Ticino7

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№ 13 del 25 marzo 2016 · con Teleradio dal 27 mar. al 2 apr.

Luci neLLe Tenebre

Le processioni storiche di Mendrisio: un evento collettivo di grande suggestione fra devozione popolare, storia e cultura

Corriere del Ticino · laRegione · Tessiner Zeitung · chf 3.–


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Ticinosette allegato settimanale N° 13 del 25.03.2016

ROBERTO ROVEDA ..............................

4

ELENA BOROMEO ........................

6

MARCO JEITZINER.....................................................

7

Agorà Economia domestica. La fine del mese

DI

Storie Patricia Highsmith. Un’americana in Ticino Media tChat. L’app in carrozza

DI

Arti Nikolaus Harnoncourt. Un nobile esploratore

Impressum Tiratura controllata

63’212 copie

Chiusura redazionale

Venerdì 18 marzo

Vitae Giuda Iscariota

DI

DI

DI

ORESTE BOSSINI ..........................

ROBERTO ROVEDA .................................................................

8

10

REDAZIONE .............................

35

MARISA GORZA ...............................

40

Svaghi ....................................................................................................................

42

Reportage Mendrisio. Misteri del borgo

A CURA DELLA

Tendenze Moda. Righe sì, ma poco allineate

DI

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Redattore responsabile Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55

Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 29 88 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticinosette è su Facebook

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In copertina

I trasparenti di Mendrisio Fotografia ©Flavia Leuenberger

Per un tozzo di futuro A partire dalla fine di dicembre le tariffe mente non autonomi. Con tutte le ricadute del trasporto pubblico dovrebbero dunque del caso: psicologiche, per esempio, ma anaumentare del 3%, sia quello su rotaia sia che legate ai propri progetti di vita, di emanquello su gomma. “All’origine del caro-prezzo cipazione dalla famiglia e dalle istituzioni. c’è la decisione del Consiglio federale di far lie- E visto che sono loro il futuro del paese e vitare i prezzi delle tracce ferroviarie, in pratica della nostra società la notizia dovrebbe fare l’affitto che ogni convoglio deve pagare per per- ancor più riflettere, in particolare rispetto correre una determinata tratta. Affitto che dovrà a quanto sta avvenendo in un mercato del contribuire a finanziare il FAIF, il Fondo per lavoro sempre meno permeabile. l’infrastruttura ferroviaria” recitano in questi Buona lettura, Giancarlo Fornasier giorni le agenzie stampa. L’aumento viene considerato “sopportabile” per l’utenza, che però negli ultimi anni ha già visto ritoccare con regolarità (al rialzo) i prezzi dei trasporti pubblici. Un rincaro che certo non contribuirà a rafforzare la capacità di risparmio delle famiglie, tema a cui è dedicato il pezzo di apertura di questo numero di Ticinosette. Solo pochi giorni fa venivano diffusi i dati relativi ai ticinesi che devono fare capo all’assistenza: nel 2015 la media annuale ha superato quota 8700 (sono le persone con domande attive di prestazioni assistenziali), in decisa crescita (+370) rispetto al 2014. Il sostegno pubblico alle circa 6000 economie domestiche coinvolte è costato al Cantone oltre 96 milioni di franchi; tra i beneficiari Per vincere i tre premi di CHF 100, 70 e 50 franchi in contanti un terzo sono giovani sotto chiamate lo 0901 59 15 50 (CHF 0.90/chiamata) entro giovedì i 26 anni di età. Come da 31 marzo e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione più parti segnalato, è questo e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra il dato che maggiormente soluzione entro martedì 29 marzo a: Twister Interactive AG, dovrebbe preoccupare: al di “Ticinosette - Concorso pasquale”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. là delle possibili ragioni personali e familiari, quasi tremila I nomi dei vincitori verranno segnalati sul ragazzi incapaci di vivere senza n. 15 in distribuzione il prossimo 8 aprile. un aiuto pubblico si traducono anche in migliaia di giovani adulti BUONA FORTUNA! privi di un impiego oppure economica-

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Concorso pasquale

Quanti ovetti di Pasqua sono nascosti tra le pagine di questo numero di Ticinosette?


La fine del mese Economia. Salari fermi, costo della vita in crescita per quanto riguarda affitti e casse malati: mai come negli ultimi tempi le famiglie con redditi medio-bassi sono “sotto attacco” e a fatica mantengono il loro tenore di vita. In queste condizioni, che spazio resta alla possibilità di garantirsi un margine di risparmio? di Roberto Roveda

C Agorà 4

e ne rendiamo conto giorno dopo giorno: per quanti sforzi facciamo è sempre più difficile arrivare alla fine del mese e riuscire ad aggiungere qualcosa al salvadanaio di casa. Pagate le fatture, completati gli acquisti quotidiani, dato libero sfogo a qualche piccolo – ma veramente piccolo – sfizio, rimane ben poco da accantonare, soprattutto se si hanno famiglia e figli, un affitto da pagare e uno stipendio medio. E questo trend negativo per le economie domestiche non pare volersi invertire nonostante qualche timido segnale di ripresa a livello globale. Niente da fare: l’impressione è che i salari stiano aumentando alla velocità di una tartaruga mentre, viceversa, il costo della vita corre come una lepre. In realtà, i dati statistici ed economici restituiscono una situazione più complessa e sfumata di quella che appare a prima vista. I prezzi non sono poi così aumentati negli ultimi anni dato che il nostro paese – come accade un po’ in tutta Europa e anche negli Stati Uniti – vive un periodo di deflazione strisciante e non certo di inflazione. Inoltre i salari in Svizzera sono aumentati, in media, dell’1% nel 2015 e dovrebbero aumentare tra lo 0,5 e l’1% durante il 2016. E dato che l’indice dei prezzi al consumo è diminuito nel 2015 dell’1,4%, ne deriva che il potere d’acquisto dei salari della classe media è aumentato del 2% circa nell’ultimo anno (e dovrebbe aumentare dell’1-1,5% circa nel 2016).

Ceto medio in crisi Nella concretezza di tutti i giorni si riscontra un’indubbia difficoltà dato che, secondo dati recenti, in Svizzera e in Ticino il 30-35% delle economie domestiche non riesce a risparmiare un franco alla fine del mese. E probabilmente il ceto medio si sarebbe già fortemente assottigliato, se non ci fosse uno stato sociale ancora in grado di redistribuire reddito attraverso le prestazioni sociali e i sussidi per la riduzione dei premi di cassa malati. Aiuti che in Ticino riguardano qualcosa come 100mila persone. Stiamo quindi attraversando un’epoca di incertezza economica, incertezza che vale per l’oggi e soprattutto per il domani. Ma a cosa sono dovute le difficoltà di questi anni? Proviamo a parlarne, prima di tutto, con un economista ed esperto del mondo del lavoro come Christian Marazzi, docente presso il Dipartimento di lavoro sociale della SUPSI: A mio parere la percezione di una stagnazione del potere di

acquisto è da attribuirsi principalmente al fatto che i salari aumentano sì, ma in maniera non sufficiente. A questo si aggiunge un altro fattore fondamentale: la destabilizzazione del mercato del lavoro e dell’occupazione, a causa della moltiplicazione di forme occupazionali di tipo flessibile, precario e intermittente. Questa instabilità occupazionale e reddituale ha causato nel nostro paese un forte aumento dell’offerta di lavoro all’interno delle stesse economie domestiche, cioè persone che hanno più lavori e sempre più persone che cercano lavoro aggiuntivo per poter mantenere lo stesso livello di reddito. In Svizzera, inoltre, abbiamo il 36% di lavoratori part time, siamo i primi a livello europeo insieme – se non sbaglio – alla Danimarca. E due terzi di questi posti di lavoro a tempo parziale rientrano nella categoria della “sottoccupazione”. In che senso queste persone sono “sottoccupate”? Si tratta di persone che avrebbero bisogno di lavorare di più per guadagnare di più. Abbiamo avuto, infatti, un aumento di forme occupazionali estremamente flessibili: il lavoro a chiamata, il lavoro intermittente. Abbiamo avuto anche un aumento del numero di persone, di cosiddetti “neoindipendenti” o freelance, che sono la conseguenza di strategie aziendali legate all’esternalizzazione di segmenti di forza lavoro occupata. Tutto questo concorre a “opacizzare” l’esistenza delle famiglie e le prospettive lavorative soprattutto dei giovani. C’è poi la tendenza a creare posti di lavoro – soprattutto per i giovani ma non solo – gratuito: gli stage oppure, all’interno del quadro contrattuale, l’aumento di ore di lavoro non pagate. Quindi tutti questi fattori indeboliscono il famoso ceto medio, oltre che aumentare le disuguaglianze anche nel nostro paese, che peraltro è quello che comparativamente ha conosciuto il minor aumento delle disuguaglianze rispetto appunto ad altri paesi limitrofi o del resto dell’Europa. Costi maggiori, ma anche servizi migliori Mauro Baranzini, docente di Economia politica presso l’università della Svizzera italiana (USI), pone allo stesso tempo l’accento su quanto sia sfaccettata l’attuale situazione economica: Le classi a reddito basso e medio-basso stanno arrancando a causa della rivalutazione del franco svizzero e della forte concorrenza esercitata dall’offerta di lavoro che giunge da oltre confine. Non dimentichiamo però che i prezzi sono inchiodati


espansiva? Lo chiediamo al professor Marazzi: Sul breve sono convinto che bisognerebbe lasciare più spazio a una contrattazione salariale degna di questo nome, che permetta appunto di aumentare i salari e soprattutto di rinforzare anche il quadro occupazionale, perché questo è il problema maggiore che viviamo in Svizzera, ma anche in Europa: quello di una “decomposizione” del mercato del lavoro. Nelle difficoltà attuali quanto incide l’annosa e dibattuta questione del frontalierato? Che ci sia stato, a mio modo di vedere, un uso spregiudicato, anche se non generalizzato, degli accordi bilaterali mi sembra evidente. Da una parte è indubbio come i frontalieri siano una risorsa fondamentale per il nostro paese, dall’altra è chiaro che fin quando non si porranno delle regole, dei limiti all’assunzione a salari che sono al di sotto di ogni limite, anche della soglia di povertà, è chiaro che questa situazione creerà solo tensioni e non gioverà a nessuno alla fine. Quindi, è una questione sicuramente molto delicata, da non sottovalutare, ma da regolamentare. Immagine tratta da intermediachannel.it

allo stesso livello da circa sette anni, cioè dal 2008. Se l’indice medio dei prezzi non è aumentato da vari anni, il costo della vita (che è un altro concetto) è per contro aumentato, perchè i beni e servizi che acquistiamo anno dopo anno sono in genere sempre migliori. Il costo quindi è compensato dalla qualità dei servizi? Le faccio un esempio: i premi cassa malati sono aumentati, eccome, dal 2008, forse del 30-40%. Ma ciò è avvenuto anche perchè la qualità dei servizi medici, ospedalieri e delle medicine, che già ci mette ai primi posti al mondo, tende per fortuna continuamente ad aumentare. Quanti dei nostri lettori sanno che ogni anno che passa, la medicina ci allunga la vita di tre mesi? Dal 2008 la nostra speranza di vita è aumentata di quasi due anni, e con essa anche la qualità della vita dei nostri anziani. Con un bonus per l’altra metà del cielo: le nostre compagne che vivono sette anni circa più dei maschi. Stesso discorso per le automobili, sempre più sicure ed efficienti, e che costano sempre meno anche grazie alla forza del franco svizzero. E quando alla fine del 2016 arriveremo in treno a Zurigo risparmiando 40 minuti avremo un servizio migliore, probabilmente con un modesto aumento del prezzo dei biglietti. Quali soluzioni? Rimane però il fatto che oggi le persone sentono di avere il portafoglio sempre meno pesante e non si intravedono facili soluzioni all’orizzonte. In generale, l’economia svizzera sembra pagare alcune scelte come la volontà di puntare sulle esportazioni a discapito del mercato interno e di una crescita dei salari capaci di aumentare la domanda interna. Così la forza della nostra divisa diventa un problema quando si parla di esportazioni e di mantenimento dei mercati interni. Si dovrebbe quindi stimolare maggiormente la domanda interna con una politica salariale più

Come risparmiare? Una questione essenziale è quella rappresentata dalla capacità di risparmio. Nell’attuale situazione economica è ancora possibile per le famiglie pensare a mettere da parte del denaro? Lo chiediamo a Mauro Baranzini: Il risparmio ha sempre fatto parte e sempre farà parte del DNA delle nostre famiglie. Penso in particolare alle nostre latitudini, perchè sappiamo che esistono nazioni “cicala” e nazioni “virtuose” per quanto riguarda il risparmio delle famiglie. Tra quelle “cicala” troviamo le nazioni anglosassoni: USA, Regno Unito, Canada e Australia. Tra quelle virtuose troviamo anzitutto la Svizzera, il Giappone, la Germania, e anche l’Italia. Ci sono svariate ragioni per non consumare tutto il proprio reddito, tenendo conto del numero dei componenti della famiglia e delle loro necessità. La prima è quella di mettere da parte del danaro per acquisti di beni durevoli come, per esempio, l’automobile. La seconda ragione è di natura precauzionale, per possibili emergenze finanziarie durante il proprio ciclo vitale (e quello dei figli sempre più). La terza è per colmare eventuali discontinuità nel livello dei redditi che si registrano nei periodi di lavoro parziale, di disoccupazione, di pre-pensionamento e di pensionamento. Un’altra ragione è basata sul forte desiderio di trasmettere un’eredità ai figli o ai nipoti. Infine, vi sono persone, di solito anziane, che hanno una comprensibile avversione al consumismo e che quindi risparmiano. Ma la famiglia media svizzera e ticinese riesce veramente a risparmiare? Una volta sottratti dal reddito lordo i contributi sociali e le imposte dirette, le famiglie svizzere mettono da parte il 12,4% del reddito disponibile; il 9,6% per i ticinesi perché il nostro reddito è del 15% inferiore a quello nazionale. Se consideriamo una famiglia con tre componenti, sappiamo che fino a 4500 franchi mensili non c’è spazio per risparmiare, mentre il risparmio aumenta fino al 25% per redditi molto alti. È come con i polli di Trilussa: chi niente, chi poco e chi tanto.

Agorà 5


Un’americana in Ticino Indagatrice della psiche umana e dei suoi lati più oscuri e ambigui, Patricia Highsmith condusse una vita solitaria e risiedette a lungo nel nostro cantone, dove si è spenta nel 1995 di Elena Boromeo

Chi ha conosciuto Patricia Highsmith la descrive e la ricorda come una donna con una personalità sfuggente e introversa. Anche all’apice del suo successo letterario, quando registi come Alfred Hitchcock e Wim Wenders avevano già consacrato i suoi romanzi trasponendoli in pellicole cinematografiche (L’altro uomo e L’amico americano), la scrittrice statunitense aveva preferito starsene in disparte, lontana dai riflettori. Ancora oggi non tutti sanno che l’“anti-Agata Christie” – come fu definita per via del suo universo narrativo senza giustizia e per i suoi eroi “spinti invincibilmente al male” (l’espressione è di Alessandro Manzoni) – decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita in Ticino. Storie 6

come una sorta di club. Forse non tutti vorrebbero prenderne parte, ma per coloro che amano l’ordine e la quiete, è il posto dove stare”. Quanto al Ticino, la Highsmith certamente non coglieva soltanto gli aspetti più sereni e armoniosi. “Il Ticino è anche un posto misterioso, fatto da tanto granito che si dice abbia un effetto magnetico, risucchiando l’energia delle persone”, scriveva. Apprezzava i diversi ritmi, più naturali, del trascorrere delle giornate, ma si sentiva comunque un’estranea rispetto alle donne del posto. “In Ticino la donna sposata è tutto il giorno al servizio del marito, dei bambini e persino dei suoceri. È autista, cuoca, fa la spesa, pulisce la casa, è sarta, assistente e infermiera”, osservava la scrittrice, spiegando perché a nessuna donna ticinese venisse in mente di prendersi un aperitivo, usanza di cui sentiva la mancanza perché l’aiutava a spezzare la solitudine assoluta della scrittura.

Un lungo cammino Nata in Texas nel 1921, dopo aver vissuto in Gran Bretagna e Francia, nel 1982 la Highsmith si trasferì ad Aurigeno, e successivamente a Tegna, in una casa disegnata Patricia Highsmith, 1921–1995 (da newronio.espm.br) Il “mistero” di Tegna dall’architetto Tobias Ammann, in compagnia della sua gatta Charlotte e dell’inse- Patricia Highsmith, la cui salute era già stata gravemente parabile macchina da scrivere Olympia Deluxe. “Era una compromessa dal fumo e dall’alcolismo, morì nel 1995, terra di montagne che bloccano il sole, una terra di granito che a 74 anni, nell’ospedale di Locarno. Le sue ceneri furono svetta, di alberi avvinghiati ai pendii obliqui, ma che nonostante tumulate, secondo il suo volere, nel piccolo cimitero di ciò crescono dritti verso l’alto”. Così appariva il Ticino agli Tegna, dove si trovano tutt’ora. Qui, di recente qualcuno occhi della Highsmith. La descrizione è tratta dall’incipit ha lasciato dei fiori finti e un fazzoletto contenente del del racconto “A long walk from Hell” (Un lungo cammino sale. Un omaggio, forse, al romanzo Carol (titolo originario: dall’inferno), l’unico che abbia mai ambientato in Svizzera. Il prezzo del sale), che il regista Todd Haynes ha portato È la storia di un uomo d’altri tempi, Luigi Barta, che attra- da poco sul grande schermo: è la storia d’amore tra due versa il Ticino a piedi, da un paese del Sopraceneri fino a donne nell’America conformista degli anni cinquanta, un Lugano, per evitare la scomunica della Chiesa. Si dice che amore più forte delle regole e dei pregiudizi, che anche in la Highsmith, dovendo scrivere un racconto ambientato questo caso – come nella storia ambientata in Ticino – ha nel cantone di lingua italiana su richiesta del quotidiano un inaspettato lieto fine. francese Le Monde, abbia tratto ispirazione dagli aneddoti Per chi volesse ripercorrere le tracce di quest’ultimo capitotramandati nei villaggi del locarnese. Il risultato fu un rac- lo della vita della scrittrice americana è possibile consultare conto dai toni bucolici e a lieto fine, molto diverso dalle i suoi scritti nell’Archivio Svizzero di Letteratura a Berna, dove è conservata anche la sua macchina da scrivere Olymsue altre opere. pus. Più difficile, invece, è individuare la casa di Tegna, dal momento che non esistono indicazioni precise al riguardo. La figura della donna Ma ancora oggi non è facile comprendere quanto lei stessa I fan più curiosi possono tuttavia consultare la mappa si sentisse in sintonia con questa terra. In un bollettino di disegnata dalla stessa Highsmith e riprodotta all’interno un importante istituto di credito scrisse che “la Svizzera è della biografia curata da Joan Schenkar.


L’app in carrozza

L’applicazione ticinese “tChat” permette di conoscere altri utenti che stanno viaggiando sul nostro stesso treno tramite il cellulare. Ma qual è la sua reale utilità?

Fatti, non parole n. 174

di Marco Jeitziner

Secondo la società di analisi statunitense App Annie il settore delle app (applicazioni) per cellulari potrebbe generare quest’anno 50 miliardi di dollari e raddoppiare entro il 2020. Ma poi? Il mercato è enorme ma anch’esso rischia la saturazione, secondo vari commentatori. Staimo forse andando incontro a una nuova bolla speculativa come quella delle dot.com nel 2005? Già nel 2012 il Wall Street Journal riportava che “circa il 60% delle start-up sopravvive dopo tre anni e grosso modo il 35% supera i dieci anni”. Molte altre nemmeno riescono a decollare. I motivi? Spesso si sbaglia semplicemente l’idea, oppure il lancio sul mercato, il marketing, la redditività, la scelta dei collaboratori1. Sul gigantesco mercato delle app per cellulari, sempre il WSJ l’anno seguente scriveva che “mentre ci sono più di 800mila applicazioni mobili disponibili nell’App Store, solo 80 di loro ha generato più di un milione di dollari di fatturato nel corso del quarto trimestre”. La rivista digitale specializzata The Verge afferma che oggi siamo già a 1,5 milioni di app (nell’Apple Store) ma che “i soldi facili sono spariti”, “lo stesso App Store ormai assomiglia a una lotteria” e, soprattutto, “una stanchezza si sta diffondendo tra i clienti”, tanto che nel 2014 la maggioranza degli statunitensi “non ha scaricato nemmeno un’app al mese”. Lo stesso anno su Time il cronista esperto Harry McCracken ha scritto che “le guerre per le app dei cellulari sono finite, e ha vinto Apple”. Insomma, senza il gigante di Cupertino, Apple, con il suo iPhone, non ci sarebbe più trippa per gatti. Ma veniamo al Ticino: “tChat” è stata creata a Lugano da Giuseppe Casalotto e Abdul Wahed Mehran. Chi la scarica può sapere chi è seduto nello stesso treno o vagone, così puoi “conversare con tutti gli altri passeggeri e condividere con loro le proprie passioni”2. Nel suo sito l’azienda auspica che “(...) ogni viaggio possa essere il più piacevole possibile per

ogni passeggero. Non sarebbe bello ridurre lo stress da viaggio? E se potessimo creare legami forti e significativi con gli altri passeggeri?”. Da questi argomenti di vendita legittimi ci siamo posti alcune domande di fondo, avendone già scritto3. Siccome il viaggio in treno è un’esperienza soggettiva e personale, fatta anche per pensare, leggere, ascoltare musica o sonnecchiare, perché bisognerebbe per forza fare conoscenza? Perché il viaggio diverrebbe “più piacevole” con una chat? Perché il treno sarebbe fonte di “stress da viaggio”? Ma soprattutto, è col cellulare che si crea un “legame forte e significativo”? “Abbiamo effettuato qualche ricerca di mercato che ha confermato che molti passeggeri aspirano ad avere dei viaggi più coinvolgenti e appaganti a livello emotivo, ma tutta una serie di fattori (timidezza, diffidenza ecc.) li blocca” ci dice il responsabile marketing di “tChat” Giorgio Pedraglio. L’azienda riconosce che l’app permette solo di “conoscere superficialmente gli altri passeggeri prima di iniziare un’interazione faccia a faccia”, ma l’idea “è stata ben recepita dalla gran parte dei passeggeri che abbiamo intervistato”. Esistono però già app simili in vari paesi e per lo stesso scopo4, facciamo notare. “È vero, ma «tChat» si distingue per quanto riguarda la «user experience», provando a combinare il meglio delle app di «instant messaging», quelle di «dating» e quelle per i mezzi pubblici” conclude Pedraglio. Per ora si contano circa 2mila utenti in Ticino e l’azienda da questa primavera intende allargarsi a tutta la Svizzera. note 1 Si veda per esempio “Why these 4 startups failed” di Ira Koenig (yalantis.com). 2 tchat.ch/#about. 3 Si veda “Vagoni, vite in carrozza”, “L’essere cellulare”, “Un SMS agli adulti”, (in Ticinosette n. 10/2013, 42/2013 e n. 49/2015). 4 “Lokin” (su Itunes), “Mister Train” (Francia), “Junction” (Australia), “OMitra” (India).

Con noi nessuno resta a becco asciutto. Ci impegniamo per una pesca sostenibile che tuteli gli ecosistemi marini e dal 2006 siamo partner del WWF e socio fondatore del WWF <wm>10CAsNsjY0MDQx0TW2NDQzNQcAPYbd7A8AAAA=</wm>

Seafood Group. Oltre a proporre <wm>10CFWLMQ6AMAwDX5TKTkJbyIjYEANi74KY-f9EYWOwTjqd1zWGhG_zsh3LHgTdxUbmoYQqE6GMajmpggEjO_NEV0Mpjt9DelQAtLcRmJCN3q1obaPWdJ_XA-iserN0AAAA</wm>

il più ampio assortimento di pesce e frutti di mare bio della Svizzera, il 100% dei nostri prodotti ittici freschi e surgelati proviene da fonti sostenibili*.

fatti-non-parole.ch

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Un nobile esploratore Da poco scomparso, Nikolaus Harnoncourt è stato un grande direttore d’orchestra e uno dei maggiori rinnovatori nell’ambito dell’interpretazione della musica antica e barocca di Oreste Bossini

Arti 8

Nikolaus Harnoncourt (da members.chello.at)

Per cogliere l’essenza e il valore di Nikolaus Harnoncourt, il direttore d’orchestra austriaco scomparso il 6 marzo scorso all’età di 86 anni, è sufficiente ricordare la lettera manoscritta fatta pervenire al Musikverein di Vienna lo scorso dicembre, nella quale il maestro annunciava il ritiro dall’attività: “Caro pubblico, le mie condizioni fisiche mi costringono a cancellare i miei ulteriori progetti. Perciò un pensiero importante mi preme: tra noi sul podio e voi in sala si è stabilito un rapporto insolitamente profondo – siamo diventati una felice comunità di esploratori!”. Con queste semplici parole, rivolte al pubblico non solo di Vienna ma del mondo intero con la sprezzatura del gran signore, Harnoncourt riassumeva il senso di un’intera vita

dedicata a scoprire i nuovi confini dell’interpretazione musicale. Il nome completo – Johann Nicolaus de la Fontaine und d’Harnoncourt-Unverzagt – rivela le origini ugonotte. Per parte di madre Harnoncourt era imparentato con gli Asburgo-Lorena e nelle sue vene scorreva il sangue della nobiltà di mezza Europa. L’Austria del dopoguerra tuttavia non era un luogo adatto a coltivare snobismi e il rampollo di questa antica famiglia si gettò a capofitto nello studio della musica, diventando negli anni cinquanta violoncellista dei Wiener Symphoniker, allora diretti da Herbert von Karajan. In quel periodo cominciava a serpeggiare tra i musicisti più sensibili un certo malcontento per come veniva appiattita


in uno stile convenzionale la musica degli autori antichi, a cominciare da quella di Bach. Harnoncourt, assieme a un’esigua schiera di giovani e intrasingenti colleghi come Gustav Leonhardt e Frans Brüggen, si dedicò allo studio dei documenti e delle fonti originali, avviando un coraggioso processo di riforma dell’interpretazione. Un interprete rivoluzionario Una novità fondamentale di questi pionieri, per esempio, consisteva nel legame tra l’esecuzione musicale e gli strumenti di una determinata epoca. La scoperta di una relazione non astratta, bensì concretamente calata in un contesto storico ha portato Harnoncourt a fondare nel 1953, assieme alla moglie Alice, il Concentus Musicus Wien, un ensemble formato da strumenti d’epoca che ha aperto la strada alla successiva rivoluzione della musica antica. Bach e Monteverdi sono gli autori più rappresentativi di questa rinascita, che in realtà affondava le proprie radici nel terreno seminato dai compositori modernisti del primo novecento come Ravel, Stravinskij e Hindemith. Proprio quest’ultimo infatti aveva fatto scoprire a Harnoncourt le bellezze di una musica così radicalmente estranea al gusto romantico ottocentesco come quella di Monteverdi. Il ciclo di opere che Harnoncourt ha diretto e registrato a Zurigo negli anni settanta resta ancora oggi il punto di partenza dell’interpretazione moderna di Monteverdi. Harnoncourt ha convissuto con il mondo musicale tradizionale in maniera serena finché la sua attività si è limitata alle rarità di tipo storico, ma le cose hanno preso subito un’altra piega non appena venne sfiorato il territorio dei grandi lavori di Bach. Le registrazioni dei Concerti Brandeburghesi, delle Passioni di Giovanni e di Matteo, della Messa in si minore scatenarono una violenta reazione di rigetto da parte dell’establishment musicale, in modo non molto diverso da quello che avveniva nelle università e nelle piazze in quegli anni. L’idea di Harnoncourt della musica come “discorso sonoro”, svuotato di ogni forma di mistificazione retorica imposta dall’interpretazione tradizionale, combaciava in maniera sorprendente con la smania di smascherare le ipocrisie della società borghese che agitava in maniera impetuosa la cultura giovanile. Passione inestinguibile Harnoncourt sarà ricordato nella storia della musica soprattutto per il coraggio e la lungimiranza delle sue idee, che hanno influenzato generazioni di musicisti e di ascoltatori, ma il suo lato profetico non deve offuscare il suo amore senza confini né prevenzioni per tutta la musica. Le sue interpretazioni sprigionavano le scintille dell’intelligenza sia nel repertorio dei Concerti di Capodanno, sia in quello dei grandi autori classici e romantici. L’età comunque non ha sopito l’istinto di esplorare nuove vie, come quando nel 2009 Harnoncourt ha stupito ancora allestendo al festival Styriarte, nella sua Graz, l’opera di Gershwin Porgy and Bess, che avrebbe dovuto dirigere anche alla Scala il prossimo autunno. Ora che il suo lungo viaggio si è concluso, Harnoncourt può riposare in pace nella sua terra promessa, che ha raggiunto con un accanito lavoro e un’inestinguibile passione per la musica.

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Si prega di leggere il foglietto illustrativo. Disponibile nelle farmacie e drogherie. Biomed AG, 8600 Dübendorf © Biomed AG. 03.2016. All rights reserved.


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o so, ho sbagliato… ma a posteriori è troppo facile dare giudizi. Io mi ci sono trovato in mezzo e non pensavo proprio finisse così. Ma cominciamo dall’inizio, così magari si capirà meglio quello che mi è successo. Ero di qualche anno più giovane di Gesù e sono nato non lontano da Gerusalemme. La mia famiglia era ricca, avevamo parecchie terre e molti servi e mio padre era un uomo rispettato. Aveva però il grande “problema” di odiare i romani e questo gli fu fatale; contrasse un debito con un nostro vicino che, invece, era amico dei romani e quello sciacallo riuscì a ottenere dal governatore che tutte le proprietà della mia famiglia passassero a lui. Ci ritrovammo a lavorare sulle nostre antiche terre e mio padre, conoscendo il mio carattere impulsivo e temendo mi vendicassi, decise di mandarmi a Gerusalemme, da un lontano parente. Ero poco più di un ragazzo ma alcune cose mi erano già chiare: odiavo i romani, odiavo gli ebrei, che ci andavano d’accordo, e avevo capito che il denaro fa compiere agli uomini azioni terribili, però muove il mondo. Nella capitale queste mie convinzioni si rafforzarono, cominciai a disprezzare i membri del Sinedrio, gli anziani e i sacerdoti. E poi i farisei che parlavano, parlavano senza far nulla contro Roma. Mi avvicinai agli Zeloti che detestavano i romani quanto me e volevano cacciarli. Erano certi dell’arrivo di un Messia, una guida, che avrebbe di nuovo portato Israele verso la gloria. Certo, erano dei fanatici, però i loro sogni mi piacevano e mi sentivo forte quando partecipavo alle loro azioni, fossero anche degli assassini. Divenni un loro iskariot, un sicario, così venni nominato Iscariota. Col tempo, però, mi resi conto che eravamo pochi e che i romani ci consideravano pericolosi come pulci sul pelo di un cane. Chi riuniva grandi masse, invece, era Gesù di Nazareth di cui si raccontavano miracoli e prodigi. Quando lo incontrai rimasi colpito dal fascino che esercitava sui tanti che lo chiamavano Messia e che sembravano pronti a seguirlo fino in capo al mondo. Decisi di seguirlo e divenni uno degli apostoli. Non avevo la devozione di Giovanni, che gli stava sempre appiccicato e neppure di Pietro, che però faceva tanto il gradasso e lo avrebbe comunque rinnegato nei momenti difficili. Io pensavo a cose molto più terrene, concrete.

Ottenni l’incarico di tenere la cassa, fu Gesù stesso ad affidarmela, e di amministrare le tante offerte che ci arrivavano. Ogni tanto prendevo qualcosa per me, perché il denaro mi piaceva e lo consideravo importante, come ho detto. Mi arrabbiai molto quella volta che una donna, Maddalena, usò un profumo prezioso per ungere con i suoi capelli i piedi di Gesù. Io avrei rivenduto a caro prezzo quel tesoro invece di sprecarlo così! Comunque i giorni passavano e dal Messia nessun segnale di rivolta. Mi sconcertavano, anzi, le sue parole. Diceva che il suo Regno non è di questo mondo, raccomandava di dare a Cesare quello che è di Cesare. Solo che Cesare si prendeva tutto. La speranza si riaccese quando, poco prima del giorno fatale, Gesù entrò in Gerusalemme a dorso di asina accolto dal popolo in un trionfo di rami di palme agitati al vento. Ma Gesù non fece nulla di concreto e io ero esasperato. Non era lui il Messia che cercavo, ma pensai che, se fosse stato arrestato, il popolo si sarebbe sollevato, ci sarebbe stata una rivolta da cavalcare. Mi recai allora dai suoi nemici e li condussi nell’orto dove il Maestro stava in preghiera. Mi offrirono dei soldi, erano pochi, ma li accettai perché il mio motto è sempre stato “pochi, maledetti e subito!”. Quando vidi Gesù lo baciai, ma non fu un “bacio da Giuda” come si dice oggi. Gli volevo bene a modo mio ma non lo capivo, pensavo ci avrebbe condotto alla rovina con le sue parole di pace. Da quel momento tutto andò storto: lo diedero in mano ai romani, proprio a loro! Nessuno si ribellò, prevalse la paura, anche quando lo portarono sul Calvario e lo misero sulla croce. Non era quello che volevo, lo giuro, ma forse sono stato un semplice strumento del destino, chi ha scritto i Vangeli ha esagerato le mie colpe! In preda alla disperazione tornai nel Sinedrio e riportai i soldi che mi avevano dato, però mi risero in faccia e mi trattarono con disprezzo. Eppure non erano certo migliori di me e non lo erano i tanti che quel giorno, a Gerusalemme, scelsero Barabba al posto del figlio di Dio.

GIuDA ISCARIOtA

Vitae 10

È passato alla storia come il traditore per antonomasia e non nega di aver sbagliato. Però ritiene di non essere l’unico colpevole di quello che è accaduto e si considera soprattutto un uomo che si è ritrovato in mezzo a vicende molto, ma molto più grandi di lui…

note storiche raccolte da Roberto Roveda; nell’immagine: particolare dell’ ultima cena (1550 circa) Chiesa di Sant’Ambrogio, Ponte Capriasca


di ???; fotografie ©???

Mendrisio Mendrisio

I Misteri del dolore borgo Git corent obitati Nella settimana che culmina nella Pasqua le strade dell’antico borgo di Mendrisio divengono il suggestivo scenario delle funzioni del Giovedì e del Venerdì Santo. Un momento solenne capace di trasfigurare l’operosa cittadina in un luogo di devozione e preghiera a cura della Redazione; fotografie ©Flavia Leuenberger





Un teatro a cielo aperto

(in apertura) I cosiddetti “trasparenti”, come la gente ama definirli, sono dei veri e propri quadri notturni illuminati dall’interno e collocati lungo il percorso seguito dalle processioni. In essi sono raffigurate le scene salienti della Via Crucis e forniscono lo sfondo ai due grandi eventi della settimana santa di Mendrisio: la rappresentazione popolare della Via Crucis, nella giornata del Giovedì Santo, e la processione solenne del Venerdì.

L’antico borgo

(doppia pagina) Con le sue antiche case ben tenute, i suoi vicoli e le sue chiese – San Giovanni, Santa Maria delle Grazie, Santi Cosma e Damiano, San Francesco –, Mendrisio ha saputo conservare una propria integrità e una sua bellezza, malgrado la diffusione urbanistica circostante, in molti casi caotica e discutibile, e l’impatto dovuto alla presenza del limitrofo raccordo autostradale al momento in via di ampliamento.

Il canto del gallo

(a sinistra) Nel trasparente sospeso fra due edifici in uno dei vicoli del borgo di Mendrisio è rappresentata la scena del momento in cui san Pietro rinnega il Cristo: “Egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente” (Mc, 66-72).

Partecipazione collettiva

(sopra) Un trasparente con l’effige di Cristo che porta la croce lungo il percorso verso il Golgota, luogo del supplizio. La rappresentazione del Giovedì santo è un momento centrale nella vita dell’intero paese che si ritrova a partecipare in prima persona – chi come personaggio di rilievo, chi come semplice comparsa, chi come addetto alla vestizione dei personaggi – all’evento che ha segnato in modo indelebile la storia culturale e religiosa dell’occidente.

Flavia Leuenberger Classe 1985, ha frequentato il Centro scolastico per le industrie artistiche (CSIA) ottenendo nel 2004 il diploma di grafica. Dopo alcuni anni di esperienza anche in ambito fotografico svolge ora entrambe le attività come professionista indipendente. flavia-leuenberger.ch


Righe sì, ma poco allineate… Tendenze p. 40 – 41 di Marisa Gorza Un’estetica, quella della primavera annunciata, che fa un bel falò di molte regole e cliché. Tanto da dimenticare le tenute a righine composte indossate negli yachting club della West Coast californiana, ovvero quel lusso un po’ snob e volutamente understatement. Da dimenticare pertanto, almeno per il momento, le marinière très chic lanciate a Deauville da Mademoiselle Coco negli anni venti, mediate dalle maglie dei rudi pescatori locali. Come pure le magliette attillate e i bikini rigatissimi, pennellati addosso alle procaci pin-up degli anni cinquanta. Il tragitto delle righe più attuali sfugge alla formalità per percorrere le strade dell’inganno ottico, dei grafismi che giocano con il texture dei vestiti. Difatti couturier e stilisti sembrano travolti da una grande onda di stilemi che smentiscono il rigore delle linee rette, tant’è che ci propongono girandole multicolor. Per esempio, Massimo Giornetti, per Salvatore Ferragamo, disegna delle toilette scollatissime che miscelano righe di diverse dimensioni e traiettorie, alternate a fitti microvolant. Dolce&Gabbana invece propongono pigiami e maxi chemisier di seta a vivaci strisce optical, dove, qua e là, si inserisce una rosa rigogliosa (una rosa è una rosa...), oppure un succoso limone... siciliano. A mettere in riga i tailleur e gli aerei vestiti anni venti, disegnati da Miuccia Prada, sono delle luccicanti strisce di paillette a mo’ di una inedita grafica. Lo stile nautico non è stato però messo del tutto da parte, piace a Stella McCartney che lo rivisita con liste trasversali dalle tinte squillanti, cioè rosso tramonto, giallo sole, verde alga, blu oltre-

mare. Tuttavia le righe non arrivano esclusivamente dal mondo marinaro, bensì anche dal cielo. Avete presente gli splendidi arcobaleni che appaiono dopo un bel temporale? Proprio a questi si ispirano le rayures di Sonia Rykiel. Mentre i rigati color serenity di Blumarine, rosa nuvola e celeste, sono intercalati a strisce costruite con petali di fiori similveri. Storici stilemi L’apoteosi dei tratti più pazzerelli, ma nel contempo più gioiosi e donanti, la celebra certamente la griffe Missoni, dove la riga ha pur sempre rappresentato uno degli stilemi più tipici. Paradigmatici pattern del linguaggio di casa si esprimono con blocchi di tratti stilizzati, inclinati, sfalsati, ruotati in ogni direzione e in diverse varianti cromatiche. Proprio come un puzzle in policromia. Ci sono intarsi tromp-l’oeil di maglia jacquard che evocano disegni netti alla Sonia Delaunay, ma anche morbide strisce di petali, quando non si spezzano nei carismatici, eppure insoliti, zig zag. Tutti pronti a declinarsi in gradazioni dal rosso vivo all’arancio, dal rosa al lilla, dal verde al petrolio al senape, ai solari colpi di turchese. Cosparsi poi di riflessi lurex, diventano decisamente contemporanei e si ritrovano su ogni capo in leggerissima maglia, crepon e tela di seta. Però sui caftani e djallaba, costumi e copricostumi vacanzieri, un soffio di atmosfera africana, sfuma la riga nei motivi fiammati, quasi tribali. Gli accessori diventano perciò magici feticci: stivaletti piatti-piatti composti da listini di pelle, alternati a sandali con platform a fasce incrociate a righine di pelle bicolor, oppure alle Converse All Star, realizzate con tessuto a maglia zigzagante, very Missoni. Senza dimenticare che le righe rinnovate troneggiano pure nel guardaroba estivo di un “lui”, anticonformista e libero quanto basta per apprezzarne il saettante dinamismo.

Non rigano dritto, anzi si ribellano... In questi tempi pieni di contraddizioni gli opposti non hanno paura di incontrarsi, né di scontrarsi. Così le righe, una volta parallele e ordinate, prendono rotte diversificate, come se il navigatore fosse impazzito. O magari sono proprio le righe a essere in vena di folleggiare...


Le aziende informano

Oltre 155 anni di comprovata esperienza confluiscono nel nuovo assortimento di materassi BICO®, il produttore svizzero di sistemi del sonno: i nuclei dei materassi, come anche i sistemi di fodere, sono stati rielaborati con tecniche innovative e tanto know-how per un comfort del sonno ancora maggiore. Siamo tutti diversi, così come sono diverse le nostre esigenze rispetto ai materassi. Per questo motivo, BICO® si impegna costantemente per perfezionare i suoi modelli. Il nuovo assortimento ne prevede 19, suddivisi in quattro segmenti: Prestige Select, Prestige, Excellent e Smart affinché ogni singolo cliente trovi il materasso adatto alle sue esigenze e benefici dell’essenziale: “un sonno sano e profondo” ogni notte.


La domanda della settimana

Vi sono componenti all’interno della vostra famiglia che soffrono di disturbi del sonno?

Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro giovedì 31 marzo. I risultati appariranno sul numero 15 di Ticinosette.

Al quesito “Ritenete sufficiente e adeguata alle richieste di mobilità dell’utenza la rete di trasporti pubblici ticinese?” avete risposto:

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Astri ariete Colloqui di lavoro e/o scelte importanti. Promozioni e successo sul lavoro. Grazie al vostro tempismo riuscirete a cogliere un’occasione al volo.

toro Tra il 27 e il 28 Luna in opposizione. Tenderete a incupirvi un po’ e ad amplificare la vostra tendenza alla gelosia e al possesso. Prudenza alla guida.

gemelli Momento giusto per prendere una decisione importante. Fate parlare il cuore prima dell’orgoglio. Liberatevi da quello che inibisce la vostra natura.

cancro L’arrivo di Mercurio in Ariete vi rende polemici. La Luna favorisce la vita amorosa. I nati nella seconda decade non devono farsi manipolare.

leone Dal 27 transito di Mercurio. Una opportunità inaspettata da giocarsi repentinamente senza riserve. Prospettive di guadagno sul lungo termine.

vergine Evitate di realizzare situazioni conflittuali. Andate dritti verso la realizzazione dei vostri sogni. Marte rende irascibili sopratutto i nati nella prima decade.

bilancia Primavera ricca di cambiamenti. Cavalcate la grande onda senza farvi prendere da inutili tentennamenti. Drastiche soluzioni per i nati nella terza decade.

scorpione Intorno al 27 la Luna attraverserà il vostro segno. Ipersensibili. Dal 28 in poi romanticismo ed eros alle stelle. Momento decisivo in ambito lavorativo.

sagittario Tra il 28 e il 30 la Luna attraversa il vostro segno. Il momento è adatto per iniziare una dieta disintossicante e depurativa. Liberatevi da ogni scoria.

capricorno Il passaggio della Luna favorirà la realizzazione di un progetto professionale. Opportunità di lavoro da un’altra località. Prudenza alla guida.

acquario Determinati, con un’incessante e crescente voglia di conoscere nuove realtà. Accontentate ogni vostro desiderio. Bene tra il 28 e il 29 marzo.

pesci Giove, Venere e Saturno sono in reciproco angolare... possibile rivoluzione sentimentale. Seguite il cuore, evitate ragione e orgoglio. Spese pazze.


Gioca e vinci con Ticinosette

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La soluzione verrà pubblicata sul numero 15

Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90) entro giovedì 31 marzo e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 29 marzo a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!

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Verticali 1. Noto film del 1950 di M. Antonioni con M. Girotti • 2. Dispotici • 3. Cotenna di maiale • 4. Un disinfettante per piscine • 5. Il pronome dell’egoista • 6. È anche da gioco • 7. Pesci prelibati • 8. Fuga... fiscale • 12. Pigna tropicale • 13. Il Tramaglino • 17. Con l’asinello nel presepe • 22. Lo era Hitler • 23. Lo pseudonimo di Cenni di Pepo • 25. Una nota e un articolo • 27. Un grado militare • 29. In mezzo al mare • 31. Uno a Londra • 34. Austria e Romania • 35. Bettola • 36. Divide il dire dal fare • 39. Automa • 42. Una gomma del calzolaio • 43. Dea della speranza • 45. Numero pari • 49. Mezza paga.

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Orizzontali 1. C’è anche quello di taglie • 9. Lo interpreta l’attore • 10. Andata e Ritorno • 11. Due al cubo • 12. Tirchia • 14. Un colore del croupier • 15. Quadernetto d’appunti • 16. Iridi • 18. Clima senza pari • 19. Il primo dispari • 20. I limiti dello zotico • 21. Antico Testamento • 22. Divinità femminile • 23. Preposizione semplice • 24. Salvador, pittore surrealista • 26. Sport invernale • 28. Arrabbiata • 30. Uncino da pesca • 32. Dittongo in guitto • 33. Un arnese del dentista • 36. Dubitativa • 37. Frutti di bosco • 38. Preparato per la semina • 40. Pronome personale • 41. Saraceno • 42. Villaggio • 44. Attentò alla vita di Francesco Giuseppe • 46. Pubbliche Relazioni • 47. Nel centro di Carona • 48. Vivono nel Vecchio Continente • 50. La somma degli anni • 51. Il dittongo del beato • 52. Son simili ai DIN.

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La soluzione del Concorso apparso l’11 febbraio è: TRATTARE Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stato sorteggiato: Giancarlo Pelloni 6528 Camorino Al vincitore facciamo i nostri complimenti!

Questa settimana in palio: cinque Carte Junior offerte da Arcobaleno Arcobaleno offre una Carta Junior da CHF 30.– a cinque fortunati lettori che comunicheranno la soluzione corretta del cruciverba.

Con la Carta Junior i figli di età compresa tra i 6 e i 16 anni viaggiano a 30 franchi l’anno con i trasporti pubblici in compagnia di un genitore in possesso di un titolo di trasporto valevole. arcobaleno.ch/junior

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