Ticino7

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ticino7

sette continenti

Zermatt, magia sotto il Cervino

numero 46 / 11 novembre 2016 / con programmi radio & tv dal 13 al 19 novembre

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stacco la spina L’anno sabbatico? Per molti ma non per tutti corriere del ticino / la regione w chf 3.–


45/2016

Un’infornata di idee per il Natale. N

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su tutto l’assortimento di prodotti da forno Coop Betty Bossi (escl. paste refrigerate)

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Sommario

ticino7

storia di copertina

04

04 Mi prendo un anno sabbatico di Marco Jeitziner

come dove quando

07

07 autoMobili guida autoMatizzata il fattore uMano di Fabio Martini 08 sette trucchi la gioia di sferruzzare di Barbara Bitetti 09 aliMentazione un Mango leggendario a cura della Redazione

protagonisti

10

10 sette doMande lorenzo albrici di Federica Baj 12 ore sette convento del bigorio di Giorgia Panzera

tv e radio

13 dadoMenica13asabato19

Scopri la programmazione settimanale completa in Ticino e in Europa di tv e radio per rimanere sempre informato.

il pensiero della settiMana Viaggiare è essere infedeli. Siatelo senza rimorsi. Dimenticate i vostri amici per degli sconosciuti. (Paul Morand)

ticino e non solo

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37 spiriti liberi chocoholics di Alba Minadeo 38 sette continenti fiabesca zerMatt di Keri Gonzato 40 viaggiare il Mondo in tasca di Alba Minadeo

lo sapevi? viaggi compiuti in un anno dai diversi popoli europei

FiNLaNdESi

7 viaggi all’anno

daNESi

iNGLESi

tendenze

42 grandi Marchi MaxMara al MassiMo della Moda di Marisa Gorza 44 sette ingredienti un pane che ti sorprende di Eleonora Postizzi

3 viaggi all’anno

SviZZEri

3 viaggi all’anno

iTaLiaNi

2 viaggi all’anno

BELGi

relax

46

46 stelle & curiositÀ astroparade di Betty l’oggetto a cura della Redazione istruzioni per l’uso di Walter Mariotti 47 gioca (e vinci) con ticino7 il cruciverba

Sì, viaggiare di Fabio Martini

5 viaggi all’anno

42

parliamone

1 viaggio all’anno

ticino7

dirETTo da paride pelli CoNLaCoNSULENZadi WalterMariotti rEdaTTorErESPoNSaBiLE fabioMartini CorEdaTTorE giancarlofornasier ProGETTo GraFiCo elena MontobbioperWMWorkshop GraFiCa robertodresti edeborahvaccaro SiTo wEB www.ticino7.ch

Fra congedi non pagati, anni sabbattici e nuove forme per girare il mondo in modo sostenibile e a basso costo, a predominare sulle pagine di Ticino7 questa settimana è il tema del viaggio. Viaggio inteso come occasione di svago, certo, ma soprattutto di conoscenza e formazione. Un concetto che si sviluppa solo a partire dal XVIII secolo, quando la pratica del Grand Tour (nella quale il Ticino era spesso tappa obbligata) inizia a rappresentare una sorta di iniziazione per i giovani aristocratici e alto borghesi dell’epoca, nel cui percorso di soggetti, il «viaggio» diviene ingrediente costitutivo indispensabile. Nel dopoguerra, con l’affermarsi del turismo di massa, il viaggio si svilisce, diventando fenomeno generico e indifferenziato, pura forma di svago da contrapporre all’attività produttiva. Solo negli ultimi decenni, nonostante il terrorismo e le sue grevi minacce, ma grazie a internet, alle nuove tecnologie, allo sviluppo di idee e iniziative creative, voli low cost inclusi, il viaggio è tornato ad essere metafora positiva di crescita e di costruzione personale. Un occasione per sviluppare se stessi in modo spontaneo e maturo, aprendosi al nuovo, al diverso e all’alterità.

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Storia di copertina

Mi prendo

un anno sabbatico

In un Paese come il nostro in cui lavoro ed efficienza sono al primo posto, la consuetudine di prendersi un lungo congedo è sempre più diffusa anche fra i meno giovani. Una scelta che può presentare dei vantaggi ma anche una serie di possibili inconvenienti. Vediamo quali. Scrive Marco Jeitziner

Q

uindici, venti anni fa, andava di moda l’Australia per studiare l’inglese e rinfrescarsi le idee, subito dopo l’università o dopo i primi anni di lavoro. Ma c’era anche il bancario che mollava tutto per girare i Caraibi e l’Indonesia o la presentatrice televisiva volata a New York inseguendo il sogno della recitazione. Nel 2012, è forse il caso più popolare in Ticino, l’ex comandante della polizia cantonale, Romano Piazzini, si licenzia e compie il giro del mondo in barca a vela con la moglie per cinque lunghi anni. Ma oggi? In tempi di maggiore insicurezza economica e professionale, che ne è di una scelta, mai facile e spesso da concertare, come un congedo non pagato? Da noi un po’ meno L’anno sabbatico, scrisse qualche tempo fa un articolista ticinese, «va tanto di moda nei paesi anglosassoni, ma anche in Olanda, Svezia, Australia e Nuova Zelanda, dove è molto diffuso. Da noi un po’ meno. La legge sul lavoro non prevede nulla. E le grandi aziende raramente sono confrontate con richieste di questo tipo. Ma tra i giovani piace molto, soprattutto per imparare un’altra lingua o fare un’esperienza all’estero». Ciò non sorprende poi tanto, essendo la Svizzera un paese tra i più efficienti al mondo: gli svizzeri amano lavorare, operosi, puntualissimi, fedeli all’azienda e at4

origine del nome

L’etimologia del termine «sabbatico» va ricondotta al sostantivo šabbāt(t) che, nella lingua ebraica, ha il significato di «interruzione, riposo» (anche in arabo sabata significa «riposo dal lavoro», mentre nell’antica lingua assira šabātu indicava «compimento», «appagamento»). Nella giornata del sabato, secondo la tradizione dell’ebraismo, è di stretto obbligo l’assoluto riposo e la cessazione da qualsiasi attività materiale. Il senso va ricondotto al testo biblico: dopo aver creato cielo e terra in sei giorni, il settimo giorno Dio Jahvè «cessò e si riposò». Per analogia, il popolo di Israele rispetta nella giornata del sabato tale osservanza. Ma anche l’anno sabbatico ha origini remote. Come il settimo giorno, così ogni settimo anno era prescritto un particolare «riposo» sociale durante il quale venivano interrotte le attività agricole, in modo da restituire vitalità al terreno, mentre i frutti cresciuti spontaneamente erano accessibili a tutti (poveri, pellegrini, ecc.). Vigeva inoltre il divieto di riscuotere i crediti. Oggi il termine indica un lungo periodo di sospensione dal lavoro mentre in ambito accademico, è l’anno di congedo retribuito cui i docenti universitari hanno diritto per dedicarsi alla ricerca e all’aggiornamento.

taccati alla pensione. Il fatto che si sia più volte votato contro l’abbassamento dell’orario di lavoro settimanale, o persino contro più settimane di vacanza, la dice lunga a riguardo. Così, non appena si esprime il desiderio, o talvolta la necessità, di staccare per un po’ ecco sistematicamente presentarsi almeno tre ostacoli. Il primo è il datore di lavoro: c’è chi è più «sensibile» a queste richieste e chi storce il naso, chi può fare a meno di uno o più dipendenti per più mesi e chi no. Il secondo riguarda la propria soggettività e le componenti legate al carattere, ai desideri, alle possibilità economiche, alla situazione familiare. Il terzo ostacolo concerne invece la percezione da parte della società: chi stacca non è forse un fannullone, un pazzo o uno sprovveduto? C’è azienDa e azienDa Per i sindacati un congedo dovrebbe essere molto spesso un diritto, ma la legge svizzera non prevede alcun «anno sabbatico». Al lavoratore non resta dunque che negoziare con il proprio datore di lavoro. Eccezion fatta per i liberi professionisti, se c’è un datore di lavoro piuttosto generoso e comprensivo in questo ambito, ebbene, quello è lo Stato (cantone o Confederazione). Eppure non mancano le sorprese. Infatti, mentre la legge sui dipendenti cantonali (e federali) contempla la possibilità di congedi a carico del lavoratore, negli


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Poche imprese possono permettersi di fare a meno di una propria risorsa per lunghi periodi. È quindi più facile che i congedi siano concessi in aziende medio grandi ultimi 15 anni (dal 2000 al 2015), nonostante l’aumento di un migliaio di persone occupate nell’amministrazione cantonale, le assenze per «congedo non pagato» anziché aumentare sono diminuite. Nel privato è tutta un’altra storia: «Poche imprese possono permettersi di fare a meno di un propria risorsa per un periodo così lungo. È quindi più facile che siano concessi in aziende di una certa dimensione. L’anno sabbatico è certamente uno strumento interessante, ma di certo non il più frequente», ci dice Stéphane Pellegrini, presidente del comitato HR Ticino, l’associazione di specialisti nelle risorse umane. Ma volere è potere. Brian e Lisa, trentenni di Bellinzona, lui fisioterapista licenziatosi, lei infermiera a cui è stato concesso un congedo, ai media hanno raccontato il loro giro del mondo in sei mesi: «Abbiamo voluto dare la priorità alle necessità personali. La stabilità del posto di lavoro non è tutto. A noi faceva più paura l’idea di vivere con dei rimpianti», ha dichiarato Lisa. Nelle aziende che operano a livello globale è diffusa tutta un’altra filosofia. Nel 2011 una rivista economica aveva riportato i casi di due multinazionali elvetiche. Ebbene, per un colosso bancario l’anno sabbatico «è un modo per tenere i collaboratori eccellenti i quali, in altri circostanze, ci lascerebbero per realizzare i loro progetti». Per una multinazionale farmaceutica «un buon equilibrio tra vita privata e lavoro aumenta la produttività. E un parametro importante per raggiungere questo equilibrio è una pianificazione flessibile delle assenze». Il caso deglI studentI «La pratica dell’anno sabbatico è molto diffusa tra i giovani che affrontano questo tipo di esperienza prima degli studi universitari o subito dopo. Ma oggi la cosa riguarda, benché in termini decisamente più ridotti, anche le persone in età più avanzata, quando il lavoro e lo stress portano a valutare se e come cambiare vita», ci dice ancora Pellegrini. Quantificare il fenomeno tra i 15-25enni è difficile, ci confermano vari uffici competenti. Non sembrano molti i giovani che si prendono una pausa durante gli studi. Tra chi ha terminato la scuola media nel 2015 si contavano poco più

Tra i dipendenTi pubblici

10.334 giorni di assenza per «congedo non pagato» nel 2000.

7.653 giorni di assenza per «congedo non pagato» nel 2015

di 150 ragazzi che hanno optato per il «volontariato» o «altre scelte» invece del liceo o dell’apprendistato. La propensione sembra maggiore tra i liceali. Nel 2001 uno su cinque aveva interrotto temporaneamente gli studi per corsi o soggiorni linguistici, oppure per «altro». La 21enne Giolitta di Bellinzona aveva raccontato pubblicamente la sua esperienza: fresca di maturità liceale si è presa un anno sabbatico per recarsi in Canada a perfezionare l’inglese. «Dopo tanto studiare, avevo bisogno di relax. Vedere un posto così diverso ti apre la mente, ti fa sentire meno provinciale. Un periodo sabbatico così fa bene, credo che lo rifarò», ha affermato. La 20enne 5


Storia di copertina

Diana, ex liceale a Mendrisio, su consiglio dei genitori, ha fatto lo stesso tra Inghilterra e Germania «per migliorare la conoscenza di inglese e tedesco e prepararmi all’esperienza universitaria». Luana, 17enne di Dino, impegnatissima nell’automobilismo sportivo, nel 2012 si è presa un anno sabbatico «per staccare un attimo la spina, riordinare le idee, concentrarmi sugli impegni scolastici e pianificare il futuro». Una scelta da meditare Bene Se, come ha affermato il sociologo di Ginevra Sandro Cattacin, staccare la spina «sarà comunque un trend sempre più diffuso», perché «il nostro sistema di lavoro butta via la gente più velocemente di un tempo e crea un senso di stress, di inadeguatezza», è certo che si tratta di una 6

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Un periodo di pausa può essere benefico per concentrarsi su di sé e sui propri obiettivi, un modo per dare una nuova direzione alla propria carriera scelta da valutare bene, come conferma Jacqueline Castelnuovo, psicologa del lavoro presso lo studio di psicologia sistemica Schaad a Locarno. Tra i vantaggi, ci dice, vi è «la crescita personale a livello culturale, linguistico e gestionale, il bagaglio di competenze e conoscenze che si può presentare al datore di lavoro. Un periodo di pausa può essere benefi-

co per concentrarsi su di sé e sui propri obiettivi, in modo da eventualmente dare una nuova direzione alla propria carriera scoprendo nuovi centri di interesse». Ma esistono anche dei problemi, rileva Castelnuovo: «Il principale svantaggio di un lungo periodo lontano dal lavoro riguarda il rapido progresso tecnologico odierno: la persona che rientra rischia di non essere più aggiornata e di ripartire quindi in una condizione sfavorevole rispetto ai colleghi. Inoltre, un’esperienza poco o mal pianificata può causare forte stress, una reazione di rabbia o delusione, senza contare lo spreco di tempo. Da non dimenticare, infine, il potenziale calo di motivazione al rientro». Hai già preso un congedo non pagato? Dì la tua sulla pagina Facebook di Ticino7


Come dove quando

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automobili

Il fattore umano Le vetture a guida automatizzata sono la nuova frontiera dell’industria motoristica anche se l’incoscienza e la faciloneria dei conducenti restano l’ostacolo principale per quanto concerne la sicurezza. Scrive Fabio Martini

Una vera rivolUzione Un aspetto assai complesso che l’automotive pone è quello connesso agli aspetti legali e assicurativi. In teoria, sistemi del genere potrebbero permettere a persone disabili, per esempio, ipovedenti o anche molto anziane, di guidare. Ma la possibilità di un incidente è sempre presente. In tal caso su chi ricade la responsabilità? Sul proprietario del veicolo o sulla casa automobilistica che lo ha prodotto? La Convenzione di Vienna del 1968, che definisce il quadro legislativo dei codici stradali dei diversi paesi, è ancora attuale di fronte a una tale innovazione? Probabilmente no, e si dovrà aggiornare e definire tale cornice sia sul piano legale sia su quello assicurativo.

e il piacere?

L

o sviluppo delle auto a guida automatizzata rappresenta certamente una delle nuove e più interessanti sfide nell’ambito della mobilità su strada. Non bisogna peraltro dimenticare che le vetture attuali, dalle utilitarie alle macchine di alta gamma,dispongonogiàdiuna serie di computer di bordo e di una massiccia componente elettronica in grado di assistere il conducente in tutte le situazioni di emergenza e non – frenate improvvise, perdita di aderenza, gestione della trazione ma anche il comodo cruise control – che possono verificarsi lungo il percorso. Obiettivo delle case produttrici è quello di compiere un ulteriore passo in avanti verso una progressiva automatizzazione dei sistemi in modo da consentire alla nostra automobile di procedere in modo sicuroedefficienteneltraffico. Eariguardosiamobenoltrelo statoprototipale:lacaliforniana Tesla (nota per il know how nell’ambito delle auto elettriche) è già sul mercato con una

vettura dotata del sistema di guida semiautomatico Autopilot (ma Volvo e Mercedes seguiranno a ruota). Ma quali i limiti? E quali i vantaggi e gli svantaggi? Limite tecnoLogico o umano? Nel corso del 2016 si sono verificati due incidenti, di cui uno mortale in Florida, a persone che «pilotavano» una Tesla Model S a guida semiautomatizzata. Come da prassi, la NHTSA, l’autorità statunitense per la sicurezza stradale, ha avviato un’inchiesta sulla compagnia. Va detto che i due incidenti, verificatisi dopo milioni di chilometri percorsi in tutto il mondo dalle Model S dotate di questo specifico software, è stato causato con alta probabilità dalla superficialità dei conducenti. La Model S infatti, come raccomandato dalla casa costruttrice, è una vettura a guida semiautomatica e nelle indicazioni sull’uso del sistema si spiega in modo chiaro come l’Autopilot non sostituisca affatto il conducente, che

l’attenzione sulla strada deve essere costante e che il volante non va mai abbandonato se non per brevi periodi. Il sistema di Tesla, pur essendo quanto di più vicino alla guida automatizzata sia oggi presente sul mercato (un sistema di radar, sensori e telecamere mantiene la vettura in carreggiata seguendo le linee di delimitazione delle corsie e assicura la giusta distanza dalla vettura che precede), necessita comunque della vigilanza del conducente che può in qualsiasi momento prendere il controllo della vettura premendo sui pedali di acceleratore o freno o agendo sullo sterzo. Confondere progresso con miracolo può quindi essere assai rischioso e i vari video presenti su YouTube in cui alcuni conducenti si illudono di essere solo dei passeggeri, intenti a leggere il giornale, a mangiare hamburger o a lavorare al computer, rivelano come il fattore umano e la superficialità siano quasi sempre causa primaria degli incidenti.

L’automobile è ancora per molti di noi fonte di intense emozioni, dato che permette di esprimere inclinazioni e passioni. Ma soprattutto, la guida di un’auto è fonte di piacere, un modo per dare prova della propria perizia e capacità. Sicuramente in certi tratti autostradali si farebbe anche volentieri a meno di tenere il volante, dato che la concentrazione necessaria a mantenere la situazione sotto controllo implica sempre una certa fatica, ma rinunciare del tutto a «portare la macchina», come si diceva un tempo, sembra realmente un po` eccessivo. Anche perché delegare totalmente la propria sicurezza stradale a un sistema automatico può rappresentare per molti un ostacolo psicologicamente non secondario, a prescindere dalla crescente sicurezza offerta dai software in costante evoluzione e dalla tecnologia applicata all’auto (si parla ormai di 100 Parts Per Billion come limite massimo della difettosità ammessa per i dispositivi automotive).

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Come dove quando

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sette trucchi

La gioia di sferruzzare Praticare il tricotage è da tempo una tendenza diffusa, e non solo per il costo ridotto ma soprattutto perché favorisce l’incontro e la compagnia. Fra i suoi estimatori si annoverano persone assai diverse, dalle nonne fino alle star di Hollywood. Scrive Barbara Bitetti

L’

arrivodeimesipiùfreddi influisce moltissimo su diversi aspetti della nostra vita, passatempi compresi. Così, sentendo parlare dell’arrivo in Italia di nuovi siti legati alla maglieria, ho curiosato un pochino per comprendere meglio un fenomeno che si ripropone in modo ciclico, con diversa estensione e impatto: il lavoro a maglia. Un hobby completo e, con sorpresa, salutare. Ecco sette ragioni che ne spiegano il successo.

1 stress: sferruzzare (o fa-

re l’uncinetto) limita ansia e stress. Riduce frequenza cardiaca, pressione sanguigna, tensione muscolare e cortisolo, il famoso ormone dello stress. Al pari di yoga, meditazione orientale e preghiera, induce un rilassamento nel corpo e nella mente.

2 motivazione: praticare mo-

vimenti meccanici, ripetuti e contati, distoglie con positività dal malessere fisico o dell’anima: oltre a ridurre il dolore, risulta terapeutico contro la depressione Inoltre, la possibilità di vedere crescere la propria lavorazione stimola a perseguire l’obiettivo.

3 concentrazione: allena la concentrazione. L’alto livello di attenzione favorisce l’impegno e convoglia le proprie energie verso l’obiettivo finale. Inoltre è provato che, dedicarsi con costanza a questa passione, aiuta a conservare giovane il nostro cervello e le relative funzioni connesse. 8

4 socializzazione: può incrementare la socializzazione.Grazieai molteplici gruppi di lavoro, il tricotage consente alle persone di interagire con allegria durante la fase della creazione, favorendo così incontri e conoscenze. Non solo: aiuta a condividere. Aprirsi mentre si lavora coi ferri, a testa bassa, diventa del tutto naturale, agevolando così un confronto diretto e senza giudizi. 5 introspezione: sostiene gli iperattivi nel tenere a bada l’urgenza di svolgere più cose alla volta e a disintossicarsi dai ritmi convulsi delle nostre giornate. In altre parole, equivale a una pausa di riflessione rispetto ai problemi quotidiani oltre a generare un alto livello d’introspezione. 6 buonumore: sferruzzare mette decisamente di buonumore. L’atto generoso del donare sommato a dopamina/ serotonina della fase creativa rappresentano un cocktail esplosivo. 7 autostima: infine, incrementa l’autostima. I suddetti effetti benefici uniti ai risultati tangibili di questa attività amplificano la fiducia nelle proprie capacità. In conclusione, una piacevole nota di natura intergenerazionale: fare la maglia avvicina le persone, permettendo ai più giovani di ricevere insegnamenti da chi ha già qualche capello bianco.

Un po’ di storia

La data dell’invenzione è antecedente alla nascita dell’artigianato e successiva alla tessitura dei filati. La sua storia non è dunque databile a causa della scarsa resistenza nel tempo dei filati. Si ritiene che questa lavorazione sia nata nel mondo arabo e da lì si sia poi diffusa con le Crociate fino in Spagna. I primi

creatori del tricotage furono i nomadi delle zone desertiche del Nord Africa e all’interno della famiglia, i primi a occuparsene furono proprio gli uomini. Tuttavia il termine «lavorare a maglia» non è stato esportato e tradotto fino al tredicesimo secolo. Con l’invenzione della macchina per maglieria questa arte domestica si trasforma da categoria essenziale a vero e proprio passatempo. La regina Vittoria fu una magliaia prolifica fino alla sua morte.In tempi assai più recenti il tricotage ha mietuto parecchie vittime fra i divi di Hollywood: da Russel Crowe a Julia Roberts, da Kiefer Sutherland alla top model Cara Delevigne, la mania di incrociare filo e ferri continua a fare proseliti.


Come dove quando

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ALIMENTAZIONE

Un mango leggendario

Dolce, profumato ed esotico Questo frutto, che ha le sue origini nel subcontinente indiano, vanta una lunga storia, anche se la sua diffusione in Occidente, soprattutto per quanto concerne la grande distribuzione, risale agli ultimi decenni (solo nel periodo che va dal 2002 al 2006 il consumo in Europa è raddoppiato). Considerato sacro dagli indù (un frutto maturo è tenuto in mano da Ganesh come simbolo di perfezione) e usato come ornamento nei templi, il mango è citato in molte leggende indiane ed è il frutto nazionale anche del Pakistan e delle Filippine. Disponibile tutto l’anno, oggi viene coltivato in quasi tutti i paesi tropicali e subtropicali, nelle zone non soggette a gelo, come per esempio in Spagna e in Italia meridionale (la produzione siciliana è di alta

qualità). I mango rappresentano inoltre circa la metà della produzione complessiva mondiale di frutta tropicale. Di consistenza morbida e polposa, emana un profumo dolce e resinoso al contempo (il mango produce etilene), e offre al gusto un sapore dolce e gradevolmente acidulo, fresco e aromatico. Il seme al suo interno ha una consistenza fibrosa e assai particolare. Le sue proprietà sono molteplici: è ricco di vitamine, polifenoli e carotenoidi oltre a contenere potassio, rame e 17 diversi amminoacidi. Eccellente dal punto di vista nutritivo e per la presenza di antiossidanti, utili sia a livello circolatorio sia come antitumorali, a causa dell’elevata presenza di zuccheri deve essere consumato con moderazione dalle persone affette da diabete. t7

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PRODUZIONE ANNUALE DI MANGO *IN MILIONI DI TONNELLATE+

D C

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A B C

INDIA 15 CINA 4 TAILANDIA 2.5

D E F

INDONESIA 2 MESSICO 1.8 PAKISTAN 1,8

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BRASILE 1,3

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Protagonisti

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sette domande

Lorenzo Albrici

Sono un tipo dalla scorza dura ma con i miei figli mi sciolgo Partiamo dalla sua città, Bellinzona. Che cosa rappresenta per lei? È la mia città, quella in cui sono nato e cresciuto. È la città dell’infanzia e dei ricordi. Dopo aver trascorso molti anni lontano, per seguire la mia professione, sono tornato. Alla soglia dei cinquant’anni posso dire di conoscerla bene, di coglierne pregi e difetti. Purtroppo vedo che Bellinzona sta lentamente morendo, forse un destino comune ad altre città ticinesi. Ricordo che una volta si usciva e i locali erano affollati di gente che arrivava anche da fuori per prendere un aperitivo, per cenare, per divertirsi. Oggi c’è poca scelta, non solo per i giovani ma anche per gli adulti. I negozi storici hanno chiuso e per fare determinati acquisti bisogna andare altrove. Un peccato. Anche a livello culturale si dovrebbe cercare di ampliare l’offerta. Mi rendo conto però che non è una cosa semplice con i tempi che corrono. D’altro canto è una cittadina a misura d’uomo, ci si conosce tutti, non è troppo caotica. Intorno alla città ci sono spazi molto belli e, un grande pregio di Bellinzona, è la sua posizione centrale: in un attimo siamo a Lugano e a Locarno. E nelle nostre belle valli. 1

2 Lei si è appena sposato: un passo importante. L’ho fatto alla veneranda età di quarantanove anni con la mia compagna. Il matrimonio è stato il coronamento di tutto. Quando ti sposi a vent’anni non sai che cosa ti riserva la vita. Diciamo che non mi sarei sposato né a vent’anni, né a trenta e nemmeno a quaranta. 3 Quali sono state le persone più importanti della sua vita? I miei genitori, che mi hanno insegnato la disciplina. E lo chef di cucina dove ho iniziato l’apprendistato, all’Hotel Orse-

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il personaggio

Classe 1967, Lorenzo Albrici è nato e cresciuto a Bellinzona dove lavora dal 1998 come chef proprietario della Locanda Orico, ristorante stellato Michelin. Nel 1983 intraprende l’apprendistato di cuoco e inizia a lavorare nelle cucine di grandi hotel dell’Engadina e in importanti città svizzere. Ha frequentato la scuola gastronomica francese di cucina ed enologia Ritz-Escoffier a Parigi e, tra le altre esperienze, ha coadiuvato la brigata del ristorante di Frédy Girardet.

lina. A quindici anni andare via da casa per lavorare in una cucina, imparare a gestirsi da soli, non è stato facile. Lui era molto severo, esigente, mi ha fatto sputare sangue ma mi ha insegnato molto. È lì che mi è venuta la «scorza dura», che non è solo un pregio, mi rendo conto. Oggi tanti piagnistei non mi toccano perché mi sembrano inutili. Capita che sia eccessivamente duro anche con i miei dipendenti. A livello professionale per me o e bianco o è nero. Mi dicono che c’è anche il grigio, ma io non lo vedo. A volte questo atteggiamento mi ha causato problemi. Solo per i miei due figli mi sciolgo: per loro farei di tutto. 4 Un aforisma di Virginia Woolf recita: «Uno non può pensare bene, dormire bene, amare bene se non ha mangiato bene». È d’accordo? Attorno a un tavolo si trascorrono momenti importanti: si parla, si discute, si lasciano perdere i problemi e si pensa positivo. Intorno a un tavolo nascono relazioni, non a caso una delle prime cose che fanno due persone che desiderano conoscersi, è uscire insieme a cena. Intorno a un tavolo si concludono affari. Sedersi a mangiare insieme, in famiglia o tra amici, è un momento di condivisione e di gioia.

Che cosa fa quando non è ai fornelli, nel suo tempo libero? Ho poco tempo e quello che mi rimane è spesso legato alla professione: leggo riviste di settore e mi informo. Ovviamente passo più tempo possibile con la mia famiglia. E mi dedico allo sport, una mia grande passione da sempre. Continuo a praticare sci, ogni tanto corro e poi faccio il tifo per il mio amato Bellinzona. 5

6 Un libro, un film e un luogo del cuore. Non sono mai stato un gran lettore, un cruccio per mia mamma che era bibliotecaria. Non sono nemmeno un fanatico del cinema perché ho poco tempo e guardo poco la televisione. Uno dei miei film preferiti resta Ventimila leghe sotto i mari, forse perché è stato il primo che ho visto al cinema da ragazzo. Il luogo? Direi St. Moritz. Lì ho vissuto dai 18 ai 20 anni, gli anni d’oro della località. Ho molti legami e amicizie ancora oggi in Engadina. Mi affascinano le sue montagne, la sua natura, la possibilità di fare passeggiate, di sciare, di divertirsi. 7 Un sogno ancora da realizzare? Mi ritengo una persona fortunata, ho realizzato tutti i miei desideri vivendo molto intensamente. Ho ricevuto anche riconoscimenti inaspettati e non ho rimpianti. Credo poi che nella vita ci si debba anche accontentare, non tutti sono dei Roger Federer. Nella società di oggi si vuole sempre di più, fino all’esasperazione e questo accade anche nella mia professione dove si è valutati per il numero di stelle o di riconoscimenti, senza obiettività. In effetti, un piccolo desiderio ce l’ho (risata, ndr): speriamo che il Bellinzona torni presto in serie A.

Intervista di Federica Baj Foto di ©Fiorenzo Maffi/CdT



Protagonisti

ticino7

ore sette

convento del bigorio, ore 7 e ore 19 di sabato 22 ottobre 2016.

12

Foto di ŠGiorgia Panzera


Spiriti liberi

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Chocoholics Cosa c’è di meglio di una pralina al cognac? Dal liquore Cocktail di Casa Nobile ai boeri e ai Grand Cru, il cioccolato si erge a irresistibile tentazione. Scrive Alba Minadeo

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entre si legge non bisogna fare altro: né sentire musica, né bere, né mangiare. Così scrive in Avere o essere? Erich Fromm, lo psicanalista e sociologo tedesco che trascorse gli ultimi anni della sua vita a Muralto. In effetti, quando si gusta un cioccolatino al liquore è meglio non farsi distrarre dalla lettura, ma chiudere gli occhi quella ciliegia immersa nel maraschino Una ciliegia intera immersa nel maraschino e ricoperta di puro cioccolato fondente: ecco i «graffioni» Bardini di Piacenza. Le eleganti Ganaches Liquorose di Guido Gobino (Torino) sono quattro: al Barolo Chinato, al Vermouth Classico, al Vermouth Antica Formula e alla Grappa. Ma i dolci al cioccolato più noti sono i Cuneesi al Rhum, creati nel 1923 da Andrea Arione: due cialde di meringa che racchiudono una crema pasticceria al cioccolato fondente e rhum, rivestite da uno strato di cioccolato fondente. Nel 1954, Ernest Hemingway sostò un’ora a Cuneo per acquistarli e portarli alla moglie.

(e il libro) concentrandosi sull’effimera voluttà sprigionata dalle papille gustative. Dal più profondo scaturisce un sospiro di piacere. Soprattutto se in bocca si sta sciogliendo una pralina al liquore Cocktail di Casa Nobile (Bätterkinden, Canton Berna), per esempio Cosmopolitan N° 5: copertura Grand Cru, vodka, succo di mirtilli e Cointreau. Come per il famoso profumo, ne bastano due gocce. Chi riesce a non prenderne un’altra, e a rimettersi a leggere, è uno spirito libero. Fino alla prossima pralina. tutta poesia «Non c’è al mondo altra metafisica che i cioccolatini» recita un verso di Tabaccheria di Fernando Pessoa: con questa poesia, vi suggeriamo di gustare il sigaro di cioccolato Venchi, con doppio strato fondente. Anche chi ha inventato le praline è, a suo modo, un poeta: nel 1812, il belga Jean Neuhaus trovò il modo di racchiudere liquore e marzapane in un scrigno di cioccolato e, nel 1857, brevettò il Ballotin, la tradizionale confezione

simbolo d’eccellenza della pralineria in tutto il mondo, da riempire al momento con un assortimento di praline a scelta del cliente. E così, visto che «La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!», come dice Forrest Gump, si possono comporre scatole anche di sole praline al liquore. L’alternativa è «andare a tavoletta», con il cioccolato al latte Lindt, ripieno di Irish Coffee: «150 grammi di meditazione». Oppure con quello al liquore di Camille Bloch, prodotto da sessant’anni secondo le ricette del fondatore - ideatore del cioccolato al liquore senza crosta allo zucchero - con ripieni raffinati come Cognac, Williams, Grappa e Kirsch. Un classico per eccellenza è il boero, come viene chiamato in Italia. È un cioccolatino con una ciliegia sotto spirito in uno spesso guscio di cioccolato fondente, creato durante i primi del Novecento dal pasticcere svizzero Emil Gerbeaud - che da Ginevra si trasferì a Budapest - diventato famoso nel resto del mondo proprio come Gerbeaud bonbon.

delizie al Brunello di montalcino «L’incontro del Brunello di Montalcino con il cioccolato è stato un colpo di fulmine quando ho bevuto un Brunello dopo aver assaggiato una scheggia di cioccolato fondente, scoprendo di colpo quanto fosse profondo l’accordo tra i due. Da allora ho cercato di riproporre quel colpo di fulmine e di tenerlo al riparo dalla banalità». Queste le parole di Silvana Biasutti, creatrice di «Chocolat. I colori del Brunello»: bâtons di cioccolato fondente extra, ripieni di vino. Il cacao pregiato (77%) avvolge un piccolo sorso di Brunello. Più che un cioccolatino è un prodotto capace di evocare il terroir di Montalcino.

Il mIglIor prodotto del mondo

Per scrivere la seconda edizione della guida «Chocolate - The Reference Standard. The chocolate tester (2015)», Georg Bernardini ha degustato settanta chili di cioccolato in settanta paesi. Ha analizzato sapore, aroma, aspetto, scioglievolezza, etica, trasparenza e sostenibilità degli ingredienti di 550 marchi. Nella top ten dei venticinque migliori produttori, anche gli svizzeri Idilio e Casa Nobile. Unico marchio italiano della lista è Domori di None (Torino) il cui fondatore, Gianluca Franzoni, è stato definito «un pioniere della qualità, un visionario». Il solo ad aver ricevuto 98 punti su cento, mentre gli altri non sono andati oltre i 96,6. 37


Ticino e non solo

sette continenti

Fiabesca Zermatt

Tutta la magia sotto al Cervino

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ermatt ha un non so che di epico. Sarà il fatto che per raggiungerla si deve abbandonare la macchina e imbarcarsi in un’avventura che porta a 1.620 m di altezza. Sarà per via del Cervino, piramide tettonica che, grazie a fotografie e cioccolata è divenuta un’icona globale. Fatto sta che la fantasia dipinge questa località, situata nella parte di lingua tedesca del canton Vallese, come un luogo fiabesco e la realtà certo non delude. L’esperienza inizia con il trenino che si inerpica, sinuoso, tra le anse alpine. Rosso ed efficiente, si staglia con piglio patriottico sul candore innevato. Una volta a bordo, traffico, stress e semafori diventano un ricordo lontano. Alla

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stazione ferroviaria di Zermatt, chi ha prenotato una stanza in hotel potrebbe venire accolto da un’electro-mobile. Questi stravaganti trabiccoli paiono la versione alpina dei rickshaw indiani e sono gli unici mezzi di trasporto con diritto di circolazione. D’altro canto il villaggio di Zermatt, fatto di chalet tradizionali e strutture di dimensioni modeste, è piccolo e piacevole da girare a piedi. Un lUogo Unico al mondo L’unicità della località ne ha fatto una meta ambitissima. Basti pensare che, grazie alla passione delle produzioni Bollywoodiane per le location svizzere, il numero di turisti indiani che arriva-

no ai piedi del Cervino negli ultimi anni è duplicato. Americani, sud americani, russi ed europei di ogni dove seguono a ruota. Camminando per le stradine di Zermatt le chiacchiere si confondono in un allegro brusio poliglotta. La forza di Zermatt oggi risiede nell’equilibrio tra tradizione e modernità. Lo si nota nel design studiato di ristoranti e hotel e nell’armonia con cui le nuove strutture si affiancano a quelle tradizionali. Notevoli quelle dell’architetto locale Heinz Julen – che ha firmato numerosi hotel, spa e ristoranti della località ( foto in alto a destra) – sculture abitabili di vetro e legno. Con intelligenza, Zermatt ha saputo conservare la sua accogliente atmosfera, ma si è an-


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L’igloo più grande del mondo Dal 10 gennaio 2.000 ore Di lavoro, 14.000 mattoni Di ghiaccio e neve, 2,9 metri Di larghezza e 9,92 metri Di altezza. sono Questi i numeri che compongono il nuovo igloo Di zermatt, costruito in una zona Di eDifici Di neve esistente Da circa 20 anni.

Dove mangiare

Dolce La Bäckerei Fuchs trasforma l’imponente Cervino in micro sculture di cioccolato: il souvenir perfetto! Chic Chez Vrony, meta gourmet ambita per cenare con stile, predilige prodotti bio & locali. Sulle piste Käsestube Furgg per una pausa fondue in vetta.

Dove Dormire Lusso Coeur des Alpes o Heinz Julen Loft, entrambi a cura dell’architetto locale Heinz Julen. Vista spettacolare Bellerive Zermatt e i suoi panorami da sogno. Low Budget The Matterhorn Hostel per un’esperienza conviviale.

attività

che sviluppata come moderna stazione turistica all season. Qui è possibile sciare tutto l’anno così come godere di lunghe camminate, o arrampicate, nei mesi estivi. Cibo, musiCa e molto altro Zermatt è un oste accomodante, accogliente per le famiglie, intrigante per i giovani e über-romantisch di natura e non è raro che venga scelta come destination wedding da giovani coppie in procinto di sposarsi. Nei giorni di Zermatt Unplugged, festival dedicato alla musica acustica, il paese mostra la sua anima più giovane, rock e festaiola. Artisti di tutto il mondo si ritrovano a suonare sulle piste, i campi

da tennis diventano palcoscenici e gli spiazzi liberi vengono occupati da tendoni da circo assolutamente cool. Non è necessario dire che in questi giorni Zermatt cambia volto, fa le ore piccole assieme alle frotte di giovani di tutte le età accomunati dall’amore per la musica. I gourmet invece accorrono in estate per il Swiss Food Festival, giunto quest’anno alla 6° edizione. Sparpagliati lungo tutto l’anno, gli avvenimenti non mancano e dimostrano la vivacità che caratterizza questo splendido luogo. Ottimi collegamenti, splendidi impianti e piste chilometriche rendono Zermatt una meta sfiziosa. Un viaggio di Keri Gonzato

Movimento 360 km di piste per sci e snowboard a 4.000 m 365 giorni all’anno oltre a tonificanti camminate estive. Relax Lasciatevi coccolare da una delle numerose SPA, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Avventura La scalata del Cervino per gli impavidi (4.478m). Musica Zermatt Unplugged che il prossimo anno si terrà dal 4 all‘8 aprile. 39


Ticino e non solo

viaggiare

Il mondo in tasca Da BlaBlaCar a HolaBoat, dalle crociere sui cargo al CouchSurfing, da Airbnb a ScambioCasa fino agli alloggi nei conventi: internet reinventa il viaggio a basso costo o addirittura quasi gratis. Scrive Alba Minadeo

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i definisce anche consumo collaborativo e si basa sulla condivisione di mezzi di trasporto e alloggi gratuiti o a prezzi molto ridotti. Il travel sharing offre l’occasione di conoscere persone in tutto il mondo e intrattenere con esse scambi culturali. Ecco allora sette diversi modi di viaggiare per pianificare nuove esperienze di vacanza e di vita. BlaBlaCar I passaggi organizzati sono molto più comodi e sicuri dell’autostop: la spesa del viaggio viene suddivisa (risparmiando fino all’80% sul costo di carburante e pedaggi autostradali), non si viaggia soli e si contribuisce a ridurre traffico e inquinamento. La piattaforma più famosa in Europa è BlaBlaCar che mette in contatto gli automobilisti con chi cerca un passaggio. Ha più di sei milioni di iscritti e decine di migliaia di destinazioni. HolaBoat Dal 2011, al Lindli di Sciaffusa, esiste una fermata di autostop acquatico gratuito, un punto d’incontro per i capitani e chi vuole compiere una crociera sul Reno. Nel 2015, in Ligura è nato HolaBoat, un boatstop simile a BlaBlaCar, anche detto boat & breakfast o l’Airbnb tra le onde, che connette gli amanti del mare e i proprietari di barche desiderosi di condividere esperienze a bordo. Dalla barca a vela al kayak, dalla pesca sportiva a un aperitivo tra i delfini: la nautica diventa semplice, appassionante e alla portata di tutti. CroCiera sui Cargo Un’alternativa economica per solcare i mari di tutto il mondo è viaggiare su una nave che trasporta container. Può ospitare fino a dodici passeggeri e le cabine sono semplici, ma confortevoli. Si cena con il capitano e gli altri

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ufficiali, e si entra in contatto con tutto l’equipaggio, proveniente da varie parti del mondo. Per saperne di più: grimaldi-freightercruises.com, seaplus. com, freighter-travel.com. CouCHsurfing Dal surf sulle onde a quello sul divano: CouchSurfing è una rete no profit di ospitalità mondiale che collega dodici milioni di viaggiatori in oltre 230.000 città, offrendo pernottamenti gratis ai membri iscritti. Questa forma di interscambio culturale consente a chi ospita di conoscere persone straniere senza uscire di casa e ai surfers di partecipare alla vita locale. Altre piattaforme sono BeWelcome, Tripping e Hospitality Club. Tutte si basano su un meccanismo di feedback simile a quello delle aste online, per cui gli

ospiti/ospitanti possono lasciare un commento. Altre reti prevedono il pagamento di una quota, come Servas, un’associazione internazionale per la pace e l’amicizia, o Pasporta Servo, rete di amicizie tra esperantisti. ospitalità nei Conventi Negli ultimi anni in Europa – forse a causa della diminuzione delle vocazioni e del relativo aumento degli spazi disponibili – conventi, monasteri e foresterie delle abbazie hanno aperto le porte al turismo non solo di tipo religioso, ma anche culturale. Spesso questi alloggi si trovano in luoghi bellissimi, in mezzo alla pace e alla natura, e i costi sono contenuti o a offerta libera. Anche in Svizzera esiste la possibilità di pernottare in queste strutture, consultando la pagina web myswitzerland.com.


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Consigli/ VIAGGIANDO, cercAte DI DAre sempre uNA buONA ImpressIONe DI sIcurezzA, mOstrANDO DI AVere IN mANO Il cONtrOllO DellA sItuAzIONe. ANche se IN reAltà cI sI è tOtAlmeNte persI, questO spessO eVItA lA pOssIbIlItà DI fAre spIAceVOlI INcONtrI.

VIAGGIARE LAVORANDO Un’alternativa per girare il mondo senza spendere è il Wwoof, l’organizzazione che mette in contatto le fattorie biologiche con chi vuole offrire il proprio aiuto in cambio di vitto e alloggio, e che consente anche di fare house-sitting. Per risparmiare sugli spostamenti, esistono dei percorsi a piedi, tracciati su siti come, per esempio, Ammappalitalia. Un lavoro molto richiesto per viaggiare guadagnando è il cantante, il cuoco, il prestigiatore o il mozzo sulle navi da crociera. Fare il guardiano del faro part time è molto ambito, ma potete anche affittarne uno per pernottarvi con gli amici.

IL GIRO DEL MONDO IN 15 SCALI È il sogno di quanti, soprattutto giovani, lavorano sodo per mettere via i soldi, prendersi un gap year e partire per stare via almeno un anno. Questo è il tempo massimo consentito dal Round The World Ticket (RTW), biglietto per il giro del mondo, per prenotare aerei nei cinque continenti con una spesa inferiore rispetto a quella delle singole tappe, facendo al massimo quindici scali, attraversando una sola volta l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico. Per chi si accontenta di un giro in Europa, c’è il classico interrail o Flixbus, la Ryanair su ruote, il low cost dei bus e Greyhound nostrano.

VAGABONDI LETTERARI La vita errabonda è sempre stata la predilezione di molti autori, primo fra tutti Hermann Hesse che scrisse diversi racconti su questo tema, raccolti nel libro Storie di vagabondaggio. George Orwell fece un’esistenza sulla soglia della povertà a Parigi e una da homeless a Londra, che poi descrisse nel suo libro Senza un soldo a Parigi e a Londra. Mentre La strada per Klockrike, dello scrittore svedese e premio Nobel Harry Martinson, offre uno sguardo sulla vita, la natura e l’uomo dal punto di vista di un vagabondo. Il mirabile La polvere del mondo, racconto di un viaggio in Oriente compiuto nel 1953 dal ginevrino Nicolas Bouvier su una Fiat Topolino, è un cult per coloro che amano affrontare le strade su mezzi di fortuna. Il diario Sentieri sul ghiaccio narra del viaggio a piedi di Werner Herzog da Monaco a Parigi, nel 1974, seguendo un percorso in linea retta: «Il turismo è peccato e viaggiare a piedi virtù», il motto del draconiano regista tedesco. Per chi volesse poi cominciare a fare poditurismo, ecco un sito con la mappa dei percorsi: wanderland. ch/it/svizzera-a-piedi.html. Le persone che preferiscono vagabondare in bicicletta, sui pattini, in canoa possono invece cominciare da qui: myswitzerland. com. Sempre su questo sito, si trovano anche gli alloggi alternativi che offre la Svizzera, tra cui sette iurte originali mongole.

Airbnb È certamente la più famosa piattaforma di bed&breakfast e mette in contatto le persone che offrono alloggio con quelle che lo cercano, in tutto il mondo. Gli annunci includono stanze private, appartamenti, castelli, ville, barche, baite, case sugli alberi, igloo o isole private. Il tutto, per una frazione del prezzo di un hotel o di un booking website. Per chi è stanco della sensazione impersonale di alberghi e ostelli, una soluzione è pure offerta da Accoleo, un clone tedesco, e dal portale inglese Crashpadder, entrambi di proprietà di Airbnb. Appartamenti e case vacanze anche su Wimdu. ScAmbiO cASA È una modalità sempre più praticata dai viaggiatori per alloggiare gratis ovunque nel mondo. Nato dall’idea di

un gruppo di insegnanti svizzeri e olandesi, nei primi anni cinquanta, in cerca di un modo economico di viaggiare e di scambi culturali, oggi il leader mondiale ScambioCasa (HomeExchange) ha oltre 65.000 case (camper, bungalow, stanze nei castelli, ville) in 150 paesi. Altri siti analoghi sono: HomeLink, Night Swapping, Trampolinn, Stay4free, Cosmopolit Home, Behomm, GuestToGuest, Ivhe, Intervac, HomeforHome, Love Home Swap, Digsville. Per concludere questo viaggio virtuale, vi segnaliamo alcuni social network dove conoscere e contattare viaggiatori con i vostri stessi interessi: iloho, Triptrotting e infine gtrot, una community globale tipo Pinterest per sfogliare gli album di viaggio dei gtrotter di tutto il mondo. Buona navigazione! 41


Tendenze

grandi marchi

Al massimo della moda Nata nel 1951 e prima azienda italiana di prêt à porter, MaxMara già nel nome, dal suono incisivo e facile da pronunciare, dichiarava la sua vocazione cosmopolita e internazionale. Scrive Marisa Gorza

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luogo: Reggio Emilia. L’anno: 1951. Obiettivo: produrre abbigliamento femminile di haute gamme. All’inizio sono soprattutto capispalla ispirati alla più sofisticata couture française, tagliati nelle stoffe deluxe in una gamma di colori e dettagli innovativi. Innovativi sono soprattutto la visione strategica e l’acume imprenditoriale del fondatore, Achille Maramotti, che lo inducono a servirsi delle tecnologie industriali all’avanguardia, impensabili in quei tempi in una nazione dove la moda era considerata un’attività prettamente artigianale. Un paese in cui vigeva ancora la sartoria per «la moglie del dottore» e la sartina per le signore e signorine meno abbienti. Così il lungimirante Cavalier Achille (mancato nel 2005), personalità vulcanica e ricca di interessi (è stato un notevole appassionato di arte contemporanea e la sua collezione è oggi aperta al pubblico a Reggio Emilia), importava nel Bel Paese, non solo quel modello di confezione in serie già ampiamente sviluppato negli Stati Uniti, ma anche gli standard delle taglie non ancora canonizzate. Sempre mantenendo il target di riferimento e di stile con capi raffinati dall’essenza squisitamente sartoriale.

Passione di famiglia Il neonato gruppo MaxMara creato da Achille Maramotti dava di fatto continuità a una grande passione di famiglia poiché la bisnonna Marina Rinaldi gestiva già a metà dell’Ottocento un importante atelier, mentre la madre, Giulia Fontanesi, aveva istituito una famosa scuola di taglio e cucito. Le creazioni MaxMara ottengono subito gran successo, basti ricordare lo storico cappotto cammello e il tailleur rosso geranio della prima collezione. In breve, sotto l’egida del marchio, ormai lanciatissimo, fioriscono una pluralità di brand con guardaroba completi pen42


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sette filosofie 1. Max Mara

La linea ammiraglia è dedicata a una donna glamour e raffinata, che non rinuncia a praticità e dinamicità. Tradizione sartoriale, status, lusso dei materiali e spirito cosmopolita sono i tratti distintivi.

2. Sportmax

Nasce nel 1969 come sintesi e anticipo delle tendenze di moda internazionali. Estremamente curata e all’avanguardia la ricerca dei nuovi materiali e l’evolversi delle linee.

3. Week End Max Mara

Nata nel 1984 come collezione per il tempo libero, nel corso degli anni ha assunto l’identità di un guardaroba declinato nelle svariate categorie merceologiche e corredato da un’ampia gamma di accessori. Per vestire ogni occasione del quotidiano.

4. Max&Co

Progetto pensato per le più giovani fatto di abiti, complementi e idee da mixare in libertà creativa. Per un modo di essere eclettico, ludico e curioso, ma sempre consapevole.

5. Marella

Propone un’offerta completa e diversificata dallo spirito fresco e giovane al passo con i trend più attuali. Cappotti, giacche e tailleur da abbinare a piccoli pezzi easy chic, il tutto con un attento equilibrio qualità-prezzo. Stessa attenzione ritrovata nel brand iBlues il cui punto di forza è la maglieria insieme ad abitini versatili e giocosi.

6. Pennyblack

i numeri nel mondo Il Gruppo MaxMara, oggi uno dei più importanti a livello mondiale, consta di 23 linee complessive, ha 2.668 boutique sparse su 105 paesi e più di 5.000 dipendenti occupati nelle diverse sedi del mondo. Rappresenta inoltre un modello e un punto di riferimento per il ready to wear italiano e internazionale, dove l’entusiasmo e la determinazione del fondatore Achille Maramotti trovano continuità nelle nuove generazioni, soprattutto nei figli Maria Ludovica che si occupa del prodotto, Luigi di strategie e mercati e Ignazio di logistica. Sofisticati negozi monomarca si affacciano sulle più famose strade dello shopping delle metropoli quali Milano, New York, Londra, Lugano, Tokyo, ma anche in Sud Africa, Australia, Brasile, Arabia Saudita e in Cina. Tant’è che il fatturato globale nel 2015 ha raggiunto i 1.380 milioni di euro con una incidenza dell’export del 60%. Un grande risultato.

sati specificamente per donne di età, morfologia e life style differenti. Nondimeno il gruppo custodisce e sviluppa costantemente il proprio know-how legato alla manifattura del capo. A tal fine, a partire dagli anni Ottanta, un’azienda del gruppo, la Manifattura di S. Maurizio, viene interamente dedicata alla ricerca e allo sviluppo delle soluzioni tecnologiche ottimali per la realizzazione dei capi, nonché al controllo della qualità durante tutte le fasi del ciclo produttivo. Compreso naturalmente il proficuo interscambio con gli uffici stile delle diverse linee. Alcune rifiniture sono poi aggiunte a mano nel rispetto della tradizione artigianale. Il risultato? Pezzi davvero unici, vere e proprie opere d’arte da indossare con piacere e orgoglio.

Firma uno stile contemporaneo e round the clock tanto per raccontare le tendenze più forti di ogni stagione suddividendole in tre label. Dalla Black Label per l’everyday funzionale e smart alla Gray Label dalle soluzioni casual, alla Pink Label per tutte le occasioni speciali quali cerimonie e party. Corredate da divertenti accessori tra i quali gli stivali delle 7 leghe e la micro clutch, borsettina per le ore piccole.

7. Marina Rinaldi

L’introduzione di questo brand ha rappresentato una svolta nella storia del costume, proponendo per la prima volta un guardaroba integrale e fashion per donne con le curve. L’obiettivo è stato quello di valorizzare la bellezza delle forme femminili poiché style is not a size, but an attitude. Anche per il brand Persona conta la persona e non la taglia con capi e corollari dalle studiate, morbide silhouette, ricche di stile e brio. 43


Tendenze

sette ingredienti

Un pane che ti sorprende Preparato in pentola e cotto al forno, è ideale per il pranzo domenicale, ma svuotato della mollica si trasforma in un perfetto involucro per il «party». Affettato e tostato, infine, diventa una chips che accompagna le vellutate. Scopriamolo. Cucina Eleonora Postizzi

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hi ha pane non ha denti e viceversa: si diceva così no? Be’, mai proverbio fu più azzeccato. Io ne aggiungo un altro: «Qual è il colmo per un celiaco? Cucinare in continuazione del pane (con glutine)». Già, perché se c’è una cosa che amo cucinare è proprio il pane. Sarà che è alla base della nostra cultura alimentare, sarà la tradizione, la storia, quel profumo che si sprigiona in casa, o – ancora - la faccia raggiante dei commensali quando dici «sissignori, questo pane l’ho cucinato io». Sarà la magia di creare una pagnotta croccante con pochissimi ingredienti. Sarà. Eppure non per tutti è così. Anzi, alcuni ritengono che «panificare» in casa sia una grande complicazione, persino una noia. Che bisogna avere tempo, molto tempo, e pazienza. Che ci vuole qualche accorgimento, e troppo impegno. Ma, attenzione, non è sempre così. Fortunatamente esistono ricette infallibili e facili da realizzare. Partiamo, per esempio, dicendo che non c’è bisogno di un’impastatrice, e nemmeno di particolari abilità culinarie. È vero, ci vogliono quattordici ore di lievitazione, ma in realtà è solo questione di organizzazione. Prima di andare a dormire si prepara l’impasto, l’indomani lo si piega e lo si rimette a lievitare. Si cuoce in forno e zac! Il pane per il pranzo domenicale è servito. Crosta croccante, mollica morbida, profumo inebriante. Non sono stata abbastanza convincente? Anche se dicessi che si può svuotare all’interno, trasformandolo in un «pane party» o «pain surprise»? O che tagliato a fettone – e imburrato o coperto di marmellata – è una bomba per colazione? O, ancora, che servito sottile sottile, magari dopo essere passato dall’affettatrice, e tostato in forno diventa una sorta di chips deliziosa per accompagnare le vellutate? A furia di parlarne mi è venuta fame: corro in cucina a prepararne uno per questo weekend!


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TIPO DI RICETTA PER 1 PAGNOTTA TEMPO:1 ORA E 15 MINUTI DI COTTURA DIFFICOLTÀ: BASSA

GLI INGREDIENTI PER UNA TEGLIA DA 24626 CM 250 G DI FARINA MANITOBA 200 G DI FARINA 00 350 G DI ACQUA TIEPIDA 3 G DI LIEVITO DI BIRRA FRESCO 1 PIZZICO DI ZUCCHERO 6 G DI SALE 1 SPOLVERATA DI FARINA DI SEMOLA

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PROCEDIMENTO 1-2 In una ciotola lavorare con un cucchiaio le due farine con il lievito sbriciolato, lo zucchero, l’acqua e il sale, fino a ottenere un composto umido e ancora leggermente grumoso. Coprire con un sacchetto e lasciar lievitare per almeno 12 ore.

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3-4-5 Spolverare il piano di lavoro con la farina di semola. Rovesciare la massa lievitata e piegare i bordi verso l’interno (da sopra a sotto, da destra a sinistra, da sotto a sopra, da sinistra a destra); formare con l’aiuto di una spatola una palla e posizionarla in una ciotola coperta da un canovaccio e abbondantemente infarinata con le pieghe verso il fondo. Coprire di nuovo con un sacchetto e lasciar lievitare altre 2 ore. Scaldare il forno alla massima temperatura con all’interno una pentola di ghisa (con coperchio). 6 Rovesciare con delicatezza il pane all’interno della pentola facendo attenzione a non scottarvi! Coprire con il coperchio e infornare per 15-20 minuti. Abbassare la temperatura a 240°C (se il vostro forno raggiunge solo i 230°C, mantenete questa temperatura), togliere il coperchio e continuare per altri 10 minuti o fino a quando la crosta non risulterà ben dorata. 7 Sfornare, togliere dalla pentola e lasciar raffreddare su una griglia. Servire e gustare.

CURIOSITÀ

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Essendo un pane con molta mollica, si conserverà senza problemi per qualche giorno. Se proprio voleste togliere la mollica in eccesso, la stessa vi potrebbe servire per delle semplici polpette di pane, bocconcini croccanti fuori e morbidi dentro, per un delizioso antipasto finger food. 45


Relax

stelle & curiosità l’oggetto La chiave

Astroparade

di Betty

I Gemelli, rafforzati da Marte, seguono un indaffarato Acquario. Mentre il Leone arretra sotto il peso del suo solito egocentrismo, il Capricorno, un po’ smemorato, s’infiamma d’amore Lasciando da parte simbologie, allusioni sessuali e relative anedottiche – con buona pace dell’ormai ottuagenario Tinto Brass, regista del celebre film che ebbe come protagonista una strabordante Stefania Sandrelli –, la chiave ha subito nel corso dei secoli una costante trasformazione fino alle attuali tecnologiche forme. Il principio di fondo è quello elaborato dagli antichi egizi, basato sostanzialmente sul meccanismo (la chiave sollevava dei pioli di legno che, allineandosi, consentivano lo scorrimento del chiavistello) che ispirerà poi Linus Yale Senior (il nome sono sicuro che vi dice qualcosa), inventore della serratura a cilindro e a pistoncini che tutti conosciamo, brevettata nel 1861. Noi altri, come sempre, ci abbiamo poi messo del nostro inventando il cosiddetto «cilindro a profilo svizzero» (la chiave punzonata, inseribile indistintamente nei due versi, fu introdotta per la prima volta nel 1934 da Fritz Schori, capo della produzione dell’azienda svizzera Bauer, oggi divenuta Kaba). Ma al di là delle tante variazioni sul funzionamento più tradizionale dell’oggetto in questione, quello caro a Brass, per intenderci, la tecnologia, con il wireless, le card magnetiche, il riconoscimento oculare e le impronte digitali ha travalicato ogni metafora, portandoci davanti a porte che si aprono con un leggero scatto. Autentiche e inviolabili casseforti, prive però di quel «buco della serratura» da cui poter carpire fuggevoli quanto pruriginose visioni.

istruzioni per l’uso Sette consigli per staccare la spina di Walter Mariotti 1. Compra un biglietto one-way per le Maldive. 46

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ACquArIO

Grandi novità a partire dal 13. Grazie agli ingressi di Marte e Mercurio la situazione professionale si fa particolarmente vivace e dinamica. Opportunità impreviste per i nati nella seconda decade aiutati da Giove. Novità nel campo immobiliare favorite da Saturno. Creativi i nati nella terza decade.

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BILANCIA

«Non è possibile una vera chiarezza, ma solo una chiarezza generica, approssimativa; non è possibile una conoscenza effettiva, ma solo approssimativa; tutto è sempre solo approssimativo e può essere sempre solo approssimativo», (Thomas Bernhard). Mercurio vi sostiene ma non fatevi accecare dall’entusiasmo.

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GeMeLLI

«L’intimità», ha scritto Stefano rodotà, «dovrebbe designare un modo d’essere del vivere che non è solitudine, né semplice riservatezza. Non un allontanamento, non un’opacità della vita, ma la possibilità di coglierla nella sua pienezza, fuori d’ogni controllo o interferenza». Nuove energie grazie a un generoso Marte.

4 pesci

5 capricorno

6 sagittario

7 toro

8 ariete

9 cancro

10 vergine

11 scorpione

12 Leone

Dal 13 novembre in poi, grazie a Venere, sarà facile stabilire una collaborazioneconilvostropartnerancheperquanto riguarda l’attività professionale. Mantenete sempre e comunque una giusta dose di riservatezza. Mercurio vi è angolare.

«Non siamo più grati ai nostri amici della stima che hanno delle nostre qualità, appena osano accorgersi dei nostri difetti». Sono parole del Marchese De Sade che calzano a pennello con la condizione di permalosità che state vivendo. Il poeta latino Ovidio scrisse che: «È una piccola virtù il saper mantenere il silenzio sulle cose, ma è invece una grave colpa il parlare di quelle che dovevano essere taciute». Attenti alle false euforie e alle conseguenti imprudenze verbali.

Se non puoi, leggi le regole successive. 2. Guardati 5 minuti allo specchio ogni giorno. Da qualche parte c’è una passione che non ricordi. 3. Festeggiati prima di dormire. Pensa a quante cose hai sbagliato ma ti è piaciuto. 4. Telefona

«Innamorarsi», ha affermato Guido Morselli, «non è difficile. Difficile è amare». Ora, dato che dal 13 novembre Venere entra nel vostro segno, fate tesoro delle esperienze passate. un po’ di ragione, oltre al sentimento non guasta. Dal 13 novembre, con l’ingresso di Mercurio, sarete stimolati a viaggiare e a fare nuovi incontri ed esperienze. Attenti però, Venere angolare vi rende molto portati a edonizzare le vostre più segrete ambizioni. Osate ma siate vigili.

Con l’arrivo di Marte i rapporti con i familiari tendono a irrigidirsi o ad accendersi. Prudenza tra il 13 e il 14. L’arrivo di Venere nel segno dello Scorpione tenderà comunque a rilevarsi positivo. Nuova mondanità dal 13 novembre in poi.

a qualcuno che non senti da tempo. Sapere che un amico è più incasinato di te aiuta. 5. Programma mezzora al giorno di camminata. Non troverai mai il tempo, ma almeno ti distrarrai col complesso di colpa. 6. Basta scendere due fermate

Grazie al transito di Marte nel segno amico dell’Acquario siete particolarmente portati a prendere decisioni sia in ambito familiare sia sul lavoro. Possibile investimento per i nati nella seconda decade sollecitati dal transito di Giove. esce Marte, entra Venere. Tendenza a liberarsi delle proprie responsabilità. «Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà», affermò einstein, «violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni». Pare che una volta Leo Longanesi, a riguardo di un suo conoscente, abbia detto: «È così egocentrico che se va a un matrimonio vorrebbe essere la sposa, a un funerale il morto». Dateci un taglio, il rischio è una noia intollerabile.

prima oppure parcheggiare l’auto e arrivare anche solo due strade più in là rispetto a dove abiti. 7. Fatti l’amante e programma incontri di mezzora. Il tempo giusto per staccare senza dover giustificare la (scarsa) prestazione.


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La soluzione verrà pubblicata sul numero 48

Risolvete il cruciverba di Daniela e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90/chiamata) entro il 17 novembre e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro il 15 novembre a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. 8

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1. Competere w 9. Arrabbiate w 10. Paesi Bassi w 11. Il Cellamare w 12. Le gettano i pescatori w 13. Azzardata w 15. Poco fitti w 17. Preposizione semplice w 18. Nome d’uomo w 20. Alcool etilico w 21. Alacre w 23. Botte w 25. Il re di Shakespeare w 26. Cuor di tapino w 27. Breve esempio w 28. Sbaglio w 30. Il Club dell’alpinista w 31. Francia e Iran w 32. È ghiotto di miele w 34. I giudici in campo w 36. Carro centrale w 38. Silenzio complice w 40. Nulla w 42. Circolano in Giappone w 43. Decimetro w 44. L’indimenticato Aroldo del teatro w 45. Pittore francese impressionista w 47. L’alieno di Spielberg w 48. Adepto, novizio

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1. Classica belga del ciclismo w 2. Bella località grigionese w 3. Uno stile del nuotatore w 4. Ente Turistico w 5. Bella pianta da balcone w 6. Incassi, ricavi w 7. Tipi d’aerei w 8. Un metallo dei lantanidi w 14. Ha il naso a proboscide w 16. Pianta carnivora w 19. Turchia w 20. Sbagliare w 22. Il giorno trascorso w 24. Lo rode il cane w 26. È la somma dei lati w 29. Automa w 30. Spedizionieri w 33. Son dispari in sette w 35. Procedura w 37. La coppa vinta dal Brasile w 39. Ama Garibaldi w 41. Gas luminoso w 46. Dittongo in pietra

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Con la Carta Bimbi accompagnati, i bambini dai 6 anni fino al compimento del sedicesimo anno di età, se accompagnati da una persona con titolo di trasporto valido, potranno viaggiare con i mezzi pubblici in Svizzera a un costo di 30 franchi per un anno intero. arcobaleno.ch/junior

TIRATuRA cONTROLLATA 63.212 copie chIusuRA RedAzIONALe Venerdì 4 novembre 2016 edITORe Teleradio7SA,Muzzano AmmINIsTRAzIONe viaIndustria,6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919603155 dIRezIONe, RedAzIONe, cOmpOsIzIONe e sTAmpA CentroStampa TicinoSA viaIndustria, 6933 Muzzano tel.091960 33 83 / fax.0919682988 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticino7è su Facebook sTAmpA (cartapatinata) Salvioniartigrafiche SA Bellinzona TBS,LaBuonaStampaSA Pregassona pubbLIcITà PublicitasAG,Daniel Siegenthaler Muertschenstrasse39,Postfach 8010Zürich tel.058680 95 92 / 0796357222 daniel.siegenthaler@publicitas.com dATI peR LA sTAmpA riviste@publicitas.com publicitas.ch/riviste ANNuNcI LOcALI PublicitasLugano tel.058680 91 80/fax.0586809171 lugano@publicitas.ch IN cOpeRTINA Dovemi trasferisco? (foto©Redbaron)

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La soluzione del Concorso apparso il 28 ottobre è: TRATTARE Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stato sorteggiato: Anna Fontana 6852 Genestrerio Al vincitore facciamo i nostri complimenti! 47


LA GIOIA DI

REGALARE <wm>10CAsNsjY0MDQx0TUxMDAwMwUAzP3ahQ8AAAA=</wm>

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