Studio di fattibilita sul progetto Museo Alexander Koester

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DA CITTADINA DEGLI ARTISTI A CITTÀ PER L'ARTE Studio di fattibilità sul progetto “Museo Alexander Koester” in Chiusa Mag. Petra Paolazzi / büro54 Settembre 2013

Reinquadramento Tesoro di Loreto Centro Genitori-Bambini Archivio Civico di Chiusa Biblioteca Civica di Chiusa Scuola materna Angolo dei pittori alla Salita Sabiona Castel Branzoll Monastero di Sabiona Albergo alla Rosa d'oro Albergo Alla Luna Albergo all'Agnello Albergo all'Oca, oggi “Posta” Albergo all'Orso grigio “Rabensteiner” Albergo alla Croce Bianca, ex “Nussbaumer” Iniziative culturali regionali Arte nello spazio pubblico open city museum Associazione Beni Culturali Chiusa Albergo Walther von der Vogelweide Scuola elementare Scuola media Monumento ad Alexander Koester (Martin Rainer) Griessbrück Villa Koester Castel Summersberg – Gudon Residenza Neidegg Carl Müller – Coburg Schloss Anger Ritrovo degli artisti


DA CITTADINA DEGLI ARTISTI A CITTÀ PER L'ARTE Studio di fattibilità sul progetto “Museo Alexander Koester” in Chiusa Alla luce della proposta della Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester di Dortmund di donare alla Città di Chiusa una ricca collezione di opere d'arte di Alexander Koester, lo studio ha preso in esame i possibili contesti e le condizioni quadro di realizzazione del progetto. Mag. Petra Paolazzi / büro54 Innsbruck Settembre 2013

[Nella versione italiana del testo si è optato per l'uso del genere maschile per i termini “artista”, “collezionista”, “cittadino”, “Chiusano” al solo scopo di favorire la scorrevolezza del testo. I termini si riferiscono però indifferentemente a uomini e donne N.d.T.]

Perizie tecniche Dr. Carl Kraus, Expertise artistico-storica sulle collezioni altoatesine attuali Dr. Marion Piffer-Damiani, Perizia nel contesto dell'arte contemporanea Colloqui orientativi/Sopralluoghi Jörg Aichner (Collezionista d'arte, Farmacista, Chiusa) Rut Bernardi (Scrittrice, Linguista) Dr. Christoph Gasser (Museo Civico di Chiusa) Maria-Anna Gasser Fink (Sindaca di Chiusa) Heinrich Gasser (Comune di Chiusa) Sonya Hofer (Artista visiva) Helmuth Kusstatscher (Collezionista d'arte, Chiusa) Sepp Krismer (Associazione Beni Culturali, Chiusa) Andreas von Lutz (Iniziativa artistica Kunst bodennah) Giovanni Mellilo (Progetto “Open City Museum” a Chiusa) Karin Reichhalter (Iniziativa artistica Kunst bodennah) Peter Senoner (Artista visivo) Dr. Ing. Siegfried Unterberger (Collezionista d'arte, Merano) Interlocutori della Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester, Dortmund Dr. Michael Kohler (Amministratore delegato della Fondazione) Dr. Thomas Waldschmidt (Storico d'arte, Consulente della Fondazione) Comitato cittadino Ideazione/Realizzazione: Dr. Claudia Maria Wolf / büro54 Partecipanti alle riunioni del Comitato cittadino del 31.5 e 1.6.2013 Benno Delmonego


Karin Fössinger Thomas Gfader Sonya Hofer Sagmeister Martin Maria Mitterrutzner Simon Rabensteiner Thomas Stoffner Heinz Stuffer Meinhard von Lutz Karl Waldboth Walter Zanon Heinrich Zuenelli Sostegno organizzativo ed esecutivo Magdalena Gebhard Wilfried Hanser

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INCARICO

2 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5

SITUAZIONE DI PARTENZA E CONDIZIONI QUADRO Chiusa impegnata nel rilancio delle sue potenzialità L'arte trova la sua cornice Piccolo vs. grande Bisogni ed esigenze Fattori vincenti dell'attuazione

3 RISULTATI E CONCLUSIONI 3.1 Le potenzialità del progetto 3.1.1 Potenziale “Colonia artistica” 3.1.2 Potenziale “Collezioni altoatesine” 3.1.3 Potenziale “Campo di forze urbano” 3.1.4 Potenziale “L'anatra come simpatico elemento di richiamo” 3.2 Consolidamento dei potenziali 3.2.1 Colonia artistica storica ./. Luogo per l'arte contemporanea 3.2.2 Paesaggio urbano medioevale ./. Il segnale del nuovo museo 3.2.3 Collezionismo d'arte nei secoli passati ./. Reinterpretazione curatoriale 3.2.4 Che noia i musei! ./. Che varietà i musei! 4 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 4.7 4.8

IDEA E ATTUAZIONE Sedi Ideazione dei contenuti Un progetto “dal cuore” Inserimento in importanti reti di cooperazione Risvolti per l'arte, la cultura e la natura in Chiusa Aspettativa di affluenza visitatori Sostenitori Personale


4.9 4.10

Organizzazione degli spazi Stima dei costi

5 5.1 5.2 5.3

PRIMI PASSI SUCCESSIVI ALLA GARANZIA DEL FINANZIAMENTO Coinvolgimento partecipativo della cittadinanza Squadra interdisciplinare di progettazione Ideazione di massima e di dettaglio

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SCHEMA DEL PROGETTO Visualizzazione 1: Effetti Visualizzazione 2: Interazioni Visualizzazione 3: Reti - euroArt – Associazione delle Colonie artistiche europee - Musei per bambini, ragazzi e famiglie - Musei d'arte con collezioni affini - Musei dell'Alto Adige

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CRONOLOGIA DEL PROGETTO

ALLEGATI (Appendice) 1. Documenti sulle finalità preliminari allo studio 2. Concept paper sul Museo Alexander Koester, 11.11.2010 3. Parere del Dr. Ing. Siegfried Unterberger sul Museo di Chiusa, 17.06.2011 4. Nota della Giunta Provinciale dell'Alto Adige sul progetto d'arte a Chiusa, 19.09.2011 5. Perizia artistico-storica su Alexander Koester e gli artisti della Colonia artistica di Chiusa oltre che sull'arte del XIX/XX sec. nelle collezioni pubbliche e private dell'Alto Adige 6. Documentazione del Comitato cittadino di Chiusa 7. Bozza di idee del Dr. Christoph Gasser: “Parcours in 16 Stationen zu Künstlerkolonie in Klausen und Umgebung”

1. INCARICO

1. INCARICO Il Comune di Chiusa assegnava nel febbraio 2013 un incarico di verifica della fattibilità per la concretizzazione delle condizioni di attuazione di un Museo Alexander Koester. A motivarlo, l'offerta della Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester di Dortmund, intenzionata a donare permanentemente al Comune di Chiusa gran parte della proprietà della Fondazione. L'indagine richiesta attiene pertanto all'individuazione delle condizioni di accettabilità di questa offerta della Fondazione. La prospettata cooperazione è infatti vincolata bilateralmente a precise condizioni: il Comune parafrasa questo vincolo parlando della necessità che la realizzazione del progetto “valga la pena”, per il Comune e la cittadinanza; dalla Fondazione viene invece la richiesta che per la donazione sia creato un “idoneo contesto professionale”.


Lo studio di fattibilità ha quindi considerato le due indicazioni come obiettivo, concretizzandole e inserendole nel contesto delle reali condizioni di attuazione. Il presente rapporto riepiloga i risultati di questa indagine. Ne illustra i fattori che compongono le condizioni quadro del progetto, valutandone il rilievo in relazione alle finalità definite. Descrive le possibilità di una soluzione attuativa del progetto concretizzando i parametri essenziali dell'attuazione consigliata. Consente dunque di fornire indicazioni sugli investimenti da calcolare per l'attuazione. In appendice è allegata la documentazione relativa alle tappe fondamentali affrontate nel corso dello studio e costituenti la base delle analisi e considerazioni derivate. Lo studio, risultato congiunto nato dal confronto fra tutti i soggetti coinvolti nel discorso, è il frutto dei contributi di tutti gli esperti partecipanti, professionisti e gente comune. L'impostazione del progetto è stata, sin dall'inizio, non quella di inoculare a Chiusa il seme della ricerca di una soluzione bensì, piuttosto, nel farlo schiudere direttamente da Chiusa e dal suo contesto. Partendo, in ogni momento del progetto, dalla concezione di fondo che le soluzioni valide siano sempre già innate e presenti nel contesto quadro, nelle esigenze e intenzioni.

2. SITUAZIONE DI PARTENZA E CONDIZIONI QUADRO

2. SITUAZIONE DI PARTENZA E CONDIZIONI QUADRO 2.1 Chiusa impegnata nel rilancio delle sue potenzialità Nell'ambito del progetto Interreg IV Revita – Città storiche : Vita nuova, il Comune di Chiusa si è confrontato con la cittadinanza sulla definizione del futuro della città. L'avvenire di Chiusa e quello delle persone che l'abitano sono infatti strettamente legati fra loro, sia dal punto di vista economico che della gestione della vita quotidiana. Su questo sfondo, i responsabili della città e i cittadini sono impegnati a sviluppare strategie di miglioramento della qualità della vita e della frequenza di visitatori in città. In questa fase di riflessioni sul futuro è arrivata al Comune di Chiusa la proposta con la quale la Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester di Dortmund intende lasciare permanentemente a Chiusa buona parte della sua collezione. Nascono due studi: il programma strategico Interreg IV e il presente studio di fattibilità, riguardante l'offerta della Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester. Entrambi concordano su un criterio fondamentale per la “rivitalizzazione” di Chiusa: la valorizzazione dello spazio urbano mediante apposite proposte e l'adeguamento dell'uso finora fatto degli spazi. Il presente studio illustra sullo sfondo di questo contesto le esigenze di realizzazione dell'idea del “Museo Alexander Koester”. Con il progetto si ravvivano le potenzialità di Chiusa atte a migliorare sia la qualità della vita della sua cittadinanza che la frequenza di visitatori in città. Questo è fattibile, e lo studio lo spiegherà in dettaglio, riallacciando coerentemente Chiusa ai suoi riferimenti. Come in ogni spazio vitale, questi sono elementi di fatto e, al tempo stesso, frutto di evoluzioni culturali, radici storiche e condizionamenti attuali. Il potenziale di successo nella designazione del futuro risiede però nella sua adeguata registrazione. Ossia nella estrapolazione e


creazione di una base solida, sia concettualmente che sul piano attuativo pratico, dalla quale partire per osare un proseguimento autentico, coerentemente lungimirante, della propria identità matura. 2.2 L'arte trova la sua cornice Stando alle parole del Dr. Michael Kohler, amministratore delegato della Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester, Chiusa sarebbe la “logica casa” della maggior parte della collezione d'opere della Fondazione stessa. Soprattutto perché i lavori più significativi di Alexander Koester sarebbero nati proprio a Chiusa. La Fondazione fu istituita nel 2008 da Hildegard Koester, consorte del Dr. Hans Koester. Stando ai chiarimenti forniti dalla Fondazione, il Dr. Hans Koester, nipote di Alexander Koester, avrebbe concepito come sua missione “il tributare all'artista Alexander Koester l'onore che merita, promuovendosi attivamente a mantenere viva la sua opera”. Onde perseguire nel tempo questo obiettivo, la coppia avrebbe dunque istituito nel 2008 una fondazione, facendovi confluire l'intero patrimonio e, in particolare, un gran numero di quadri. Nell'adempimento dello scopo della Fondazione, i dipinti appartenenti alla stessa vengono ceduti temporaneamente a istituzioni museali per renderli accessibili al pubblico. A medio termine la Fondazione intende realizzare a Chiusa (BZ) un Museo Alexander Koester in collaborazione con la Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige”. 1

Il citato scopo della Fondazione costituisce anche la condizione quadro formulata dalla Fondazione stessa per il prospettato lascito permanente dell'opera. Ci si attende che Chiusa “offra un idoneo contesto professionale per le opere di Alexander Koester”. Tradotto negli incarichi formali di un museo questo significa creare un contesto professionale per la moderna conservazione, raccolta, ricerca e insegnamento dell'opera e delle sue implicazioni. Il presente studio indica le condizioni quadro alle quali la collezione d'opere può essere portata a Chiusa ottemperando alle finalità della Fondazione e venendo contemporaneamente presentata nel rispetto degli obiettivi futuri della città di Chiusa. Lo stesso evidenzia però che il progetto andrà collocato, oltre a ciò, in un contesto più ampio. 2.3 Piccolo vs. grande Alexander Koester (1864 – 1932) è ritenuto uno dei più importanti esponenti della Colonia artistica di Chiusa (1874 – 1914). Il Museo Civico di Chiusa è in possesso di sette opere dell'artista. Unitamente ad alcuni prestiti, queste creazioni furono esposte nel 2000 in una grande mostra dedicata alla Colonia artistica e ospitata nelle sale del Museo Civico. Nella primavera del 2013 fu inaugurata un'esposizione che presenta i dipinti assieme ad opere di Koester facenti parte della collezione della Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester.2 Unendo le opere di Koester già presenti a Chiusa a quelle offerte dalla Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester, verrebbe a crearsi una collezione di pittura ad olio di complessive 74 opere, oltre a un piccolo tesoro di schizzi ad olio, pastelli, bozzetti e disegni. Ampliando questa collezione con l'aggiunta di opere di contemporanei di Koester, già in possesso della Città, si arriverebbe a disporre di una collezione di circa 130 opere. Praticamente tutte queste opere sono già state esposte a Chiusa Cfr. sito Internet della Fondazione (26.08.2013) http://koester-stiftung.org L'esposizione, in calendario dal 5 aprile al 2 novembre 2013, presentava 24 opere provenienti dalla collezione della Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester. Nei primi sei mesi ha fatto registrare circa 3700 visitatori.

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nell'ambito della mostra succitata. Malgrado il comprovato notevole valore artistico ed economico (il valore assicurabile delle opere della Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester ammonta intorno a 2.110.000 Euro3), gli obiettivi definiti dalla Città e dalla Fondazione non risultano realizzabili con questa collezione artistica focalizzata esclusivamente su Alexander Koester. Come si dimostrerà, la spesa per l'adeguata e permanente collocazione e presentazione delle opere non sarebbe infatti in alcuna proporzione accettabile con l'attrattiva ottenibile per una mostra d'opere di tale ordine di grandezza dedicata a una singola personalità artistica. Tutti i suggerimenti formulati nell'ambito dello studio di fattibilità, sia da parte dei residenti intervistati che delle personalità artistiche e culturali chiusane interpellate e, anche, dagli esperti esterni contattati, rimandano quindi alla necessità di un adeguato dimensionamento del progetto. Solo con esso è possibile infatti realizzare due priorità fondamentali: - > Il nuovo patrimonio costituisce a lungo termine un autentico elemento di attrazione, sia per i residenti che per gli ospiti e visitatori della località. - > I costi per la realizzazione del progetto (una tantum e correnti) sono proporzionalmente adeguati al “vantaggio” conseguibile con il progetto. A questo proposito va premesso quanto segue: un riferimento credibile e sostenibile all'utile realisticamente conseguibile nell'ambito di un progetto come questo richiede una precisa differenziazione. Il finanziamento del progetto, infatti, non è certamente lucrabile direttamente dal progetto stesso. Dovrà avvenire, piuttosto, tramite investimenti risultanti motivanti e proficui per tutti coloro che vi prendono parte. Fra i presupposti rientra tuttavia la disponibilità a inserire nella valutazione dei “vantaggi” del progetto i benefici solo difficilmente esprimibili in cifre. Rientrano fra questi entrambi gli obiettivi futuri della città, ossia l'innalzamento del livello di qualità della vita dei suoi cittadini e della frequenza di visitatori. 2.4 Bisogni ed esigenze Chiedendo agli abitanti di Chiusa quali aspetti considerino rilevanti nell'ambito del progetto inerente alla proposta della Fondazione, le risposte che si ottengono sono le seguenti4: - I “tesori” già noti dovrebbero essere di continuo interesse. - La proposta dovrebbe motivare anche “gli Altoatesini difficili da motivare”. - Dovrebbero essere coinvolti i giovani. - Gli spazi dovrebbero essere multifunzionali. - Dovrebbe venir fuori una proposta capace di richiamare più di una sola volta i residenti di Chiusa. Stima del valore assicurabile dei 67 dipinti ad olio in possesso della Fondazione (esclusi i disegni e gli schizzi) calcolato in base al valore assicurabile delle opere in possesso del Museo Civico di Chiusa. 4 Cfr. la cronologia di interviste, incontri e tavole rotonde indicata nella documentazione del progetto (vedi Appendice) e la documentazione parimenti inserita in allegato relativa alle sedute del Comitato cittadino organizzate nell'ambito del progetto. 3


- Tutte le proposte (Museo Civico ecc.) dovrebbero essere concentrate in un solo posto così da creare un'autentica attrattiva valida. - Si dovrebbe imparare a rivalutare la ricchezza che Chiusa ha nella sua storia. - La “Città per l'arte” non dovrebbe essere un concetto vuoto ma qualcosa di concreto. - Dovrebbero essere aggiunte opere di molti altri artisti. - La sede dovrebbe diventare la casa di tutti gli artisti di Chiusa. - Con il ricorso a ulteriori iniziative culturali dovrebbe crearsi un valore aggiunto per famiglie, tempo libero, associazioni, scuole ecc. - Dovrebbe essere avviato un processo in grado di muovere qualcosa a livello sociale, con occasioni di condivisione, incontro, colloquio e partecipazione comune agli eventi. - Dovrebbe essere creata una struttura capace di rendere anche concretamente possibile un'offerta dinamica. - Il Museo dovrebbe essere “sostenuto” dai residenti. - Si potrebbe considerare la possibilità di creare collegamenti trasversali con il “grande evento storico”, ad esempio con i grandi artisti dell'Impressionismo (es. Stagno delle ninfee di Claude Monet / Stagno delle anatre di Koester). - Si dovrebbe usare la Colonia artistica come tema centrale/principale e integrarvi molti altri elementi. - Bisognerebbe promuovere un genere di contatto libero e creativo con la collezione. - Gli artisti dovrebbero essere posti in primo piano. - La proposta della Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester dovrebbe essere colta come occasione per far muovere qualcosa in città. Con queste loro valutazioni, i residenti di Chiusa toccano fattori di centrale importanza anche in vista dell'obiettivo dell'accrescimento della frequenza di visitatori in città. Perché partire alla volta di Chiusa, con la famiglia, nel tempo libero, seguendo un proprio interesse per la cultura, se non esattamente per questi buoni motivi? I cittadini segnalano però al tempo stesso alcuni fattori da considerare per superare le perplessità sul progetto. In particolare, il timore che il progetto possa sviluppare una scarsa forza trainante, che la nuova sede del lascito della Fondazione possa infine rivelarsi una sorta di deposito inanimato congelando al tempo stesso risorse economiche importanti per le iniziative artistico-culturali a Chiusa. Compito dello studio è dunque definire una soluzione atta a cogliere sia le perplessità che le esigenze e le speranze dei residenti. 2.5 Fattori vincenti dell'attuazione


Oltre alle condizioni e ai bisogni rilevati è possibile citare per il progetto alcuni criteri, generali e fondamentali, fungenti da chiave del successo. La loro soddisfazione va vista come utile mappa orientativa e come struttura portante sia per la concretizzazione del termine “moderno” per il Museo, inteso come realtà al passo con i tempi, che per il compimento della missione descritta. Confezionamento ad hoc Un criterio fondamentale per il successo del progetto è il suo taglio su misura in base alla specifica situazione regnante a Chiusa. Ciò presuppone il rilevamento delle condizioni date, delle possibili opzioni e la loro coerente integrazione. Credibilità Come per ogni altro progetto culturale, il successo a lungo termine risiede, anche per questo, nella sua capacità di convincere. Questa forza può essere attinta dagli elementi di identificazione e appartenenza. Maturità L'unicità capace di destare interesse e attirare non nasce necessariamente da un valore particolarmente elevato (dalla rarità) degli oggetti esposti. Ad affascinare è invece una valenza piena di contenuti, una valenza che abita le cose autentiche, mature e radicate. Forza ispiratrice Nell'ideazione si andrà inoltre a creare, partendo dall'universo di immagini ed idee delle opere, uno “spazio (libero)” mentale ed effettivo che si offra alla città e ai suoi abitanti come specchio e, al tempo stesso, superficie di attrito e trampolino di lancio. Orgoglio L'obiettivo consiste nel creare un profilo semplice e intuitivo nel quale quanto già presente venga scrupolosamente integrato, ravvivato e messo in luce con il dovuto apprezzamento. Vitalità L'arte muove le persone. Il progetto è dunque chiamato ad avere, in questo senso, un effetto positivo per la città e i suoi abitanti, assecondandoli e rinforzandoli nel loro bisogno fondamentale di contatto, comunicazione, scambio, protezione e rispetto. Vantaggiosità L'accesso all'arte e alla cultura può essere avviato con successo anche per coloro che finora non hanno avuto alcun contatto con questo mondo, sentito magari come estraneo. Il museo viene svecchiato e, nella sua funzione di deposito, di magazzino e “parco giochi” dell'azione creativa, entra a far parte della vita quotidiana. 3. RISULTATI E CONCLUSIONI

3. RISULTATI E CONCLUSIONI 3.1 Le potenzialità del progetto Nell'ambito dell'esame delle concrete possibilità attuative si è riusciti a individuare passo dopo passo i potenziali che, con un'azione coerente, possono concorrere a definire una soluzione composta da elementi costruttivi validi e convincenti. Partendo dall'opera di Alexander Koester è emerso infatti che sono svariati i possibili contesti da aprire. Questi consentono di conferire al progetto la portata e la rilevanza necessarie a creare una proposta conforme alle finalità impartite. Nel contesto dello studio è stato ad esempio possibile sottolineare vigorosamente, con il sostegno di expertise, il ruolo del potenziale “Koester & Colonia artistica”. Per il progetto questo significa che una delle sfide maggiori, ossia l'indirizzamento del progetto su una dimensione sufficiente e


adeguata, può essere pienamente vinta. Oltre a questo è emerso che con la realizzazione del progetto potrà essere assegnato a Chiusa un profilo vincente e proiettato verso il futuro: poggiante, da un lato, sulla sua storia e sui tesori tramandati e dotato, al tempo stesso, di un contenuto dialettico capace di emancipare la storica cittadina degli artisti, dal sapore idilliaco-nostalgico, verso una città per l'arte, viva e pulsante. 3.1.1 Potenziale “Colonia artistica” L'impulso iniziale alla nascita della Colonia artistica di Chiusa, il cui più prestigioso esponente è Alexander Koester, risale al 1874: per segnalare il presunto luogo di nascita di Walther von der Vogelweide fu apposta una lapide commemorativa al Maso Vogelweiderhof di Lajon. Nel periodo a seguire, Chiusa e la Valle Isarco furono sulla bocca di tutti donando all'intera zona un'aura del tutto particolare. Sei anni dopo quell'episodio si trovano già 30 pittori a Chiusa, prevalentemente da Monaco, ma provenienti anche da Dresda, Stoccarda e Vienna. Uno dei momenti di maggior risalto nella storia della Colonia si ebbe con la Scuola di Egger Lienz nel 1913/14: quando nel 1913 Albin Egger-Lienz si trasferì a Santa Giustina, vicino a Bolzano, una parte dei suoi allievi decise di seguirlo. La sede della “Unione Allievi d'arte Egger-Lienz” fu fissata, dopo lunghe ricerche, proprio a Chiusa e frequentata, ogni due settimane, da Egger-Lienz per incontrarsi con i suoi giovani colleghi pittori. Fino al termine della Colonia artistica nel 1914 si attesta l'intensa attività di circa 300 pittori e disegnatori a Chiusa. Gli artisti della Colonia operavano in città, e nei paesaggi naturali dei dintorni, come soggetti sotto molti aspetti “estranei”. La loro presenza plasmava le giornate dei Chiusani; con la loro presenza orientavano le vicende del paese su nuove strade. E non sorsero solo innumerevoli opere, talvolta anche molto importanti. Dalla vita comune di quella “cittadina degli artisti” (si pensi alle discussioni in atto nei circoli artistici delle antiche locande di Chiusa, nacquero anche punti di contatto nei quali si incontravano, scontravano e forse anche scuotevano realtà (esistenziali e di valori) diverse e fecondantisi a vicenda. Tutto questo fu reso possibile dal “calore dello sfregamento” generato dalla stimolazione e dalla confrontazione. Con il risultato di una quotidianità comune, pulsante e fiorente. È questa la forma esistenziale distillabile come elemento saliente da una “città degli artisti”. I punti di frizione e attrito fra mondi che entrano in contatto non vengono “solo” tollerati. Bensì riconosciuti come fertilità di un nuovo biotopo e stimolati, in questa funzione, con iniziative e proposte. 3.1.2 Potenziale “Collezioni altoatesine” L'insigne pittore tedesco en plein air Alexander Koester è ritenuto uno degli esponenti più noti della Cittadina degli artisti sull'Isarco. Sposato a una figlia dell'oste Kantioler dell'Albergo all'Agnello, visse a Chiusa dal 1896 al 1915. Qui creò suggestivi quadri di genere, scorci naturali dipinti con grande virtuosità e, opere che lo resero famoso, raffigurazioni di anatre in innumerevoli variazioni. Il Museo Civico di Chiusa è in possesso di una piccola sezione della creazione artistica di Alexander Koester, una collezione di 7 opere. A queste si aggiunge una cospicua documentazione sulla Colonia artistica. Questo genius loci (Colonia artistica e Koester) costituisce un punto di partenza profondamente radicato che tende a suggerire, per l'idea del Museo Alexander Koester, una documentazione museale dell'arte del XIX secolo e dell'arte moderna classica in Tirolo. Questo deriverebbe dall'esistenza di collegamenti con molti dei suoi precedenti rappresentanti: da Gottfried Seelos e Carl von Blaas a Franz von Defregger e il suo circolo, fino ad Albin Egger-Lienz, Artur Nikodem e Hans Piffrader (Chiusano di nascita). Oltre a ciò, il fenomeno della Colonia artistica,


caratteristico del XIX secolo, sarebbe esemplarmente documentabile sulla scorta di opere, e soprattutto di pittori, venuti a Chiusa via Monaco e Vienna, fra cui nomi tanto insigni come quelli di Robert Russ, Alexander Koester e Alexander Kanoldt. Collocando ora Chiusa, con questa visione tematica, nel suo contesto geografico, emerge la ricchezza delle collezioni pubbliche e private altoatesine dedicate a quest'epoca storico-artistica: inclusa la collezione d'opere della Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester, nell'ambito dello studio è stato rilevato un patrimonio comprendente 95 dipinti di Koester, circa 60 altre opere dell'artista (disegni, schizzi) e circa 1900 opere di rilievo nel contesto di Koester e della Colonia artistica: Collezione del Museo Civico di Chiusa La collezione della Città di Chiusa comprende 7 opere d'arte di Alexander Koester e complessivamente 36 creazioni di artisti della Colonia artistica. L'Archivio Civico di Chiusa è altresì in possesso di 3 registri degli ospiti della Locanda alla Croce Bianca, assai amata dagli artisti della Colonia, con numerosi disegni (1899-1909, 1909-1951, 1951 e segg.), poesie e fotografie di artisti, un registro degli ospiti di Otto Seitz (Chiusa 1894-1911), un registro dei visitatori della mostra artigiana di Chiusa (1913) e manifesti di entrambe le mostre tenute a Chiusa nel 1910 e 1911. Collezione della Fondazione Hans e Hildegard Koester La collezione della Fondazione Hans e Hildegard Koester comprende 67 dipinti ad olio, coprenti tutti i periodi di attività artistica e tutte le tematiche dell'artista, oltre a due cartelline con schizzi e disegni. Il cuore della collezione è dato, conformemente alle sue predilezioni, dai quadri di anatre e paesaggi. Nel complesso, la collezione offre una multisfaccettata visione d'insieme dell'opera del pittore. Oltre alla collezione di quadri va considerata anche la possibilità di avere a disposizione oggetti rientranti nella proprietà privata degli eredi di Alexander Koester, come ad esempio la cassa in legno intagliato, oltre a bozzetti di mobili e oggetti d'arredo utilizzati come modelli o esempi per i suoi quadri. Collezione Siegfried Unterberger, Provincia Autonoma di Bolzano, Alto Adige La collezione, oggi principalmente esposta nel Museo Diocesano di Bressanone, costituisce un'apprezzabile documentazione dell'arte tirolese del XIX secolo. Comprende nell'insieme 63 dipinti, 5 acquerelli e 59 schizzi a matita. Il pezzo forte è dato da ritratti del Classicismo e dell'epoca Biedermeier. Tredici opere concorrono a fornire un valido esempio trasversale dell'opera complessiva di Alexander Koester. Collezione della Provincia Autonoma di Bolzano, Alto Adige Nella collezione di diverse migliaia di opere di proprietà della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige si trova una serie di quadri e sculture che sarebbero adatti a rientrare in una presentazione museale dell'arte del XIX e primo XX secolo in Tirolo. Fra queste opere rientrano lavori di Emanuel Fohn, Peter Fellin, Josef Kienlechner, Karl Plattner e Hans Josef Weber-Tyrol, senza dimenticare anche il rilievo “Veni vidi vici” (1938) di Hans Piffrader, eloquente documento dell'epoca. Collezione del Museion, Bolzano Nelle giacenze del Museion di Bolzano si trova un numero considerevole di esempi rappresentativi dell'arte moderna classica in Tirolo. La politica museale scelta per questo istituto, incentrata prioritariamente su una raccolta ed esposizione di opere d'arte contemporanea, cela di fatto al pubblico buona parte di questi tesori. Questo patrimonio d'alta qualità e valore rappresentativo potrebbe essere un interessante arricchimento per il Museo di Chiusa.


Collezione Ca' de Bezzi di Bolzano, Provincia Autonoma di Bolzano, Alto Adige Nel 1988 la Giunta Provinciale dell'Alto Adige riceveva 98 opere (dipinti e disegni) dalla Collezione Ca´de Bezzi di Bolzano, una sorta di “pendant” della collezione della saletta degli artisti dell'antica osteria “Croce Bianca” di Chiusa. Risalgono all'incirca allo stesso periodo (1880-1914 circa) e sono in parte anche opera degli stessi pittori (34 in tutto), principalmente tirolesi e di Monaco. La collezione ha trovato qualche anno fa a Castel Presule un luogo espositivo permanente; una cooperazione con Chiusa sarebbe però sicuramente di interesse e di vantaggio per entrambi. Collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano La ricca e pregiata collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano comprende sia una serie di opere del XIX secolo che di arte moderna classica tirolese con i paesaggi locali a fare da grandi protagonisti. Anche la Fondazione Cassa di Risparmio è pertanto da vedersi come possibile partner importante del nuovo museo. Collezione della Regione Trentino-Alto Adige La collezione della Regione Trentino-Alto Adige, comprendente circa 1300 opere, è incentrata prevalentemente sull'arte prodotta dopo il 1945. Un gran numero di opere risale tuttavia anche al XIX secolo e al periodo moderno classico andando a costituire un valido e considerevole completamento per la “collezione d'opere di Chiusa”. Collezione privata Siegfried Unterberger, Merano Oltre alla celebre collezione del XIX secolo acquistata nel 2001 dalla Giunta Provinciale dell'Alto Adige, l'Ing. Siegfried Unterberger ha collezionato e continua a collezionare pregiate opere di Leo Putz e dei suoi amici pittori riuniti nell'associazione “Scholle” oltre che di Eduard Thöny, disegnatore del giornale satirico “Simplicissimus”. Altre opere straordinarie facenti parte della sua collezione sono “Der Schlern” di Gottfried Seelos e i dipinti “Salici dorati” e “Anatre” di Alexander Koester. Altre collezioni private altoatesine Opere esemplari dell'arte dell'Ottocento e primo Novecento si ritrovano anche in una serie di altre collezioni private locali dalle quali, per un certo periodo di tempo, è ipotizzabile un prestito. 3.1.3 Potenziale “Campo di forze urbano” Osservandola dalla prospettiva dei suoi potenziali, la città si rivela multiforme, mostrando svariate possibilità di perfetto allacciamento alle finalità del progetto. -> Particolarmente evidente è la sua propensione all'accoglienza dei visitatori: minuta e di facile orientamento, tende in senso positivo a favorire il “rallentamento del ritmo”, grazie all'assenza di traffico e alla sua ospitalità -> L'ubicazione della città lungo il corso dell'Isarco, inserita nello spazio naturale circostante, trasmette ancor oggi quella quiete indisturbata che gli artisti della Colonia cercavano e immortalavano da molteplici prospettive. -> La sfida che attende Chiusa consiste dunque oggi nel vivere consapevolmente questa quiete mirando contemporaneamente a quella operosità tipica e necessaria per una città. Un museo al passo con i tempi possiede l'energia strategica richiesta per realizzare questo obiettivo.


-> Il progetto del nuovo museo è destinato a contribuire efficacemente al conseguimento di un giusto equilibrio fra vivacità e relax: da un lato richiamo di frequentatori, crocevia e punto di incontro e dall'altro, contemporaneamente, isola dell'ozio creativo, della contemplazione e della riflessione critica. Offrirebbe agli artisti di oggi uno spazio vivo in cui presentare il proprio immaginario, avviare dibattiti e ispirare progetti futuri. Parallelamente sarebbe un richiamo, alla storia e alle radici della città, divenuto luogo di incontro. -> L'apertura mentale dell'ampio e diversificato pubblico di un museo moderno – i ricchi immaginari degli artisti che vi lavorano – la gioia di comunicare e l'abbondanza di temi che scaturiscono da questi proponenti... non è un'energia destinata a rimanere fra le mura. È, piuttosto, un campo di forze in atto, una fonte di impulsi che esortano a trasferire e contagiare. -> Un'attività museale moderna è propensa a curare i contatti e a cogliere i mutamenti della vita di una città. Con il sostegno del pubblico conquistato, si sviluppano stoloni fecondi, pronti a diramarsi audaci nell'intero spazio urbano. Il museo ha bisogno della città – la città ha bisogno del museo. 3.1.4 Potenziale “L'anatra come simpatico elemento di richiamo” Il progetto prende le mosse da Alexander Koester, assurto alla notorietà per le sue famose raffigurazioni di anatre in centinaia di schizzi e dipinti. Fu a Chiusa che Koester giunse a questo motivo a lui poi tanto caro. Divenuto riconosciuto “specialista delle anatre” allo stagno del giardino di casa, Koester spinse la sua virtuosità e competenza a tal punto da divenire, per gli studiosi di scienze naturali, addirittura la persona di riferimento da consultare per informazioni sul comportamento e la vita delle anatre. Su questo sfondo e alla luce delle effettive centinaia di quadri con protagoniste le anatre, Koester è frequentemente ridotto a questo solo motivo e tendenzialmente descritto come il “pittore delle anatre”, quantunque l'opera creativa di Koester comprenda anche molti paesaggi e ritratti di valenza artistica riconosciuta. Guardando agli obiettivi del progetto è consigliabile optare per un uso offensivo e pienamente consapevole di questa forte immagine. L'alto valore di simpatia e richiamo di questo soggetto consente di lavorare attivamente con il motivo dell'anatra sviluppandolo fino a farne l'elemento cardine dell'attività promozionale del progetto. A maggior ragione se si considera che l'anatra è un simbolo beneaugurante. Sia nella simbologia onirica che nella credenza popolare tradizionale si rinvengono svariate connotazioni positive legate al motivo dell'anatra: intelligenza e saggezza dell'inconscio, felice premonizione, simbolo di speranza, rimando al benessere economico e al prestigio. Il tradizionale consumo dell'anatra arrosto è legato a piacevoli momenti conviviali, spesso nel contesto delle feste in famiglia. Il richiamo esercitato dall'immagine sul pubblico dei bambini è evidente. Anatre, papere e pulcini sono personificazioni vincenti nell'universo dei fumetti e dell'animazione cinematografica: gli amici di Paperopoli, primo fra tutti Paperino e i nipoti Qui, Quo e Qua, il Calimero di Toni Pagot, l'anatra tigrata del popolare disegnatore e artista Janosch, la trasposizione cinematografica di quell'Alfred J. Kwak di Herman van Veen, il famoso papero Daffy Duck della Warner Bros... Carica dunque di una valenza positiva, “l'anatra” si propone come valido elemento di immagine, atto ad accompagnare il progetto e a conferirgli, sin dall'inizio, quella necessaria forza di impatto sul pubblico. Tutte le possibili associazioni e i giochi di parole atti a collegare Alexander Koester, “pittore delle anatre”, con la città di Chiusa, dove l'artista trovò l'ispirazione per questo soggetto


protagonista delle sue opere sviluppandolo fino a raggiungere livelli di alta virtuosità tecnica, sono ottimi per il posizionamento della nuova Area artistico-culturale in Chiusa. Le qualità simboliche dell'anatra si intersecano molteplicemente nel motivo predominante: - Simbolo della stima di Chiusa per Alexander Koester e la sua opera dal piglio deciso. Al tempo stesso, luogo di “frizioni” su questo nuovo “soggetto urbano”, capace di tollerare e accettare anche punte ironiche e celie. - Figura simpatica, mascotte pubblicitaria di forte impatto con un forte legame tematico e locale. - Forte effetto trainante sul target delle famiglie e dei bambini, impatto emotivo, forte pregnanza per il posizionamento turistico della località. - Espressione del messaggio fondamentale trasmesso dalla Casa per l'arte e la cultura in Chiusa, dove l'arte e la cultura si affrontano e vivono “con gaiezza”. La serietà popola solo metà della vita (culturale). 3.2 Consolidamento dei potenziali I potenziali (1) Colonia artistica, (2) Collezioni altoatesine, (3) Campo di forze urbano e (4) L'anatra come simpatico elemento di richiamo sopra descritti necessitano ora di una “carica” concettuale capace di assegnare loro la forza necessaria a soddisfare i requisiti di successo precedentemente definiti: ... confezionamento ad hoc su misura per Chiusa ... credibilità nel contesto e nell'immagine di presentazione ... maturità e contemporaneo orientamento verso il futuro ... forza ispiratrice indirizzata sugli spazi liberi ... orgoglio e creazione di identità ... vitalità nell'adempimento di funzioni sociali ... vantaggiosità per target estranei e affini all'arte Il percorso passa attraverso l'identificazione di immagini contrapposte ai potenziali analizzati così da definire, sulla scorta di queste polarità, un campo magnetico, inteso come griglia concettuale capace di soddisfare i fattori vincenti definiti. Per le potenzialità di Chiusa si tratta di considerare questi contrasti: - > Colonia artistica storica ./. Luogo per l'arte contemporanea - > Paesaggio urbano medioevale ./. Il segnale del nuovo museo - > Collezionismo d'arte nei secoli passati ./. Reinterpretazione curatoriale - > Che noia i musei!./. Che varietà i musei! 3.2.1 Colonia artistica storica ./. Luogo per l'arte contemporanea Riallacciandosi alla temerarietà e al coraggio degli abitanti di Chiusa che negli ultimi anni del XIX secolo resero possibile la nascita della Colonia artistica in città, l'attuale chance del progetto per Chiusa risiede nel riaprire nuovamente la città agli artisti contemporanei. Ciò significa:


- > Promuovere intensamente il coinvolgimento degli abitanti di Chiusa nella realizzazione del progetto. - > Creare proposte atte a far (ri)vivere l'arte e la cultura in città, nella vita quotidiana degli abitanti, negli incontri e nei confronti. Tutti sono interessati e chiamati in causa, in quanto abitanti di una città d'arte viva, nella quale da un nuovo centro nascono impulsi: nascono luoghi di incontro, tematiche di confronto e spazi per dare sfogo alla creatività. - > I colloqui condotti nell'ambito dello studio con rappresentanti dell'arte e della cultura ed esperti d'arte locali hanno rivelato che la spinta necessaria a promuovere questo sviluppo è forte, sia sul piano della creazione artistica situazionale che tematica e spaziale. Un'eccessiva esigenza di chiarimenti e diversi ostacoli burocratici sembrano tuttavia ancora difficilmente superabili, adesso come adesso. Per l'evoluzione di Chiusa in “Città per l'arte” si deve insistere sugli artisti stessi affinché questi, sulla scorta di inviti, si integrino nella città, partecipino alla definizione dei suoi spazi e concorrano (nuovamente), con il loro contributo, a rendere viva la “città per l'arte”. Questo presuppone che, da parte dei residenti, vi sia una propensione al sostegno, alla garanzia e alla promozione: gli artisti e loro idee, magari scomode e irritanti, sono benvenuti e sono un elemento fisso dello spazio urbano. - > Se un secolo fa gli artisti si sono arrangiati a mettersi in cammino e creare opere d'arte in città e nell'ambiente naturale circostante, nel comprovato successo di queste iniziative Chiusa vede oggi l'opportunità di creare nuovamente i presupposti e gli spazi per gli artisti e la loro produzione artistica in loco. 3.2.2 Paesaggio urbano medioevale ./. Il segnale del nuovo museo L'aspetto medioevale del centro storico, tanto ammirato dai visitatori di Chiusa, richiama al tempo stesso alla mente stereotipi di tranquillità e lentezza, in stridente contrasto con l'idea di città moderna e all'avanguardia che Chiusa vuole propugnare. - Gettando idealmente un ponte, il progetto museale mira a trasformare i tratti simbolici del passato nell'immagine di una città aperta e giovane. - Questo è fattibile realizzando un contrasto architettonico fra contesto storico e nuova sede museale. L'eredità storica non viene messa a tacere come epoca conclusa di un passato molto lontano ma, piuttosto, riconosciuta e ulteriormente sviluppata come profonda incisione nella progressione temporale di un'identità permanente. - La realizzazione di un nuovo museo esprime questo atteggiamento. Da un lato possiede la forza necessaria a darne testimonianza; al tempo stesso, e proprio in virtù di questo, lo promuove e rinforza. 3.2.3 Collezionismo d'arte dei secoli passati ./. Reinterpretazione curatoriale Un elemento concettuale caratteristico della nuova Casa per l'arte e la cultura in Chiusa consiste nel continuo trasferimento del patrimonio artistico storico in contesti, complessi e attuali, sempre nuovi grazie a interventi curatoriali alternativi. Così facendo si riesce a fare (continuamente) della collezione un'attrattiva di richiamo.


- Già un secolo fa gli artisti si sono fatti un'immagine e hanno creato immagini di Chiusa e dei suoi abitanti. Erano condizionati dagli approcci individuali e dagli scenari sociopolitici di fondo di quell'epoca. Se gli artisti del nostro tempo lavorano ora con questi documenti del passato, si viene a creare un arco di decenni dal grande valore aggiunto: il passato che viene trasformato nel presente e aggiornato e interpretato per il futuro. - Gli sguardi individuali e liberi degli artisti generano accessi sempre nuovi e sorprendenti. - L'idillio minacciato dall'irrigidimento sperimenta un incontro produttivo con il nostro mondo reale odierno, frammentato e contraddittorio.

3.2.4 Che noia il museo! ./. Che varietà il museo! L'arte e la cultura svolgono un ruolo fondamentale nella convivenza sociale. Per secoli accessibili solo con difficoltà e riservati esclusivamente a gruppi sociali ben istruiti e selezionati, i musei moderni si concepiscono oggi sempre più come luoghi di incontro, aperti al più ampio pubblico possibile e una fascia di età estesa da 0 a 99 anni. I musei moderni e attuali... - seguono un approccio intergenerazionale e interdisciplinare - prendono posizione su aspetti di rilevanza socio-politica - mirano a una miscela di pubblico il più possibile varia e interculturale - si distinguono per una grande attenzione nell'offerta di servizi - esprimono nettamente e con veemenza il “benvenuto!” Al nuovo museo di Chiusa è consigliabile non solo riallacciarsi a questa concezione dell'attività museale moderna e attuale ma farne addirittura l'orientamento programmatico della struttura: la nuova Casa per l'arte e la cultura si posiziona esplicitamente come “museo per famiglie”, recando dunque in sé quell'impostazione intergenerazionale tanto auspicata e dando un'immagine di varietà, rilassatezza e gioia. Per pochi ambienti e collezioni d'opere il modello di “museo per famiglie” si presta tanto bene come per Chiusa e il suo nuovo museo5: sia le finalità della città in ordine al suo riposizionamento, al suo assetto urbanistico fondamentale, alla gestione del traffico e dello spazio urbano che le possibilità didattico-museali derivanti dal profilo dato alla collezione permettono un'interpretazione e realizzazione credibile e vincente del concetto di “idoneità per le famiglie”. Un risultato che è attuabile impostando tutti gli interventi progettuali sulla programmatica definita: architettura, progetto espositivo, programma di eventi, disponibilità di spazi, scelta del personale, marketing ecc.

Il concetto che sta alla base del modello di “Museo per famiglie” prende spunto dalla tipologia museale del “children's museum” (museo per bambini e ragazzi) che, nato negli Stati Uniti, da una ventina d'anni va sempre più diffondendosi e prendendo piede anche in Europa. Il museo per bambini rappresenta uno degli ultimi spazi volutamente protetti nella realtà delle emozioni dell'infanzia. Persegue la finalità di promuovere la gioia della sperimentazione e della scoperta evitando la riduzione a performance misurabili. Gli oggetti esposti nel museo sono concepiti come testimonianze delle correlazioni esistenziali e mirano a favorire esperienze multisensoriali e profonde. I musei per bambini si presentando dunque come una sorta di incrocio fra laboratorio e parco giochi/avventure. Negli USA sono noti oltre 200 musei per bambini; le maggiori istituzioni museali contano fino a 100 dipendenti e svariate migliaia di metri quadri di superficie espositiva.

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4. IDEA E ATTUAZIONE

4. IDEA E ATTUAZIONE 4.1 Sedi Nell'ambito dei colloqui preliminari allo studio, il Comune di Chiusa indicava come eventuale possibile sede del “Centro Alexander Koester” l'edificio, posto sotto tutela architettonica, dell'Antica sede del Giudizio (Città Alta n. 62). Il palazzo, attualmente in mano privata, veniva quindi considerato ed esaminato nel corso dello studio, risultando tuttavia inadeguato all'attuazione del progetto per una serie di motivi: - Come indicato, oltre all'opera di Alexander Koester, dovrà essere esposto un cospicuo numero di opere d'arte per riuscire a sviluppare un'offerta conforme alle finalità del progetto. I presupposti, come parimenti esposto, sono già presenti in numero esauriente e convincente. Con le altezze prevalentemente modeste dei suoi locali, i frequenti salti di livello e gli spazi ridotti degli ambienti, l'antico palazzo di giustizia non soddisfa i requisiti necessari per la realizzazione del progetto. - Altezze ridotte dei locali: le opere d'arte antiche abbisognano di “sufficiente aria” per risaltare come si deve. Per opere d'arte contemporanee sono richieste altezze dei locali fino a 6 metri. - Dislivelli: i dislivelli del palazzo che interessano l'attuale corridoio sono un problema che nell'ambito degli interventi di adattamento è eventualmente risolvibile solo limitatamente a certe aree dell'edificio. Il museo non verrebbe dunque a soddisfare i requisiti di assenza di barriere architettoniche. - Le opzioni per eventuali ampliamenti dell'Antica sede del Giudizio sono ipotizzabili solo in direzione est ma alcuni vincoli, come le distanze minime da rispettare verso l'attiguo fiume, ne limitano fortemente la realizzazione. - Malgrado l'eventuale possibilità di eseguire alcuni adattamenti edilizi di concerto con l'Ufficio Beni architettonici e culturali, la complessa stratificazione storica del palazzo e il suo importante edificato storico si mostrano contrari a un adattamento e uso come museo. Le possibilità di infrastrutturazione si rivelano complesse e onerose a fronte di prevedibili significative restrizioni all'uso. - Altri ostacoli all'adattamento dell'Antica sede del Giudizio si ravvedono • nella facciata chiusa e nella difficoltà a realizzare architettonicamente una soluzione di ingresso all'edificio sufficientemente invitante, come auspicato con l'approccio di “benvenuto!”; • nell'accentuazione del “peso storico” (“contesto storico” - “collezione storica”) con la mancanza sia del contrasto imposto dall'interpretazione moderna che del necessario segnale di riposizionamento “nell'oggi”; • nelle aree interrate che, in ragione delle specifiche condizioni climatiche e di luminosità, sono difficilmente fruibili come deposito e imporrebbero dunque l'uso e adattamento del sottotetto per


creare le necessarie superfici espositive ed utili; •

nella difficile situazione di consegna e scarico per oggetti ingombranti;

negli elevati costi di acquisto dell'edificio.

Conclusioni sulla proposta “Antica sede del Giudizio”: le verifiche eseguite nell'ambito dello studio si sono concentrate, come richiesto dall'incarico, sulle finalità specifiche del progetto. La sede dell'antico palazzo di giustizia, in quanto edificio storico dalle possibilità limitate, non fornisce i requisiti imposti dalla necessità di attirare il pubblico target e creare la voluta attrattiva. L'adattamento dell'edificio costituisce un intervento complesso dal punto di vista edilizio, oneroso in termini di impegno e denaro (con costi paragonabili a quelli della costruzione di un nuovo museo). Il fatto che l'edificio debba essere acquistato rilevandolo da privati comporta poi un ulteriore e considerevole ostacolo finanziario. Il risultato dei lavori di ristrutturazione rimarrebbe molteplicemente insufficiente sia in rapporto all'investimento effettuato che in rapporto all'obiettivo perseguito per il progetto. In una fase successiva si è esaminato un altro “luogo storico” come eventuale sede possibile del nuovo museo: il “Convento dei Cappuccini”. Anche per questa opzione si sono dovute riscontrate limitazioni analoghe a quelle viste per l'Antica sede del Giudizio: anche qui l'adattamento edilizio richiesto da un museo d'arte, moderno e attuale, incontra troppe limitazioni: - la microframmentarietà degli spazi derivata dalla sequenza di celle, un tempo adibite a dormitori dei frati del convento; - la modesta altezza dei locali, le presumibili restrizioni imposte da valutazioni di statica e altrettanto onerosi lavori di adattamento per l'eliminazione delle barriere architettoniche e l'osservanza delle norme antincendio, oltre ai notevoli vincoli imposti dalla tutela dei beni architettonici e culturali: anche questi, tutti fattori che si frappongono a un uso conforme al progetto. - il complesso del convento, anche nell'ipotesi di inclusione della sala Dürer, risulta inoltre insufficientemente dimensionato per il progetto. Alla ricerca di altre sedi alternative per una valida realizzazione del progetto si giungeva infine al terreno denominato “Schindergries”, attualmente ancora adibito a parcheggio, situato a sud della città. L'esame, come di seguito illustrato, indicava questo fondo come sede molto indicata per un progetto culturale che “colpisce nel cuore” i cittadini di Chiusa, aprendo autentiche prospettive e creando un effettivo valore aggiunto. 4.2 Ideazione dei contenuti Al centro di Chiusa, nelle immediate vicinanze del polo culturale del Convento dei Cappuccini e al tempo stesso ponte di accesso in città, nasce un museo per le famiglie, una realtà viva che, attingendo a offerte culturali nuove e preesistenti, crea uno spazio artistico-culturale di richiamo, presentandosi come segnale dell'evoluzione di Chiusa in una moderna Città per l'arte. Alla luce di quanto esposto sinora, la formula per la soluzione del problema posto è sintetizzabile come segue:


Alexander Koester e la Colonia artistica di Chiusa più l'arte del XIX secolo e l'arte moderna classica in Tirolo più il modello del museo per famiglie più progetti d'arte contemporanea più nuovo museo al centro di un'area artistico-culturale più l'anatra come simpatico elemento di richiamo

I singoli fattori, poggianti gli uni sugli altri, sono contemporaneamente intercorrelati. La realizzazione di un nuovo edificio museale al podere Schindergries consente l'attuazione di una struttura concettuale conforme alle finalità definite. La nuova Casa per l'arte e la cultura in Chiusa è... significa ... ha... Elemento mancante Il nuovo centro artistico-culturale di Chiusa si allaccia costruttivamente al polo culturale del Convento dei Cappuccini collegando quest'ultimo alla città: un evidente ponte simbolico fra passato e futuro di Chiusa. Pietra miliare La nuova Casa per l'arte e la cultura in Chiusa verrà a fungere da orgogliosa e visibile pietra miliare: entrando a Chiusa da sud, passeggiando verso Sabiona, pedalando lungo la pista ciclabile interregionale. Valore aggiunto Nelle immediate vicinanze di istituzioni urbane già esistenti con funzione analoga (il Convento dei Cappuccini con la Biblioteca Civica, la sala eventi Dürer, il Padiglione Musicale e il Piazzale delle feste), il nuovo museo completa, compatta e aumenta l'attrattiva di un luogo già introdotto come location culturale, sia per il pubblico di residenti che di turisti. Luogo di incontro Stimolata dalle apposite finalità da assolvere nell'ambito del programma annuale, questa “area culturale” flessibile offre lo spazio per spettacoli temporanei, produzioni artistiche e culturali: un tripudio di artisti, bambini, visitatori... in “spazi liberi”, laboratori temporanei... Quiete e rigenerazione Parallelamente alla costruzione del nuovo museo è previsto il riallestimento dello spazio naturale lungo il corso del rio Tinne. Con il risultato di una triade arte-cultura-natura capace di un forte richiamo e arricchimento vicendevole. Carattere Rinnegando le tendenze architettoniche correnti, il nuovo museo punta nettamente a gettare un ponte semantico. Con lo scopo di non creare un elemento solitario, bensì un riuscito equilibrio fra contenuto, funzione e attrazione. Con il guadagno di “un altro pezzo di città”. Arte Alla luce delle indicazioni concettuali del progetto è consigliabile creare il “nuovo pezzo di città” sia con il ricorso all'architettura che tramite un accesso marcatamente artistico. I lavori attuali di molteplici artisti si offrono come utili interfacce da/verso l'architettura, come le opere di Ai Wei Wei (Cina), Atelier Lieshout (Paesi Bassi), Heimo Zobernig (Austria). Una collaborazione vincolante fra arte e architettura nell'ambito della progettazione del museo consentirà, come auspicato, di “trasformarlo in realtà”. Responsabilità Consapevoli del valore ideale di quello che è probabilmente “l'ultimo” fazzoletto di


terra libero al centro del contesto urbano va sottolineata non solo la bellezza ma anche “l'altezza” di livello dell'obiettivo del progetto in questione, destinato ad essere un'autentica offerta per i residenti e le loro famiglie e, al tempo stesso, un importante contributo alla definizione del futuro di Chiusa. Parità di livello Con una scelta consapevole, Chiusa assume il compito di creare un museo non rivolto in primis ad appassionati d'arte bensì, primariamente, a soggetti appartenenti all'ambiente familiare o al contesto genitori-figli. Sapendo che il 45,7% dei nuclei familiari presenti in Alto Adige è costituito da coppie con figli o da famiglie monoparentali, è evidente quanto sia importante creare un'offerta culturale di interesse per questo importante target6. Un passo coerente e, contemporaneamente, un segnale socio-politico. Ne derivano i seguenti gruppi di destinatari per la nuova Casa per l'arte e la cultura in Chiusa: - > Famiglie di Chiusa e dintorni, Tirolo austriaco e Alto Adige, con figli dai 5 ai 14 anni - > Visitatori giornalieri di Chiusa provenienti da Alto Adige e Tirolo austriaco: gitanti, uniti agli escursionisti naturalisti/alpinisti/culturali e cicloturisti alla ricerca di “alternative in caso di maltempo” - > Villeggianti in vacanza in Alto Adige e nel Tirolo austriaco, ad esempio in gruppi di diverse famiglie - > Esperti d'arte, storia, architettura - > Pubblico specializzato del settore museale e della mediazione artistica e culturale - > Interessati all'arte e viaggiatori culturali “classici” - > Collezionisti - > Artisti 4.3 Un “progetto dal cuore” Un aspetto fondamentale dell'approccio scelto per il progetto consiste nell'intenso coinvolgimento dei residenti di Chiusa, sentiti quasi come “padroni di casa” del nuovo museo. Il progetto si prefigge niente meno che fungere da “portatore di speranza” della città offrendo, in quanto tale, la manifestazione di una lodevole azione collettiva: i Chiusani riprendono la storia della loro città facendone la propria identità urbana, dal profilo netto e dall'autenticità palpabile: Chiusa è Città per l'arte e la cultura. Un'immagine forte. In questo contesto appare tuttavia fondamentale operare il seguente distinguo: essere portatore di speranza per una nuova fase dello sviluppo urbano, sulla strada che porta a un chiaro posizionamento, non equivale ad aspettarsi che con l'allestimento di un nuovo museo si apra immediatamente una vena d'oro. Questa aspettativa di profitto monetario diretto non è notoriamente contentabile con i progetti artistici e culturali. Troppo rilevante è infatti il necessario “finanziamento di spinta”, sotto forma di spese di investimento e spese correnti di esercizio. Quel che le istituzioni del settore artistico e culturale sufficientemente dimensionate e gestite con l'opportuno fervore sono invece in grado di fare è offrire un autentico punto di cristallizzazione per quell'impegno che, in ultima analisi, porta anche al successo economico: il classico “cuore” messo Nuclei familiari totali in Alto Adige: 209.554, di cui il 45,7% con figli. Il dato corrisponde a 95.847 nuclei familiari. Numero dei nuclei familiari a Chiusa: 1968. Popolazione complessiva in Alto Adige: 505.067. Popolazione complessiva di Chiusa: 5148, Bolzano: 102.869; Bressanone: 20.713 Cfr. ASTAT, Annuario statistico 2012: Tav. 3.12 “Famiglie per numero di componenti e classe di ampiezza dei comuni – 2011” Tav. 3.13 “Famiglie per tipo di famiglia e classe di ampiezza dei comuni - 2011”

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da coloro che, convinti della bontà di un progetto, lo portano avanti con dedizione. Il progetto assume, in questa costellazione, il ruolo del trasformatore di questa identificazione positiva in proposte concrete e progetti e, infine, in un'immagine positiva e vincente destinata a durare nel tempo. È con queste proposte e con questa immagine che, prendendo la “deviazione dell'arte” si riesce a generare il successo commerciale. Un deciso posizionamento di Chiusa come elemento di attrazione “sulla carta geografica” di tutti coloro che andranno a plasmare in futuro l'immagine quotidiana della città e la vitalità di Chiusa - abitanti, visitatori, turisti – crea la premessa per l'impegno economico da cui dipende il successo commerciale di progetti culturali forti. Il museo non riuscirà a trovare ambasciatori migliori, e nemmeno più importanti, degli stessi abitanti di Chiusa: sono entusiasti della nuova Casa e del suo “fascino” e questo entusiasmo sarà la forza di sostegno che consentirà al progetto di dare il suo contributo identificante. E quindi è evidente: Chiusa deve voler essere una Città per l'arte, per riuscire a crearsi un'immagine credibile come città degli artisti. Se lo vorrà, il nuovo museo, concepito nel suo complesso come “un altro pezzo di città”, spianerà di fatto la strada a questo progetto futuro: con la partecipazione attiva degli abitanti di Chiusa nelle fasi che accompagneranno il progetto, dalla genesi alla sua crescita, dalla fioritura alla sua cura e custodia. 4.4 Inserimento in importanti reti di cooperazione Per il loro stesso successo è necessario che le istituzioni artistiche e culturali si possano integrare in una rete di cooperazione con soggetti aventi missioni e orientamenti analoghi. Trasferimento di prestiti, scambio di esperienze e competenze, progetti intercomplementari e referenziali, strategie promozionali congiunte... I musei, soprattutto, hanno riconosciuto che il segreto della “mobilitazione” del proprio pubblico risiede proprio nel completamento e nel perfezionamento della “carta geografica” comune. In base al suo indirizzo concettuale, la nuova Casa per l'arte e la cultura in Chiusa si apre alla collaborazione su quattro livelli con i suoi partners: - > Musei dedicati ai bambini e alle famiglie come, ad esempio, il museo dei bambini ZOOM di Vienna, il Frida&Fred di Graz, il kindermuseum frankfurt, il Kindermuseum mondo mio di Dortmund, il KL!CK Kindermuseum di Amburgo, il Creaviva Kindermuseum al Zentrum Paul Klee di Berna e molti altri in Europa e nel mondo. - > Complesso di musei dell'Alto Adige e dei dintorni di Chiusa come ad esempio, a Bolzano e dintorni, il Museion, il Museo Civico di Bolzano e Castel Presule; a Merano il Museo Civico e il Museo Provinciale di Castel Tirolo; a Bressanone il Museo Diocesano, la Stadtgalerie di Chiusa; in Val Gardena il Museum Gherdeina; in Val di Funes la Casa del Parco Naturale Puez Odle. - > Musei d'arte con collezioni del XIX e XX secolo e collezioni dedicate agli artisti della Colonia, come per esempio la Nuova Pinacoteca e la galleria Lenbachhaus a Monaco di Baviera, la Galleria Austriaca a Vienna, il Museo Regionale Tirolese Ferdinandeum ad Innsbruck. - > Musei e istituzioni con focalizzazione tematica sulla Colonia artistica ad esempio le istituzioni aderenti all'Associazione delle Colonie artistiche europee euroArt7, come Pietrasanta (sinora unico euroArt fu istituita nel 1994 a Bruxelles sotto l'egida del Parlamento Europeo e della Commissione Europea con lo scopo di creare una rete di colonie artistiche in Europa. Esse condividono un'insigne eredità culturale europea comune essendo state, in passato, culle di importanti correnti artistiche e avere rinnovato, nel XIX e XX secolo,

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aderente euroArt in Italia [Il presente studio risale al 2013. Nel frattempo anche la città di Chiusa è stata ammessa a far parte dell'Associazione euroArt N.d.T.]), la colonia artistica Monte Verità nella località svizzera di Ascona, Worpswede nel Nord della Germania o Katwijk sulla costa olandese, solo per citare a titolo esemplificativo alcune delle 200 colonie artistiche presenti in 21 Paesi d'Europa. Oltre a queste esistono numerose altre cooperazioni e reti (ideologicamente) affini: - Collezionisti di aspetti rientranti fra le priorità del nuovo museo - Artisti concettuali che focalizzano il proprio lavoro sugli interventi negli spazi pubblici o sulla partecipazione, sul coinvolgimento dei cittadini, sull'impegno socio-politico... - ICOM, l'International Council of Museums che riunisce musei, accademie e istituzioni di formazione e qualificazione museale. 4.5 Risvolti per l'arte, la cultura e la natura in Chiusa Chiusa dà continuamente attuazione ad ambiziosi e interessanti progetti artistici e culturali che evidenziano chiaramente il potenziale racchiuso nell' “ambiente giovanile” della città. Oltre a ciò vi sono numerose proposte culturali che si riallacciano ai tesori storici di Chiusa. Generazione dopo generazione, gli operatori dell'arte e della cultura scelsero e continuano a scegliere Chiusa come loro “patria”. Citeremo a titolo di esempio Federico Lesley de Vries (1926 – 2012) che, nato in Paraguay, cresciuto a Dresda, ha trovato infine nella località altoatesina di Chiusa la “casa” in cui fermarsi. La Casa per l'arte e la cultura in Chiusa è destinata, nella sua definizione, a fungere da piattaforma per le cooperazioni, una sorta di “mano”, letteralmente “aperta e tesa in tutte le direzioni”. La nuova Area artistico-culturale, il cui nucleo è costituito proprio dalla nuova Casa, mira a offrire sia incoraggiamento e sostegno a quanto già esiste che l'occasione e la possibilità per una rivisitazione, “un nuovo allestimento scenografico”, di quanto esistente. Per le iniziative culturali già presenti questo significa sottolinearne l'importanza mettendo maggiormente in luce gli spunti che ne derivano e dando maggiore risalto all'attrattiva delle iniziative. Ricollocati e riponderati, gli elementi presenti vengono fusi con il nuovo, creando un'interessante area artistico-culturale-naturale. - > Il Museo Civico di Chiusa in una fase di transizione e cambiamento... Con la sua inaugurazione, la nuova Casa per l'arte e la cultura in Chiusa subentra all'attuale Museo Civico nel ruolo di ambiente espositivo della città di Chiusa: le opere d'arte delle collezioni “Colonia artistica di Chiusa” e della mostra temporanea dedicata ad Alexander Koester (prestiti della Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester) si spostano pertanto negli ambienti della nuova Casa, lasciando nel Museo Civico solo la zona dell'esposizione permanente, quella del “Tesoro di Loreto”. Nell'ambito degli adattamenti da introdursi con il nuovo piano di utilizzo per gli spazi rimasti vuoti nel Museo Civico, quest'ultima collezione potrebbe ritornare al luogo di origine, ossia alla “Cappella di Loreto”, approfittando della rivalorizzazione conseguibile con un nuovo e più compatto inquadramento scenico. l'arte europea con le loro diverse tendenze stilistiche, dall'Impressionismo all'Espressionismo. euroArt persegue gli obiettivi della cura, conservazione e diffusione del patrimonio culturale europeo comune delle colonie artistiche. Intende contribuire allo sviluppo di una coscienza culturale europea e alla promozione delle tradizioni artistiche ma, al tempo stesso, favorire e aiutare l'arte e gli artisti contemporanei e la collaborazione dei suoi membri con gli artisti; finalità sovraordinata resta la creazione di una rete di dimensioni europee. euroArt riunisce circa 120 associati in un totale di 21 Paesi europei.


- > L'Archivio Civico riempie il vuoto... Ad accollarsi l'importante compito di raccolta e ricerca sulla storia della città di Chiusa affidato all'ex Museo Civico sarà l'attuale Archivio Civico di Chiusa, istituzione che si troverà così ad assumere, nettamente, una più marcata funzione di “ponte” fra storia e attualità. Sarà ospitato negli spazi da liberarsi all'interno del complesso conventuale e quindi all'interno dell'Area artistico-culturale di nuova creazione. Nelle sue funzioni di moderno archivio cittadino, adempierà alla missione pubblica che è chiamato ad assolvere, ovvero quella di fungere, con una propensione verso il servizio e gli utenti, da soggetto interlocutore e di riferimento per tutte le questioni sulla storia della città e dei suoi cittadini. L'alta valenza dell'attività archivistica sarà vivibile e “toccabile con mano”, nell'ambito di laboratori di storia, progetti di ricerca per le famiglie, corsi di lettura di scritti antichi, caffè narrativi aperti al pubblico, incontri con testimoni dell'epoca e altri format analoghi. Con il coinvolgimento dei cittadini, l'archivio si trasforma nel laboratorio di ricerca, animato e attivo, di una città che ha scelto la sua storia come punto di partenza per il suo futuro. - > La Biblioteca Civica cresce... Gli spazi rimasti vuoti nel Museo Civico consentono di realizzare il necessario ampliamento della biblioteca comunale e l'accesso diretto, ora possibile attraverso l'ex ingresso principale del Museo Civico, ottimizza l'accoglienza verso i visitatori, grandi e piccoli, consentendo, nell'ambito dei lavori di adattamento, anche la realizzazione un accesso privo di barriere architettoniche. Grazie all'integrazione nella nuova area, un elemento tanto rilevante nella vita quotidiana degli abitanti di Chiusa vede dunque crescere ulteriormente la sua attrattiva. - > Meeting Point per il “Percorso in città”... Il percorso urbano8, già elaborato sotto forma di bozza di idee, inizia e termina nell'Area di nuova creazione. Il tracciato è pensato per attirare qui l'attenzione dei visitatori per poi condurli alla scoperta di luoghi storici e contemporanei, appositamente segnalati, dell'attività artistica della Città degli artisti, Chiusa, e dei suoi dintorni. - > Il Tesoro di Loreto in una nuova cornice... Il nuovo contesto di presentazione del Tesoro di Loreto nella Cappella di Loreto ne accresce l'attrattiva per i visitatori. Abbinato alla visita della Chiesa dei Cappuccini e del chiostro, l'appuntamento rientra in un nuovo ed esclusivo “pacchetto” di visita della città. - > Sala Dürer, Padiglione musicale, Piazzale delle feste... Importanti costanti nella vita sociale della città di Chiusa, la Sala Dürer, il Padiglione musicale e il Piazzale delle feste, ora inseriti nella nuova Area, continueranno a fungere da cornice di eventi per Chiusa e per le realtà artistico-culturali dei dintorni. - > Momenti ricreativi nel Parco... L'area che si apre fra il nuovo edificio destinato ad ospitare il museo, il corso del rio Tinne e il Convento dei Cappuccini sarà rivalorizzata anche nella funzione di parco pubblico: appositi arredi urbani come piattaforme relax e lettura, oasi di quiete, zone giochi e picnic, oltre a installazioni/progetti artistici temporanei e permanenti ospitati nello spazio pubblico, daranno vita ad un'atmosfera di forte ispirazione artistica-culturale, come voluto dalla nuova immagine di Chiusa “Città per l'arte”. L'ambiente naturale che si apre intorno a quello che era un tempo il “torrente più impetuoso” dell'Alto Adige si trasforma in una zona ricreativa, in uno spazio giochi, zona passeggio e relax a beneficio di tutto il pubblico della nuova Casa per l'arte e la cultura Cfr. Appendice: Bozza di idee Dr. Christoph Gasser “Parcours in 16 Stationen zu Künstlerkolonie in Klausen und Umgebung”, 07/2013

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(residenti, visitatori, escursionisti e villeggianti) concretizzando “sotto ai piedi” quella triade artecultura-natura di cui Chiusa vuole farsi portavoce. - > Largo ai giovani... L'abbinamento del verde pubblico con l'arte e la cultura nel cuore della città viene incontro al target dei “giovani”. Un atteggiamento dell'amministrazione comunale e del vicinato che si mostri favorevole alla “cultura giovanile” rappresenterebbe un gradito e protratto arricchimento sia per la Casa per l'arte e la cultura che per la Biblioteca comunale e l'Archivio Civico. Nell'ambito della realizzazione del progetto andranno altresì mandati segnali e avanzate proposte utili a consentire l'attuazione delle seguenti “speranze”: - L'iniziativa “Kunst bodennah” riuscirà a identificarsi nel progetto per la nuova Casa per l'arte e la cultura. Troverà in essa un luogo temporaneo di lavoro e, qualora auspicato, aiuto e sostegno per continuare ad attuare a Chiusa l'esperimento d'arte “Kunst bodennah”. - Gli ideatori di “progetti d'arte partecipativa” (es. open city museum) e la Casa per l'arte e la cultura in Chiusa porteranno avanti un dialogo costante sulla maggiore “partecipazione e il coinvolgimento dei Chiusani nell'odierno dibattito artistico” promuovendo congiuntamente progetti d'arte partecipativa. - Gli artisti residenti in loco saranno in buoni contatti con la direzione della Casa prendendo parte a progetti d'arte a livello interregionale e internazionale. La Casa per l'arte e la cultura offrirà agli artisti che vivono e lavorano a Chiusa la possibilità di esporre i propri lavori nell'ambito di piccole mostre temporanee (gestione studio). 4.6 Aspettativa di affluenza visitatori Il paesaggio museale dell'Alto Adige è eccezionalmente ricco e complesso, estremamente interessante per la grande varietà di specializzazioni, programmi e percorsi. Le cifre statistiche più aggiornate indicano per il 2012 un totale di 87 musei. Fra cui9 40 musei gestiti da individui/istituzioni privati 20 musei di Comuni (Città) 12 musei della Provincia Autonoma 8 musei di enti ecclesiastici e 6 di altri enti pubblici. Complessivamente, questi 87 musei facevano registrare nell'anno 2012 l'apprezzabile numero di 1.568.708 visitatori. Rispetto all'anno precedente, l'aumento è stato del 2,8%. Ordinando i musei in base al successo di pubblico, si delinea il seguente quadro: - Con 432.954 biglietti venduti, i musei a particolare contenuto storico-culturale ottenevano il maggior numero di visitatori. Approssimativamente la metà di questi, il solo Museo Provinciale del Turismo, il Touriseum, con circa 220.000 visitatori. - Al secondo posto si collocano i musei archeologici e della preistoria e protostoria con circa 275.000 visitatori. Si noti che in questa categoria rientra il Museo Archeologico dell'Alto Adige, con Cfr. ASTATinfo n. 40/05.2013

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il famoso “Uomo venuto dal ghiaccio”, capace di richiamare da solo 240.000 visitatori. - I musei d'arte e artigianato artistico sono al terzo posto con circa 250.000 visitatori. Che significato hanno questi dati ai fini di una valutazione del progetto per Chiusa? - > La Casa per l'arte e la cultura in Chiusa è in egual misura museo d'arte (collezione Koester, collezioni del XIX/XX secolo) e museo a particolare contenuto storico-culturale (Colonia artistica di Chiusa). - > Per l'attuale rete di musei dell'Alto Adige, la nuova Casa per l'arte e la cultura, così come qui concepita, ne rappresenta il completamento e l'ampliamento ideale venendo a colmare sia (1) sul piano dei contenuti (arte del XIX/XX secolo) che (2) nella sua impostazione programmatica (target famiglie), una lacuna fondamentale nell'odierno scenario museale. - > Il potenziale del target principale rappresentato dalle famiglie è considerevole in termini di numero di visitatori: in circa 95.000 famiglie altoatesine vivono infatti bambini. Ipotizzando una dimensione minima del nucleo familiare di 2-3 persone, si viene a individuare un target dell'ordine di 190.000-285.000 persone. - > Il target “famiglie dall'Alto Adige” viene poi integrato da ospiti, provenienti soprattutto da Germania, Italia e Austria, ma anche da numerosi altri Paesi, che ogni anno portano alla Valle Isarco circa 3,8 milioni di pernottamenti. - > Premettendone dunque una direzione e una gestione professionale e un programma coraggioso e impegnato, è possibile pronosticare per la Casa per l'arte e la cultura in Chiusa un'affluenza di 50.000 visitatori l'anno.

4.7 Sostenitori La nuova Casa per l'arte e la cultura in Chiusa racchiude in sé un insieme di funzioni e fattori, realizzando sotto un unico tetto una comunità di interessi, proficua e vantaggiosa sotto molteplici aspetti. Fattore Storia cittadina Il patrimonio d'opere della Colonia artistica illustra un significativo intervallo della storia di Chiusa, un periodo che ancor oggi segna l'immagine che la città ha di se stessa e l'effetto che produce sugli altri. Il suo riposizionamento come Città per l'arte poggia su questo complesso di opere. Fattore Storia dell'arte altoatesina La nuova Casa per l'arte e la cultura in Chiusa riunisce tutte le opere in possesso della Provincia Autonoma di Bolzano di artisti altoatesini del XIX e XX secolo. Con questa decisione, Chiusa segna un nuovo punto di richiamo sulla cartina dell'Alto Adige, sia per il pubblico locale che per gli ospiti da fuori e il pubblico specializzato. Fattore Alexander Koester Il complesso di opere del Nuovo Museo Alexander Koester comprende, alla realizzazione del progetto, la pregevole cifra di 87 opere, oltre agli eventuali prestiti provenienti da collezioni private altoatesine. Il centro (di ricerca) Alexander Koester pensato dalla Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester è quindi logica “pertinenza” e partner del Nuovo Museo di Chiusa.


Fattore Apertura alle famiglie “La famiglia incontra l'arte” è l'approccio di fondo dell'intero progetto. Si traduce in termini di architettura e pianificazione espositiva, nelle mostre temporanee e nelle attività proposte nell'intera città di Chiusa: le famiglie sono le benvenute nella nostra città! Il progetto coincide qui con le impostazioni turistiche per il futuro, più intensamente indirizzate al target delle famiglie. Fattore Turismo La nuova Casa per l'arte e la cultura in Chiusa completa un altro tratto della politica turistica della Val d'Isarco, la Valle dei percorsi. Viene inaugurata l'asse museale Museo regionale tirolese di Innsbruck – Museo Diocesano di Bressanone – Museo della Colonia artistica di Chiusa – Museion di Bolzano – MART Rovereto. Un altro percorso, detto della Colonia artistica, conduce dal Museo, in sedici tappe, alla scoperta dello spazio urbano. Anche la pista ciclabile interregionale lo toccherà. Fattore Architettura L'architettura moderna dal carattere iconico ha più volte dimostrato negli ultimi anni di riuscire ad essere una forza trainante di rilievo turistico ed economico. Questo valore aggiunto complessivo della Casa significa 1. per la città di Chiusa l'apertura, il riposizionamento, la riscoperta dell'identità, la messa in luce dello spazio urbano, il richiamo di frequentatori, “Chiusa è viva!” 2. per le località vicine e le vallate confinanti un'offerta culturale turisticamente fruibile 3. per l'Alto Adige come regione una proposta di escursione per le famiglie, l'accessibilità delle collezioni pubbliche, una proposta didattica per il pubblico giovane, una piattaforma per giovani artisti 4. e impone un “sostegno” condiviso del progetto. Sia nella fase ideativa e realizzativa che nel corso dell'attività di gestione.

I partners nella fase di ideazione e realizzazione - Comune/Città di Chiusa - Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige - Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester (contributo alla collezione) - Partecipazione dei cittadini (contributo ideale/finanziario della cittadinanza alla realizzazione del “loro museo”). I partners della gestione corrente - Comune/Città di Chiusa - Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige - Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester (contribuzione per es. alla ricerca, custode della collezione, atelier) - Associazioni turistiche/Agenzia Alto Adige Marketing - Associazioni culturali regionali - Iniziative volontarie nel campo dei servizi del museo La fissazione della forma giuridica della comunità di interessi avverrà nell'ambito della fase di ideazione.


4.8 Personale Il successo del nuovo Museo è attuabile realizzando le finalità della struttura con una gestione di stampo professionale. Riportiamo di seguito, in sintesi, i compiti fondamentali: - Assolvere alle funzioni fondamentali di un museo: collezione, conservazione, ricerca, esposizione, comunicazione e mediazione - Segnalare in senso positivo la propria presenza: per essere visto all'esterno come un organizzatore di eventi culturali attivo, informato, competente e giocoso - Offrire al target famiglie un ambiente invitante, soddisfacendone le esigenze specifiche individuate come linee guida fondamentali dell'attività di programmazione - Avviare e consolidare rapporti con i visitatori e fruitori della struttura: “Benvenuti!” e “Siamo al VOSTRO servizio” quali concetti vissuti e concretamente trasmessi. “In questo museo ci si sente come a casa!”, “A dire il vero volevo solo darci un'occhiata, ma poi non riuscivo più ad andare via!”, “È fantastico qui da voi!”, “Dobbiamo prendere il programma, i bambini vogliono assolutamente ritornarci!”... - le reazioni positive del pubblico sono innalzate al livello delle priorità immediate della Casa. Il personale, selezionato e addestrato in conformità a questi obiettivi, copre le seguenti funzioni e i seguenti settori di competenza: - > Direzione del museo: 1 posto a tempo pieno - > Assistenza alla direzione del museo: 1 posto a tempo pieno - > Segreteria: 1 posto a tempo pieno - > Pedagogia e didattica museale/Assistenza visitatori: 2,5 posti a tempo pieno - > Pubbliche relazioni e marketing: 0,5 posti a tempo pieno - > Custode della collezione: 0,5 posti a tempo pieno - > Curatore della collezione: consulenza esterna (forfait annuo) - > Personale di pulizia e sorveglianza, personale tecnico e personale ausiliario temporaneo (allestimento esposizioni) 4.9 Organizzazione degli spazi Le priorità individuate, la notevole varietà della collezione da esporre e i diversi gruppi di interesse e gruppi target producono le seguenti conseguenze a livello di programmazione degli spazi del nuovo museo: - > Il rapporto di forze fra esposizione permanente e temporanea, pari a 400:350 m 2, è “insolitamente equilibrato” considerando che nei musei le superfici destinate alle esposizioni permanenti sono spesso decisamente predominanti rispetto a quelle riservate all'allestimento delle mostre temporanee. Questo equilibrio è programmatico: il format dell'esposizione temporanea risponde al principio della continua reinterpretazione. I tesori del “magazzino delle opere”, alquanto corposo visto il volume della collezione, saranno continuamente reinterpretati e presentati al pubblico di visitatori. - > Le due “narrazioni” fondamentali e permanenti della Casa, quella dedicata a (1) Alexander Koester e quella relativa alla (2) Colonia artistica di Chiusa saranno presentate in maniera esclusiva, avendo riguardo per la loro importanza (ad esempio in forma di “gabinetti”, “sale” o “studi” dell'ordine di 200 m2 ciascuno).


- > Il gruppo target principale, quello delle famiglie, e in un conseguente ulteriore sviluppo il pubblico di ragazzi e giovani, ad esempio nel contesto scolastico, troverà adeguata considerazione nei laboratori di pedagogia/didattica museale e negli spazi di lavoro (complessivamente 150 m2) e nelle proposte “di affiancamento”, ad es. guardaroba sufficientemente dimensionati, aree di pausa e sosta per i bambini ecc. - > Un'ampia zona di transito e servizio liberamente accessibile (250 m2) apre il progetto alla fruizione quotidiana, fungendo da simpatico punto di incontro e ritrovo dei residenti (es. molteplicità d'uso come bar, punto vendita, zona ricreativa senza obbligo di consumazione, con giornali/riviste attuali ecc.). - > Posti di lavoro flessibili nella zona uffici e ateliers messi temporaneamente a disposizione degli artisti invitati a Chiusa. - > Il deposito per il patrimonio di opere del XIX e XX secolo di proprietà della Provincia Autonoma potrebbe essere parzialmente organizzato sotto forma di deposito visitabile assecondando in questo modo il bisogno degli esperti d'arte di avere accesso visivo alle opere. La necessaria area di deposito è stata quantificata, nel presente computo delle superfici, in 200 m 2, tenendo conto delle ulteriori possibilità di immagazzinamento previste nel progettato Deposito centrale dei musei della Provincia Autonoma. Organizzazione spazi/Uso

Area espositiva “Colonia artistica di Chiusa”

Sup. utile

200 m2

Stima dei costi Area

Cubatura Prezzo m3 unitario €/m3

Totale

Area espositiva

5000 m3

550*

€ 2.750.000

m3

550*

€ 2.310.000

200

m2

Vani accessori

Area esposizioni temporanee

350

m2

Allestimento orientamento

Totale aree espositive

750 m2

Area espositiva “Koester”

Zona ritrovo, reception, cassa, shop, ecc. Guardaroba, servizi igienici

250 m 80

2

m2 m2

Locali amministrativi

140

Laboratori didattici, ateliers

150 m2 m2

4200 esterno,

sistema

Illuminazione aree espositive Illuminazione vani accessori Arredi

di

€ 120.000 750 m2 820 m 1570

2

m2

100

€ 75.000

70

€ 57.400

600

€ 942.000

Spese di costruzione

€ 6.254.400

Spese tecniche, IVA 37% circa

2.315.600

Deposito visitabile, vani deposito

200

Sviluppo progetto, ideazione museo

€ 150.000

Superficie utile

1570 m2

Produzioni media e artistiche

€ 120.000

Locali per impianti tecnici

60 m2

Spese complessive

€ 8.840.000

m2

Aree di transito 10%

157

Superficie netta di piano

1727 m2

Superficie costruita 15%

259 m2

4.10 Stima dei costi Il prospetto illustrato offre un orientamento di spesa per l'organizzazione degli spazi concepita nell'ambito dello studio. La stima dei costi si basa su importanti valori empirici e sui valori indicativi ufficiali della Provincia di Bolzano-Alto Adige. Nell'ambito delle singole fasi di pianificazione e attuazione saranno ulteriormente precisate le stime sommarie dei costi.


5. PRIMI PASSI SUCCESSIVI ALLA GARANZIA DEL FINANZIAMENTO

5. PRIMI PASSI SUCCESSIVI ALLA GARANZIA DEL FINANZIAMENTO 5.1 Coinvolgimento partecipativo della cittadinanza Come argomentato nei paragrafi precedenti, il successo lecitamente attendibile per la Casa per l'arte e la cultura in Chiusa deriva anche da fattori che, in misura considerevole, afferiscono ai componenti fondamentali dello sviluppo del profilo di una città. Nel senso più letterale del termine ciò significa lo sviluppo congiunto degli abitanti di una città. Un adeguato progetto di partecipazione può sostenere e promuovere in maniera decisiva la riuscita di questo ambizioso progetto. Il processo notoriamente lungo e spesso carico di emozioni che accompagna la realizzazione di un progetto richiede, quando deriva da forti compromessi, un decisivo orientamento collettivo su un obiettivo fondamentale comune. Questo indirizzamento, e il chiarimento di volta in volta necessario sul vantaggio che il progetto ha per la città e “per me, in quanto cittadino” impone: - un'alta trasparenza e una comunicazione regolare, non “stanca”, con i cittadini - decisioni condivisibili che sia possibile spiegare con l'intenzione di accogliere e inserire nell'ambito dei processi preparatori i cittadini, le loro perplessità e i loro interessi - uno spazio reale di (co)definizione che consenta ai cittadini di Chiusa di identificarsi concretamente con la nuova Casa per l'arte e la cultura, non sentendosene solo “pseudo-padroni” con una funzione di sostegno, ma facendola invece “propria” con il lavoro comune. 5.2 Squadra interdisciplinare di progettazione La sensibilità del luogo, la complessità del compito e l'idea della Casa per l'arte e la cultura intesa come progetto architettonico di impianto concettuale-artistico impongono il ricorso a uno staff interdisciplinare di professionisti cui affidare gli incarichi di progettazione e successiva realizzazione edilizia. Conformemente alle finalità del progetto si individuano i seguenti “ruoli” da coprire: direzione progetto, artista, architetto, curatore, progettista tecnico per luci, audio, impianti e media) oltre a un paesaggista, nell'ottica della visione globale e dell'inserimento dell'ambiente naturale circostante.

5.3 Ideazione di massima e di dettaglio Il presente studio sulla nuova Casa per l'arte e la cultura in Chiusa, concepita come “dichiarato” museo per le famiglie, funge da documento di base e orientamento per la successiva fase di ideazione di massima e di dettaglio nella quale le singole raccomandazioni e indicazioni saranno ulteriormente studiate e sviluppate. In questa fase nasce un'idea di massima, concepita come documento rivolto alla squadra di progettisti individuati e destinato ad informare alla maniera di un briefing sulle funzioni e i contenuti del progetto. Nell'ambito di questa fase ideativa saranno concordate e avviate anche le finalità “parallele” del progetto (interventi nell'ambito dell'attività di pubbliche relazioni e marketing, sviluppo di un nome, definizione di un'immagine/logo e del wording). L'ideazione di dettaglio conterrà infine la pianificazione dettagliata dei contenuti, degli spazi ecc. e fungerà da base per la progettazione costruttiva di dettaglio e per il progetto esecutivo,


ma anche per le produzioni media, la gestione dei prestiti ecc.

6. SCHEMA DEL PROGETTO

6. SCHEMA DEL PROGETTO Visualizzazione 1: Effetti Visualizzazione 2: Interazioni Visualizzazione 3: Reti - euroArt – Associazione Colonie artistiche europee - Musei per bambini, ragazzi e famiglie - Musei d'arte con collezioni affini - Musei dell'Alto Adige

VISUALIZZAZIONE 1: EFFETTI CASA PER L'ARTE E LA CULTURA IN CHIUSA

Reinquadramento Tesoro di Loreto Centro Genitori-Bambini Archivio Civico di Chiusa Biblioteca Civica di Chiusa


Scuola materna Angolo dei pittori alla Salita Sabiona Castel Branzoll Monastero di Sabiona Albergo alla Rosa d'oro Albergo Alla Luna Albergo all'Agnello Albergo all'Oca, oggi “Posta” Albergo all'Orso grigio “Rabensteiner” Albergo alla Croce Bianca, ex “Nussbaumer” Iniziative culturali regionali Arte nello spazio pubblico open city museum Associazione Beni Culturali Chiusa Albergo Walther von der Vogelweide Scuola elementare Scuola media Monumento ad Alexander Koester (Martin Rainer) Griessbrück Villa Koester Castel Summersberg – Gudon Residenza Neidegg Carl Müller – Coburg Schloss Anger Ritrovo degli artisti

VISUALIZZAZIONE 2: INTERAZIONI FRUIBILITÀ TURISTICA Target Famiglie Target Viaggiatori culturali Reti euroArt, Musei dei bambini in Europa Turismo architettonico Valorizzazione “Tesoro di Loreto” Veduta Convento dei Cappuccini con Chiesa dei Cappuccini, Cappella di Loreto, Chiostro


Rete percorsi “Città per l'arte – Arte e architettura contemporanee” Rete percorsi “Colonia artistica storica di Chiusa” “L'anatra” come marchio UTILITÀ ECONOMICA Richiamo frequentatori e attrattiva per Chiusa Valorizzazione di Chiusa come polo economico Valorizzazione degli esercizi e locali in centro storico RISVOLTI SOCIO-CULTURALI Punto di incontro per i residenti Punto di incontro per le famiglie Punto di incontro per artisti e collezionisti Zona ricreativa Complesso dei Cappuccini / “Parco cittadino di Chiusa” Ampliamento/Valorizzazione Biblioteca Civica (accesso centrale) Valorizzazione e riposizionamento Archivio Civico di Chiusa IDENTIFICAZIONE E LEGAME EMOZIONALE Alexander Koester: “speranza” per la città Dibattito identificante della cittadinanza sullo sviluppo urbano Sviluppo urbano & Immagine di “Città per l'arte” Anatra portafortuna: simbolo di prestigio e benessere PROMOZIONE DELL'ARTE E CONTRIBUTO DIDATTICO Museo dell'arte del XIX secolo e dell'arte moderna classica in Tirolo Sala “Alexander Koester” Sala “Colonia artistica di Chiusa” Continue esposizione temporanee sulla collezione Ateliers per artisti Ateliers d'arte per bambini e famiglie Didattica museale per le scuole

VISUALIZZAZIONE 3: RETI euroArt – Associazione delle Colonie artistiche europee Germania ... Francia ...


VISUALIZZAZIONE 3: RETI Musei per bambini, ragazzi e famiglie Aurich/Frisonia orientale Miraculum MachMitMuseum Amburgo KL!CK Kindermuseum Hamburg Hannover Zinober – Museum für Kinder Berlino Kindermuseum al centro ricreativo FEZ-Berlin Dortmund Mondo Mio Kindermuseum Dortmund Colonia Juniormuseum im Rautenstrauch-Joest Museum Kulturen der Welt Francoforte Kindermuseum Frankfurt Norimberga Kinder- und Jugendmuseum Nürnberg Monaco di Baviera Kinder- und Jugendmuseum München Vienna ZOOM Kindermuseum Wien San Gallo Kindermuseum im Historischen und Völkerkundemuseum St. Gallen Berna Creaviva im Zentrum Paul Klee Chiusa Graz Frida/Fred Milano MUBA Musei dei bambini di Milano


Siena Museo d'arte per bambini di Siena

VISUALIZZAZIONE 3: RETI Musei d'arte con collezioni affini

Friburgo museum für neue kunst Monaco di Baviera Pinakothek der Moderne Lenbachhaus München Merano Museo Civico di Merano Museo Provinciale di Castel Tirolo Bressanone Museo Diocesano di Bressanone Lienz Museum Schloss Bruck Chiusa Fiè allo Sciliar Castel Presule Bolzano Museion Museo Civico di Bolzano Rovereto MART

VISUALIZZAZIONE 3: RETI Musei dell'Alto Adige Novacella/Varna Abbazia agostiniana di Novacella Brunico


Museo Civico di Brunico Bressanone Palazzo vescovile Hofburg Museo della Farmacia di Bressanone Museo nella Torre Bianca Velturno Museo locale di Velturno Castel Velturno Sesto Museo Rudolf Stolz Tiso Museo Mineralogico di Tiso San Pietro/Val di Funes Casa del Parco Naturale Puez-Odle Gudon Museo locale di Gudon Chiusa Villandro Miniera di Villandro Archeoparc Villandro Ortisei/Val Gardena Museum Gherdeina Ponte Gardena Trostburg Merano Museo provinciale di Castel Tirolo Museo Civico di Merano Fiè allo Sciliar Castel Presule Bolzano Museion Museo Civico di Bolzano Appiano Lanserhaus


7. CRONOLOGIA DEL PROGETTO

7. CRONOLOGIA DEL PROGETTO 03.02.2012 Sopralluogo all'Antica sede del Giudizio Ispezione spazio urbano 08.01.2013 Briefing Dr. Carl Kraus (per expertise su patrimonio Koester, Colonia artistica e arte del XIX/XX secolo nelle collezioni dell'Alto Adige e potenziali tematiche di focalizzazione), seguito da richiesta di offerta e affidamento dell'incarico di stesura delle perizia artistico-storica 13.02.2013 Affidamento incarico büro54 05.04.2013 Colloquio e visita della città con Sepp Krismer, in rappresentanza dell'Associazione Beni Culturali (opportunità e potenziali di Koester e Colonia artistica per Chiusa) 05.04.2013 Primo colloquio con la Fondazione di Dortmund 07.05.2013 Discussione della bozza di perizia del Dr. Carl Kraus 28.05.2013 Colloquio orientativo con Helmuth Kusstatscher quale collezionista della Colonia artistica di Chiusa (idee esistenti sul progetto e visioni) 28.05.2013 Visita della città con il Dr. Christoph Gasser (Stazioni della Colonia artistica) 31.05./01.06. Riunione del Comitato cittadino 27.06.2013 Ispezione al Convento dei Cappuccini e alla Casa Dürer 27.06.2013 Incontro con gli artisti: Peter Senoner (artista visivo), Sonya Hofer (artista visiva), Giovanni Mellilo (fotografo, iniziatore di progetti d'arte partecipativa anche in Chiusa; Open City Museum) Rut Bernardi (scrittrice, linguista), Karin Reichhalter, Andreas von Lutz (iniziativa artistica Kunst bodennah), Jörg Aichner (collezionista d'arte, farmacista in Chiusa) Ispezione spazio urbano 03.07.2013 Colloquio informativo con la Dott.ssa Barbara Stocker (relazione informale intermedia per l'Assessora Kasslatter-Mur) 04.07.2013 Colloquio informativo con Dr. Michael Kohler, Dr. Thomas Waldschmidt (relazione informale intermedia per la rappresentanza della Fondazione Alexander Koester)


06.07.2013 Breve informazione sul progetto sul n. 21/2013 di “Clausa”, giornale del Comune 17.07.2013 Sopralluogo all'Antica sede del Giudizio (guidato da Kurt Baumgartner), sopralluogo al Convento dei Cappuccini (guidato da Heinrich Gasser, Comune di Chiusa) Sopralluogo al terreno Schindergries 23.07.2013 Colloquio di lavoro con Dr. Marion Piffer-Damiani (trasformazione dell'idea della Colonia artistica nel presente) 29.07.2013 Relazione intermedia presentata all'Assessora Kasslatter-Mur unitamente alla Sindaca Maria Gasser-Fink 02.08.2013 2° colloquio di lavoro con Dr. Marion Piffer-Damiani (trasformazione dell'idea della Colonia artistica nel presente) 08.2013

Relazione sul progetto pubblicata sul n. 22 di “Clausa”, giornale del Comune

07.08.2013 3° colloquio di lavoro con Dr. Marion Piffer-Damiani (sede e attualizzazione della Colonia artistica nel tessuto urbano) 09.08.2013 Colloquio orientativo con Dr. Ing. Siegfried Unterberger assieme alla Sindaca Maria Gasser Fink (valutazioni e stima del progetto dal punto di vista dei collezionisti) 12.09.2013 Sintesi dello stato del progetto per relazione informale intermedia al Governatore della Provincia Durnwalder da parte della Sindaca Maria Gasser-Fink

Indice delle immagini Pagina 7: Alexander Koester, Autoritratto, 1932, Olio su tela, Museo Civico di Chiusa Pagina 9: Alexander Koester, Primavera a Chiusa, 1894, Olio su tela, Museo Civico di Chiusa (legato Hildegard Koester, 2008) Pagina 15: Alexander Koester, Anatre nel laghetto delle ninfee dalla riva sassosa, Olio su tela, Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester, Dortmund Pagina 56: Alexander Koester, Testa d' anatra, Matita, Fondazione Dr. Hans e Hildegard Koester, Dortmund

Altre immagini dell'autrice Grafica: Lilly Moser – büro54


büro54 Innrain 54a – A-6200 Innsbruck www.buero54.at


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