Technopolis 51

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EXECUTIVE ANALYSIS | Unified Communication and Collaboration

L’ERA DELLA COLLABORAZIONE “IBRIDA” Da pura necessità, il lavoro a distanza negli ultimi due anni è diventato un nuovo modello per molte aziende. E le offerte dei vendor si adeguano di conseguenza.

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ue anni fa, spesso in fretta e furia, le aziende hanno dovuto adeguarsi al lavoro remoto che la rapida e letale diffusione del covid-19 aveva loro imposto. Poche avevano fatto già riflessioni o scelte strutturate in direzione di una diversa organizzazione del tempo e dell’accesso ai sistemi informativi per dipendenti e collaboratori. E ancora meno aziende si erano poste il problema di far evolvere in questa direzione le relazioni con la clientela. Lo scenario odierno, lentamente incamminato verso un progressivo recupero della normalità, è comunque diverso da quello dell’era pre-pandemica. Molti studi hanno sancito la volontà dei lavoratori di proseguire lungo la strada della flessibilità operativa, in una modalità ibrida, ma anche le aziende hanno potuto constatare come non ci siano state particolari perdite di produttività in questo strano biennio. Dunque, è lecito pensare che non si tornerà indietro (almeno non del tutto) e che spazi e abitudini andranno ricodificati in una diversa infrastruttura organizzativa e, in una certa misura, anche tecnologica. Technopolis ha realizzato un lavoro di analisi e ricerca che ha coinvolto da un lato un gruppo di aziende di medie dimensioni e, dall’altro, i principali player del mercato della Unified Communication & Collaboration (Ucc). L’intento è stato quello di comprendere lo scenario 38 |

MARZO 2022

di utilizzo delle soluzioni adottate, quali esigenze devono soddisfare oggi (lavoro ibrido, rientro in ufficio e altro), quali sono i principali criteri di scelta fra le offerte disponibili e chi concorre a decidere che cosa acquistare. Abbiamo voluto capire, inoltre, in quale misura le Ucc siano integrate con altre componenti tecnologiche già presenti e quanto siano attrattivi i brand più noti della videocollaborazione (Zoom, Google, Microsoft, Cisco) rispetto a chi offre più classicamente telefonia evoluta. Allo stesso tempo, con i vendor sono state analizzate le esigenze più comuni e i fattori di scelta rilevati fra le aziende-utenti, quali specificità si possono evidenziare per il mercato italiano e come stanno evolvendo portafogli d’offerta e strategie di goto-market. La realtà vista dagli utenti

Osservando l’evoluzione dell’uso delle soluzioni Ucc nelle aziende, appare chiaro come l’avvento della pandemia abbia rappresentato per tutte una sorta di spartiacque. Prima di questo evento, gli strumenti di comunicazione e collaborazione erano sfruttati solo da specifici dipartimenti, soprattutto quelli commerciali o dell’IT. E spesso, pur essendo parte del patrimonio applicativo disponibile, tali strumenti rimanevano quasi dormienti e poco esplorati. Anche nei casi più virtuosi, poi, veniva sfruttata soprattutto la componente di

comunicazione, per gestire riunioni anche in remoto o utilizzare la chat. Oggi, invece, pare che nessuno possa più fare a meno dello strumento Ucc, che nel frattempo le aziende hanno imparato a usare, anche se questo avviene in modo particolare per le comunicazioni interne in sostituzione dei meeting fisici o anche delle telefonate fra colleghi. Ciò che però dev’essere ancora migliorato è la capacità delle persone di collaborare sfruttando la tecnologia a disposizione. Non si tratta tanto di un limite dello strumento, quanto di una cultura difficile da far evolvere. In ogni caso, la fase emergenziale appare superata più o meno ovunque e ora si sta iniziando a studiare come rendere più strutturale un modo di lavorare inizialmente costruito sulla necessità congiunturale. Per il momento, l’Ucc ancora convive con tecnologie di comunicazione più tradizionali, di tipo telefonico, ma come vedremo la tendenza all’integrazione si farà più solida nel tempo a venire. Le aziende ritengono in modo prevalente che il lavoro ibrido possa avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente e che possa anche rendere un brand più attraente e competitivo. Solo in parte, però, si dichiarano pronte a supportare pienamente la transizione e non c’è ancora una pianificazione definita. A questo si aggiungono le preoccupazioni sul fronte della sicurezza, particolarmente concentrate sull’autenticazione


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