Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

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18 | Dicembre 2013

#Fiorentina  Il calendario

babbo NATALE, GOL E REGALI

S

i sussurra che questo Natale a portare i doni ai fiorentini sarà un ragazzo sui quaranta, nato a Pomigliano d’Arco, che alle renne preferisce l’aeroplanino. Vincenzo Montella in questo 2013 ha donato tanti sorrisi ai tifosi viola, nonostante lo “scippo” del terzo posto, in parte vendicato dal 2-0 di San Siro lo scorso mese. È partito in anticipo quest’anno “Babbo Natale” Montella, già a ottobre, con i quattro gol regalati ai tifosi nel secondo tempo contro la Juventus. E ora, nel “suo” dicembre, il lavoro non gli mancherà: dopo la supersfida con la Roma, il 15 ecco il derby dell’Appennino. E se tra Barberino e Roncobilaccio ci sarà il rischio neve, lui sfiderà il maltempo a modo suo, facendo in modo di “donare” ai rossoblù più gol possibili. Parma e Cagliari insegnano: bisogna “regalare” gol a tutti. E anche nella trasferta pre-natalizia del 22 i viola dovranno essere “generosi”: il Sassuolo ha iniziato a portare via punti alle grandi. Ci dovrà pensare lui, Babbo Natale Montella. Che alla Befana lascerà poi Fiorentina-Livorno: d’altronde non può fare tutto da solo. Auguri a tutti i tifosi viola!

Tante volte, in questo 2013, Vincenzo Montella ha vestito i panni di Babbo Natale e ha fatto sorridere i tifosi viola

Lorenzo Mossani

 L’intervista

“IO, BAGGIO E PEPITO LA 10? PESANTINA...” Antognoni lancia Rossi: “Ha le qualità di Roby” Irene Delfino

I

l David di Michelangelo con la maglia numero 10. Il simbolo di Firenze si fonde con quello della Fiorentina. Era la maglia di Antognoni, quel 10 ereditato da “Picchio” e poi passato sulle spalle del Divin Codino. E ora idealmente da Baggio a Giuseppe Rossi. Ne parliamo con Giancarlo Antognoni. Dopo averlo visionato all’Asti Macobi, Liedholm disse a Merlo e De Sisti: “Questo ragazzo ha un talento eccezionale, se lo faccio crescere accanto a voi due diventerà

sicuramente un campione”. Giocaste insieme dal ‘72 al ‘74, cosa le insegnò De Sisti da calciatore? Innanzitutto il comportamento. Poi mi insegnò come stare in campo, anche se il primo anno, proprio perché c’erano lui e Merlo, io ero spostato sulla fascia destra. Ricordo che la prima volta che Liedholm mi convocò mi mise in stanza proprio con De Sisti, che era capitano. Per me fu emozionante. E all’esordio a Verona giocai al posto di De Sisti, lì

Merlo mi aiutò a inserirmi. E come allenatore dall’81 all’84? Bravo. Con lui alla guida abbiamo sfiorato lo scudetto nell’81/’82 e fatto ottimi campionati. Noi avevamo un rapporto diverso, perché avevamo giocato insieme. Nel 1974 “Picchio” andò alla Roma e le lasciò in eredità la maglia numero 10. Mi si addiceva di più come ruolo. Giocando con la 10 avevo più possibilità di avere la palla tra i piedi. Sostituire De Sisti in quegli

anni non era facile. La 10 era una maglia un po’ più pesantina delle altre, però ho ricambiato questa fiducia. Maggior numero di presenze in Nazionale con la 10. Nella partita d’esordio contro l’Olanda il 20 novembre del ‘74 la squadra di Cruijff vinse 3-1, ma gli occhi erano tutti puntati su di lei. Mi ricordo benissimo quella partita, contro una squadra che giocava già un tipo di calcio moderno. Faceva il fuorigioco, cosa inusuale per il calcio europeo, e il pressing. Quindici anni in viola (dal ‘72 all’87) fino al passaggio del testimone. La 10 andò sulle spalle di Baggio. Nella sua ultima partita in trasferta al San Paolo, Roby segnò su punizione il suo primo gol in viola. Mi ricordo l’episodio della punizione: Baggio era bravo a tirare punizioni e rigori, quindi gli lasciai la precedenza. Poi nel ‘90 è andato alla Juve proprio quando io rientravo come dirigente. Pensa il destino... Dal Divin Codino a Pepito, entrambi arrivati a Firenze infortunati allo stesso ginocchio... Pepito ha un po’ le caratteristiche di Roberto: è bravo nel dribbling, nelle punizioni e fa gol.

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 Fra delusioni e trionfi

IL “FILM” DEL 2013 VIOLA

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li occhi tristi di Pepito in tribuna e quelli pieni di gioia che guardano tre volte in cielo. Due istantanee raccontano la sconfitta più amara e la vittoria più bella del 2013 che sta per finire. Il “lontano” 6 gennaio, al Franchi, la Befana per il Pescara ha i guantoni di Mattia Perin. La Fiorentina attacca a ripetizione, ma la porta della peggior difesa del campionato è stregata. Come il gennaio nero di Montella, che colleziona un punto in quattro gare ed esce ai quarti di Coppa Italia contro la Roma meno zemaniana della gestione boema. La cura è uno spregiudicato 4-33 che travolge con un poker l’Inter il 17 febbraio. Manca ancora la continuità, ma quella sera al Franchi si riaccende la luce dei riflettori sull’Europa che conta. L’avversario è il Diavolo di Allegri: nel lunch time di aprile più di 40mila spettatori a Firenze assistono a un 2-2 al veleno, in campo e sugli spalti. Nello sprint Champions i viola mettono il turbo, vincendo 6 gare su 7. Lo “scherzetto” vale l’Europa: non

Uno dei momenti indimenticabili di quest’anno è stato sicuramente il trionfo in rimonta contro la Juventus

si chiama Champions, ma Pepito c’è. Sul campo mostra guizzi di classe e segna, segna, segna come un centravanti. Sopperisce all’assenza di Gomez. E si consacra agli occhi del pubblico con la tripletta alla Juventus. Quindici anni dopo Firenze gioisce nella Partita. Giuseppe è nella leggenda. I.D.

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