Ticino7

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Corriere del Ticino · laRegione · chf 3.–

№ 30 del 22 luglio 2016 · con Teleradio dal 24 al 30 luglio

BAGNI D’ESTATE

Immerse tra boschi e cultura le piscine di Carona si confermano tra le mete più amate dei luganesi


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Per i sapori della mia patria. Il mostbröckli di Markus Wetter viene lasciato essiccare all’aria fresca appenzellese a ben 900 metri d’altezza. Grazie alla sapiente arte di lavorare i migliori pezzi di carne nasce un inconfondibile prodotto Pro Montagna. Per ogni acquisto viene versato un contributo al Padrinato Coop per le regioni di montagna, in questo modo le nostre montagne continueranno a vivere. E noi potremo gustare anche in futuro prodotti di montagna autentici. www.coop.ch/promontagna

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Ticinosette allegato settimanale N° 30 del 22.07.2016

Agorà Alain Touraine. Identità pericolose Società Svizzera. Un posto per scrivere

FARIAN SABAHI ........................................

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ALBA MINADEO ..........................................

6

DI DI

MARCO ALLONI ................................

7

ROBERTO ROVEDA ...........................................

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FRANCESCA RIGOTTI .......................................

9

Levante Egitto e turismo. Occidente a rischio Media Televisione. Fazio rischia tutto

Impressum Tiratura controllata

63’212 copie

Chiusura redazionale

Venerdì 15 luglio

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Redattore responsabile

Kronos Jacques Derrida. Le differenze Vitae Nik Stocker

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ROBERTO ROVEDA; FOTOGRAFIA DI SABINE BIEDERMANN ......................... REDAZIONE; FOTOGRAFIE DI REZA KHATIR ..........

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BRUNO MACHADO .........................................................

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LUANA BIADICI ................................................................

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Reportage Piscine di Carona Graphic novel Momenti Concorso fotografico

DI DI

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A CURA DELLA

FABIANA TESTORI ................

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Svaghi ....................................................................................................................

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Tendenze Russia. BAM: viaggio ai confini dell’impero

DI

Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55

Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 29 88 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticinosette è su Facebook

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(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

Le piscine di Carona Fotografia ©Reza Khatir

Anime salve Nel giorno di chiusura di questo numero di Ticinosette, le immagini e i contributi che giungono da Nizza raccontano di una vera mattanza. Un grosso camion forza transenne e sistemi di sicurezza della polizia locale, e falcia centinaia di persone che hanno appena assistito ai fuochi d’artificio in occasione del 14 luglio. Tra le molte vittime anche una signora ticinese, si apprende in questo nero venerdì scandito da continui aggiornamenti e dichiarazioni. Il caso ha voluto che proprio nell’edizione che sfogliate sia stato programmato da tempo un contributo del giornalista e prezioso collaboratore Marco Alloni (pagina 7), da molti anni residente in Egitto. Il tema? Le conseguenze economiche degli atti terroristici e le ricadute sulla società e sulla popolazione egiziana. L’attentato di Nizza rivendicato dallo Stato islamico colpisce per le modalità (un camion): come nella discoteca parigina – e per l’ennesima volta – viene dimostrata la vulnerabilità delle nostre società, libere e democratiche ma che sovente faticano ad amalgamare e integrare tutte le sue componenti sociali. Scampato il possibile pericolo nel corso dei recenti Europei di calcio, questa volta i francesi sono stati dilaniati non nella loro capitale, ma in una città della Costa azzurra, notissima meta turistica e anche simbolo storico e mediatizzato di un certo stile di vita. Nemmeno questo, forse, è un caso...

E ora, potrebbe aggiungere Marco Alloni nel suo articolo, che cosa dovrebbero fare gli altri paesi (Svizzera compresa), “sconsigliare” ai loro cittadini di recarsi nella Riviera francese? Di fronte a tanto orrore, che cosa differenzia/accomuna Francia ed Egitto? E le decine di morti di Nizza dai 250 cadaveri della recente strage di Baghdad o dalle migliaia di migranti in fuga che scompaiono inghiottiti dalle acque del Mediterraneo? La lettura della preziosa intervista di Farian Sabahi al sociologo francese Alain Touraine (pag. 4) ci aiuta a riflettere anche su questo. Buona lettura, Giancarlo Fornasier

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Identità pericolose Alain Touraine. Tra i maggiori e più influenti sociologi francesi, è un profondo conoscitore delle società industriali e dei movimenti sociali. Lo abbiamo incontrato a Percoto (Udine) in occasione della consegna del “Premio Nonino - Un maestro del nostro tempo”: per parlare di immigrazione, democrazia, populismo, ma anche di donne, minoranze e preconcetti ideologici di Farian Sabahi

“G

li stati nazionali che compongono l’Europa non hanno più il sostegno delle forze popolari, dei partiti e dei sindacati come succedeva invece nell’epoca industriale. Di conseguenza gli stati nazionali sono deboli, sulla difensiva, e per questo si lasciano trascinare dal populismo inteso come un miscuglio di definizioni fondate sulle identità”. Noto per aver coniato l’espressione società post-industriale, esordisce con queste parole il sociologo Alain Touraine, già direttore dell’École des hautes études en sciences sociales (EHESS) di Parigi. Novantun anni il prossimo mese di agosto, Touraine resta un lucido osservatore delle nostre realtà.

Agorà 4

Professore, che peso hanno le “identità” nelle società contemporanee? L’ossessione identitaria è il fondamento del male, è pericolosa. Ne abusano in molti. Nel caso della Francia, la clientela del Fronte Nazionale è quella che un tempo affluiva nel Partito comunista, perché le persone colpite maggiormente dalla crisi sono gli operai, gli impiegati, i giovani che oggi rappresentano il 45 percento dell’elettorato di Marine Le Pen. Coloro che un tempo votavano la sinistra sono quindi passati a destra... Non c’è più comunismo, salvo in Francia in maniera residuale, e la socialdemocrazia è scomparsa. Destra e sinistra sono termini che non hanno più senso. La destra esiste ma la sinistra non più: è stata fagocitata dal populismo. Per questo l’elettorato di quella che era la sinistra si sposta a destra. Quali sono le cause di questo fenomeno, professore? L’errore sta nella de-industrializzazione messa in atto in Francia senza badare alle conseguenze: gli impianti produttivi sono stati smantellati e quindi nelle zone metropolitane di Parigi e Lione non ci sono più operai ma soltanto lavoratori sottopagati. Diversa la situazione in Germania, che ha fatto il possibile per salvare le proprie industrie. Quale giudizio dà della dirigenza politica europea? Alle nostre latitudini la politica si chiama democrazia rappresentativa, e quindi dovrebbe rappresentare qualcosa, ma oggi la politica non rappresenta nulla: non ci sono più persone che scioperano anche se – e lo leggiamo nei manuali di scienze

politiche – impedire gli scioperi è un tratto peculiare dei regimi totalitari. Inoltre, i politici europei dicono stupidaggini sugli immigrati, mettono alla porta un milione di persone che muoiono di fame oppure annegano nel Mediterraneo. È follia, cattiveria, xenofobia, razzismo. A conti fatti, in Europa arriva una minima parte dei migranti che, per la maggior parte, cercano scampo nei paesi vicini. I numeri sono manipolati sia quando parliamo di immigrati dal Vicino e Medio Oriente sia quando ci si riferisce ai rom: l’Italia ha quattro volte il numero di rom rispetto ai francesi ma, a differenza dell’Eliseo, non ne fa un dramma... In assenza di una politica rappresentative, dove sta andando l’Europa? Ad avere la meglio è l’ossessione identitaria. Se si continua così, tra due anni l’Europa non ci sarà più. Sarà anche una conseguenza dell’immigrazione musulmana? Perché definiamo gli immigrati “musulmani”? Si tratta della costruzione ideologica dell’oggetto. Per rendere l’immigrato oggetto lo si definisce “musulmano”. Abbiamo visto la fotografia del piccolo Aylan, annegato nel Mediterraneo: era un cittadino siriano, vestito come un qualsiasi bambino europeo. Le persone che sono a Calais e tentano di arrivare in Inghilterra hanno studiato all’università, hanno una cultura in parte occidentale. Per non parlare degli iraniani che – per sapere che cosa succede nel mondo – si collegano a Internet e non certo alle radio degli ayatollah. Non c’è nessun motivo per chiamarli “musulmani”. Non si vogliono i rifugiati e quindi di loro si dice che rappresentano un fenomeno nuovo e spaventoso. Immigrazione in parte motivata dalle tante guerre del Medio Oriente? Sì, quando discutiamo di Medio Oriente ci soffermiamo in primis sullo scontro tra Arabia Saudita e Iran, ma se si risolvesse la questione palestinese troverebbero soluzione anche tanti altri problemi. Non so se è colpa degli americani o degli israeliani, in ogni caso non degli europei. Il 31 dicembre scorso centinaia di donne sono stata molestate, per esempio a Colonia e peraltro non solo da migranti e richiedenti asilo. Che ne pensa?


avuto un ruolo centrale tant’è che le americane andavano in Inghilterra a cercare ispirazione. Alla luce di queste sue considerazioni, possiamo essere ottimiste? No, perché si è andato formando un movimento molto forte per il quale provo una forte antipatia. Un movimento di donne che definisco antifemministe caratterizzato da una sorta di egoismo paragonabile a quello che era, nella sua accezione negativa, l’egoismo maschile.

Immagine tratta da telerama.fr

Fa paura, ma gli stupri e le aggressioni contro le donne non sono iniziati il 31 dicembre a Colonia! Se fosse stata la prima volta, ci sarebbe stata la possibilità di fermare questo fenomeno. Ma è folle dire che non si devono accogliere i rifugiati perché gli uomini violentano le donne. Se fossero solo gli immigrati a macchiarsi di questi reati sarebbe già un gran progresso! Parliamo ancora di donne, che lei definisce “un antidoto di libertà culturale alle gabbie della globalizzazione”. Il predominio maschile è finito? Sì, basti pensare che in Francia l’80 percento dei divorzi è chiesto e ottenuto dalle donne. Oggi c’è piuttosto un pregiudizio istituzionale, in sede di giudizio, a favore delle donne per ristabilire quelle diseguaglianze che ancora esistono e da cui traggono beneficio gli uomini. Per il resto oggi le donne si considerano e sono superiori agli uomini. È stato un percorso lungo… Il movimento delle donne dev’essere inteso come uno dei tre movimenti sociali fondamentali dell’epoca industriale, insieme al movimento operaio e a quello anti-colonialista. Le problematiche sono culturali più che sociali, nel senso che la categoria donna non è una categoria sociale ma una categoria culturale e biologica. Le prime femministe sono state le inglesi, hanno

Che cosa pensa del movimento Femen, il movimento femminista, di protesta, ucraino, fondato a Kiev nel 2008 e diventato famoso a livello internazionale perché le manifestanti mostrano i seni, in segno di protesta contro le tante discriminazioni? Penso sia un fenomeno limitato. Non le conosco personalmente, non le ho mai studiate. In prima battuta, mi verrebbe da dire che provo simpatia per loro. Si tratta di poca cosa, limitata alla Russia e a qualche paese limitrofo. Provo simpatia per le Femen, perché mi sembrano talmente elementari! Di fatto, il tema della nudità è la forma più superficiale di riflessione sulla sessualità. È per questo che potremmo pensare che le Femen siano rimaste a uno stadio piuttosto elementare di una rivendicazione femminista e femminile. Detto questo, le Femen vengono maltrattate, in Russia come altrove. Si può veramente parlare di parità di genere, in un mondo (occidentale) in cui le donne sono molestate, vittime di femminicidi e, in ambito lavorativo, ricevono – a parità di incarico – salari inferiori agli uomini? Non è mai esistita una società matriarcale. Sono esistite numerose società matrilineari, ma è altra cosa. Non sono mai esistite società matriarcali, non ce ne sono. La personalità maschile è stata fondata sul fatto che il senso delle cose, il senso della riproduzione della specie ruota attorno alla sessualità maschile. Non c’è mai stato, in Europa e in Occidente, “un uomo per la donna”: gli uomini non sono mai stati definiti dalla volontà o dal desiderio delle donne, mentre è evidente il contrario. Dobbiamo renderci conto, accettare, che quell’epoca di superiorità maschile è finita, le diseguaglianze sono finite, ce le siamo lasciate alle spalle. Ogni tanto ne riscontriamo ancora qualcuna, ci arrabbiamo, ma non è nulla rispetto a un tempo.

Agorà 5


Un paese dove scrivere In passato la Svizzera ha avuto una grande importanza nella vita di numerosi autori stranieri, molti dei quali vi hanno anche soggiornato. E oggi, è ancora un luogo di rifugio, ispirazione e pace? di Alba Minadeo

Società 6

Nella biografia di molti scrittori noti a livello mondiale si scrittore greco di origine ebraica (naturalizzato svizzerotrova almeno il riferimento a un passaggio oppure a una francese) Albert Cohen si trasferì a Ginevra per sfuggire vacanza in Svizzera; come Francesco Petrarca, che già nel alle persecuzioni razziali. Ernest Hemingway scrisse alcuni 1356 soggiornò a Basilea e la definì “di italica gentilezza”. capitoli di Addio alle armi a Chamby (Montreux), dove Da sempre, il nostro paese è stato scelto come luogo di giunse nel 1922, descrivendo il luogo come un’oasi di parifugio o esilio: la prima grande ondata immigratoria risale ce, al riparo dagli orrori della guerra. Nel 1923 Hermann Hesse richiese la naturalizzazione al XVI secolo, quando la rottura svizzera e un altro scrittore tedeconfessionale in Europa portò qui sco visse per lunghi periodi da i protestanti perseguitati. Nel 1555, noi: Thomas Mann, a cui i nazisti a Soglio (Val Bregaglia), arrivò il tolsero la cittadinanza. Nel suo teologo Michel Agnolo Florio con il romanzo La montagna incantata, figlio adolescente John, che sarebbe il protagonista passa sette anni diventato un grande lessicografo a Davos. Sempre dalla Germania (tra gli ipotetici autori di alcune proveniva Georg Büchner, dottore opere di Shakespeare). Nel 1591, in filosofia all’università di Zurigo, Giordano Bruno insegnò filosofia città dove lavorò al suo Woyzeck e a Zurigo e nel 1750 il poeta tedesco in cui morì, a soli ventitré anni. Friedrich Klopstock abitò per un Agota Kristof, scrittrice naturalizzaanno nella stessa città. Nel 1775 vi ta svizzera, fuggì dall’Ungheria nel giunse anche Goethe e vi ritornò 1956 e fu accolta come rifugiata povent’anni dopo, quando scrisse i litica. Negli anni settanta, Vladimir suoi Viaggi attraversando anche il Nabokov visse a Montreux, dove Gottardo verso l’Italia. A Lugano, alla scrittura alternò l’entomologia. in quegli stessi anni, Alessandro Nel 1982, Raymond Carver fece Manzoni riceveva la sua educaziouna vacanza in Svizzera, da cui la ne religiosa e nei primi dell’ottopoesia In Svizzera. 1927: Hemingway a Gstaad (da jfklibrary.org) cento il rifiuto di giurare fedeltà all’Austria condusse anche Ugo La frontiera della speranza Foscolo sulle rive del Ceresio. Oltre ai già citati, fra gli scrittori italiani in esilio in territorio elvetico per ragioni politiche o razziali, Ignazio Silone che Svizzera, terra d’asilo “Qui mi trovo nel posto di gran lunga più confortevole della riuscì a pubblicare il romanzo Fontamara; Alberto Vigevani terra, provo un’interrotta tranquillità e nessuna pressione”. Così con i Compagni di settembre sotto lo pseudonimo Tullio scriveva Friedrich Nietzsche nel 1881 a Sils Maria: sulle rive Righi. E Franco Fortini (alias Franco Lattes) partecipò alla del Lago di Silvaplana l’autore di Così parlò Zarathustra ebbe Resistenza in Val d’Ossola. Tra gli italiani giunti invece in l’intuizione dell’Eterno ritorno e nel 1889 Strindberg ricevet- Svizzera con il grande flusso migratorio degli anni sessanta te uno dei suoi Biglietti della follia. Il drammaturgo svedese ci sono due scrittori: Leonardo Zanier (Liberi di dover partire), si trasferì in Svizzera nel 1885 e scrisse le novelle Sposarsi, friulano, e Saro Marretta (Piccoli italiani in Svizzera), siciliano. per le quali fu accusato di blasfemia. Nel 1904, James Joyce Insomma, il nostro paese sembra essere tra i luoghi ideali arrivò a Zurigo per insegnare inglese, ma fu poi dirottato nei quali trovare ispirazione e pace. Oggi esistono molte a Trieste, a quel tempo parte dell’impero Austro-ungarico. strutture di accoglienza riservate a scrittori: come, per Dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale, ritornò e alla esempio, la bellissima Casa Sciaredo di Barbengo, gli fine del 1940 vi si trasferì nuovamente da Parigi, ma morì Appartements des Artistes del canton Berna o il maniero alcuni giorni dopo essere stato operato per un’ulcera. Nel storico di Château de Lavigny, atelier artistici finalizzati 1912, il tormentato poeta bulgaro Penčo Petkov Slavejkov alla produzione creativa. Per conoscere gli attuali ospiti si mise in viaggio verso l’Engadina cercando anche lui, delle residenze in Svizzera: artistsinresidence.ch/it/artisti-income Proust, sollievo per il corpo e l’anima. Nel 1914, lo residenza/attualmente-in-svizzera.


Occidente a rischio L’effetto boomerang dello “sconsiglio” a viaggiare in Egitto ai turisti provenienti dai paesi europei e dal mondo occidentale non ha tardato a dare i suoi frutti. Velenosi, naturalmente, ma questa volta per tutti… di Marco Alloni

Il turismo in Egitto è ai minimi storici. Sharm el-Sheikh,

Hurghada, El Gouna, Marsa Alam, il Mar Rosso sono desertici. Un grave colpo all’economia egiziana poiché, dopo le entrate provenienti dal Canale di Suez, il turismo è in Egitto la seconda voce di bilancio più importante. Ma grave colpo anche all’Europa: la grave crisi egiziana porterà conseguenze drammatiche anche sulle coste europee. Decine di migliaia di operatori del turismo rimasti senza lavoro cercheranno la via del mare per rifondare una speranza in Europa, e l’immigrazione clandestina aumenterà esponenzialmente. Il problema del suo contenimento si farà drammatico e il controllo delle frontiere di difficilissima soluzione. Singolare dunque che i governi europei promuovano la cosiddetta politica dello “sconsiglio”: singolare perché i primi a pagarne il prezzo saranno loro.

subordinarlo all’influenza strategico-militare occidentale. La cosiddetta “frantumazione” o “balcanizzazione” del Medioriente risponde dunque a questo verosimile disegno: permettere alle potenze occidentali di conservare i propri interessi nella regione senza vederli contrastati da entità statuali in grado di potervi opporre un’efficace resistenza politica, economica e militare. La seconda ragione è di ordine culturale: essendo il mondo islamico ritenuto da decenni portatore di una minaccia culturale nei confronti dell’Occidente, si tende sempre più a identificare o ad associare la sua cultura al cosiddetto “terrorismo islamico”. E non è raro che si affermi che lo stesso Corano sarebbe promotore di un’idea intollerante e violenta della vita. Tale identificazione induce ampie masse di cittadini a guardare al Medioriente, e nella fattispecie all’Egitto, come a un terra rigurgitante di pericoli.

Due pesi, due misure Detto questo interroghiamoci sulL’autogol le ragioni per cui lo “sconsiglio” Così ecco che, malgrado la realtà riguarda sempre l’Egitto e mai egiziana non sia in nessun modo Sabbia e mare a Marsa Alam (da zastavki.com) l’Europa. Non risulta che gli atparagonabile – soprattutto quantentati di Parigi, Madrid, Londra do ci riferiamo alle sue località e Bruxelles (e ancora più recentemente la strage sul lungomare turistiche – a quelle siriana, irachena o libica, e malgrado la di Nizza, ndr.) abbiano determinato un drastico calo del storia recente ci insegni che il rischio di attentati terroristici turismo in Francia, Spagna, Inghilterra o Belgio. Né risulta non sia minore in Europa di quanto sia in Egitto, il paese che dopo l’11 settembre New York o gli Stati Uniti siano stati dei faraoni finisce per essere penalizzato – nel suo turismo e colpiti dallo “sconsiglio”. Perché? Che cosa determina questo nella sua economia – esattamente come qualsiasi altro paese singolare meccanismo per cui se un attentato è compiuto in mediorientale. Chi vive in Egitto da anni (come il sottoterra europea od occidentale poche misure vengono attuate; scritto) si domanda se non sia urgente suggerire all’Europa se viceversa riguarda il mondo arabo-islamico e l’Egitto in e all’Occidente – e quindi in primo luogo ai suoi media – di particolare si procede subito alla pratica dello “sconsiglio”? valutare attentamente se questa prospettiva di giudizio Probabilmente le ragioni sono due. La prima riguarda gli non rischi di peggiorare invece che migliorare le cose. Se si interessi politici e strategici. Per motivi che sarebbe lungo persiste nel fare dell’Egitto un paese a rischio si penalizza elencare, l’Occidente a guida americana non ha verosi- infatti certamente l’Egitto: ma prima ancora si penalizza noi milmente interesse a favorire una ripresa economica e stessi. Non solo perché si fomenta quel pregiudizio negativo politica del Medioriente. Penalizzare l’economia dell’Egitto che non corrisponde in nessun modo alla realtà – il 99% dei penalizzandone il turismo equivale, in un certo senso, a musulmani ripudia il terrorismo e ha un’idea assolutamente impedire che si determinino le condizioni per la creazione pacifica dell’Islam – ma perché si producono le condizioni di uno Stato forte e indipendente: condizioni che rendereb- per un incremento delle tensioni, il cui effetto boomerang bero problematico poterlo contrastare sul piano politico e è da tempo sotto gli occhi di tutti.

Levante 7


Fazio rischia tutto In autunno tornerà uno dei programmi culto della televisione italiana anni settanta. Un tentativo “rischioso” di riesumare il telequiz culturale, tra nostalgie, celebrazioni, strizzatine d’occhio al mondo dei talent e dei reality di Roberto Roveda

Media 8

Il Rischiatutto è, assieme a Studio Uno di Antonelli Falqui, la valletta senziente e parlante modello Ciuffini, il “Signor no” trasmissione con cui la televisione italiana diventa adulta. Ludovico Peregrini, gli spezzoni d’epoca, la signora Longari. Non che in precedenza non ci siano stati programmi impor- A un livello più profondo e sottile, però, Fazio vede nel tanti ma Il Musichiere, Un due e tre con Tognazzi e Vianello telequiz alla Bongiorno l’antesignano dei tanti talent show e anche un fenomeno di massa come Lascia o raddoppia? e reality moderni e sta cercando di enfatizzare questo lato rivisti oggi appartengono all’archeologia catodica. Rischia- spettacolare. In fondo i campioni del Rischiatutto, con la loro cultura enciclopedica e la tutto era diverso e, pur trasmesso loro memoria fuori-norma erain un bianco e nero oggi opacizno gli antenati “mostruosi” (nel zato dal tempo, è terribilmente senso etimologico di prodigiosi) moderno. Ha creato, infatti, un dei “mostruosi” ragazzi di Amici format riconoscibile e inossidaoppure X Factor. E venivano abilbile cui la TV ancora oggi paga mente trasformati in personaggi tributo, fatto di sfide dirette tra i da Mike, un po’ come oggi si fa concorrenti, rapidità ai pulsanti, con i partecipanti ai reality (con suspense, montepremi vertigitutti i limiti della maggior decennosi (per i canoni dell’epoca) e za dell’epoca). A dimostrazione supercampioni-personaggi. E poi di questa visione post-moderna l’inossidabile Mike Bongiorno. del Rischiatutto 2016 ci sono i Il sapiente mix durò dal 1970 al provini che da mesi Fazio ha 1974 per poi essere riproposto proposto in pillole e che tanto infinite volte, prima di tutto dallo ricordano le selezioni del Grande stesso Bongiorno nei successivi fratello. E ci sono le due puntate Scommettiamo, Flash, Telemike. di anteprima infarcite di ospiti, E alcuni elementi si sono conemotività e celebrazione che riservati anche quando il telequiz mandano alla TV di Maria de Filippi. ha perso la sua matrice culturale per trasformarsi nei game show 1974: Sabina Ciuffini e Mike (da sorrisi.com) No Mike, no party? odierni, incentrati sui pacchi, i Basterà a rinverdire gli antichi fasti e a creare un modelgiri di ruota, le domande infantili. lo di telequiz del terzo millennio? Difficile dirlo anche perché l’effetto nostalgia e curiosità si perderà quando il Fabio tenta il colpaccio Il programma ha avuto inizio ad aprile, con due puntate programma entrerà nella vera programmazione il prossimo speciali su Rai 1; proseguirà in autunno su Rai 3 con dieci autunno. I quiz vivono, infatti, di routine e di abitudine, puntate in prima serata con Matilde Gioli come valletta. Ma non dell’estemporaneità e dell’emotività che sono tipiche che senso ha la riproposta di Fabio Fazio? Qualche idea ce della TV di Fazio. Poi la platea televisiva non è più quella la siamo fatta, proprio partendo da Fazio, personaggio che dei primi anni settanta, attratta dai quiz anche perché momento di cultura e scoperta; oggi basta un click ed entrare ama confrontarsi con i generi televisivi per poi rivisitarli. In passato si è cimentato con lo show serale in Anima mia, nel web per saziare la propria fame di sapere (ammesso con l’intrattenimento domenicale di Quelli che il calcio, che questa ci sia). Ma l’handicap più difficile da superare è con il preserale di Che tempo che fa? e con la messa solenne probabilmente l’assenza di Mike Bongiorno che era “fisicadel Festival di Sanremo. Gli mancava il quiz e il confronto mente” il Rischiatutto. Basta andare su YouTube e guardare con il presentatore dei presentatori e quindi il Rischiatutto una delle vecchie puntate del programma per rendersene è diventato un obbligo a cui l’ego faziano non ha saputo conto, per ammirare il ritmo che sapeva imporre al massisottrarsi. A questo si aggiunge la passione di Fazio per il mo della propria forma. Bongiorno giganteggiava con una vintage e la nostalgia, elementi che fanno sì che il Rischia- nonchalance poiuttosto difficile da imitare. Insomma, per tutto 2016 cerchi, almeno esteriormente, di essere un clone quanto grande sia il desiderio di Fazio di essere il nuovo delle edizioni classiche: sigla rievocativa, stessa scenografica, Mike, l’originale ci sembra proprio irraggiungibile.


Le differenze

Conobbi il pensiero di Jacques Derrida nel 1970: avevo 19 anni e con alcuni compagni preparavamo gli esami di maturità. Da allora la mia idea di filosofia si aprì a nuove prospettive... di Francesca Rigotti

Allora liceali, con lo scopo di “svecchiare” la nostra cultura filosofico perché associati a un modo di pensare illogico e scolastica, io e altri compagni ci facevamo talvolta assistere impreciso sostengono i suoi avversari, mentre gli estimatori e consigliare da uno studente universitario di filosofia che lodano proprio gli aspetti evocativi, parodossali e illuminanti ci faceva un po’ da mentore. Un giorno Ugo – che oggi è di quello stile di pensiero. La decostruzione è un modo di un illustre semiologo – venne a trovarci sventolando un criticare testi letterari e filosofici non meno che istituzioni volume ed esclamando entusiasta: “Buttate via tutti i vostri politiche; non è sinonimo di distruzione quanto piuttosto di analisi e scomposizione, alla ricersuperati libri di filosofia e leggete ca del significato che spesso non questo”. Era La voce e il fenomeno, sta nelle enunciazioni di fondo una delle prime traduzioni italiama magari a margine del testo, in ne di un’opera di Jacques Derrida una nota. Decostruire è dichiarare (1930–2004). che non esiste un modo univoco Il libro era uscito in francese nel e non equivoco di significare, 1967, annus mirabilis per la filosoma esistono le interpretazioni. fia, perché apparirono allora, delDecostruzione, dice Derrida in lo stesso autore, anche La scrittura un’intervista, è non assumere e la differenza e La grammatologia. come naturale ciò che naturale Derrida aveva 37 anni e si avviava non è, in quanto condizionato a diventare un grande nome (andalla storia, dalla società o dalle che se molto discusso) del pensieistituzioni. Altro termine chiave ro filosofico, in patria ma ancor è différance; egli scrive con la “a” di più all’estero, soprattutto negli una parola (différence, con la “e”) Stati Uniti. Una carriera strepitosa per indicare il cambio di statuto per il giovane nato in Algeria da che insiste piuttosto sui concetfamiglia ebrea sefardita e recatosi ti di differire, spostare. In altri a frequentare l’università a Parigi, termini i diversi (différents) signiper poi insegnare in quella città e ficati di un testo possono essere in numerose università americaindividuati tramite la différance ne tra le quali, poi, stabilmente a Immagine tratta dalla biografia di Benoît Peeters (2013) decostruendo la struttura del linIrvine in California. Ma che cosa portava di nuovo Derrida e perché era tanto acclamato in guaggio e differendo la loro interpretazione. alcuni ambiti, al punto di diventare una star mediatica, con sale strapiene di ascoltatori alle sue conferenze, film e Argomentare ed evocare Col suo peculiare stile evocativo e letterario Jacques Derrida programmi televisivi su di lui? si attirò gli strali dei filosofi analitici capitanati da John Searle, che considerano se stessi gli unici “veri” filosofi e il loro Decostruzione e differenza (“différance”) Derrida portava una nuova visione interpretativa che in- modo di intendere la filosofia l’unico “vero”, all’interno di troduceva nel circolo ermeneutico il decostruzionismo e la una concezione monista e realista della realtà, della verità, differenza. L’ermeneutica è la scienza di Ermes/Mercurio, della conoscenza e del linguaggio nella quale non c’è spazio il messaggero degli dei. Ermes porta il messaggio degli dei per l’abito poetico-letterario-narrativo. Esempio ne fu la e l’ermeneutica è l’arte di leggere quel messaggio, l’arte di lettera scritta nel maggio del 1992 da un gruppo di filosofi interpretare e comprendere in vari modi la storia dell’uma- analitici di dieci paesi e pubblicata nel The Times il 9 dello nità. L’ermeneutica si opponeva all’abortito positivismo e a stesso mese: questi protestano contro la laurea “honoris coloro che volevano adattare i metodi delle scienze naturali causa” attribuita a Derrida dalla Cambridge University, perché la sua opera “non incontra standard accettati di chiarezza ai fenomeni del mondo umano. Sono comunque i concetti tutt’altro che semplici di deco- e rigore”, usa uno stile scritto che “sfida la comprensione” e struzione e “différance” a caratterizzare maggiormente il offre soltanto asserzioni “false o triviali” ecc. Sulla vera gloria pensiero di Derrida. Oggi sono termini banditi dal linguaggio filosofica di Jacques Derrida, ai posteri l’ardua sentenza.

Kronos 9


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ono nato nel 1988 a Mendrisio e fin da bambino ho avuto la passione per i lavori manuali. Mi piacevano il legno soprattutto smontare e rimontare tutto quello che trovavo: biciclette, motori ecc. Salivo nel solaio di casa e con quello che trovavo mi davo da fare... Già allora ciò mi appassionava era riuscire a far funzionare un apparecchio, poi magari modificarlo e perfezionarlo. Cercavo i materiali, anche tra gli scarti, e costruivo per esempio un piccolo modello di aereo, che poi funzionava! L’altra mia passione era infatti il volo, forse perché mio padre aveva un deltaplano. Invece la scuola non mi prendeva particolarmente, anzi ero piuttosto ribelle. Comunque, dopo le scuole medie, ho fatto l’apprendistato polimeccanico e nello stesso tempo studiavo per prendere la maturità professionale tecnica. Soprattutto, però, studiavo per prendere il brevetto di volo per pilota privato. Volare è una cosa che mi dava – e mi dà ancora – una sensazione di libertà indescrivibile. È fantastico, affascinante. A quindici anni ho iniziato tutte queste tre cose assieme e a diciannove le ho concluse: apprendistato, maturità e brevetto di volo. A quel punto mi sarebbe piaciuto fare il pilota acrobatico... ma non mi interessava pilotare grandi e grossi aerei civili. Mi piacciano quelli piccoli, che ti danno veramente la sensazione di volare. Così, feci la domanda per diventare pilota dell’aviazione militare, ma non passai le selezioni. Decisi di rimanere nelle forze aeree, come sergente. Finita la ferma militare sono andato stato sei mesi in California per perfezionare l’inglese e fare anche pratica di volo. Una volta tornato ho trovato un lavoro in un ambito molto diverso da quello che pensavo: ero impiegato in una ditta che realizzava robot subacquei e mi occupavo della costruzione e della manutenzione di questi robot. Ho così imparato a utilizzare materiali compositi all’avanguardia, come pure le fibre di carbonio e quelle di vetro. Grazie alla conoscenza di questi materiali, assieme ad alcuni amici mi sono imbarcato nel progetto di costruire un aereo tutto mio, a due posti. Il progetto continua tuttora, non è ancora finito anche perché ben presto mi sono reso conto che, nonostante il brevetto da pilota, non avevo tutte

le necessarie competenze tecniche per realizzare un velivolo. Allora, quattro anni fa, mi sono iscritto a una scuola per meccanico di aeroplani. Ho fatto un anno di scuola a tempo pieno e poi due di pratica presso la RUAG di Lodrino sugli aerei militari: volevo poter costruire il mio aereo in piena sicurezza. Non era però finita neppure la mia passione per costruire e modificare oggetti di ogni genere, passione che però si era spesso scontrata con alcune difficoltà pratiche; è necessario spazio per poter lavorare, ci vogliono le attrezzature giuste e macchinari specifici. Spesso dovevo chiedere anche l’officina in prestito, l’alternativa era rinunciare ai lavori... Durante i viaggi in America aveva scoperto i “Makerspace”, una sorta di palestre dove svolgere le proprie attività manuali. All’interno hai il laboratorio con le attrezzature e i macchinari. Tu affitti lo spazio per il tempo che ti serve e così puoi lavorare il legno, il metallo e l’elettronica. Quello che vuoi. Era certo un’idea da esportare in Svizzera e alla fine, circa un anno fa, ci sono riuscito: è così nato l’OpenLab Group a Lamone, il primo spazio di questo tipo nel nostro paese. OpenLab Group è oggi suddiviso in quattro laboratori: Lab del Legno, Lab del Metallo, Lab delle Tecnologie e Lab della Meccanica. Offriamo l’assistenza tecnica sull’utilizzo dei macchinari e corsi di formazione nei vari settori. Sono inoltre disponibili spazi di co-working, spazi per progetti, spazi per l’immagazzinamento e anche una sala riunioni. È veramente un luogo dove poter lavorare, imparare nuove tecniche e anche condividere idee e trucchi del mestiere! Insomma, una postazione di lavoro e allo stesso tempo una comunità di appassionati di lavori manuali. Oggi questo progetto mi sta dando molte soddisfazioni e vorrei aprire altri “Makerspace” in Svizzera. Ma la mia passione per il volo rimane sempre viva: non ho per nulla abbandonato l’idea di diventare pilota acrobatico. Anzi, è il mio grande sogno nel cassetto!

NIK STOCKER

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Smontare e rimontare oggetti e volare sono da sempre le sue grandi passioni. Così, oggi sta costruendo un piccolo aereo con le sue mani e ha aperto il primo “Makerspace” in Svizzera

testimonianza raccolta da Roberto Roveda fotografia di ©Sabine Biedermann


Piscine di Carona a cura della Redazione; fotografie ŠReza Khatir


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n articolo apparso sul Giornale del Popolo il 10 agosto 1984 ci ricorda che quella calda estate a Carona “si pregava… per la pioggia”. La piscina comunale era talmente affollata da “intasare ogni santo giorno il centro con le auto”. A inizio di quell’anno la struttura era passata in mano al Comune e “il sindaco poteva affermare soddisfatto che l’utenza era scesa in un anno del 20%. Il motivo? La piscina prima era troppo grande per il paese, che non poteva ospitare tutti gli ospiti, quindi ne è stata ridotta la capienza a bordo vasca, in modo da ridurre le entrate”. Una mossa azzardata ma che aveva dato i suoi effetti: la struttura era sempre piena, invece “le strade del paese scevre da veicoli che gironzolavano in cerca di un posto in cui fermarsi”… Sono passati oltre trent’anni, ma certo l’entusiasmo e “l’amore” per le piscine di Carona non è mutato, e così (sovente) anche il traffico. In verità oggi un comodissimo servizio AutoPostale (la linea “434”, che parte dall’autosilo

Balestra in centro a Lugano) permetterebbe di evitare il collasso viario e fonico del piccolo nucleo. Non solo bagni Dal 2013 quartiere di Lugano, la struttura ricreativa adiacente il Parco San Grato è tra le più note del Sottoceneri. Posta a un’altezza di oltre 600 metri s.l.m., è un piccolo paradiso nascosto tra il verde e i boschi. La piscina infatti è solo una delle molte attività che la località collinare luganese è in gradi proporre: bellissimi sentieri attraverso foreste di castagni, percorsi per correre e camminare, campi da tennis, un campo da calcio, oltre a diversi percorsi da scoprire in bicicletta e mountain-bike. Senza dimenticare il già citato Parco botanico che oltre al verde del bosco regala anche biodiversità, vaste aree prative e una vista tra il San Salvatore e il Monte Arbostora che spazia dalla cintura luganese sino alle vette delle Alpi.


in queste pagine Oltre a una vasta area verde, il Lido di Carona offre una vasca olimpionica, due vasche per i bambini, un trampolino di 10 metri, un campo di mini golf e un parco giochi, oltre a una mescita di bibite e ristorante, spogliatoi e servizi. Per orari e informazioni: tel. +41 (0)91 649 93 25 oppure luganosport.ch

Un discorso a parte e tutto da approfondire meriterebbe l’intero nucleo del piccolo comune (ad oggi meno di 800 abitanti). Insieme all’antico abitato di Ciona (citato già nel 1213), Carona e dintorni raccolgono una manciata di veri gioielli storico-architettonici: come chiesa romanica di Santa Maria di Torello (cui era annesso anche un convento), la parrocchiale di SS. Giorgio e Andrea, la chiesa di Santa Marta, il santuario barocco della Madonna d’Ongero, la chiesa di Santa Maria delle Grazie (a Ciona). Ma tutto il paese è noto proprio per il suo patrimonio artistico, con piccoli palazzi, chiese e case di abitazione (dai secoli XV, XVII e XVIII) frutto dell’emigrazione artistica in tutta Europa delle famiglie locali più importanti, come i Casella, Scala e Solari. Certo, la crescita demografica ed edificatoria vissuta negli ultimi decenni dal cantone non ha risparmiato nemmeno questa meravigliosa terrazza naturale, una frenesia che confinata ai margini del paese.



Concorso La foto del mese

Pubblichiamo la settima immagine selezionata tra quelle giunte in Redazione nell’ambito del concorso fotografico lanciato da “Ticinosette” ai lettori per il 2016. Il prossimo appuntamento è tra quattro settimane…

L’equilibrio di Luana Biadici

Tutti possono partecipare al concorso fotografico anche se, per ovvie ragioni sono, esclusi categoricamente i professionisti della fotografia (ma non gli apprendisti fotografi e altre persone in formazione). Nel corso del 2016 i partecipanti potranno inviare una sola foto per ogni sezione, anche in tempi diversi. Abbiamo definito alcune temi con i quali potete sbizzarrirvi: l’avventura, il ritratto, le stagioni, la leg-

gerezza e l’equilibrio. Ricordiamo che in ogni invio deve essere specificata la sezione a cui si intende concorrere, oltre al proprio nome e cognome, l’indirizzo e un recapito telefonico. Come già indicato, le immagini – che saranno accettate solo se inoltrate in alta risoluzione (300/320 ppi) in modo da consentirne la pubblicazione – dovranno essere inviate al seguente indirizzo di posta elettronica: phototicinosette@gmail.com.

Mensilmente pubblicheremo un’immagine selezionata tra quelle giunte nell’arco delle quattro settimane, e ritenuta la più interessante dal comitato di Redazione. Tra un mese verrà dunque pubblicata l’ottava immagine selezionata e alla fine del 2016 le migliori saranno raccolte in un reportage. Il vincitore finale, selezionato sempre dalla Redazione, riceverà un premio in contanti di ben 400 franchi.


BAM VIAGGIO AI CONFINI DELL’IMPERO

Tendenze p. 40 – 41 | di Fabiana Testori

L’estremo oriente russo, aspro e sconfinato, è accessibile grazie alla linea ferroviaria Bajkal-Amur Magistral. Meno chic della sorella maggiore Transiberiana, mantiene il fascino del passato e consente di arrivare fino al confine giapponese Kadar Mountains

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È il bacino lacustre più profondo al mondo (1642 m)

LA TRANSIBERIANA

RUSSIA - UN PAESE IMMENSO

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Un territorio tanto vasto da non vederne la fine, da non capacitarsi con esattezza di tutta la sua totalità: 46 province, 21 repubbliche, 9 kraj (o territori di frontiera), 4 circondari autonomi e un’oblast autonoma ebraica sono diffusi su un territorio di oltre 17 milioni di chilometri quadrati, per la metà quasi disabitato.

La linea più lunga e più conosciuta è la Ferrovia transiberiana, costruita tra il 1891 e il 1916, unisce la Russia europea con l’estremo oriente penetrando l’intera Eurasia. La porta russa per la Cina collega Mosca a Vladivostok e ai giorni nostri, caduta l’Unione sovietica e giunto il turismo occidentale, la Transiberiana si è trasformata in un’esperienza che può avere anche i tratti del vero e proprio lusso. Una settimana di viaggio, 9.288 chilometri da percorrere, 1000 fermate e a bordo ogni comfort, dalla cucina gourmet alle conferenze con ospiti d’eccezione.


Da Bajkal ad Amur Magistral

Taiga, foreste e montagne

Desiderate un percorso ferroviario alternativo, meno battuta dai turisti e più in linea con una Russia inesplorata e selvaggia? La Bajkal-Amur Magistral (BAM) lega la Siberia all’estremo oriente della grande Federazione. L’idea della sua costruzione è seguita di poco alla più maestosa Transiberiana, sua parallela per un tratto, ma ha avuto un destino diverso e una conclusione ben più tardiva. La partenza è la città di Tajšet (Siberia sud-orientale), già importante stazione sulla transiberiana, si avanza quindi in direzione della punta settentrionale del lago Bajkal, il più profondo del mondo e patrimonio UNESCO, poi si svolta a a sud-est verso le regioni di Tynda e Urgal per raggiungere in seguito il capolinea, la città di Komsomol'sk-na-Amure (appunto sul fiume Amur) e il porto di Sovetskaja Gavan', sulla costa del Pacifico, affacciati sullo stretto dei Tartari e di fronte all'isola di Sachalin.

La BAM si snoda su 3.150 chilometri, nel profondo della taiga, fra catene montuose e magnifiche foreste di conifere: pini, abeti e larici, frammezzati a betulle e a formazioni torbose. La sua storia è stata travagliata: iniziata per volontà di Stalin negli anni trenta come alternativa alla Transiberiana minacciata dalla vicinanza cinese, sfruttando il lavoro dei prigionieri dei gulag, la sua costruzione è continuata a intervalli fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Successivamente, il progetto è stata accantonato fino a che non è stata riportato in auge da Brežnev negli anni ’70 e ’80, il quale ha trasformato la BAM in quello che la stampa sovietica aveva nominato “il cantiere del secolo” e che ha coinvolto circa un milione di lavoratori. Fra loro operai e ingegneri attirati dagli stipendi alti, romantici innamorati dei paesaggi della taiga, ma anche molti studenti universitari, influenzati dalla propaganda e volenterosi di contribuire a un’opera fortemente patriottica, dove l’uomo sovietico era convinto ad avere la meglio sulla natura. La BAM quindi come scuola di vita e fulcro di ideali, come quello di avere una società giovane, dinamica e forte.

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SOVETSKAYA GAVAN’ Novyj Urengoj Monumento dedicato agli operai

Costruire per unire Non vi è dubbio che la costruzione della BAM (finalmente conclusasi nel 1991) ha unito in sé, oltre alle persone provenienti dall’intera URSS, tutte le caratteristiche dell’ideale comunista della visione del futuro, fatto certamente di privazione e sforzi – in inverno si toccano i -50°, in estate si è tartassati dagli insetti e dall’umidità, per non parlare del rischio sismico, le piogge torrenziali e le tempeste di neve –, ma anche di grandissime speranze di contribuire a crescere e collegare un paese immenso e pieno di potenziale. La BAM post sovietica non è stata all’altezza delle aspettative del sogno brezneviano, ma continua a essere importante per il traffico merci, per il suo accesso al Pacifico e per un’eventuale estensione fino al Giappone. Inoltre, se ben sfruttata potrebbe diventare una vera e propria attrazione per il turista con sete di avventura, pronto a immergersi nella Russia più profonda e inesplorata. Quella che toglie il fiato.


La domanda della settimana

Ritenete che i biglietti di entrata per lidi e piscine presenti nel nostro cantone siano troppo cari?

Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro giovedì 28 luglio. I risultati appariranno sul numero 32 di Ticinosette.

Al quesito “A vostro parere il gioco del golf è ancora uno sport elitario, riservato a pochi?” avete risposto:

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Astri ariete Momento magico: con l’ingresso del Sole e del transito di Venere e Mercurio in Leone è in corso una fase ricca di opportunità e nuova energia vitale.

toro Tra il 27 e il 28 luglio occasione per la vita professionale. Spese voluttuarie, specialmente se dovute all’abbellimento della casa. Siate meno gelosi.

gemelli Il mese di luglio si chiude in bellezza grazie all’arrivo di Venere. Vita sociale in fermento. Cambiamenti radicali in ogni settore. Malinconici il 29.

cancro 25 e 26 luglio da trattare con le pinze… Urano, Plutone e Luna in aspetto angolare. È arrivato il momento delle grandi sfide. Fate la prima mossa.

leone Opportunità grazie ai magnifici transiti di Mercurio e Venere. Andate dritti verso gli obiettivi senza farvi rallentare dai ricordi. Atmosfere sensuali.

vergine Andate determinati verso le opportunità che il destino vi offre. Spese pazze in beni voluttuari. Giocatela tra il 27 e 28 luglio. Atmosfere romantiche.

bilancia Favorite il cambiamento richiestovi dall’opposizione uraniana. Superate i vecchi schemi. Opportunità professionali per i nati nella prima decade.

scorpione Il transito di Marte sta per finire. Potrete liberarvi dall’abbraccio del guerriero astrale e iniziare a riposarvi un po’. Sbalzi umorali tra il 27 e il 28.

sagittario Momento di fuoco. Grazie all’azione di Urano potranno realizzarsi i progetti più innovativi. Cambiamenti radicali per i nati a fine novembre.

capricorno Giove offre grandi opportunità nel settore professionale. Promozioni e successi pubblici per i nati nella terza decade. Bene tra il 27 e il 28 luglio.

acquario Canalizzate le energie verso obiettivi precisi. Irascibili nella giornata del 28 in quanto elettrizzati dall’opposizione di Marte con la Luna.

pesci Momento cruciale per i nati nel segno. Cambiamenti per quelli che si sentono insoddisfatti della strada finora intrapresa. Nuove relazioni sentimentali.


Gioca e vinci con Ticinosette

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La soluzione verrà pubblicata sul numero 32

Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90) entro giovedì 28 luglio e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 26 luglio a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna! Orizzontali 1. Redenzione, purificazione • 10. Si affianca spesso al dilettevole • 11. Il noto Ramazzotti • 12. Il dio egizio del sole • 13. Fa dolere le articolazioni • 15. Carme lirico • 17. La somma degli anni • 18. Turchia • 19. Un intingolo per la pasta • 21. Lo teme l’oratore • 23. Maestria • 24. Gioviali, allegri • 25. Quasi unici • 26. Avanti Cristo • 27. I limiti dell’alfabeto • 28. Malattia del sangue • 31. La spera buona il viticoltore • 33. Il noto Gullotta • 35. La West del cinema • 36. Pari in martire • 37. Gretta, ingorda • 39. Paladini • 41. Nostro in breve • 42. Vi sguazza il ricco • 43. Stati Uniti d’America • 44. Rode il legno • 46. Devoti • 47. Belva striata • 48. Lo lancia il naufrago • 50. Topo… ginevrino • 52. Un vulcano • 53. Lo stato con Teheran • 54. Il bel Delon. Verticali 1. Si riuniscono a Strasburgo e a Bruxelles • 2. Una bilancia • 3. Cuor di tapino • 4. Raganella arborea • 5. Velivolo • 6. Celestiali • 7. Danno un punto a scopa • 8. La passa in bianco l’insonne • 9. Allenamento • 14. Le iniziali di Tasso • 16. Avulso • 20. È simile alla caffeina • 22. Pedina coronata • 24. Sputa per difendersi • 29. Poligono con sette vertici • 30. L’opposto di egoista • 32. Elegante via luganese • 34. Corrosioni • 36. Dittongo in paese • 38. C’è chi non l’ha in zucca • 40. Italia e Austria • 45. La nota Pavone • 49. Nel centro di Losanna • 51. In mezzo al mare • 52. Articolo spagnolo.

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La soluzione del Concorso apparso l’8 luglio è: FERROVIA Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Elena Moro 6512 Giubiasco Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti!

Premio in palio: 2 buoni del valore di CHF 50.– l’uno per l’acquisto di biglietti per eventi FFS Le Ferrovie federali svizzere offrono due buoni per un valore totale di CHF 100.– a due fortunati vincitori per l’acquisto di biglietti per eventi da scontare presso una stazione FFS in Svizzera.

Prossima fermata: libertà. Una breve pausa dal tran tran quotidiano? Open air e festival sono un’ottima occasione per cambiare aria e musica. Il biglietto per la libertà è disponibile allo sportello FFS! Presso i punti di prevendita FFS, aperti anche nel fine settimana, trovate l’assortimento di Ticketcorner e biglietteria.ch. Inoltre per raggiungere in tutta rapidità e comodità le sedi dei vari eventi, vi consigliamo di prendere il treno. E poi c’è una novità: lo SwissPass è ora anche un biglietto per eventi! Potete caricare fino a 4 biglietti per eventi sullo SwissPass. Ulteriori informazioni sono a disposizione su ffs.ch/events. Buon divertimento!



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