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Corriere del Ticino · laRegione · Tessiner Zeitung · chf 3.–

№ 11 dell’11 marzo 2016 · con Teleradio dal 13 al 19 marzo

La via deL Tè

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Ticinosette allegato settimanale N° 11 dell’11.3.2016

Impressum Tiratura controllata 63’212 copie

Nicoletta BarazzoNi........................

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GiaNNi zaNella................................................................

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Agorà Duilio Galfetti. Le corde della passione Concorso fotografico

di

Kronos Profughi. Un incontro di viaggio Vitae Florinda Balli

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FraNcesca riGotti ...................................

Nicoletta BarazzoNi; FotoGraFia di Flavia leueNBerGer .................

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Federica Baj; FotoGraFie di reza Khatir ..................

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Patrizia MezzaNzaNica ed elviN MoNtesiNo...................................

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Svaghi ....................................................................................................................

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Chiusura redazionale

Reportage Ascona. Casa del tè

Editore

Astrofood Pesci

Redattore responsabile

di

Venerdì 4 marzo Teleradio 7 SA Muzzano

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di

Fabio Martini

Coredattore

Giancarlo Fornasier

Photo editor Reza Khatir

Amministrazione via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 960 31 55

Direzione, redazione, composizione e stampa Centro Stampa Ticino SA via Industria 6933 Muzzano tel. 091 960 33 83 fax 091 968 29 88 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch www.issuu.com/infocdt/docs ticinosette è su Facebook

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(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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In copertina

Monte Verità: la Casa del tè Fotografia ©Reza Khatir

Terra piatta Nell’intervista di Nicoletta Barazzoni al violinista Duilio Galfetti che apre il presente numero di Ticinosette, si tratta a un certo punto del concetto di “terra piatta”. Trasposta su un piano economico, la metafora rimanda a Robert J. Gordon, un pacioso e sorridente signore di settantacinque anni che vive a Evanston, Illinois, con la moglie Julie. Gordon è anche uno dei più brillanti professori di economia americani, nato in una famiglia di economisti, e meno noto al grande pubblico rispetto ad altri suoi celebri colleghi. Ma l’uomo elabora idee piuttosto originali e per nulla scontate sulla attuale situazione economica. A suo parere, infatti, i quattro principali volani (demografia, istruzione, debito e ineguaglianze) che hanno favorito lo sviluppo dell’occidente, dalla rivoluzione industriale alla seconda metà del novecento, sono diventati i veri spauracchi e le principali cause del generale processo di appiattimento della crescita economica del mondo occidentale. Secondo Gordon i processi di innovazione sono infatti giunti a un limite difficilmente valicabile in tempi stretti, e anche la rivoluzione digitale e tecnologica non è comparabile con l’impatto che hanno avuto in passato la diffusione della macchina a vapore, l’elettricità, il motore a scoppio, l’affermarsi di una società fondata sul consumo di beni prodotti industrialmente ecc. Facciamo un esempio tratto da un intervento di Gordon sulla piattaforma di conoscenza TED (ted.com): alla metà dell’ottocento ci si muoveva in calesse,

senza riscaldamento, a una velocità pari all’1% della velocità del suono, su strade sterrate e fangose. Cent’anni dopo si viaggiava su aerei che volavano a una velocità pari all’80% di quella del suono, un limite che non è stato superato perché i tentativi di sviluppare aviogetti per il trasporto di cose e persone supersonici sono falliti. In altre parole, il mondo occidentale, secondo Gordon, avrebbe bisogno di una iniezione di innovazione straordinaria per poter uscire dal processo di abbattimento della crescita. Se infatti continuassimo ad incrementare il livello dell’innovazione come è avvenuto nel corso degli ultimi 150 anni, la crescita comunque si dimezzerebbe, e se l’innovazione fosse meno potente, fatto probabile, il valore scenderebbe ancora. In altre parole, per impedire di scendere dal quel 2% di crescita – che ha contrassegnato il periodo dalla fine dell’ottocento al 2000 circa – a un più misero 0,2% dovremmo essere in grado, in tempi ragionevolmente rapidi di eguagliare le grandi invenzioni del passato, un balzo in avanti che è difficile prevedere allo stato attuale. Se la crescita continuasse poi a rallentare, secondo Gordon: “invece di raddoppiare il nostro standard di vita per ogni generazione che passa, nel futuro non potremo aspettarci di essere due volte più ricchi dei nostri genitori, o persino di essere un quarto più ricchi di loro”. La sfida è dunque in mano alle nuove generazione, e non pare essere facilmente percorribile… Buona lettura, Fabio Martini


Le corde della passione Duilio Galfetti. Violinista di grande spessore tecnico ed espressivo, è considerato uno dei musicisti più validi e interessanti che il Ticino abbia espresso negli ultimi decenni, e non solo nell’ambito delle musiche classica e barocca. Lo abbiamo incontrato per una lunga chiacchierata sulla musica, l’arte, la vita, l’amore… di Nicoletta Barazzoni; fotografia ©Chiara Tiraboschi

D Agorà 4

uilio Galfetti rincorre e alimenta la passione per la musica, iniziando sin da piccolo a suonare la fisarmonica, e poi in un crescendo, il mandolino popolare e classico. Intrecciando nella musica colta la sua indole, l’amore per l’arte e l’attrazione per tutto ciò che ha a che fare con l’intelligibile, intraprende un lungo percorso che lo porta a perfezionare il suo talento con il violino. Dopo essersi formato all’età di 23 anni al conservatorio di Lucerna, grazie all’amicizia che lo lega a Luca Pianca, entra a far parte del “Giardino Armonico”, gruppo nel quale approfondisce, per dieci anni, la musica barocca, esibendosi con il violino e il mandolino (il disco Italian Sonatas di Duilio Galfetti e Luca Pianca è stato premiato con cinque stelle dalla rivista “Musica” sul numero di marzo del 2016). Si sviluppa in lui un profondo processo di ricerca e di evoluzione sia sul piano musicale che personale. Rimane sempre curioso e ricettivo verso le analogie artistiche che lo proiettano e lo riportano sempre alla musica, mantenendo un atteggiamento di stupore e rispetto anche per altri generi musicali. Nel 1997 entra a fare parte dell’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) e fonda con Diego Fasolis l’ensemble “I Barocchisti”. Ma non dobbiamo dimenticare come la ricerca di Duilio Galfetti si svolga anche in altri ambiti, come attestato dalla sua partecipazione al “Quintetto Bislacco”, formazione nella quale interpreta un genere di musica in cui si fondono linguaggi diversi che rompono volutamente con i confini classici, per animare l’espressione di una musica stravagante e universale. Abbiamo affrontato con lui una riflessione, cercando di non focalizzarci soltanto sulle sue conoscenze e competenze in ambito musicale, ma allargando l’orizzonte anche su aspetti della vita che hanno tuttavia molte affinità con la musica. Cosa significa suonare in un’orchestra come l’OSI? Nell’istante in cui premo l’interruttore della musica mi sento proiettato in un’altra realtà nella quale la quotidianità scompare completamente e si staglia un nuovo universo. Lavorare in un’orchestra significa unirsi agli altri al servizio della musica, sviluppare uno stile comune con la stessa intensità e possibilmente con grande umiltà. La musica porta all’introspezione? La musica (quella con la “emme” maiuscola in particolare) si

rivolge direttamente all’inconscio, alla fantasia, al sogno, all’anima, ed è incredibile come tutto avvenga in maniera istantanea non appena i primi suoni attraversano l’aria. È un miracolo che coinvolge i sentimenti più profondi, quelli che custodiamo gelosamente, basta una parola, un gesto, un’espressione, un nonnulla e subito reagiamo; anche con la musica è dunque possibile toccare le corde più nascoste dell’animo umano, ed è più facile di quanto possiamo immaginare. Attraverso la musica rivivo le emozioni del compositore, quelle del direttore d’orchestra, quelle di chi mi è vicino. I sentimenti possono essere i più disparati ma le impressioni (se l’opera che sto eseguendo le sa suscitare) sono sempre molto profonde. L’inconscio la spaventa? Non mi conosco abbastanza, so che non dovrebbe spaventarmi ma so anche che la paura (della morte diciamolo) è insita nel cuore dell’uomo da sempre. Facendo musica coltivo una virtù che malgrado mi serva da consolazione o da semplice piacere per attenuare i dolori che nella vita ci accompagnano è certamente da preferire al vizio. Il vizio, lo sappiamo, è una via di facile percorrenza che porta al piacere effimero in maniera distruttiva e senza alcun innalzamento dello spirito. Per contro, la virtù è un cammino tortuoso, difficile e faticoso ma mi piace l’idea di una certa qual ricerca di temperanza, mi pongo sempre nuove domande, forse troppe ma non mi dispiace. Lei è riuscito ad affinare le differenze e la sensibilità? “Conosci te stesso” è un’esortazione che mi affascina moltissimo. Conoscere se stessi per me significa mirare a un’unità tra razionalità e inconscio. Credo che l’uomo in questo momento sia in viaggio verso questo traguardo, evidentemente teorizzato ma non ancora raggiunto. La musica in questo senso necessita di una conoscenza scientifica che le permetta di esprimersi al meglio, da un canto, dall’altro vi è l’aspetto istintivo, innato e legato al talento che noi non controlliamo ma incanaliamo tuttalpiù e sorreggiamo attraverso la conoscenza. In quest’ultima poniamo la tecnica, l’uso degli strumenti, tutto il sapere legato al mondo della musica e alla sua interpretazione, gli aspetti biografici e le cronache delle varie epoche, tutti elementi indispensabili a formare uno stile e la fiducia in quel che si fa. Vi è un piccola considerazione da fare: credo che quando il viaggio finirà e i due poli si incontreranno, il mondo così come lo percepiamo ora


non esisterà più, e la musica toccherà il suo punto più elevato, il silenzio. Noteremo che c’è chi ha già fatto la scelta del silenzio, è un percorso che mi affascina molto, che ammiro e che in una qualche maniera suffraga quanto detto sopra. Il suo periodo preferito? Il Barocco è certamente il periodo che più mi affascina, che più mi arricchisce e che più ho approfondito. Vado subito al dunque citando il grande J.S. Bach che unisce a una capacità compositiva insuperata un talento e un’ispirazione impareggiabili, un grandissimo spirito che ci offre costantemente la possibilità di meravigliarci e commuoverci, aprendoci una finestra sull’infinito. Andando a ritroso nel tempo anche compositori come Monteverdi, Palestrina e coevi o anche il canto Gregoriano in tutte le sue varianti sono impregnati di quello spirito che tanto mi affascina. Si sa che al centro della vita dell’uomo, nel periodo in questione, vi era Dio e questo si esprimeva in musica in maniera straordinaria. Con l’avvento dell’Illuminismo l’uomo è proteso all’emancipazione, dando la priorità ad altri valori, che lo pongono al centro della sua vita. I risultati musicali per quanto assolutamente mirabili nei casi più felici, mi paiono meno totalizzanti. La musica l’ha mai tradita e viceversa? Tradire la musica significa non dare il massimo affinché questa risplenda con tutta la sua forza, e se non si è in grado di ottenerlo meglio lasciare stare. Come ho detto, vi è musica colta che mi è particolarmente congeniale, mentre trovo altre composizioni

non molto riuscite forse perché specchio di periodi storici meno eroici e luminosi. Trovo allora molta più verità nella musica folkloristica, vero specchio dei popoli, genuina e immediata. Parlare di tradimento è forse eccessivo, direi che con il passare del tempo cambiano i gusti, in meglio, si spera. E se mettiamo tutto questo in un contenitore che ha a che fare con l’amore? Dio, amore, sono tutti concetti al centro della nostra vita che cerchiamo di spiegare con la razionalità. Sembrerebbe un’impresa disperata cercare di sviscerarne il senso ma in realtà lo sperimentiamo ogni giorno e a ogni istante. Il musicista si ritrova a rivivere questi sentimenti giocando in un qualche modo con l’indefinito sonoro, che ci affascina e apre alla speranza. Riguardo a Dio lei come si pone? Mi sento uno gnostico, accetto il mistero della fede ma al contempo cerco costantemente delle spiegazioni razionali. Il grande problema dell’uomo è il confronto con l’infinito quando nella realtà fisica è costretto a confrontarsi con sole tre dimensioni. Ho sentito dire che le bolle di sapone hanno forma sferica perché è quella l’unica rappresentazione possibile e visibile della loro energia; dunque, se la sfera è una rappresentazione di energia forse coloro che nell’antichità ritenevano la terra piatta non si sbagliavano completamente, la Terra “è” piatta! Mi affascina inoltre tutto ciò che è razionalmente incomprensibile ma che è sotto i nostri occhi. È una materia che ha sempre intrigato l’uomo, pensiamo ai disegni di Escher, all’Offerta Musicale di (...)

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riali usati da questo o quell’artista, dai pennelli, ai colori, alla tela. Ne addiviene che anche il musicista, per ricreare un’opera musicale che sia aderente all’originale dovrebbe utilizzare strumenti il più possibile simili a quelli dell’epoca di realizzazione Quando si suona della musica oppure se si hanno pensieri dell’opera stessa. L’ultimo passo è una ricerca in ambito stilistico negativi o positivi la composizione dell’acqua cambia. senza dimenticare infine di dare un tocco personale e creativo all’opera che si vuole interpretare. Mi pare un discorso che fila Cosa le suggerisce? Il corpo umano è composto per circa il 70% di acqua. Se è vero che via liscio come l’olio, purtroppo in molti consessi non ci si pone corpo e spirito sono inscindibilmente connessi posso immaginare neppure la domanda e ne risulta un appiattimento drammatico. che variazioni nell’acqua, presente nel nostro corpo, possono avere È come creare copie di quadri, dal Rinascimento ai contempodelle ripercussioni anche sullo spirito e viceversa. Immagino che ranei usando sempre e solo colori acrilici, la cosa triste è che se vogliamo causare delle variazioni armoniche occorra musica probabilmente finiremmo con l’abituarci… ma attenzione. È tonale, ovvero basata sull’armonia dei suoni. Ho sentito di espe- un discorso che può apparire estremo ma certamente l’aspetto rimenti effettuati su piante sottoposte a musica dodecafonica (che scientifico non deve essere considerato il fine ma solo un mezzo altrimenti ci ritroveremmo davanti a si basa su principi completamente un banale falso per quanto splendialieni a quelli dell’armonia) che sono do. Non vorrei che qualcuno pensasse deperite in poco tempo, questo, se è che ragionando come sopra non vi vero, dimostra – semmai ve ne fosse sia più spazio per la creatività, al ancora la necessità – quanto siamo contrario, è proprio l’ampliamento di sensibili ai principi della natura. queste conoscenze che allarga notevolmente l’orizzonte interpretativo e Il pubblico della classica è molla paletta di emozioni che la musica to ben definito. Inoltre non è esprime e l’interprete vive e trasmetun pubblico giovane. Cosa ne te. Non è prerogativa della musica pensa? quella di essere replicata fedelmente Quello del pubblico della musica all’infinito, e per quanto aderente classica formato prevalentemente all’originale ogni nuova esecuzione da meno giovani è un luogo comune deve avere una sua unicità, essere che occorre sfatare. È ovvio che la convincente e sorprendente. In questo cultura non è per tutti ma basti dire senso sono convinto che l’invenzione che i conservatori non sono mai stati Duilio Galfetti del supporto sonoro che da un canto così frequentati da studenti. C’è fra i giovani una gran voglia di musica e alla “classica” ci si avvicina offre il vantaggio di poter riascoltare, sia stata una catastrofe magari più tardi, una volta capito che è questo genere di musica per la musica nel suo senso più elevato. Non per nulla la sua che vale veramente la pena di scoprire. L’anno scorso durante evoluzione collima con il progressivo decadimento musicale della una tournée in Corea con l’OSI sono rimasto impressionato dalla nostra epoca. Se agli albori il mercato discografico era riservato quantità di giovani che frequentano i concerti e credo di poter dire alle assolute eccellenze, oggi regna la più totale anarchia e confuche questo valga per i paesi orientali in generale, laggiù si investe sione. Spero allora di non sbagliarmi affermando che il naturale enormemente sulle arti. Ad alcuni concerti tenuti recentemente epilogo di tutto ciò sarà il ritorno alla musica eseguita dal vivo alla Filarmonica di Berlino e Londra con la nostra orchestra per con un pubblico di appassionati alla ricerca di quel qualcosa di contro, l’età media era più elevata, sarà forse un problema che sempre nuovo che solo il concerto in ogni sua forma può offrire. Se così avverrà giustizia sarà fatta e vi garantisco che il mondo tocca maggiormente il vecchio continente… prevalentemente tecnologico in cui viviamo diverrà molto più Qual è la corrispondenza che lei predilige nella relazione vero e colorato. fra la musica e le altre arti? Le arti sono interconnesse ma personalmente per cercare di capire La musica, in un mondo dominato da sostantivi mameglio la musica amo rifarmi alla pittura. Se suono Vivaldi schili, è femmina. Cosa ne pensa? penso, per esempio, a Canaletto, ai colori, ai forti contrasti, La parola “musica” si rifà alle nove Muse, divinità greche figlie al dettaglio, ai soggetti alle impressioni che suscita; se eseguo di Zeus e Mnemosine, la Dea della memoria. Rappresentavano Debussy cerco di cogliere lo spirito impressionista dei dipinti di l’ideale supremo dell’arte inteso come “eterna magnificenza Monet e via discorrendo. La pittura offre l’incredibile vantaggio del divino” (citiamo Wikipedia). Questo per quanto attiene di giungere a noi esattamente come l’artista l’ha creata, è come all’etimologia della parola. A me piace credere che la scelta sia essere presenti a un concerto di Bach o Mozart! Fatta questa rivolta al femminile in quanto è certamente la donna ad avere considerazione appare evidente come una riflessione sugli aspetti un ruolo preponderante nei meccanismi della creazione di nuova tecnici della realizzazione dell’opera si impone. Il musicista che vita, non per nulla parliamo proprio di creature riferendoci ai legge lo spartito ed esegue un brano, si ritrova costantemente a piccini. L’idea che le arti siano figlie della memoria, intesa come realizzare una sorta di copia dell’originale attraverso un “codice memoria dell’umanità, poi, è un qualcosa di incommensurabile e genetico” qual è la partitura che ci permette di “ricreare” l’opera. di estremamente illuminante. Rinunciare all’arte significherebbe Allo stesso modo se dovessi realizzare una copia di un dipinto, dunque rinunciare all’essenza stessa dell’uomo, significherebbe non potrei esimermi dall’utilizzare esattamente gli stessi mate- semplicemente non esistere.

J.S. Bach, alle anamorfosi, alle pareidolie, mistero o nonsenso, tutte cose ai confini della razionalità che mandano il nostro cervello in tilt!

Agorà 6


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La perfezione svizzera a casa vostra


Concorso La foto del mese

Pubblichiamo la seconda immagine selezionata tra quelle giunte in Redazione nell’ambito del concorso fotografico lanciato da “Ticinosette” ai lettori per il 2016. Il prossimo appuntamento è tra quattro settimane...

Le stagioni di Gianni Zanella

Tutti possono partecipare al concorso fotografico anche se, per ovvie ragioni sono, esclusi categoricamente i professionisti della fotografia (ma non gli apprendisti fotografi e altre persone in formazione). Nel corso del 2016 i partecipanti potranno inviare una sola foto per ogni sezione, anche in tempi diversi. Abbiamo definito alcune temi con i quali potete sbizzarrirvi: l’avventura, il ritratto, le stagioni, la leg-

gerezza e l’equilibrio. Ricordiamo che in ogni invio deve essere specificata la sezione a cui si intende concorrere, oltre al proprio nome e cognome, l’indirizzo e un recapito telefonico. Come già indicato, le immagini – che saranno accettate solo se inoltrate in alta risoluzione (300/320 ppi) in modo da consentirne la pubblicazione – dovranno essere inviate al seguente indirizzo di posta elettronica: phototicinosette@gmail.com.

Mensilmente pubblicheremo un’immagine selezionata tra quelle giunte nell’arco delle quattro settimane, e ritenuta la più interessante dal comitato di Redazione. Tra un mese verrà dunque pubblicata la terza immagine selezionata e alla fine del 2016 le migliori saranno raccolte in un reportage. Il vincitore finale, selezionato sempre dalla Redazione, riceverà un premio in contanti di ben 400 franchi.


Un incontro di viaggio In treno verso Göttingen, la conoscenza con una famiglia curda in fuga dalla guerra, lo scambio di indirizzi e il ricordo di Giordano Bruno che in Germania cercò scampo dalla persecuzione della Chiesa di Roma di Francesca Rigotti

Pochi giorni fa, di sabato pomeriggio, mi trovavo, con anche se loro sono così sottili e minuti. Siete arrivati in Detlev, il mio compagno-quasi-marito su un treno tedesco, aereo? Chiediamo noi mimando le ali e il rumore, ma lungo la solita rotta tra il Ticino, svizzero e italiano, e la loro rispondono no, no, e muovono le dita per imitare i città tedesca di Göttingen. Eravamo saliti su un ICE a Basilea passi. Serbia, dice il padre. E mima sé che porta in spalla la bambina di due anni, la donna che regge il più piccoSBB, sistemandoci in uno scompartimento da sei posti, tutti liberi e non prenotati. Dopo la fermata di Karlsruhe, alza- lo, e i due grandini che camminano. La donna è vestita tami per andare in bagno, scorgo sulla piattaforma vicino all’occidentale, non porta velo. Tutti sono ben coperti con abiti e scarpe caldi e adeguati, alla porta del vagone sei persoanche se il loro bagaglio consiste naggi. In cerca di che cosa lo complessivamente di un piccolo capisco presto, e subito dico loro trolley con la cerniera rotta, una che nel nostro scompartimento borsa di plastica e un sacchetto c’è posto e non devono stare lì di pannolini. Penso alle nostre rannicchiati al freddo. Lo dico in famiglie che quando si spostano tedesco, lo ripeto in inglese e dal con bambini riempiono un tir di momento che è chiaro che non accessori e mi chiedo che storia mi comprendono mi do da fare avranno dietro ma a parole non a gesti e li convinco a seguirmi. possono raccontarcela. Anche Arrivano tutti e sei, madre padre perché si addormentano, prima e quattro bambinetti, si siedono i più piccoli, poi i genitori, poi al calduccio e lì cerchiamo di fare la bambina più grande. Solo Moconversazione ma i risultati sono hamed rimane sveglio e inizia a scarsi. Allora l’uomo tira fuori un disegnare e a scrivere con penna telefono, chiama qualcuno con e carta che gli diamo. Disegna cui parla e poi passa l’appareclui e disegno io, esibendomi nel chio a Detlev. La voce maschile, repertorio di quando i nostri figli, un parente, spiega in tedesco che Statua di Giordano Bruno (da wordpress.com) quattro anche loro, erano piccoli si tratta della famiglia del cugino fuggita dai luoghi di guerra: parlano curdo, ci dice, e basta. e io mi ero specializzata nel disegnare dietro loro richiesta Hanno un biglietto regolare, l’aspetto dei giovani genitori personaggi dei fumetti. Poi disegnamo insieme un treno, è di persone istruite ed educate. Dico i nostri nomi ed età e Mohamed mi guarda, sorride e dice “this”. Il treno che e chiedo i loro: Ayden, la bimba più grande, ha 8 anni, abbiamo disegnato è questo treno. Mohamed ne ha di 7 ed è molto minuto per la sua età, ma Scriviamo sul retro del loro biglietto di viaggio i nostri no– mi spiegano con gesti efficaci – ha subito un’operazione mi, l’indirizzo di casa, i recapiti email, i numeri di telefono: al cuore. Poi c’è una piccolina di due anni e mezzo, Atthina chissà se si faranno vivi. Noi di loro sappiamo soltanto che e un ultimo bimbetto di un anno che ancora non cammina si recano da parenti a Helmstedt, vicino alla cittadina di e di cui non sono riuscita a trattenere in memoria il nome; Braunschweig. Braunschweig è oggi comunemente nota per la madre, 34 anni, si chiama Nadia, il padre Diar (mi scuso gli impianti delle automobili Volkswagen che lì iniziarono la produzione, oggi ampiamente dislocata. Ma Helmstedt, per le trascrizioni). oh Helmstedt fu sede di una delle più antiche università tedesche, l’Academia Julia Carolina, fondata alla fine del La via per Helmstedt Vado nella carrozza ristorante a cercare qualcosa per loro e cinquecento e di cui si conservano alcuni edifici. A Helmtrovo e prendo quattro ovetti Kinder e due bottigliette di stedt insegnò per un paio d’anni il filosofo e matematico succo di mela con quattro bicchieri e quattro cannucce. Giordano Bruno, che cercava tra i protestanti riparo dalla Quando torno stanno dividendosi dei panini e sono ben persecuzione della chiesa cattolica che comunque riuscì a contenti di aver qualcosa da bere. Festa anche per gli ovet- catturarlo e condannarlo in quanto eretico al rogo, quello di ti, sia per la cioccolata sia soprattutto per le sorpresine. Le Campo de’ Fiori a Roma, nel 1600. In quei luoghi immagino montano e ci giocano come tutti i bambini del mondo, ora camminare i nostri compagni di viaggio.

Kronos 9


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Vitae 10

a bambina sognavo avventure straordinarie con amici immaginari. Amavo tutto ciò che era fuori del comune, le persone eccentriche, chi aveva qualcosa di speciale da raccontare, i luoghi carichi di storia e di mistero. Ho avuto dei genitori anziani: la mia è stata un’infanzia seria, piuttosto solitaria. Mio padre è stato il primo a parlarmi di spiritualità. Mia madre, dal canto suo, si interessava di medicina alternativa e in particolare di omeopatia. Sono nata da un secondo matrimonio: in pratica, ero una bambina che ha vissuto in un mondo di adulti, visto che i miei due fratelli avevano venti e trent’anni più di me. Sono nata a Barcellona e cresciuta tra Parigi e il Ticino, dove venivo in vacanza. Questo sradicamento non era molto comune tra le persone della mia generazione, oggi lo è molto di più. Ho sempre considerato questo contatto con culture e lingue diverse come un grande arricchimento. D’altra parte, ciò ha favorito una mia tendenza a guardare le cose “da osservatrice”, un atteggiamento tipicamente giornalistico. Mio padre è sempre stato in un certo senso “lontano”, anche se lo ammiravo e intellettualmente mi ha influenzato molto. Mia madre era meno affine mentalmente ma molto più presente nella mia educazione. Il mio fratello maggiore ha avuto una grande importanza affettiva nella mia prima infanzia. Purtroppo soffriva di una malattia psichica e ciò ha destato in me l’interesse per la mente umana e i suoi misteri. Crescere non è stato facile, ho vissuto momenti molto duri, specie nell’adolescenza. Ho frequentato la Dolmetscherschule di Zurigo e mi sono diplomata in traduzione. Ho iniziato a lavorare come traduttrice, ma quasi subito sono passata al giornalismo, lavorando nelle redazioni del Corriere del Ticino e di Azione. In seguito, ho fondato una piccola rivista, Mutamenti, che oggi prosegue come sito internet. Ora collaboro con il mensile Gente Sana. Non mi sono mai sposata, ma ho avuto una relazione importante, durata più di trent’anni. In pratica un matrimonio… Il giornalismo mi ha permesso di coltivare il mio lato curioso, “touche à tout” si direbbe in francese. Essere giornalista ha rafforzato la mia adattabilità

e anche in un certo senso la mia tendenza a vedere le cose “dal di fuori”, a non sentirmi mai veramente parte di qualcosa. Ho scritto tre libri: due giornalistici fatti di interviste e di ricerca su documenti. Il primo, Ritornare a vivere, era dedicato al problema della tossicodipendenza. Il secondo, La medicina dei due spazi-tempo, parla di un metodo di cura alternativa. Il terzo è un romanzo fantastico dal titolo La voce ritrovata: è un viaggio nel tempo alla ricerca di una voce bellissima. Lo si potrebbe leggere anche a livello simbolico come una mia personale ricerca della creatività. Penso che il mio interesse per la ricerca interiore e la medicina alternativa sia una continuazione logica dell’attrazione che ho avvertito fin da bambina per tutto ciò che era misterioso e fuori del comune. L’influenza di mio padre e di alcune zie paterne è stata determinante per la mia formazione. Da bambina sentivo spesso parlare di reincarnazione, di meditazione, di yoga e di altri temi di cui allora si sapeva poco. A mio modo di vedere, le parole luce, spazio, tempo sono chiavi per una visione nuova della realtà. Come detto ho sempre sentito attrazione per la mente umana. Se non fossi stata giornalista avrei forse voluto essere psicologa, o psichiatra… Ma al momento della scelta di cosa fare da grande vivevo un momento di crisi e non me la sono sentita di affrontare studi tanto impegnativi. Ho deciso di creare la rivista Mutamenti poiché un gruppo di amici mi aveva chiesto di occuparmi di una pubblicazione che parlasse di esperienze interiori. Direi che anche oggi Mutamenti spazia tra la spiritualità e la medicina alternativa. Ho in vista la pubblicazione delle traduzioni francese e portoghese di La medicina dei due spazi-tempo e lavoro a un altro romanzo. Per tornare alla mia attrazione per il mistero, sono certa che sappiamo poco del mondo che ci circonda, lo afferma la scienza, che pure accumula conquiste e scoperte… Accettare il mistero significa aprirsi a ciò che è più grande di noi, qualsiasi sia il nome che vogliamo dargli.

FLOrINDA BALLI

Crescendo tra persone adulte ha “rinunciato” a quella parte di infanzia che ha però recuperato attraverso una profonda ricerca interiore, animata dalla curiosità e dalla passione per la scrittura

testimonianza raccolta da Nicoletta Barazzoni fotografia ©Flavia Leuenberger


Sull’antica via di Federica Baj; fotografie ©Reza Khatir


Il

giardino sul Monte Verità è un gioiello botanico costruito sul modello delle piantagioni giapponesi, ordinate a semicerchio, secondo linee precise e armoniche. A farmi da guida è Peter Oppliger, farmacista di Lucerna specializzato in fitoterapia, uno dei promotori della coltivazione del tè in canton Ticino. Al giardino si accede da una porta di legno. Peter mi spiega che nella cultura giapponese i portali indicano non solo l’atto fisico di entrare in un luogo ma anche l’apertura verso qualcosa di nuovo: in questo caso, la filosofia del

tè. Un sentiero di ciottoli conduce al padiglione, luogo di raccolta e meditazione, da dove si ammirano le terrazze di arbusti da cui si ricava la preziosa bevanda. Davanti al padiglione, un giardino zen “racconta” simbolicamente la storia della coltivazione del tè in Svizzera. Due pietre rappresentano le isole di Brissago, dove circa diciotto anni fa è stata fatta la prima prova di coltivazione, con un centinaio di piante di camellia sinensis. “Nel 1964 in India”, mi racconta Peter, “ho incontrato il tè: una delle piante medicinali più affascinati che ci siano, con una storia mille-


Una tradizione lontana e affascinante, capace di coniugare l’esperienza sensibile con la dimensione interiore e filosofica, ha trovato un suo spazio elettivo ad Ascona, presso il Monte Verità. Qui, complice il clima mitigato dal lago, oltre mille piante producono l’unico raccolto di tè in Europa, ragione che ha portato anche all’istituzione di una Casa del tè aperta al pubblico.

in apertura: particolare di una foglia di Camellia sinensis a sinistra: Erisan, maestra della cerimonia del tè

naria e dalle proprietà curative straordinarie. In un successivo viaggio in Giappone ho approfondito i metodi di coltivazione di questa varietà di camelia, l’unica, assieme alla Camellia assamica, da cui si ricava la bevanda. Quando sono arrivato in canton Ticino, dove ho lavorato come docente di fitoterapia sul Monte Verità e sulle isole di Brissago, con l’allora responsabile delle isole del parco botanico ticinese, abbiamo deciso di fare una prova di piantagione”. Così è stato. Dopo tre anni dal tentativo riuscito sulle isole, ottocento nuovi arbusti di Camellia sinensis sono stati piantumati nei terreni della

cittadina affacciata sulla sponda settentrionale del Lago Maggiore, ben adattandosi alle condizioni del luogo. Altre mille piante hanno trovato ospitalità sul suolo dell’azienda “Terreni alla Maggia”. Armonia, rispetto, purezza e silenzio Oggi il giardino del tè di Ascona custodisce ben millequattrocento arbusti da cui si ricavano circa dieci chili di tè all’anno, prenotato e “tutto esaurito” prima ancora che venga raccolto. La prima raccolta dei germogli più


Strumenti per la preparazione del tè Matcha

Preparazione del tè Matcha

Tè dal mondo esposti nella casa museo

teneri, effettuata a mano, avviene a maggio: chiamata Shincha che in giapponese significa “primavera”, l’evento rappresenta per il Monte Verità una vera e propria “festa del tè”. I successivi raccolti, Shencha (quando le foglie sono di media grandezza) e Bancha (con foglie più grandi) sono rispettivamente a fine giugno e ad agosto. Il prodotto ricavato in quest’ultima fase è impiegato per confezionare il “Digestivo Monte verità”, a base di tè verde e di piante

medicinali del luogo senza aggiunta di zucchero. “È proprio così, senza zucchero, latte o limone il modo sano di consumare questa bevanda”, precisa Peter mentre ci dirigiamo all’interno della Casa del tè adiacente la piantagione, “solo in questo modo possiamo apprezzarne il sapore e beneficiare delle sue virtù curative”. Stiamo parlando del tè verde, per ricavare il quale le foglie sono sottoposte a processi di trasformazione che bloccano l’ossidazione dei germogli: così, tutte


le proprietà dei teneri virgulti rimangono integre. È questa la differenza sostanziale con il tè nero, ricavato dalla stessa pianta, ma i cui processi di trasformazione prolungati favoriscono invece l’ossidazione delle foglie. All’interno della casa museo del tè in stile giapponese ci accoglie Erisan, maestra della cerimonia del tè. È lei a guidarmi nei segreti della preparazione di una buona tazza di tè, una vera e propria arte da cui dipende tutto: un bel colore, un sapore equilibrato e le virtù medicinali preservate. Sono davvero tante, confermate da studi scientifici che ne hanno dimostrato i benefici sull’organismo. Un locale è dedicato alla degustazione e al rito secondo la tradizione giapponese, anche se la traduzione “cerimonia del tè” non è veramente esplicativa di che cosa rappresenti questo rituale sacro che poggia sui quattro principi di armonia, rispetto, purezza e silenzio. La predisposizione d’animo è tutto quando si degusta il tè. In concentrazione e pace. Così mi sento, in pace, quando mi lascio alle spalle il giardino delle camelie al termine della mia visita ad Ascona.

orari e informazioni Casa del tè, aperta da aprile a ottobre, 13.30 –18.30 (chiusa lunedì e martedì); da novembre a marzo, 13.30 –17.00 (aperta ogni sabato e domenica). Presso Monte Verità, Via Collina 84, CH-6612 Ascona; tel. +41 91 791 43 00; casa-del-te.ch

Il portale di ingresso al giardino del tè

Il giardino delle camelie e, sullo sfondo, la Casa del tè


Astrofood

Pesci

p. 40 – 41 di Patrizia Mezzanzanica ed Elvin Montesino

Emotivi, sensibili, mutevoli, vulnerabili e fatalisti i Pesci sono decisamente il segno piÚ contraddittorio dello zodiaco. Spesso timorosi di prendere decisioni o di stabilire una rotta, (non a caso il loro simbolo raffigura due pesci che nuotano in senso opposto), possono rivelarsi, però, anche estremamente pratici ed efficienti. Un dualismo, il loro, che ritroviamo dal punto di vista culinario


Astrofood - Pesci

Difficile inquadrarli… Ci sono Pesci ingordi e golosi che hanno un continuo bisogno di mettere qualcosa sotto i denti, e Pesci salutisti e morigerati che si sazierebbero solo di insalate e pinzimoni. Ma anche Pesci che alternano giorni di rigida dieta ad altri di grandi indigestioni. La loro corrispondenza stagionale è quella che precede direttamente il germogliare del seme. Alterna quindi momenti di grande slancio e coraggio ad altri di paura e insicurezza, in una sorta di continuo “vorrei ma non so se posso”. In genere, comunque, i Pesci mangiano un po’ di tutto e volentieri e, da bravi curiosi, amano sperimentare nuove ricette e piatti insoliti, meglio ancora se esotici. In cucina pretendono sia la qualità che la quantità e prediligono le ricette ricche di carboidrati e zuccheri semplici, come il cioccolato, che aumentano il livello di serotonina e migliorano l’umore. Davanti a un piatto ben preparato e ben presentato sono capaci di restare in attonita ammirazione, salvo poi risvegliarsi da tanto rapimento e divorare tutto in un battibaleno. Gli occhi e il palato Per le loro altalenanti abitudini culinarie, gli appartenenti a questo segno possono tendere ad avere qualche problema di peso ma guai a parlar loro di diete! Troppo incostanti e pigri per portarne a compimento qualcuna. Al limite, spinti da un irrefrenabile senso di colpa, per qualche giorno si voteranno al digiuno e quando, inevitabilmente, torneranno alle vecchie abitudini, lo faranno con maggior voracità di sempre. Propositivi e fantasiosi i Pesci sono generalmente ottimi cuochi (Gualtiero Marchesi ne è l’esempio più illustre) e hanno un grande senso dell’ospitalità. Non costringeteli, però, a tagliare, sminuzzare, affettare, lavare, insomma tutte quelle attività manuali per cui serve essere pratici e concentrati, perché non è certo la concretezza il loro punto di forza. Se volete renderli felici fate loro trovar pronto ciò che serve e lasciateli, invece, liberi di esprimere il loro estro, di sperimentare nuovi accostamenti, di trovare personali e rivoluzionari approcci ai piatti di sempre. Da veri golosi i Pesci mangiano prima con gli occhi che con il palato per cui si dedicano con passione anche all’allestimento della tavola affidandosi per lo più al loro istinto, all’improvvisazione e al buon gusto. Ogni piatto dovrà essere appetitoso ma curato, goloso ma elegante, ricco e, al tempo stesso, essenziale sia che si tratti di pasta, carne, pesce o di quel dolce morbido e cremoso che gli appartenenti a questo segno amano tanto.

Qualche ricetta Paccheri con carciofi alla carbonara (per 4 persone) 320 g di paccheri; 4 cuori di carciofi; 30 g di pecorino grattugiato; 30 g di parmigiano grattugiato; 150 g di pancetta a dadini; 50 ml di vino bianco; 2 uova intere; 2 tuorli; 1 scalogno; olio extravergine di oliva; sale e pepe. Pulire i carciofi e tagliarli a sottili lamelle quindi metterli a bagno in acqua e limone per evitare che anneriscano. Tritare lo scalogno e metterlo in una padella con l’olio e la pancetta, rosolare e sfumare con il vino. Aggiungere quindi i carciofi e il sale. Continuare la cottura aggiungendo un mestolo di acqua calda e lasciare cuocere fino a quando i carciofi non saranno ammorbiditi. Lessare i paccheri. In una ciotola sbattere le uova e aggiungere i formaggi grattugiati e il pepe, quindi amalgamare fino a formare una crema. Quando i paccheri sono cotti farli saltare in padella con i carciofi e la pancetta, quindi versare il tutto nella ciotola con le uova e mescolare velocemente per amalgamare bene.

Alici alla pizzaiola (per 4 persone) 500 g di alici fresche; 250 g di pomodori ciliegino; olio extravergine di oliva; mezzo spicchio d’aglio; origano secco; sale e pepe; peperoncino tritato. Pulire le alici e sciacquarle. In una teglia formare uno strato di alici posizionandole con il dorso verso il basso. Condire con metà dei pomodorini lavati e tagliati a metà, sale, pepe, peperoncino, aglio tritato finemente e un filo d’olio. Completare con le alici rimaste, posizionandole nel verso opposto e aggiungendo pomodorini, sale, pepe, peperoncino e origano. Infornare la teglia a 200 °C per 20/25 minuti.

Cupcakes al cioccolato (12 cupcakes) 120 g di farina; 120 g di zucchero; 120 g di burro; 2 uova; 80 g di cioccolato fondente; 1 cucchiaino di lievito in polvere; 20 g di cacao amaro. Mettere in una ciotola farina, cacao e lievito. Nel frattempo far sciogliere a bagnomaria il cioccolato e tenerlo da parte. Montare il burro con lo zucchero e aggiungere le uova una alla volta. Unire il cioccolato sciolto e mescolare. Infine, unire farina, cacao e lievito mescolando con un cucchiaio di legno dal basso verso l’alto. Versare l’impasto in pirottini senza superare i 3/4 del pirottino, infornare a 180 °C per circa 20 minuti.


La domanda della settimana

Ritenete sufficiente e adeguata alle richieste di mobilità dell’utenza la rete di trasporti pubblici ticinese?

Inviate un SMS con scritto T7 SI oppure T7 NO al numero 4636 (CHF 0.40/SMS), e inoltrate la vostra risposta entro giovedì 17 marzo. I risultati appariranno sul numero 13 di Ticinosette.

Al quesito “Sareste favorevoli a far nascere vostro figlio o vostra figlia in casa o in una struttura non ospedaliera attrezzata, in un’ottica di parto non medicalizzato ma naturale?” avete risposto:

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Astri ariete Situazioni mondane tra il 14 e il 15 marzo favorite dal transito lunare nella terza casa solare. Avanzamenti professionali per i nati nella seconda decade.

toro Vita sentimentale a vele spiegate. Il rapporto affettivo tenderà a rinsaldarsi in una ritrovata complicità Crescita professionale e possibili guadagni.

gemelli Comunicazioni disturbate. Evitate di avere scontri verbali sul luogo di lavoro. Irascibili i nati nella prima decade sollecitati da Marte. Sbalzi umorali.

cancro La coscienza fa da guida in ogni vostra azione. Un amore romantico. Giove retrogrado in opposizione riporta a galla antiche e mai sopite relazioni.

leone Ricordi e nostalgie per i nati nella terza decade. Trasgressivi i nati nell’ultima decade stimolati da Venere. Determinati i nati nella prima decade.

vergine Se fino adesso siete rimasti inerti di fronte ad alcune situazioni ora è il momento di agire. Irritabilità tra il 14 e il 16: la Luna si troverà in quadratura.

bilancia Periodo piuttosto delicato. Se saprete rischiare potrete vincere senza alcuna riserva. Fase decisamente più favorevole per i nati nella prima decade.

scorpione Ispirati e sensibili agli influssi provenienti dalle realtà circostanti. Bene tra il 17 e il 18. L’amore è con voi dal 13 marzo. Storie romantiche.

sagittario La vita sentimentale si fa vivace, ricca di colpi di testa e di improvvise gelosie. State attenti a Nettuno, potreste prendere un abbaglio. Malinconia.

capricorno Urano e Plutone in quadratura spingono a rivoluzionare qualunque tipo di situazione. Sfruttate appieno ogni opportunità, anche quelle di ritorno.

acquario Nuove entrate ma anche nuove uscite verso i più disparati beni voluttuari. Romantici i nati nella prima decade. Progetti e realizzazioni tra il 14 e il 16.

pesci Intraprendenti e rivoluzionari grazie a Marte. Fate una cosa alla volta senza farvi prendere da ansie immotivate. Maggior riposo tra il 14 e il 15 marzo.


Gioca e vinci con Ticinosette

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La soluzione verrà pubblicata sul numero 13

Risolvete il cruciverba e trovate la parola chiave. Per vincere il premio in palio, chiamate il numero 0901 59 15 80 (CHF 0.90) entro giovedì 17 marzo e seguite le indicazioni lasciando la vostra soluzione e i vostri dati. Oppure inviate una cartolina postale con la vostra soluzione entro martedì 15 marzo a: Twister Interactive AG, “Ticinosette”, Altsagenstrasse 1, 6048 Horw. Buona fortuna!

Verticali 1. Noto film del 2006 di G. Canet con F. Cluzel • 2. Il nome di Greggio • 3. Albero piramidale • 4. Il dio egizio del sole • 5. Son ghiotti di miele • 6. Il figlio di Atamante e di Ino • 7. Appunto! • 8. Passeraceo americano • 13. L’ami di Maupassant • 14. Riverire, rispettare • 16. Granturco • 20. Strage, eccidio • 22. Belva striata • 23. Sconfisse Massenzio • 26. Gabbie per polli • 29. Articolo romanesco • 31. Pianta terapeutica • 32. Quel di ferro non cuce • 34. Cicloni, tifoni • 36. Capo etiope • 37. Trasparente come il vetro (f) - 44. Delfino di fiume • 45. Strade cittadine • 46. Sigla postale • 48. Congiunzione eufonica • 50. Turchia.

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Orizzontali 1. Annuncio funebre • 9. Dolce far niente • 10. Istituto Tecnico • 11. Codice bancario • 12. Tra il venerdì e la domenica • 15. Stare fra le braccia di Morfeo • 17. Pena nel cuore • 18. Il dittongo del beato • 19. Lo formano i prelati • 21. Alea, pericolo • 24. La solita rima per amor • 25. Bollito • 26. Mezza sala • 27. La Yoko di Lennon • 28. Cane da caccia • 30. Alcoolisti Anonimi • 31. Ingresso • 32. Preposizione semplice • 33. Struzzo australiano • 35. Divinità infernali • 38. Monte luganese • 39. Ascesa • 40. Spagna e Austria • 41. Consonanti in sosia • 42. La patria di Neruda • 43. Pagina centrale • 45. Locali... inutili • 46. Quel che abbaia non morde • 47. Pronome personale • 49. Alni • 51. Oppure a Zurigo • 52. Megera.

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La soluzione del Concorso apparso il 26 febbraio è: NICOTINA Tra coloro che hanno comunicato la parola chiave corretta è stata sorteggiata: Barbara Gennari 6528 Camorino Alla vincitrice facciamo i nostri complimenti!

Premio in palio: buono per le offerte del tempo libero di RailAway FFS RailAway FFS offre 1 buono del valore di CHF 100.– per le sue offerte del tempo libero. Per esempio l’offerta “Parco naturale e faunistico di Goldau” che include il viaggio in treno e l’ingresso al parco con il 10% di sconto. ffs.ch/parco-faunistico

Con RailAway FFS al Parco naturale e faunistico di Goldau (Canton Svitto). Su 34 ettari di natura pura si possono ammirare da vicino oltre 100 specie di animali selvatici europei. E potrete accarezzate e dare da mangiare ai mufloni e ai cervi del Giappone nella grande zona dove possono muoversi liberamente!

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Visitate le nostre esposizioni a Basel, Biel/Bienne, Carouge, Chur, Contone, Cortaillod, Crissier, Develier, Jona, Köniz, Kriens, Lugano, Rothrist, Sierre, St. Gallen, Thun, Winterthur e Zürich. Panoramica dell’azienda su: www.sanitastroesch.ch

Chiarezza fin dalla prima ora: cucine e bagni Sanitas Troesch.

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Ruf Lanz


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