Il Tulipano - 15 Novembre 2010

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il Tulipano IL WEB MAGAZINE SCRITTO DA TE

EDIZIONE NAZIONALE del 15 NOVEMBRE 2010 - ANNO I NUMERO XIX

QUEL FIORILLO CHE STA SUI MARONI LE SPINE CHE DIFENDONO LA VERITA’


il Tulipano FONDATORE Kevin de Bois

DIREZIONE VALERIO BARNABA CRISTIANO BRAVI ILENIA RAUSO REDAZIONE PATRIZIA MAZZEO RINALDI ALESSIA MOCCI ANTONIO CABITZA SERGIO POSTORINO RAFFAELE DIGREGORIO PAOLO ANDREOZZI PIETRO SERGI GIUSEPPE ARLIA GIUSEPPE ANDREA ARRIGO FRANCESCO PARRINO LOREDANA REINA GIORGIO PAGANO ZACCARIA GALLO VIGNETTE

ANDREA ANZALONE e il suo VIGNETTIFICIO I FIORI BLU LE VIGNETTE di CRUEL LE VIGNETTE di BANDANAX LE VIGNETTE di CLAUDIO LUCIA

GRAFICA

PAOLO AGNELLI VALENTINA GIULIANO

contatti:

redazioneviolantino@gmail.com


v e K l e d o i r a Il di KEVIN DE BOIS ANCONA

il Premier e il lea, io az F di a m m ra og villa sa di gustarmi il pr Mentre scrivo, in atte i si ritrovano in quella on zi ga le de e tiv et sp ri nannesse fecondi e fruttuosi inco der del Carroccio con di o og lu fu i on si ca oc i diverse – stituendo, oltre che, po co che in tante – diverse e no va da an si e ch o ze di govern li al regime del festino de fe tri strategici per allean i r pe um or at cc e refugium pe , viagra alla mano be eb er ch scopriremo essere anch an m ci li, bi persone ineccepi o in FLI che sta mandand con la minorenne, tutte di lo el qu ne so os sc no eione. U lita alle repubbliche pr e indagati per prostituz pu ri a un re da di e on che si prop frantumi l’esecutivo e nflitto d’interessi. co l su za ez nd fa ne la cedenti, prima tra tutte ione sulla storia di nz tte l’a ta al re ne te rchiamo di man one che In questo Tulipano ce vicini, insieme a pers o en m o ù pi i ic am tti i eme ad ione, cercheremo in tu Giorgio Pagano e assi az ip ec rt pa e e ss re te un forte in etta di portare il nostro rm stanno manifestando pe ci e ch a ic er m l’A ponte con e Monica, Loredana, ch na modi di organizzare un ia id ot qu ne io nz enzionata l’atte tandosi con i mezzi e ili ob m amico a Boston. Va m o nd te et m no in tantissimi stan Jessica, Alessandro e spone. conoscenze di cui si di che al pubblico ministero to ut at pr so e e ch an dichiamo razie a Patrizia che è G i. Questa settimana la de on ar M to er ob R o dell’Interno domande che sono le n co ha smentito il Ministr a st vi er nt l’i to n lei e ha realizza ete nella rivista er gg le e ch entrata in contatto co e, pp se iu G ri. Grazie anche a e che o caso De Magistris” arrivate dai nostri letto tr al un do en em “t no di sosteg . ha avviato una pagina sostenere questa Donna o m ia bb do hé rc pe il ci spiega a Buona inizio settiman

e buona Libertà a tutti


CESARE BECCARIA

L’opinione è forse il solo cemento della società. CESARE BECCARIA


POLITICA

POLITICA E MAGISTRATURA: UN CASO EMBLEMATICO DI PATRIZIA MAZZEO RINALDI

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AL TELEFONO CON IL PM DI PATRIZIA MAZZEO RINALDI

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SOSTENIAMO ANNAMARIA FIORILLO DI GIUSEPPE ARLIA

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Sommario LIFE

NO AL TABU’ DELLA MASTURBAZIONE, NO AI BAMBINI INFELICI DI PATRIZIA MAZZEO RINALDI

TALENTI

ATTUALITA’

QUATTRO ASSI (il poker non c’entra nulla)

CONCORSO ARTISTICO YOU ARTIST TALENT

UN SINNI PO’ CCHIU’ RA MUNNIZZA

“LE RONDINI” IL NUOVO DISCO DI MASSIMO DI VIA

DI PAOLO ANDREOZZI

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DI FRANCESCO PARRINO

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METTIAMO L’ITALIA AL LAVORO DI ANTONIO CABITZA

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DI ALESSIA MOCCI

FAMOSI E NON FAMOSI, QUALE DIRITTO ALLA SALUTE? DI LOREDANA REINA

SPEAKERS’ CORNER LA VERGOGNA DI ESSERE DISOCCUPATO

DENUNCIA AL COMUNE

SIAMO AD UN BIVIO DI PIETRO SERGI PAG.22

PAG. 24

PAG.28

DI GIUSEPPE ANDREA ARRIGO PAG.30

DI RAFFAELE DIGREGORIO

STORIE

DI GIORGIO PAGANO

PAG.26

PAG.32

PAG.33

SMILING

IL VIGNETTIFICIO BANDANAX CRUEL I FIORI BLU CLAUDIO LUCIA

LIBRI

IL MISTERO DI “ROTTA PER LEUKE” DI PEICO MONTAG EDIZIONI DI ALESSIA MOCCI

PAG.42

POETRY

“SUONATORE DI CORNO” DI MAURIZIO EVANGELISTA DI ZACCARIA GALLO

DIARIO DI VIAGGIO DI SERGIO POSTORINO

PAG.44

PAG.46


POLITICA POLITICA POLITICA E MAGISTRATURA: UN CASO EMBLEMATICO

Quando una telefonata ti salva la vita. PATRIZIA MAZZEO RINALDI VARESE

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a vicenda “Ruby” è già stata sviscerata dalla carta stampata e dai media nelle ultime settimane così tanto da rendere quasi inutile e sicuramente noiosa ai più una nuova ricostruzione dei fatti che avvennero la sera tra il 27 ed il 28 maggio all’interno della Questura di Milano e “dintorni”. Sarò quindi molto breve nel riportare solo gli avvenimenti essenziali e necessari a questo articolo che parte da questa vicenda per affrontarne anche altre, più allarmanti e scabrose forse e di più ampio respiro. Ruby, minorenne senza fissa dimora, sottrae dei soldi ad un’”amica” e viene portata in Questura per gli incombenti di rito. Una volta identificata, piuttosto che essere condotta in una comunità così come indicato dal p.m. di turno presso il Tribunale dei minori Annamaria Fiorillo, viene “affidata” al Consigliere regionale Minetti a seguito di intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri (sempre Silvio, per intenderci) che

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segnala un rapporto di parentela tra la ragazza e il presidente egiziano Mubarak (la realtà supera l’immaginazione tanto che una escort marocchina diventa per incanto egiziana e figlia di un diplomatico). Il caso esplode sui media qualche settimana fa e l’inchiesta aperta sull’operato della Questura di Milano si chiude in un nulla di fatto alla stregua delle dichiarazioni rese dal Ministro Maroni in Parlamento e delle conclusioni della Procura di Milano secondo cui la procedura seguita dagli organi di Polizia è stata conforme alle norme vigenti. Tutto sembrava essersi concluso (perlomeno riguardo all’operato degli agenti e funzionari della Questura) ma il p.m. Annamaria Fiorillo riapre il caso smentendo con forza le dichiarazioni del Ministro Maroni e chiedendo l’apertura di un’indagine al C.S.M. in particolare assumendo di non aver mai autorizzato la Questura di Milano ad affidare Ruby al Consigliere Regionale Minetti. L’interevento della Fiorillo ha

innescato per un verso la querela del Ministro Maroni e per altro la trasmissione degli atti dal C.S.M. alla procura generale della Cassazione per gli accertamenti del caso. Ancora una volta l’intervento del Presidente del Consiglio invade con un eclatante abuso di potere il campo riservato alla competenza di altri organi istituzionali e principalmente della Magistratura che in virtù di tale intervento (telefonico) non è in grado di rendere applicabile la legge in una situazione fisiologicamente chiara e di facile soluzione. Il lavoro di Annamaria Fiorillo viene letteralmente strumentalizzato quella sera per farle dire cose diverse da quelle in realtà dette per mascherare la realtà effettiva e gli interessi sottostanti all’intervento di natura esterna, sicuramente non ispirato al superiore interesse della giustizia. Per dirla in altri termini forse il Presidente del Consiglio ha avuto qualche momento di panico perché Ruby avrebbe potuto svergognarlo raccontando di feste e festini (Corona docet) ed ha


LA FOTO Annamaria Fiorillo

“sguinzagliato” nientedimeno che la sua giovanissima ex igienista dentale per togliere di mezzo le prove a qualunque costo. Annamaria Fiorillo, a questo punto, assume quasi il ruolo dell’imputata ed è costretta a difendersi solo per fare emergere una verità che dovrebbe essere consacrata negli atti processuali e che invece è rimasta nascosta nelle pieghe della documentazione della Questura. Sono ancora una volta i magistrati a doversi difendere da interventi della politica per aver cercato (non sempre con risultati positivi) di applicare la legge secondo i principi della divisione dei poteri in conformità al giuramento prestato ed all’etica professionale, ed altresì a ricorrere all’organo di autogoverno per la tutela della loro persona e del loro lavoro. E’ questo il significato della vicenda Ruby che intendo sottolineare e portare all’attenzione dei lettori, al di là di quanto è stato già evidenziato dai media: la denuncia del p.m. Fiorillo è la denuncia di tutti i giudici della Repubblica che (al di là di qualche eccezione) chiedono solo di poter fare il loro mestiere senza condizionamenti

da parte di alcuno e tantomeno da parte del potere politico, al quale chiedono viceversa appoggio e strutture per il corretto esercizio della giurisdizione. Questo è il mio contributo offerto per una migliore comprensione della vicenda Ruby; è sicuramente un contributo limitato ma al contempo arricchito da una preziosa esperienza familiare che mi ha portato a respirare (sia pure involontariamente) un’aria permeata di senso della giustizia e dei valori ai quali si ispira quotidianamente il lavoro dei giudici. Mi ritengo fortunata perché conosco personalmente dai lontani anni della mia laurea in legge una donna come Annamaria che fa il suo lavoro perché crede davvero che bisogna rendere conto ai cittadini e non ai partiti, che ha costruito la sua carriera studiando anche di notte e non frequentando un salotto politico che poi ti raccomanda e ti trasforma a venticinque anni da igienista mentale a consigliere regionale della Lombardia. Una donna cresciuta da un padre (a sua volta magistrato), che le ha trasmesso gli ideali che dovrebbero permeare davvero questo

lavoro, la scelta di indipendenza dall’ambito politico e l’affermazione sempre e comunque del principio di legalità che hanno spinto Annamaria a non stare a guardare questo scandaloso scempio ma a denunciare l’ennesimo attentato alla giustizia perpetuato dal tiranno durante una delle sue prove generali di governo dittatoriale.

Un particolare ringraziamento ad Annamaria, intervenuta indirettamente alla stesura di questo articolo ed anche a mio padre.

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POLITICA POLITICA AL TELEFONO CON IL PM

PATRIZIA MAZZEO RINALDI VARESE

L

La lunga intervista telefonica di stasera con Annamaria è in primo luogo una piacevole conversazion con un’amica di vecchia data, disponibile e gentile che, con grande apertura mentale, semplicità e passione collabora a dissipare i nostri interrogativi e a rispondere alle nostre domande.

e chiedo in prima battuta quali sono i suoi stati d’animo in questo momento di tensione (anche se siamo al telefono sento la sua stanchezza) e lei mi risponde di getto dicendomi ...

“Mi assumo ogni responsabilità di ciò che ho fatto e detto in questa vicenda, il mio unico rammarico è quello di aver agito senza essere autorizzata dal mio “capo” quando ho esposto il disappunto perchè mi si voleva attribuire manipolando e strumentalizzando il mio lavoro l’autorizzazione dell’affido di Ruby alla Minetti.” Una boutade -dice lei- che le costerà forse un provvedimento disciplinare, un’azione impulsiva di chi si è sentita usata e non ha saputo tacere. “Un’altra volta”, continua, “la forma coprirà la sostanza, e il coperchio politico andrà a coprire situazioni poco chiare che finiscono nel dimenticatoio come tante altre”. Mi dice che tanti le avrebbero consigliato che era meglio non far esplodere la bomba, abbozzare e chiudere la vicenda per non avere guai. Ma lei proprio non può mettere a tacere se stessa ed i valori per i quali combatte da sempre: il principio di legalità, l’indipendenza della giustizia, l’amore e la passione per la libertà da una tirannia dello strapotere di chi fa la voce grossa per coprire i suoi affari privati. Crede ancora che se ognuno facesse il suo lavoro secondo l’etica professionale, si vivrebbe in uno Stato democratico che tutela i cittadini e che protegge le libertà individuali e le Istituzioni.

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“Non cerco la notorietà”. E infatti rifiuta i mille inviti alle trasmissioni tv perchè non vuole il contraddittorio o il dibattito ma solo esporre i fatti veri (come ha fatto ieri su raitre nella mezz’ora con L. Annunziata). Quasi è lei ora che si deve difendere dalle ripercussioni che questo caso sta generando. Un presidente del consiglio si inventa un caso diplomatico per coprire i suoi giri poco chiari, la polizia lo asseconda, un pm viene strumentalizzato: questo dove va a finire??? “Non so”, mi dice infine, “quanto è stato registrato dalle telefonate alla questura perchè Berlusconi ha chiamato il capo di gabinetto e non direttamente la polizia di Milano ma se si andasse a verificare il tutto sarebbero solo ulteriori prove a mio discarico. Ho agito secondo le procedure di rito e non andavo ad immaginare minimamente che poi le mie disposizioni sarebbero state travisate ad hoc”.


“Quando sono andata a riprendermi le carte relative a quella sera perchè me lo ha chiesto il mio superiore per aggiungere delle annotazioni su quanto ricordavo di quella sera e quando ho sentito tv e giornali allora ho capito che ero stata strumentalizzata”.

“Mi occupo spesso di queste situazioni e anche di bambini e prendo a cuore il mio lavoro sempre, ad ogni costo perchè ci credo”.

“Mai potrei chiudere gli occhi davanti a tali cose e porterò avanti questa non come una battaglia personale ma come una giusta affermazione dei principi che ogni individuo dovrebbe osservare”. “Grazie al Tulipano che mi sostiene e a Patrizia che mi manifesta la sua e la vostra solidarietà.. è anche per persone come voi che combatto quotidianamente”.


POLITICA POLITICA SOSTENIAMO

ANNAMARIA FIORILLO, il pm che ha smentito maroni sul caso ruby GIUSEPPE ARLIA

Tutto inizia, per me, con le dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati dello scorso 2 novembre: “Le procedure di identificazione, fotosegnalazione e affidamento sono state correttamente eseguite e non sono previsti ulteriori accertamenti sul punto”. Rimango basito? Passi per le procedure di identificazione e foto segnalazione, ma come è possibile che la Procura non riscontri irregolarità nelle procedure di “affidamento”.

O

ra, io non sono certo un esperto conoscitore delle disposizioni normative relative dei minori, bensì solo un semplice cittadino mediamente informato. Avevo però letto tutto quello che potevo leggere sul cosiddetto “caso Ruby”, e niente poteva farmi immaginare che fosse possibile considerare corrette le modalità attraverso le quali nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 la Questura di Milano aveva affidato la minorenne Ruby alla “Consigliera regionale con incarico alla presidenza del Consiglio” (che, en passant, è una carica inesistente e falsa) Nicole Minetti. Il Procuratore capo della Repubblica di Milano Bruti Liberati lo conosco come un magistrato integerrimo. Tuttavia, non capisco. Ma immagino il seguito!... Infatti, poche ore dopo Maurizio Lupi (PDL) a Ballarò usa le dichiarazioni del Procuratore per smontare a modo suo l’inchiesta, o perlomeno la parte formale (quella politica, per chi a orecchie per sentire e occhi per vedere, è inemendabile). Passano pochi giorni. Il 9 novembre Maroni nella risposta all’interrogazione parlamentare delle opposizioni ha buon gioco a citare le parole di Bruti Liberati: “tutto si è svolto regolarmente”…

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A questo punto, quando ormai la frustrazione mia e presumo di molti altri stava per prendere il sopravvento, Annamaria Fiorillo, PM di turno durante la surreale notte in cui tutto è iniziato, spariglia le carte, affermando con forza la sua verità!!! Il resto è noto. Anche se ancora tutto è anche magmatico. Personalmente, credo sia necessario chiarire alcuni passaggi in modo da fare chiarezza: 1. il Procuratore Bruti Liberati dovrebbe perchè non ha ascoltato il PM Fiorillo; 2. il Procuratore dovrebbe quindi farlo ora, in modo capire (e far capire) cosa è successo quella notte durante la telefonata tra il PM e il Commissario Iafrate, secondo la quale “l’affido è stato dato in accordo con il PM Fiorillo”; 3. il CSM ascolti Bruti Liberati e acquisisca i fatti. Se tale iter darà ragione al PM Fiorillo, qualcuno dovrà perlomeno scusarsi...

Per concludere, voglio dire perché appoggio Annamaria Fiorillo.


Sostengo il magistrato. Fedele ai suoi principi, che sono o dovrebbero essere anche i nostri: le Regole uguali per tutti, le Norme, la Legge, la Costituzione italiana. E sostengo la persona. Annamaria Fiorillo è una persona mite, che aveva e ha tutto da perdere in questa storia. Poteva semplicemente girarsi dall’altra parte e nessuno l’avrebbe mai biasimata (anche perché nessuno avrebbe mai saputo niente…).

Mi ha commosso la sua risposta all’ultima domanda che Lucia Annunziata le ha posto nel corso dell’intervista andata in onda oggi a “In mezzora”: <<non teme che possa accaderle quello che è già successo a torto o a ragione a un’altra donna magistrato, Clementina Forleo, di passare per una instabile? Perché delle donne si dice spesso così>>.

<<L’ho messo nel conto. Io sono una persona comune con un ruolo importante, devo ai cittadini la verità dei fatti>>.

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ATTUALITA’ ATTUALITA’ QUATTRO ASSI

(il poker non c’entra nulla)

PAOLO ANDREOZZI ROMA

Perché Berlusconi non si dimette ? Per due ragioni, una banalissima e una appena meno scontata. E perché i “poteri forti” non lo dimissionano, volente o nolente ? Per altre due ragioni una comprensibile e una inconfessabile.

La politica italiana, la vita stessa del Paese, sono ormai agonizzanti perché inchiodate da tempo a quattro assi in croce, intagliati nel legno da queste ragioni. Vediamole:

UNO.

Berlusconi non si dimette, nonostante non abbia più la forza politica di governare l’Italia (di governarla “davvero” – e posto che ne abbia mai avuto la volontà da statista), banalmente perché la sua posizione di Premier è un salvacondotto giudiziario personale e, insieme, un “condono preventivo” al suo aberrante monopolio mediatico. Finisse a breve la sua parabola di Presidente del Consiglio, Berlusconi dovrebbe infatti cominciare a rispondere alla giustizia al pari di un cittadino come gli altri (quasi come gli altri, visto che le depenalizzazioni e le prescrizioni facili se l’è già assicurate), e inoltre nessuno saprebbe garantirlo contro la possibilità che un diverso potere politico ristabilisca condizioni di

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libertà in campo televisivo e pubblicitario, a danno delle aziende sue e dei suoi figli.

DUE.

Berlusconi non si dimette, nonostante – se così volesse, come estremo rimedio – potrebbe scampare in un qualsiasi altrove superdorato e finire là i propri anni tra i noti passatempo preferiti, perché non glielo permettono. Chi è che non glielo permette ? Ma il blocco di poteri che lo sostiene dalla “discesa in campo!” Il quale blocco – economico, finanziario, politico – non può concedersi il lusso di far a meno di un front-man che ha saputo indurre il gusto del pubblico in una certa direzione e intercettarlo finora così straordinariamente bene, e che al riparo di questa lunghissima “luna

di miele” tra Berlusconi e la “pancia” del Paese ha fatto affari in misura stratosferica. Se Berlusconi e la sua corte traslocassero ad Antigua – per dirne una – chi suonerebbe il piffero nelle orecchie degli italiani ? C’è il rischio che si sveglino dall’incantesimo e che la festa finisca (la festa degli affaristi soltanto, ovviamente). Quindi lui resta dov’è, pure fosse controvoglia, e per il disturbo gli fanno fare un po’ quel che vuole con chi gli pare – i megafoni dell’informazione “di palazzo” sempre pronti a trovare e diffondere mille giustificazioni per gli eccessi più gaglioffi del “capo”.

TRE.

Questa terza ragione potrebbe somigliare alla seconda (“i poteri


forti non permettono a Berlusconi di andare in pensione”), e invece richiede un passaggio analitico distinto: il blocco di poteri che sostiene Berlusconi non è unito, ma scisso in due parti. Una parte è quella “meno vorace”, o più lungimirante, che sarebbe già pronta ad agganciare le proprie strategie di interesse a uno scenario più europeo e meno populista, e far fronte alla crisi globale insieme all’intero sistema-Paese riformato (beninteso, sempre con estrema cura per i propri vantaggi economico-finanziari – e se poi anche i cittadini italiani ci guadagnano qualcosa in termini di ripresa, tanto meglio per loro). Ma l’altra parte no: trovandosi costituita da forze più o meno rispettabili ma congenitamente non predisposte al “gioco grande” del capitale e della democrazia (ciò che invece è consolidata realtà nei grandi Paesi occidentali), essa può sopravvivere solo grazie all’arretratezza italiana sia nelle infrastrutture materiali che quanto a diffusione di senso civico. E’ miope da far paura, come tattica, eppure è così. Questa seconda “fazione” (la cui espressione politica è in gran parte la Lega e lo zoccolo duro di Forza Italia, e ha la consistenza sociale della piccola borghesia e dei ceti popolari “anti-politici”) vede in Berlusconi – e in lui soltanto – il proprio “campione”, e lo voterebbe sempre e comunque a dispetto di qualsiasi scandalo o “sputtanamento” tranne nel caso in cui fosse Berlusconi stesso a designare qualcun altro come proprio successore ideale. Al contrario, la prima fazione è

giusto quella che si sta allineando già da un po’ sulla traiettoria che in Parlamento va da Fini a Casini e a Rutelli e in società da Marcegaglia a Montezemolo e a De Bortoli, ma che temporeggia nel “mollare” Berlusconi perché un altro nome capace di attrarre da solo più di dieci milioni di voti a botta non si trova mica a ogni angolo di strada. (Chiedere ai ricconi americani, che per avviare la deregulation degli anni ’80 senza che l’opinione pubblica si accorgesse subito del “pacco”, hanno dovuto prendere in prestito da Hollywood Ronald Reagan !) Quindi, su questo terzo asse, Berlusconi resti inchiodato al suo posto finché o lui stesso non “benedirà” pubblicamente l’erede al trono oppure un sondaggio non rassicurerà i poteri forti che è pronto e spendibile un altro grande seduttore, arrivato dalle file dei suoi ex-alleati o da chissà dove.

QUATTRO.

Berlusconi non viene dimissio-

nato perché altrimenti l’Italia diventa il Medio Oriente: nel senso che in tal caso la strategia della tensione e la stagione delle stragi di antica o più recente memoria si salderebbero insieme, e la destabilizzazione del Paese sotto ricatto sarebbe all’ordine del giorno – di nuovo e per chissà quanto. Presupposto logico a questa quarta e ultima ragione della permanenza di Berlusconi al proprio posto – a dispetto di tutto – è che il più forte tra i poteri forti che lo sostengono dalla prima ora, sia un potere criminale. E, più precisamente, che esso sia quello stesso potere multiforme e occulto (o i suoi “aggiornamenti”) il quale è intervenuto senza scrupoli ogni qual volta l’Italia lungo la propria storia repubblicana “ha corso il rischio” di diventare un Paese normale: per esempio dopo il ’68 studentesco e l’autunno caldo del ’69, con il golpe fallito per un pelo e con le bombe da piazza Fontana a piazza della Loggia; per esempio dopo l’avvicinamento tra la DC di Moro e il PCI di Berlinguer,

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ATTUALITA’ ATTUALITA’ col rapimento e l’esecuzione di Moro – appunto – e con le altre stragi fino alla stazione di Bologna; per esempio dopo i successi giudiziari di Milano contro tangentopoli e di Palermo contro la mafia, con la delegittimazione sistematica della magistratura e con le bombe alle città d’arte, fino alle uccisioni di Falcone e Borsellino e loro scorte. Bene (bene, si fa per dire): dopo l’eventuale “deposizione” di Berlusconi e lo stop al predominio del potere fuorilegge che (in questa ipotesi “di scuola”) lo ha intenzionalmente “creato” a suo tempo e sorretto finora, la repubblica semplicemente verrebbe fatta precipitare nel caos più violento. Gli antagonisti di Berlusconi – secondo tale schema: i rispettivi vertici di tutte le entità politiche, economiche, sindacali, sociali e culturali dell’Italia legale – lo sanno, e di conseguenza si guardano dall’accendere una miccia tanto distruttiva: Silvio I resti sul trono, e il popolo non intuisca che un dubbio.

PS:

Ma allora ?

E allora probabilmente sono già in corso trattative sotterranee, trattative fra i cui attori ci sono forse anche cordate di raggio internazionale (Vaticano compreso), perché quel potere a-legale autoctono ceda qualcosa in cambio di qualcos’altro; magari con la prospettiva di margini di guadagno inalterati, grazie a una ridistribuzione geopolitica globale (“Mai sprecare una bella crisi !”) che consenta un sussulto di “dignità democratica” perfino in questo nostro tassello a forma di stivale. Se così è, la trattativa somiglia (benché su scala di poteri e interessi assai più ampia) a quella che portò alla consegna di Riina alla legge, previa sconfitta dei corleonesi e riassetto della direzione mafiosa in termini meno eclatanti e più affaristici: diciamo allora che, se è così, Berlusconi e i suoi “corleonesi” tra non molto potrebbero essere “consegnati” allo Stato senza grosse rappresaglie traumatiche solo nel caso in cui sia stato trovato un compromesso temporaneo

(temporaneo di un paio dei prossimi decenni, almeno) fra tutte le diverse esigenze in campo. Tra le quali anche quelle del popolo italiano, certo, sovrano secondo la Costituzione – e però ignaro. E’ per una o più d’una tra queste ragioni che l’agenda del Paese è fissa da tanto tempo sullo stesso foglio; è con una o più d’una tra queste dinamiche, presto o tardi, che volteremo pagina.

Ma tutto ciò, si contesterà, fa letteralmente a pugni con l’idea stessa di libertà, di autodeterminazione. Di diritto. E infatti (avrei dovuto dirlo all’inizio) qui siamo nell’ora di Storia.

(Dove il “poker” si gioca così).

Il potere criminale di cui al punto 4 è un potere enorme, spietato. Un potere che scrive la Storia – tanto per restare in materia. Tuttavia ce n’è un altro alla sua altezza: uno soltanto. Ed è – pensate – un potere legale, rispettoso della Costituzione e prima ancora della civile convivenza, condizione di ogni progresso. Un potere alla luce del sole e altrettanto enorme di quello nell’ombra se solo riesca a divenire consapevole di sé, coeso, efficace – e allora è in grado di cambiare la rotta di una Nazione. Questo potere è l’opinione pubblica. E qui è ad esso che si prova a dare, umilmente, un qualche impulso.

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ATTUALITA’ ATTUALITA’ Un sinni pò cchiù ra munnizza

L

L’emergenza rifiuti purtroppo non smette di mietere vittime

a situazione risale addirittura al marzo dello scorso anno dove la discarica di Bellolampo ha raggiunto l’apice della sopportazione con la quarta vasca di contenimento ormai del tutto inutilizzabile. Al sindaco di Palermo, Cammarata, vengono contestate ipotesi di reato che vanno dal disastro doloso all’inquinamento delle acque e del sottosuolo, dalla truffa alla gestione abusiva della discarica, fino all’abbandono dei rifiuti speciali. Secondo l’accusa, infatti, Cammarata avrebbe impartito gli ordini su come gestire l’ex municipalizzata e anche la discarica, in tal merito si pronunciò anche il dipietrista Leoluca Orlando (peraltro ex sindaco di Palermo) chiedendo al Governo d’intervenire sulla faccenda, cosa che in realtà non è mai avvenuta visto che in città l’unica cosa di una certa rilevanza sul piano nazionale oltre all’enorme accumulo d’immondizia è stato l’arrivo del Papa (con quali soldi s’è pagato questo lieto evento poi è un vero e proprio mistero) ma per il resto molta poca roba. Considerate che oltre all’avviso di garanzia notificato a Cammarata c’è da aggiungere lo sciopero dei lavoratori dell’Amia a causa sia dei mancati pagamenti (praticamente hanno lavorato gratis per quasi 3 mesi e il contratto collettivo non viene rinnovato dal 1999) sia soprattutto come segno di protesta nei confronti dell’amministrazione cittadina la quale invece di risolvere il problema come si dovrebbe fare all’interno di una società civile e soprattutto in una condizione al limite dell’oblio ha risposto così allo sciopero:

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FRANCESCO PARRINO PALERMO

“L’astensione dal lavoro dei dipendenti AMIA in questo momento così difficile e delicato è il segnale di una grave mancanza di responsabilità e di rispetto innanzitutto per i cittadini di Palermo ma anche per quanti si stanno adoperando per cercare di trovare gli strumenti finanziari che consentano all’azienda di rimettere in pari il conto economico”. “Non intendo consentire – conclude Cammarata – che la città venga sommersa dai rifiuti, né accettare a cuor leggero che una azione di protesta francamente rinviabile blocchi di fatto in maniera così pesante il servizio di raccolta. In questi giorni l’amministrazione si è adoperata per porre le basi di un rilancio dell’attività dell’azienda. Con questo atteggiamento i lavoratori e i sindacati non ci aiutano di certo”, ( buco che per chi non lo sapesse è di 150 milioni di euro, ndr). Queste ultime parole risalgono al Maggio del 2009, a distanza di un anno s’è parlato di aiuti da parte di imprese estere come la Ryanair con cui s’è giunti alla possibilità d’affittare dei Compattatori visto che quelli di Bellolampo sono andati e la situazione sembrava essersi risolta o quantomeno fosse sulla via della risoluzione, ma a tutto questo bisogna aggiungere come sia stato posto una sorta di veto da parte dell’opinione pubblica. Il sottoscritto per esempio ha visto le prime immagini in tv dell’immondizia di Palermo sapete dove? Al Crozza Alive dove mi ha colpito una frase di Crozza il quale disse: ”l’immondizia di Napoli fa audience, quella di Palermo no” ed effettivamente se avete visto i vari telegiornali, s’è parlato poco, anzi, non s’è parlato affatto di questa emergenza rifiuti, al punto che una serie di fattori come la totale indifferenza generale e una


situazione decisamente delicata hanno comportato atti di vandalismo al limite della rivoluzione civile. Da quasi un anno infatti vengono bruciati cassonetti, la gente s’è stancata di dover camminare per strada con il rischio di beccarsi malattie dai topi o insetti di vario genere, poi una totale fase di stallo visto che si proseguiva con una sorta di falsa raccolta differenziata, vi chiederete ma perchè falsa? Perchè troviamo 3 campane che venivano sì svuotate ma tutte nello stesso inceneritore e trasportate nello stesso tritarifiuti quindi alla fine era soltanto una raccolta differenziata in apparenza, giusto per far credere d’avere a cuore il riciclaggio dei rifiuti finchè qualche mese fa, Palermo s’è adeguata al resto d’Italia ( e direi anche meno male visto che sotto questo profilo eravamo all’età della pietra). Per risolvere il problema, anzi, l’emergenza rifiuti, l’Amia assieme a un’altra impresa, l’Unieco, ha sviluppato un nuovo sistema con vari filtri, organico, indifferenziato, carta vetro e plastica tenendo presente che anche il minimo errore comporta una multa salatissima a tutto il condominio. Immaginate dei cittadini che per quasi 30 anni ammassavano i rifiuti in un sacchetto e poi li buttavano nel cassonetto vicino casa, e adesso di punto in bianco devono separarli in vari sacchetti in base alla natura del rifiuto, dopo i primi periodi di smarrimento generale fortunatamente i cittadini hanno iniziato a capire l’importanza di questo gesto, purtroppo però è successo un imprevisto: nelle ultime settimane la raccolta differenziata è andata a rilento soprattutto nelle zone più povere della città dove l’immondizia è andata ad accumularsi sempre di più, vi sono quartieri, come Partanna, Mondello e Bonagia, dove da oltre dieci giorni non viene effettuata la raccolta a causa delle continue difficoltà dell’azienda comunale Amia che non riesce a risollevarsi dal deficit benchè il Comune nell’ultimo anno abbia aumentato del 175% la Tarsu, oggi tra le più alte d’Italia, tassa che peraltro in alcune zone è più alta e in altre più bassa ma ciò non toglie che i cittadini palermitani spendano una cifra spaventosa per un servizio che neanche funziona.

L’aumento del 175% è un disperato tentativo di cercare di ripianare l’enorme debito oltre che cercare di ottenere quei fondi necessari per riparare l’inceneritore di Bellolampo che s’è nuovamente danneggiato, nel frattempo è stato ordinato il pezzo di ricambio e considerando come vanno le cose in Italia ci vorrà un bel pò di tempo prima che arrivi, che venga installato e che tutto torni quantomeno in una condizione civile. Ieri è sceso in campo il sindaco Diego Cammarata che ha chiesto ai vigili urbani di vigilare sul rispetto da parte della cittadinanza della fascia oraria nella quale è consentito buttare l´immondizia, cioè dalle 18 alle 22. Un modo, spiega in una nota il primo cittadino, «di ridurre i disagi di questi giorni». Cammarata ha anche chiesto all´Amia una relazione «per conoscere quali siano i provvedimenti che l´azienda sta mettendo in atto per riportare la raccolta dei rifiuti a una situazione di normalità e quali provvedimenti l´Amia intenda adottare per evitare che analoghe agitazioni possano determinare ulteriori disagi». Anche in questi giorni la città si sta risvegliando sommersa dai rifiuti: cumuli di spazzatura nelle vie Sammartino, De Spuches, La Lumia, Ammiraglio Rizzo e nei quartieri periferici, da Bonagia a Borgo Nuovo. Alcune notti fa sono andati di nuovo in fiamme decine di cassonetti: i vigili del fuoco sono intervenuti in via Mongitore, via Puglisi, via D´Ossuna, via Benedettini, via Bronte, via Bennici, via Montesanto, via Albiri e nei pressi di Villa Bonanno. L’Amia prosegue la raccolta ordinaria e ha messo al lavoro anche i mezzi con pale meccaniche denominati Mammutt in grado di tritare 100 tonnellate di rifiuti al giorno, soluzione drastica per rimuovere i cumuli di spazzatura che hanno invaso soprattutto le periferie. Fino alle 5:30 della mattina di giovedì 11 novembre sono divampati roghi in viale Regione Siciliana e nella zona di Corso dei Mille. La situazione è critica, le soluzioni sono poche e se si continua in questo modo c’è il serio rischio che la situazione possa degenerare in una guerriglia proprio come quella di Terzigno, mi auguro che al più presto l’Amia e l’amministrazione Cammarata riescano a risolvere questa situazione sempre più delicata.

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ATTUALITA’ ATTUALITA’ METTIAMO L’ITALIA AL LAVORO

H

a suscitato un’eco mondiale il crollo della Domus dei Gladiatori a Pompei. In contemporanea assistiamo al crollo, con infamia e senza lode, della “Casa delle Libertà” che fa da pilastro al governo nazionale. Una vergogna per l’Italia ha dichiarato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una vergogna per tutti noi anche le performances porno-politiche del premier incaricato a tutelare il bene pubblico , off border, che hanno suscitato ilarità e ribrezzo in tutte le latitudini. D’altronde è un classico quello di abbandonarsi ai sollazzi quando s’intravede la fine imminente del proprio regno. Gli ultimi giorni di Pompeo Silvio.

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ANTONIO CABITZA CAGLIARI Questi segni tragici ci danno la misura della gravità dei problemi che abbiamo accumulato dopo decenni di incuria, sottovalutazione, tagli indiscriminati ed incompetenza, specialmente l’incompetenza. Il degrado del nostro patrimonio largamente inteso, va’ di pari passo con il declino morale ed il disfacimento dell’etica della classe dirigente. Che non solo posiziona nei posti di comando degli incapaci purchè fedeli al sovrano ma recita costantemente un mantra che ripete: siamo bravi e migliori degli altri. Fino al punto di autoconvincersi che non ci sia bisogno di alcun intervento in tutti i settori nevralgici e strategici per la nostra stessa esistenza e ragione d’essere.

La realtà è ben diversa. Il governo del “fare finta di niente” ha ridotto questo nostro paese allo sfascio. Se buttiamo il nostro sguardo dopo i beni archeologici, a musei, scuole, ospedali, strade, ponti, beni ambientali, ciclo dei rifiuti, ricostruzioni di intere città devastate da terremoti o sommerse da alluvioni ricorrenti constatiamo che è tutto precario, pericolante, raffazzonato, provvisorio, incompleto, abbandonato, manomesso e devastato. Più passa il tempo e più cade in desuetudine ciò che abbiamo costruito negli anni del boom economico e si sfarina quel lascito delle civiltà e dell’arte che hanno popolato la nostra penisola. Ma quello che stupisce e lascia senza parole è constatare che abbiamo un esercito di disoccupati, il 30% dei giovani in cerca di un primo impiego, tantissimi precari e lavoratori a tempo parziale o cassaintegrati. Gli inattivi, insieme a pensionati e pre-pensionati, costituiscono oltre il 65% della popolazione. Siamo un paese fermo, senza guida ed incapace di prendere decisioni. Forse veramente restiamo in attesa dei miracoli? Di una nuova separazione delle acque, nel mare Mediterraneo? O dei supermen della protezione civile? O, piuttosto, siamo vittime di incantatori


e furbastri che promettono la moltiplicazione dei pani e dei pesci da sempre senza riuscirci. A fronte di bisogni immensi, di impellenti cure e restauri grandiosi, di urgenti esigenze per l’ammodernamento delle infrastrutture, c’è un esercito di braccia e di cervelli senza forze ed idee, parcheggiato ed allo sbando. Un popolo che non viene assolutamente interpellato ed incoraggiato a rispondere dei destini delle proprie famiglie e delle proprie comunità. Si dirà, da destra o da sinistra, che non ci sono i soldi. Che abbiamo un debito pubblico enorme. Che tutti gli sforzi vengono vanificati dalla burocrazia e che le risorse sono divorate da una malavita ed una politica criminale che controlla intere regioni. E’ tutto vero. Ed è da qui che deve partire la rivoluzione italiana, il nostro New Deal. Dobbiamo buttare il cuore oltre l’ostacolo.

Dobbiamo mettere l’Italia a Lavoro.

Per fare questo facciamo appello a tutte le nostre risorse creative e di laboriosità. Dobbiamo scovare i fondi che si nascondono nelle piaghe/pieghe del nostro decrepito sistema. Accogliere gli aiuti cheprovengono da popoli qui presenti e troppo a lungo discriminati che chiedono solo di formare le loro famiglie, di pregare il loro dio e di osservare le loro tradizioni. Le risorse di cui disponiamo sono ingenti. Passano dai 120 miliardi di evasione fiscale e dai 60 miliardi di euro che fattura il lavoro nero. Risorse rapinate agli onesti ed ai disoccupati, in regime di concorrenza sleale, in conflitto d’interessi. Sottratti ai precari e da quelli costretti alla cassa integrazione o al prepensionamento. Succhiati agli schiavi del lavoro nero e dai delusi per la ricerca vana di un impiego.

Ma se le misure di recupero delle tasse e dei contributi evasi tardassero ad arrivare non si può stare fermi in attesa di chissà quali eventi. Per creare i milioni di posti di lavoro che servono, occorre chiamare a contribuire i benestanti in modo forte e determinato. Se loro stessi vogliono vivere in un paese moderno, efficiente e possibilmente con redditi dignitosi, non hanno altre strade davanti. Dovrà essere lanciata una particolare sottoscrizione di un Buono della Rinascita Italiana che rimetta in sicurezza le finanze statali e offra il carburante alla ricostruzione del paese. Senza più il fardello del debito ed il richiamo continuo della UE a contenere la spesa pubblica, potremo finalmente dare spazio ai progetti di innovazione e di risanamento del patrimonio artistico e archeologico.

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ATTUALITA’ ATTUALITA’ Le risorse ambientali ed artistiche sono quelle che la natura e la storia ci hanno trasmesso in modo cospicuo. Questo patrimonio, unico al mondo, deve costituire un’opportunità in grado di ripagare gli insuccessi e le disavventure di un frammentato e parcellizzato settore manifatturiero che specula e si orienta verso i paesi a basso costo. L’unica “industria” che non può delocalizzare è Pompei, gli Uffizi, il Colosseo, i musei Vaticani, Venezia e tutte le altre città d’arte. Sono il nostro oro, di un valore superiore al fatturato di Fiat ed Enel messe insieme. Questa sottoscrizione di fondi deve essere elargita generosamente e, possibilmente, a fondo perduto, dai ceti che si sono arricchiti illegalmente ma anche da tutti coloro che credono nel futuro del nostro paese e non si rassegnano al declino. Siamo arrivati ormai ad un punto di non ritorno perché se non attiviamo in tempo uno sforzo collettivo, mettendo mano al portafoglio ed attingendo alle ricchezze occulte nazionali, uno sforzo straordinario che assomigli ad una Gara per la Vita del Nostro Paese, ne usciremmo disintegrati e schiacciati dalle nostre responsabilità. Per un popolo che ha dato le fedi nuziali ai sogni di gloria effimera del fascismo, beh questa è una più nobile e più urgente causa. Altro che l’oro alla Patria e per le stragi coloniali. Sarà una necessaria scommessa per offrire una nuova opportunità all’Italia onesta.

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Vorrei, pertanto, raccomandare caldamente i vari leaders che si offrono per cambiare le attuali anguste sorti italiane, di basare su queste proposte i loro programmi. Se i vari Bersani, Vendola e Fini oltre che Di Pietro ed i sindacati tutti, Confindustria, artigiani e commercianti non ragionano e si convincono di queste urgenze, ci penserà la storia a stabilire chi ha sbagliato e chi no. Chi doveva agire e non lo ha fatto.

Perciò: Mettiamo al lavoro l’Italia.


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STORIE STORIE FAMOSI E NON FAMOSI, QUALE DIRITTO ALLA

SALUTE??

Anche questa settimana ci occupiamo della storia di Giorgio Pagano, il ragazzo malato di distrofia muscolare entrato ormai nel cuore di tutti noi.

G

LOREDANA REINA VARESE

iorgio ha saputo conquistarci con la sua simpatia, la sua forza di volontà che gli permette di andare avanti e trovare ogni giorno le motivazioni per non arrendersi. E sì che ne avrebbe di motivi per abbattersi… Non bastasse la malattia, Giorgio continua la sua battaglia contro le istituzioni, contro chi non gli garantisce quello che è un diritto fondamentale nella vita di un malato, il DIRITTO ALLE CURE E ALL’ ASSISTENZA. In uno Stato che si definisce civile, non ci sarebbe nemmeno il bisogno di lottare per vedere riconosciuti i propri diritti. Proprio per questo, lo scorso martedì 9 novembre Giorgio è stato a Roma, in Piazza Montecitorio, per protestare e chiedere a chi di dovere di ascoltare la sua storia. Giorgio ha avuto modo di parlare con Ignazio La Russa, Ministro della Difesa che gli ha garantito

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che si occuperà della vicenda…. Speriamo non si tratti del classico “le faremo sapere”, ma che alle parole seguano dei fatti concreti, è questo quello di cui ha bisogno. Il tempo delle belle parole, delle promesse vane è finito, ora bisogna agire. Nelle stesse ore in cui Giorgio portava avanti la sua battaglia, sostenuto anche dal calore e dall’affetto dei molti amici trovati in rete, veniva alla ribalta un’altra richiesta di aiuto, da parte però di un insospettabile… Il richiedente è infatti Franco Califano, il famoso “Califfo”, artista molto in voga negli anni settanta e ottanta, e di recente tornato alla ribaltà, artista spesso discusso e contestato nelle sue scelte. Califano ha fatto appello alla legge “Bacchelli”, quella che stanzia i fondi necessari per aiutare artisti caduti in difficoltà economiche e che non riescono più a provvedere

dignitosamente alla propria vita. Questa legge prevede anche un tetto massimo di pensione di 24mila euro... L’ok per avviare l’iter è stato dato da Sandro Bondi, Ministro già sotto accusa in questi giorni per il crollo di Pompei… E subito altri artisti hanno detto che si tratta di una cosa giusta perché Califano ha dato tanto al mondo dello spettacolo, ora che è lui ad avere bisogno, è altrettanto cosa giusta mobilitarsi per lui. E’ qui che scatta la rabbia nostra e di Giorgio... Giorgio infatti non è famoso, è un perfetto signor nessuno, e come tale sarebbe finito nella corsia del dimenticatoio dei tanti malati italiani se su Facebook non fosse scattata una gara di solidarietà che fortunatamente non si ferma. Ma il ricorso alla legge “Bacchelli” da parte di Califano e la conseguente mobilitazione del mondo dello spettacolo e della cultura è


un po’ un pugno in faccia, e pure bello forte, a chi davvero ha bisogno e non può permettersi le cure, ma soprattutto non ha un nome famoso che gli faccia da credenziale. Giorgio vive una reale situazione

di necessità, come tutti sapete, ogni giorno deve scegliere se mangiare o acquistare le medicine per lui fondamentali. Noi crediamo che il diritto all’assistenza e alle cure sia FONDAMENTALE, sia

un diritto inalienabile e soprattutto DI TUTTI. Proprio per questo chiediamo che la vicenda di Giorgio venga trattata con la stessa attenzione e sensibilità da parte di chi di dovere.

NOTE Proprio oggi (ieri 14 novembre 2010) Franco Califano è intervenuto in collegamento nella diretta di "Domenica cinque",il programma Mediaset condotto dalla più (in)espressiva delle conduttrici,Barbara D'Urso. Califano con fare altezzoso ed arrogante,ha ribadito di non aver mai chiesto la legge "Bacchelli". Le sue parole tuttavia non ci hanno convinto e anzi,le abbiamo viste come l'ennesimo insulto a chi davvero non ha nulla,e non può permettersi nemmeno quello stretto necessario che fa si che una vita si definisca dignitosa. È intervenuta anche Isabella Biaggini,altra starlette degli anni sessanta-settanta,per dire che una pensione di circa duemila euro,quella prevista mensilmente dalla legge Bacchelli,è una miseria,e che lei preferirebbe vivere come una barbona piuttosto che ricevere la carità... Se Giorgio e tutti gli altri malati nelle sue condizioni che davvero sanno cosa voglia dire vivere con una misera pensione di accompagnamento potessero contare su questa pensione,siamo certi darebbero altro valore a quei soldi,e certo non parlerebbero di carità. Ma si sa,la dignità è una virtù di pochi..e certo non appartiene a simili persone.

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STORIE STORIE DENUNCIA AL COMUNE GIORGIO PAGANO BOLOGNA

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EMERGENCY N° 48 • SETTEMBRE 2008 • SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE ART. 2 COMMA 20/C LEGGE 662/96 • MILANO • COPIA GRATUITA

Diritti a rovescio T

roppi cantori del valore assoluto della vita sono stonati. Entusiasti sostenitori del ricorso alle armi e alla guerra, compiaciuti di una condanna a morte, si dichiarano anche difensori appassionati della vita che sta per cominciare o per concludersi. I punti estremi della vita sono difficili da interpretare; i confini sono per loro natura oggetto di contrastanti definizioni. Ma la vita non risiede nei suoi bordi. L’esistenza è molto più ampia e consistente, più consueta e più certa. Tra un’ipotesi di futura esistenza e un’ipotesi di sopravvivenza artificiale si estende, niente affatto ipotetica, la vita che si vive davvero, indiscutibile nel suo contenuto e incontrovertibile nella sua verità. La vita che conosciamo ha come presupposto essenziale un corpo quanto possibile sano. Tutto ciò che contribuisce alla conservazione, o al ripristino, del «corpo sano» appartiene inscindibilmente alla vita. Di questa «vita vera» si disinteressano sia alcuni tradizionali predicatori di collaudate convinzioni religiose, sia gli improvvisati,

un po’ grotteschi annunciatori delle medesime convinzioni travestite da pensiero laico. Con la stessa disinvoltura che consente ad alcuni di inneggiare tanto alla vita quanto alla guerra, così anche il valore assoluto della vita si abbina alla trasformazione della vita stessa in un oggetto commerciale, in bene riservato a chi disponga di risorse per acquistarlo. Che l’assistenza sanitaria debba essere per tutti rigorosamente gratuita non è un’opzione suggerita da qualche fanatismo ideologico. È soltanto una conseguenza necessaria del valore della vita. Un’evidenza umana elementare, si direbbe. Le decisioni politiche costringono i cittadini ad accollarsi i costi delle forze armate, delle loro “missioni”, dei loro strumenti di violenza, di militari ai quali si impone di uccidere e di esporsi all’eventualità di essere uccisi. A carico di tutti si impongono i costi di pratiche disumane e discriminatorie contro “nemici” inventati e costruiti secondo

interessi del momento: «zingari», romeni, musulmani… Pratiche indiscutibilmente razziste, anche se svendute come bisogno collettivo di «sicurezza». A spese di tutti si costituiscono caste di privilegiati, difficili da giustificare anche ignorando (e non è facile) abusi e corruzione. I costi della guerra, della prevaricazione e dei privilegi diventano un onere di tutti. Per «risanare l’economia» si risparmia sulla sanità. La salute, sempre meno garantita a tutti, cessa di essere un diritto e si trasforma in uno dei tanti beni in vendita per chi può acquistarli. Per avere un senso, ciò che è chiamato politica almeno questo dovrebbe fornire: la garanzia incondizionata di esistenza a chi forzatamente subisce imposizioni e leggi. Senza almeno questa elementare garanzia, le pretese delle norme, dei diritti, dei doveri…, le pretese della politica, insomma, sarebbero pura, incomprensibile sopraffazione. CG


LIFE LIFE NO AL TABU’ DELLA MASTURBAZIONE,

NO AI BAMBINI INFELICI Per un bambino piccolo la bocca è una zona molto più erogena dei genitali. Se la madre prestasse alle attività orali del bambino la stessa virtuosa attenzione che presta alle attività genitali, il succhiarsi il pollice diventerebbe una caso di coscienza.

L

PATRIZIA MAZZEO RINALDI VARESE

a masturbazione soddisfa il desiderio di felicità perché è il culmine della tensione. Ma appena l’atto è compiuto, la coscienza di chi ha avuto un’ istruzione moralistica da convento si fa sentire e grida: «sei un peccatore (brucerai nelle fiamme dell’inferno...o roba simile)» L’esperienza di mamma mi ha convinto che quando si elimina il senso di colpa, l’interesse del bambino per la masturbazione diminuisce. Sembrerebbe che per molti genitori sia meglio avere figli delinquenti, drogati o disadattati socialmente piuttosto che masturbatori. Peccato che la repressione della masturbazione sia alla base di molte forme delinquenziali. Quando la masturbazione infantile non crea problemi al bambino questi al momento giusto passerà naturalmente alla eterosessualità.

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Molti matrimoni infelici sono dovuti al fatto che sia la moglie sia il marito soffrono di questo odio inconscio per la sessualità che nasce a sua volta dall’odio di sé sepolto nel profondo della psiche, e provocato dalla proibizione risalente all’ infanzia di masturbarsi. La questione della masturbazione è di estrema importanza in campo educativo. Le lezioni, la disciplina, i giochi non hanno alcun rilievo effettivo quando non viene risolto il problema della masturbazione. La libertà

di masturbarsi porta a bambini felici, vivi e LIBERI che non sono in realtà molto interessati alla masturbazione. La proibizione di masturbarsi porta a bambini miseri, infelici, che addirittura contraggono facilmente raffreddore e malattie, bambini che odiano se stessi e, di conseguenza gli altri. Freud ci ha familiarizzati con l’idea che una vita sessuale esiste fin falla prime ore di vita, che il bambino prova già piacere sessuale nel succhiare dalla tetta di mammà e che gradualmente il piacere erotico


dalla bocca si trasferisce ai genitali. Di conseguenza la masturbazione del bambino è una scoperta naturale; dapprima non è una scoperta molto importante, perché per un bambino i genitali non offrono lo stesso piacere della bocca o anche solo della pelle. E’ esclusivamente la proibizione da parte dei genitori che rende la masturbazione un complesso radicato. Quanto più rigida la proibizione, tanto più profondo il senso di colpa e tanto maggiore l’impulso a soddisfarsi. Un bambino ben allevato non dovrebbe giungere a scuola con complessi riguardo alla masturbazione. Vi sono pochissimi bambini nell’età dell’asilo, che hanno interesse alla masturbazione. Il sesso per loro non ha l’attrazione che emana dalle cose misteriose. Fin dai primi tempi in cui sono stati con noi (se non l’ hanno già saputo a casa) conoscono i fatti della nascita – non solo da dove vengono i bambini, ma anche come si fa a farli A questa età l’informazione viene recepita senza emozioni, anche perché è fornita senza emozione. Il genitore parla al bambino con la voce di Dio. Ciò che la madre dice sul sesso è verità di vangelo (se ci penso...). Il bambino accetta completamente e alla lettera le sue parole. La voce del padre udita a cinque anni è la Santa Voce dell’Autorità. Quando il bambino comincia a giocare con i genitali i genitori vanno incontro alla grande prova. I giochi genitali devono essere accettati come una cosa buona, sana e normale; qualsiasi tentativo di sopprimerli sarebbe pericoloso. E in questo includo il tentativo sotterraneo e disonesto di indirizzare l’ attenzione del bambino verso

qualcos’altro. l gioco genitale dei bambini è un problema perché praticamente tutti i genitori sono stati condizionati in senso sessuofobico fin dalla culla, e non possono superare un senso di vergogna, di peccato e di disgusto. I genitori possono avere una forte convinzione intellettuale che il gioco sessuale è bene e che è sano, e nello stesso tempo – col tono della voce o con gli occhi – trasmettere al bambino la convinzione che essi, emotivamente, non ammettono il suo diritto alla soddisfazione sessuale. Un genitore può approvare totalmente i giochi genitali del figlio, ma quando viene in visita la rigida zia, può essere molto preoccupato ed ansioso per la possibilità che il bambino faccia questi giochi di fronte alla parente zitella, contraria alla vita. La paura dei genitori che i giochi sessuali infantili portino alla precocità sessuale è profonda e diffusa. Naturalmente si tratta di una razionalizzazione. Sbagliata. I giochi sessuali non portano alla precocità. E anche se lo facessero, che ci sarebbe di male? Il modo migliore per far sì che un bambino raggiunga l’adolescenza, provi un interesse anormale per il sesso è quello di proibire i giochi sessuali quando è nella culla. Può essere una sgradevole necessità dover spiegare a un bambino abbastanza grande per capire, di non giocare con i genitali in pubblico. Un avvertimento simile al bambino potrà apparire poco coraggioso e ingiusto; ma anche l’ipotesi opposta ha i suoi pericoli perché, se il bambino si dovesse scontrare con una disapprovazione espressa in termini astiosi e scandalizzati da qualche adulto

ostile, questo gli sarebbe più dannoso di una spiegazione dei genitori che egli ama. Quando un bambino ha la possibilità di vivere pienamente la sua vita senza punizioni, ammaestramenti e tabù, troverà nella vita tanto interesse da non limitarsi a restringere la sua attività alla sfera sessuale. Non so quali sarebbero le reazioni di due bambini autoregolati che avessero giochi sessuali fra loro. I bambini cui è stato detto che il sesso è una brutta cosa, di solito fanno giochi sessuali con tendenze sadiche. Le bambine che hanno avuto un insegnamento dello stesso tipo sembra che accettino un gioco sessuale di tipo sadico come cosa normale. Se si considera l’assenza di odio e di aggressività nei bambini autoregolati, si può dire che con ogni probabilità il gioco sessuale fra due bambini autoregolati sarà gentile e affettuoso. La disapprovazione verso noi stessi, deriva in massima parte dall’infanzia. Una gran parte di essa la dobbiamo al complesso di colpa per la masturbazione. Il bambino infelice è spesso un bambino che ha un complesso di colpa per la masturbazione. La rimozione di questo complesso è il passo più importante che si possa fare per trasformare un bambino difficile in un bambino felice.

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TALENTI TALENTI CONCORSO ARTISTICO

YOU ARTIST TALENT Quando la libertà artistica viene meno forse dovremo tutti chiederci il perché ed avanzare qualche altra proposta che sia realmente interessata alla comunicazione piuttosto che al commercio.

ALESSIA MOCCI SARDEGNA

L’

associazione culturale nazionale You Artist è alla continua ricerca di questa libertà d’espressione e per dare la possibilità a chiunque di potersi manifestare con le proprie opere ha indetto un concorso culturale gratuito: il “You Artist Talent”. Il “You Artist Talent” è diviso in sei sezioni che inglobano l’arte tout court, abbiamo dunque la sezione “Letteratura”, “Musica”, “Teatro”, “Performance”, “Film”, “Arte, Fotografia, Scultura e Video Art”. Sarà una giuria esperta che valuterà le opere e gli artisti per dar loro modo di esibirsi al festival artistico “You Artist Festival” che si terrà a marzo/aprile del 2011 a Roma nello Spazio Cerere del quartiere San Lorenzo. La giuria dovrà anche assegnare 3 Premi Speciali a coloro che riterrà maggiormente meritevoli. La deadline di consegna del materiale è il 12 febbraio 2011. Si potrà inviare via email: youartisttalent@gmail.com o tramite posta ordinaria: You Artist via di Porta Labicana, 27 – 00185 Roma. Solamente per la sezione “Film”(lungometraggio, corto, documentario) e per Video Art si chiede l’invio tramite posta ordinaria, pena l’esclusione dal concorso. Si dovrà allegare una scheda di presentazione delle opere ed ovviamente anche questa segue la politica Free dell’associazione You Artist: l’artista avrà la possibilità di introdurre se stesso e la sua creazione come meglio ritiene. Non ci sono restrizioni particolari di genere: la libertà per l’appunto è ciò che caratterizza questo interessante concorso. Ogni concorrente potrà partecipare a più categorie artistiche inviando, però, una sola opera per sezione.

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Nella sezione “Letteratura” si potrà partecipare con opere inedite ed edite senza limiti di genere e lunghezza. Nella sezione “Musica” si potrà partecipare con gruppi musicali o solisti, senza limiti di genere, si potrà inviare via email 4 tracce musicali oppure si potrà inviare il link MySpace. Nella sezione “Teatro” si accetterà qualsiasi progetto senza limiti di genere ma con una durata massima di 25 minuti. Nella sezione “Performance” si potrà partecipare con qualsiasi progetto artistico, con una durata massima di 10 minuti. La sezione “Film” vede una diversificazione interna e comprende lungometraggi (durata minima 75 minuti), cortometraggi (durata massima 30 minuti), documentario e sceneggiatura (stessa durata di corto e lungo). Per la sezione “Arte, Fotografia, Scultura e Video Art” si accettano un massimo di 10 opere ad artista ed un video art con durata massima di 20 minuti.

L’email di riferimento per info è: associazione.youartist@gmail.com

Alessia Mocci Responsabile Ufficio Stampa You Artist mail: alessia.mocci@hotmail.it web: http://www.youartist.info/ http://www.youartist.info/258/you-artist-talent-concorso-culturale-gratuito/

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TALENTI TALENTI “LE RONDINI” il nuovo disco di

MASSIMO DI VIA

Lo showcase, che inizierà alle 17,30 con ingresso gratuito, rientra nell’ambito della manifestazione ‘20&venti’ organizzata dallo Studio Maia per far conoscere al pubblico giovani artisti e nuove proposte musicali. GIUSEPPE ANDREA ARRIGO GENOVA

U

scito ad inizio estate e presente su internet e nei negozi del circuito genovese, ‘Le rondini’ è album intimo e completo, un disco di ‘sostanza’, frutto di un lavoro minuzioso di ricerca e dall’esperienza di anni tra concerti e pianobar. Undici brani inediti di forte impatto, scelti con cura tra una vasta produzione, senza un particolare filo conduttore se non quello che offre il guardare alla propria vita e soffermarsi a ricordare e riflettere … consapevoli che arrivano comunque e nonostante tutto, nel loro volo perpetuo incuranti degli uomini… le rondini. Stimato negli ambienti musicali liguri e dai più attenti amanti della canzone d'autore, Massimo Di Via nasce musicalmente a fine anni '70 con la band 'Nemesi' che avrà fama per essere scelta come gruppo di apertura nei concerti della PFM. Successivamente canta e suona con altri, tra cui la band 'Warsavia', ed intanto affina la vocazione a scrivere testi e musiche delle proprie canzoni. Sua infatti sarà la sigla del programma televisivo 'Uno Mattina' dei primi anni 2000. Interprete apprezzato di un vasto repertorio che spazia dal rock, al country,alla canzone d’autore italiana, Massimo Di Via si impone man mano come artista completo: suona da professionista quattro strumenti, ha una voce calda e avvolgente con punte da vero rocker e scrive testi mai banali o commerciali, come nella migliore tradizione della “scuola dei cantautori genovesi”. 'Le rondini' si ascolta così tutto d'un fiato perché i brani scorrono tutti su un livello sorprendentemente alto, per raggiungere punte anche più elevate con 'La memoria dell'assente', 'Tuo Ubaldo Fiori pilota', 'Brest', ‘Primavera’ e 'Parlare di te'. Il tutto grazie anche alla scelta musicale di fondere i ritmi della melodica italiana con l'elettronica più ricercata in un mix avvincente di new pop reso possibile dal prezioso arrangiamento musicale di Stefano Palumbo e dal minuzioso lavoro in studio presso la Maia Records di Verdiano Vera, discografico leader delle etichette libere ed appassionato talent scout, la cui modernissima sala di registrazione nel centro di Genova nulla ha da invidiare a quelle di più titolate case discografiche. Tutto questo in un album in cui musica, poesia e malinconia hanno un denominatore comune, l'amore per la vita, e che sancisce la maturità di un artista vero, autentico, che merita con 'Le rondini' la consacrazione definitiva.

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SPEAKERS’ CORNER CORNER SPEAKERS’ la vergogna di essere

DISOCCUPATO un 55enne diventa 20enne per finta, o per realtà

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o quasi vent’anni e non saprei dire se sono triste o arrabbiato. Nell’estate 2009 ho fatto la maturità, temuta e sudata, e il risultato è stato un bel 98/100; decido di non iscrivermi all’università, RAFFAELE DIGREGORIO per problemi economici e perchè non sono sicuro di avere ancora voglia FOGGIA di studiare. A settembre comincio fiducioso a spedire curricula a destra e manca, poi in modo piu’ selettivo e nel frattempo qualche lavoretto da 200/250 euro al mese al nero. Siamo a inizio Novembre 2010, è trascorso oltre un anno dalla maturità, ho perso il conto di quanti curricula ho inviato, di quante telefonate ho fatto, di quanti colloqui ho sostenuto. Nessuno sembra aver bisogno di un ragazzo giovane, intelligente, volenteroso, e anche carino. I giorni che passano sono sempre piu’ vuoti, e intanto i sensi di colpa verso i miei genitori si moltiplicano, perché la situazione economica non è certo delle migliori e uno stipendio in piu’ farebbe parecchio comodo. Passare le giornate senza un obiettivo, senza un compito, senza un ruolo è molto peggio di quello che si può pensare, e dopo un po’ è facile che la stima di se stessi cada a picco, come sta succedendo a me. Io che pensavo di rendermi indipendente in fretta, mi trovo a pensare di essere un peso per i miei genitori. Mi vergogno di essere disoccupato, ma forse chi dovrebbe vergognarsi è anche questo Paese che non riesce a dare certezze a me e ai miei coetanei, che viviamo con la paura del futuro e con una crescente sfiducia e disillusione.

La mia generazione non è composta solo di ragazzotti viziati e dediti agli eccessi, ci sono anche quelli come me, che non vedono l’ora di rimboccarsi le maniche.

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SIAMO AD UN BIVIO

E’

Siamo ad un bivio importantissimo per la nostra storia.

vero, Fini poteva svegliarsi ed accorgersi prima di cosa stesse combinando il suo coinquilino del pdm – leggasi partito dell’amore. Però io sono convinto che sia opportuno smettere per un attimo di fare considerazioni ovvie e salutare con ritrovata fiducia questo nuovo corso che si va avviando. Credo, inoltre, che l’opposizione debba approfittarne, se davvero ha a cuore le sorti dell’Italia. Ne approfitti; perché i margini per risanare l’economia ci sono. Basterà soltanto l’annuncio di un Ministro del Tesoro con gli attributi per far sì che le entrate fiscali aumentino. Basta varare una buona legge contro la corruzione, piaga che abbiamo visto crescere oltre il 200% negli ultimi due anni, per iniziare a rimpinguare le nostre casse. Bisogna cercare di varare, in tempi brevi, la riforma fiscale, visto che la proposta c’è e va nella direzione giusta. Il PDL è in disfacimento, e avranno difficoltà a sradicare dal loro elettorato la piaga del berlusconismo e dei delusi che aumentano di giorno in giorno. Non riusciranno a ricreare le condizioni necessarie per vincere di nuovo, perché le ferite sanguinano ancora e non sono ferite che si potranno sanare in tempi brevi. Bisogna affondare in contropiede, portandosi dietro le proposte di cambiamento vero e cercare di arrivare fino in fondo, portandole all’approvazione. Siamo davvero ad uno snodo importantissimo della nostra storia. Sta crollando il plastico dell’edificio che era stato costruito sulle macerie di Tangentopoli, insieme al plastico del ponte sullo Stretto. Sperando che insieme a loro crollino anche i plastici che ogni tanto fanno capolino nello studio di Bruno Vespa. Non è il momento di incentivi sulla rottamazione, ma è il momento di rimboccarci le maniche e proporre idee e proposte efficaci; è il momento di dimostrare davvero la differenza tra il PD – SEL e altre forze di SX, rispetto a ciò che rimarrà del PDL, aspettando di vedere cosa diverrà il FLI di Fini.

PIETRO SERGI

Non servono ideologie spinte, ma tanto buon senso e tanta logica. Servirà fare una lista di storture da aggiustare, una lista di Istituzioni da riportare alla loro naturale funzione. La scuola, la Giustizia, il lavoro e il precariato dovranno essere al centro dell’azione di Governo del centro-sinistra. Non perderei tempo con Governi tecnici e proverei a vincere per poi cambiare la legge elettorale. Se il governo tecnico dovesse inciampare in misure impopolari, seppure necessarie, potrebbe rimettere in gioco il PDL (che, nel frattempo, si chiamerà in altro modo…), che lo vivrà come un ribaltone e metterà in campo tutto il suo potenziale economico e mediatico per risollevarsi in attesa delle elezioni. Bisogna andare a votare. E’ inutile e dannoso per tutti noi perdere tempo. Spero che Vendola sia pronto, a prescindere dal risultato delle primarie, perché lo vedrei bene come Ministro della Cultura o del Welfare. Se poi vince le primarie, voteremo Vendola candidato Premier. Tutti devono essere pronti. Sarebbe imperdonabile perdersi in dispute sciocche, mentre la nave affonda e va salvata.

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SMILING SMILING LA COSTITUZIONE della REPUBBLICA ITALIANA IL VIGNETTIFICIO ANDREA ANZALONE

(... continua dalla puntata precedente) Art.29|

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul pagamento delle tasse, a cominciare dalle marche da bollo per ottenere l’autorizzazione al matrimonio. Il matrimonio è lecito a qualsiasi coppia; nei casi di unioni fra individui con età e conto in banca estremamente differenti, la legge impone un tempo minimo di convivenza, prima di casuali morti inspiegabili del partner più anziano e ricco.

Art.30|

È diritto e dovere dei figli maggiorenni mantenere i propri genitori anziani, anche se si è nati fuori dal matrimonio. Nei casi di incapacità, come per i figli vittime dei capricci delle cosiddette “mamme-nonne”, la legge sancisce che lo Stato assolvi il compito del figlio finché questi non raggiunge la maggiore età. La legge assicura ai figli nati con l’inseminazione artificiale ogni tutela giuridica e sociale, al fine di non dover mantenere migliaia di possibili donatori del seme. La legge organizza tiri di freccette contro un qualsiasi elenco telefonico aperto a caso, per scegliere almeno un padre fra i tanti possibili.

Art.31|

La Repubblica incentiva la formazione della famiglia, offrendo un finanziamento di sei anni ad interessi zero, salvo l’inflazione, posticipando l’inizio della scuola dell’obbligo dei propri figli fino all’età di sei anni, in modo da avere tutto il tempo per accumulare il capitale necessario a comprare i testi scolastici. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù nella speranza che i futuri contribuenti crescano sani e forti e pronti anche loro in futuro a pagare le tasse.

Art.32|

La Repubblica indice ventitré giorni di festa nazionale, offrendo banchetti gratuiti, accompagnati da musiche, balli e immancabile Karaoke, in tutte le maggiori piazze hitaliane, che saranno provviste di maxi-schermi trasmettenti a rullo il relativo messaggio augurale del Presidente della Repubblica, ogni quando per miracolo la Sanità dovesse funzionare perfettamente in Hitalia per ben tre secondi consecutivi. Qualora lo stato di efficienza toccasse quota sette secondi, dovrà essere nominata pure un’apposita commissione teologica.

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Art.33| L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento al di fuori dell’Hitalia.

La Repubblica detta le quote generali delle tasse sull’istruzione ed i finanziamenti delle scuole private per ogni ordine e grado di ricchezza; i pezzenti che non si possono permettere una scuola privata, invece di scaldare il banco di una qualche scuola pubblica, ma che vadano a lavorare; cosa? ciò è immorale? vabbe’, dai, aggiungiamoci pure questa: la Repubblica istituisce, anche, scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Lo Stato accentua lo spirito sociale della scuola statale, costringendo alunni e professori a fraternizzare effettuando al pomeriggio lavori di restauro delle strutture, per non incorrere in inutili dispiaceri, come precipitare in testa a qualcuno al piano di sotto tentando di saltare la corda in palestra. Le scuole private gestite dal clero devono avere come priorità l’insegnamento, e non pensare solamente a timorare di Dio più gente possibile per assicurarsi un minimo consenso alle regole della morale chattolica. È prescritto un esame di Stato alla conclusione dei vari ordini e gradi di scuole, per dare occupazione alle migliaia di persone che lavorano nelle industrie farmaceutiche che producono medicinali per alleviare lo stress. Le istituzioni di alta cultura, università e accademie, possono elevare il loro prestigio aumentando il prezzo delle tasse fino all’inverosimile, come avviene ad esempio per il prezzo dei profumi e altri status symbol.

CONTINUA... PURTROPPO...

Andrea Anzalone www.ilvignettificio.it


SMILING SMILING IL RITORNO DI

ATOM MAN Che sballo, arriva l’atomo!

I FIORI BLU LUCA DE SANTIS

Ragazzi, già mi ci vedo, basta con gli idrocarburi, basta con le motorette flautolenti, basta con gli autoveicoli inquinanti, ritorna l’energia pulita! Eh, sarà tutta un’altra cosa...per dire: ti serve il pieno? Nessun problema, ti attacchi al distributore di energia atomica e trac! Ecco fatto, magari voli pure....oppure: devi cuocere il tacchino di Natale? Nessun problema, lo bombardi con un bel raggio protonico e voilà, volatile arrosto per tutti. Naaaa, te lo dico io, tutti questi sciamannati francesi e tedeschi che vogliono fermare i treni carichi di materiali radioattivi non hanno capito un tubo fresato, è l’energia del futuro...lo sapevano già negli anni ‘50...si, dico, tutti quei film di fantascienza con quei razzi e quelle astronavi, mica li facevano volare a botte d’eolico o a tintarelle solari.. carburavano protoni e neutroni, altro che energiuzze da finocchietti. Si, vabbè, c’è anche qualche balengo di scienziato che dice che: “le radiazioni sono nocive”... Secondo me, tutte frottole...che male possono fare un po’ di radiazioni atomiche? Anzi...per dire, Godzilla ci è diventato gigantesco, crescere un po’ fa comodo a tutti, no?...e l’uomo ragno? Morso da un ragno radioattivo e...zacchete! Si arrampica sui muri....figata! E poi non c’è da preoccuparsi, han fatto ora ora la nuova agenzia per la sicurezza nucleare, e ci han messo a capo mica uno qualsiasi, ci han messo Veronesi...si, l’oncologo...sarà mica conflitto d’interessi?

Ogni lunedì una nuova vignetta a questo link http://www.ifioriblu.it

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Vignetta di CRUEL

Vignetta di CLAUDIO LUCIA

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SMILING SMILING VIGNETTE BANDANAX

ALLUVIONE ANTIGUA

PERLA

CEI


BRESCIA GRU

LOMBARDO & PD

GHEDDAFI DELUSO

LE POMPEIANE

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SMILING SMILING ROTTAMAZIONI I FIORI BLU LUCA DE SANTIS A: “Allora questo lo butto via?” B: “Eh? Ah, no quello no...ci tengo” A: “Ma è tutto sgualcito, sembra che ci abbia dormito sopra una mandria di gatti” B: “Ma è un ricordo” A: “Uffa! mi hai chiamato per darti una mano a fare le grandi pulizie o per mettere ordine nel museo? Teh! Guarda, questo è il reparto entomologia, c’è un ragno morto e due scolopendre stecchite.” B: “E’ che mi dispiace buttare via certe cose, fanno un po’ parte di me, della mia storia... “ A. “Eccomelafailunga!...chessaràmmai...ogni tanto bisogna buttare la roba vecchia, ci aiuta a guardare al futuro, al nuovo... “ B: “Sarà, però il mio eskimo non lo butto” A: “Invece devi, bisogna liberarsi di questi simboli ideologici che ci tengono ancorati alle vecchie generazioni, largo ai giovani!” B: “...giovani non lo siamo mica più tanto...” A: “Mica dico noi, dico la dirigenza...ci sono un sacco di giovani nel PD tra cui pescare...Renzi, Serracchiani, Civati...e noi, invece, ancora lì a fare il gioco dei tre bussolotti con Bersani, Franceschini e terzi incomodi” B: “Dici?” A: “Dico si, ad esempio, guarda cosa hanno detto al convegno di “Prossima fermata Italia”...” B: “...grazie per aver viaggiato con noi?” A: “Ah, ah...spiritoso, guarda che non c’è niente da ridere...” B: “...eh, lo so...” A: “...la cosa è seria...” B: “...purtroppo...” A: “Han detto che il nuovo PD c’è già, si tratta solo di dargli gambe...” B: “...mmmm...” A: “...e che pensano più ad una campagna che a un movimento...” B: “...mmmmmmmm” A: “...e che nelle botti vecchie non si mette il vino nuovo...” B: “...hai dimenticato tanto va la gatta al lardo e chi dorme non piglia pesci” A: “Che cretino che sei, tu certe cose di comunicazione proprio non le capisci!” B: “Comunque l’eskimo non lo butto” A: “Vabbè...lasciamo perdere, m’hai ammosciato lo stimolo innovatore...allora, questo qui cosa ne vuoi fare?” B: “Cos’è?” A: “L’ultimo romanzo del Walter...credo” B: “Per certe cose, un posto nel sacchetto della spazzatura, si trova sempre”

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VIGNETTE CRUEL

FINIANI

LASCIARE APERTA LA CRISI

PROCREARE

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LIBRI LIBRI IL MISTERO DI “ROTTA PER LEUKE” DI PEICO, montag edizioni ALESSIA MOCCI SARDEGNA IL LIBRO

“Meno chiaro mi appare l’obiettivo. Alte le probabilità di fallimento. Lo sgomento dei miei dubbi non rallenta la mia progressione. Avvertimento chiaro alla mente. Il corpo vuole continuare la folle corsa. Non posso fermarlo.”

“Rotta per Leuke”, edito nel luglio del 2010 dalla casa editrice Montag Edizioni nella collana “Altri Mondi”, è una pubblicazione abbastanza particolare, infatti, prende forma come lungo viaggio estetico - filosofico sulle vicissitudini psichiche della mente. L’autore di “Rotta per Leuke” ha deciso di restare anonimo e di utilizzare un nome d’arte, Peico. Non si conoscono per ora le motivazioni di questa decisione. Peico potrebbe essere un uomo oppure una donna, aver vent’anni oppure ottanta, esser italiano o straniero, sappiamo solo che studia Lingua e Cultura Araba presso l’Isiao e Relazioni Internazionali alla Sapienza di Roma.

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È innegabile da parte dell’io la piena consapevolezza del possibile errore ma d’altra parte è ugualmente lampante la bramosia dello stesso per la corsa e quindi per il proseguire anche se prevedibilmente questo porterà al tracollo.

“Rotta per Leuke” presenta la dedica iniziale:

“Ad Attilio e Ermanno, maestri di vita Al Comandante Diavolo, eroe”.

Anche questa dedica è avvolta dal mistero, l’autore non ha fornito alcun dato per aver qualche ipotetico riferimento.

“Rotta per Leuke” è uno dei libri che maggiormente ci ricorda l’Ulysses per l’impostazione nella narrazione di “flusso di pensieri” ma che si discosta per la molteplicità di personaggi parlanti che agiscono al suo interno.


Il testo, nel suo incipit, chiarifica da subito l’impetuosità e la scaltrezza della penna dell’autore:

“Fuggi? Di nuovo? Non Sei Stanco? No, non posso fare altro. Mi sento oppresso. Non è vero sei solo un debole. Non ci provare neppure. Sì, debole, debole e vigliacco! Non è così che si affronta la vita. Tu cosa ne sai? Taci! Non conosci nulla della mia vita, della mia storia, dei miei turbamenti, dei miei desideri. Sei solo una fottuta pettegola che non ha nulla di meglio da fare che giudicarmi. Sei ingiusto, ti sono sempre stata vicino, come nessun altro, io ti capisco. Tu credi. No, ne sono certa. Illusa.” La prosa non presenta capoversi, la punteggiatura è limitata al punto, alla virgola ed a qualche sporadico punto interrogativo.

Alessia Mocci Responsabile Ufficio Stampa You Artist mail: alessia.mocci@hotmail.it web: http://www.youartist.info/

Nell’incipit di “Rotta per Leuke” sentiamo chiaramente la presenza di un “lui” e di una “lei” che si alternano in un diverbio. Lui vuole fuggire via perché sente che la donna lo trattiene soltanto per egoismo. Lei ritiene che lui voglia solamente sfuggire alla vita stessa. La separazione avviene improvvisa e dolorosa, senza via di scampo i due, per tutto il testo, continuano a scambiarsi la parola - senza ovviamente mutare l’interessante scelta stilistica intrapresa dall’autore – in modo fluido, come se fosse una sola persona a dialogare ma con più personalità, o più anime.

“Ascendente sicuramente. Centrifugo il pensiero. Volo immobile di uccelli, poveri. Come loro, io. Lo slancio è poco. Ho sempre perso e sono ancora qui. Ho sempre perso, sono ancora vivo. Ho voluto esser morto, ma ho sempre dovuto tenere il mio corpo.”

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POETRY POETRY “SUONATORE DI CORNO” DI MAURIZIO EVANGELISTA

recensione di ZACCARIA GALLO (poeta e critico letterario)

Un lucchetto sigilla quasi le labbra che si avvicinano all’imboccatura dello strumento. Questa è l’immagine sulla copertina del libro di poesie di Maurizio Evangelista “ Suonatore di corno”. Immagine che, già di per sè, inquieta chi la guarda e che predispone il lettore a misurarsi con questa inquietudine.

U

n giovane poeta, dunque, guarda alla realtà che “oggi” lo circonda e traduce questo suo vedere in un linguaggio scabro, asciutto, essenziale, alieno da compiacimenti lirici e retorici, come giustamente nota Daniele Giancane nella prefazione. Il corno risuonerebbe nel pieno di un crisi che spesso travalica orizzonti aperti alla voglia di autodistruzione. Crisi che è anche di parola e che evoca solitudine e silenzi: (“… quel silenzio che manca. / E manca / Tutto intorno”). Silenzi talvolta rotti dal rumore di una pietra-anima, fragile e fiera, che rotola lungo il ghiaioso pendio di una strada. Testi brevi, con musicalità tenue, rotta di tanto in tanto da immagini stridenti, che incidono la pagina con un linguaggio moderno ( “ l’amore…che raschia le stelle”), fatto di sottrazioni più che di addizioni. Scrivere poesia. Tentare di far suonare quel corno, è allora volere stabilire una relazione con “l’ospite”, con “l’ascoltatore” e farlo con le mani-poesia. Maurizio Evangelista, quando ci incontra, oltre che porgerci la sua “vera” mano per stringere la nostra, ci porge le mani della sua poesia per parlarci, per parlare con un “ Tu”, in un dialogo serrato, un lungo colloquio che si snoda per molte delle sue liriche. Per non perdere le carezze, per cercare lo sguardo, perché c’è un solo modo di amare (…Dal chiaro del sole / al richiamo di una lanterna ./ Nel cielo e nel vuoto/ ti vedo, ti sento /….” Come chi ascolta / con fede e passione / io t’amo nel silenzio, / con l’amore dei perfetti”).

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LA FOTO L’ autore Maurizio Evangelista

Mediocri uomini cui l’attesa non sembra finire. Testa china sulla spalla, l’uno sull’altro, ci diamo la mano. Sputiamo acqua nell’acqua e ci lasciamo bagnare. Impazienti di vivere siamo facce senza labbra che si muovono nell'aria come sabbia. Eppure viviamo

Poeta diviso fra cielo e terra. Come la foglia sul ramo, riflette su di noi: pescatori senza ami, nella vita di tutti i giorni legati alla battigia o Odissei moderni che navigano nell’incertezza, non tanto di ciò che ci attende alla fine del viaggio, o per l’allontanamento che il viaggio comporta, quanto per il ritornare dove si è partiti. Certo il suonatore di corno ama, ma nel parlare d’amore si sente sempre un rimpianto che s’accoppia con un certo risentimento, mai gridato,quasi sempre sussurrato, con malinconica accettazione. Ecco perché allora, nonostante il tono mai severo, ma consono all’animo dolce di questo poeta, anche il suono del corno, una volta liberato, può e deve risuonare per scuotere l’uomo mediocre dalla sua pigrizia e stabilire un dialogo di responsabilità con il mondo che lo circonda.

Con occhi giunti in ogni luogo, stiamo immobili, guardando attraverso l’azzurro spento bagnato dalla pioggia. Terra senza valore. Noi siamo gli uomini mediocri: così alti che ci sembra di cadere.

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POETRY POETRY DIARIO DI VIAGGIO

DIARIO DI VIAGGIO SERGIO POSTORINI

E' l'ultima fermata. Il treno lentamente si ferma sull'unico binario di una stazione deserta. Non scende nessuno, sono il solo viaggiatore pagante su questo vecchio vagone dai sedili lisi. Ero partito tanto tempo fa, per un viaggio fra paesaggi immaginari e cittĂ disabitate. Ma dopo ogni galleria, tutte troppo lunghe,tutte troppo buie, ho visto il mare e a volte, ma solo per un attimo, anche il sole. Una valigia vuota e un quaderno aspettano sul sedile, sono il misero bagaglio e il diario di un viaggio inutile che finisce su un binario morto.

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il Tulipano

IL WEB MAGAZINE SCRITTO DA TE

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