Ticino7

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ticino7 ritz 2017 o m . t s o s r conco

numero 5 / 3 febbraio 2017 / con programmi radio & tv dal 5 all’11 febbraio

alimentazione

Legumi: versatili e nutrienti

l’altro mondo La linea di confine fra reale e virtuale si fa sempre piÚ sottile

corriere del ticino / la regione

40


SPINAS CIVIL VOICES

Beveva l’acqua da una pozza.

Beveva l’acqua del pozzo.

Acqua potabile, gestione parsimoniosa delle risorse idriche e manutenzione a lungo termine dei sistemi di approvvigionamento: così cambiamo la vita delle persone. Radicalmente. helvetas.ch/partecipa

Beve l’acqua del rubinetto.

Per cambiare davvero


Sommario

ticino7

storia di copertina

04

04 la realtà che cresce di Mariella Dal Farra

come dove quando

07

07 sette trucchi Il segreto dei libri di Barbara Bitetti

protagonisti

08

08 sette domande Anahì Traversi di Laura Di Corcia 10 ore sette ponte tresa, dogana di Giorgia Panzera

tv e radio

11 da domenica 5 a sabato 11

Scopri la programmazione settimanale completa in Ticino e in Europa di tv e radio per rimanere sempre informato e non perdere i tuoi programmi preferiti.

il pensiero della settimana

La realtà è quella cosa che, anche se si smette (Philip K. Dick) di credervi, non scompare.

ticino e non solo

35

35 sport Mondiali in casa a cura della Redazione 36 s ette continenti San Pietroburgo, La regina del nord di Fabiana Testori

tendenze

38

38 marchi Burberry, Classe pura di Marisa Gorza

concorso Campionati mondiali di sci St. Moritz 2017

Quando la realtà vince sulla fantascienza

Quanti piccoli sciatori sono nasc0sti in questo numero di Ticino7? In palio a coloro che rispoderanno correttamente

100 70 50

franchi IN CONTANTI !

40 alimentazione legumi sì, ma con misura di Patrizia Mezzanzanica

relax

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42 stelle & curiositÀ astroparade di Betty L’oggetto a cura della Redazione istruzioni per l’uso di Walter Mariotti 43 gioca (e vinci) con ticino7 il cruciverba

parliamone

Per partecipare al concorso chiamate lo 0901 59 15 50 (CHF 0.90/ chiamata) entro giovedì 9 febbraio e seguite le indicazioni, lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la soluzione entro martedì 7 febbraio a: Twister Interactive AG, «Ticino7 - Concorso Mondiali St. Moritz», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. I vincitori verranno segnalati sul n. 7 del 17 febbraio prossimo.

ticino7

diretto da Paride Pelli CON LA CONSULENZA DI Walter Mariotti REDATTORE RESPONSABILE Fabio Martini Coredattore Giancarlo Fornasier PROGETTO GRAFICO Elena Montobbio per WMWorkshop GRAFICA Roberto Dresti e Deborah Vaccaro sito web www.ticino7.ch

di Giancarlo Fornasier Basterebbe una breve carrellata nella storia delle letteratura e della cinematografia fantascientifiche per rendersi conto di quanto vitale sia per l’uomo immaginare (e immaginarsi) in «altri mondi». Una necessità tanto creativa quanto utile a lasciare le miserie e le delusioni di cui è così generoso il mondo reale. Dalle storie alle leggende tramandate oralmente ai classici (L’Odissea), dai testi sacri – per alcuni la Bibbia è il miglior libro di fantascienza... – ai videogiochi di ultima generazione, viaggi, narrazioni e avventure fantasiose sono un utilissimo esercizio mentale in grado di scaricare frustrazioni e paure trasformandole in parole, immagini e sogni che, nei casi più fortunati, diventano immortali proprio per ciò che riescono a muovere in noi. Che cosa sarebbe la nostra contemporaneità senza il viaggio tra spazio e mente di Kubrick in 2001? E la ricerca medica senza lo spauracchio dei «nuovi Frankenstein» descritti da Mary Shelley? Poi, di tanto in tanto, ci si imbatte in notizie e avvenimenti reali ma così assurdi e «quasi inimmaginabili» da sembrare pura fantascienza: è allora che ci rendiamo conto di quanto lontano siamo in grado di spingerci. Nel bene e nel male.

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Storia di copertina

La realtà che cresce

La tecnologia d’uso sta assottigliando sempre più il confine fra tangibile e intangibile consentendoci di accedere a «realtà» parallele ma assolutamente concrete. Scrive Mariella Dal Farra

L’

estate scorsa, i giornali di tutto il mondo riferivano con toni allarmati dell’invasione dei Pokémon che, partita dall’Australia, si era estesa in maniera virale a Stati Uniti, Europa, Canada, Sud America e Asia. Da luglio a settembre, milioni di teenagers si sono scatenati nella caccia alle bizzarre creature, con conseguenze talvolta drammatiche sulla circolazione del traffico pedonale (e non solo). I «cacciatori» sbucavano fuori dalle aiuole fiorite del parco, correvano all’impazzata attraverso i venerabili corridoi del Louvre e s’introducevano all’interno di proprietà private al solo scopo di catturare (virtualmente) i vari Oddish, Psyduck e Pikachu. Vale a dire, i personaggi di Pokémon Go, un gioco basato sulla «realtà aumentata» (AR, Augmented Reality) che usa i dati di geo-localizzazione forniti dai GPS per «inserire» e muovere le sagome dei Pokémon nei luoghi in cui il giocatore vive realmente. L’epidemia ha portato all’attenzione del grande pubblico un fenomeno già in atto da tempo: il confine fra tangibile e digitale, fra materiale e immateriale si sta assottigliando; o meglio, diventa sempre più permeabile. La linea di confine si sposta di continuo e la «realtà» si arricchisce di strati informativi supplementari. La porta magica attraverso la quale accedervi sta nella nostra mano: è uno smartphone o un tablet, ma fra po4

Messaggi dall’oltretomba

Il successo di Pokémon Go ha ispirato non solo le grandi corporation ma anche i più piccoli – e spesso più creativi – sviluppatori di app. Fra queste, spicca per originalità Spot Message: un’applicazione simile a WallaMe, in quanto consente di lasciare messaggi in luoghi fisici, con la differenza che le missive provengono da persone defunte, e i posti in cui si trovano solo le loro lapidi. «Mio zio è morto improvvisamente otto anni fa per un incidente sul lavoro», spiega Yoshiyuki Katori, direttore della casa che ha rilasciato l’applicazione, «Mi reco spesso al cimitero a trovarlo, consultandomi con lui mentalmente, per esempio quando ho delle questioni da risolvere sul lavoro. Mi sono sempre detto quanto mi sarebbe di conforto se lui potesse parlarmi, dicendomi cose tipo “Come sta andando?” e “Coraggio, tieni duro”». È così che al signor Katori è balenata l’idea di una Spoon River digitale: le persone possono registrare il loro messaggio finale (eventualmente più di uno, a seconda dell’interlocutore) e «impiantarlo» sulla loro tomba. A quel punto, basterà avvicinarsi alla lapide con l’applicazione avviata per ritrovare l’estinto/a e ascoltare ciò che ha da dire...

co saranno degli occhiali, un orologio, un nano-dispositivo incorporato nella retina. Intendiamoci, non è che le cose, «così come sono», non bastano più: è che la «realtà» sta cambiando. Più precisamente, sta aumentando. Potenzialità infinite Il moltiplicatore di reale maggiormente in uso funziona secondo il principio dell’overlay (letteralmente, «rivestimento, copertura»): avvicinando un oggetto alla fotocamera del nostro device, il sistema lo riconoscerà e attiverà un nuovo livello di comunicazione. Che si tratti di una sovrapposizione di suoni, immagini, messaggi pubblicitari, tutorial o coordinate spazio-temporali, il principio rimane lo stesso: l’AR incrementa la percezione di ciò che ci circonda; in quanto tale, non va confusa con la «realtà virtuale», che invece sostituisce il mondo reale con un ambiente interamente simulato, come per esempio accade quando si gioca con la PlayStation VR di Sony. Le applicazioni dell’AR sono potenzialmente infinite e spaziano dalla possibilità di conversare con una persona che non parla la nostra stessa lingua attraverso dispositivi di traduzione simultanea, a quella di sperimentare prodotti cosmetici prima di acquistarli (per esempio, con Makeup Genius di L’Oreal si possono provare i trucchi senza truccarsi in modo da scegliere quello


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più adatto al proprio volto), alla ricostruzione di siti archeologici (per esempio, l’Ara Pacis a Roma), fino all’applicazione I-Mechanic, che permette anche a chi sia sprovvisto di nozioni di meccanica di svolgere alcune, semplici operazioni di manutenzione sulla propria auto. Meglio digitale E in Ticino? Anche da noi, l’AR pare inarrestabile. Un esempio particolarmente suggestivo è costituito dall’applicazione LugaNow, che consente di vistare il principale centro urbano del Sottoceneri non solo nello spazio ma anche nel tempo. Ideata nel 2013 dai giovani Loris Trotti e Ramon Montanes, LugaNow è stata sviluppata dal Dos Group di Besazio e sostenuta dalla Città e da Lugano Turismo. Basta scaricarla, avviarla e puntare il cellulare verso uno dei 125 siti di Lugano memorizzati nel sistema: sullo schermo appare lo stesso luogo co-

sì com’era tanti anni fa (grazie alle foto storiche messe a disposizione dalla Galleria Jansonius) o, anche, così come sarà (nel caso dei rendering delle zone in via di riqualificazione). Il divertimento, e l’interesse, sono assicurati! Fino a qui, tutto bene. Ma cosa succede quando la realtà aumentata coinvolge anche la sfera «sociale»? Cominciamo dal principio.

Una volta gli innamorati incidevano le proprie iniziali sulle cortecce degli alberi, oppure le scrivevano sui muri della propria città; poi c’è stato il periodo dei lucchetti, ma tutto ciò sembrerebbe ormai appartenere al passato. Con grande sollievo di ecologisti e sopraintendenti al decoro urbano, ora i ragazzi usano WallaMe: un’applicazione che consente

diamo i numeri Nel mese di luglio 2016, l’uso di Pokémon Go sui dispositivi Android ha superato quello di Snapchat, Tinder, Twitter, Instagram e Facebook, facendo guadagnare ai suoi sviluppatori – la Ninatic Inc. – 600 milioni di dollari in 90 giorni. Questo risultato record ha solleticato l’interesse delle grandi Corporation: all’ultima convention di Facebook, mister Zuckerberg ha indicato nella realtà aumentata uno dei settori in cui investire maggiormente, mentre

Tim Cook afferma: «Ci vorrà un po’, perché ci sono alcune sfide veramente difficili, ma succederà e, quando avverrà, ci chiederemo come abbiamo fatto a vivere senza. Come è successo con il telefono». Le previsioni dei principali istituti di ricerca internazionali affermano che la realtà aumentata muoverà un mercato di circa 4 miliardi di dollari nel 2018, e di ben 150 miliardi di dollari, unitamente a quello della realtà virtuale, nel 2020. 5


Storia di copertina

di disseminare il mondo di messaggi nascosti, visibili soltanto al destinatario. Come? È semplice: prima si fotografa il luogo prescelto (un muro, un edificio, un monumento), poi si scrive il messaggio, quindi lo si «attacca» digitalmente sull’immagine, proprio come se fosse un adesivo. Quando la persona (o le persone) a cui è destinato passeranno di lì, sarà loro sufficiente puntare l’obiettivo del telefono per trovarlo. L’insieme dei messaggi creati con WallaMe, che possono essere commentati e condivisi, disegna una rete di contatti simile a quella di Facebook, o Instagram. Riconoscimento facciale La commistione fra tangibile e digitale si estende così dai luoghi alle persone. Già da tempo Facebook, attraverso la feature Places, consente ai propri iscritti di «vedere se alcuni dei tuoi amici sono in zona e connetterti facilmente con loro». Nel 2009, Google aveva lanciato Latitude, un servizio con funzionalità simili, poi ritirato nel 2013. Dopo lo slancio iniziale, l’entusiasmo, per le informazio6

Nella mente di Gaudì La Casa Batllò, progettata da Gaudì al civico 43 del Passeig de Gràcia (Barcellona), rappresenta, già di per sé, un luogo ad altissimo coefficiente immaginativo. Esplorata con l’ausilio di un iPhone, il cui «noleggio» è compreso nel biglietto d’ingresso, la Casa prende vita, svelando al visitatore la visione recondita del geniale architetto. Le forme organiche che hanno ispirato il progetto si animano attraverso il display: lo stucco nel salotto inizia a stillare latte, meduse trasparenti nuotano nelle vetrate e il solaio, modellato a somiglianza della cassa toracica di un grande animale, si contrae e si dilata come se respirasse. Da provare...

ni di prossimità si è infatti ridimensionato. Detto altrimenti, gli amici non aspettano di comparire sui rispettivi «radar» per decidere d’incontrarsi. La cosa però cambia se le informazioni visualizzate riguardano persone che ancora non si conoscono, ma che magari si vorrebbe conoscere. Diverse applicazioni di dating, quelle cioè per incontrare potenziali partner, consentono agli associati di localizzarsi vicendevolmente. Diventa così possibile incrociare lo sguardo di uno/a sconosciuto/a sull’autobus e, se la persona afferisce al nostro stesso social, sapere subito come si chiama, quanti anni ha, che lavoro svolge e quali sono i suoi film preferiti. In futuro, attraverso i dispositivi di riconoscimento facciale, non sarà più nemmeno necessario cercarla in rete: sarà sufficiente guardarla per accedere alle informazioni associate al suo profilo. E la privacy diventerà un concetto sempre più relativo. La tecnologia migliora la vostra realtà? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7


Come dove quando

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sette trucchi

Il segreto dei libri Leggere è una passione che accomuna molti di noi. È considerata un’eccellente attività, ma forse non ci siamo mai interrogati su quanti e quali siano gli effetti benefici della lettura. Scrive Barbara Bitetti

Sette motivi per leggere 1. Sappiamo intrattenerci per ore. 2. Aree senza Wi-Fi non incidono affatto sulla nostra felicità e sulle nostre attività preferite. 3. Scegliere cosa regalarci è facile ed economico. 4. Visitiamo posti lontani e meravigliosi e viaggiamo nel tempo senza il bisogno di alzarci dal divano. 5. Ogni libreria è un paese dei balocchi. 6. Sappiamo staccare con grande velocità: «Io ora ho bisogno di sapere cosa succede a Gatsby». 7. Noi non giudichiamo mai dalla copertina: si nascondono tesori dietro a ingannevoli apparenze.

do di invertire ciò che nella nostra vita non funziona più o funziona male.

4 La comunicazione

L’Emory University di Atlanta ha condotto un test che ha dimostrato quanto i libri cambino le connessioni neuronali nell’area dell’encefalo associata al linguaggio, rendendo le nostre comunicazioni più efficaci e pregnanti.

5 L’appeal

Accresce l’immaginazione. I lettori possiedono un vasto lessico, aspetto che risulterebbe direttamente proporzionale alla nostra materia grigia... e che ci rende più affascinanti.

I

nnanzitutto è necessario sottolineare che leggere è un’attività nobile, in qualunque accezione la si intenda: che si tratti di fumetti, di romanzi, di saggi di poesie. Vale tutto. L’unica regola da rispettare è che il contenuto sia sempre di nostro gradimento. Altrimenti abbiamo il diritto di accantonare il volume senza provare alcun senso di colpa per averlo lasciato incompiuto: del resto, se non si è vergognato l’autore a scrivere un testo tanto pesante, dobbiamo provare turbamento noi lettori nel non riuscire a ultimarlo? E poi ognuno, anche in fat-

to di libri, ha i suoi interessi e le sue attitudini. Ma vediamo in dettaglio sette diversi buoni motivi per mettersi a leggere.

1 La mente

Migliora la nostra salute mentale e contribuisce a tenere giovane il muscolo «cervello»: rallenta il declino cognitivo e posticipa gli effetti della senilità, agendo proprio come un «antiage» cerebrale.

2 Il corpo

Allevia la tensione muscolare e rallenta il battito cardiaco. Secondo Il Journal of Gerontology, concentrarsi nella

lettura tutti i giorni allunga l’aspettativa di vita. Ed è una recente ricerca ad aver documentato che a una maggior longevità corrisponderebbe un più alto livello d’istruzione.

3 Le emozioni

Stimola la crescita della sensibilità e ci rende empatici. La fiction pare accresca la capacità di calarsi nei panni altrui e di accogliere la diversità. Oltre a ciò, divorare biografie dei grandi del passato favorirebbe la sviluppo personale proprio in virtù di questo automatismo di identificazione, permetten-

6 La psiche

L’Università di Padova ha sperimentato che i giovani lettori hanno maggiori chance di successo: lo studio, oltre a migliorare la nostra cultura generale, accresce la pazienza e la capacità di adattamento ai cambiamenti.

7 La formazione

È utile considerare queste positività per i più piccoli, poiché potrebbero rivelarsi vantaggiose per il loro sviluppo. Instaurare un legame profondo con la carta rafforza davvero il nostro cervello, in modo sensibile, durante tutte le fasi della crescita. 7


Protagonisti

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sette domande

Anahì Traversi Fare teatro significa affrontare ogni giorno i propri limiti 1 Se non avessi intrapreso la carriera di attrice, che cosa avresti fatto? La scenografa, per rimanere in tema. O in generale, qualcosa che avesse a che fare con l’arte, a contatto con i materiali, il disegno e la progettazione. Avendo frequentato il Liceo artistico sarei rimasta nel campo. È anche vero che all’inizio mi ero iscritta all’Università alla facoltà di Lettere per paura forse di chiudermi troppo presto in un atelier, ma il fascino per l’arte è rimasto. 2 Come concili lavoro e tempo libero? In realtà non ho tutto questo tempo libero. Il lavoro di attrice è pervasivo, me lo porto a casa, ci penso giorno e notte, soprattutto quando le cose non riescono; tiro il fiato solo in quella settimana di pausa che rimane prima di iniziare con un nuovo progetto. Devo ammettere che però ultimamente sto apprezzando il fatto di svagarmi un po’ con gli amici, perché la tendenza quando si fa un lavoro come il mio è quella di isolarsi e di vivere in una bolla, a stretto contatto con i propri colleghi. A volte mia madre mi chiama e mi dice: «Dove sei scomparsa? Sono due settimane che non ti sento». Frequentare altre persone aiuta anche a porre le cose nella giusta prospettiva, a capire che quello che si sta facendo è importante ma esiste anche altro. 3 Col tempo hai superato le tue paure? No, sono ancora tante, soprattutto adesso che ho trent’anni e inizio a «invecchiare». Vedo che non ce la faccio più a tenere i ritmi che avevo a vent’anni e mi rendo conto che nel futuro dovrò iniziare a modulare le energie. Mi chiedo anche se avrò mai una famiglia, perché mi rendo conto che la vita che faccio è ano-

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il personaggio

Di origini italiana, svizzera e argentina ha studiato musica e teatro. Dopo aver frequentato la facoltà di Lettere e filosofia a Milano, si è iscritta alla scuola del Piccolo Teatro. Dal 2013 collabora con il settore prosa della Radiotelevisione svizzera, con il Conservatorio della Svizzera italiana e come attrice con la compagnia del Teatro Sociale di Bellinzona. Dal 2015 ha cominciato a collaborare con LuganoInScena, presso il LAC di Lugano, come protagonista nel Gabbiano diretta da Carmelo Rifici in coproduzione con il Piccolo di Milano. Nella stagione 2016-17 sarà protagonista nell’Elettra di Hugo von Hofmannsthal per la regia di Andrea Novicov e in Ifigenia liberata di Angela Dematté e Carmelo Rifici. Oltre all’attività teatrale ha preso parte a diverse produzioni cinematografiche.

mala rispetto a quella degli altri, quindi mi chiedo se troverò la persona adatta con la quale costruire qualcosa di solido. Per ora il desiderio non è così urgente, ma so che arriverà. 4 Come reagisci alle tue insicurezze e come le affronti? Fare teatro significa scontrarsi tutti i giorni con i propri limiti. Ogni volta che si affronta un nuovo lavoro si fa leva su quel che si sa, pur nella consapevolezza che questo non sarà sufficiente e che si aprirà una zona di ignoto. Ti devi sempre spingere oltre e questo è difficile da accettare. Ma al di là delle insicurezze sento dentro di me anche una grande tenacia, che mi sprona a superare le difficoltà e ad andare avanti nonostante i dubbi. Anche quando le conferme che cercavi non arrivano, perché arrivano sempre quando non te le aspetti. Mi auguro però fra dieci anni, se continuerò a far l’attrice, di aver superato queste paure.

5 In cosa credi? Credo nell’onestà, nei rapporti veri. Nelle cose pure e non corrotte. Se in una persona avverto qualcosa di non autentico, tendo a non fidarmi. Ciò che mi ferisce di più è l’arroganza e la presunzione che nascono dal non rispetto dell’altro, insieme al non riconoscimento del lavoro altrui e degli sforzi che si fanno per realizzare i propri sogni. 6 I tuoi genitori appoggiano le tue scelte? In linea di massima sì. Mi aiutano molto da un punto di vista affettivo e capiscono le mie difficoltà, e questo non è poco. Certo, mia madre avrebbe forse preferito che intraprendessi una strada con qualche certezza in più; mio padre invece si riconosce molto in me, perché credo che anche lui, se avesse potuto, avrebbe fatto delle scelte simili alle mie in passato. Fino a quando studiavo le preoccupazioni erano minori, quando ho iniziato a lavorare qualche dubbio è arrivato, ma visto che sono autonoma e che mi accontento di poco per ora va bene così. 7 Un tuo desiderio? Riavvicinarmi alla famiglia da parte materna, in Argentina. Sento che vorrei conoscere meglio i parenti che vivono lì, per scoprire di più anche me stessa. Ci sono stati cambiamenti nella mia vita e al momento mi sento un po’ persa... Mi rendo anche conto che mia nonna è anziana e se non vado a trovarla nei prossimi cinque anni rischio di non vederla più. Tornando indietro, forse cercherei di dare maggior spazio a questi legami.

Intervista di Laura Di Corcia Foto concessa dall’intervistata



Protagonisti

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ore sette

Ponte tresa, dogana, ore 7 e ore 19 di domenica 23 gennaio 2017.

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Foto di ŠGiorgia Panzera


Ticino e non solo

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sport

Mondiali in casa Dal 6 al 19 febbraio St. Moritz ospita i Campionati mondiali di sci alpino. Un appuntamento a due passi dal Ticino e che, ci auguriamo, regalerà grandi soddisfazioni agli atleti svizzeri

7 curiosità elvetiche 1. Mürren 1931

La prima edizione dei Campionati mondiali di sci fu ospitata nel comune dell’Oberland bernese.

2. Pirmin Zurbriggen

40 vittorie assolute , 4 Coppe nella generale, 4 ori, 4 argenti e un bronzo conquistati ai Mondiali. Inimitabile.

3. Vreni Schneider

3 ori ai Mondiali, 101 podi in Coppa del mondo (di cui 55 vittorie!) e 3 Coppe generali. Grande e indimenticata.

4. Erika Hess

Anche la ragazza di Engelberg non fu da meno: 6 ori ai Mondiali, 76 podi in Coppa del mondo e 2 vittorie generali.

5. Michela Figini

26 vittorie in Coppa del mondo e 2 Coppe generali. Oltre allo storico oro in discesa ai Mondiali del 1985 e 2 argenti a quello di Crans-Montana (’87).

È

la quinta volta che i Campionati mondiali di sci alpino FIS si svolgono a St. Moritz, e le edizione del 1934, del 1948, del 1974 e del 2003 sono ricordate per il loro successo e la visibilità che hanno saputo dare alla rinomata località grionese. In totale saranno 600 gli atleti che si sfideranno sulle nevi svizzere, provenienti da una settantina di paesi: tutti a caccia delle medaglie e il titolo di Campione del mondo nelle sei discipline presenti (discesa libera, slalom e slalom gigante gigante, super-G, super combinata e la gara a squadre). non solo gare Chi vorrà assaporare e respirare l’aria dei campioni dello sci quest’anno non ha proprio scusanti: sono circa 150 i chilometri che separano Bellinzona da St. Moritz (via San 35

Il fattore ticinese

Non sarà forse la più amata dai ticinesi – come aveva confermato lo scorso settembre in un’intervista al nostro settimanale – ma tutti si augurano che Lara Gut possa essere tra le protagoniste assolute dei Mondiali grigionesi. Le rivalità con la rediviva Lindsey Vonn e poi Mikaela Shiffrin, Ilka Štuhec, Sofia Goggia e Tina Weirather (solo per citare alcune delle migliori ragazze del circo bianco) sarà garanzia di grande spettacolo.

Bernardino e Thusis), e soli 130 per chi invece parte da Lugano (via Menaggio e Chiavenna). Nel portale della manifestazione (stmoritz2017.ch) non mancano offerte di pernottamenti e utilizzo degli impianti. Senza dimenticare che attorno all’evento è previsto un ricchissimo programma di intrattenimento, dai concerti alle mostre d’arte. Già da qualche settimana è inoltre disponibile un’app per rimanere costantemente aggiornati e l’hashtag #stmoritz2017 permette a tutti di lasciare le proprie «impressioni». Insomma, per gli appassionati dello sci non esserci sarà quasi impossibile. Proprio a St. Moritz, tra l’altro, il nostro settimanale ha dedicato una doppia pagina nell’edizione dello scorso 30 dicembre. t7

6. Doris De Agostini

L’unica mendaglia ai Mondiali fu un bronzo nella sua disciplina, la discesa libera, a Garmisch-Partenkirchen (’78).

7. Lara Gut

La sua prima vittoria in Coppa del mondo la ottene a St. Moritz nel 2008.

1977

è l’anno in cui Ingemar Stenmark vince la sua seconda Coppa del mondo. Ma sono almeno altrettante quelle che non gli furono accreditate a causa dei regolamenti «bizzarri» della FIS, che voleva premiare gli sciatori polivalenti in tutte le discipline. Infatti, per la classifica generale di ogni atleta si utilizzavano solo i 4 migliori risultati per specialità e quindi vincere sempre negli slalom, come faceva Stenmark, non era sufficiente per garantirsi il titolo generale.


Ticino e non solo

sette continenti

San Pietroburgo

La regina del nord L a città magica sulla Neva sembra quasi irreale per tutta la sua bellezza, per la magia che l’avvolge, per il fascino immutato da secoli. E si sa che la storia non è stata clemente con la seconda città più grande della Russia, che ha dovuto vivere decenni travagliati e duri, ma che sul suo volto da regina non hanno solcato nemmeno una minima, insignificante ruga. Costruita su un’ampia zona paludosa nel 1703 per volontà dello zar Pietro I detto «il Grande», San Pietroburgo custodiva già all’epoca della sua progettazione, considerata folle, quel carattere unico, determinato e maestoso di città strappata alle acque. Nacque quindi il paragone con la Serenissima da cui la sua nomea di Venezia del nord. Città regale Capitale dell’Impero dal 1712, San Pietroburgo già a metà settecento poteva 36

competere senza sfigurare con Parigi e Londra. Ed è proprio al vecchio continente che guardava e guarda ancora oggi la città di Alexander Puskin, il quale fu il primo a definirla «una finestra sull’Europa». Infatti, è proprio dall’Europa e in particolare dall’Italia, dalla Francia e dalla nostra Svizzera (Ticino incluso) che arrivarono gli architetti che la realizzarono, chiamati prima da Pietro il Grande e poi dall’illuminata imperatrice Caterina II. Si dice che la Venezia del nord rispecchi, nel suo carisma senza tempo, tutti i capricci degli zar e delle zarine e che per questo motivo sia praticamente senza difetti. La città russa meno russa di tutta la Russia ha una conformazione perfetta. Lo stile è uniforme, calcolato, in un connubio ineguagliabile fra barocco e classicismo. Si rimane quindi senza parole quando percorrendo la Prospettiva

Nevskij, celebrata dall’omonima novella di Gogol, si giunge all’Ammiragliato, con la sua guglia appuntita e dorata, o quando si ammira la Piazza e la Cattedrale di Sant’Isacco, Peterhof, la residenza estiva dello zar, o ancora la Piazza del Palazzo circondata da un complesso di edifici classicisti, per giungere quasi alle lacrime davanti alla bellezza solenne dell’Ermitage, il Palazzo d’inverno, con le sue stanze semplicemente mozzafiato. Una città per Lenin Eppure di giorni bui, anche questa città meravigliosa, ne ha vissuti molti. Prima, con la Rivoluzione russa nel 1917, che vide inizialmente l’insediamento dei bolscevichi proprio all’Ermitage con il governo provvisorio di Kerenskij, poi la perdita del ruolo di capitale per volere di Lenin, infine con gli anni ter-


ticino7

Lingua / Il cirillico È un problema? La zona turistica della città non è molto estesa e quasi dovunque troverete indicazioni anche in inglese. Lo stesso vale per i ristoranti che dispongono di menù tradotti. Portare con sé una translitterazione dal cirillico può comunque essere d’aiuto.

SETTE LUOGHI DA VISITARE

1. La fortezza di Pietro e Paolo

È il luogo simbolo della nascita di San Pietroburgo. A inizio settecento sulle paludi dell’Isola delle lepri fu posta la prima pietra della città. La sua costruzione ha visto la direzione, fra gli altri, anche dell’architetto ticinese Domenico Trezzini.

2. Cattedrale di Sant’Isacco

Si tratta del terzo edificio sacro a cupola più grande del mondo. Il panorama che si gode dalla cima è davvero suggestivo.

3. Ermitage

Il palazzo principale è stato la residenza degli zar, il cosiddetto Palazzo d’inverno. Ospita uno dei musei più prestigiosi al mondo con una collezione che include fino a 3 milioni di pezzi.

4. Prospettiva Nevskij ribili vissuti durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1941 San Pietroburgo, ormai apostrofata con l’appellativo sovietico di Leningrado, venne presa d’assedio dalle truppe tedesche e per ben 900 giorni la città rimase isolata fra tormenti e inenarrabili sofferenze. Si calcola che nell’inverno fra il 1941 e il 1942, 3.500 persone al giorno morirono di stenti. Nel ricordo di chi seppe e poté resistere i russi rimandano alla Sinfonia n. 7 di Dimitrij Shostakovitch, che la dedicò alla città e al suo supplizio di allora e che fu trasmessa proprio in quei giorni da Leningrado in tutta l’Unione Sovietica. ma anche quella di Putin Grazie al suo declassamento a seconda città della Russia per volere dei comunisti, San Pietroburgo non ha subito le violenze urbanistiche del periodo sovie-

tico e ancora oggi splende di luce propria. Città natale del presidente Putin ha ricevuto svariati fondi per la restaurazione dei propri palazzi oltre a essere stata dichiarata, a buon diritto, patrimonio mondiale dell’umanità. I turisti che la visitano annualmente non fanno che aumentare, perché il suo charme è senza tempo e sensazionale: a piedi o in battello, ogni angolo di Piter (così la chiamano amorevolmente i russi) è un piccolo tesoro. Un tesoro che luccica ancora di più nel suo periodo dell’anno più bello, quello delle notti bianche, fra fine maggio e inizio luglio, quando il sole non tramonta, la luce avvolge la città fino a venti ore al giorno e la gente ha tempo per godersi tutti i divertimenti : teatri, musei, balletti, spettacoli e cene che durano fino a un’alba che pare trascolorare dal tramonto. Un viaggio di Fabiana Testori

È il viale più antico e celebre di San Pietroburgo. Centro culturale e intellettuale della città nel XIX secolo è ricordata anche dalla celebre canzone di Franco Battiato.

5. Museo Russo

È dedicato unicamente all’arte russa e sovietica. Con l’Ermitage è fra i più importanti di San Pietroburgo. La sua collezione supera quella della Galleria Tretjakov di Mosca.

6. Teatro Mariinskij

Centro nevralgico del celebre balletto russo che ha presentato al mondo perle del calibro di Nizhinskij, della Pavlova e di Nurejev.

7. Sala d’ambra

Una stanza completamente ricoperta di ambra. È considerata l’ottava meraviglia del mondo ed è visibile nuovamente dopo la sua ricostruzione nel Palazzo di Caterina a Tsarskoje Selo (villaggio degli zar). 37


Tendenze

marchi

Burberry. Classe pura un capo in sette mosse 1. Chelsea

Fit aderente e affusolato, è un classico per tutte le stagioni che può essere indossato dall’uomo su denim e T-shirt e da lei con l’abitino iperfemminile oppure con i jeans. Un capo senza età dallo stile inimitabile. Classe a fiumi...

2. Sandringham

Presenta il sotto collo con il tipico motivo check, linea sciancrata e rifiniture in pelle. Oltre alle classiche tinte, cioè miele, pietra e nero, colorazioni intense e vivaci accontentano ragazze e bimbe senza incertezze.

3. Kensington

Prototipo intramontabile, è ideale da indossare sui completi maschili sartoriali. La versione da donna è disponibile in quattro misure e, oltre che nella storica gabardine, è disponibile in pizzo macramé, in seta e in taffetà.

4. Westminster

Un capo spalla unisex. La forma classica è dissacrata dall’ampio cappuccio amovibile e da altri dettagli divertenti. Cotone, pelle e cashmere completano la gamma dei materiali.

5. Militare

Il modello Wiltshire dalle maniche raglan, fa più che mai riferimento alla tradizione militare del capo. Confortevole e avvolgente, è particolarmente adatto a bambini dall’animo avventuroso.

6. Monogramming

Gli iconici trench Heritage possono essere personalizzati facendo ricamare all’interno le proprie iniziali fino a un numero di tre lettere e scegliendo fra quindici toni diversi il filo di colore in modo da armonizzarle con il capo.

7. Accessori

Tutti contrassegnati dall’inconfondibile tartan, gli accessori ricoprono un ruolo rilevante nel Burberry style. Partendo dalla sciarpa in cashmere in pesi diversi a seconda del clima. Borse e piccola pelletteria, occhiali da sole, ombrelli, scarpe ginniche ed eleganti per lei e per lui, ma anche camicie e molto altro. 38

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ortatemi il mio Burberry, prego. Sono le parole che Edoardo VII d’Inghilterra, pronunciava quando, nelle giornate piovose, chiedeva al suo maggiordomo personale l’inconfondibile impermeabile. Ma cos’ha di inusuale questa frase? Beh, era la prima volta nella storia che un indumento veniva indicato con il cognome di chi lo aveva realizzato. Oggi è normale chiamare un capo d’abbigliamento con il nome della firma (un Valentino, un Armani, una Fendi...), ma non lo era ai tempi. His majestity consegnava così alla celebrità la competenza, la capacità imprenditoriale e l’intuito di precorrere i tempi di un sarto very, very English.

un libro, una storia L’aneddoto d’apertura compare tra le pagine di un succoso testo Burberry. Storia di una icona inglese, dalla Regina Vittoria a Kate Moss (edizioni Lindau, 2013) scritto da Toni di Corcia che ripercorre le tappe significative del marchio dalla fondazione ai nostri giorni. Pagine che rievocano con dovizia di particolari le tappe e i personaggi principali di una storia appassionante. L'autore analizza i cambiamenti nello stile del brand, la sua espansione, nonché le memorabili campagne pubblicitarie.


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idrorepellente e traspirante. Da quel momento per il nostro sarto è un susseguirsi di trionfi. Ecco nel 1891 la prima boutique Burberry&Sons a Londra e nel 1901 la maison sceglie come emblema il cavaliere Prorsum, cioè avanti in latino. Trench, cappotto da trincea All’inizio del ventesimo secolo la Burberry è già un’istituzione e ottiene il titolo di fornitore d’abbigliamento delle grandi spedizioni polari, e in seguito, durante la prima guerra mondiale, provvede alle tenute per i soldati inglesi. Ed è per l’esercito britannico che nasce il trench, il cappotto da trincea atto a riparare dalle intemperie i militari barricati dietro la linea di difesa. Grazie alla tecnica del telaio che intreccia più di 100 fili in una compatta struttura a twill, l’acqua non penetra, mentre i piccolissimi fori consentono la traspirazione. Naturalmente al modello base vengono applicati spalline, ganci ad anello per appendervi i vari accessori militari, mantellina e cinghie strategiche. La fodera, un tartan disegnato con una combinazione di cammello, avori, rosso e nero, caratterizzerà poi tutte le collezioni, quale esclusivo leitmotiv e marchio di fabbrica. Anche le tenute dei pionieri dell’aviazione furono realizzate con la resistente gabardine, a cominciare dalla tuta blu indossata dalla leggendaria Betty Kirby Green nel 1937 nel volo record andata e ritorno da Londra a Città del Capo. A consacrare definitivamente il trench impermeabile sarà Hollywood dove Humphrey Bogart e Audrey Hepburn lo portano alla gloria indossandoli in film cult quali Casablanca (1942) e Colazione da Tiffany (1961).

Un lungimirante imprenditore Ed è proprio sotto il regno della regina Vittoria, la longeva madre di Edoardo, che Thomas Burberry, dopo aver compiuto un periodo di apprendistato come sarto, decise di mettersi in proprio. Nel 1856 apriva a Basingstone un negozio di indumenti e altri articoli e che ben presto diverrà un punto di riferimento per la comunità. Gli affari vanno bene e il negozio diventa un grande magazzino o, meglio, un emporio ben fornito e conosciuto. Il segreto del successo sta nella qualità impeccabile e nella acuta ricerca dei materiali. Tant’è che nel 1879 crea la gabardine, una stoffa rivoluzionaria,

Tradizione e high tech Oggi gli iconici soprabiti sono prodotti nello stabilimento di Castleford nell’Inghilterra settentrionale: per costruire un capo occorrono tre settimane di lavoro e per ciascun singolo trench devono essere completati 100 processi. Mentre per l’impagabile gabardine, oltre alle tecniche storiche, vengono utilizzati processi di finitura high tech per un plus di idrorepellenza e comfort. Ma l’attività del brand, oltre che sul capo spalla, verte su cinque collezioni complete: donna, uomo, bambino, accessori e cosmetici. Sempre sulla base di un codice genetico che ha permesso al brand di attraversare le epoche, di resistere alle crisi e di affrontare i mutamenti dei gusti. Difatti il marchio inglese (quotato in borsa) ha saputo incarnare lo spirito della sua stessa nazione, diventandone uno dei pilastri dello stile e che negli anni si è trasformato in un business da due miliardi di sterline a stagione. Scrive Marisa Gorza

nuovo concetto La rivoluzione di Christopher

Centosessanta anni di storia e la indiscutibile qualità artigianale rappresentano un heritage importante per l’azienda inglese. Un retaggio che Burberry ha saputo mantenere al top grazie anche all’apporto di Christopher Bailey, giovane direttore creativo e attuale CEO dell’azienda, che ha saputo introdurre un radicale ripensamento sia dei tempi, sia delle modalità dei defilé. Solitamente, infatti, le case propongono quattro sfilate all’anno, due per la donna, due per l’uomo, per non parlare delle capsule collection, delle pre-season, delle cruise e, in alcuni casi, di quelle d’alta moda. Durante la London Fashion Week dello scorso settembre, quando tutti sfilavano la primavera/estate, Christopher ha optato coraggiosamente per una collezione uomodonna congiunta e fuori stagione. Ribadendo, al contempo, il concetto del see-now, buy-now auspicato da molti. Il che equivale a rendere immediatamente disponibile alla vendita, sia digitale che in boutique, i vari capi. Difatti, d’ora in poi, gli show della maison si svolgeranno due volte all’anno. Il prossimo appuntamento, proprio questo mese, fonderà armoniosamente le proposte man&woman, immediatamente reperibili e indossabili. Esattamente nello spirito innovatore e avantgarde del fondatore, la Burberry si propone ancora una volta in modo pionieristico sul piano delle strategie di creazione, di vendita e di comunicazione. 39


Tendenze

alimentazione

Legumi sì,

ma sempre con misura Con la pasta e il pane di legumi, privi di glutine e ricchi di proteine, il primo piatto si trasforma in un secondo. E a tavola le rinunce diventano più sopportabili. Scrive Patrizia Mezzanzanica li decisi dei salumi presenti soprattutto nelle ricette della tradizione a quelli più delicati delle verdure di stagione e delle spezie. I piselli sposano cipolle e cipollotti, indivia, lattuga, cicorie, menta e prezzemolo; ceci e il cavolo, la verza, i broccoli, gli asparagi, salvia, rosmarino, santoreggia, ruta e timo. Molto appetitoso risulta anche l’accostamento dei legumi in generale con gli aromi esotici come curcuma, curry, peperoncino e cumino.

A

ffrontare una dieta è faticoso, si sa. Eppure talvolta è necessario, sia per la linea sia per la salute. Inoltre, più la scienza fa progressi, più si risulta difficile ignorare come alimentarci in modo corretto. Il che non significa rinunciare ai cibi ricchi e golosi ma, più semplicemente, non abusarne. A questo proposito, le ultime tendenze alimentari propongono paste (ma anche pani e focacce) a base di farine di legumi. Già disponibili nei negozi di cibo biologico o in qualche alimentare avanguardista, possono essere gustate, seguendo particolari accorgimenti nella preparazione e rappresentano un’alternativa sana e gustosa alla solita pasta. È un nuovo concetto di gusto quello che assaporiamo quando mettiamo la nostra salute al primo posto: un “buono” che non rinuncia al piacere, ha storia antica e cinque, fondamentali vantaggi.

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Soddisfazione I legumi riempiono quanto i cereali. Ricchi di proteine hanno un indice di sazietà molto alto per cui tengono lontana la fame a lungo. I fagioli, in particolare, vengono assorbiti dal nostro organismo lentamente aumentando il senso di pienezza che deriva dalla produzione del glucosio sviluppato durante la loro digestione. Valori nutritivi La lenticchia è considerata la carne dei poveri perchè particolarmente nutriente. Ricca di fibre, vitamine, sali minerali e ha poche calorie. È quindi indicata agli sportivi e alle donne in gravidanza, che hanno un alto consumo di sali minerali. Versatilità Gli accostamenti possibili con i legumi e la pasta di legumi sono infiniti: da quel-

Salute I legumi disintossicano, puliscono, depurano, hanno proprietà antiossidanti e molto altro. Le fave, per esempio, sono particolarmente diuretiche e, alcune specie, sono fonte di Levodopa, una sostanza contenuta nei farmaci utilizzati per il trattamento del Morbo di Parkinson, mentre la soia rossa può aiutare il drenaggio renale. Grassi Poveri di grassi e naturali stabilizzanti di zuccheri nel sangue, i legumi aiutano il corpo a consumare più energia ed eliminare i chili in eccesso. Sono inoltre ricchi di potassio che riduce la disidratazione e forniscono all’organismo (in particolare i fagioli) molta fibra solubile che cattura il colesterolo e lo drena fuori dal corpo prima che venga assorbito. Calorie Il valore energetico dei legumi nella versione secca è mediamente di 250 calorie per 100 gr. di prodotto. Mentre nella versione fresca hanno meno calorie perché contengono più acqua. Ceci e fave di soia sono i più calorici mentre i piselli, per il basso contenuto calorico, sono ideali per chi vuole affrontare un dieta rigorosa.


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Curiosità / Il fagiolo era considerato un alimento «vile» sia dai Greci che dai Romani che non gli dedicarono nessun mito né simbolo. nel medioevo invece, con il detto «Sa distinguere il fagiolo dal cece» si indicava una persona particolarmente perspicace e sveglia.

qualche consiglio

ceci

Provate a metterli in ammollo la sera prima in acqua fresca, con un po’ di bicarbonato e di farina. Questo passaggio vi permetterà anche di cuocerli più velocemente (generalmente occorrono dalle 3 alle 4 ore). Se volete ridurre i tempi, utilizzate pure la pentola a pressione, il risultato vi sbalordirà.

quel che non si dice I legumi sono spesso pubblicizzati, per il loro apporto proteico, come una valida alternativa alla carne. In parte è vero, ma dovendo dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, è indispensabile chiarire che in realtà i legumi, a parità di peso, contengono tre volte meno proteine della carne e per di più queste proteine non sono sempre biodisponibili (assorbibili) a causa della scarsa digeribilità. Inoltre, la qualità delle proteine dei legumi è inferiore a quelle della carne in quanto essi sono prive di alcuni aminoacidi essenziali. Il contenuto in ferro e zinco dei legumi è certamente alto, ma quello che spesso non ci viene detto è che questi minerali sono per l’80% legati ai fitati per cui non li possiamo assorbire del tutto. I legumi sono poi ricchi di alcuni antinutrienti come le saponine (molecole contenute nei legumi che hanno la capacità di danneggiare le cellule dell’intestino permettendo ad altre sostanze, che normalmente non entrerebbero nel sangue, di entrarvi) e i fitati (sostanze che attraggono i metalli di cui avremmo bisogno e li rendono indisponibili all’assorbimento). Giusto per chiarire che eccedere è sempre dannoso e una buona alimentazione deve essere il risultato di apporti congiunti, diversi e variati.

Polpette di riso e lenticchie Lessate le lenticchie in acqua salata, fino a quando non saranno morbide. Scolatele. Lessate il riso in acqua bollente salata. Scolate e fate raffreddare. Quando gli ingredienti saranno tiepidi, uniteli assieme alla curcuma in un mixer e frullatei fino ad ottenere un impasto omogeneo. Formate delle palline, rotolatele nella farina di riso e/o in quella di mais. Disponete le polpettine su una teglia ricoperta di carta da forno unta generosamente con olio e cuocere per circa 20/25 minuti in forno a 180°. Servite le polpette di lenticchie e riso ancora calde o tiepide.

Fagioli

Vi sono molte varietà di fagioli. I fagioli Borlotti, dal colore rosso screziato, esprimono un sapore più intenso, adatto a minestre, zuppe e vellutate. I fagioli Cannellini sono adatti a molte ricette anche semplici, incluse le insalate. I Bianchi di Spagna, di maggiori dimensioni, rendono al meglio nelle insalate e risultano meglio tollerati a livello intestinale.

Crema di fagioli e cozze Tagliare a pezzi il sedano, la carota e la cipolla (tenere da parte un pezzetto di cipolla per completare il piatto), riunire il tutto in una pentola con 4-5 bicchieri di acqua e versare i fagioli. Cuocere per 50 minuti. A fine cottura ridurre a crema con un frullatore e aggiustare di sale e pepe. In una padella scaldare poco olio con l’aglio tagliato a fettine. Versare le cozze intere, sfumare con il vino bianco e aggiungere il pepe fresco e qualche fettina di limone. Quando le cozze saranno aperte, eliminare le conchiglie e filtrare il succo rimasto nella padella. Versare la crema di fagioli nei piatti fondi, adagiare le cozze in superficie e irrorare con 3/4 cucchiai del succo di cottura delle cozze. Completare con qualche fettina di cipolla cruda e peperoncino in polvere.

Fave

Hanno il pregio di poter essere consumate crude, conservando sia il sapore sia le proprietà nutritive. Private del loro baccello e della loro pellicola, si possono accompagnare con formaggio pecorino, salumi e possono costituire un buon antipasto. Sono adatte ai minestroni e, dopo averle sbollentate, alla preparazione di un buon purè. Ma attenzione: prima di consumarle bisogna essere certi di non soffrire di favismo, una malattia genetica ereditaria. 41


Relax

stelle & curiosità l’oggetto Lo scotch

Astroparade

di Betty

Il Leone retrocede lasciando spazio a un Toro scalpitante e a una Bilancia birichina. L’Acquario perde quota a causa del suo ego e il Capricorno deve recuperare un proprio equilibrio

No, non si tratta della bevanda alcolica. Per scrivere di whisky ci vuole la penna giusta e non è questo il caso. Lo scotch di cui parliamo è quello che in italiano chiamiamo nastro adesivo e che, per chi ha una certa età, è stato uno strumento straordinario. Perché i bambini di una volta i giochi se li costruivano da soli – con il cartone, con la balsa delle cassette della frutta, con quello che si recuperava in giro – e per realizzare i propri progetti scotch e colle varie erano assolutamente indispensabili. I risultati, ovvio, non erano sempre all’altezza delle idee ma comunque ci si provava. Quindi, onore al merito a chi il mitico nastro lo ha concepito e cioè a quel Richard Gurley Drew (1899-1980), giornalista e inventore statunitense, che nel 1925 ebbe la brillante idea, contribuendo a fare della 3M (le M sono quelle della Minnesota Mining and Manufacturing Company) il gigante che è oggi. Ma il nome? Che c’entra con la Scozia. Pare che all’inizio l’azienda lesinasse non poco sulla colla applicata al nastro che evidentemente, a differenza di quanto accade oggi, non attaccava benissimo. Da qui l’epiteto di «scozzesi» che con i «genovesi» e altri popoli condividono l’inclinazione alla tirchieria (stereotipo o meno che sia). Da lì a scotch il passo fu breve. Senza dimenticare che è proprio grazie al mitico nastro che l’equipaggio dell’Apollo 13 riuscì a portare a casa la pelle.

istruzioni per l’uso Mangiare fa male. Come riuscire a sopravvivere? di Walter Mariotti

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Nel Falcone maltese Dashiell Hammett scrisse: «Diffido degli uomini che non aprono mai bocca. In genere scelgono il momento peggiore per parlare e dicono la cosa sbagliata. Parlare è una di quelle cose che non si possono far bene se non ci si tiene in allenamento». Perfetto, ma dall’8 tenete la lingua a freno.

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«Senza conoscere la tentazione delle passioni non è possibile conoscere la verità. La tentazione è il luogo in cui noi conosciamo la verità», ha scritto Isacco di Ninive. Ma non approfittatene troppo, visto che Venere e Marte in opposizione vi rendono inclini alle tentazioni e alle relazioni clandestine.

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sagittario

Venere, Marte e Urano sono di transito nella quinta casa solare. Momento top per la vita sentimentale sia che siate single o in coppia. Probabile concepimento. Colpi di fulmine per i nati in tutte le decadi. Progetti a lungo termine per i nati nella terza decade influenzati da Saturno. Umore un po’ instabile tra il 6 e il 7.

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Nietzsche diceva bene: «Le persone che ci donano la loro piena confidenza credono di avere per questo diritto alla nostra. Ciò è un errore: coi regali non si acquistano diritti». Marte e Venere in ottimo aspetto: amore e creatività. Sagaci e determinati, ma controllate l’egocentrismo: «Ci sono persone così piene di sé che, quando sono innamorate, trovano il modo di occuparsi della loro passione senza occuparsi della persona che amano» (François de La Rochefoucauld). Marte e Venere in Ariete inducono a un periodo incandescente nella gestione dei rapporti familiari e delle relazioni sentimentali. Interferenze tra la famiglia natale e la vostra vita di coppia. Luna in opposizione tra il 9 e il 10. Stress!

1. Prolificano notizie sui pericoli del cibo. Mangiare non ha mai fatto così male. Che fare? 2. Non leggere i giornali che non dicono la verità? Questa è una postverità, che fa molto comodo a chi vende schifezze. 3. Il salame fa bene o fa

Thomas Mann nei suoi Buddenbrock scrive: «Attendi con zelo ai tuoi negozi durante il giorno, ma concludi soltanto quegli affari che ti consentano di riposare tranquillo la notte». Incontri con persone più giovani. Bene tra il 10 e l’11.

«La passione ci consacra alla sofferenza, giacché, in fondo, essa è la ricerca di un impossibile», ha scritto Geroges Bataille. Parole sante ma Marte, Urano e Venere di transito nel vostro segno, vi tengono incatenati alle passioni.

Dal 7 febbraio Mercurio di transito nella vostra quarta casa solare. Questo passaggio potrebbe rendere critici i rapporti con la vostra famiglia di origine. Facili incomprensioni o malintesi. Teneteli fuori dalla vostra vita privata.

male? Il vino fa bene o fa male? Di studi posti cosi, meglio dubitare: come si pone la domanda influisce sulla risposta. 4. Non credete ai dati dell’ignota ma «famosa università americana». Fidatevi solo delle riviste come Science

Evitate di affrontare discussioni o colloqui di lavoro. Potreste metterci una qualche parolina di troppo. Marte e Venere in quadratura per i nati nella prima decade. Una relazione potrebbe crearvi delle problematiche sul lavoro.

Improvvisi déjà vu in ordine a passate esperienze potrebbero turbarvi. Ricordate il grande Blaise Cendrars: «Solo uno spirito disperato può raggiungere la serenità, e per essere disperati bisogna aver molto vissuto e amare ancora il mondo». «I romantici», scrive Graham Greene, «hanno sempre paura di non essere all’altezza delle aspettative. E le loro aspettative sono sempre eccessive». Troppe attese vi rendono infelici. Umore bipolare tra il 5 e il 7 febbraio.

e Nature. 5. Dubitate di chi parla dopo esser stato licenziato da un’azienda. 6. Non credete al «chilometro zero» comunque: e se sotto il terreno ci sono rifiuti tossici? 7. In generale, usate la testa, prima della pancia. Aiuta sempre.


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Risolvete il cruciverba di Daniela e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro il 9 febbraio e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro il 7 febbraio a: Twister Interactive AG, «Ticino7», Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. 9

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1. La via che collega Caslano al Sassalto w 10. Sauditi w 11. Il dio dell’amore w 12. Lagnarsi w 14. Piccolo complessino canoro w 15. Alcoolisti Anonimi w 16. Pari in forma w 17. Strage, ecatombe w 20. Simili agli ASA w 22. Metallo delle terre rare w 23. Passare alle vie legali w 24. Il Sodio del chimico w 26. Baronetto inglese w 28. Dittongo in paese w 29. Fra due fattori w 30. Gioca sotto canestro w 32. Bruciati w 33. Golfo arabo w 35. È bella ma stupida w 36. Si paga all’armatore w 38. Il noto Welles w 40. Nome russo d’uomo w 41. Pari in schive w 42. Belgio e Austria w 43. Una serva del castello w 46. In mezzo al nido w 47. Una rosa pallida w 48. Vocali in triste w 49. Philippe, attore francese (Y=I) w 51. Stella del cinema w 53. Fine inglese w 54. Lucentezza, splendore

Verticali

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1. Si ricava dall’estratto conto w 2. Gravi lesioni w 3. Propaggine vegetale w 4. La coppiera degli dei w 5. Intimidite w 6. Divinità femminile w 7. Burroni, precipizi w 8. Nostri...a Ginevra w 9. Risultato w 13. Stare zitti w 18. Rabbie, furori w 19. Ha scritto «La cantatrice calva» w 21. Grosso cetaceo w 25. Aiutò Teseo a uscire dal labirinto w 27. Due romani w 29. Seguace, sostenitore w 31. L’ha sviluppato il cane w 34. Nodello w 37. Regione etiope w 39. Cattive w 44. No detto a Zurigo w 45. Il re di Shakespeare w 50. Consonanti in rodeo w 51. Le iniziali di Tofano w 52. Pedina coronata

Premio in palio: 100 franchi in contanti

Tiratura controllata 63.212 copie Chiusura redazionale Venerdì 27 gennaio 2017 Editore Teleradio7 SA, Muzzano Amministrazione via Industria, 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 / fax. 091 960 31 55 Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria, 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 / fax. 091 968 29 88 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7 è su Facebook Stampa (carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona Pubblicità Publicitas AG, Daniel Siegenthaler Muertschenstrasse 39, Postfach 8010 Zürich tel. 058 680 95 92 / 079 635 72 22 daniel.siegenthaler@publicitas.com dati per la stampa riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste Annunci locali Publicitas Lugano tel. 058 680 91 80 / fax. 058 680 91 71 lugano@publicitas.ch In copertina Guarda che roba! (foto ©Enriquecalvoal)

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La soluzione del Concorso apparso il 20 gennaio è: SALUTARE Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Federica Passera 6968 Sonvico Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti! 43


Ti aspettano oltre 1 milione di vincite.

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