Edizione 75esimo

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Valtellina Spa SINCE 1937

Dalle prime reti telefoniche al clouD Una storia di lavoro e di uomini al servizio del progresso



SINCE 1937

Dalle prime reti telefoniche al cloud Una storia di lavoro e di uomini al servizio del progresso



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a oltre 75 anni in Valtellina amiamo le sfide impegnative. Ci piace affrontarle con passione, tenacia e competenza, all’interno di una visione di rispetto dei nostri interlocutori, siano essi clienti, fornitori o partner. Questi stessi principi animavano il fondatore dell’azienda, Cesare Valtellina. Mio padre. Al quale questo volume storico è idealmente dedicato.

Le caratteristiche distintive della nostra impresa, i valori nei quali ci riconosciamo, ci hanno permesso di partire da una casa rurale alle porte di Bergamo, crescendo in tutta Italia ed ora anche in importanti mercati internazionali. Nella nostra evoluzione abbiamo sempre applicato i principi ai quali credeva il fondatore, facendoli diventare motivo di distinzione nel mercato: onestà, volontà, saggezza. Con questo volume vorrei ringraziare tutti coloro che nel corso della nostra storia aziendale, hanno interpretato con il lavoro questi valori e dato il loro prezioso apporto alla crescita dell’impresa. Persone straordinarie, umanamente e professionalmente. Grazie al loro impegno e a tanti sacrifici hanno reso possibile non solo la crescita della Società Valtellina, ma lo sviluppo complessivo del settore della telefonia e delle telecomunicazioni. Mi auguro che il libro metta ben in evidenza proprio come la nostra storia imprenditoriale è stata sempre connessa a settori fondamentali per lo sviluppo socio-economico generale. Come Presidente di Valtellina SpA colgo l’occasione per ringraziare Telecom Italia e il suo Archivio storico con sede a Torino per gli importanti consigli e le documentazioni che ci ha fornito per la realizzazione di questo volume, fra cui una serie di immagini estremamente significative sull’evoluzione del settore telefonico nel nostro Paese. Il nostro intento è stato quindi quello di realizzare un’opera culturale che ripercorre lo sviluppo della telefonia e delle telecomunicazioni, mettendolo in parallelo allo sviluppo della società Valtellina. Buona lettura. Gianpietro Valtellina Presidente Valtellina SpA

Due generazioni della famiglia Valtellina sono attualmente impegnate in azienda e rappresentano la continuità con gli ideali e i valori del fondatore Cesare Valtellina. Nella foto, da sinistra a destra Simona Valtellina, Giorgio Cattaneo, Orietta Biava, Cesare Valtellina (nipote del fondatore), Gianpietro Valtellina, Armando (detto Roberto) Valtellina, Alexandra Valtellina, Jasmin Valtellina.


Dalle prime reti telefoniche al clouD una storia di lavoro e di uomini al servizio del progresso SINCE 1937

Le origini della telefonia in Italia

Dalla campagna al cantiere

Gli sviluppi della rete dagli anni Venti al 1940

Cesare Valtellina fonda la sua azienda

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La ricostruzione post-bellica

Il consolidamento dell’impresa familiare

La telefonia simbolo del boom economico

Il grande sviluppo degli anni Sessanta

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Un apparecchio telefonico in ogni casa

L’evoluzione tecnologica e territoriale delle reti

La diversificazione settoriale e lo sviluppo della fibra ottica

Valtellina fra presente e futuro...

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Una nuova identitĂ senza rinunciare ai valori originari

Il progresso Valtellina: futuro presente

Nel mondo con tutta la nostra esperienza

Due testimonianze

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In Italia i primi esperimenti di comunicazione via telefono iniziarono nel 1877. La rete si sviluppava di anno in anno e un compito essenziale era la realizzazione delle infrastrutture.

Le origini della telefonia in Italia

Segrate, operatrice addetta al centralino, 1906. [Archivio storico Telecom Italia]

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L’invenzione del telefono è considerata a ragione una delle più importanti per il progresso dell’umanità. Oggi sarebbe impossibile pensare ad un mondo senza telefonia. Il “magico apparecchio”, come veniva chiamato con ammirazione alla fine dell’Ottocento, e soprattutto la sua diffusione, hanno una storia fortemente legata a tutti i principali eventi socioeconomici. Eppure il primo prototipo, chiamato “telettrofono”, venne realizzato nel 1856 da un singolo, sconosciuto artigiano-inventore: il fiorentino Antonio Meucci, fuggito per motivi politici dal Granducato di Toscana prima a Cuba e poi nella città di New York. L’emigrante Meucci aveva intuito il sistema per trasformare una vibrazione acustica dell’aria in una corrente modulata lungo un filo, usando una membrana metallica messa di fronte ad un magnete elettrico.

Purtroppo però Meucci non poté brevettare la sua invenzione per mancanza di fondi. È ben nota la durissima battaglia legale che fra il 1871 e il 1876 egli intraprese contro Alexander Graham Bell per ottenere la paternità dell’invenzione. Ma solo nel 2002 (!), proprio negli Stati Uniti, è stato decretato che questa sia da attribuirsi all’italiano Antonio Meucci. In Italia i primi esperimenti di comunicazione via telefono iniziarono nel 1877. Venivano generalmente utilizzati due ricevitori collegati alla linea telegrafica. Nel 1881 nasceva di fatto il “servizio telefonico” che fu dato in concessione a società private, nella logica delle “aree territoriali” di competenza. Del 1892 è la prima legge che regolamentava in modo preciso il settore telefonico. In ogni caso esso rientrava sotto la competenza tecnica e amministrativa del Ministero delle Poste


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le origini DELLA TELEFONIA IN ITALIA

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e Telegrafi. Nel 1899 veniva costituita, con sede a Milano, la “Società industriale elettrochimica di Point Saint Martin”, finalizzata alla produzione e distribuzione dell’energia elettrica e dei servizi di telefonia. Questa società è l’antesignana della società di gestione moderna. Operava prevalentemente in Piemonte e in Lombardia, dove infatti vennero installati i primi impianti urbani. I primi apparecchi telefonici funzionavano mediante centraliniste, alle quali veniva chiesto il numero dell’abbonato con cui si voleva parlare. L’operazione era piuttosto complicata e richiedeva diverse manovre, al

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termine delle quali, per far capire che la conversazione poteva finalmente iniziare, invalse l’uso di dire “Pronto!”, che poi divenne l’accezione d’esordio di ogni telefonata. Poiché l’abbonamento era assai oneroso, all’inizio del Secolo XX l’utenza privata era limitata. Si diffusero però i posti telefonici pubblici: dapprima presso gli uffici postali ed in seguito, per ampliarne l’orario, anche in esercizi commerciali privati (alberghi, ristoranti, ecc.). Nel 1907 se ne contavano 450, per arrivare ai 4.433 del 1925 (e crebbero ancora fino agli anni ’60). I posti telefonici avevano


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Bologna, foto di gruppo con i lavoratori delle linee aeree Timo, 1928. [Archivio storico Telecom Italia] Milano, polifora in uso per la posa delle tubazioni telefoniche, 1927. [Archivio storico Telecom Italia] Squadra al lavoro per la posa dei cavi aerei, 1920. [Archivio storico Telecom Italia]

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le origini DELLA TELEFONIA IN ITALIA

un preciso regolamento: ad esempio, la conversazione, di durata predeterminata (5 minuti per l’urbana e 3 per l’interurbana), veniva pagata tramite un biglietto di prenotazione, un francobollo o un gettone che doveva essere consegnato poi agli addetti nel momento in cui l’utente veniva chiamato, e a telefonata ultimata veniva consegnata una ricevuta. Con inevitabili e comprensibili difficoltà di ordine tecnico e gestionale, la rete però si sviluppava di anno in anno. Un compito essenziale era la realizzazione delle infrastrutture, che a quei tempi prevedevano di stendere i cavi telefonici ed effettuare i “giunti” di collegamento dei singoli utenti alla rete. Il compito era

affidato dalle società di gestione telefonica ad imprese (quasi tutte di piccole dimensioni e localizzate per singoli territori) che si occupavano spesso anche di elettricità e di gas. I loro strumenti di lavoro erano dei carri per il trasporto dei materiali (cavi in rame), attrezzi, materiali telefonici e soprattutto scale di ogni lunghezza in quanto quasi tutte le linee erano aeree su palificazioni (o correvano lungo le facciate dei palazzi). Non esistevano armadi o apparati. I cavi dovevano raggiungere direttamente i luoghi in cui erano posti gli apparecchi degli utenti e le centrali di rete dove stavano le centraliniste.

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Milano, centraliniste addette ai Servizi Speciali, anni ’30. [Archivio storico Telecom Italia]

5.

Posa del cavo Ponti per la linea Torino-Milano-Laghi, 1927. [Archivio storico Telecom Italia]

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Due apparecchi telefonici in uso nei primi anni del Novecento. Entrambi sono dotati di manovella di chiamata. Napoli, castello di arrivo delle linee aeree della centrale telefonica, primi ’900. [Archivio storico Telecom Italia] Squadra di “giuntisti” di cavi telefonici negli anni Venti.

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I Valtellina erano persone semplici ma sagge, interpreti dei valori tipici del popolo bergamasco: il lavoro come fulcro dell’esistenza, la concretezza come espressione dell’identità.

Dalla campagna al cantiere

Inizi degli anni Trenta: alcuni componenti della famiglia Valtellina insieme a parenti e amici nel cortile di una casa rurale nei pressi di Bergamo. L’ultima persona a destra in piedi, che indossa un maglione bianco, è Cesare Valtellina.

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Le origini storiche dell’azienda Valtellina di Bergamo, sono strettamente legate allo sviluppo della telefonia in Italia, non solo perché sarà questo il settore sul quale si baserà per oltre mezzo secolo il lavoro dell’impresa, ma anche perché di “telefonia” nella famiglia Valtellina si parla e ci si occupa già negli anni Venti. Come dimostrano documenti e testimonianze, sono infatti almeno tre i membri della famiglia Valtellina che risultano fare parte degli organici della Società Telefonica Cisalpina di Bergamo. Lo stesso Cesare Valtellina, classe 1910, futuro fondatore dell’azienda, lavora fin da giovanissimo nella Società Telefonica Cisalpina: il suo nome compare in un libro matricola dell’inizio degli anni Venti. Nello stesso libro ci sono i nomi di suo padre Luigi e del fratello Costante. Infatti Luigi Valtellina era caposquadra della

Società Cisalpina e si era prodigato per fare entrare nell’organico i due figli, fra cui il giovanissimo Cesare appena tredicenne. Un lavoro in un settore in sviluppo come i cantieri telefonici era considerato importante e sicuro, soprattutto in una famiglia di origini contadine nella quale a tavola si sedevano nove figli. I Valtellina erano persone semplici ma sagge, interpreti dei valori tipici del popolo bergamasco: il lavoro come fulcro dell’esistenza, la concretezza come espressione dell’identità, la fede cristiana come guida. Bergamo era una città piccola nelle dimensioni, un satellite della grande e brillante Milano, ma sapeva farsi valere e si distingueva per molte capacità. Il carattere dei bergamaschi si era ben distinto anche durante il primo conflitto mondiale, soprattutto nelle truppe


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DALLA CAMPAGNA AL CANTIeRe

alpine. Proprio negli anni Venti il territorio, in particolare intorno al capoluogo e all’inizio delle valli stava vivendo quella trasformazione da società rurale a società industriale, nella quale il telefono aveva un posto di rilievo. Lo sviluppo del settore telefonico nei primi due decenni del XX Secolo testimonia di questo interesse che l’economia e la società nel suo complesso dedicavano al telefono. Con l’avvento del fascismo si ampliò ulteriormente l’identificazione del telefono come “simbolo di progresso”, un elemento non esente da obiettivi di propaganda. “Portare il progresso” era infatti uno dei “motivi forti” su cui si reggeva la propaganda fascista nell’ambito dei progetti coloniali: il telefono diventava il simbolo, insieme alle strade, di civilizzazione delle popolazioni conquistate. Lo si noterà soprattutto durante gli eventi della guerra in Etiopia (1935-1936). Quando Cesare Valtellina venne chiamato alla leva militare e quindi posto in organico alle truppe coloniali: la sua competenza in ambito di cantieri telefonici lo portò subito a fare parte del “genio trasmettitori”. Sul fronte Etiope lavorerà alle infrastrutture per i collegamenti delle truppe italiane. Un’esperienza dura, ma che lo formerà ulteriormente nel carattere e nella capacità di conoscere il valore delle persone, e lo porterà, come ricordato anche nei suoi diari di quel tempo, alla scelta di avere una “sua” azienda una volta “salvata la pelle…” e rientrato in Italia.

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1.

Il libro matricola della societĂ Cisalpina di Bergamo, specializzata in infrastrutture telefoniche: nelle pagine relative agli inizi degli anni Venti compaiono i nomi di Luigi Valtellina (assunto il 9 luglio 1903) e dei suoi due figli Cesare (nato nel 1910 e assunto il 20 dicembre 1926) e Costante (nato nel 1908 e assunto il 9 luglio 1923 insieme a suo padre).

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Luigi Valtellina e sua moglie Anita Persico genitori del fondatore dell’azienda Cesare Valtellina.

3.

Cesare Valtellina, arruolato nel genio militare, durante la guerra d’etiopia nel 1935-36.

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Cesare Valtellina con alcuni suoi commilitoni in piazza San Pietro a Roma, probabilmente in occasione della partenza per la guerra d’etiopia nel 1935.

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La rete telefonica nazionale fu suddivisa in cinque grandi aree di gestione, affidate a società private. Accanto alla costruzione delle infrastrutture, era necessario ampliare rapidamente la domanda.

Gli sviluppi della rete dagli anni Venti al 1940

Una squadra di “giuntisti” in azione su una linea telefonica interrata.

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I tragici eventi della prima guerra mondiale avevano dimostrato l’utilità e le potenzialità delle comunicazioni telefoniche, che ormai sostituivano quasi completamente il telegrafo. Nei primi anni Venti in Italia venne promulgata dal governo fascista una legge nazionale mirata alla creazione di una rete telefonica statale tale da attraversare l’intera penisola. La rete fu suddivisa in cinque grandi aree di gestione, affidate a società private: le principali erano STIPEL, TELVE, TIMO, TETI e SET. La zona uno, la più importante per struttura e volumi di produzione, comprendeva Lombardia e Piemonte e venne affidata nel 1925 alla STIPEL (Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda). L’ipotesi di una gestione diretta da parte dello Stato fu esclusa, a causa del pesante debito pub-

blico italiano. Accanto alla costruzione delle infrastrutture per lo sviluppo della rete telefonica, era necessario anche ampliare rapidamente la domanda. Ciò richiedeva sempre maggiore solidità delle imprese del settore e minore frammentazione nell’ambito dello scenario dei gestori (alla metà degli anni Venti erano in attività ben 63 società che offrivano servizi di telefonia in Italia!). Alla fine di quel decennio, il processo di concentrazione societaria vide emergere sempre più la SIP (Società Idroelettrica Piemontese) che già controllava STIPEL e progressivamente andò a controllare altre realtà sul mercato. Venne così a crearsi il primo vero e proprio “gruppo” telefonico italiano, in grado di gestire buona parte del traffico nazionale. Una parte della propaganda a sostegno del telefono fu rivolta a pre-


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GLI SVILUPPI DELLA RETE DAGLI ANNI VENTI AL 1940

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sentare l’uso di nuovi servizi telefonici di “informazione” concorrenziali alla radio: notizie sportive, notizie finanziarie, informazioni teatrali e cinematografiche, l’ora esatta etc. Fecero la loro comparsa anche i primi apparecchi telefonici a gettone. Il primo servizio di chiamata Taxi fu inaugurato a Milano nell’estate del 1927, seguì Torino nel 1928. Contemporaneamente apparve il brevetto duplex. Con esso era possibile collegare alla centrale con una sola linea due apparecchi installati nello stesso fabbricato ed usu-

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fruire quindi di un notevole risparmio. A metà degli anni Venti al nord esisteva un telefono ogni 280 abitanti. Al sud ancora meno: uno ogni 670 abitanti. Proprio in questo periodo l’importanza di poter comunicare con altre persone anche a notevole distanza fece sì che la diffusione del telefono e l’estensione della rete aumentassero con un ritmo maggiore. Anche se il telefono domestico restava sempre un lusso: ancora nel 1940 c’era poco più di un telefono ogni cento abitanti e la percentuale salì al 3% solo nel dopoguerra.

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Telefoniste Stipel in una sala di commutazione, anni ’30. [Archivio storico Telecom Italia]

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Un tipico telefono da tavolo della fine degli anni Trenta derivato dal modello Bell “tipo 300”, il più diffuso al mondo, quasi uno standard universale.

3.

Cerimonia ufficiale presso la sede Stipel di Bergamo in via T. Tasso con i dipendenti e i collaboratori delle varie aziende del settore delle infrastrutture telefoniche alla fine degli anni ’30.

4.

Giunti telefonici in piombo e carta.

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La nuova azienda di Cesare Valtellina si occupava di rispondere alle commesse delle società telefoniche: scavi, palificazioni, posa dei cavi telefonici e loro giunzioni.

Cesare Valtellina fonda la sua azienda

Cesare Valtellina, fondatore della “Impresa Cesare Valtellina” in una foto del 1936 scattata in Etiopia.

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Tornato dagli eventi bellici in Africa, nel 1937 Cesare Valtellina decide di dare vita ad una propria impresa nel settore dei servizi di installazione e manutenzione di infrastrutture telefoniche. Le conoscenze personali di cui Cesare dispone avendo lavorato in Cisalpina, lo invogliano ulteriormente a “mettersi in proprio”. Riunisce intorno a se una decina di operai e comincia la sua avventura imprenditoriale. Lo affianca anche il fratello Costante, anch’esso proveniente dalla Cisalpina. La nuova azienda si occuperà di rispondere alle commesse delle società telefoniche: scavi, palificazioni, stesura dei cavi telefonici e loro giunzione. Nasceva quindi ufficialmente la ditta individuale denominata “Impresa Cesare Valtellina” con sede nel comune di Bergamo, via Bianzana 49, esercente l’attività di “lavori telefonici, telegrafici e similari”. Al fianco di

Cesare in questa decisione così importante, c’era la giovane moglie Anita Animelli. Nata nel 1914, proveniente anch’essa da una famiglia popolare con nove figli, Anita sposò Cesare Valtellina che aveva soli 22 anni. Entrambi si trovarono subito coinvolti nell’avventura imprenditoriale della nuova ditta. Con il suo carattere contraddistinto da una grande tenacia, tipico delle donne bergamasche della sua generazione, la signora Anita sosteneva moralmente il marito, ne lodava l’entusiasmo e allo stesso tempo costituiva una certezza in casa. La sua presenza, discreta ma costante, caratterizzerà sempre lo sviluppo dell’azienda, anche in anni particolarmente difficili per l’economia e per gli eventi familiari che, dopo la guerra, coinvolgeranno i figli Gianpietro (nato nel 1938), Liliana (1941) e Armando, successivamente conosciuto da tutti con


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CESARE VALTELLINA FONDA LA SUA AZIENDA

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il nome Roberto (1949). Per l’impresa Valtellina sono anni di lavoro intenso, nel quale riesce ad acquisire commesse importanti nell’ambito delle provincie di Bergamo e Varese. Per seguire personalmente i cantieri, Cesare si muove prima in bicicletta, poi acquista una moto Gilera con sidecar; assume altri operai e nel 1940 è fra le principali aziende di riferimento sul territorio nel suo settore. Lo scoppio del secondo conflitto mon-

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diale è però un duro colpo per l’intera economia Italiana. Quando poi si giunge all’occupazione tedesca anche Bergamo vive in emergenza continua. L’attività sulle infrastrutture telefoniche è rivolta prevalentemente a sanare i danni dei bombardamenti o rispondere ad esigenze sporadiche delle truppe in armi. Cesare e i suoi operai realizzano nel cortile di casa o nel campo attiguo la “treccia telefonica” (formata da due fili di rame coperti da una guaina isolante) che sarà

poi utilizzata da loro sui cantieri. Anche il giovanissimo figlio Gianpietro partecipa a questo che considera “un gioco”. Con la guerra in casa si vive però “alla giornata”, con le orecchie sempre all’erta per i possibili bombardamenti (l’acciaieria Dalmine colpita il 6 luglio 1944 sarà l’evento più tragico nella bergamasca), oppure con la paura di trovarsi in casa militari sbandati in fuga. Mai però l’impresa Cesare Valtellina interromperà completamente il lavoro.


1.

La famiglia Animelli riunita davanti al fotografo. Anita Animelli è seduta a fianco di suo padre (nella foto il primo uomo da sinistra. Anita porta invece il colletto di pizzo e catena con crocefisso).

2.

Foto di famiglia nel cortile della casa rurale della famiglia Animelli. Anita Animelli tiene in braccio il primogenito Gianpietro Valtellina.

3.

Cesare Valtellina (a destra) insieme al padre Luigi (a sinistra) e un dirigente della Stipel. Probabilmente l’immagine si riferisce ad un incontro di lavoro per sottoscrivere gli accordi di fornitura di servizi della Impresa Valtellina al gestore telefonico.

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Le famiglie Valtellina ed Animelli riunite nel cortile di casa Animelli in via Bianzana a Bergamo. Nella foto Cesare Valtellina è il terzo in alto da sinistra. Nella fila più in basso, al centro con i pantaloni con bretelle, Gianpietro Valtellina, attuale Presidente della Valtellina SpA. Nella fila in basso la prima signora a sinistra seduta è Anita Animelli che tiene in braccio la figlia Liliana. Nella foto è presente anche un giovanissimo Mario Donizetti parente dei Valtellina e futuro grande pittore (è il quarto bambino da sinistra nella seconda fila dall’alto).

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CESARE VALTELLINA FONDA LA SUA AZIENDA

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Un folto gruppo di lavoratori del settore telefonico insieme alle loro famiglie in occasione di una visita alla sede della STIPEL di Bergamo in via T. Tasso.

6.

Bergamo, la sede dell’esercizio Stipel, 1938. [Archivio storico Telecom Italia]

7.

Scavi per linee telefoniche in ambiente urbano.

8.

Un contratto di allacciamento telefonico stipulato nel 1928.

9.

Alcuni operai impegnati nella realizzazione di linee telefoniche lungo una strada nelle valli bergamasche. L’immagine è stata conservata a lungo dalla famiglia Valtellina e probabilmente si riferisce ai primo momenti di lavoro della Impresa Cesare Valtellina.

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Vi erano intere reti secondarie da rifare in città come Torino e Milano. Con uno sforzo straordinario, già nel 1952 si raggiunse l’obiettivo di ricollegare tutti i comuni italiani.

La ricostruzione post-bellica

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La Spezia, ripristino delle linee dopo un bombardamento a impianti Teti, anni ’40. [Archivio storico Telecom Italia]

Durante il periodo bellico, con una nazione divisa in due parti, bombardata e invasa da vari eserciti, anche la telefonia entrò in una condizione di stallo, di pura “sopravvivenza”: linee e centrali risultavano spesso distrutte; il servizio funzionava in modo frammentario, anche se lo sforzo dei vari governi e delle truppe alleate fu quello di mantenere attiva la possibilità di telefonare almeno dai posti pubblici. La guerra fu una catastrofe anche per l’industria telefonica. Impedire le comunicazioni a distanza del nemico era infatti un obiettivo cruciale. Con la fine delle ostilità ricostruire e rendere pienamente efficiente la rete telefonica nazionale fu immediatamente posta come una priorità assoluta. Ecco perché si incoraggiano le industrie che avevano fornito apparecchiature professionali di telecomunicazioni ai militari a trasfor-

marsi in società per la fornitura di apparati ai gestori telefonici. I primi anni del dopoguerra furono impiegati per sanare le ferite lasciate dal conflitto. Buona parte della rete era ridotta in condizioni tali da richiedere rilevanti investimenti, mentre la ricostruzione delle città provocava continui lavori per lo spostamento dei cavi telefonici. Vi erano intere reti secondarie da rifare in città come Torino, Milano e altri centri minori. Con uno sforzo straordinario, già nel 1954 si raggiunse l’obiettivo di collegare tutti i comuni italiani alla nuova rete telefonica nazionale. Essenziale in quegli anni anche il profondo impegno profuso nella formazione del personale che operava nel settore telefonico. Basterà ricordare infatti che ancora negli anni Cinquanta ben l’80% dei giovani abbandonava gli studi dopo la scuola dell’obbligo.


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Cesare Valtellina era un giovane imprenditore capace e con una volontà di ferro. Condivideva con i suoi operai le ristrettezze di un’economia “povera”, ma ricca della voglia di fare.

Il consolidamento dell’impresa familiare

Una squadra della Impresa Cesare Valtellina con il suo autocarro durante un lavoro di posa di pali telefonici. L’uomo davanti al cofano motore è Antonio Valtellina, uno dei fratelli di Cesare.

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L’azienda Valtellina fa parte a pieno titolo di quel gruppo di società “storiche” italiane che hanno partecipato in misura strategica all’evoluzione verso la modernità dell’economia e della società del Paese. Il periodo più difficile, ma forse anche il più entusiasmante, va dal termine del conflitto mondiale fino alla metà degli anni Cinquanta. In quella fase, per certi aspetti ancora tecnologicamente pionieristica per la telefonia italiana, l’azienda guidata direttamente da Cesare Valtellina riuscì ad affermarsi nel proprio ambito geografico, ponendo le basi per gli sviluppi successivi. La competitività dell’azienda Valtellina si basava soprattutto sulla grande laboriosità degli operai bergamaschi, fortemente motivati a lasciarsi alle spalle le ristrettezze economiche del dopoguerra. Del resto c’era un’intera nazione da “rimettere in moto”

e il telefono rappresentava uno dei fulcri essenziali sul quale fare ruotare la volontà di progresso. Cesare Valtellina era un “giovane” imprenditore capace e con una volontà di ferro. Condivideva con i suoi operai le ristrettezze di un’economia “povera” ma ricca della “voglia di fare”. Piena di opportunità per chi sapeva coglierle e coltivarle. In pochi anni Cesare fa ripartire l’azienda, ottiene numerose e sempre più importanti commesse da parte di STIPEL. I lavori riguardano in particolare la ricostruzione e l’ampliamento delle linee nella città di Bergamo, che moltiplica rapidamente il numero degli abbonati al telefono, sia lungo le dorsali dei fiumi Serio e Brembo. Intercetta e risponde con successo alle prime commesse anche fuori dal territorio bergamasco. I dirigenti territoriali di STIPEL lo apprezzano


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IL CONSOLIDAMENTO DELL’IMPRESA FAMILIARE

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sempre di più. Le maestranze della ditta Valtellina raggiungono in pochi anni le 150 unità, dipendenti con mansioni prevalenti di manovale, “guardiafilo” e giuntista. L’ufficio amministrativo è condotto dallo stesso Cesare Valtellina. Le responsabilità dei cantieri vengono affidate ai “capisquadra”, che riferiscono direttamente a Cesare gli andamenti dei lavori e le eventuali problematiche. Cesare vive con la moglie Anita Animelli e i tre figli in una casa attigua alla prima sede dell’azienda, in via Bianzana a Bergamo. E qui che avviene il dramma

della sua prematura scomparsa. Nel marzo 1954 Cesare Valtellina viene colpito da infarto, attacco di cuore insidiosamente non manifestatosi in modo eclatante tanto da suggerire un ricovero immediato, ma che invece si rivelerà dopo poche ore fatale. Per la famiglia Valtellina si apriva un periodo di grandi incertezze, basate essenzialmente sulla questione di mantenere attiva o di liquidare l’azienda: l’impresa infatti aveva raggiunto già una notevole autorevolezza sul mercato ma restava ancora organizzativamente debole.


1.

L’attività per la realizzazione delle linee telefoniche in zone montane imponeva spesso di trovare soluzioni “anticonvenzionali”. In questa immagine una teleferica portapersone con un guardiafili Valtellina che sta raggiungendo una palificazione installata sulle Orobie.

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Una squadra dell’impresa Valtellina negli anni della ricostruzione post bellica.

3.

Verbania, posa dei cavi in trincea, 1954. [Archivio storico Telecom Italia]

4.

Cesare Valtellina in una foto del 1954, pochi mesi prima della sua prematura scomparsa.

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Numeri telefonici di sole quattro cifre per gli abbonati STIPeL del 1952. Un solo elenco per tutte le province lombarde esclusa quella di Milano.

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Si consolidava sempre più l’idea che il livello di prosperità e benessere degli italiani si poteva misurare con il fatto di avere o non avere il telefono in casa.

La telefonia simbolo del boom economico

Il telefono diventa protagonista nelle case degli italiani. è parte integrante dell’arredamento e viene collocato non solo negli ingressi, ma anche in salotto e nelle camere da letto. In questa immagine una foto per la promozione della filodiffusione, 1964. [Archivio storico Telecom Italia]

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Sull’onda di una sempre più accentuata crescita economica dell’Italia, alla fine degli anni Cinquanta, Milano diventava la terza capitale europea per densità telefonica. Un chiaro segnale di come il telefono stava rapidamente entrando nella vita quotidiana degli italiani. Però fino a quel momento l’assetto delle telecomunicazioni su tutto il territorio nazionale era essenzialmente rimasto immutato nella struttura originaria: cinque concessionarie private a ciascuna delle quali era stata assegnata una zona del territorio. Mentre l’Azienda di Stato per i Servizi Telefonici si occupava di gestire il servizio a grande distanza e il traffico internazionale. Lo scenario socio-economico profondamente mutato ebbe conseguenze importanti anche sull’assetto del comparto telefonico: le cinque concessionarie telefoniche si fusero infatti nella SIP. Partecipò in-

direttamente a questo risultato anche la nazionalizzazione dell’energia elettrica, che vide proprio la SIP abbandonare il settore elettrico e concentrarsi totalmente su telefonia e telecomunicazioni. In questa fase storica lo sviluppo del settore telefonico contribuì in misura decisiva a favorire l’unità e lo sviluppo armonico del Paese, permettendogli di superare il ritardo nei confronti delle nazioni maggiormente industrializzate. Nel 1952 comparve la prima cabina telefonica “di strada”. Il gettone telefonico, coniato in similoro cominciò a circolare nelle tasche degli italiani e diventò un vero e proprio succedaneo della moneta. Nel 1958 in collaborazione con la RAI nacque il servizio di Filodiffusione. Accanto al tipico telefono nero pre-bellico da muro con disco combinatore, nacque l’apparecchio unificato da tavolo.


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LA TELEFONIA SIMBOLO DEL BOOM ECONOMICO

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Intanto si consolidava sempre più l’idea che il livello di prosperità e benessere degli italiani si poteva misurare con il fatto di avere o non avere il telefono in casa. Un fenomeno analogo avveniva con il televisore e gli elettrodomestici. Inoltre erano anni in cui milioni di persone si trasferivano dal Sud al Nord, migranti partivano dalla campagna verso le città o dal Sud del paese verso il grande triangolo industriale del Nord. Il telefono quindi

fu il mezzo che permise a queste persone di trasferirsi senza rompere completamente il legame con le comunità di origine. Nello stesso tempo l’unità culturale e linguistica dell’Italia è passata anche attraverso le linee telefoniche, oltre che nelle antenne televisive. Anni di sviluppo e crescita, che il telefono puntualmente evidenziava. Gli abbonati passarono nei primi anni Sessanta da un milione e mezzo a circa quattro milioni.


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1.

Torino, telefoniste al lavoro in una centrale Stipel, 1960. [Archivio storico Telecom Italia]

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Il moderno telefono Grillo, prodotto negli anni ’60. [Archivio storico Telecom Italia]

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Giuntisti della impresa Valtellina all’opera su un cavo telefonico all’interno di un “cunicolo di centrale”. Si riconoscono nella foto: Giovanni Morotti (seduto in primo piano), Giacinto Morotti (in piedi, in secondo piano) e Iosesse Morotti (ultimo in fondo, parzialmente nascosto).

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Il giuntista Giacinto Morotti della Impresa Valtellina al lavoro su un permutatore di centrale.

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Milano, allievi operai di linee aeree durante un’esercitazione, 1962. [Archivio storico Telecom Italia]

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A soli 20 anni Gianpietro Valtellina era già un imprenditore. Conquistò rapidamente la fiducia della dirigenza della società telefonica nazionale.

Il grande sviluppo degli anni Sessanta

Gianpietro Valtellina con uno suo fedele collaboratore, Vittorio Belotti (detto “Belutì”, perché piccolo di statura. Nelle valli bergamasche quasi tutti gli operai avevano un soprannome.) L’immagine è stata scattata durante una rilevazione di cantiere per tendere una linea telefonica aerea sulle Orobie, che da San Giovanni Bianco arrivava a Sottochiesa attraversando la Valtorta (BG).

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Nel momento della scomparsa di suo padre, Gianpietro Valtellina aveva appena sedici anni, sua sorella Liliana undici e suo fratello Roberto cinque. Mamma Anita credeva fermamente che quanto faticosamente costruito dal marito era il percorso giusto per i suoi figli, e andava quindi portato avanti. Ma le condizioni erano molto difficili. Venne nominato dal giudice un procuratore, che affiancò gli zii Costante e Antonio. Alcuni operai però, nello sconforto, abbandonarono l’azienda. Altri rimasero, sulla base della stima che avevano maturato per il fondatore Cesare Valtellina. Il loro intento era aiutare il figlio di Cesare, Gianpietro, addirittura ci furono operai chi si fecero prestare del denaro dai propri parenti per continuare a lavorare in azienda. Pur raccogliendo commesse interessanti, l’azienda però non cresceva ed anzi do-

veva confrontarsi con numerosi problemi economici. Si sentiva la mancanza di una guida affidabile, che sapesse anche gestire l’amministrazione. La vera e propria svolta avvenne nel 1958 con la decisione della signora Anita Animelli di “emancipare” con decreto del giudice del tribunale dei minori il figlio Gianpietro. Quest’ultimo fu costretto ad abbandonare l’Istituto per Geometri di Bergamo nel quale studiava per entrare nell’attività aziendale; difatti il ragazzo si era già distinto sul lavoro anche con il principale committente dell’azienda soprattutto per il suo carattere attento e intuitivo. Rapidamente Gianpietro prese concretamente le redini dell’azienda e anche la sorella Liliana entrò come impiegata nell’organico aziendale. Gianpietro teneva moltissimo a continuare l’impresa del padre e rifiutò di liquidare l’azienda


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IL GRANDe SVILUPPO DeGLI ANNI SeSSANTA

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come da più parti gli suggerivano. Fu una scelta lungimirante, ma che costò al ragazzo un durissimo lavoro di riassestamento dei conti aziendali, ottenuto con notevoli sacrifici e che di fatto lo privarono della parte più spensierata della giovinezza. A soli 20 anni era già un uomo e un imprenditore: oltre ad assumere di fatto anche il ruolo di capofamiglia cominciò a frequentare con assiduità il mondo imprenditoriale del settore telefonico. Grazie anche al clima economico favorevole della ricostruzione post-bellica e del successivo boom economico, la società Valtellina in pochi anni riequilibrò i suoi conti e iniziò a reinvestire in mezzi e risorse professionali, tanto che alla fine degli anni Cinquanta, il numero dei dipendenti ritornò ad essere di circa 100 unità. Valtellina era ormai un’azienda di riferimento per i lavori telefonici

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in buona parte della Lombardia. Motivo di sviluppo fondamentale si rivelò l’introduzione, nel 1962, della teleselezione, che richiese ingenti e capillari lavori infrastrutturali sull’intera rete. Gianpietro si muoveva in Vespa fra i cantieri, esattamente come faceva suo padre, poi acquistò una “giardinetta FIAT” e il primo escavatore nel 1962. Il rigore e la severità di certi funzionari della SIP era una costante: esigevano massimo rispetto dei tempi previsti dalla commessa (anche perché le attivazioni dei numeri telefonici venivano preannunciate con esattezza all’utenza) e totale precisione nel risultato. Spesso si servivano perfino di un filo a piombo per controllare che i cavi posti lungo le pareti degli edifici venissero posizionati in modo perfettamente rettilineo. È con questa dura scuola che Gianpietro e i suoi “uomini”, che ormai

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erano quasi 250, impararono a fare della qualità del lavoro e del rispetto degli accordi i cardini della loro credibilità. In quegli anni lo coadiuvava la sorella Liliana, che si occupava dell’amministrazione dell’azienda. Nel 1969 entrò nell’organico Stefano Cattaneo che divenne rapidamente il collaboratore più vicino al Presidente Gianpietro, tanto da assumere il ruolo di direttore di produzione. Stefano manteneva un dialogo costante e quotidiano con la direzione aziendale e i capisquadra. Il suo ruolo strategico era quello di punto di riferimento e anello di collegamento fra le strategie operative e il lavoro pratico di cantiere. Agli inizi degli anni Settanta, subito dopo aver compiuto il servizio militare, entrò stabilmente in azienda anche Roberto Valtellina (il terzogenito). Per una precisa scelta di


1.

Guardiafili della impresa Valtellina in azione su un ponte per la posa di cavi telefonici.

2.

La busta paga di un giuntista Valtellina nel 1973.

3.

Il giuntista Giuseppe Lazzari della Impresa Valtellina in azione su un permutatore di centrale.

4.

Le linee telefoniche aeree richiedevano di superare dislivelli e risolvere di volta in volta problemi specifici. In questa immagine una linea realizzata degli operai Valtellina in Valle Brembana (Valtorta - Sottochiesa BG).

5.

Lavori su palificazione telefoniche durante la stagione invernale. Le squadre Valtellina meritarono molti elogi per la tenacia con la quale affrontavano anche le condizioni climatiche piĂš difficili.

6.

Scavi per la realizzazione di linee interrate. In primo piano una delle prima pale meccaniche acquistate dall’azienda Valtellina all’inizio degli anni Sessanta.

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IL GRANDE SVILUPPO DEGLI ANNI SESSANTA

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responsabilità e di formazione, decide di iniziare a lavorare seguendo i cantieri e condividendo la vita delle proprie maestranze; un’esperienza fondamentale però per capire direttamente sul campo l’attività e conquistare il rispetto dei propri operai. Per Valtellina una stagione particolarmente importante fu quella fra il 1971 e il 1972. In provincia di Cuneo scesero infatti oltre tre metri di neve e le linee telefoniche aeree subirono ingenti danni. Bisognava ripristinare rapidamente il servizio telefonico. I “piemontesi” chiesero aiuto alle squadre bergamasche della società Valtellina, note per la loro efficienza e capacità di operare anche in condizioni climatiche estreme. Il lavoro fu compiuto in modo esemplare: suscitò l’ammirazione anche del Conte Incisa di

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Camerana, direttore di SIP per le Regioni Piemonte e Lombardia. La stima nei confronti di Gianpietro Valtellina e le sue maestranze crebbe ulteriormente: l’azienda potè così espandere i suoi interventi a livello pluriregionale grazie a specifiche commesse, alle quali rispondevano con una serietà che divenne proverbiale. Le squadre di operai Valtellina lavoravano quasi interamente in modo manuale e con strumenti che assomigliavano a quelli dei minatori. Negli anni Sessanta “portare il telefono” era uno dei simboli del progresso, del cambiamento. Generalmente le squadre partivano con i loro camioncini carichi di materiali e attrezzi il lunedì mattina alle 5: capo giuntista e autista in cabina e gli altri sotto il telone, d’estate e d’inver-

no. Si restava fuori sede, nei cantieri, per l’intera settimana, si dormiva in locande o, in alcuni casi, anche nelle cascine, in case private o perfino nei fienili. In questi anni ancora “eroici” per l’impresa e il lavoro dei suoi collaboratori Gianpietro “inventò” il meccanismo degli incentivi: un bonus aggiuntivo in denaro per la squadra di lavoro sulla base dei metri di linea realizzati in più rispetto alla normale tabella di marcia del cantiere. Con questa politica incentivante consentì ai suoi operai di ottenere uno stipendio maggiore e creò benefici strategici per l’azienda: maggiore produttività, grande soddisfazione della committenza e un clima di collaborazione interaziendale prezioso e tale da fare considerare la Valtellina una “grande famiglia”. Stefano Cattaneo a questo proposito ricorda: “Il mio ufficio era il punto di riferimento un pò per tutti, fin dalle sei e trenta del mattino, era luogo di incontro e di dialogo tra chi doveva andare sui cantieri e lo staff interno. Il personale si fidava della direzione e ci voleva bene: ci si diceva tutto, senza peli sulla lingua. Quando sono entrato in Valtellina eravamo circa sessanta persone nella sede di Bergamo. Sono andato in pensione nel 1998 che eravamo più di mille in tutta Italia”. Un significativo esempio di fedeltà all’azienda e dello spirito che la caratterizza, proviene proprio da Stefano Cattaneo, che pur andando in pensione nel 1998 è restato per altri 10 anni attivamente impegnato in Valtellina come collaboratore, anche all’interno dello stesso Consiglio di Amministrazione.


7.

Le attività riguardanti le infrastrutture telefoniche impongono spesso di occuparsi anche di altre reti come gas e acquedotti (spostamenti, implementazioni, etc.). Le maestranze Valtellina, fin dagli anni Settanta, hanno perciò maturato esperienza e capacità nella gestione complessiva dei cantieri, fatto che sarà alla base della successiva diversificazione dei campi di operatività.

8.

Un operaio Valtellina impegnato su un palo telefonico negli anni Settanta. Anche l’abbigliamento e i dispositivi di protezione individuale cominciano ad essere uniformati a regole dettate dall’azienda e dalle norme vigenti in fatto di sicurezza.

9.

Un tipico telefono da “giuntista” ed operatore di rete: la forma particolare è determinata dal fatto che si legava sulla testa permettendo così di avere le mani libere per operare sui cavi telefonici o sugli apparati di connessione.

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Cannello a fiamma utilizzato per saldature di guaine o cavi in piombo.

11.

Stefano Cattaneo, entrato nell’organico Valtellina nel 1969 e nominato direttore di produzione, ha seguito tutta l’evoluzione dell’azienda dagli anni Settanta fino al 1998.

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Attraverso il telefono si accorciarono definitivamente le distanze. Per tutti gli anni Settanta si poté inoltre assistere al moltiplicarsi delle cabine telefoniche e delle infrastrutture.

Un apparecchio telefonico in ogni casa

A partire dagli anni Settanta il telefono diventa una “necessità” inderogabile in ogni famiglia, oltre che in ogni ufficio o azienda. Cambiare casa, spesso acquistata e non solo in affitto, significa cambiare telefono: con involucri che abbandonano il tipico nero o grigio. Si entra in un mondo “a colori”. Apparecchi telefonici addizionali colorati, anni ’60. [Archivio storico Telecom Italia]

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Negli ultimi mesi del 1970 l’Italia raggiunse il traguardo della teleselezione integrale. Un successo tecnico-organizzativo che la portava all’avanguardia in Europa. Un fattore che contribuì anche ad un’evoluzione sociale importante, ad un passaggio epocale nelle relazioni. Da quel momento in poi, infatti, milioni di italiani erano in grado di collegarsi automaticamente tra loro e parlarsi, nella più completa privacy. Attraverso il telefono si accorciarono definitivamente le distanze. Per tutti gli anni Settanta si poté inoltre assistere al moltiplicarsi delle cabine telefoniche, caratterizzate da un design inconfondibile e vere protagoniste del paesaggio urbano: dove si vedeva una cabina, si riconosceva la presenza della modernizzazione. Alla fine degli anni ’70 la capillarità dell’installazione di cabine raggiunse le trentamila unità. Nel

sistema delle telecomunicazioni l’introduzione degli apparati elettronici segnò l’evolversi della telefonia verso nuovi servizi: telefax, teledrin, teleconferenza, videotel e numero verde. Soprattutto il fax con la possibilità di trasmettere i documenti scritti e la segreteria telefonica che consentiva di non perdere messaggi a prescindere dal luogo in cui ci si trova, segnarono in positivo un nuovo modo di vivere ritmi e tempi di lavoro e di vita. È così che il processo di diffusione del telefono arrivò a compimento a metà degli anni Ottanta, con una media di 30 abbonati per ogni cento abitanti, vale a dire un telefono in ogni famiglia. Sempre alla fine degli anni Ottanta la SIP - Telecom, grazie ad un notevole investimento economico, raggiunse l’obiettivo di allineare i suoi servizi agli standard dei Paesi più avanzati d’Europa. I tempi di attesa per il


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UN APPARECCHIO

TELEFONICO IN OGNI CASA

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primo accesso al servizio (“avere il telefono” o “portare un numero in una nuova abitazione”) scesero a poche settimane e cominciano a diffondersi gli apparecchi a scheda. Si continuarono inoltre ad introdurre nuovi servizi, come l’avviso di chiamata o la telelettura del contatore. Alla fine degli anni Ottanta cominciano a comparire i primissimi telefoni cellulari, apparecchi enormi con batteria-valigetta incorporata. Lo possedevano solo soggetti istituzionali e importanti imprenditori, ma il grande cambiamento, il più importante dopo l’invenzione del sistema telefonico, era iniziato. Un’evoluzione che accelerava inevitabilmente l’orientamento a favore del libero mercato dei servizi di telefonia, fissa e mobile.

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1.

La crescente richiesta di apparecchi telefonici impone nuovi interventi alle infrastrutture. Una squadra Valtellina impegnata nell’area di Pomezia in provincia di Roma.

2.

Cabina telefonica Sip, anni ’90. [Archivio storico Telecom Italia]

3-4.

La campagna Sip “Il telefono. La tua voce”, fine anni ‘70. [Archivio storico Telecom Italia]

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Nei primi anni Ottanta SIP chiese alle imprese del settore infrastrutturale un impegno evolutivo: copertura operativa nazionale, forte aggiornamento tecnologico, diversificazione settoriale, svincolo dalla condizione di servire un unico cliente.

L’evoluzione tecnologica e territoriale delle reti

Negli anni Ottanta i camioncini con il nome e il marchio Valtellina (di colore bianco o grigio, in quanto non è ancora stato adottato il rosso come colore di riferimento dell’immagine istituzionale dell’azienda) si potevano notare sempre più frequentemente sulle strade e nei pressi delle linee telefoniche. Queste erano prevalentemente ancora aeree, anche se stava per essere attivato da SIP un piano nazionale di aggiornamento infrastrutturale che comprendeva anche di interrare il più possibile le linee.

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Mentre la tecnologia nel settore telefonico evolveva con lo scopo di sostenere il grande sviluppo dell’utenza, negli anni Settanta il lavoro a livello infrastrutturale si manteneva sostanzialmente simile a quello di un tempo. L’attività delle squadre Valtellina era costituita sostanzialmente ancora dall’intervento dei cosiddetti “guardiafili” e “giuntisti”. Al guardiafilo il compito di preparare tutto quanto occorreva al giuntista per completare il lavoro. Fino alla metà degli anni Settanta pochissime erano anche le macchine utilizzate per gli scavi stradali. Si interveniva quasi tutto a forza di piccone e badile. Un lavoro molto faticoso. Bisognava avere tanto spirito di adattamento. Se qualcosa era difficile da realizzare o si trovavano difficoltà impreviste sul cantiere, la soluzione veniva trovata caso per caso. Fare le giunzioni sulle li-

nee telefoniche era un intervento ancora quasi esclusivamente manuale, ed ogni giuntista aveva una sua tecnica e sensibilità nel trattare i cavi telefonici. Solitamente la squadra giuntisti era composta da tre operai specializzati guidata da un caposquadra. Contavano molto personalità e carisma: i caposquadra diventavano riferimenti guida per bravura e produttività. Le squadre stavano in trasferta tutta la settimana e generalmente tornavano in azienda il sabato: era allora che si faceva il consuntivo di quanto realizzato sui cantieri. Spesso gli operai venivano accolti direttamente da Gianpietro che si informava dell’andamento dei lavori e ascoltava i resoconti dei capisquadra. Il rapporto fra maestranze e il “capo” era sempre di grande trasparenza e franchezza, insomma di rispetto reciproco.


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L’evoluzione tecnologica e territoriale delle reti

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Anche il lavoro negli uffici Valtellina seguiva lo sviluppo dell’attività sul campo, caratterizzata da essenzialità e concretezza. Negli anni Settanta l’ufficio contabile-amministrativo di Valtellina era formato da due sole persone. Chi gestiva fatture e paghe conosceva tutti i dipendenti personalmente. Anche a livello amministrativo la personalità di Gianpietro era un punto di riferimento. Nel corso della storia imprenditoriale della Valtellina molti si sono chiesti quale sia stato “il segreto” di questa azienda con la sua capacità di crescere perfino nei momenti più difficili per l’economia e per i mercati. La solidità dell’azienda è il risultato di molte componenti fra loro collegate, una però emerge su tutte: pensare e agire

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sempre come se l’azienda costituisca una grande famiglia. In quest’ottica è logico che ogni decisione sia stata ben ponderata, basandosi sul principio “non fare il passo più lungo della gamba”. Ciò non ha significato mancare di entusiasmo o forza propositiva: semmai il contrario, la volontà di sviluppo è stata costantemente viva facendo attenzione ad attuare le strategie migliori solo quando c’erano le condizioni giuste per tramutare progetti in fatti. Questo era il pensiero del fondatore e con questa guida sono stati affrontati sia i momenti più difficili per l’Italia e per l’economia, sia le sfide e le opportunità che provenivano dai mercati. Costituisce una testimonianza quanto mai significativa di questa sensibilità imprenditoriale il modo

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con il quale è stata gestita l’evoluzione epocale nel settore delle infrastrutture telefoniche all’inizio degli anni Ottanta. In quel particolare momento storico di trasformazione, lo scenario del mercato telefonico italiano fu caratterizzato da nuove strategie attuate e sollecitate dal gestore unico nazionale: SIP intravedeva infatti con sempre maggiore chiarezza i possibili sviluppi della telefonia e delle telecomunicazioni, sia a livello di progresso tecnologico sia per le conseguenze derivanti da nuove complessità di ordine commerciale. L’ampiezza e articolazione capillare della rete telefonica nazionale aumentava di pari passo alle crescenti esigenze degli utenti, sia privati che business. La fine del monopolio (sancita nel 1996) e l’introduzione del mercato libe-


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1-2.

Due apparecchiature utilizzate negli anni Ottanta dai giuntisti Valtellina nei loro lavori sulle linee telefoniche.

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La nuova sede dell’azienda a Gorle, nei pressi di Bergamo, inaugurata il 26 febbraio 1980.

4.

Agli inizi degli anni Ottanta erano sempre più diffusi i lavori di scavo per interrare le linee telefoniche, attività che si affiancava ad altre importanti evoluzioni infrastrutturali.

5.

Un telefono “da cantiere” utilizzato dalle squadre Valtellina per chiamare l’utenza SIP dopo aver eseguito collegamenti e aperture di linee.

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L’evoluzione tecnologica e territoriale delle reti

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ro apparivano ormai come un percorso ineludibile. In questo contesto, proprio agli inizi degli anni Ottanta, SIP sollecitò i suoi fornitori di servizi a porre in atto un cambiamento nelle potenzialità organizzative. Sostanzialmente venne chiesto alle imprese che si occupavano di infrastrutture telefoniche di adeguarsi rapidamente agli imponenti investimenti di modernizzazione delle linee e degli apparati che si intendevano effettuare nel decennio a venire. A partire dal 1980 venne di fatto “disegnato” quello che doveva essere il nuovo profilo delle imprese di rete fornitrici di servizi infrastrutturali: non più aziende locali ma di respiro

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nazionale; non più fornitrici di un unico cliente (SIP, poi Telecom Italia) ma in grado di sviluppare almeno la metà del proprio fatturato con altri clienti. Ma, soprattutto, imprese capaci in tempi molto rapidi di ampliare e meglio organizzare i servizi da loro offerti: diventare “più tecnologiche” e crescere quindi in professionalità. Tutto questo alla luce anche del fatto che già si affacciava l’introduzione delle reti in fibra ottica. Questo mutamento di scenario determinò cambiamenti importanti nel numero e nella organizzazione delle imprese su tutto il territorio nazionale: all’inizio degli anni Ottanta erano

circa 120 le imprese che si occupavano di infrastrutture di rete (costruzione di nuove linee, ampliamenti e manutenzione, anche se quest’ultima veniva ancora prevalentemente effettuata direttamente da personale SIP. Anche il pronto intervento in caso di guasti era quasi interamente svolto da SIP). Alla fine degli anni Novanta il numero di imprese operative sarà calato a una decina! Ciò evidenzia la forte trasformazione non solo del rapporto fra SIP e i suoi fornitori di servizi, ma dell’intero, specifico mercato. Vi è da sottolineare come la profonda ristrutturazione e riorganizzazione del settore infrastrutturale si attua nel decennio che


6.

L’attività dell’azienda Valtellina comprende sempre di più anche esigenze di ordine tecnico e di controllo su reti e apparati. Il lavoro “fisico” viene spesso sostituito da un’attività maggiormente rivolta alla verifica e all’installazione di apparati complessi.

7.

Creare uno spirito di squadra è sempre stato fra gli obiettivi dell’azienda, anche tramite attività in orari non lavorativi. In questa immagine la formazione calcistica che veste la maglia Valtellina si prepara ad un incontro. Insieme ai giocatori, in camicia bianca e cravatta, i patron della formazione: Gianpietro e Roberto Valtellina.

8.

Lo sviluppo degli impegni cantieristici a partire dalla metà degli anni Ottanta spinse Valtellina a dotarsi di nuove macchine e apparecchiature per intervenire su esigenze diversificate e complesse.

9.

Le importanti trasformazioni nel mercato delle infrastrutture telefoniche sollecitarono la dirigenza e il management dell’azienda ad implementare la loro ampiezza di orizzonti e cultura d’impresa. In questa immagine (a sinistra con la valigetta) Cesare Valtellina, figlio di Gianpietro, in partenza per un viaggio internazionale.

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ha visto probabilmente i maggiori investimenti nell’ampliamento e aggiornamento tecnologico delle reti. Tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta il numero di commesse SIP ebbe una forte accelerazione: era necessario infatti posare nuovi cavi interurbani previsti in un piano quinquennale di sviluppo nazionale della telefonia, con contemporanea sostituzione dei giunti di vecchia generazione. Si puntò decisamente verso i cavi interrati che andavano a sostituire le linee aeree. Agli inizi degli anni Ottanta la Valtellina operava esclusivamente nelle Regioni Lombardia

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e Piemonte (in quest’ultima dal 1972); i dipendenti erano circa 300. Le commesse erano per il 98% provenienti dal cliente SIP. L’attività era quasi interamente destinata alle reti telefoniche in rame, soprattutto realizzazione di nuove linee ed impianti. Esisteva naturalmente un dialogo costante con il personale e i tecnici di SIP, ma ben delineate e rigide erano le competenze e limiti di azione. In azienda si giunse alla conclusione che era il momento di compiere scelte strategiche fondamentali: la realizzazione di una nuova sede, prima di tutto, inaugurata nel 1980. Il complesso di edifici sor-

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se a Gorle e poteva inizialmente apparire sovradimensionato rispetto all’organico e all’operatività dell’azienda. Ma invece rispondeva alle prospettive e ai progetti di sviluppo che in Valtellina erano già ben presenti e che si sono dimostrati lungimiranti anche dal punto di vista della logistica interna. Parallelamente lo sviluppo non poteva che attuarsi tramite acquisizioni e incorporazioni di aziende sul territorio nazionale, operanti anch’esse nel settore delle infrastrutture telefoniche. Ma non solo. La diversificazione era infatti fra le componenti sollecitate da SIP e imposte


10.

La prima diversificazione settoriale dell’azienda, alla metà degli anni Ottanta, fu orientata alle reti di acquedotti e alle reti gas.

11.

Sempre nell’ambito della diversificazione, Valtellina puntò ad acquisire e incorporare aziende che avessero fra i loro clienti i principali gestori di reti anche non telefoniche, fra cui ENEL.

12.

Roberto Valtellina (a sinistra) riceve uno dei numerosi attestati di merito e di riconoscenza, destinati all’azienda e alla famiglia Valtellina, durante i festeggiamenti per il raggiungimento del traguardo dei 50 anni di attività dell’azienda. Nella foto alla sua destra l’avv. Fugazza, consulente legale dell’azienda.

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Una immagine del palco, allestito presso il Teatro Sociale di Bergamo Alta, in occasione dei festeggiamenti per il traguardo dei 50 anni di attività dell’azienda, che si chiamava ancora “Impresa Cesare Valtellina”. Al tavolo dei relatori da sinistra a destra: il dott. Ongaro in rappresentanza dello Studio di Commercialisti e Fiscalisti consulenti dell’azienda, Gianpietro Valtellina, Liliana Valtellina, Roberto Valtellina e, al microfono, l’avv. Fugazza. La platea durante la cerimonia al Teatro Sociale di Bergamo Alta: sono presenti ai festeggiamenti numerose autorità istituzionali, religiose e imprenditoriali. 12

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dell’evoluzione complessiva del mercato. Non è un caso quindi che la prima acquisizione compiuta da Valtellina (1982), riguardasse l’azienda Ongis di Dalmine (Bergamo) specializzata nella realizzazione di reti gas e acquedotti. Questa scelta fu compiuta anche valutando l’opportunità di poter gestire commesse che vedevano interventi paralleli su reti diverse: capitava infatti che gli scavi e i lavori per reti telefoniche si muovessero in contemporanea a quelli per gas e acqua. Ulteriore motivazione il forte sviluppo delle reti gas, era infatti cominciata una strategia a medio-lungo periodo per la metanizzazione di buona parte del ter-

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ritorio nazionale, in particolare delle regioni del Nord Italia e che comprendeva anche aree montane. Interi territori passavano da combustibili per il riscaldamento costosi ed inquinanti (gasolio e cherosene) ad una fonte energetica più competitiva, comoda ed ecosostenibile. Un’opportunità di business che Valtellina non voleva lasciarsi sfuggire. Dal 1983 al 1987 le strategie imprenditoriali di Valtellina furono quindi caratterizzate da una serie coordinata di nuove incorporazioni e acquisizioni societarie: la ARIET di Pavia, la FIMET di Brescia e la RIGAMONTI di Sondrio, tutte operanti nell’ambito dei servizi per infrastrutture

telefoniche. Infine, nel 1990 fu la volta della CGS di Rimini, un’azienda importante per vari motivi e non solo perché aveva un organico di 450 unità (più della stessa Valtellina!). CGS operava ed aveva strutture in Emilia Romagna, Puglia e Marche. Gestiva commesse di grande impegno operativo ed entità economica. Inoltre, caratteristica considerata da Valtellina fondamentale, disponeva già della qualifiche relative alla posa di reti in fibra ottica e aveva attrezzature e squadre dedicate. Valtellina stava svolgendo l’iter necessario per raggiungere l’obiettivo della qualifica e perciò l’acquisizione di CGS avrebbe accelerato i tempi di in-


15.

L’introduzione dei nuovi cavi con rivestimento plastico costituì un’evoluzione fondamentale nel lavoro sulle reti telefoniche.

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Lo sviluppo della rete e delle relative tecnologie imponeva all’attività del giuntista di adeguarsi a questa evoluzione, che prevedeva anche i primi interventi su fibra ottica.

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Fra gli obiettivi strategici di Valtellina vi fu aggiungere competenze specifiche per risolvere le principali esigenze infrastrutturali delle nuove reti in fibra ottica. L’acquisizione della azienda CGS di Rimini, nel 1990, che già era qualificata a lavorare su reti di questo tipo, permise di entrare velocemente nel mercato della fibra ottica.

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La tipica muffola utilizzata dai giuntisti che operano sulle reti in fibra ottica.

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gresso in questo fondamentale settore di attività. Inoltre CGS si occupava anche di centralini telefonici e svolgeva almeno il 30% della propria attività non per SIP (acquedotti e reti gas); Valtellina decise quindi di entrare nel capitale societario di CGS con il 30% delle quote, poi passò all’80%, per giungere infine nel 1992 alla incorporazione. Disporre di nuove e diversificate risorse professionali non escludeva però di incrementare le potenzialità anche in quello che restava a quell’epoca il core business dell’azienda: le reti in rame. Anche perché proprio in questo ambito di attività, alla metà degli anni Ottanta, stavano avvenendo cambiamenti fondamentali: prima fra tutte l’introduzione dei nuovi cavi con rive-

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stimento plastico (polietilene). Fino ad allora i cavi erano rivestiti in cartaria e protetti in piombo, mentre le giunzioni venivano effettuate manualmente con i cosiddetti “spiralini”. Con l’introduzione dei nuovi cavi con rivestimento plastico la giunzione avveniva tramite i connettori “picabond” e l’impiego della “crimpatrice”, attrezzo che effettuava meccanicamente la connessione tra i due fili. Il lavoro del “giuntista” cambiava quindi radicalmente, mentre già si affacciava in modo stringente la necessità di formare nuove risorse professionali per le reti in fibra ottica. Dal 1987 al 1990 Valtellina fece notevoli investimenti in attrezzature e macchinari, sia destinati agli scavi sia per assistere lo sviluppo della nuove reti

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in rame. Ma soprattutto aveva bisogno di nuovo personale: in pochi anni vennero assunti almeno quaranta apprendisti dai 16 ai 22 anni, destinati a rafforzare le squadre per le giunzioni delle nuove reti in rame. Venne perfino allestito un “campo scuola” presso la sede di Gorle nel quale i giuntisti esperti insegnavano alle nuove leve i rudimenti e i “segreti” del mestiere. Vi è da ricordare inoltre che proprio in quegli anni SIP aveva lanciato un nuovo grande piano di rinnovamento tecnologico dei permutatori urbani. Risale a quel periodo l’apertura del primo importante cantiere di Valtellina nell’area di Milano, con la posa e messa in funzione di chilometri di nuovi cavi in rame e migliaia di nuovi permutatori.


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20. Un momento della festa in occasione dei 60 anni dell’azienda, momento celebrativo presentato dalla conduttrice televisiva Fiorella Pierobon. 21.

La sala delle feste della villa Caroli Zanchi a Stezzano (BG) durante la cena di gala in occasione del 60° dell’Azienda.

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22. La famiglia Valtellina riunita durante la festa del 60°. 23. Il Presidente Gianpietro Valtellina in compagnia della figlia Simona (a sinistra) e della moglie Giuliana. 24. Cesare Valtellina durante uno dei tanti momenti di incontro nel corso della festa del 60°.

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A partire dai primi anni Novanta la caduta del monopolio sulla telefonia e l’impetuosa crescita delle reti telematiche, crearono le condizioni per ciò che è oggi Valtellina SpA.

La diversificazione settoriale e lo sviluppo della fibra ottica

Un giuntista di Valtellina specializzato in reti in fibra ottica all’opera su una muffola.

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La diffusione della telefonia mobile cellulare e lo sviluppo delle reti in fibra ottica, a partire dai primi anni Novanta, nonché la crescita di internet e della telematica, determinarono grandi cambiamenti non solo a livello tecnologico, ma anche normativo, istituzionale e commerciale. Tutto ciò anche nell’ottica di recepire le nuove leggi europee in materia di telecomunicazioni, orientate alla fine dei monopoli. Nel 1992, in adesione alla normativa Europea che prevedeva la separazione delle funzioni di regolazione delle strutture operative, venne soppressa l’Azienda di Stato per il Servizio telefonico e le sue attività acquisite dalla società IRITEL. Nel giugno del 1994 l’IRI approvava il Piano di assetto delle telecomunicazioni: la SIP e le altre società del gruppo IRI-STET come Italcable e Telespazio, vennero fuse in una sola realtà: Telecom

Italia (fondata il 27 luglio 1994 a Torino). Il 28 giugno del 1995 nasceva sempre a Torino TIM (Telecom Italia Mobile). Il 18 luglio del 1997 il Consiglio dei Ministri firmò il decreto per la definitiva privatizzazione di Telecom Italia: nasceva la prima Public company italiana, la Telecom Italia SpA, società per azioni ad azionariato diffuso. L’anno successivo, come previsto dagli specifici decreti governativi, il settore delle telecomunicazioni italiane fu liberalizzato e aperto alla concorrenza. La liberalizzazione del mercato telefonico e delle telecomunicazioni vedeva Valtellina ben attrezzata e pronta ad accettare l’impegnativa sfida. La forza organizzativa e propositiva era stata preparata negli anni Ottanta, con lo sviluppo dell’organico e strategiche acquisizioni societarie e venne ulteriormente consolidata fin dai primi anni Novanta


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La diversificazione settoriale e lo sviluppo della fibra ottica

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con ulteriori scelte rivelatesi vincenti. I nuovi player che competevano con Telecom Italia trovarono subito in Valtellina un riferimento capace di unire esperienza, efficienza e professionalità elevate. Cambiavano le tecnologie e le necessità, ma restava alla base lo “spirito” Valtellina, fatto di serietà, tenacia e grandi capacità produttive. I nuovi gestori attivarono progetti imponenti, che si prefiggevano di collegare in fibra ottica buona parte della nazione. Parallelamente le nuove reti richiedevano apparati adeguati e cablaggi di nuova generazione. Il team Valtellina si stava aggiornando,

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formando e riorganizzando con tempestività e determinazione, con credenziali precise anche a livello di certificazioni. Lo sviluppo numerico e qualitativo delle commesse, soprattutto per quanto riguardava le reti in fibra, testimoniava di come il mercato recepiva positivamente l’evoluzione d’offerta dell’azienda. Ormai tutti i gestori procedevano per gare di appalto e, Valtellina, si era attrezzata anche a livello di ingegneria d’offerta: l’organico degli uffici tecnici triplicò di numero in pochi anni. Venne inoltre scorporata la responsabilità di commessa da quella cantieristica. Telecom Italia lanciava

piani di sviluppo infrastrutturali, ai quali rispondevano con progetti analoghi anche i suoi competitor. La fibra ottica era sempre più protagonista delle commesse per Valtellina, mentre l’azienda stentava invece ad entrare nel mercato delle infrastrutture per telefonia mobile, settore in forte espansione ma nel quale era più difficile cogliere le opportunità non vantando un’esperienza specifica. Sempre sul terreno della diversificazione vennero altresì acquisite importanti commesse con Enel, relative alla posa di funi ottiche di guardia lungo le linee in alta tensione. Un impegno delicato e svolto con gran-


1.

Una squadra Valtellina impegnata nella posa di una linea di telecomunicazione con “tracciato tritubo” per Snam Telecomunicazioni nell’area di Melegnano (Milano).

2.

Lavori delle squadre Valtellina per la rete di telecomunicazione parallela al metanodotto di Moggio (Udine). In questa immagine i tecnici dell’azienda sono impegnati nella prova di tenuta della “muffola” per la fibra ottica.

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Formazione di una galleria nell’ambito dei lavori per la rete di telecomunicazione del metanodotto di Moggio (Udine).

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de capacità, che permise di rafforzare il dialogo con Enel e si rivelò essenziale per lo sviluppo successivo di attività riguardanti la realizzazione di linee in bassa e media tensione. Ancora nell’ambito della diversificazione, da ricordare, sempre alla metà degli anni Novanta, l’apertura della collaborazione con SNAM, per la manutenzione delle reti di telecontrollo lungo le linee della rete gas. Strategica fu poi la collaborazione in Ati con Roda di Brescia e Pirelli. Roda si posizionava sul mercato come azienda specializzata in posa di fibre ottiche e aeree (funi di guardia), riferimento per il colosso industriale Pirelli. Questo rapporto fiduciario aprì la strada a Valtellina verso il settore industriale: si aggiudicò infatti la gara per la posa delle linee in fibra nella riqualificazione del quartiere Bicocca a Nord di Milano (polo di terziario avanzato e universitario di respiro europeo), assumendosi la responsabilità anche dei cablaggi.

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Con questa commessa entrava a tutti gli effetti anche nel mercato delle reti LAN. Nel 1994 Valtellina faceva il suo ingresso anche in ambito autostradale. Veniva acquisito infatti il secondo lotto per la realizzazione del sistema automatico di esazione pedaggio autostradale. Una commessa che permise di acquisire esperienza anche per apparati di segnalazione, ingressi automatizzati ai caselli, pannelli a messaggio variabile e colonnine SOS. Per quanto riguarda invece il settore ferroviario la prima commessa data 1992, con la realizzazione della linea telefonica di servizio lungo la tratta Monza-Besana Brianza. Fu il primo, piccolo passo per tracciare un percorso di sviluppo che non si è mai fermato, grazie ad un rapporto collaborativo con Ferrovie dello Stato (poi RFI Rete Ferroviaria Italiana) e con diversi comuni per quanto riguarda le linee metropolitane. Nella seconda metà degli anni Novanta iniziarono a cresce-

re in modo sempre più rilevante anche le commesse relative all’installazione e messa in servizio di apparati trasmissivi di accesso e trasporto. I primi lavori vennero appaltati a Valtellina dalla società Marconi Italia, che a sua volta era fornitrice di sistemi e servizi per Telecom e Infostrada. Lo sviluppo delle commesse diede grande impulso alla formazione e qualificazione del personale Valtellina, in grado di intervenire su necessità e richieste sempre più complesse. La crescita stessa delle reti e delle loro potenzialità nella trasmissione dei dati fu straordinario: si iniziò a lavorare su sistemi e apparati all’interno di reti da 2 megabit/800k, ed in pochi anni questi valori decuplicarono, dimostrando la forza di un progresso inarrestabile. Ma crebbe molto anche il livello di impegno richiesto alle imprese del settore delle infrastrutture. Impegno che coinvolgeva in modo complessivo l’organizzazione di Valtellina, in


4.

Alcune tipologie di cavo di nuova generazione per reti telefoniche in rame e in fibra.

5.

Gianpietro Valtellina (a sinistra nella foto), Roberto Valtellina (al centro) e il direttore di produzione Stefano Cattaneo in visita alla caserma del 31° stormo aereo di Aviano, centro logistico e operativo di importanza strategica per la NATO nel quale le maestranze Valtellina hanno realizzato delicate infrastrutture di telecomunicazione. Per la qualità del lavoro e del servizio compiuto, il comando generale della NATO ha ufficialmente ringraziato l’azienda con un’attestazione di merito.

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Il Consiglio di Amministrazione della Valtellina SpA, ancora attualmente in carica: al centro il Presidente Gianpietro Valtellina, alla sua sinistra il fratello Roberto e a destra Cesare Valtellina, figlio di Gianpietro e che porta il nome del nonno fondatore dell’azienda.

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La lettera di encomio per prestazioni eccezionali inviata dal Dipartimento delle Forze Aeree USA alla Valtellina SpA per l’eccellente lavoro svolto alla base di Aviano.

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Da: 31esimo Gruppo Supporto Missione, Base Aerea di Aviano, Italia OGGETTO: Lettera di encomio per prestazioni eccezionali Contratto n. N33191-02-C1065, Zappalà Roads & Utilities, Fase III Cablaggio comunicazioni e cablaggio ingresso edifici Cogliamo l’occasione per elogiarVi per le eccezionali prestazioni dimostrate nell’esecuzione di un lavoro così complesso. Trattandosi di un progetto che coinvolge le infrastrutture, i rischi di disagio per il personale della base era questione sensibile. Il Vostro eccezionale supporto, concretizzato in una competente gestione del progetto ed in un’intensa coordinazione con la base, ha minimizzato il problema.

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La qualità del Vostro servizio si pone ad un livello davvero competitivo rispetto ad altri già sperimentati dall’Air Force statunitense. Il fatto che voi abbiate raggiunto un’elevata qualità di prestazione pur terminando i lavori in anticipo di oltre quattro mesi rispetto al programma, è prova delle Vostre capacità accreditate a livello mondiale, e della Vostra ricerca dell’eccellenza. Di nuovo i nostri ringraziamenti per il Vostro impegno nel miglioramento della base Aerea di Aviano e per la qualità del servizio prestato. ANTHONY S. FIGIERA Maggiore Comandante 31esima Squadra Ingegneria Civile BRENT L. SNYDER Tenente Colonnello Comandante 31esima Squadra Comunicazioni KIMBERLY K. TONEY Comandante 31esimo Gruppo Supporto Missione

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tutti gli uffici e le altre strutture logistiche e di magazzino. In particolare l’ufficio acquisti Valtellina, fino al 1990 quasi inesistente visto che unico era il cliente e i materiali erano messi a disposizione dalla stessa SIP, venne fortemente potenziato per rispondere alle richieste di un mercato estremamente competitivo. Altrettanto importante fu dotarsi di un sistema qualità, tramite la certificazione ISO 9001, ma anche per accogliere le altre certificazioni qualitative e le normative riguardanti la sicurezza del personale.

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Quest’ultima è stata ed è tutt’ora una vera e propria vocazione per Valtellina, vista non solo come parte essenziale dell’etica d’impresa ma come fattore competitivo sul mercato. Lavorare in sicurezza è infatti una precisa garanzia per i clienti Valtellina. Alla fine degli anni Novanta l’obiettivo della diversificazione, messo in atto fin dal 1980, poteva dirsi raggiunto e consolidato: il fatturato di Valtellina proveniva per un 50% da Telecom e per il restante 50% da altri clienti, in settori e campi di attività fra loro diversi. Il fat-

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to che andò a coronare un decennio per molti aspetti straordinario per intensità e volontà di crescita, fu l’acquisizione della società ICI (Impresa Costruzioni Impianti) con sedi a Mantova e Napoli, avvenuta nell’anno 2000, in concomitanza dell’avvio del nuovo Millennio. Con un organico di ben 750 persone e notevoli capacità di intervenire su reti di differente natura, rilevare la ICI si configurava come un’ulteriore, importante scelta di ordine strategico. L’acquisizione ha permesso di consolidare i cantieri Telecom, ma so-


8.

La “rivoluzione” degli anni Novanta si chiama telefonia cellulare. Prima timidamente a causa anche dei notevoli costi degli apparecchi, poi sempre più rapidamente, il “telefonino” entra nella vita degli italiani come lo strumento più diffuso e amato. Un primato che mantiene tutt’ora. Una pubblicità Nec di apparecchi cellulari primi anni ‘90. [Archivio storico Telecom Italia]

9.

Campagna pubblicitaria per gli apparecchi cellurari Nokia. [Archivio storico Telecom Italia]

10.

Il telefono diventa il protagonista centrale di un sistema e non solo della trasmissione della voce: nasce il concetto di telematica, audio, video e dati che possono essere trasmessi in vari modi. Un altro elemento portante della prima fase della telematica è il fax, con la possibilità di trasmettere via telefono pagine di testo, documenti, immagini stampabili immediatamente.

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Campagna pubblicitaria per la promozione di Internet di Tin - Telecom Italia Net, 1998. [Archivio storico Telecom Italia]

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Con la telefonia cellulare si evolve l’intero sistema tecnologico e buona parte delle infrastrutture di rete.

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prattutto di ampliare le attività nella telefonia mobile, con Enel, Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e nelle reti LAN (per il segnalamento). Anche al Sud, nella sede principale di Napoli e in quelle decentrate (sul territorio italiano le sedi operative dell’azienda diventarono diciassette) Valtellina applicò subito il suo apprezzato stile di lavoro: efficienza sui cantieri, serietà e precisione nel gestire ogni aspetto delle commesse, dalla preventivazione, all’ingegnerizzazione dell’offerta, alle fasi amministrative. Osservando lo sviluppo dell’azienda dal 1980 ad oggi appare chiaro come la storia è stata caratterizzata da scelte lungimiranti e coraggiose, che hanno permesso di rispondere positivamente alle tante e impegnative sollecitazioni del mercato. Il fatto che le strategie adottate si siano rivelate corrette, dipende in larga misura dal fatto che l’azienda ha saputo restare unita come una

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famiglia di oltre 1000 persone. La storia Valtellina evidenzia una sinergia virtuosa tra la personalità imprenditoriale ed umana del Presidente Gianpietro, insignito prima della onorificenza di “Cavaliere della Repubblica” e poi di “Commendatore”, e le persone che hanno operato e che, per la maggior parte, operano tutt’ora in ruoli chiave all’interno dell’azienda: il fratello Roberto prima di tutto, responsabile del settore acquisti e logistica dell’azienda, nominato “Commendatore e Grand’Ufficiale al merito della Repubblica”, e il figlio Cesare. Cesare, classe 1965, è entrato stabilmente in azienda nel 1984. È padre di due figlie ed ha sposato Orietta Biava che lavora anch’essa nel gruppo Valtellina dal 1983, prima nell’ufficio amministrazione e poi nell’ufficio acquisti. Cesare, come tradizione di famiglia, ha cominciato dai cantieri, vivendo direttamente l’attività delle squadre impegnate sul campo, nel

ruolo di coordinatore dei lavori per reti telefoniche e gasdotti. Sempre come tradizione aziendale ha frequentato i corsi presso il campo scuola di Gorle per acquisire le competenze essenziali anche dell’attività di cantiere. Nel 1991 è entrato nel Consiglio di Amministrazione affiancando il Presidente nell’elaborazione delle principali strategie dell’azienda e dei progetti di sviluppo, con particolare riferimento ai settori innovativi. Dal 2002 è coordinatore dell’Ufficio Commerciale e Marketing e recentemente dell’area Ricerca e Sviluppo. Parallelamente all’impegnativa attività in azienda, ha sviluppato costantemente un percorso formativo e di aggiornamento professionale intenso, dedicato soprattutto ai sistemi manageriali per la “green economy” (Italian Smart Grids Forum, Export Business School, LTE – Long Team Evolution, la più recente evoluzione degli standard di telefonia


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Un momento dei festeggiamenti, tenutisi presso il polo fieristico di Bergamo nel dicembre del 2007, in occasione del 70° di Valtellina. In questa foto l’ingresso nella sala, gremita di oltre mille fra dipendenti e collaboratori, del presidente Gianpietro Valtellina (al centro), di Roberto Valtellina (nella foto a destra) e Cesare Valtellina.

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Un momento dei discorsi ufficiali durante la cerimonia per festeggiare il settantesimo di attività.

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Il saluto del Presidente Gianpietro Valtellina.

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Il Presidente mostra il simpatico riconoscimento donatogli dai dipendenti della sede di Salerno.

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L’evento del settantacinquesimo è stata un’occasione ideale per festeggiare anche la signora Anita Animelli, co-fondatrice dell’azienda nel 1937 con il marito Cesare (la signora è serenamente mancata nel 2012 all’età di novantasette anni).

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L’allestimento grafico della grande sala presso il polo fieristico di Bergamo ha ricordato le tappe salienti dei settant’anni di attività Valtellina.

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LA DIVeRSIFICAZIONe SeTTORIALe e LO SVILUPPO DeLLA FIBRA OTTICA

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cellulare e LTE Advanced). Nella crescita dell’azienda, come già ricordato presentando gli sviluppi storici degli anni Settanta e Ottanta, di grande significato è stata inoltre la personalità umana e professionale di Stefano Cattaneo, direttore di produzione per circa trent’anni. Come principale manager dell’azienda ha passato poi nel 2007 il testimone al nipote Giorgio Cattaneo, entrato in azienda nel 1987. Giorgio è stato prima assistente tecnico nel settore reti, gas e acqua e successivamente in quello delle reti Telecom. Nel 1994 è entrato nell’ufficio acquisti come “buyer” e nel 1997 è stato nominato assistente di direzione. Dal 2000 al 2007 è stato responsabile del settore extra Telecom per poi assumere l’attuale incarico di direttore di produzione dell’azienda. Sposato con Simona, figlia del Presidente Gianpietro e sorella di

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Cesare, rafforza ulteriormente la compagine familiare ai vertici dell’azienda. Anche Simona Valtellina opera in azienda dal 1989, ed è in forza all’ufficio amministrazione, finanza e controllo della società. Nel 1993 ha fatto il suo ingresso in azienda, in forza all’ufficio acquisti, anche Jasmin Valtellina, figlia di Roberto Valtellina. Nella storia aziendale vi è infine da ricordare il ruolo delle persone della famiglia che pur non lavorando direttamente in azienda hanno avuto un ruolo molto importante per la crescita della società. Si dice spesso: “a fianco di grandi uomini ci sono grandi donne”. Nel caso di Valtellina è stato e continua ad essere proprio così. Gli uomini della famiglia che hanno guidato e fatto crescere l’azienda sono stati affiancati da donne, mogli e madri, che li hanno coadiuvati nel loro impegnativo compito. Hanno

creato le condizioni ideali per la serenità familiare e la cura dei figli. Compagne affettuose ma anche tenaci e decise, capaci di dare consigli giusti al momento giusto, soprattutto in quelle situazioni nelle quali era necessario compiere scelte strategiche. Come tutte le imprese italiane, anche Valtellina ha dovuto infatti confrontarsi con momenti non facili, soprattutto quando il mercato delle telecomunicazioni è rapidamente mutato nel decennio 1980-1990. Ma anche durante i periodi di crisi economica globale, fra cui la pesante recessione mondiale iniziata nel 2008. Non è casuale che Valtellina abbia saputo crescere perfino quando decine di altre aziende del settore chiudevano o venivano assorbite. Merito di questa capacità va soprattutto alla saggezza che ha contraddistinto sempre le decisioni dell’intera famiglia.


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Tre copertine dell’house organ aziendale, due delle quali pubblicate in occasione dei 70 anni e 75 anni della società, una rivista che ormai da molti anni accompagna e racconta la vita e gli sviluppi dell’azienda per mantenere un dialogo costante con i dipendenti e con i clienti.

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Una recente fotografia del Consiglio di Amministrazione Valtellina: al centro il Presidente Gianpietro Valtellina, alla sinistra nella foto il fratello Roberto e alla destra il figlio Cesare.

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Giorgio Cattaneo e la moglie Simona Valtellina. Dal 2007 Giorgio è direttore di produzione dell’azienda e partecipa alle riunioni del CdA.

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Cesare Valtellina e la moglie Orietta Biava, che lavora anch’essa in azienda dal 1983.

23. Roberto Valtellina in compagnia delle due figlie: Jasmin, a sinistra nella foto e Alexandra.

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Valtellina fra presente e futuro...

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Negli ultimi anni Valtellina ha ulteriormente accelerato la sua evoluzione in diversi settori di mercato, anche fortemente innovativi, confermando però sempre il proprio spirito aziendale.

Una nuova identità senza rinunciare ai valori originari

Valtellina è una realtà sempre più articolata anche nei vari team di lavoro, fra loro dialoganti per sviluppare una moderna struttura funzionale e di offerta, molto versatile e dinamica, oltre che affidabile e competitiva.

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Nel 2012, raggiungendo il traguardo del 75° anno di attività, Valtellina ha festeggiato in sintonia con il suo stile imprenditoriale: intensificando l’impegno di lavoro, aprendosi nuove prospettive di mercato, guardando al proprio futuro senza mai dimenticare le proprie origini. Nel corso degli ultimi dieci anni, l’azienda ha ulteriormente accelerato un’evoluzione tecnico-organizzativa e commerciale che la vede sempre più nel ruolo di “System Integrator” in diversi settori, puntando sull’innovazione e una propositività che comprende in modo sempre più evidente molteplici campi operativi oltre alle reti di telecomunicazione: infrastrutture elettriche di nuova generazione, infrastrutture dei fluidi, nuovi impianti in ambito stradale e ferroviario, impianti tecnologici di varia natura, sistemi per l’ottimizzazione dell’energia ed

energie rinnovabili, soluzioni tecnologiche integrate per la mobilità elettrica e la realizzazione di data center a basso consumo energetico. L’azienda è sempre più una realtà capace di integrare sistemi eterogenei al fine di ottenere una nuova struttura funzionale e di offerta, molto versatile e dinamica, oltre che affidabile e competitiva. Un’evoluzione che coinvolge tutte le competenze e le strutture. Importante ricordare come questa evoluzione è avvenuta mantenendo e addirittura implementando la collaborazione con i clienti storici, primo fra tutti Telecom Italia. Lo sviluppo verso settori diversificati dalle telecomunicazioni scaturisce infatti quasi sempre dalle valide relazioni commerciali e dall’autorevolezza raggiunta in quello che continua ad essere il core business dell’azienda.


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UNA NUOVA IDeNTITà SeNZA RINUNCIARe AI VALORI ORIGINARI

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Valtellina ha saputo così rispondere efficacemente anche alle difficoltà della recessione economica globale cominciata nel 2008, rilanciando propositività ed investimenti, ricapitalizzando la società e salvaguardando il proprio organico anche nelle fasi più acute della crisi generale che ha investito i mercati, non esclusi quelli delle reti di telecomunicazione. Tutto questo è avvenuto partendo sempre da un concetto alla base della

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propria visione d’impresa: l’azienda ha un senso perché si occupa della serenità delle persone che vi lavorano, e delle loro famiglie. Crescita e profitti aziendali devono sempre tenere conto della qualità della vita e dei rapporti interni di chi vi lavora. Essere stimati e apprezzati, agire con correttezza e saggezza, vale molto di più dei successi ottenibili con operazioni imprenditoriali azzardate o alchimie finanziarie. In uno scenario economico,

nazionale ed internazionale, che dal Duemila ha mostrato purtroppo troppi fattori legati alla cosiddetta “finanza creativa”, l’azienda ha voluto e saputo andare controcorrente: rafforzando la sua solidità, difendendo la compattezza del proprio organico e consolidando le relazioni sia con i clienti storici, sia con nuovi soggetti tecnico-commerciali, ai massimi livelli mondiali nei propri settori. Anche questo risultato comincia da una


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1.

Le squadre dell’azienda, dotate di attrezzature e mezzi adeguati alle richieste del mercato e dei vari settori nei quali operano, coprono capillarmente l’intero territorio nazionale.

2.

Il marchio Valtellina, con i suoi 75 anni di storia e un costante impegno di aggiornamento tecnologico e organizzativo, è un riferimento per tutti i principali player del settore delle telecomunicazioni.

3.

La famiglia Valtellina riunita all’ingresso della sede aziendale di Gorle in un’immagine realizzata nel 2012, anno del 75°.

4.

L’attività dell’azienda, in Italia e all’estero, è sempre più motivo di attenzione da parte della stampa economico-finanziaria. In questa immagine l’articolo dedicato dalla testata DATA MANAGeR in occasione del traguardo dei 75 anni di storia aziendale (anno 2012).

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visione e una filosofia dell’azienda che pone le persone del proprio organico e il bene dell’azienda prima di qualsiasi altro fatto. Ma la volontà da sola non basta, occorre che le persone sappiano fare bene il loro lavoro ed evolvano nelle competenze in sintonia con ciò che chiede il mercato, dove non possono esistere impresa ed imprenditorialità senza la bravura nel soddisfare i propri clienti. Ecco perché Valtellina ha sempre investito molto nella qualificazione, formazione e aggiornamento costante del proprio personale. Un impegno al quale si

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è unito l’impiego di tecnologie affidabili, che hanno permesso di risolvere positivamente anche le commesse e le sfide più complesse: da quelle basate sull’entità quantitativa della posa in opera delle reti a quelle dove occorre elevata specializzazione ed interventi tecnologici particolari. Sulla stessa lunghezza d’onda e con uguali finalità si è mossa anche l’implementazione dei sistemi informativi interni e l’applicazione di metodi gestionali delle commesse e delle relazioni commerciali: perché ora più che mai operare

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bene in cantiere significa essere pronti a compiere il lavoro in modo efficiente e veloce. Altrettanto fondamentale, a questo proposito, ciò che l’azienda ha fatto e continua a fare per la sicurezza del personale, vista come un concreto valore, etico ma anche di mercato, e non solo come un obbligo di legge o normativo. Per raggiungere questo obiettivo l’azienda continua ad investire in corsi di formazione sulla sicurezza, che coinvolgono i dipendenti a vario livello. Anche questo investimento va ben oltre le richieste


5.

Una veduta del nuovo Palazzo di Unicredit a Milano, il più alto edificio d’Italia, inaugurato nel 2012. Valtellina ha realizzato i cablaggi strutturati all’interno dell’edificio oltre ad installare gli apparati IT e ICT: oltre 10.000 punti rete, uno dei più imponenti lavori compiuti dall’azienda su un singolo cantiere.

6.

Una realizzazione come quella del nuovo palazzo Unicredit ribadisce l’importanza che riveste l’archiviazione e gestione dei dati tramite evoluti data center.

7.

La platea del convegno organizzato nel 2010 dall’azienda, presso Il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, sul tema dello sviluppo della ricerca e dell’operatività in ambito ICT.

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Cesare Valtellina durante il suo intervento al convegno ICT. Un’occasione importante per sottolineare l’impegno di ricerca e sviluppo di Valtellina.

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Giorgio Cattaneo, direttore di produzione Valtellina, ha presentato al convegno ICT di Milano l’evoluzione delle attività dell’azienda in ragione dei nuovi scenari nei quali opera. 7

10. Gianpietro (a destra) e Roberto Valtellina durante il talk show che ha vivacizzato il convegno organizzato da Valtellina sul tema ICT.

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imposte dalla legge, ma costituisce una scelta di responsabilità nei confronti dei propri dipendenti. La dotazione e l’aggiornamento dei dispositivi antinfortunistici per la prevenzione degli infortuni, si accompagna ad una politica di attenzione per i veicoli e gli strumenti utilizzati in cantiere. Il lavoro dell’azienda continua ad essere apprezzato non solo per l’efficienza e i risultati sui cantieri, ma anche per la serietà e la precisione che caratterizza ogni aspetto delle commesse: dalla preventivazione, all’ingegnerizzazione dell’offer-

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ta, alle fasi amministrative. La famiglia Valtellina è sempre stata convinta che un’azienda ben amministrata valga esattamente come avere un ottimo organico. Nei settori storici del proprio core business e in quelli innovativi dove l’azienda è entrata sulla base delle sue credenziali, continua a confermarsi in sintonia con le più esigenti richieste di servizio. Ciò comporta di saper fornire anche le migliori garanzie nell’ambito dell’assistenza e della manutenzione, spesso con contratti che comprendono impegnativi compiti di “pronto intervento guasti”

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(manutenzione correttiva) entro poche ore dalla chiamata. Per assolvere ai compiti previsti dai nuovi contratti, l’azienda ha ulteriormente incentivato anche le attività di formazione, qualificazione e aggiornamento su temi e argomenti di carattere manageriale, tecnico-amministrativo, di marketing e di cultura d’impresa. Con lo stesso entusiasmo l’azienda guarda anche al mondo scolastico, ai giovani che si preparano ad essere le nuove leve dell’organico aziendale. Molto significativi i premi e le borse di studio che


11.

Il grande sviluppo delle reti telematiche caratterizza le dinamiche di lavoro ben oltre la comunicazione audio e video. La trasmissione e archiviazione elettronica di dati è un’evoluzione epocale tanto nelle aziende private come nell’amministrazione pubblica.

12. Un moderno cavo per le reti a banda ultralarga. 13. Particolarmente significativo ciò che l’azienda ha fatto e continua a fare per la sicurezza del personale, vista come un vero e proprio valore anche nei confronti dei propri interlocutori di mercato e non solo come un obbligo di legge o normativo. In questa immagine un momento di corso di addestramento per l’utilizzo di Dispositivi di protezione individuale di Terzo livello che ha coinvolto oltre 150 dipendenti. 14. Grazie alle attenzioni rivolte alla prevenzione e alla sicurezza, il numero e la gravità degli infortuni sono in costante decrescita. Il fatto è ancora più confortante considerando che l’attività comprende anche lavori in quota e l’impiego di macchinari di cantiere.

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l’azienda rivolge a studenti meritevoli, iscritti in particolare agli istituti scolastici negli indirizzi di elettronica, elettrotecnica, informatica e telecomunicazioni. I riconoscimenti vengono assegnati su indicazione delle scuole stesse o di autorevoli enti e associazioni. Questi ragazzi entreranno nel mondo del lavoro vivendo gli straordinari sviluppi determinati dall’evoluzione delle tecnologie. Lavoreranno in modo certamente meno “pesante” di quanto non si facesse un tempo nel settore telefonico, ma non per questo meno impegnativo. Li attende infatti uno

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scenario che impone sempre maggiori attenzioni in ogni fase dell’attività. In questo senso basterà ricordare come erano composte le squadre Valtellina e che tipo di attrezzature utilizzavano durante lo sviluppo della telefonia in Italia. Fino agli anni Ottanta le squadre contavano nove addetti prevalentemente rivolti alla realizzazione di infrastrutture, oggi ne contano solo quattro ma con elevate specializzazioni e capaci di svolgere interventi complessi sulle nuove tecnologie di rete. Prima le attività di scavo e di palificazione occupavano buona parte

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della forza lavoro dell’azienda, oggi queste attività sono molto ridimensionate e vengono effettuate con soluzioni che hanno ridotto disagi e tempi di intervento. Le dinamiche e la tipologia delle attività sono profondamente mutate nel corso degli ultimi anni: se prima erano gli scavi e la realizzazione di reti di telefonia la parte prevalente del lavoro, oggi il costante e diretto rapporto di collaborazione con i principali produttori mondiali di tecnologia, per i quali Valtellina riveste il ruolo sia di fornitore di servizi sia di cliente, permette di aggiungere op-


15. Per ampliare e sviluppare la gamma delle proprie attività di servizio, Valtellina utilizza macchinari innovativi con le proprie squadre impegnate ogni giorno sui cantieri. 16.

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La realizzazione di reti in banda larga, attività fra le più caratterizzanti dell’offerta di servizi dell’azienda, è strettamente sinergica allo sviluppo della trasmissione e gestione sempre più rapida dei dati. L’azienda sviluppa un’attenzione costante per l’educazione scolastica e la crescita delle giovani generazioni. Particolarmente significativi i premi e le borse di studio che l’azienda assegna periodicamente a studenti meritevoli, scelti su indicazioni di autorevoli istituti scolastici, enti e fondazioni. In queste immagini alcuni momenti della cerimonia di consegna delle borse di studio con le quali Valtellina premia gli studenti più meritevoli dell’Istituto Superiore Ettore Majorana di Seriate, che fornisce istruzione tecnica negli indirizzi di Elettronica, Elettrotecnica, Informatica e Telecomunicazioni.

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Sono molti i progetti che nel corso del tempo hanno caratterizzato l’impegno sociale dell’azienda, in particolare per quanto riguarda onlus che si occupano di ricerca medica e salute. Fra i più significativi esempi il sostegno alla Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica.

20. Alle collaborazioni continuative si aggiungono donazioni mirate rivolte all’acquisto di veicoli sanitari e attrezzature per reparti ospedalieri, strutture che operano in varie parti d’Italia, da Nord a Sud, nella consapevolezza che la solidarietà non deve avere barriere o confini regionali. 18

ffc fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica - onlus

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portunità specifiche per quanto riguarda installazioni di apparati, sale server ed altre infrastrutture di supporto alle reti. In questa evoluzione non è venuto mai meno, ma anzi si è rinnovato e ampliato, il fondamentale rapporto di collaborazione con Telecom Italia, che resta il principale cliente dell’azienda per entità e articolazione delle commesse. L’attività si è estesa verso nuove aree del territorio nazionale ed è sempre maggiormente focalizzata sia ai servizi di assistenza e manutenzione (nelle regioni a più elevata densità di popolazione e presenza di imprese in Italia), sia allo sviluppo delle reti in banda larga. Il lavoro

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ha quindi anche una concreta mission di carattere socio-economico: abbattere il digital divide sull’intero territorio nazionale. Non è quindi casuale che tra i fattori recenti che hanno dato impulso allo sviluppo dell’azienda anche in periodi difficili per l’economia italiana ed internazionale, sicuramente un forte apporto proviene dalla crescita della cosiddetta “New Mobile Economy”, caratterizzata dalla crescente diffusione di strumenti e sistemi per la gestione simultanea di voce, video e dati. Sempre applicando le sue competenze nell’ambito delle infrastrutture di rete e nell’integrazione fra apparati IT e sistemi di distribuzione

dell’energia, Valtellina condivide l’obiettivo di realizzare un nuovo scenario di produzione, distribuzione e impiego della rete elettrica e del gas, che mentre punta ad ottimizzare il trasporto e diffusione dell’energia, controlla gli eventuali surplus, gestisce la migliore redistribuzione, mantiene l’equilibrio nel dispacciamento tra centrali di autoproduzione e centrali elettriche tradizionali. L’azienda partecipa alla progettazione e applicazione di sistemi evoluti, ne cura l’installazione, tramite dispositivi dedicati, e fornisce assistenza e manutenzione su reti e apparati. L’impegno è sia di ricerca, sia concretamente di servizio, in collabora-


21.

La squadra Valtellina che nel gennaio del 2013 ha compiuto un impegnativo lavoro di connessione elettrica in alta tensione su una piattaforma nel Mare del Nord, appaltato da Prysmian Group.

22. Al termine di ogni anno i vertici aziendali condividono con i propri collaboratori risultati e prospettive per i successivi 12 mesi, un incontro che invita al dialogo e sottolinea la volontà dell’azienda di essere ricettiva alle indicazioni che provengono da tutte le unità e i reparti. 23. Valtellina ritiene importante lo scambio di esperienze e la collaborazione anche fra aziende del settore. In questo senso si colloca la scelta di fare parte di ANFOV (Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione). In questa immagine una cena seguita ad uno degli incontri Anfov riguardanti la promozione di un nuovo catasto nazionale delle infrastrutture per l’installazione delle reti di comunicazione elettronica. 24. Il team campano in occasione di una cena natalizia alla quale hanno partecipato anche i vertici Valtellina. Questa e tutte le altre sedi del territorio nazionale, sono attivamente coinvolte negli incontri e nelle attività di dialogo intraziendale.

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UNA NUOVA IDENTITà SENZA RINUNCIARE AI VALORI ORIGINARI

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zione con le principali realtà del mercato elettrico, della distribuzione del gas e delle telecomunicazioni. Questo compito comprende direttamente anche le reti stradali e autostradali. L’intero sistema delle infrastrutture riguardanti la mobilità è caratterizzato infatti da una forte e rapida evoluzione, dove le comunicazioni, l’integrazione fra IT e ICT, sono ormai strategiche e dove l’azienda fa valere le sue potenzialità professionali e organizzative. Lo stesso sta avvenendo con le reti ferroviarie ad alta velocità, dove l’intero sistema delle tecnologie e delle infrastrutture del settore è stato caratte-

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rizzato dall’avvento di nuove tecnologie nei vari settori: segnalamento, sicurezza ed emergenze, telecomunicazioni, informazioni al pubblico. Poter remotizzare, telecomandare, visualizzare e gestire i vari impianti in modo sempre più efficace, coordinato e tempestivo è una necessità imprescindibile per progredire e assicurare un servizio di alta qualità. Le ferrovie di oggi e del futuro sono e saranno un “sistema nervoso” estremamente dinamico e reattivo, e allo stesso tempo di maggiore complessità. Una sfida che Valtellina ha già accettato, contando ancora una volta sulla sua capacità

di unire esperienza e innovazione. Con questa “anima” e con queste prospettive nel 2012 l’azienda ha raggiunto i 75 anni di storia. Il traguardo si è idealmente unito ai settantacinque anni del proprio Presidente, un compleanno celebrato insieme agli ex-collaboratori riuniti il 15 dicembre 2012 per festeggiare. In quell’occasione Gianpietro Valtellina ha salutato i presenti con le seguenti parole: “Il traguardo dei 75 anni di attività della nostra azienda è motivo di soddisfazione per quanto tutti insieme abbiamo costruito, e allo stesso tempo è motivo di riflessione sul futuro. Nella nostra storia im-


25-26.

L’impegno infrastrutturale di Valtellina comprende sempre più le reti ferroviarie ad alta velocità e i sistemi di segnalamento sulle reti autostradali.

27. Nell’ambito formativo, strategici e assolutamente necessari per essere in sintonia con le sempre più esigenti richieste qualitative del mercato, sono i corsi che il personale Valtellina svolge presso le più importanti aziende dei settori TLC e IT. La frequentazione ai corsi si traduce nell’acquisizione di appositi attestati e certificazioni. In questa immagine alcuni componenti dello staff che hanno conseguito riconoscimenti professionali da parte della società CISCO. 28. Valtellina vuole essere sempre proattiva nel proporsi sul mercato, con aggiornati strumenti tecnico-manageriali che richiedono di essere acquisiti e gestiti correttamente dal proprio team. In questa foto un momento di un incontro formativo e di scambio di esperienze sul tema dell’efficienza comunicativa per migliorare le performance aziendali.

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29. Workshop sui temi di sicurezza e ambiente tenutosi presso il Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo.

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UNA NUOVA IDeNTITà SeNZA RINUNCIARe AI VALORI ORIGINARI

2012: L’AZIENDA VALTELLINA COMPIE 75 ANNI. 2013: GIANPIETRO VALTELLINA COMPIE 75 ANNI.

Buon compleanno! Abbiamo imparato che si può volare più in alto muovendosi con saggezza Abbiamo visto che si può guardare più lontano dei soliti orizzonti Abbiamo constatato che vivere intensamente fa bene alla vita! Grazie per averci insegnato che è la realtà il primo dei sogni. Tanti auguri di cuore da tutti NoiMille. 30

prenditoriale, così strettamente connessa a settori fondamentali per lo sviluppo socio-economico generale, prime fra tutte le telecomunicazioni, abbiamo sempre applicato i principi ai quali credeva mio padre, fondatore dell’azienda. Valori che abbiamo tenacemente salvaguardato, facendoli diventare motivo di distinzione nel mercato: onestà, volontà, saggezza e qualità. Questi principi sono nel nostro

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DNA. E da quando sono alla guida di Valtellina SpA ho cercato, insieme a tutti voi (presenti e non) di farli vivere in ogni scelta e in ogni lavoro. Stiamo attraversando momenti ancora difficili per l’economia e l’industria. Resisteranno e continueranno a crescere solo le aziende che sapranno innovarsi senza tradire i loro principi. Innovarsi significa saper unire qualità del servizio e competitività, avere

visione internazionale curando anche le azioni quotidiane. Evitare sprechi, ottimizzare il tempo, puntare all’efficienza. Tutto questo significa essere imprenditori di sé stessi, essere convinti che l’azienda è un patrimonio essenziale di tutti. Il domani è certamente caratterizzato da ciò che hanno compiuto le generazioni precedenti, ma siamo noi, nel presente, tutti i giorni, gli artefici del futuro”.


30. In occasione dei 75 anni di Gianpietro Valtellina, giunti pochi mesi dopo l’analogo compleanno dell’azienda, i dipendenti hanno fatto pervenire al loro Presidente un intenso messaggio augurale. 31.

Nell’incontro con gli ex dipendenti svolto il 15 dicembre 2012 per festeggiare i 75 anni dell’azienda e il compleanno del Presidente Gianpietro, alcuni dipendenti sono giunti all’Hotel Settecento di Presezzo (Bergamo) a bordo di una storica vettura FIAT: una giardinetta utilizzata per lavoro negli anni Cinquanta e perfettamente conservata. In questa foto gli artefici del simpatico “omaggio” in compagnia di Gianpietro e Roberto Valtellina.

32. La sala che ha ospitato l’evento è stata affollata da oltre 200 ex dipendenti. 33-34.

Il Presidente si è intrattenuto amichevolmente con gli ex dipendenti ricordando insieme a loro gli anni eroici dello sviluppo aziendale, ma anche le difficoltà e la vita dura, imposte dal lavoro in cantiere. 31

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Sono molteplici i campi di ricerca dove l’azienda è impegnata con progetti innovativi: dai dispositivi per il controllo dei consumi energetici alle opportunità relative all’accumulo di energia.

Il progresso Valtellina: futuro presente

Lo sviluppo delle telecomunicazioni telematiche è sempre più caratterizzato dalla possibilità di ricevere comunicazioni audio - video - dati in qualsiasi luogo a velocità di trasmissione inimmaginabili fino a pochi anni fa.

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La recente creazione della divisione Ricerca e Sviluppo all’interno di Valtellina è la dimostrazione più concreta di come l’azienda desidera essere pro-attiva con specifiche proposte maturate all’interno stesso della propria realtà d’impresa. L’attività della divisione Ricerca e Sviluppo è infatti il nuovo fulcro su cui ruotano i progetti destinati a fare dell’azienda una realtà propositiva in settori fondamentali come il controllo dei consumi energetici, applicazione di smart grid, accumulo di energia, impiego ottimizzato delle rinnovabili, data center a vocazione cloud, comunicazioni mobili di quarta e quinta generazione. Dopo lo start up avvenuto alla fine del 2012, l’attività della divisione Ricerca e Sviluppo è passata ad una fase concretamente operativa e basata su due percorsi sinergici: fare rendere le importanti collaborazioni aperte con centri

di ricerca e università e sviluppare nuove soluzioni (prodotti e sistemi) favorevolmente proponibili sul mercato con ottime prospettive di successo. Attualmente la divisione Ricerca e Sviluppo risiede a Milano ed è coordinata da Cesare Valtellina, membro del CdA, fatto che sottolinea l’importanza e il valore che l’azienda riserva a questa sua nuova entità professionale che guarda decisamente al futuro, anche per lo spirito che la anima. Per sua stessa natura, la Divisione è infatti altamente professionale ma anche versatile e flessibile, ricettiva e in costante evoluzione, spontaneamente aperta a collaborazioni e a dialoghi sinergici che possono provenire da centri ricerche e società specializzate in determinati campi delle nuove tecnologie, in Italia e all’estero. Sono molteplici i campi di ricerca e di attività dove sono già in


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IL PROGRESSO VALTELLINA: FUTURO PRESENTE

efficienza energetica

mobilità elettrica

nuove reti 4G e ICT

• Piattaforma EMS per il monitoraggio e l’ottimizzazione dei consumi

• Stazioni di ricarica chiavi in mano

• Trasferimento dati con reti di quarta generazione

• Accumulatori ad alta efficienza

• Infrastrutture ecosostenibili per data center e centrali cloud

• Pensiline fotovoltaiche

• Sistema cartelle elettroniche per aziende ospedaliere

• Servizi clima management per la gestione ideale del calore • Illuminazione pubblica “intelligente”

1

essere progetti: dai dispositivi per il controllo dei consumi energetici alle opportunità relative all’accumulo di energia, fondamentali anche per la crescita della mobilità elettrica. Non verrà certo trascurato quello che resta il core business di Valtellina, vale a dire le telecomunicazioni di nuova generazione: fra i compiti della divisione Ricerca e Sviluppo vi è infatti proporre progetti finalizzati a rendere l’azienda sempre più propositiva e competitiva nell’ambito delle telecomunicazioni di quarta e quinta generazione. Del resto su questo terreno la sfida è proprio di ordine tecnologico, oltre che commerciale, e saranno vincenti le aziende in grado di dimostrarsi partner dei grandi player del settore. Molto importante sarà poi il rapporto positivo che si sta sempre

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più rafforzando tra progresso tecnologico e salvaguardia ecoambientale. Un esempio molto significativo sarà la capillare diffusione delle smart grid, ovvero le reti di distribuzione elettrica intelligenti, destinate a modificare profondamente e positivamente il rapporto tra consumi energetici ed utenze, in ambito industriale, sociale e familiare. L’azienda è attivamente impegnata in settori che saranno sempre più caratterizzanti nel progresso della società nel suo complesso, fra cui gli strumenti che vengono utilizzati tutti i giorni per comunicare: telefoni cellulari, smartphone, tablet, computer. L’era delle comunicazioni 4G, propone una nuova generazione tecnologica che moltiplica esponenzialmente le capacità di rete e di funzione degli strumenti, realiz-

zando di fatto, ad esempio, l’integrazione fra voce, dati e televisione. E già si parla di generazione 5G, con prospettive quasi da fantascienza. Valtellina è protagonista in tutti questi settori di innovazione, non solo come realtà di riferimento per servizi tecnici, infrastrutturali e di assistenza, ma anche con una propositività che nasce dalla ricerca applicata. Ne costituisce un significativo esempio ciò che Valtellina ha messo a punto per la gestione e il controllo dei segnali video, audio e dati rivolto alle aziende ospedaliere ed in particolare per sale operatorie e reparti di terapia intensiva: il proprio, originale sistema EIS. Prevede la gestione informatizzata delle cartelle cliniche, dei processi ambulatoriali e di ricovero tramite postazioni di


1.

2.

3.

4.

I tre settori di ricerca tecnologica e applicativa verso i quali è maggiormente orientato il futuro di Valtellina, in Italia e nel mondo. Il progresso delle reti 4G determinerà un’accelerazione esponenziale delle potenzialità di comunicazione con apparecchiature mobili. L’esperimento pilota di illuminazione a led delle mura storiche di Bergamo è stato presentato alla stampa e alle istituzioni con un apposito evento tenutosi il 24 giugno 2013 presso la prestigiosa terrazza panoramica dell’Hotel San Marco di Bergamo. In questa immagine Cesare Valtellina (primo a sinistra nella foto) con l’Assessore Provinciale al Turismo ed alle Attività Produttive arch. Giorgio Bonassoli (al centro nella foto) e l’Assessore all’Ambiente, energia e Opere del verde del Comune di Bergamo dott. Massimo Bandera.

3G

14,4 megabit al secondo

1.5-3 megabit al secondo

VELOCITÀ MASSIMA TEORICA

VELOCITÀ MEDIA

100 megabit al secondo

10-20 megabit al secondo

2 minuti circa

15 secondi circa

SCARICARE APP DA 20 MB

PUBBLICARE FOTO SU FACEBOOK

25 secondi circa

1 secondo circa

Il progresso della tecnologia va sempre più veloce

4G

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Il concetto di smart city vede l’azienda attivamente impegnata anche nell’ambito dell’illuminazione in diretta collaborazione con le amministrazioni comunali. Per una settimana, nel giugno 2013, Valtellina ha effettuato una dimostrazione delle capacità dell’illuminazione a led valorizzando le storiche mura di Bergamo Alta, confermando come questo sistema evoluto sa unire bellezza estetica e riduzione dei consumi.

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IL PROGRESSO VALTELLINA: FUTURO PRESENTE

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accettazione e refertazione, che consentono inoltre la tracciabilità di tutte le procedure compiute all’interno di un’unità operativa. Il percorso inizia dalla prenotazione di una visita ambulatoriale, sino al ricovero con conseguente intervento chirurgico e relazione di dimissione. Inoltre l’innovazione si rivolge anche alle fasi degli esami clinici attuati tramite sistemi elettronici, aprendo nuove importanti prospettive in campo oncologico, ad esempio. Queste tecnologie consento-

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no inoltre di fare consuntivi dell’attività di reparto con moduli contabili e statistiche. Tutta la storia clinica di ogni paziente risulta meglio tracciata e subito reperibile tramite postazioni computerizzate. L’efficienza dei reparti aumenta e tutte le procedure sono corredate da immagini e video, rese disponibili dalla strumentazione delle sale operatorie utilizzate. Queste tecnologie sono la prova tangibile di come l’azienda, diversificando la propria attività, può rivolgersi direttamente

a settori dove ha la capacità di portare valore aggiunto. Valtellina è stata inoltre fra le prime aziende in Italia ad aver intuito le importanti prospettive di sviluppo delle tecnologie legate alle energie rinnovabili. La grande esperienza nel campo delle reti elettriche e di telecomunicazione ha offerto le credenziali per proporsi anche nel campo delle esigenze infrastrutturali per quanto riguarda gli impianti di energia rinnovabile.


5.

I sistemi telematici evoluti con gestione dati, sono strategici anche nelle strutture sanitarie. Valtellina ha presentato nel 2011 il sistema eIS all’avanguardia nella gestione e archiviazione delle cartelle sanitarie.

6.

Gli sviluppi dell’attività dell’azienda in settori innovativi si attuano coinvolgendo anche i partner storici dell’azienda e creando positive sinergie. In questa immagine una fase dell’incontro svoltosi nel luglio 2013 per presentare l’innovativa piattaforma di monitoraggio energetico eCube by Valtellina ad un gruppo di responsabili commerciali Telecom Italia.

7.

La piattaforma tecnologica eCube è stata messa a punto per migliorare l’efficienza energetica. Permette di rilevare, memorizzare e inoltrare le misure di consumo energetico (elettriche, termiche). Ma soprattutto eCube, con la sua intelligenza locale focalizzata sul singolo scenario applicativo, è capace di attuare logiche di risparmio e di influire positivamente sui modelli di comportamento dell’utenza. Questo dispositivo evoluto permette di rendere disponibili i dati all’utente o al cloud attraverso un’ampia connettività (ethernet, Bluetooth, WIFI, GMS/GPRS). La piattaforma eCube è strategica in molteplici scenari applicativi.

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A RC H I T E T T U R A I N T EG R ATA

GREEN BOX

GREEN BOX

GREEN BOX

POWER INVERTER

POWER INVERTER

CONSUMER

CORPORATE GREEN BOX

PRODUCT LINE

POWER INVERTER

POWER INVERTER

DATI

GREEN DATA

UTILIZZATORI

DATI

GREEN INTELLIGENCE ANALITICS DATABASE

CORPORATE PORTAL • ENERGY SAVING CO2 • WIDGET

• • • • • •

CAMPAIGN NEWS UPDATE PROPOSAL SUPPORT & EXPERTS MARKETING SUPPORT

CONSUMER CORPORATE PORTAL

MOSS

ENERGY PROFILE

ASK EXPERT

COMMUNITY ENERGY PROFILE EXPERT NEWS FORUM

PUBBLISH ON SOCIAL NETWORK

WIDGET ENERGY PROFILE

CO2 REDUCTION

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IL PROGRESSO VALTELLINA: FUTURO PRESENTE

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In pochi anni l’azienda ha raggiunto un ruolo significativo nel campo delle tecnologie a supporto della green economy, ne è una testimonianza il fatto che una parte sempre più significativa del fatturato proviene oggi dall’area delle energie rinnovabili. Anche in tale campo l’azienda ha portato i valori che hanno sempre contraddistinto il proprio lavoro: professionalità, serietà, sicurezza, rigoroso rispetto dei tempi e degli accordi contrattuali. Su questi valori è stata costruita un’autorevolezza che l’ha portata a collaborare con le principali società che si occupano di impianti fotovoltaici ed eolici. È inoltre in grado di fornire in autonomia servizi dedicati: dai servizi di supporto a

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livello ingegneria e di installazione, fino a tutte le componentistiche relative alle apparecchiature e ai sistemi collegati. Tratto distintivo è la professionalità degli addetti alle specifiche lavorazioni, che si affianca ad un’organizzazione attentamente pianificata. Sempre sul tema dell’energia importante è inoltre l’offerta con la quale Valtellina si rivolge alle amministrazioni pubbliche, soprattutto per ciò che concerne i cosiddetti “pali intelligenti”: oltre ad essere regolati e controllati più selettivamente per quanto riguarda le lampade, diventano infrastrutture multifunzionali, includendo videosorveglianza, monitoraggio delle sostanze inquinanti, controllo del

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traffico. Sempre nell’ottica dei consumi intelligenti e smart city, propone lampade a led per l’evoluzione delle reti di illuminazione pubblica. L’azienda opera da gestore di tutte quelle azioni di progettazione e realizzazione che consentono ai Comuni di raggiungere il duplice obiettivo di risparmio energetico e di innovazione tecnologica, estendendosi anche nella parte più delicata del progetto: la ricerca e la fornitura delle necessarie risorse finanziarie. In pratica si prende carico di finanziare il progetto evitando al Comune di caricarsi di oneri e costi, in sintonia al “patto di stabilità”. L’impegno concernente lo sviluppo dell’efficienza energetica riguarda in modo sempre più


8.

Nel settore del fotovoltaico Valtellina fornisce una gamma completa di servizi dedicati: dal supporto a livello ingegneria e di installazione, fino a tutte le componentistiche relative alle apparecchiature e ai sistemi collegati. Tratto distintivo è la professionalità degli addetti alle specifiche lavorazioni, che si affianca ad un’organizzazione attentamente pianificata.

9.

L’azienda si occupa sempre più di energie alternative, fra cui grandi stazioni eoliche posizionate anche lungo le coste. Per queste stazioni esegue lavori di installazione infrastrutturali e cablaggi di rete.

10.

Gianpietro Valtellina (a destra nella foto) e il fratello Roberto danno “il via” ufficiale all’impianto di trigenerazione installato nella sede generale dell’azienda a Gorle. Una scelta di efficienza energetica ed ecosostenibilità, attuata nel 2010, che rende la sede autosufficiente dal punto di vista energetico, anche nella climatizzazione estiva, con i migliori risultati di riduzione dell’impatto ambientale.

11.

L’offerta di servizi nel campo dell’efficienza energetica comprende anche l’esecuzione di tutte le attività di manutenzione preventiva programmata e pronto intervento.

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IL PROGRESSO VALTELLINA: FUTURO PRESENTE

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mirato anche gli impianti tecnologici, con la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione di impianti meccanici ed elettrici di nuova generazione, capaci di garantire maggiori prestazioni e minori consumi. Ogni impianto viene progettato e costruito su misura grazie allo studio di soluzioni diversificate con particolare riguardo all’evoluzione tecnologica, alla salvaguardia dell’ambiente, alla convenienza e alle opportunità garantite dalle normative vigenti. Il servizio tecnico dell’azienda è inoltre in grado di effettuare manutenzioni che garantiscono l’efficienza nel tempo degli impianti meccanici ed elettrici e di proporre soluzioni per il miglioramento tecnologico dei prodotti in-

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stallati, nel pieno rispetto della sicurezza e del risparmio. Valtellina si propone così con sempre maggiore propositività a mercati diversificati, con soluzioni adatte a soddisfare le esigenze di realtà pubbliche e private: ospedali e residenze sanitarie, industrie nel campo alimentare e farmaceutico, aeroporti, istituti bancari, centri direzionali, commerciali, educativi, turistici, sportivi, residenziali. L’approccio “green” si applica anche per quanto riguarda l’ambito tecnico-progettuale dei data center, perché l’ecosostenibilità ha proprio nei data center uno scenario con importanti prospettive di sviluppo, considerando che circa il 3% dell’intera quantità di C02 emes-

sa nell’atmosfera proviene attualmente dai consumi dell’industria informatica e delle telecomunicazioni: una quantità superiore a quella prodotta dall’intera industria dei trasporti aerei! Nelle nazioni maggiormente industrializzate l’energia necessaria ai gestori di telecomunicazioni è seconda solo a quella delle reti ferroviarie e metropolitane. Guardando al futuro e al sempre maggiore sviluppo delle reti TLC e archiviazione e gestione dati in ambiente cloud, l’efficienza energetica è un obiettivo strategico che si sono dati gli stessi player protagonisti del mercato. Ancora una volta Valtellina è al loro fianco con tutta la sua esperienza e volontà di perseguire l’innovazione.


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12.

L’approccio “green” di Valtellina comprende direttamente gli interventi sui data center, considerando che queste strutture sono fortemente energivore.

13. L’inaugurazione della stazione di ricarica elettrica per veicoli elettrici della Cooperativa radiotaxi di Roma, struttura assistita da pannelli fotovoltaici (inseriti nelle tettoie della stazione stessa) realizzata nel 2012 da Valtellina in collaborazione con propri partner tecnologici.

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14. L’azienda stessa si è dotata di stazioni di ricarica per veicoli elettrici all’interno della propria sede di Gorle ed ha acquistato vetture elettriche. 15. Valtellina ha partecipato all’evento Ecogreen 2013 svoltosi nel cuore di Bergamo.

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Valtellina si afferma e cresce all’estero applicando i valori distintivi che caratterizzano da sempre la storia dell’azienda: efficienza, disponibilità e serietà.

Nel mondo con tutta la nostra esperienza La crescente internazionalizzazione di Valtellina parte sempre dal valore base che ha caratterizzato la sua storia e la sua evoluzione: mantenere e consolidare positivi rapporti di collaborazione con i maggiori player delle telecomunicazioni. La stima e l’autorevolezza conquistate “sul campo” in molti anni di attività sul territorio nazionale, hanno portato le principali società del settore TLC ad accreditarla sui mercati nei quali loro stesse desideravano espandersi e sviluppare la presenza. Il “credito” dei valori Valtellina è stato determinante sia in Europa che Oltreoceano. La prima, concreta esperienza all’estero è datata 1999, con un’attività di “scouting” condotta tramite la società Valrom in Romania. Il consolidamento di alcune importanti relazioni collaborative, in particolare con Romtelecom, che apprezzava le capacità di lavoro sulle reti

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fisse e mobili, settori in forte espansione sul territorio rumeno, sollecitarono l’azienda a fondare una succursale nel 2005. Valtellina ha sempre creduto nelle potenzialità espansive del mercato rumeno, registrando notevoli soddisfazioni in diversi fronti di attività, che vanno appunto dalle reti di telecomunicazione alle autostrade, dalle energie rinnovabili alle infrastrutture per la banda larga. Questa fiducia non è venuta meno neppure nel periodo fra il 2009 e il 2011, nel quale la Romania è stata investita dalla crisi economica globale che ne ha drasticamente rallentato l’impetuosa crescita. Con tenacia e determinazione, la succursale ha non solo saputo mantenere le quote raggiunte, ma espandere il volume d’affari. Particolarmente significativi i lavori effettuati su tratte autostradali molto impegnative a livello cantieristico. Per


Gorle (Bergamo), italia

Sibiu, romania

Guatemala city, Guatemala

rio de Janeiro, Brasile SĂŁo paulo, Brasile

Buenos aires, argentina

rosario, argentina

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NEL MONDO CON TUTTA LA NOSTRA ESPERIENZA

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quanto riguarda invece lo sviluppo delle reti in fibra ottica, spiccano i cantieri Romtelecom in diverse aree all’interno di un progetto complesso che prevede di cablare l’intero Paese in banda larga. Alla luce di questi risultati e delle ulteriori prospettive di sviluppo, il 13 gennaio del 2013 è stata costituita la società Valtellina Est Europa. Ad essa è stato affidato un programma di crescita che punta anche verso altri Paesi, ad esempio la Polonia. Il secondo percorso dell’internazionalizzazione Valtellina è quello che si è rivolto verso il continente Centro e Sud Americano. Il primo Paese di riferimento è stato il Guatemala, grazie ad un progetto pilota proposto da un importante player internazionale nel 2008. La specifica commessa non fu attuata, ma l’esperienza si rivelò fondamentale e assolutamente positiva

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per conoscere la realtà di questo vitale Paese centroamericano. Ai primi contatti sono quindi seguiti viaggi di conoscenza e approfondimento del tessuto socio-economico locale, ai quali hanno partecipato lo stesso Presidente Gianpietro Valtellina e il fratello Roberto. Coordinatore del dialogo sul territorio l’ing. Giacomo Marsala, direttore tecnico di Valtellina SpA, che ha consolidato ottime relazioni per l’azienda anche con la comunità italiana residente in Guatemala e con l’ambasciata d’Italia. Anche tramite questi autorevoli contatti è stata conosciuta una società partner ideale per sviluppare le attività di Valtellina sul territorio: il Grupo TeknoEnergy, con sede a Guatemala City. La personalità di Gianpietro Valtellina ha conquistato subito la stima degli imprenditori guatemaltechi, fino a giungere ad un preciso

accordo di collaborazione societario. È stata quindi creata la “Valtellina Centro America S.A”. Fra le attività già condotte sul suolo guatemalteco spiccano i cantieri realizzati per Enel Greenpower, riguardanti in particolare infrastrutture per reti elettriche (SSE-Sotto Stazioni Elettriche) in prossimità di grandi impianti idroelettrici. Altrettanto interessanti i rapporti di lavoro con le società Tigo per le stazioni radio basi, e Techint per la realizzazione di SSE per il progetto “Siepac” (Sistema de Interconexión Eléctrica para America Central). Le previsioni di ulteriore sviluppo dell’attività, hanno portato ad implementare l’organico: nel corso del 2013 gli addetti del team sono arrivati a 32, dei quali ben 23 ingegneri. Questa elevata professionalità permette di gestire direttamente l’intera filiera progettuale,


1.

Nell’ambito dello sviluppo socio-economico della Romania, le squadre di Valtellina est europa stanno effettuando lavori anche su tratte autostradali molto impegnative a livello cantieristico, fra cui spicca l’intervento sul più lungo viadotto del Paese, in località Aciliu.

2.

Un’immagine dell’incontro avvenuto a Città del Guatemala con i partner guatemaltechi. Da sinistra nella foto: Ricardo erales, l’ing. Giacomo Marsala (attuale Presidente di Grupo Teknoenergy società partecipata da Valtellina), Roberto Valtellina, Gianpietro Valtellina, edwin escobar.

3.

In occasione di uno dei viaggi del comm. Gianpietro in Centro America, i soci guatemaltechi hanno donato un volume sulla realtà storico-geografica del loro Paese, accompagnato da una dedica significativa rispetto al clima di stima e collaborazione creatasi.

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“Grazie per la fiducia e pazienza, per il vostro appoggio nella costruzione di una delle aziende del Grupo TeknoEnergy nel Guatemala e nell’area Centroamericana. Formare uomini è una buona cosa, formare imprese destinate a durare come una famiglia è un valore di Valtellina”. Il suo amico, socio e ammiratore Edwin Escobar Hill. In rappresentanza di Nabla e della grande famiglia in Guatemala e Centroamerica.

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NEL MONDO CON TUTTA LA NOSTRA ESPERIENZA

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anche nel caso di opere di costruzione civile e industriale, infrastrutture anche di notevole complessità realizzativa e lavori di engineering. Altrettanto importante anche il network delle collaborazioni che vengono attivate in ragioni delle specifiche esigenze delle commesse, per rispondere nel modo più efficiente ad un mercato decisamente in crescita. Le squadre di lavoro si avvalgono inoltre del supporto di personale tecnico italiano temporaneamente impiegato per il Guatemala in attività di coordinamento e formazione. Dal 2010 l’internazionalizzazione Valtellina ha guardato anche in modo sempre più mirato all’Argentina. Anche in questo caso lo sviluppo è stato preceduto da un’attività esplorati-

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va, iniziata da una richiesta specifica di Telecom Italia per conto della propria consociata Argentina. Si tratta di un progetto pilota per la realizzazione di un’infrastruttura di fibra ottica in microtecnologia. La scelta di Valtellina è stata di investire sul progetto, non senza alcuni margini di rischio alla luce della novità assoluta a livello di mercato e territorio, per dotarsi di mezzi e risorse tali da assolvere al compito riguardanti lo sviluppo delle reti di telecomunicazione. La scelta tempestiva e coraggiosa è stata premiata da ottimi risultati in termini di commesse e di relazioni, tanto da portare alla costituzione, nel 2011, della “Valtellina Sud America S.A.” con sede a Buenos Aires. Una seconda sede, anch’essa operativa, è

stata aperta a Rosario. La rapida crescita dell’attività sul suolo argentino, si deve soprattutto a commesse che riguardano lo sviluppo delle reti di telecomunicazioni. In particolare il settore sta evolvendo da tecnologie di vecchia generazione a nuovi sistemi ed apparati caratterizzati da microtecnologie che richiedono un ampio e capillare intervento sulle reti. Significativo il raddoppio del fatturato fra 2012 e 2013. Il trend è destinato ad essere ancora più positivo considerando la crescita anche nel settore delle energie rinnovabili (fotovoltaico ed eolico), che qui possiedono forti possibilità di sviluppo. Anche in Argentina Valtellina sta applicando i principi imprenditoriali che si sono dimostrati efficaci in Guatemala:


4.

Una veduta del centro di Buenos Aires, cuore finanziario ed economico dell’Argentina.

5.

Gianpietro Valtellina (a destra nella foto) e l’ing. Giacomo Marsala, in un momento di riposo al termine di una intensa giornata di lavoro in Argentina per consolidare la rete di collaborazioni.

6.

I due inviti per l’evento presso l’Ambasciata d’Italia in Guatemala fatti pervenire al comm. Gianpietro Valtellina e all’ing. Giacomo Marsala.

7.

La prima pagina del periodico “la Gazzetta”, (numero di ottobre 2013), rivista ufficiale della comunità italiana in Guatemala, che annuncia la visita del Presidente di Valtellina SpA Gianpietro Valtellina.

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invitar

al Ing. Giacom o Marsala a una cena en su Residencia el miércoles 18 de septiembre de 201 3 a las 20:00 hor as

Residencia Italia 11 Avenida 19-8 2, Zona 14 La Cañada

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NEL MONDO CON TUTTA LA NOSTRA ESPERIENZA

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collaborare direttamente con partner locali che conoscono bene il territorio, portando il proprio know how lavorativo, basato su metodi collaudati e di grande rendimento operativo. Un plus che piace e convince il mercato Centro e Sud Americano, che riconosce il “metodo Valtellina” come un valore competitivo. Vi è infine da ricordare che l’azienda si è certificata in E.P.E. (Empresa Provincial de la Energía de Santa Fe) per installazione di impianti in bassa e media tensione. Nel 2012, dopo alcuni mesi di attività “esplorativa”, l’azienda ha fatto il suo ingresso anche nel fiorente mercato bra-

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siliano. Attualmente dispone di due sedi operative a San Paolo e a Rio de Janeiro. Lo sviluppo delle collaborazioni comprende sia TIM Brasile, sia altre società attivamente presenti sul mercato nel settore delle telecomunicazioni. Importante anche il costante impegno di relazioni pubbliche che viene attuato ad ogni livello imprenditoriale e istituzionale, considerando che la nazione è in forte espansione economica. Quindi anche in Brasile le prospettive di crescita per Valtellina sono concretamente interessanti, come confermano le commesse nei settori telecomunicazioni, reti in fibra ottica, energie rinnovabili.

Ed anche qui Valtellina vuole portare i valori che caratterizzano da sempre la storia dell’azienda: efficienza, disponibilità e serietà. Ecco perché ha organizzato un importante piano formativo per il personale brasiliano, che viene condotto da tecnici provenienti dall’Italia. Le squadre opereranno con gli stessi principi e modalità che caratterizzano la riconosciuta qualità operativa dell’azienda. Anche grazie a scelte come questa si rinnova giorno dopo giorno, al di là della localizzazione geografica o del tipo di cantiere, una grande storia imprenditoriale e lo spirito che animava il fondatore Cesare Valtellina.


8.

Una spettacolare immagine della città di Rio de Janeiro vista dal Pão de Açúcar, dominato dal monumento del Cristo Redentore.

9.

Gianpietro Valtellina insieme al fratello Roberto, davanti all’immagine del fondatore dell’azienda Cesare Valtellina.

9

Il Gruppo Valtellina ITALIA

FINVAL SPA

100%

ITALIA

VALTELLINA SPA

10%

51%

80%

GUATEMALA

ROMANIA

VALTELLINA CENTRO AMERICA SA

VALTELLINA EST EUROPA SRL

45%

50%

20%

80%

ARGENTINA

GUATEMALA

BRASILE

VALTELLINA SUD AMERICA SA

GRUPO TEKNOENERGY SA

VALTELLINA DO BRASIL

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IL MESSAGGIO FATTO PERVENIRE A GIANPIETRO VALTELLINA DALL’AMMINISTRATORE DELEGATO DI TELECOM ITALIA DOTT. MARCO PATUANO.

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GLI AFFETTUOSI AUGURI INVIATI A GIANPIETRO VALTELLINA DAI SUOI NIPOTI IN OCCASIONE DEL COMPLEANNO 2012.

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Supervisione e coordinamento Luisa Abati Testi a cura di Marco Sorelli Immagini Archivio storico Telecom Italia Archivio Valtellina Archivio Iosesse Morotti Progetto grafico e impaginazione instudio+digital Stampa GrafTeam srl Si ringraziano Chiara Ottaviano, Grazia Viola e Walter Tucci dell’Archivio storico Telecom Italia per la preziosa collaborazione

Finito di stampare nel mese di dicembre 2013



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