I'M MAGAZINE GENNAIO/FEBBRAIO 2012

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di Elisabetta Vairo

a Reggia di Caserta è uno dei più famosi e splendidi palazzi che un sovrano abbia mai fatto costruire. Voluto dal re di Napoli, Carlo di Borbone, il palazzo reale di Caserta poggia le sue fondamenta sul gusto del tempo, in quanto simbolo degli splendori e del mecenatismo delle monarchie del Settecento. Affascinato dal paesaggio casertano, e soprattutto cosciente della vulnerabilità della capitale, Carlo III non esitò a realizzare lì il suo progetto: un complesso architettonico che comprendesse, oltre al palazzo, il parco e la sistemazione dell’area urbana circostante, con l’approvvigionamento da un nuovo acquedotto, il futuro Acquedotto Carolino, che attraversasse l’annesso complesso di San Leucio. La reggia doveva essere simbolo del nuovo stato borbonico, icona della potenza ed efficienza del potere centrale. La realizzazione dell’immensa opera s’inseriva in un piano di azione ancora più grande. La nuova architettura e i nuovi piani urbanistici del regno preoccupavano e impegnavano molto Carlo di Borbone, in quanto erano parte essenziale e predominante del rinnovamento economico cui era finalizzata la sua politica innovativa. Il progetto architettonico, s’inseriva in uno scenario particolare: da un lato, infatti, il sovrano aspirava al superamento della monumentale cornice francese di Versailles, dall’altro dominava il desiderio del re di dare maggiore prestigio alla casata reale attraverso un decentramento delle sedi amministrative. Scelta dunque la locazione, Carlo III affidò l’opera architettonica al grande Vanvitelli che, nel pieno i’M

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