il punto 28 settembre 2020

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Cronaca di Pavia

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21 settembre 2020

LAVORO- Con la fine dello stato d’emergenza tornano in vigore le normali leggi sullo smartworking?

«Non sarà il tempo di connessione a misurare l’attività»

Roversi: «Il lavoro agile può portare sicuramente numerosi benefici ma anche qualche rischio» PAVIA

Il cosiddetto Smart Working è entrato ormai di diritto all'interno del nostro vocabolario. Ci siamo, quindi, chiesti come sta affrontando questa pratica il territorio pavese. Debora Roversi, Segretario Generale CGIL Pavia, ci racconta: “Non sempre, quello sperimentato durante il lockdown, può essere definito lavoro agile: in molti casi abbiamo assistito ad una sorta di telelavoro obbligato a domicilio, una necessità determinata dall’urgenza del momento spesso priva di regole. Lavoratori e lavoratrici ci hanno raccontato di essersi trovati catapultati in una dimensione nuova, costretti dall’urgenza a lavorare con i propri dispositivi e con la propria rete domestica. Non tutte le aziende, però, erano pronte a fornire la giusta dotazione ai propri dipendenti: alcune lo hanno fatto con un certo ritardo, altre non lo hanno fatto. Il risparmio è indubbio, dalle utenze e i rimborsi per spostamenti, al riconoscimento del ticket mensa. Un altro beneficio può essere la riduzione di emissioni di gas, dovuti al minor uti-

lizzo dei mezzi di trasporto. Fra i rischi maggiori ci sono il senso di isolamento, l’assenza di rapporti sociali con i colleghi e lo stress di conciliare l’attività lavorativa con le abitudini domestiche. Si pensi, ad esempio, alla difficoltà nel seguire le attività scolastiche dei figli, condividere reti informatiche spesso deboli e spazi a volte angusti. Peso, spesso, caricato sulle spalle delle lavoratrici donne. Riteniamo che questa possa essere l’occasione per normare questo strumento, inserendo elementi a tutela dei dipendenti. Il nostro auspicio è che i diritti in questione diventino tema di tutela collettiva. Inoltre occorrerà intervenire sugli effetti sociali, a partire dal ridisegnare abitudini di vita, effetti sui consumi e sulla vita delle città”. Il quindici di ottobre dovrebbe terminare lo stato di emergenza dichiarato dal Presidente Conte. Con questo cambieranno anche le modalità di messa in Smart Working. Ne abbiamo parlato con Carlo Barbieri, Segretario Generale UIL Pavia: “Lo scenario è in continuo movimento, ma noi riteniamo che il mantenimento di questa pratica sia un'opportunità per le aziende e

In foto, Carlo Barbieri, segretario Generale UIL Pavia

per i lavoratori (magari inserendola nei contratti collettivi nazionali). Tutto questo però va riportato all'interno delle contrattazioni sindacali, ci possono essere benefici sia economici che di produttività. Il lavoro agile rappresenta il futuro, in alcune aree del mondo è già da un po' anni che se ne parla. Chi

SMART WORKING - Per attuarlo occorrono cultura del lavoro e conoscenze

La base è il rapporto fiduciario PAVIA

È giunto il momento di approfondire il discorso legato al lavoro agile: ci siamo chiesti qual è il punto di vista della aziende a riguardo. Per l'occasione abbiamo chiesto a Mariuccia Troni, founder e presidente di FacilityLive (startup tecnologica made in Italy) di raccontarci la sua esperienza. “Noi abbiamo introdotto precocemente lo Smart Working, io lo avevo già inserito all'inizio del 2016. Ritengo che sia stata una felice intuizione, quando si è reso necessario utilizzarlo a 360 gradi sapevamo già in che modo mettere le forze in campo. Il lavoro agile consiste in una metodologia diversa dal lavoro in presenza, richiede cultura del lavoro, strutturazione e conoscenza della tecnologica. Stiamo parlando del futuro del lavoro, serve collaborazione tra le persone e cooperazione tra i team: si evolve il concetto di leadership. Comunicare è uno dei capisaldi di questo nuovo modo di intendere il lavoro, noi abbiamo dato continuità a quello che già era stato fatto in passato. Tutto questo non ci ha stravolto, ma abbiamo semplicemente messo in pratica la condivisione della conoscenza, l'aiuto reciproco tra colleghi, la trasparenza e l'onestà intellettuale. È importante che tutte le aziende esprimano la propria cultura, affinché chi vada a lavorare sappia cosa trova. Siamo in un momento di discontinuità e lo Smart Working è un forte elemento di rottura con il passato; è sicuramente una delle componenti di questo momento storico. Quando si parla di la-

Mariuccia Troni founder e presidente di FacilityLive

voro da casa si intende qualcosa di molto più ampio, pensiamo a come si possono ridisegnare le città: il digitale è un'industria leggera, si possono rivalutare i centri storici e dare linfa alle periferie. Prima eravamo abituati a vedere i grandi centri che raccolgono tutte le attività principali che vivevano durante l'orario di lavoro (per poi spegnersi e diventare quartieri vuoti). È tutto in trasformazione, avremo anche attori diversi. È un momento evolutivo”. Come si tengono d'occhio gli orari e gli straordinari? “Nei dieci anni di vita dell'azienda non ho mai controllato i miei dipendenti, per un principio molto semplice: il rapporto deve essere di tipo fiduciario sotto tutti i punti di vista. La nostra cultura aziendale ci aiuta.

Mettiamo al primo posto l'ascolto e la fiducia reciproca. Meno controlli le persone e più queste saranno contente di lavorare”. Come cambieranno le cose dal quindici di ottobre? “Si tornerà alla modalità prevista in precedenza, ovvero lo Smart Working come frutto di accordi individuali bilaterali tra azienda e dipendenti. Questo uso massivo ci ha fatto scoprire un'esperienza che non può essere dimenticata: deve essere integrata con tutte le sue potenzialità ad un modo più tradizionale di vivere e intendere il lavoro. Si tratta di trovare un equilibrio, spero che si possa trovare un modo più veloce e più semplice per gestire questa nuova modalità e valorizzare le potenzialità del lavoratore”. M.Z.

è riuscito ad attuarlo ha utilizzato la tecnologia e la linea internet del lavoratore: questo andava bene durante il periodo di emergenza, ora il tutto andrebbe discusso seriamente nei negoziati. In prospettiva il lavoro da casa può portare vantaggi a tutti, però deve essere visto come una possibilità inno-

In foto, Debora Roversi segretario generale CGIL Pavia

vativa. Bisogna sperimentare, cambiare la mentalità sul lavoro progettuale. Occorre, però, capire le tutele dei lavoratori, la possibilità di disconnessione e dialogare sulla flessibilità oraria. Per questo ultimo punto in particolare prevediamo un modello nuovo: siamo abituati al lavoratore che timbra il cartel-

lino, ora dobbiamo ragionare su progetto; si può lavorare da remoto ed essere misurati sugli obiettivi dell'azienda, cambia il modello organizzativo. Non è il tempo di connessione che misura l'attività, ma è la produttività che un lavoratore riesce a garantire”. MATTIA ZAMBONI


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