruso del 2004. Tra le sue foto vale la pena rammentare quelle raccolte nel volume Morire di classe, un reportage sugli ospedali psichiatrici divenuto ormai un documento storico sul tema della malattia mentale.

» di Samantha Dresti

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All’avanguardia della tecnica www.audi.ch

La nuova Audi A3. La nuova Audi A3 vi mostra la sua classe in modo ben allenato e dinamico come non mai. Due nuovi motori 2.0 TDI della moderna tecnologia Common Rail offrono maggiore agilità a silenziosità di funzionamento superiore e potenza straordinaria a consumo ridotto. Caratteristiche di guida alle quali si è abituati anche con i nostri potenti motori TFSI®. La nuova Audi A3 è pronta. Anche voi? Maggiori informazioni presso il vostro concessionario Audi. Audi A3 1.9 TDIe: Consumo normalizzato combinato 4,5 l/100 km. Emissioni di CO2: 119 g/km (204 g/km: media di tutti i modelli di vetture nuove). Categoria di efficienza energetica A.


Quindici

Internet

www.bbc.co.uk/doctorwho “Doctor Who” è un storica produzione della BBC, alla quale la stessa rete inglese ha ritagliato nel suo sito ufficiale un fornitissimo spazio per sapere tutto, ma proprio tutto, sulle avventure dello scienziato e la sua fantasmagorica “cabina” viaggiante.

anni fa sarebbe Adams, avvenuta l’11 magstato impensabile. L’orga- gio del 2001 in California, i nizzazione del Towel Day, la numerosi appassionati della giornata dell’asciugamano, Guida galattica si ritrovarono deve molto, quasi tutto, alla in rete, scambiandosi mesrete. Grazie a essa, migliaia saggi di sconforto e talvolta bile: nel vedere un autostoppista con un di persone si organizzano e di rabbia per la prematura asciugamano si ha l’impressione che costui ogni anno festeggiano questa scomparsa dell’autore. Preabbia automaticamente con sé anche “lo curiosa ricorrenza, divertente sto emerse l’intenzione di spazzolino da denti, la spugnetta per il viso, e toccante al tempo stesso. E, manifestare pubblicamente il sapone, la scatola di biscotti (…)”. Quindi sempre grazie alla rete, ogni la stima e l’affetto. Venne proun autostoppista che ha girato tutta la galasanno possiamo vederne le posto un modo in piena sinsia, lottando contro ostacoli indicibili e che testimonianze. tonia con lo spirito di Adams “dimostri alla fine di sapere ancora dov’è il Tutto ebbe inizio nel 2001 e dei suoi libri. Il 25 maggio, suo asciugamano” è “chiaramente un uomo quando Douglas Adams, scrit- due settimane giuste dopo la degno di considerazione”. tore e autore di serie tv e morte, fu celebrato il primo Dal 2001, ogni anno, migliaia di appassioradio, morì a soli 49 anni. La Giorno dell’Asciugamano. nati festeggiano il giorno dell’asciugamano, sua carriera era iniziata in In- L’asciugamano ha un’imporportandosene appresso uno e facendosi ghilterra negli anni Settanta. tanza fondamentale nella fotografare con esso. Sono oltre mille le Dopo aver collaborato con il trama dei libri di Adams. Sefotografie che i fan hanno condiviso sul sito gruppo dei Monty Python, condo la stessa Guida galattica, Flickr e qualche decina i video su YouTube. autori e attori umoristici, la- “l’asciugamano è forse l’oggetLe citazioni su blog raggiungono le decine di vorò per la BBC scrivendo to più utile che l’autostopmigliaia, in numerose lingue, a testimonianalcuni episodi della serie tele- pista galattico possa avere”. za della passione che la Guida ha suscitato visiva di fantascienza “Doctor Innanzitutto, ha un’enorme in tutto il mondo, e dell’affetto per il suo Who”. In seguito elaborò la autore. Guida galattica per gli autostop- Ogni anno, il 25 maggio, migliaia di persone L’eredità di Douglas pisti in forma di commedia se ne vanno in giro munite di asciugamano. Adams va oltre le radiofonica a puntate. La Guischiere degli appassioÈ un tributo a Douglas Adams e alla sua nati. Il Babelfish, uno da venne trasmessa nel 1978 ed ebbe un grande successo. trilogia in cinque volumi, che si diffonde e si dei primi traduttori su Adams ne trasse un roman- perpetua anche grazie a internet internet – era integrato zo e poi, visto l’entusiasmo nel motore di ricerca del pubblico, pianificò altri utilità pratica: tiene caldo, Altavista – è un omaggio all’omonimo pedue romanzi per farne una ci si può sdraiare sopra, se sciolino interprete inventato da Adams, così trilogia. Alla fine i romanzi viene bagnato e arrotolato come l’espressione “niente panico” (“Don’t pubblicati furono cinque e la può essere usato come arma panic”). Grazie ad Adams inoltre, conosciaserie si guadagnò il primato di in un combattimento corpo a mo la risposta alla domanda fondamentale trilogia in cinque volumi. corpo. È l’effetto psicologico, sulla vita, l’universo e tutto quanto: la Alla morte improvvisa di però, a renderlo indispensarisposta è 42.

» di Marco Faré

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Guida galattica per gli autostoppisti Pellicola di Garth Jennings del 2005 ispirata dal libro di Adams. “Un frullato acido e pimpante di Monty Python, Kurt Vonnegut, Achille Campanile, Isaac Asimov, George Lucas” (Luca Barnabé).

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Media

Il giorno dell’asciugamano

Douglas Adams, 1952-2001 (immagine tratta da www.douglasadams.com)

Film


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Disegnare la vita

Comunemente noto come il Cubo, la radio Brionve-

ga ts 522 è un tipico prodotto del design degli anni Sessanta. Creata da Marco Zanuso e Richard Sapper, questo “elettrodomestico” ha immediatamente avuto un successo commerciale a livello internazionale, aggiudicandosi numerosi premi. La qualità del progetto è stata confermata dalla presenza del Cubo in numerosi musei dedicati al design. In un dopoguerra grigio, definito dal bianco e nero, gli anni Cinquanta portarono la rivoluzione delle forme, l'invenzione del colore. Un periodo felice e di straordinarie innovazioni, in particolare nel design. Un fermento industriale, creativo e culturale mai più vissuto nella vicina penisola. E il radioricevitore portatile ts 522 è un esempio emblematico

Design

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della rinascita del paese: filosofia costruttiva unica e distintiva, basata su affidabilità, facilità d’uso, durata, bellezza, tecnologia, ergonomia e vivacità cromatica. Disponibile in nero, rosso, bianco, arancio e giallo, dal peso di 2,4 kg, il Cubo era stato concepito con strutture in materiale lavabile. Marco Zanuso (1916-2001), architetto e urbanista, oltre che designer, si laurea in architettura nel 1939. Animatore fin dal dopoguerra del dibattito culturale nel Movimento Moderno, redattore della rivista “Casabella” negli anni Cinquanta, consegue il Gran premio della Triennale in numerose edizioni. L’attività di architetto e designer gli fanno guadagnare il Compasso d’Oro negli anni 1956, 1962, 1964, 1967 e alla carriera nel 1985.


Isaac Asimov Il libro della fisica O. Mondadori, 1986 Isaac Asimov, scrittore ma anche illustre studioso e brillante divulgatore scientifico, confezionò questa una vera e propria “biografia delle scienze fisiche”. Un “romanzo” scientifico dedicato anche ai profani.

potrebbero irritare alcune volpi bianche del pensiero. Democrito non credeva che vi fosse alcuna origine divina del mondo, e in cuor suo non credeva neppure che gli dei esistessero, ma riteneva che la materia, e quindi la natura avesse in sé la ragione della propria esistenza, la propria dignità ontologica. Folgorante la sua idea di definire gli atomi come una triplice interconnessione fra “forma”, “contatto” e “direzione”: solo la fisica quantistica fu in grado negli anni Trenta del secolo scorso di dimostrare quello che Democrito intuì, quando Louis de Broglie (1892-1987), Paul Dirac (1902-1984) e Werner Heisenberg (1901-1976) provarono che la materia “tangibile” è solo un aspetto del movimento di onde di energia la cui posizione nello spazio può essere determinata solo in maniera probabilistica. Nell’intuizione che gli atomi, elementi ultimi e indivisibili, si muovono eternamente in una direzione che ne costituisce in un certo senso una seconda essenza, si cela non solo il principio d’inerzia galileiano, ma anche il substrato culturale che anima la fisica quantistica dei giorni d’oggi: Democrito ebbe veramente la visione della struttura ultima della materia. Se per oltre due La fisica, il vuoto e lo spazio. Le intuizioni millenni la cultura lo di uno spirito geniale, filosofo presocratico avesse seguito, invece di demonizzarlo, forse guidato dall’amore per l’osservazione della il mondo occidentale natura ma deriso da Platone e Aristotele sarebbe stato migliore. Perché oltre a essere il padre della scienza moderna, Democrito fu nulla di trascendentale, ma è anche un profeta della pace e della moderacostituita da atomi, di tipo più zione, della continenza nei costumi e della leggero, dai cui movimenti serenità nelle contingenze della vita. Uno generano i sentimenti. Si può spirito orientale trapiantato nella Grecia del facilmente dedurre la portata periodo d’oro. Uno dei pochi, pochissimi, di queste folgoranti idee, che veri “grandi” della storia. ancor oggi nel loro laicismo

maestro Leucippo, un pensatore del quale purtroppo possediamo pochissimo e col quale spesso viene confuso, fu il padre di quella corrente di pensiero chiamata atomismo. I cardini del suo pensiero costituiscono in pratica le basi della fisica moderna: secondo Democrito l’essere e il nulla coincidono rispettivamente con gli atomi e col vuoto, e a sua volta il vuoto consiste nello spazio nel quale gli atomi si muovono con movimento eterno, meccanico, privo di causa. Gli atomi sono le più piccole unità di essere concepibili, non ulteriormente scomponibili (in greco atomo significa “ciò che non può più essere tagliato”), e dalla loro aggregazione deriva la materia. Anche la percezione è generata dagli atomi (i sensi sono emanazioni di atomi), così come l’anima non ha

» di Alessandro Tabacchi

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Mario Gliozzi Storia della fisica B. Boringhieri, 2005 Il volume ripercorre tutte le tappe fondamentali di questa disciplina: uno strumento di impagabile completezza e rigore, una vera e propria narrazione dello sviluppo della fisica.

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Società

Circa 2500 anni fa, qua e là lungo le coste di lingua greca del Mediterraneo, alcuni spiriti magni cominciarono a interessarsi alla struttura della materia. Per la prima volta nella storia del pensiero Talete, Anassimandro, Anassimene, Democrito, Leucippo non si accontentarono più di osservare il mondo nella sua esteriorità, ma cominciarono a chiedersi se al di sotto dell’universo visibile ci fosse un qualche elemento unificatore: questi barbuti pensatori per la prima volta si chiesero se, sminuzzato ad esempio un monte nelle sue parti infinitesime, o scomposto il mare nelle più piccole goccioline immaginabili, non si potesse forse scoprire che a livello infinitesimo non intercorre differenza alcuna fra realtà tanto dissimili a livello macroscopico. Oggi vorrei ricordare colui al quale tutto il sapere scientifico moderno deve più di ogni altro. Democrito di Abdera, in Tracia, (450 a.C.-360 a.C. circa) con la sola forza del ragionamento e di procedimenti logico-matematici semplici ma estremamente raffinati, senza alcuna possibilità di verifica empirica, seppe prevedere esiti che sono stati confermati solo dalla fisica subatomica. Assieme al suo

Da Democrito a Heisenberg

Anni Sessanta: Werner Heisenberg alle prese con la scopa nella sua casa estiva di Urfeld, in Germania (immagine tratta da http://werner-heisenberg.unh.edu)

Libri


Le scaphandre et le papillon Regia di Julian Schnabel con Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner, Marie-Josée Croze, Max von Sydow Distribuzione Bim Francia, 2007

Abbiamo visto per voi Duecentomila battiti di ciglio, due minuti circa per ogni parola. Vi basterà forse questo per spingervi a cercare disperatamente il modo per vedere uno dei più bei film degli ultimi anni. Abbiamo già perso tempo se pensiamo che già dal febbraio scorso molti spettatori sono stati più fortunati di noi ticinesi. E quelli che per caso, per lavoro o per passione, si trovavano a Cannes, al Festival del Cinema dello scorso anno, hanno potuto festeggiare prima ancora, con me, la gioia di vedere come questo viaggio incredibile raccontato da un occhio e dal battito d’ali di una farfalla abbia portato a casa il primo premio come migliore regia. È la storia di vera di Jean-Do-

minique Bauby, quarantenne direttore in carriera della rivista di moda più glamour e famosa del mondo, “Elle”, macchina sportiva e giovane amante, moglie abbandonata l’anno prima insieme ai suoi tre figli. Questo fino a quando un ictus improvviso gli porta via tutto. Ma proprio tutto. Dopo mesi di coma si risveglia e impara da subito a capire cosa sarebbe stata, dal quel momento in poi, la sua vita. Stiamo parlando de Lo scafandro e la farfalla, libro (Ponte alle Grazie, Adriano Salani Editore, 2007) e in seguito film che porta la firma di quel magnifico narratore d’immagini che è Julian Schnabel. Migliore regia a Cannes, due Golden Globe, candidato a

Voi l’amate, noi ve l’assicuriamo.

quattro premi Oscar, questo film e il suo successo ci riconciliano con la vita. Una storia vera raccontata dal suo stesso protagonista, J.D. Bauby l’autore del libro che dà il titolo al film, pubblicato nel 1997 e scritto grazie al battito di palpebra del suo unico occhio vigile e della sua straordinaria immaginazione. Dietro la macchina da presa Schnabel compie il miracolo. Fa si che l’occhio dello spettatore sia l’occhio di Bauby. Siamo noi su quella sedia a rotelle, siamo solo noi a sentire i pensieri di Jean-Do, esplicitati da una voce fuori campo. Lo scafandro e la farfalla è un racconto di viaggio scritto dal fondo di una prigione. La più terribile delle prigioni, il più libero dei viaggi.

» di Paola Tripoli

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Le emissioni di CO2 non possiamo bloccarle Ma possiamo ricompensare chi guida un’auto che tutela il clima Le emissioni di CO2 delle auto inquinano sempre più il nostro ambiente. Noi di AXA Winterthur contribuiamo alla protezione dell’ambiente premiando i conducenti di veicoli a bassa emissione di CO2: tutti i detentori di un’auto con emissioni di CO2 inferiori a 140 g/km hanno diritto fino al 20% di ribasso sul premio (ribasso annuo sul premio per le assicurazioni responsabilità civile e casco). I nostri consulenti saranno lieti di consigliarvi personalmente: 0800 809 809

Finaossoapler2au0to%a

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* Esempio di premio: donna svizzera, classe 1981, in possesso di una licenza di condurre dal 1999, residente a Basilea Campagna, guida da 5 anni senza sinistri una Mini Cooper D (emissioni di CO2: 104 g/km). Soluzione assicurativa: AUTO BASIC incl. responsabilità civile e casco totale senza protezione del bonus: CHF 828.80 (ribasso CO2 del 20% compreso).


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Frank Tallis Breve storia dell’inconscio Il Saggiatore, 2003 L’inconscio raccontato attraverso i protagonisti, da Leibniz a Janet, da Charcot a Freud, da Jung a Darwin, da Kihlstrom a Damasio...

Henri F. Ellenberger La scoperta dell’inconscio B. Boringhieri, 1976 Il monumentale e fondamentale saggio dello psichiatra svizzero Ellenberger (1905-1993) chiarisce e documenta le origini, l’evoluzione e il significato culturale delle diverse scuole di psichiatria dinamica.

emozioni conflittuali. Al spostamento dello stesso sulla frizione, che inconscio nella cultura oc- contempo, una serie di studi viene azionata in concomitanza alla graduale cidentale – termine con il provenienti da ambiti di ripressione esercitata dal piede sinistro sul quale ci riferiamo all’“insieme cerca limitrofi (neuroscienze) pedale del freno e allo scalare della marcia, dei processi psichici che non conferiscono nuovo respiro effettuata con la mano destra. hanno accesso alla coscienza” all’“ospite oscuro”, portando Ora, nessuno di noi – a meno che non stia (Lo Zingarelli, Zanichelli) – è evidenze in base alle quaimparando a guidare – pensa consciamente generalmente ascritto a Gott- li l’inconscio governerebbe a questa sequenza mentre la agisce: la nostra fried Leibniz (1646-1716) il buona parte della così detattenzione è piuttosto concentrata sul segnaquale, in opposizione alle tesi ta “conoscenza procedurale”. le di stop e sulla necessità di fermarci prima di René Descartes (1596-1650) Con tale espressione si indica di raggiungerlo; al contrario, se provassimo a e John Locke (1632-1704), che genericamente la competenza, eseguire volontariamente il gioco dei pedali, avevano identificato il pensa- spesso implicita, relativa al andremmo in confusione e probabilmente re con la coscienza di pensare “saper fare” una cosa, in opnon riusciremmo a completare la sequenza (“Cogito ergo sum”), rileva posizione alla “conoscenza diin tempo utile per evitare un tamponamento. l’importanza delle “percezioni chiarativa”, necessariamente Stessa cosa quando stiamo camminando e insensibili” o “piccole perce- esplicita, che invece riguarda ci capita di inciampare: in una frazione di zioni”, non accompagnate da il “sapere” una cosa in termini secondo, senza bisogno di fare mente locale, consapevolezza o riflessione concettuali, e quindi simbolisolleviamo le braccia davanti al corpo per (si veda L’inconscio nella filo- ci e/o verbali. ammortizzare la caduta, pieghiamo il collo sofia e nella psicanalisi - Da A titolo esemplificativo, proall’indietro per proteggere la testa dall’imLeibniz a Freud di A. Barli; viamo a pensare cosa accade patto e, contemporaneamente, portiamo in testo disponibile su www.il- quando guidiamo l’automobiavanti una gamba nel tentativo di riequiligiardinodeipensieri.eu). le e incontriamo un semaforo brare il baricentro. Di nuovo, se dovessimo La distinzione tra un piano rosso: a livello dichiarativo, il coordinare in maniera “dichiarativa” questa cosciente e uno inconscio segnale viene correttamente sequenza di operazioni, non ci sarebbe posnelle motivazioni del comsibile scongiurare un portamento umano verrà riaf- Una serie di recenti studi in ambito neu- incontro ravvicinato fermata da Friedrich Nietzsche roscientifico conferiscono nuovo valore al- con il pavimento. Evi(1844-1900), diventando uno dentemente, ci “pensa” l’inconscio, portando evidenze in base alle qualcun altro a farlo dei temi centrali della riflessione novecentesca. È con quali esso governerebbe buona parte della funzionare: un sisteFreud che essa assume le carat- così detta conoscenza procedurale ma ausiliario, onto e teristiche di un’esplicita confilogeneticamente più trapposizione, acquisendo di interpretato come l’obbligo di antico di quello conscio, che sembra essere conseguenza una connotazio- fermarsi; nello stesso momenpreposto non soltanto al controllo delle ne di sapore morale. Ancora to, o quasi, il nostro corpo funzioni basali (frequenza cardiaca, pressiooggi, il concetto di inconscio mette in atto in maniera autone, respirazione etc.) ma anche alla gestione tende in prima battuta a esse- matica un complesso schema dell’intero patrimonio di conoscenza non re associato a una dimensio- motorio che prevede il solleverbale (quindi corporea, comportamentale) ne pulsionale, istintiva, sede vamento del piede destro dal acquisito nel corso della nostra esperienza di desideri incontrollabili ed pedale dell’acceleratore e lo di vita (per esempio, rispetto all’inciampare,

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Salute

L’ospite oscuro

La comparsa del concetto di

Libri


Salute

mentre stavamo imparando a camminare). Tale sistema, che di fatto garantisce la sopravvivenza dell’individuo, sembra però allargare ulteriormente il proprio ambito di pertinenza. Recentemente, l’inserto scientifico del Wall Street Journal (“Get out of your own thinking” di Robert Lee Hotz, Science Journal del

25.6.2008) segnala un esperimento del neuroscienziato John-Dylan Haynes presso il Bernstein Center for Computational Neuroscience di Berlino, che evidenzia come le regioni cerebrali coinvolte nei processi decisionali si attivino in media dieci secondi prima che un soggetto diventi consapevole della propria scelta;

» di Mariella Dal Farra; illustrazioni di Danila Cannizzaro

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se la scelta implica l’esecuzione di un movimento (per esempio, schiacciare un pulsante) i motoneuroni deputati si preattivano in media cinque secondi prima che il soggetto agisca volontariamente la decisione. Parafrasando il punto di partenza, “decido, quindi penso”? Il dubbio, a questo punto, è legittimo.


» testo di Samantha Dresti; fotografia di Adriano Heitmann

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meria. Con i fratelli Tognola, architetti, che qui hanno realizzato il loro studio, ho condiviso quest’avventura sin dall’inizio. Loro mi sono stati accanto nell’ideazione e realizzazione di questa idea, così come collaborano con me nei lavori per il garage. Heier Thurnheer, poi, ha lanciato l’idea dell’osteria ed è lì che in seguito sono nate le attività culturali, prima con Riccardo Lisi, che ha organizzato le mostre, e adesso con Guy Bettini, che fa musica. Nella sala grande, inoltre, si svolgono diverse attività, dall’aikido alla danza creativa, allo yoga, alla breakdance, all’acrobazia e jonglage. Difficile è l’interaCreatore de La Fabbrica di Losone, con- zione tra le varie parti, siamo sacrata fin dalla sua fondazione a chi è tutti un po’ egoisti trovo... si potrebbe creare un po’ più in cerca di uno spazio per esprimersi. Un d’interazione sociale tra tutti. luogo che pone al centro l’individuo Anch’io devo cercare di non chiudermi… Adesso negli spanare le tensioni. La Fabbrica zi superiori abitano diversi giovani. Lo spazio è un po’ l’insieme di tutte le serve per ospitare persone che hanno bisogno persone che sono venute a di allenarsi per un certo periodo, preparare cercare uno spazio. All’inizio un pezzo di danza, di teatro o altro. Si paga è arrivato il panettiere Miuna cifra forfettaria simbolica, ma è necessachael Mehltretter che fa del rio però essere aperti e pronti a condividere buon pane col forno a legna, questi grandi spazi con altri artisti. Adesso, biologico. Poi è arrivato Heier ad esempio, ci sono due giovani clown. Poi Thurnheer che insegna arte in c’è la coppia di artisti Nicole e Martin, che ha un contesto terapeutico e qui una tenda a cupola che è montata qui tutto ha un suo atelier: anche lui l’inverno. Loro vivono nel carrozzone e nella alla ricerca di uno spazio, così tenda provano gli spettacoli. Sono parecchi come la Scuola di Musica Moanni che trascorrono l’inverno qui, poi il derna. In fondo non c’era un resto dell’anno sono in tournée: al momento progetto iniziale, sono partito sono in Irlanda, ma prima di partire offrono da un mio bisogno e grazie sempre ai bambini delle scuole di Losone alla fortuna di avere questo un paio di spettacoli. Di recente ho letto un grande luogo a disposizione libro di Mario Capanna che parla della preè sorto il piacere, il desiderio potenza, in cui l’ultimo capitolo è dedicato di metterlo a disposizione di all’equilibrio. L’equilibrio come opposto della altri. Io ho la mia attività al prepotenza, del fanatismo, dell’arroganza. garage e qui non ho sentito La prepotenza fa prevalere una sola parte la necessità di investire per in gioco, mentre l’equilibrio è una bilancia avere un utile, un profitto, che tiene conto di più parti. Avevo creato mi sono detto “faccio le coun numero: io camminavo sul filo e una se che mi piacciono”. Con i voce leggeva la parte dedicata all’equilibrio. “Friday Night” l’amico Heier Si è trattato di un atto contro la prepotenza, ha avviato le attività: assieme contro il far valere una sola posizione a ad alcuni giovani ha organizdiscapito delle altre. Allenandosi, lavoranzato delle serate usando tutti do molto si sviluppa una certa sensibilità gli spazi, in una sala c’era il nella propria attività. A questo proposito mi teatro, nell’altra della musica, viene in mente un’alpinista che diceva che nell’altra ancora un’esposi“il bello di andare in montagna è la fatica”. zione di quadri… Lui ha daSi è vero, ti gratifica la vetta, ma il bello è il to questa impronta iniziale. percorso. La discesa non è interessante come Dopodiché è arrivato Mario la salita… a meno che non la fai con gli sci Bissegger con la sua falegna(ridiamo, ndr.).

Michele Tognetti

Vitae

idea che ha fatto nascere La Fabbrica la vedi in questa sala, nasce da questi fili… io ho la passione di camminarci sopra. Ho iniziato un po’ per caso, ho conosciuto il maestro Szilard Szekely, dopo aver fatto costruire delle molle per lui e per altri artisti che camminano sul filo, mi sono accorto che… intrigava anche me “giocare” con l’equilibrio. La storia della Fabbrica è legata al filo da una parte e all’attività professionale dall’altra (il garage, ndr.). L’officina era di mio padre e proprio quest’anno festeggiamo i sessant’anni di attività. Pensa che il nostro garage da allora è rimasto indipendente, dalle prime vendite del Maggiolino a oggi. L’agenzia era in Piazza Castello a Locarno, da dove ci hanno espropriati perché lì dovevano costruire la rotonda. Abbiamo dovuto, quindi, comprare un nuovo terreno per continuare l’attività. A parte il mero fatto commerciale, vi erano molte famiglie coinvolte, c’erano venti operai che lavoravano e noi avevamo la responsabilità di continuare. Così abbiamo comprato questo terreno a Losone, dove c’era una vecchia fabbrica in disuso, la falegnameria Mornaghini. In realtà poi, per diversi motivi, il garage è stato costruito a Gordola e non qui. Rimaneva quindi questo spazio. Nel 1996 abbiamo iniziato a ristrutturare la vecchia fabbrica, dove ho visto la possibilità di mettere il filo, cioè di avere un mio locale in cui potermi allenare; in precedenza mi allenavo al Teatro Paravento. Per poter camminare sul filo non devi avere paura, perché altrimenti ti blocchi, diventi rigido e questo non ti permette la fluidità, la morbidezza, la scioltezza per mantenere l’equilibrio. Questa attività è un gioco in fondo, è un divertimento… provare, cercare la propria abilità, mettersi alla prova, vedere fin dove si riesce… cercare di migliorarsi continuamente per raggiungere la naturalezza, per elimi-

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L’


Vals, piccolo villaggio grigionese a 20 chilometri da Ilanz, baciato da una sorgente d’acqua termale che sgorga a una temperatura di 30 °C e con una portata di 350 litri al minuto. Molti ricorderanno la campagna della Valser: “Tutto migliora, ma la Valser rimane buona”. Il discusso passaggio di proprietà dell’azienda produttrice della nota acqua minerale aveva nuovamente posto la località al centro dell’attenzione nazionale. Ma Vals ha un gioiello che non è in vendita: le Terme progettate dall’archietto basilese Peter Zumthor.

Reportage

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La sostenibile leggerezza della pietra Acqua, pietra, luce Questi i materiali Idee e profonda conoscenza dell’animo umano Questo il tessuto connettivo del progetto Le nuove Terme di Vals Questo il luogo

testo di Damiano Realini fotografie di Adriano Heitmann



La scala che porta alle piscine, vista dal basso.

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Dopo essersi liberati dei vestiti del quotidiano, si diventa Badegast (ospite bagnante). Un percorso a lunghi scalini guida verso un sensuale labirinto, attraverso i meandri di pietra locale e acqua calda, fredda, dissetante, profumata e sonora. La luce che penetra tra le fughe (Lichtfugen) del tetto, disegna i volumi e le pareti, sottraendo peso alla pietra. Nella pagina precedente: un disegno preparatorio di Peter Zumthor (tratto da Peter Zumthor. Therme Vals, Scheidegger & Spiess Verlag, 2007)

er creare un’opera armonica, di cui non solo la facciata ma anche tutto il resto sia bello, sono disposto a non diventare ricco”. Detta così sembrerebbe che gli architetti ricchi non possano progettare edifici portatori di bellezza, ma solo esteticamente superficiali. Edifici di facciata, non luoghi per vivere. Detta così; quindi; sembrerebbe solo una battuta eppure, nelle parole di Peter Zumthor (che comunque di certo non fa la fame), qualcosa di più profondo c’è. Innanzitutto: la vera architettura si disinteressa del guadagno e i soldi non sono il fine della progettazione. Affermarlo è senz’altro un’ovvietà, però è anche e purtroppo un’ovvietà riconoscere che oggi, in Ticino come altrove, domina la speculazione edilizia che fa del profitto una moglie amata e che continuamente offende il territorio. Guardatevi attorno. Offesa, offesa. In ogni dove. Offese studiate, elaborate e infine fatturate anche dalle firme doc, da quei presunti maestri che ci disegnano la casa. “Con quanta compiacenza – scrive in un suo romanzo Göran Tunström – ci lasciamo imprigionare! Con quanta ingenuità designiamo i nostri legislatori! È commovente il modo in cui permettiamo che si provincializzi quella meraviglia che è la vita. Con quanta serietà ci impegniamo perché questo accada!”. Che cosa è dunque l’architettura per Zumthor? Per tentare una risposta citiamo, fra gli altri, alcuni concetti che il celebre progettista basilese, uno dei migliori a livello internazionale, ha illustrato in diverse interviste apparse su un sito internet e in un documentario televisivo: - “L’architettura è un’arte dei sensi che va percepita con i sensi. Fondamentale per me è la conoscenza emotiva, che forse non è sempre razionalizzata e disponibile a comando, semplicemente esiste”. - “L’architettura è un’esperienza tattile, tangibile. I materiali in architettura sono come le note per i compositori. Io lavoro con i materiali, mi piacciono tutti. La cosa interessante è aggregare le note per creare un suono nuovo e specifico”.

Reportage

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Altrove, un po’ ovunque, le sdraio di mogano rosso proiettano gli ospiti verso l'esterno (quasi) incontaminato della valle di Vals. I volumi incorniciano il paesaggio trasformandolo in cartoline animate, grandi affreschi, tranquilli come mucche da latte.

- Per raggiungere una buona integrazione con il territorio “bisogna semplicemente amare i luoghi. Questo presuppone che essi, una volta ultimata la costruzione, appaiano sì diversi, ma sicuramente non peggiori di prima. È una questione di sensazioni, ma sulle quali si può anche ragionare”. - “Mi piacciono la precisione e il prendere tempo”. Da questo elenco di indicazioni, e da altre dichiarazioni, ben si comprende quanto sia grande il rispetto che Zumthor riserva per la disciplina da lui scelta come professione. L’architettura, al pari di altre arti, diventa così manifestazione della nobiltà umana. Va coltivata con amore, dedizione, pazienza.

Un sapiente gioco di contrasti, quasi un richiamo allo Yin e Yang. Alla base del progetto di Peter Zumthor quattro blocchi di gneis che formano la piscina principale con i suoi quattro accessi. Nei blocchi, vuoti al loro interno, albergano spazi che l'ospite scopre man mano, en flanant. Passeggiare tra il pieno e il vuoto, tra il dentro e il fuori, è quanto si chiede. E mentre i pensieri si assentano, lentamente il corpo si libera dal proprio peso.

Le Terme Certo, si potrà obiettare che a parole son bravi tutti. Vediamo allora i fatti, dando un’occhiata ai bagni termali di Vals (Grigioni) inaugurati nel 1996 e divenuti già due anni dopo monumento nazionale. Costruiti a ridosso di un vecchio complesso alberghiero, ora in una lunga fase di ristrutturazione – camera per camera si cercherà di allineare l’antica fatiscenza alla recente eccellenza –, le terme sfruttano una sorgente d’acqua temperata a 30 gradi che sgorga dalla montagna e che viene raccolta, o meglio transita, in diverse “vasche”. Attorno a una “piscina” centrale, se ne dislocano altre più piccole, simili a grotte, tutte caratterizzate da differenti variazioni sul tema: l’immersione nell’elemento acqua. In una di esse galleggiano fiori che profumano l’aria e i pensieri, sempre più pacati con il passare del tempo; in un’altra, “la stanza della musica”, si creano riverberi e suoni di incanto; in un’altra ancora i 42 gradi dell’ambiente trasformano l’acqua in fuoco, e poco più in là si passa ai 14 gradi che invece la mutano in ghiaccio. A queste esperienze si aggiungono la stanza del silenzio e quella dei massaggi, cascate d’acqua, corridoi con caldi vapori aromatici, lettini di riposo con vista sui prati della valle. Insomma il bagno termale, a Vals, coinvolge tutti i sensi di cui il nostro corpo è dotato.

Reportage

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Numerose sdraio in mogano rosso e pelle nera ricevono i bagnanti che possono ammirare il paesaggio alpino di Vals.

Reportage

44 Gneis di Vals, pareti forate e tetto piano messo a prato. Un esercizio magistrale di dialogo con il territorio. Il progetto fu voluto dalla popolazione di Vals che nel 1994 approvò il credito di 12 milioni di franchi con un consenso pressoché unanime.

Due anni dopo la sua realizzazione, l'edificio è stato dichiarato patrimonio culturale nazionale. Nella pagina a fianco: Vals, il luogo dove l’anima si unisce al corpo per rubare al cielo un pizzico di paradiso.

Ma la straordinarietà sta nel fatto che la sperimentazione sensoriale trascende poi in esperienza spirituale, musicale, vibratoria, aprendo un varco alla pace, alla distensione. “Per Vals – dice Zumthor – volevo qualcosa di completamente diverso da una piscina sportiva dove si nuota per ore”. Zumthor è giunto a questo capolavoro architettonico partendo da un’immagine forte, e come tale naif, infantile, poetica: “Montagna, pietra, acqua. Costruire nella pietra, costruire con la pietra, costruire dentro la montagna, essere dentro la montagna: ma come potevano venir trasformati in architettura i significati presenti nell’unione di queste parole? Ponendoci questa domanda abbiamo progettato la costruzione che, passo a passo, ha preso forma. Come un meandro ricavato da un sistema di caverne poste ad angolo retto, uno spazio interno continuo attraversa la struttura base delle terme, costituita da grandi blocchi di pietra isolati. Questo continuum interno si sviluppa partendo da passaggi intimi e oscurati sul lato della montagna, da cui si accede alle terme, e finisce in cavità sempre più grandi che conducono sulla parte anteriore, alla luce del giorno e alla vista panoramica. Qui lo spazio esterno penetra nell’edificio. Osservato dal di fuori, l’edificio appare come un tutt’uno simile a una grande pietra traforata. E questa pietra è costruita con pietre, con lastre di gneis di Vals, estratte in una cava della valle e sovrapposte una sull’altra”. Ecco, dunque, la forza di questo spazio; ecco l’idea iniziale concretizzata, fin nei minimi dettagli; ecco la trama di un romanzo: pietra e acqua, montagna e uomini. In queste terme prive di plastica e di frastuono – che comunque si manifestano, pur con moderazione, nella velata spocchia dell’hotel – , l’austerità delle forme e dei materiali, come un prodigio, si trasfigura in sensualità, in movimento, in canto, in armonia. E così l’inerte, lì nella montagna, diventa arte. E noi, finalmente, diventiamo ricchi



Venite a conoscere quella che più grande, più antica Cominciamo dalla rampa di carico lassù in cima alle montagne di Vals Qui la neve e la pioggia cadono in abbondanza. È proprio lungo i pendii di queste vette di oltre 3000 metri che l’acqua comincia ad arricchirsi di preziose sostanze minerali man mano che penetra nelle viscere della montagna. Un processo che dura 25 anni, durante il quale l’acqua, con stoica calma e infinita lentezza, goccia dopo goccia, scava la roccia avanzando di 4 mm l’ora. È un lavoro molto, molto faticoso, ma credeteci, ne vale la pena. Un impianto di produzione naturale lungo 1000 metri Dal luogo d’infiltrazione sulla vetta, la nostra acqua compie un percorso impegnativo e tortuoso che si snoda attraverso le rocce di ardesia grigionesi fino alla sorgente di San Pietro. In linea d’aria, la nostra catena di produzione è lunga circa un chilometro. In realtà, però, il viaggio compiuto dall’acqua è molto più lungo. In parole povere: la nostra acqua non segue un tragitto rettilineo, ma compie un percorso in discesa

La nostra fabbrica impiega 25 anni per arricchire l’acqua e trasformarla in Valser.

attraverso gli strati rocciosi e, per effetto della pressione, viene spinta nuovamente dal basso verso l’alto. È questo l’unico modo per consentire all’acqua Valser di acquisire le caratteristiche che la rendono così buona. Purtroppo! Per fortuna, però, a noi ciò non causa inconvenienti. L’acqua viene spinta da una forza potente, che si rinnova continuamente e che agisce come per magia: la forza di gravità Qualche secolo fa Isaac Newton scoprì

l’esistenza di una forza che ci impedisce di volare nello spazio, e la chiamò forza di gravità. La nostra fabbrica, che ha più di due milioni di anni, sfrutta questa forza per far penetrare la nostra acqua attraverso gli strati rocciosi. È così che nasce la Valser. La tappa successiva: il nostro ingegnoso filtro minerale Nella nostra fabbrica i minerali non vengono estratti dall’acqua con metodi di filtrazione. Al contrario: è l’acqua stessa ad assorbirli dalla roccia. Le rocce delle montagne di Vals contengono infatti una combinazione straordinaria di sostanze minerali, soprattutto di calcio e magnesio. Questi sono indispensabili per una sana crescita delle ossa, dei denti e dei muscoli. Inoltre: un litro di Valser copre il 53% del fabbisogno quotidiano di calcio e il 17% di quello di magnesio. È come se la natura avesse costruito la nostra fabbrica secondo un progetto veramente straordinario e in-

gegnoso. Ed è proprio questo che fa della Valser l’acqua più amata di tutta la Svizzera. L’intero impianto – l’ambiente più naturale Lungo tutto il percorso la nostra acqua non viene influenzata da fattori esterni e non subisce manipolazioni da parte umana. Perfino al traguardo, ossia presso il nostro impianto di imbottigliamento situato nel pittoresco villaggio di Vals, passa direttamente dal sottosuolo alla bottiglia. La Valser Classic è leggermente addizionata di anidride carbonica, mentre la Valser Naturelle è totalmente priva di additivi.

I nostri collaboratori appartengono ai vari strati. Anche il capoproduzione è ben noto: si tratta di Madre Natura.


è probabilmente la fabbrica e più lenta del mondo. ovvero sulle montagne di Vals. Vivrete un’emozione unica e un’esperienza indimenticabile.

Il perimetro della nostra fabbrica vi attende per lunghe passeggiate e arrampicate durante le quali potrete ritemprare il corpo e lo spirito. Benvenuti nella valle di Vals.

Il percorso è difficile e ricco di ostacoli: la Valser scava il suo cammino nelle rocce di ardesia grigionesi ad una velocità di 4 mm l’ora.

Esiste un cammino più agevole? Senza dubbio sì. Ma il problema non si pone, nevvero? In un mondo sempre più frenetico in cui i processi tecnologici accelerati costituiscono la regola, riteniamo che il lungo e infaticabile viaggio che la nostra acqua compie senza compromessi attraverso le viscere della terra sia proprio ciò di cui gli umani hanno bisogno. Per garantire l’alta qualità della Valser bisogna lasciarle tutto il tempo necessario per compiere tale percorso: ovvero 25 anni.

Anche il nostro impianto di imbottigliamento merita una visita La nostra fabbrica è nata più di due milioni di anni fa. E da secoli la valle di Vals apprezza la purezza e la bontà della nostra acqua Valser così ricca di sostanze minerali. Perfino i Romani la conoscevano. Eppure soltanto in tempi recenti abbiamo iniziato a imbottigliarla per poter condividere le sue straordinarie qualità con tutta la Svizzera e con il resto del mondo. Oggi l’acqua minerale Valser è venduta in quasi tutta la Svizzera e grazie all’esclusivo Valser Service viene consegnata gratuitamente a domicilio o in ufficio. Se un giorno verrete nella valle di Vals, fermatevi a visitare il nostro impianto di imbottigliamento o, meglio ancora, trascorrete uno o due giorni nel perimetro della nostra fabbrica naturale,

Salute e benessere con Valser Viva Già 15 anni fa, quando il concetto di wellness non era ancora così diffuso come oggi, la Valser è stata la prima a lanciare un’acqua minerale aromatizzata priva di zucchero. Nel frattempo è stata sviluppata tutta una gamma di prodotti che danno una sensazione di benessere e al tempo stesso sono piacevolmente dissetanti. La linea Valser Viva offre oggi bevande alla frutta povere di calorie in quattro gusti diversi. Tutte da provare. Visitate virtualmente la nostra fabbrica Se non volete venire nella valle di Vals, potete visitare la nostra fabbrica sul sito ndete nel cuore della www.valser.ch. Scendete nostra montagna e, pixel tevi dopo pixel, lasciatevi conquistare dalla maer. gia del mondo Valser. n Probabilmente non abbiamo soltanto la fabbrica più grande, più antica e più lenta del mondo, ma anche il sito più «profondo» del mondo.

Valser si prende il tempo.


Bestiario

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Sono andato a Massagno. Ho fatto il sottopassaggio e non c’era nessuno. Solo svastiche e scritte tipo Brucia neger e Kati sei trooooppo bionda. In strada passavano solo macchine, una puzza di scappamenti da fare schifo. Se uno lavora qui, mi sono detto, è a rischio leucemia. Poi ne ho visto uno, di quelli che spacciano. Mi sono avvicinato e gli ho chiesto: – Mi scusi buonuomo, non è che per caso ha qualcosa per me? – Quello mi risponde: – Guarda che se son neger mica vuol dire che spaccio, mio padre è patrizio di Robasacco, mia madre di Nairobi. – – Mi scusi, l’avevo presa per uno spacciatore, che imbarazzo! – – Ah! Guardi, mi capita spessissimo, comunque lei è un drogato! Se ne vada! – – Eh no, ora è lei a sbagliarsi e di grosso. Io sono un giornalista, sono qui per un’inchiesta, sono stato mandato qui da quelli del Q.S., sa… il quotidiano in internet… – – Certo, chi non lo conosce il Q.S, ci scrive il noto Maier… – – A ecco… un fan, piacere, Maier… – – Noooo! Che onore… piacere, Vanelli… – – Mi scusi sa… ma è davvero particolare conoscere un Vanelli nero… Sono abituato che sono bianchi, bassi e tarchiati, mentre lei è nero, alto e magro, complimenti alla mamma: ha raddrizzato una famiglia! – – Ah, ah! – ride il Vanelli. – Andiamo a berci una birra! – propongo. – D’accordo, offro io, che sono lusingato… Andiam dal Mario, che lui le sa tutte, le storie qui attorno. – risponde il Vanelli. – Due birre Mario! – – Arrivano subito, Muhammad! – Ci beviamo le birre, e parliamo del più e del meno, poi Muhammad Vanelli chiama Mario, il barista. – Mario, questo qui è il Kaspar Maier di “Quotidiano Style”… – – Non conosco… – dice Mario – Sono mica uno che guarda la TSI… – mi osserva torvo. – No, no, “Quotidiano Style” è un sito internet, e lui è uno degli articolisti di punta. – – Aaahhhh, ho capito chi è! Mia figlia legge tutte le sere i suoi articoli e vicino alle foto di Scamarcio tiene la sua… adesso la chiamo, quella stropicciamutande… – – Oh no, no, no… non subito almeno, prima ci porti due frascati e dei pistacchi… se poi ha due minuti vorrei intervistarla… – – D’accordo, offro io il giro – dice il Mario. Torna a breve e ci propone dei bianchi sporcati di Aperol. È veneto il Mario, e se offre da bere, ci dice, gli piace offrire spritz. Brindiamo. – Alla negritudine, come elemento di distinzione e non di contrassegno! – – Evviva! – – All’essere veneti, che non significa per forza essere alcolizzati di spritz! – – Evviva! – – Al “Quotidiano Style” che non è una cosa della TSI! – – Evviva! – – Senta – chiedo a Mario – Lei è veneto di dove? – – Bassano del Grappa. –

Le cinque vie – Noooo! Anch’io, ho origini bassanesi… – (così almeno diceva mio nonno). – Evviva! – – Facciamocene un altro di spritz! Pago io però! – dico. – Evviva! – dice Mohammad. – Evviva! – dice Mario. E va a preparare tre altri spritz. Entra uno con la faccia biliosissima, ci vede festeggianti, guarda Mohammad e dice: – Teh, negru, fö di ball, cun la tò droga! – – Ah ah ah ah ahhaahahah! – Scoppiamo tutti a ridere, il Mario, Muhammad e io. – Drugàà! Viva il Nano! – Sputa per terra ed esce, mentre noi ci asciughiamo le lacrime dal ridere, ma un po’ siamo anche tristi. Il Mario ci spiega: – Quello lì è uno, che se si siede sulla faccia nessuno troverebbe da ridire… sta qui, si suona di bianchetti, e poi dice sempre male di Tagliàn, di Slavi e di Neger e quando esce va in motorino senza casco, tutto storto… guardi Maier, se a Massagno c’è degrado, quello ne è il principe! – – Poveraccio – dice il Muhammad – Mi ricorda mio nonno, che quando mio padre si è sposato mia madre, kenyota, non gli ha più rivolto la parola, ed è finito che è crepato solo come un cane, col fegato spappolato pure lui. – – Abbè – dice Mario – Anche mio nonno è morto alcolizzato, e mio padre s’è sposato una di Bassano, una vicina di casa. – – Abbè – dico io – Mio nonno è rimasto vivo solo perché aveva le coronarie larghe, e un fegato invidiabile. L’ha ucciso un’auto in corsa, guidata da uno sbronzo! – – Evviva i nonni, per quel che sono! – dice Mario. – Evviva! – – Evviva! – Entra uno che saluta il Mario: – Dobardan, pichkoviza! – – Ah! Il Damir! Bisogna festeggiare! Preparo quattro spritz! – Ci si avvicina il Damir: – Piacere, Damir Mladokovic– – Piacere Vanelli – – Piacere Maier, si segga prego. – Dice il Damir: – Beh, che state festeggiando? – – Festeggiavamo i nostri nonni! – – A bene, anch’io ebbi un nonno! – – Evviva allora! – – Evviva! – – Evviva! – – Evviva! – – Ho giusto qui della Rakja, vogliamo provare la variante Dalmata dello spritz? – – Certo che sì! – – Evviva! – – Evviva! – – Evviva! – – Opa! Opa! – Alla fine s’è fatta notte, e siamo usciti grandi amici da questa esperienza. Mentre sono alla fermata del bus, per andare giù in stazione, passa un africano d’Europa. Mi avvicino e gli chiedo: – Scusi, lei è per caso uno spacciatore? – – Sì, desidera della cocaina tagliata con malta bastarda? – – Oh no! Grazie, preferisco non alterarmi. Piuttosto… volevo farle gli auguri per una vita migliore, perché anche lei, indubbiamente, deve avere avuto un nonno. – – Sì che ho un nonno! È in Africa, è vivo e gli voglio bene... –

» di Tony Loyola

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Grande fermento favorito dall’ingresso di Marte. Vi sentirete pieni di energia e in grado di fare una ottima impressione sugli altri. Cercate di comprendere anche le esigenze altrui, facendo leva sulla vostra sensibilità.

toro

scorpione

Marte chiede maggior impegno sul piano professionale. D’altra parte, Mercurio e Venere arricchiscono questo fine agosto con una serie di incontri e di nuove opportunità amorose. Particolarmente favoriti i nati della terza decade.

Tra il 26 ed il 27 agosto una benevola Luna potrebbe favorire lo svilupparsi di una romantica atmosfera. Numerose possibilità di incontro per i nati nella terza decade. Maggiore comprensione per le idee e i modi di agire degli altri favorita dal transito di Giove.

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sagittario

Con Venere e Mercurio di transito nella quarta casa solare, potreste essere indotti a straviziare nel mangiare o nel bere. Cercate di ritrovare l’armonia con voi stessi: siate contenti per quello che avete e per quello che siete. Marte riaccenderà le passioni adei nati di maggio.

Grazie alla retrogradazione di Plutone siete sempre più in contatto con le forze che vi hanno formato e che vi hanno permesso di diventare quello che effettivamente siete. Nuovi progetti per i nati di Novembre da tempo soggetti a una serie di verifiche.

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capricorno

Tra il 26 e il 27 agosto la Luna entra nel vostro segno. Il transito, sollecitato dalla concomitante passaggio di Giove, tenderà ad amplificare la vostra percezione emozionale. Mantenete il controllo su voi stessi. Scontri in famiglia per possibili questioni di carattere generale.

Con Marte in transito nella decima solare il vostro “ego” tende a esprimersi sempre più accanitamente. A causa di questa configurazione è bene impegnarsi in attività indipendenti onde evitare di incorrere in contrasti con l’autorità e chi vi sta vicino.

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I nati nella terza decade, sono interessati da un forte transito di pianeti in seconda casa solare, per cui tenderanno a essere un po’ stravaganti in fatto di spese. Non che spendere denaro possa essere considerato di per sé un male, ma, comunque, massima attenzione al portafoglio.

Grazie al transito di Marte nella nona casa solare, si avvia un momento decisivo per allargare le proprie vedute verso altre culture. Per i nativi della terza decade la retrogradazione di Plutone potrebbe favorire progetti e grandi speranze per il futuro.

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Evitate di identificarvi troppo con ciò che possedete. Le condizioni economiche e materiali non rappresentano lo specchio del vostro valore. Usate quello che possedete per raggiungere uno scopo. Momento comunque positivo per affermare il proprio effettivo valore.

Momento di grande fermento per i nati della terza decade. La vostra vita amorosa e le vostre relazioni sono fonte di continuo eccitamento in questo periodo di costanti cambiamenti. Possibile insofferenza per i legami duraturi se penalizzano la vostra libertà d’azione.

Il Sole transita nel segno della Vergine dal 22 agosto al 23 settembre Elemento: Terra – mobile Pianeta governante: Mercurio Relazioni con il corpo: apparato gastrointestinale Metallo: mercurio Parole chiave: perspicacia, intelligenza, pignoleria, modestia, riservatezza

Con il segno della Vergine si chiude il ciclo della primavera-estate e si avvia una nuova fase contrassegnata dal ritorno della sostanza verso la sua essenza più profonda. Sesto segno dello Zodiaco, esso simboleggia un cambiamento nel ciclo materiale, avvi ando la transizione ciclica dalla fase dell’individuazione a quella della coscienza intuitiva e dell’unità cosmica. Nel passaggio dal Leone alla Vergine si compie infatti l’espansione dalla dimensione più strettamente egocentrica a una dimensione più ampia e articolata, che risente maggiormente degli aspetti spirituali e dell’aspirazione all’approfondimento dell’interiorità personale. In altre parole, si assiste a un arricchimento della dimensione intellettuale e psicologica con il corrispettivo decadimento dei piani dell’istintività: il segno è infatti il luogo privilegiato della trasformazione dal dionisiaco immanente all’apollineo trascendente. Altre mete, altri orizzonti si aprono al di là della pura e semplice materialità e il mondo fenomenico si dischiude alimentando nuovi interrogativi e ulteriori interpretazioni. Il geroglifico della Vergine – che ha la forma di una “m” con l’ultima gamba rivolta verso l’interno – esprime perfettamente il simbolismo del segno. Simboleggia infatti la “madre” e il principio femminile divino fecondato dallo spirito che si estrinseca attraverso un’idea di purezza, di elevazione anche mistica. La profonda capacità di dedizione agli altri, la modestia e l’innata gentilezza sono tratti evidenti che rimandano all’immagine dell’amore materno, disinteressato e totalmente orientato al “dare” (non di rado i nati nel segno scelgono professioni a orientamento sociale, come il medico, lo psicologo, l’insegnante).

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» a cura di Elisabetta

Marte di transito nella vostra settima casa solare potrebbe essere fonte di conflitti con soci e partner. Siate creativi e sarete comunque in grado di stabilire una maggiore intimità con il vostro partner. Evitate rivalità e stabilite degli obiettivi comuni.

“Ma questi di Mercurio utili avvisi colui nell’alma non accolse…”

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Âť Illustrazione di Adriano Crivelli


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Schema realizzato dalla Società Editrice Corriere del Ticino

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La soluzione a Epigoni è: Il Dio delle piccole cose di Arundahti Roy (Guanda, 1997). Il vincitore è L.B.,Camorino.

Epigoni A quale romanzo appartiene il seguente finale? La soluzione nel n. 37. Al vincitore andrà in premio “A due ruote dal cielo. 26 nuovi itinerari cicloescursionistici in Ticino raccontati in un diario fotografico” di Alfio Cerini, Armando Dadò editore, 2008. Fatevi aiutare dall'indizio rappresentato dalla fotografia a lato e inviate la soluzione entro giovedì 28 agosto a ticino7@cdt.ch oppure su cartolina postale a Ticinosette, Via Industria, 6933 Muzzano. “«Ma me lo renderanno», disse poi consolandosi. «Non terranno nulla di mio…». E, a quel pensiero, sorridendo, chiuse gli occhi e si addormentò”.

Giochi

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1. Riunificazione, riavvicinamento • 2. Respirare, soffiare • 3. Un ingrediente delle caramelle • 4. Lo è Merlino • 5. Pari in cernie • 6. Bei fiori a stella • 7. I confini di Arogno • 8. Quella Sacra giudica • 9. Imponenza, immensità • 15. È famoso quello di Leonardo - 17. Animoso, vendicativo • 18. Consegnate a domicilio • 20. Alcolisti Anonimi • 22. Arie musicali • 24. Antiche popolazione indoeuropee • 26. Dittongo in reità • 30. Grossa arteria • 32. Il pupo dell’Iris • 35. Estate losannese • 36. Le ricerca il poeta • 39. Conosciuto • 40. Il Ford dei fumetti • 43. I giorni fatali a Cesare • 45. Pena nel cuore.

Verticali

Orizzontali

1. Rattoppare • 10. Il nome della Ghione • 11. Pari in colonna • 12. Contornare, abbracciare • 13. I confini del Ticino • 14. Il nome di Bismarck • 15. L’auto americana • 16. Pari in innata • 17. Spinta iniziale • 19. Il Grigioni sulle targhe • 20. Non rispondono all’appello • 21. Celestiale (f) • 23. L’ottava lettera dell’alfabeto • 25. Il peso senza tara • 27. Edgar Allan, scrittore statunitense • 28. Il nome dello scultore Pomodoro • 29. Goccia • 31. Fiumiciattolo • 33. Il principe de’ Curtis • 34. Segno matematico • 36. Il dio egizio del sole • 37. Tiro centrale • 38. Immortalità, perpetuità • 41. Prep. articolata • 42. Sermone religioso • 44. Il fiume dell’oltretomba • 46. Anno Domini • 47. Dio nordico • 48. Delfino di fiume.

Soluzioni n. 33

Le soluzioni verranno pubblicate sul numero 37.


Weissgrund

Una buona soluzione per la Svizzera.

Come proteggere il clima a Honduras con un centesimo solamente? Progetto 326: Con biogas ottenuto dalle acque reflue della produzione di olio di palma è possibile eliminare 175 000 tonnellate di CO2. La Fondazione Centesimo per il Clima riduce le emissioni di CO2 con efficaci progetti in Svizzera e in tutto il mondo. Pagando un’imposta di 1,5 centesimi per ogni litro di benzina o di diesel contribuite, in quanto automobilisti, a sostenere oltre 3000 progetti per il raggiungimento degli obiettivi climatici della Svizzera entro il 2012. www.Fondazione-Centesimo-per-il-Clima.ch


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