Atti Primo Convegno Nazionale dell'Olivo e dell'Olio

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Acta Italus Hortus 1: 370-375

Prove sulla radicazione di talee di cultivar siciliane di Olea europaea L.

Chiancone B., Macaluso L. e Germanà M.A.* Dipartimento SENFIMIZO, Sezione Frutticoltura Mediterranea, Tropicale e Subtropicale, Università di Palermo Root induction in cuttings of sicilian cultivars of Olea europaea L. Abstract. Up to now, almost 60% of olive plants on the market are self rooted plants. They have several advantages with respect to the grafted ones, such as the genetic homogeneity of the material, the shorter permanence in greenhouse and the lower costs of production. The main limiting factor for a larger diffusion of self rooted cuttings is the low olive attitude to rooting. The possibility of increasing rooting in a larger number of olive cultivars represents the starting point for a large scale utilization of self rooted cuttings and for their larger diffusion at nursery level. For this reason, several researches have been carried out to increase the rooting ability, through the treatments to the cutting, the use of nebulization and the basal heating. The present research has been carried out to evaluate the response to rhizogenesis of sixteen Sicilian cultivars, treating cuttings only with Indole-3butyric acid (IBA) or with oxygen peroxide and then with IBA. Both for the percentage of cuttings with callus and with roots, the rhizogenic answer has been statistically different among the cultivars and, per each cultivar, between treatments. For some cultivars, treatment with H2O2/IBA gave better results than treatment with only IBA. Key words: hydrogen peroxide, olive, propagation, rooting.

Introduzione L’olivo (Olea europaea L.) è una delle piante che più caratterizzano l’ambiente del bacino del Mediterraneo. Negli ultimi anni, l’olivicoltura ha cominciato a diffondersi in un numero sempre maggiore di Paesi e, quindi, la richiesta di piante di qualità di olivo è aumentata. In questo ambito, il comparto vivaistico acquisisce un ruolo chiave, ma è necessario che la ricerca scientifica continui ad approfondire le ricerche in modo da aumentare il livello qualitativo del materiale vegetale prodotto.

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agermana@unipa.it

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La propagazione dell’olivo si effettua principalmente mediante innesto su portinnesti ottenuti da semenzali o mediante talee autoradicate (Hartmann et al., 1990). In particolare, negli ultimi anni nel comparto vivaistico le piante autoradicate hanno acquisito la stessa importanza commerciale delle piante innestate. A tutt’oggi, circa il 60% delle piante di olivo presenti sul mercato sono piante autoradicate che presentano una serie di vantaggi rispetto alle innestate, fra cui l’omogeneità genetica del materiale, il ridotto periodo di permanenza in serra e i bassi costi di produzione (Briccoli Bati et al., 2006). Il principale fattore limitante per una maggiore diffusione delle talee autoradicate è la scarsa capacità rizogena dell’olivo. Nell’olivo, la formazione di radici avventizie può essere stimolata dall’apporto di auxine esogene, ma il loro ruolo nella radicazione non è esclusivo e altri composti sono coinvolti. Le poliammine (putrescina) e l’acqua ossigenata (H2O2) si sono dimostrati utili per indurre una precoce radicazione delle talee (Gaspar et al., 1997; Ozkaya et al., 1993; Rugini et al., 1990, 1997). Inoltre, a livello vivaistico, la combinazione dell’acqua ossigenata con l’IBA ha incrementato la radicazione, sia di cultivar ad alta (Frantoio) che a bassa (Gentile di Larino) attitudine rizogena (Sebastiani et al., 2002). L’induzione alla formazione di radici, così come la fisiologia dello sviluppo radicale sono processi molto complessi che sono mediati da diversi cambiamenti nel metabolismo della pianta come dimostrato dai molti fattori biochimici e molecolari coinvolti (Davis e Haissig, 1994; Altman e Waisel, 1997). Dalla scoperta e dall’identificazione del primo fitormone, l’acido indol 3 acetico (IAA), le auxine naturali e i composti di sintesi di questa categoria sono stati utilizzati come promotori della formazione di radici avventizie. Comunque, l’effettivo ruolo delle auxine nella radicazione è stato spesso sovrastimato o male interpretato. Gaspar et al. (1997) hanno infatti messo in evidenza come i livelli endogeni di IAA variano in parallelo con l’attività della perossidasi; la stessa IAA, per esempio, controlla l’attività della perossidasi coinvolta nella lignificazione (Ros Barcelo e Munoz, 1992) che è un processo fondamen-


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