Ticino7

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» testimonianza raccolta da Ludovica Domenichelli; fotografia di Igor Ponti

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Roberto Alberio

Vitae

ha fatto amare l’alpinismo. Una passione che non mi ha più abbandonato. Ho scalato oltre metà dei quattromila svizzeri, ho partecipato a due spedizioni sudamericane, l’Aconcagua e il Mercedario nelle Ande argentine. La montagna per me non è soltanto un piacevole passatempo, è un valore che nel corso degli anni mi ha aiutato a superare difficoltà e ha favorito la conoscenza di me stesso. La magia del silenzio che si percepisce durante le ascensioni lascia spazio a un intenso dialogo con te stesso, che lentamente, man mano che sali verso la vetta, attraverso la fatica, fa crollare uno a uno tutti i Dalla carriera nel mondo bancario al de- veli che col tempo ognuno siderio di aiutare gli altri. Un passaggio di noi si è creato per poter all’apparenza difficile senza un progetto sopravvivere all’interno delle proprie esistenze. Così capita di vita, solidi ideali e un grande amore che rivivi situazioni che credeper l’alpinismo e la montagna vi dimenticate, riprendi il filo di riflessioni abbandonate da tri a piedi in 30 giorni. È stata tempo, ti rimetti in discussione. Anche la più un’esperienza fantastica che breve delle passeggiate in quota richiede di mi ha dato quella consapedarsi un obiettivo e perseguirlo, di essere prevolezza che da tempo andavo videnti amministrando bene le proprie forze. cercando, ma che solo attraPoi c’è il gruppo, la cordata. In una cordata la verso un percorso intimo di sicurezza di tutti dipende dalla responsabilità lavoro su te stesso hai il coragdi ciascuno e viceversa. È quindi indispensagio di ammettere. Al rientro bile fidarsi dell’altro. E se è pur vero che esiste in Svizzera, dopo 38 anni di la guida, il capocordata che ha il compito banca, ho dato fede a ciò che di guidare e dare sicurezza al gruppo, anche già affermavo da ragazzino e l’ultimo che chiude è altrettanto importante ho voltato pagina. E l’ho fatto per la riuscita dell’impresa. con il mio nuovo progetto La mia prima spedizione in Sud America, Corda Tesa, una nuova sfida l’Aconcagua, è stata un parziale fallimento che unisce i miei ideali di per me. Non ho raggiunto la vetta poiché non vita con la montagna, la mia sono riuscito a inserirmi armoniosamente grande passione. Insieme alla nella cordata. Durante queste spedizioni guida alpina Nikita Uboldi, ognuno di noi si mostra senza veli e ha modo abbiamo deciso di promuovedi valutare in che misura è in grado di gestire la passione per la montagna re paura e stress, due componenti sempre proponendo degli itinerari di presenti in alta quota. A volte può tuttavia diversa durata e difficoltà a succedere l’irreparabile. Diversi gli amici che aziende e organizzazioni coho perso in quel modo. Penso in particolare me modalità di crescita delle alla guida alpina Nicola Balestra, travolto risorse umane. fatalmente da una lastra di ghiaccio il 17 Perché la montagna? Amo la giugno 2007, sul Monte Bianco che da allora montagna da quando sono è divenuto la mia guida spirituale durante le un bambino, anche se pratico ascensioni. Corda Tesa vuole essere anche un l’alpinismo solo da una quinomaggio a lui, un tentativo di dare un senso dicina d’anni. Questo perché a quanto accaduto, un modo diverso per da sempre credevo che sarei non dimenticare. E poi ho solo 59 anni e ho andato in montagna soltanto voglia di buttarmi in questa nuova e difficile fino a dove non avrei dovuto sfida con tanto entusiasmo. La scommessa usare la corda. Poi l’incontro è di riuscire a trasformare un hobby in una illuminante con la guida alpiprofessione. Non so se ci riuscirò, ma ho na Luciano Schacher, che mi ancora voglia di provare.

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a ragazzino ero convinto che in banca non avrei mai lavorato. Poi, un po’ per caso, un po’ spinto dal marito di mia sorella che già lavorava in quell’ambito, terminata la scuola commerciale ho iniziato la mia avventura in questo settore. Inizialmente ho operato in qualità di responsabile del commercio delle divise, in seguito nel servizio dedicato ai gestori di patrimoni esterni e, infine, come “ambasciatore” di un’importante banca privata svizzera. Un totale di 38 anni trascorsi nel settore bancario-finanziario, che mi hanno indubbiamente regalato tante soddisfazioni… ma anche tanti dolori. Ciò che più mi mancava nel mio lavoro erano i valori umani, troppo spesso messi da parte a scapito di quelli materiali. Nel corso degli anni ho cercato di nutrire il mio animo “diverso” con attività e impegni extraprofessionali. Durante gli anni Novanta, ho organizzato con mia moglie Manuela il campo Kiwanis, un soggiorno estivo per adolescenti in difficoltà. Per sei estati di fila, con il supporto di “Gioventù e Sport”, abbiamo ospitato una cinquantina di ragazzi, proponendo attività sportive a contatto con la natura. Un’esperienza unica che ha dato tanto a noi, ai miei figli e ai tanti ragazzi che di anno in anno sono tornati entusiasti. Per altri sei anni sono invece stato soccorritore nella Società svizzera per cani da catastrofe. Quattro anni della mia vita li ho pure dedicati alla carriera militare, tra formazione e varie forme di comando. Tante attività diverse che ho sempre svolto parallelamente alla mia professione e che in qualche modo mi hanno aiutato ad andare avanti. Quel sentimento di inadeguatezza si è fatto sentire con più intensità nel corso del 2010, costringendomi a fermarmi e riflettere. È stato allora che ho deciso, insieme a mia moglie di percorrere tutto il sentiero di Santiago, oltre 800 chilome-


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