Ticino7

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numero 14 / 7 aprile 2017 / con programmi radio & tv dal 9 al 15 aprile

aiuto! Disordinati contro ordinati: vediamo chi vince

corriere del ticino / la regione

sette continenti

Il nostro cantone e le sue escursioni

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I R T S O O IN N A R O V I D N O N I R O V I . O ONN T T DI TU NESSUN PROMOTORE DELLA CRESCITA In Svizzera gli ormoni e gli antibiotici per stimolare la crescita e la produzione sono proibiti. <wm>10CAsNsjY0MDAy0jUyNTQyMgcAsZ2O8A8AAAA=</wm>

NIENTE OGM

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I nostri animali non ricevono alcun alimento geneticamente modificato.

Perché la carne di origine svizzera è più sostenibile: la-raffinata-differenza.ch


Sommario

ticino7 il pensiero della settimana

Ben venga il caos, perché l’ordine non ha funzionato.

storia Di copertina

Da oggi tante novità (Karl Kraus)

ticino e non solo

04 08

04 caos calmo di Fabio Martini

come Dove quanDo

07

07 motori Fiat 500 riva: ruote a prua! di Giancarlo Fornasier

protagonisti

10

10 sette domande paolo meneguzzi di Roberto Roveda 16 ore sette piscina comunale di lugano di Giorgia Panzera

tv e raDio

17 dadomenica9asabato15

Scopri la programmazione settimanale completa in Ticino e in Europa di tv e radio per rimanere sempre informato e non perdere i tuoi programmi preferiti.

08 sette continenti ticino, a due passi dal cielo di Giancarlo Fornasier

di Paride Pelli 12 proFili ettore bocchia di Roberto Roveda 14 spiriti liberi mille e uno spritz di Tommy Cappellini

tenDenze

15

15 stile sette capi per cambiare di Jessica Pellegrino

relax

41

41 cinevip george clooney a cura della Redazione 42 stelle & curiositÀ astroparade di Betty l’oggetto a cura della Redazione istruzioni per l’uso di Walter Mariotti 43 gioca (e vinci) con ticino7 il cruciverba

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Nel dna di questa rivista – i lettori lo sanno bene – c’è il numero 7: ecco allora che oggi, venerdì 7 aprile 2017, a 7 mesi dal cambio di linea editoriale e grafica, Ticino7 si rinnova, con un cambiamento per certi versi epocale di look. Per la prima volta nella sua storia cinquantennale, il magazine si presenta tutto in carta patinata, anche nei programmi Radio&TV che trovate ora in coda alla rivista, prima delle pagine dedicate al relax. Una scelta che va incontro alle esigenze del pubblico – lo sfoglio è più logico e uniforme, con una prima parte di contenuti giornalistici e la seconda dedicata ai palinsesti – e che nobilita Ticino7, luminoso (come la nuova carta su cui viene stampato) dall’inizio alla fine. Ma le novità non si esauriscono qui: da oggi trovate anche una rubrica gossip denominata «CineVip» dedicata ad attori e attrici di fama internazionale (andate a scoprirla a pagina 41). Ma soprattutto avrete

a disposizione un sito web dalla grafica moderna e accattivante, ora più attento alle dinamiche dei social network. Digitando www.ticino7.ch – attivo da subito – vi attende un portale tutto nuovo, fruibile comodamente anche in versione mobile. Si potranno non solo consultare tutte le vecchie edizioni (archivio digitale) ma trovare facilmente, sulla colonna di destra, le nostre rubriche più apprezzate, come quella fotografica «Ore sette», i viaggi dei «Sette continenti» e i personaggi intervistati nelle «Sette domande». Nel sito, realizzato da Donata Zorzi del reparto informatico del Corriere del Ticino, diamo spazio anche ai nostri concorsi e ai contenuti Facebook e Twitter che parlano di Ticino7, a conferma della volontà – già espressa in occasione del rilancio del magazine – di aprirci ad un pubblico più giovane ed eterogeneo e di rivolgerci davvero a tutta la famiglia, dai nonni fino ai nipoti. I contenuti offriranno sempre focus sul territorio ticinese, con puntate fuori dai confini per sognare un po’: Ticino7 vuole continuare a coniugare tradizioni locali e temi internazionali legati agli stili di vita nel ventunesimo secolo, declinandoli attorno alla magia del 7, numero perfetto per un settimanale chiamato a navigare nell’agitato mare magnum dell’editoria e a rinnovarsi per rimanere sempre al passo con i tempi. E talora anticiparli.

ticino7 diretto da Paride Pelli redattore reSPoNSaBiLe Fabio Martini

Coredattore Giancarlo Fornasier ProGetto GraFiCo Elena Montobbio per WMWorkshop

GraFiCa Roberto Dresti e Deborah Vaccaro Sito weB www.ticino7.ch 3


Storia di copertina

Caos calmo

Ordinati o disordinati? Una questione che affonda nel passato di ciascuno di noi e che ci pone di fronte a una scelta di campo, il cui confine è considerato sempre più labile e sottile dalla scienza. Scrive Fabio Martini

C

he la Svizzera sia considerata uno dei paesi più ordinati e organizzati al mondo, è fuori discussione. Basta inoltrarsi in una delle nostre bellissime valli o vagare nell’Altopiano per rendersene conto: case coloniche perfettamente conservate, prati e orti che sembrano usciti da un plastico, attrezzi da lavoro e materiali disposti con sistematica precisione, cataste di legna organizzate in base alla dimensione dei ceppi. Una predilezione all’ordine che è divenuta parte integrante dello stile di vita, del modo di pensare, di organizzare il lavoro e la stessa vita pubblica e privata della maggior parte di noi svizzeri. Intendiamoci, non siamo i soli: il Trentino Alto Adige, l’Austria,buonapartedellaGermaniaemolti paesi del nord Europa condividono con noi la passione per le cose «sistematicamente organizzate». E tutto sommato pare che funzioni piuttosto bene: queste aree, da un punto di vista politico, economico e sociale, sono contrassegnate da condizioni di stabilità, bassi livelli di disoccupazione, un elevato grado di armonizzazione e cooperazione sociale. Viva l’ordine, quindi? Non esattamente, perché ordine e disordine non sono affatto concetti assoluti ma termini di un’antinomia «enigmatica e infernale, strana e ambigua, insolita e disturbante», come afferma lo psicoterapeuta francese Philippe Caillé, e i cui estremi sfumano irrimediabilmente l’uno nell’altro. Entram4

Sotto il Segno della Vergine

La Svizzera? Secondo l’astrocartografia sta sotto il segno della Vergine, condizione che spiega parecchie cose, purché naturalmente ci si creda. I nati sotto il segno della Vergine sono infatti altruisti, coscienziosi e amano la precisione nel lavoro. Sono tendenzialmente degli analitici ma devono imparare a controllare il loro senso critico altrimenti l’intera esistenza può risultarne alterata. Realizzano perfettamente le mansioni assegnate e desiderano che nel lavoro sia tutto perfetto. E i nostri cugini italiani? Sono dominati dal segno del Leone: quindi egocentrici, un po’ caciaroni ma estrosi e passionali. Consapevoli del proprio valore, amano essere apprezzati, il che li rende altamente suscettibili all’adulazione. Sono peraltro degli ottimi organizzatori, ma prediligono il fatto che siano gli altri a svolgere il lavoro meno importante. Che gli astri abbiano ragione?

bi, se portati all’eccesso, come scrisse con somma lucidità il poeta statunitense Wallace Stevens (1879-1955) nella sua lirica Conoscitori del caos, conducono al disfacimento, alla patologia, alla catastrofe. Ma si tratta di una querelle atavica, che ha inizio parecchio tempo fa, alle origini del mondo. Cosmogonie Ogni atto di creazione, indipendentemente dall’ambito culturale e mitologicoincuisigenera,apparesemprecomeil tentativodiimporreuncertogradodiordine a una situazione primigenia caotica e destrutturata. E spesso l’idea del caos è associata al vuoto, allo stato di assenza che precede la creazione del cosmo e della realtà (il termine chaos in greco antico significava appunto «spazio aperto», «voragine»,ma anche «fenditura», «burrone», «abisso» «oscurità»), una condizione peraltro indispensabile alla nascita del mondo. Che si tratti degli Apache, degli Inca, dei Maori, degli Induisti o della tradizione giudaico-cristiana-islamica, il «prima» è sempre più o meno lo stesso: grande acqua, buio, vuoto, oscurità, nulla. Dio o gli dei, a seconda dei casi, agiscono quindi come supremi ordinatori, capaci di sistemare e dare forma e senso a ciò che fino a quel momento era confuso, caotico se non addirittura inesistente. L’intervento divino ha impresso quindi all’ordine un valenza positiva anche se non sempre le cose sono andate


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Sette luoghi del diSordine 1. Scantinato

Gli oggetti accumulati in questo luogo rappresentano gli argomenti del proprio passato non affrontati pienamente.

2. Mansarda

Situata nella zona più alta della casa è spesso il luogo dove si nascondono le cose a cui teniamo di più e che sono più profondamente legate al nostro vissuto personale, anche negativo.

3. Ingresso

La casa in cui viviamo rappresenta un’estensione del nostro corpo e l’ingresso è il tramite attraverso cui guardiamo il mondo esterno e verso cui esso entra in contatto con noi. Se questo spazio è disordinato può restringere il flusso di opportunità che sorgerà nella tua vita e impedire un avanzamento nel mondo.

4. Dietro le porte

Quando le porte non si possono aprire completamente perché ostacolate da oggetti, l’energia non sarà libera di fluire e tutto sarà più difficile.

5. Soggiorno o sala da pranzo

L’importante è che la casa abbia un cuore e in genere questo è il tavolo della cucina o del soggiorno, punto di riunione dell’energia. Quindi è importante prevedere alcuni accessori della casa (per esempio, tende o quadri) che trattengano l’energia più tempo possibile in questa zona.

benissimo: Adamo ed Eva, per esempio, la combinano grossa, costringendo Dio a confinarli in una condizione di dolore, fatica… e caos. Anche l’atto creativo in ambito artistico, può essere considerato come una sorta di riorganizzazione in senso estetico di un materiale informe: da Giotto a Pollock, da Josquin Desprez a John Cage la questione resta sempre la stessa. György Ligeti, che è stato uno dei piùgrandicompositoridelnovecento,riusciva a sentirsi ispirato solo se immerso in uno stato di disordine totale (famosa la foto di lui seduto a un pianoforte a coda completamente ricoperto da informi mucchi di partiture). Comunque sia, ordine e disordine sono fin dalle origini indissolubilmente legati l’uno all’altro. E tali sono rimasti. Due fazioni Su questo tema gli studiosi di sociologia tendono però a dividerci in due categorie che non corrispondono esattamente a quelle finora prese in considerazione ma che sono derivate dal modo in cui noi organizziamo la nostra vita, gli og-

getti che usiamo e i compiti a cui quotidianamente dobbiamo sottostare. Non più quindi ordinati verso disordinati ma piuttosto archiviatori verso accumulatori. Qual è la differenza? I primi tendono a muoversi in anticipo: se arriva una fattura o una bolletta la inseriscono immediatamente nel faldone corrispondente (o ritenuto tale), faticano a procrastinare e tendono a dare una struttura organizzativa formale ai documenti, siano essi cartacei o digitali. In casa, ovviamente, sono quelli che non lasciano in giro nulla, che si preoccupano della sostituzione degli abiti nell’armadio al cambio di stagione o che trasformano il proprio box in un piccolo museo del fai-da-te. Un atteggiamento che, a prima vista, può apparire molto più serio e funzionale. Ai secondi invece piace rimandare a domani quello che potrebbero fare oggi, accumulano carte o documenti sulle loro scrivanie fisiche o digitali, si affidano a piccoli escamotageperpoterritrovarequeldeterminato file, e spesso dichiarano di sapersi orientare perfettamente all’interno di quello che gli altri, gli archiviatori, con-

6. Camera da letto

L’energia vecchia si accumula nei vestiti sporchi, quindi lasciateli sempre in bagno e cambiate le lenzuola almeno una volta alla settimana. Inoltre, cercate di riporre sotto al letto solo indumenti e biancheria puliti.

7. Armadio

È importante tentare di non mettere nulla sopra gli armadi, e inoltre, cercate di utilizzare tutti i vestiti che possedete. Vestirsi bene e curarsi sono alcune delle migliori forme per aumentare il buonumore e l’energia. Quello che non si usa più lo si può donare.

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Storia di copertina

ticino7

Ogni atto creativo appare sempre come il tentativo di imporre un certo grado di ordine a una situazione primigenia di caos siderano solo una confusa accozzaglia. Ora il problema è: chi se la cava meglio? A dispetto di quanto si potrebbe pensare, decenni di studi sia in ambito sociale sia informatico sembrano darla vinta agli accumulatori. Vediamo perché. Il mucchIo selvaggIo Yukio Noguchi (Stanford University), Eric Abrahamson (Columbia University) e David Freedman (University of California), a partire dai primi anni novanta, e seguendo percorsi differenti, sono giunti alle medesime conclusioni: archiviare e classificare tutto crea solo confusione e rischia di rallentare il lavoro e, nel caso degli studenti, i processi di apprendimento. A parer loro, la soluzione migliore è quella di accumulare, verticalmente od orizzontalmente i propri documenti. Tutte le volte che ne arriva uno nuovo o che ne viene consultato uno giunto in passato, torna a sinistra o in cima alla pila (a seconda che si scelga il modello verticale od orizzontale). Con il passare del tempo, quelli meno importanti, che si consultano raramente o affatto, resteranno a destra o al di sotto della pila e si potrà cominciare a valutarli e a eliminarli. In fondo, è lo stesso sistema adottato dai computer con la memoria cache, che pur avendo piccole dimensioni, registra i dati più frequentemente usati dalla memoria principale rendendoli immediatamente disponibili all’utente. Nell’arco di un certo periodo il «mucchio» di documenti tende ad acquisire una sua struttura funzionale e pragmatica fondata sul fatto che ciò che usiamo più di frequente resta visibile e accessibile mentre il resto scompare e può essere gradualmente cestinato. Insomma, un disordine controllato pare funzioni meglio. Scettici? Veniamo allora agli archiviatori. All’apparenza sono tipi assolutamente invidiabili: organizzano tutto, hanno scaffali ordinatissimi e scrivanie fisiche (o virtuali) come campi da golf. Ma hanno un problema: per raggiungere questo tipo di risultati sono costretti ad archiviare tutto troppo presto e questo pone una serie di difficoltà. I documenti, infatti, non mantengononeltempolamedesimaimportanza e archiviando tutto si rischia di mischiare materiale che potrebbe risultare utile con altro assolutamente inutile (anche se ben organizzato). Diventa poi più 6

difficile elaborare un sistema di classificazione efficace che permetta di recuperare rapidamente quello che serve anche perché, con il passare del tempo, una determinata classificazione può risultare obsoleta o datata. Lo stesso vale nella gestione del computer: una scrivania molto affollata ma ciclicamente vagliata e ripulita funziona decisamente meglio rispetto a un complicato sistema di archiviazione a cartelle e sottocartelle. la psIche conta Ma qual è il significato dell’ordine? Perché proviamo piacere nell’entrare in una casa ordinata? O nel vedere il proprio ufficio con la scrivania sgombra da carte e documenti? O quando saliamo in macchina, dopo averla fatta pulire per benino dentro e fuori? O nello sfogliare l’agenda perfettamente organizzata e con tutti gli appuntamenti fissati? La risposta è semplice: l’ordine è rassicurante, placa le nostre ansie profonde, ci fa sentire «a posto» e in sintonia con l’esistenza e il mondo. Ma si tratta di sensazioni momentanee, poco durature perché la pianificazione quotidiana può saltare per un nonnulla e un progetto di vita eccessivamente dettagliatoepianificatoha un’altissimaprobabilitàdiandareincontro, prima o poi, al fallimento. La soluzione? Come sempre il compromesso, la via di mezzo e un atteggiamento flessibile e adattabile ai cambiamenti. Del resto, un bravo accumulatore sa quando è giunto il momento di fare pulizia e dare un bel refresh alla propria scrivania, fisica, virtuale o psichica che sia. Il disordine ti crea ansia? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7

Lessico La stessa medaglia

L’ordine è «razionale»; il disordine è «creativo». L’ordine per eccellenza è quello «costituito», e pare quindiavereunavocazioneconservatrice (e forse pure un po’ reazionaria, vedi«OrdineNuovo»),laddoveildisordine è intrinsecamente sovversivo (i «disordini di piazza»), se non addirittura patologico (il «disordine morale»). Di fatto, come spesso accade, questo dualismo è solo apparente. Si tratta in realtà di un continuum, o meglio di due facce della stessa medaglia, che è poi quella del grado di controllochesentiamodidoveresercitare sulle cose. Controllo più lasco nel caso dei disordinati, ma non per questo meno pervasivo («Nel mio disordine io trovo tutto, se invece ci mettemanoqualcunaltro...addio!»); più diretto e stringente nel caso degli ordinati, ma non per questo maggiormente efficace («Se cambio una cosa poi non mi trovo più...»). Riconosciuta la continuità fra le due attitudini, diventa più semplice lasciare prevalere ora l’una, ora l’altra, che tenderanno a compensarsi fisiologicamente.


Come dove quando

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motori

Ruote a prua! Il fascino dello stile nautico non risparmia nessuno. Automobili comprese, come la recente e ricercata Fiat 500 «Riva» dimostra. Scrive Giancarlo Fornasier AbArth 500 tender 2 CAstAgnA Non è la prima volta che la nuova 500 diventa un laboratorio in cui sperimentare soluzioni legate al mare e alla navigazione. Nel 2013 la storica Carrozzeria Castagna (fondata a Milano nel 1849) aveva elaborato un modello esclusivo della 500 ribattezzata «Tender 2» per un facoltoso cliente. La vettura nell’immagine è invece stata prodotta per un amante dei motoscafi Aquarama (sempre della Riva) nel 2015: per circa 90mila franchi - escluso il prezzo della vettura base – gli artigiani hanno trasformato l’auto eliminando le portiere e sviluppando un ampio bagagliaio rifinito in legno di mogano lucidato, dove non manca nemmeno il vano per conservare a temperatura ottimale lo champagne. Nella zona posteriore è disponibile un divano ripiegabile con due posti aggiuntivi contromarcia, come pure una doccia estraibile e un frigo da 40 litri. Viste le prestazioni firmate Abarth, sulla Tender è stato sviluppato un tendalino rigido (smontabile) capace di rimanere in posizione fino a 160 km/h, che ripara sia dalla pioggia sia dal sole estivo. Naturalmente.

N

el mondo della nautica ci sono costruttori che hanno fatto storia e barche che si sono contraddistinte per stile, eleganza e preziosità dei materiali. I cantieri navali Riva, eccellenza italiana che oggi appartiene al Gruppo Ferretti (a sua volta di proprietà cinese), sono da decenni un punto di riferimento in questo senso, una gloria sancita in particolare negli anni sessanta con modelli quali Tritone, Florida e soprattutto Aquarama, tra i motoscafi iconici più amati dal cinema, vere Rolls Royce per acque dolci e salate.

un «mini-yacht» per gite sottocosta Sin dalla sua rinascita la 500 è stata puntualmente al centro di produzioni esclusive, glamour e limitate. L’ultimo esempio è la collaborazione nata tra Fiat-FCA e i cantieri Riva, sì proprio quelli dei motoscafi in legno. «Due icone italiane unite per realizzare una vettura» che punta tutto sulla qualità dei materiali. Proposta con la livrea Blu Sera, un colore stori-

piccoli motori ruggenti La Fiat 500 è tra le moderne citycar più vendute e amate (non solo dalle donne) e i modelli proposti in collaborazione con Abarth, per esempio, sono in grado di accontentare anche gli amanti delle curve veloci. Nelle versioni «solo per la pista» ufficiali preparate per gareggiare i cavalli raggiungono i 205 con la 695 Assetto Corse, 10 in più (215) nella versione Evoluzione. Ma anche tra le elaborazioni stradali del noto 1.4-16 valvole coppia e accelerazioni mozzafiato non mancano. Ecco le 500 più pepate messe in commercio:

595 Custom 595 Esseesse/Pista 595 Turismo 595 50°/Competizione 695 Biposto

145 cv 160 cv 165 cv 180 cv 190 cv

co del marchio Riva, i dettagli più accattivanti si trovano all’interno a partire dalla plancia in mogano, così come il pomello del cambio e il battitacco. Sono presenti anche gli intarsi in acero, realizzati con un’inserzione manuale che rende unica ognisingolacreazione.Isediliinpellesono un’esclusiva Poltrona Frau di colore avorio, con cuciture di tonalità diverse. Anche i tappetini sono proposti con bordo avorio e cuciture a contrasto Blu Sera, così come il tappeto bagaglio che presenta un inserto ligneo firmato Riva. I motori disponibili vanno dal classico 1.2 benzina da 69 cavalli al 1.3 diesel Multijet da 95 CV, oltre ai Twin air da 85 e 105 CV. Un occhio stilistico strizzato al passato e uno alla tecnologia: come il sistema UConnect HD LIVE con touchscreen da 7 pollici e, tra l’altro, la possibilità di sintonizzarsi sulle notizie dell’agenzia Reuters. Perché, quando si salpa, è essenziale rimanerecostantementeinformati.Vento in poppa e buona navigazione ai fortunati aquirenti. 7


Ticino e non solo

sette continenti

A due passi dal cielo

Riscoprire il Ticino e la sua natura

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liultimipositividatisull´affluenza di turisti nel nostro cantone, apprezzatoperlasuanaturaelapossibilità di compiere innumerevoli escursioni, conferma come la conservazione del territorio rivesta un’importanza primaria e strategica. La fortuna di poter vivere in una regione che tra Ticino e Grigioni offre paesaggi tanto diversi quanto affascinanti (dal parco delle Isole di Brissago ai ghiacci del Basodino) non è solo un’opportunità per attività fisiche e rigeneranti, ma anche lo stimolo a scoprire e riscoprire proposte a due passi da casa. Eccone una piccolissima scelta, tra nord e sud del cantone, adatte anche a chi di fatica non ne vuole fare troppa e a coloro che si muovono con tutta la famiglia.

Leventina: escursioni attorno aL ritom Esiste uno studente in Ticino che, almeno una volta, non sia salito al bacino sopra Quinto con i compagni di scuola? Forse no e a giusta ragione: la risalita (rigorosamente con la funicolare) è un’esperienza che da sola vale il viaggio; il resto lo fanno i laghetti e il clima alpino. BLenio: campra, iL Lucomagno e La greina Dalla Val Malvaglia al Lucomagno lo spettacolo è garantito. E le passeggiate non mancano: per esempio, partendo da Leontica o salendo con le seggiovie ai 2000 metri del Passo del Nara. In alta valle, la Camperio–Capanna Dötra è una passeggiata di circa 2 ore fino al rifugio (dislivello di 300 metri). Di altro impegno,invece,èlasalitadaCampoBlenio (oppure dal nucleo di Daigra) alla Greina e ritorno: circa mille metri di dislivello e una giornata di cammino. grigioni: san Bernardino e La caLanca Dal nucleo di San Bernardino al laghetto Doss (1652 m), poi si sale all’alpe Pian Doss e al Pian Cales per poi tornare in paese: due orette di moto senza grossi strappi. Ma anche più a sud le possibilità non mancano: mai stati in Calanca? Peccato: sarebbe ora, per esempio, di visitare il nucleo di Santa Maria. 8


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Parchi giochi in rete / NoN sapete dove portare i vostri ragazzi a giocare? date uN’occhiata alla voce «parchi giochi iN ticiNo» Nel portale ticiNoperbambiNi.ch: dai piccoli parchi delle valli a quelli cittadiNi, le aree di svago protette Nel Nostro caNtoNe per fortuNa NoN maNcaNo.

Bellinzonese: Valle MoroBBia e Mornera Dai Monti di Paudo alla Capanna Genzianella/Pian Dolce (1400 m) e ritorno: una passeggiata facile e con poco dislivello. Giunti al rifugio riposo, relax e vista sono garantiti, tra boschi di faggi e betulle. Dall’altra parte della valle, a Monte Carasso, la salita a Mornera (in teleferica o a piedi) è il punto di partenza per escursioni e picnic. Senza dimenticare la possibilità di provare l’ebbrezza dell’ormai classico «ponte tibetano».

Sette mete per i più piccoli 1. Bolle di Magadino

La zona protetta dove il fiume Ticino e il Lago Maggiore si incontrano è perfetta per camminate all’aria aperta adatte a tutti. La primavera è proprio la stagione ideale per immergersi nell’esplosione della natura, e ammirare le grandi varietà di flora e fauna.

2. Cardada-Cimetta

Prima si prende la funicolare che da Locarno porta a Orselina, poi in pochi minuti vi fate trasportare dai 395 metri di Orselina ai 1.340 di Cardada. Facile no? Una volta in cima non avete che l’imbarazzo della scelta: il parco giochi, il percorso plantare, il dondolo sonoro e tante altre scoperte. Un po’ di energie conservatele per scendere a piedi, immersi nel bosco.

locarnese: da intragna a Ponte Brolla Meno di 6 km e circa due ore di escursione: si parte da Intragna e il suo campanile, si oltrepassa il fiume Isorno sul Ponte dei Cavalli verso Cavigliano. Si prosegue immersinelverdelungolaMelezzafinoa Tegna(dovec’èancheunparcogiochiper bambini, in via Patriziale). Da qui si prosegue in direzione di Ponte Brolla passando dal magnifico pozzo di Tegna (d’estate un bagno è d’obbligo), per giungere infine all’Orrido e alle strette gole sul fiume Maggia.

3. Monte San Giorgio

In tutta tranquillità, da Tremona a Meride e poi su sino a Serpiano, passando per boschi e sentieri facili e ombreggiati. A Tremona non può mancare una visita al sito archeologico e a Meride al Museo dei fossili. Se in casa avete dei buoni camminatori potete partire già dalla bella Rancate, salendo tra prati e vigneti.

lugano: Monte Boglia e san salVatore Non troppo impegnativa con scorci imperdibili, la Monte Boglia/Alpe Bolla (1129 m) è un classica del luganese. Si parte da Bré verso l’Alpe per continuare quasi in piano attorno alla montagna e poi ridiscendere su Bré. Se volete fare menofaticapropriodifronteavetelaterrazza panoramica del San Salvatore (912 m) e le magnifiche passeggiate verso Carona, il Parco San Grato e Vico Morcote. Un viaggio di Giancarlo Fornasier

4. Parco della Breggia

A due passi da Chiasso c’era una volta il cemento. Oggi il percorso didattico permette, tra l’altro, di scoprire oltre 500 specie diverse di piante e che cosa si nasconde sotto i nostri piedi: il fiume Breggia, con la sua attività di erosione ha portato infatti alla luce strati rocciosi che hanno una storia di almeno 80 milioni di anni. Attenzione ai dinosauri...

5. Fortini della Fame

monte generoso Passeggiate & archistar

Domani, sabato 8 aprile, verrà aperto al pubblico il tanto atteso «Fiore di pietra», la nuova struttura che caratterizza la cima del Monte Generoso (per l’occasione sarà possibile risalire con il trenino usufruendo del 50% di sconto sul biglietto, sia l’8 sia il 9 aprile). Fir-

mata Mario Botta, la costruzione nasce esattamente 150 anni dopo il battesimo dell’originaria struttura che in cima alla montagna (1704 m) ha ospitato turisti da ogni parte del mondo. Meta molto amata anche dai lombardi, il Generoso e le sue pendici offrono numerose passeggiate e una vista che dalle Prealpi spazia ai 4.600 metri e oltre del massiccio del Monte Rosa. Tra le possibili escursioni, la risalita a piedi da Cabbio e Muggio non è molto impegnativa, anche se è necessario essere dei discreti camminatori. Per ulteriori proposte, come il bellissimo Sentiero delle Nevere, vi rimandiamo al portale montegeneroso.ch/it/ attivita-e-sport/sentieri.

Nel comune di Camorino, un classico giro di meno di due ore tra boschi e vigneti che percorre il sentiero didattico dei Fortini costruiti già nell’Ottocento e la loro storia. A quel punto perché non fermarsi anche al Parco-bosco Motto grande, dove è presente un piccolo ma sempre affascinante biotopo?

6. Oasi ricreativa a Cevio

Un parco nato pochi anni fa, tranquillo e immerso in una grande zona verde. Un buon punto di arrivo dopo una passeggiata in valle o sulle sponde del fiume Maggia alla ricerca delle pietre più originali.

7. Monte Tamaro

Simbolo del divertimento grazie al suo Parco avventura, il Tamaro offre passeggiate per tutte le gambe e un piccolo parco anche per i più piccoli. Da non sottovalutare la presenza del ristorante, della terrazza e della chiesa. E poi, vuoi mettere la possibilità di salire in cima a bordo dei piccoli «ovetti» colorati! 9


Protagonisti

sette domande

Paolo Meneguzzi

La musica riempie la mia vita ma prima di tutto c’è la famiglia Cos’è la musica per lei? È il mio sogno, la mia vita, ha sempre riempito la mia esistenza. Fin da quando ero bambino mi sono detto: «Un giorno salirò sul palco di Sanremo». In un certo senso mi sono sempre immaginato che la musica sarebbe stata il mio percorso personale, ho avuto l’assoluta convinzione che quella sarebbe stata la mia strada e devo dire che così è avvenuto. Ho anche avuto fortuna a incontrare le persone giuste che mi hanno aiutato a realizzare quello che ho fatto finora. 1

2 È ancora una passione oppure la professione ha preso il sopravvento? La passione è sempre forte. Più che altro ultimamente sono cambiati obiettivi e priorità. Mi sono sposato, ho un bambino di meno di un anno, Leonardo, e quindi vedo le cose in modo diverso da un tempo. Nella professione di musicista ho investito tempo ed energie per emergere, per raggiungere il successo, energie e tempo sottratte a cose più concrete come la famiglia. Da alcuni anni ho voglia di altro, di crescere umanamente e spiritualmente, di sentirmi prima uomo e poi cantante. Per questo, ultimamente, ho un po’ rallentato i ritmi, vivo la musica in maniera diversa, con molta meno ossessione per la ricerca del successo.

Il successo impone delle rinunce? C’è chi lo insegue senza problemi per tutta la vita e non sente di dover fare delle rinunce. Nel mio caso ho dovuto sottostare per anni a un tipo di vita per cui non andavo matto. Stare lontano da casa, girare, mantenere rapporti con persone lontane dal mio modo di essere. Io sono una persona un po’ chiusa, timida anche. Ho i miei amici, la mia famiglia e il Paolo Meneguzzi cantante di successo era un po’ un personaggio «creato» e 3

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il personaggio

Nato a Mendrisio nel 1976, Paolo Meneguzzi (all’anagrafe Pablo Meneguzzo) ha venduto nella sua carriera 2 milioni di dischi e tenuto oltre 500 concerti dal vivo. Ha cominciato a esibirsi da bambino e i primi successi arrivano negli anni novanta, soprattutto in Sudamerica. La fama in Europa giunge con il Festival di Sanremo 2001 e la canzone «Ed io non ci sto più» a cui fanno seguito «In nome dell’amore», «Verofalso» e l’album Lei è tra il 2002 e il 2003. Nel 2004, sempre a Sanremo, è la volta di «Guardami negli occhi» che lo porta in cima alle classifiche. Torna a Sanremo nel 2005, 2007 e 2008 con nuovi successi che lo spingono a debuttare negli Stati Uniti. Negli ultimi anni ha iniziato a sperimentare nuove strade musicali e artistiche.

mi pesava sempre di più frequentare determinati ambienti. Insomma, ero parte di un team di lavoro di cui io era l’anima artistica e il mio produttore l’anima manageriale. E, appunto, mi ritrovavo a vivere una vita che non mi piaceva fino in fondo. 4 Cosa l’ha spinta a cambiare direzione? Le cose hanno cominciato a cambiare qualche anno fa quando mio padre è stato poco bene e ho deciso di ritagliarmi un po’ di tempo per stargli più vicino. In quel momento ho come abbassato la guardia e sono entrato in contatto con un tipo di vita diversa rispetto a quella che conducevo da tanti anni: una vita più «terrena», più vera. È nata dentro di me l’esigenza di costruirmi una famiglia. Poi è arrivato il matrimonio e la nascita di Leonardo. E la nascita di un figlio ti cambia ancora di più, lo fa in maniera definitiva. Non rinnego, però, quello che ho fatto per tanti anni come musicista «di successo», anzi. Quegli anni di sacrifici mi consentono oggi di poter gesti-

re più liberamente il mio tempo, di poter stare di più con mio figlio e questa è una cosa bellissima. E oltre alla famiglia? Mi piace lo sport e ogni tanto gioco a tennis ma mi viene da dire che il mio tempo libero è la musica. Quando non sono con Leonardo e con mia moglie Linda suono. È la mia passione, il mio lavoro. È tutto quello che mi circonda e tutto gira un po’ attorno alla musica nella mia vita: sto scrivendo un musical e sto anche lavorando al mio nuovo disco, anche se con ritmi molto lenti. E ho una scuola di musica. 5

6 E poi da qualche tempo c’è anche l’insegnamento, vero? In realtà, mi sono ritagliato un compito diverso.Iofacciodasupervisoreehosceltolepersoneadatteainsegnarenellamia scuola. Il lavoro di insegnante non si improvvisa, lo lascio fare a chi ha la giusta competenza ed esperienza e magari può trasmettere delle cose nuove anche a me. Io posso portare la mia esperienza, raccontareaigiovaniilmiopercorsoelamia esperienza personale. Insomma, il mio ruolonellascuolaèmettereinsiemeipezzi giusti perché tutto funzioni al meglio. 7 Un sogno per i prossimi anni? Oggi i miei sogni sono molto quotidiani, come passare del tempo con mio figlio e la mia famiglia, andare con loro in vacanza e condividere la passione per la musica. Ammetto che per me sarebbe bellissimoseLeonardocondividessequestamia passione. La musica è un mondo comunque bellissimo, che può regalare tanto e a tanti livelli. Sarebbe bello piacesse anche a lui come piace a me.

Intervista di Roberto Roveda


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Profili

Ettore Bocchia

L’etica nel piatto

Ingredienti naturali e tecniche che esaltano la materia senza alterarla. Questa la cucina molecolare secondo uno dei suoi massimi interpreti. Scrive Roberto Roveda ecco chi è Nato nel 1965 a San Secondo Parmense, dopo gli studi e diverse esperienze in tutto il mondo, dal 1993 è legato al Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio. Nel 2002 ha lanciato il primo menu italiano di cucina molecolare e nel 2004 ha ottenuto la prima stella Michelin. È stato consulente per il gruppo Costa Crociere e ha firmato i menù di tutti i ristoranti gourmet della stessa flotta. Ha collaborato con il Centro di Ricerca di Ferrara (CFR), Studio Ambrosetti, Festival della Scienza di Genova, Istituto Nazionale della Fisica della Materia (INFR), Accademia di Brera (Trattoria Salvatore). Tra le sue pubblicazioni si ricorda Il gelato estemporaneo e altre invenzioni gastronomiche, scritto con Davide Cassi (Sperling & Kupfer, 2005). Dal 2013 tiene una rubrica video di cultura gastronomica, «L’uovo di Colombo», sulla rivista online ifioridelmale.it.

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arli di cucina molecolare e subito, da neofiti, vien da pensare a strane alchimie culinarie. Succede quando ci si ferma agli slogan oppure ai «sentito dire» e si viene a contatto con questo metodoestremamentemodernodiintenderelapreparazionedeicibiallostessotempo legato alla tradizione. A parlarcene è un vero esperto in materia: Ettore Bocchia,ExecutiveChefalGrandHotelVilla SerbellonidiBellagio,sullagodiComo,e traifondatoridellagastronomiamolecolareitaliana:«Prendereunapentolad’acqua, metterla sul fuoco, aggiungere una porzione di spaghetti mentre in un’altra padella si prepara il sugo: già questa è cucina molecolare. Si tratta semplicemente di un nuovo linguaggio in cucina che si propone di sviluppare tecniche e di crearepiattirestandosaldamentelegatiadalcuni semplici principi. Per esempio, ogni novità deve ampliare, non distruggere, la tradizione gastronomica. Poi le nuove tecnicheeinuovipiattidevonovalorizza12

regliingredientinaturalielematerieprimediqualità.Èunapprocciocheimplica inoltre grande attenzione ai valori nutrizionali e al benessere di chi mangia, non solo agli aspetti estetici e organolettici». Signor Bocchia, è vero che bisogna essere dei chimici per fare cucina molecolare? Più che altro la cucina molecolare realizza i suoi scopi cercando nuove composizioni, nuove tessiture grazie alla conoscenza delle proprietà fisiche e chimiche degli ingredienti. Che ruolo svolge invece la tecnologia in cucina? La tecnologia è in continua evoluzione e, come afferma il filosofo Emanuele Severino, diventeremo tutti ipertecnologici. Quindi è fondamentale guardare anche in quella direzione. In tutto questo, che legame rimane tra tradizione e innovazione?

La tradizione è un esperimento ben riuscito, un esperimento che oggi viene portato avanti con il sapere e le tecniche moderne. Se ritorniamo al mio esempio iniziale di cucina molecolare, quello delle pentola con l’acqua per gli spaghetti, possiamo dire che quando è crudo lo spaghetto è un cristallo, quando è cotto lo spaghetto è un gel. Ecco per ottimizzare la cottura, cioè il passaggio da cristallo a gel, dobbiamo sapere come è fatto lo spaghetto, che tipo di granulometria ha, che tipo di trafilatura, che tipo di essiccazione,chetipidigranivengonousati.Così, quando lo mettiamo nella pentola noi ottimizziamo la cottura e codifichiamo le tecniche che stiamo mettendo in atto. Oggi si parla molto di cucina e cibo. Ma stiamo realmente acquisendo una corretta cultura dell’alimentazione? Si cavalca molto l’onda e la moda. Eppure la cultura di un popolo si misura da quello che mangia. La cultura del cibo è fondamentale. In questo senso vado già oltre la cucina molecolare perché mi interessa non solo come viene cucinata una materia prima ma anche come viene coltivato un vegetale o alimentato un animale,comevienetrattatounanimale. Anchequestoèfondamentaledaunpunto di vista molecolare: cambia il risultato se l’animale non è allevato bene e il concime non è dato come Dio comanda. Come si costruisce una buona cultura alimentare? Dando ilgiustovaloreallaterraerecuperando il legame con il mondo agricolo. E rendendoci conto quanto sia importante quello che mettiamo in bocca. Quando ero negli Stati Uniti, più di 15 anni fa, già si studiava l’alimentazione e perché capitavano determinate cose all’interno di un corpo umano se non alimentato in maniera corretta. Noi siamo fondamentalmente delle macchine che devono ingerirecibo.Miglioreèlaqualitàdelciboe meglio funziona la macchina. Il cibo deve essere prodotto con un approccio etico e non di business. E dobbiamo conoscere come viene prodotto. Magari uno non mangia la carne perché pensa sia più sano essere vegano e poi ignora completamente la provenienza dei vegetali. Si


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sette tecniche dello chef La cucina di Ettore Bocchia si basa su materie prime di altissimo livello. Allo stesso tempo unisce un’approfondita ricerca scientifica che gli ha permesso di mettere a punto sette tecniche inedite:

1. Cagliata d’uovo

Si tratta della coagulazione delle proteine dell’uovo a contatto con alcol a 95°. Per rendere la cagliata commestibile la si risciacqua poi con acqua e si ottiene un impasto malleabile facile da lavorare in strati sottilissimi. L’uovo conserva il suo sapore da crudo.

2. Lecitina di soia

Questa sostanza permette alle molecole d’acqua e d’olio di legarsi tra di loro. Il suo utilizzo rende possibile emulsioni senza l’uso del tuorlo d’uovo. Presenta il vantaggio di essere poco calorica e contribuisce a ridurre il colesterolo.

3. Amidi per gnocchi e cialde

Questi cibi vengono realizzati senza uova, né farine né patate. La materia prima è vegetale: zucca, pisellini o sedano rapa. Il vegetale viene cotto a bassa temperatura, ossia non oltre i 65 °C, mantenendo così il suo gusto intatto come da crudo.

4. Frittura negli zuccheri fusi

La miscela di zuccheri permette di raggiungere e mantenere temperature superiori ai 160°C. In questo modo si ottiene la cosiddetta «Reazione di Maillard», un nuovo abbinamento delle proteine e dei glucidi che dà come risultato la crosticina marrone che si ritrova negli arrosti, nelle fritture, nelle torte.

dice che i broccoli prevengano i tumori, ma se poi arrivano da terre inquinate che beneficio se ne ha? C’è una omologazione nel gusto? A livello tattile, sensoriale e dei gusti primari, l’industria ha creato – secondo il mio punto di vista – un finto approccio alla cucina. Quindi? Bisogna imparare a capire quello che si sta mangiando e ritrovare quella che io chiamo l’autentica essenza dell’invisibile, il sapore che dà piacere, quella sensazione impalpabile che scatta mettendo un determinato cibo in bocca. Io mi alleno per questo, lo faccio per lavoro e voglio offrire al cliente il massimo di quello che si trova sul mercato. La mia bocca è garanzia per tutti quelli che vengono a mangiare da me. Io nonpropongointavola«cadaveri»oprodotti finti e soprattutto non faccio esercizio stilistico nel piatto. Non mi interessa far vedere che lo chef ha studiato bene le cromaticità e le geometrie e il linguaggio del marketing del cibo visivo. Certo,

5. Nuova meringa

l’occhio vuole la sua parte, ma il capolavoro sta nel prodotto che tu stai mettendo nel tuo corpo. La cosa importante non è l’estetica, ma l’etica che c’è nel piatto. I miei piatti vengono progettati con geometrie, cromaticità, gusti primari, gusti secondari, punti di fusione, retrogusti, ma soprattutto la materia prima deve avere la tripla A.

Con un unico albume è possibile fare, aggiungendo acqua, un metro cubo di bianco a neve. Tuttavia il preparato non è «stabile» e quindi sfruttabile in cucina. Usando il fruttosio, invece del saccarosio, e una cottura al microonde, si può stabilizzare questa schiuma e si ottiene una meringa che svanisce in bocca quasi istantaneamente, liberando i sapori.

Il «chilometro zero» è fondamentale? Dal mio punto di vista non ci sono limiti e limitazioni di sorta nell’acquistare un prodotto e la materia prima. La sostenibilità va bene e uso ben volentieri materie prime della zona. Non posso, però, pensare di non utilizzare un tartufo melanosporum australiano perché sono talebanizzato dal km zero. Ho un’apertura mentale a 360˚ ma allo stesso tempo ho una chiusura mentale assoluta per quanto riguarda la scelta del prodotto, che deve essere della massima qualità, da qualsiasi luogo provenga. Questo è un principio da cui non mi muovo.

La cristallizzazione delle molecole dell’ingrediente che si desidera trasformare in gelato, avviene in modo molto rapido a contatto del liquido a –196°C. Non si formano così cristalli grossi ma strutture piccole che si sciolgono in bocca rapidamente senza «anestetizzare» con il freddo le papille gustative.

6. Azoto liquido

7. Inulina

Estratta dalla radice o dal tubero di alcune piante (come la dalia o la cicoria) è un polisaccaride che dal punto di vista gustativo e culinario permette di ridurre, in tutte le ricette tradizionali, dal 30 al 50 % i grassi previsti. La sua proprietà dolcificante consente inoltre di ridurre il saccarosio. 13


Spiriti liberi

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Mille e uno spritz A

veva ragione il poeta che riteneva aprile il più crudele dei mesi: se piove, piove sempre troppo; e poi fa freddo, fa caldo; in politica si pasticcia, si compra tempo; il cuore è neghittoso,sivorrebbepartireenon partire; nei casi più gravi l’identità dell’individuo vacilla; in montagna riaprono alcune capanne con ristoro, ma l’animo dei viandanti è attendista, poco ghiotto; la sera, le volpi fuggono nell’erba alta, e alla fine, per dirla con Bruce Chatwin,checifaccioqui?Insomma, mai come in primavera si ha bisogno dell’incerta erapidaconsolazionediunoo più spritz. A esser filologi, lo spritz non è un cocktail. Certi ricettari lo inseriscono fra i «new era drinks»–biasimevolecategoria dove transita roba come il B52,ilPiscoSouroilVampiro (con tequila e cipolla sminuzzata) – altri, invece, non lo registrano neppure. Tra gli appassionatièdisputaaperta:se il nobile Kyr (9/10 di vin bianco e 1/10 di crème de cassis) è un cocktail, perché non dovrebbe esserlo lo spritz?

Semplice e perfetto Domanda inopportuna, l’origine dello spritz è spuria, priva di grandeur. Esso nacque sotto la dominazione austriaca del Veneto, nella pri-

del vino allungato!». Invece è aperitivo d’una semplicità perfetta; è il miglior preludio (fatto salvo il Martini Montgomery o lo scotch & soda) a qualsiasi cena d’estate e ricorda, tra l’altro, certi freschi fendantvallesaninellepagine di Ramuz o l’ultimo bicchiere di Maienfelder prima di proiettarsi fuori dai Grigioni nell’equivoco San Gallo o, perché no, a Salisburgo.

record

1.200

litri di prosecco, 800 di Aperol, 200 di seltz e 500 chili di ghiaccio. Sono i numeri dello spritz dei record preparato dal barman Ettore Diana davanti al suo locale a Isola della Scala, in provincia di Verona.

l’aperitivo col vin forte

ma metà dell’Ottocento: i soldatidegliAsburgo-Lorena, trovandoivinbianchiitaliani troppo forti per il loro gusto mozartiano, li «spruzzavano» (spritzen in tedesco) con acqua minerale o seltz. Ancora oggi lo si beve così in Friuli VeneziaGiuliaedintorni,ealcuni,avederseloservire,quasi s’offendono: «M’avete dato

Bene l’Americano (nella foto; 5/10 di Punt e Mes, 5/10 di Campari, qualche goccia di Angostura: più è amaro meglio è), bene anche il Cardinale (classico short drink prediletto un tempo dalla clientela internazionale: 5/10 di gin, 3/10 di vermut dry, 2/10 di Campari), ma perché non pensare a un aperitivo a base di solo vino, magari fortificato? Soltanto ospiti viziati potrebbero trovarlo troppo «facile». Osiamo, dunque: la H.M. Borges (un nome, una garanzia) produce un Madeira bianco dry eccellente. Alternativa: il Blandy’s o l’Henriques & Henriques. Il Madeira è un vino tutto da riscoprire. Sezione porto: il bianco o il tawny, freddi o di cantina, fanno un ottimo servizio prima dei pasti. Taylor’s, Graham’s, Niepoort le marche di riferimento. E ancora: uno sherry come il Valdespino Inocente, un Pineau des Charentes di Château de Beaulon, un Moscatel de Setubal di José Maria da Fonseca sostituiranno degnamente persino un Manhattan (3/10 di vermut rosso, 7/10 di rye whiskey, una goccia di Angostura). 14

la vera ricetta Tale spritz incondizionatamente «bianco» viene servito senza remore nei locali storici del Lombardo-Veneto: «La vera ricetta», ci conferma Stefano, barman del Tommaseo di Trieste, «è una parte di vin da tavola non troppo profumato, che non abbia una gran struttura, e una parte di seltz». Donde arriva, allora, lo spritz sgargiante, «pubblicitario», color arancio o rubino, di moda negli ultimi anni? Dai primi del Novecento. A quel tempo, infatti, si prese a mescolar vin bianco o prosecco all’Aperol, al Campari o –successivamente–alSelect, prodotto dalla Pilla sull’isola di Murano (a nostro parere, il migliore dei tre). Si tratta di un altro spritz, di un’altra musica. Un’eresia, un solleticar femmineo di decadenti papille gustative: non più bevanda di soldati, ma passatempo per manager fuori corso in piazzetta a Portofino. Per tacer dei recenti spritz che vedono il vin bianco deturpato dal Cynar o dalla China industriale (discorso molto diverso per la China Clementi). Se proprio si vuol strafare, si adotti il tradizionale «Ugo» dell’Alto Adige: vin bianco e una parte di liquore al sambuco (ottimo il francese St. Germain). Si ottiene così uno spritz rafforzato nel suo tenore zuccherino, senza che per questo diventi ondivago, indulgente, mollemente edonista. Scrive Tommy Cappellini


Tendenze

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trucchi

Sette capi per svoltare Non sapete cosa indossare anche se il vostro guardaroba sta per esplodere? Forse quello che vi serve è solo un po’ di fantasia: nuovi abbinamenti e piccoli accorgimenti possono rivoluzionare il vostro look. Scrive Jessica Pellegrino la differenza è nei dettagli 1. Accessori

Tutti li amano, pochi li usano. La scelta dell’accessorio giusto sembra per molti una perdita di tempo. Nulla di più sbagliato! In realtà, aggiungendo un orecchino particolare, una collana, o semplicemente un anello appariscente, rivoluzionerete completamente il look finale. Anche l’abito più semplice con l’accessorio adatto risulterà valorizzato.

2. Blazer

Avete mai provato a mixarlo a un jeans? Il risultato è stupendo, semplice ma di tendenza. Adattato anche a outfit casual, renderà il vostro look più sofisticato e se abbinato a un raccolto, sarete favolose!

3. Scarpe

I

mparare a usare abilmente capi e accessori che custodiamo gelosamente nel nostro guardaroba, è il primo gesto per passare da «ho un armadio pieno di vestiti e niente da mettere» a «posso vestirmi anche a occhi chiusi ed essere semprealtop»!Micapitafintroppospesso di spulciare tra i guardaroba altrui e trovare capi davvero belli che però, per un motivo o per un altro, non vengono mai utilizzati. Alzi la mano chi almeno una volta non si è trovato vestiti e accessori ancora con il cartellino d’acquisto? Ecco, appunto. Un fattorecheincidesualcunenostreabitudini nel scegliere l’outfit adatto, è la routine: spesso per mancanza di tempo, per pigrizia o molto più semplicemente per scarsa autostima, ci adattiamo alla nostra zona «comfort» prediligendo a rotazione gli stessi quattro capi senza tenere in considerazione i tesori sepolti nei nostri armadi. Certo, al momento dell’acquisto partiamo tutti con le migliori intenzioni e magari troviamo anche innumerevoli idee su come adattare un capo con quel particolare accessorio, piuttosto che con quella scarpa favolo-

sa che abbiamo comprato tempo prima senza mai indossarla, fatto sta che quando l’acquisto esce fuori dal sacchetto per depositarsi nei nostri armadi, finisce automaticamente nel dimenticatoio. Un passo alla volta Tutti vorremmo ricreare il nostro stile esattamente come ce lo immaginiamo nella nostra mente, ma chissà come mai raramente ci riusciamo. Il mio consiglio è sempre quello di partire a piccole dosi, cercando di integrare al nostro outfit un particolareallavolta,cosìdanonstravolgere l’occhio a cambiamenti drastici rischiandodiaccantonarecompletamente ilnuovolookritornandoaquellovecchio. Un’abitudine molto utile inoltre è quella di selezionare la sera prima i capi da indossare, in questo modo saremo abbastanza lucide da poter dedicare il giusto tempoallasceltadellevariecombinazioni e disponendo di più tempo, potremo testare il nostro estro creativo osando con un look più affine a ciò che vorremmo davvero ottenere. E avere più tempo significa anche poter curare maggiormente il nostro aspetto.

Inutile dirlo, ma una bella scarpa fa la differenza. Che si parli di look più sobri o casual, una scarpa con il tacco rivoluziona la figura.

4. Occhiali da sole

Per un look effetto diva, provate a passeggiare per strada con un bel paio di occhiali grandi: sarà difficile non notarvi.

5. Rossetto rosso

Un must in fatto di eleganza e se adattato anche in questo caso a un bel raccolto, sareste eleganti anche con una tuta.

6. Borsa

È fondamentale per decretare la riuscita di un outfit, in quanto se usiamo borse da tutti i giorni rischiamo di sminuire il resto del look; viceversa, se scegliamo una borsa particolare possiamo rivoluzionare completamente l’effetto finale.

7. Pashmina

È un capo che adoro, la puoi usare per definire il look, è ideale per scaldarti nei mesi freddi, ma soprattutto è molto elegante! 15


Protagonisti

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ore sette

piscina comunale di lugano, ore 7 e 19 di giovedĂŹ 9 febbraio 2017.

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Foto di ŠGiorgia Panzera


Relax

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CINEVIP

George Clooney lare dell’ex presidente Barack Obama. Dal punto di vista religioso si dichiara agnostico. È sposato da tre anni con l’avvocata libanese Amal Alamuddin, attualmente in attesa di due gemelli, la cui nascita è prevista in giugno.

George Timothy Clooney (Lexington, 6 maggio 1961) è un attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense. Politicamente si autodefinisce liberale, in senso americano. Clooney è un sostenitore del Partito Democratico USA e in partico-

Inizia a recitare

all’età di 17 anni e dopo tanta gavetta, gli viene riconosciuta la fama con la serie TV E.R. Medici in prima linea. Il film da regista, Confessioni suo primo film di una mente pericolosa, esce nel film Sy2001. Dopo aver recitato nel film riana nel 2005, gli viene riconosciuto il Premio Oscar come miglior attore non protagonista.

È anche noto

per il suo attivismo sociale: dal 2008 è uno dei Messaggeri di Pace delle Nazioni Unite. L’impegno umanitario di Clooney è particolarmnte concentrato sulla risoluzione del conflitto in Darfur, sulla raccolta di fondi per il terremoto di Haiti del 2010, fino all’aiuto per le vittime dello tsunami del 2004 e degli attentati del’11 settembre 2001.

I bene informati

sostengono che Clooney punti a diventare presidente degli Stati Uniti d’America. D’altronde per quattro anni (dal 2006 al 2009 compresi) è stato inserito fra le cento persone più influenti al mondo dalla rivista Time. Per due volte è stato inoltre votato «Uomo vivente più sexy» dalla rivista People.

Il 27 settembre 2014

è convolato a nozze con l’avvocata libanese Amal Alamuddin, che a giugno gli regalerà due gemelli: per Clooney si tratta del secondo matrimonio. Dopo il divorzio aveva affermato di non volersi assolutamente più sposare. Il matrimonio con Amal è stato celebrato da Walter Veltroni in una cerimonia privata e blindatissima all’Hotel Aman di Venezia, sul Canal Grande. Si è trattato in realtà dello scambio delle promesse solenni, secondo la tradizione americana. Il rito, per avere valore legale, è stato poi «ratificato» nella sede comunale di Ca’ Farsetti due giorni dopo.

Risiede

a Los Angeles dove possiede una casa di circa 680 metri quadrati. Dopo un periodo trascorso in Italia (più precisamente sul Lago di Como), l’attore, rimasto affascinato dal luogo, ha acquistato una villa a Laglio, località non lontana da Cernobbio. Attualmente, Clooney possiede ben quattro ville sul lago di Como. 41


Relax

stelle & curiosità l’oggetto Il pettine

Astroparade

di Betty

L’Ariete, come da sua indole, sfida il mondo intero mentre lo Scorpione vive un momento magico sotto il profilo dell’Eros. I Gemelli devono controllarsi mentre il Leone litiga, litiga... La nascita del pettine, le cui origini sono peraltro antichissime, è certamente legata a quello specifico momento in cui un nostro antenato o una nostra antenata ha avvertito il bisogno di farsi bello o bella, magari per un romantico incontro serale all’ombra di un dolmen. Una faccenda di non secondaria importanza, quella estetica, nello sviluppo della specie. I pettini più antichi li hanno rinvenuti in Scandinavia e pare non servissero per i capelli ma per cardare la lana. Ma da lì alle chiome il passo è stato breve. Gli antichi egizi ne producevano di raffinatissimi, di fogge assai varie e quasi sempre in avorio o, per i meno abbienti, in legno. Le matrone romane, che frequentavano le botteghe dei parrucchieri, i cosiddetti ornator o pectinator, disponevano già di strumenti raffinati, per esempio, quelli doppi, con una parte con i denti più fitti, proprio come si fanno oggi. Ma è nel XVII secolo che il pettine assurge a strumento indispensabile per sistemare parrucche a dame e cicisbei. Di fattura raffinata, venivano realizzati in osso, corno e tartaruga e decorati con gemme e metalli preziosi. Con la produzione di massa e l’invenzione della plastica il pettine, pur mantenendo la sua utilità, ha perso il suo valore, anche se nell’era del rock’n roll e del rockabilly, diventa accessorio indispensabile per mantenere nei ranghi il classico ciuffo «alla Elvis».

istruzioni per l’uso Sette consigli per mettere ordine di Walter Mariotti 1. La vita è un cassetto. Se c’è disordine un apriscatole 42

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scorpione

Grazie a Venere, di transito nella casa dell’Eros, tra il 13 e il 14 aprile, il transito della Luna nel vostro segno potrà dare ottimi risultati. Sensualità e charme in crescita. Attenti però a governare in modo corretto le energie marziane che vi animano. L’ira deve essere sempre controllata o vi dominerà.

2

ariete

«I viaggi sono le levatrici del pensiero», ha scritto Alain De Botton, «pochi luoghi risultano più favorevoli di un aereo, una nave o un treno in movimento al conversare interiore». Giove e Urano in opposizione stimolano le iniziative. Prudenza tra il 10 e l’11, quando la Luna si troverà in opposizione.

3

toro

Tra il 12 e il 14 aprile Mercurio e Marte in Toro si opporranno al passaggio lunare. Questa configurazione potrebbe rendervi intrattabili, polemici e irascibili. Evitate di discutere con gli idioti: «vi trascinano al loro livello e vi battono con l’esperienza» (Mark Twain). Se fumatori cercate di smettere.

4 vergine

5 capricorno

6 acquario

7 gemelli

8 pesci

9 bilancia

10 sagittario

11 LEONE

12 cancro

Per l’attrice Anna Galliena, «La seduzione nasce dall’armonia tra il dentro e il fuori: la scollatura deve corrispondere a una specie di decolleté interno, per essere seducente davvero. Altrimenti, è solo la messa in scena del ridicolo».

Marte e Mercurio sono di transito nella vostra dodicesima casa solare. Questo dovrebbe spingervi ad agire dietro le quinte. Ma parlate di meno: non rendete manifesti i vostri reali obiettivi. Giove sostiene la vostra vita professionale. Tra il 10 e l’11 aprile la Luna si congiungerà al Giove di transito nella vostra undicesima casa solare. Il momento si presenta adatto per portare avanti un progetto creativo, per tenere un incontro pubblico o per un evento mondano.

vale il pelapatate (con tutti gli inconvenienti prevedibili del caso). 2. Evitate di diventare accumulatori seriali. Non importa se di esperienze, bottoni o sciarpe di cachemire. 3. La regola aurea è semplice: buttate

Cambiamenti importanti per i nati nel segno al centro di una significativa congiuntura astrale. Premiate la vostra indipendenza e non fatevi manipolare dagli altri: avete Marte dalla vostra parte. Prudenza tra il 10 e l’11 aprile. «Una buona dose di empatia e la rarissima facoltà di mettersi nei panni dell’altro, dovrebbero equipaggiare tutti noi che ci arroghiamo il diritto di giudicare il comportamento altrui», ha scritto lo psicoanalista Aldo Carotenuto.

Polemici e irascibili a causa dei passaggi di Mercurio e Marte nel segno del Toro. Sarete irritabili soprattutto in ambito professionale o riguardo a questioni patrimoniali. Maggior cautela tra il 12 e il 14. Incomprensioni in famiglia.

quello che non usate da più di sei mesi. 4. Partite dall’esterno per mettere a posto l’interno. Un trauma infantile per essere curato richiede anni e portafogli. 5. Siete coraggiosi? Fate il contrario, dall’interno all’esterno: sveglia all’alba,

Dal 10 aprile in poi il transito di Mercurio retrogrado favorirà l’incontro con persone che non vedevate da tempo. Spese varie, volte alla realizzazione dei desideri più vari, soprattutto per i nati in febbraio. Nuove opportunità. Per Seneca, «Il sommo bene, cioè la felicità, non cerca al di fuori mezzi per realizzarsi; è un bene interiore e nasce tutto da sé stesso. Diventa schiavo della sorte se ricerca una parte di sé all’esterno». Aspirate alla serenità, piuttosto.

Lo scrittore americano Henry James affermò che «I soldi sono una cosa orribile da seguire, ma affascinante da incontrare». Mantenete un certo distacco dal vil denaro, c’è ben altro nella vita. Occasioni sentimentali tra il 12 e il 14.

un’ora di passeggiata e mezz’ora di silenzio. Tutti i giorni per un anno. 6. Un garage abbandonato? Sono due giorni di polvere e sudore. 7. Si dice che solo dal caos nasce una stella. Vero, ma solo nell’ordine si trova la serenità.


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La soluzione verrà pubblicata sul numero 16

Risolvete il cruciverba di Daniela e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro il 13 aprile e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro il 11 aprile a: Twister Interactive AG, «Ticino7», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw.

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1. Noto film del 1983 interpretato da Bud Spencer e Terence Hill w 2. Titubare w 3. Un combustibile w 4. Il nome di Fleming w 5. Caldi indumenti w 6. Articolo romanesco w 7. Fato vendicatore w 8. La nota Zanicchi w 13. Iniziata w 16. La

specialità gastronomica della fiera di San Provino w 18. Numero in breve w 22. Grosso cetaceo w 25. Riconoscente w 27. Re francese w 30. Svezia e Oregon w 31. Pesci dei Perciformi w 34. Sodio e Boro w 39. Due nullità w 41. Guancia w 43. Italia e Ungheria w 44. Trampolieri sacri w 46. La dea della discordia w 48. Consonanti in Europa w 49. Assicurazione Invalidità

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Premio in palio: buono viaggio di CHF 100.– offerto da Hotelplan Ticino Le filiali Hotelplan del Ticino

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Bellinzona, Viale Stazione 8A, tel. 091/820 25 25 Lugano, Via P. Peri 2, tel. 091/910 47 27 Lugano, Via E. Bossi 1, tel. 091/913 84 80

ticino7 Tiratura controllata 63.212 copie Chiusura redazionale Lunedì 3 aprile 2017 Editore Teleradio7 SA, Muzzano Amministrazione via Industria, 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 / fax. 091 960 31 55 Direzione, redazione, composizione Centro Stampa Ticino SA via Industria, 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 / fax. 091 968 29 88 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7 è su Facebook Stampa Swissprinters AG Brühlstrasse 5, 4800 Zofingen swissprinters.ch Pubblicità Publicitas AG, Daniel Siegenthaler Muertschenstrasse 39, Postfach 8010 Zürich tel. 058 680 95 92 / 079 635 72 22 daniel.siegenthaler@publicitas.com dati per la stampa riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste Annunci locali Publicitas Lugano tel. 058 680 91 80 / fax. 058 680 91 71 lugano@publicitas.ch In copertina Ordine & disordine (foto ©Luanateutzi )

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La soluzione del Concorso apparso il 24 marzo è: LATTERIA Tra coloro che hanno inviato la soluzione corretta sono stati sorteggiati: Olimpio Pedruzzi (Lavorgo) Frediano Zanetti (Bellinzona) Complimenti ai vincitori! 43


Promesso! Ampliamo il nostro assortimento per vegetariani e vegani del 30 %.

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Di più su questa promessa entro la fine del 2017 su generazione-m.ch


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