il Portico 302

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Surriscaldamento Globale: cause, conseguenze e possibili soluzioni E’ bene ricordare come piccoli gesti quotidiani possano essere fondamentali per ridurre al minimo l’impatto ambientale ed evitare di peggiorare una situazione già critica. di Daniele Gareri Non esistono più le mezze stagioni. Negli ultimi 50 anni il surriscaldamento globale è in continua crescita. I fattori determinanti dell’innalzamento climatico sono molteplici, ma la comunità scientifica attribuisce all’uomo le maggiori responsabilità. L’aumento dei gas serra (che possono essere sia di origine naturale e non, come anidride carbonica, vapore acqueo, protossido di azoto, ozono e metano per esempio) contribuiscono considerevolmente al surriscaldamento in quanto questi gas, trattengono il calore proveniente dal suolo terrestre e lo imprigionano creando appunto il cosiddetto effetto serra che ormai conosciamo. Se i gas serra fanno da enorme “tappo” , più in basso sulla terra, le cose vanno ancora peggio. Infatti l’attività dell’uomo nel corso dei secoli, ha portato ad una industrializzazione sempre più aggressiva e poco rispettosa dell’ambiente. L’inquinamento è in costante aumento, nonostante trattati e protocolli, basti pensare che alcune metropoli da sole bastano a contribuire parecchio all’aumento delle temperature terrestri. Ultimo fattore, ma non meno importante, è la deforestazione. Gli alberi fanno da filtro intrappolando l’anidride carbonica e altri agenti inquinanti restituendo ossigeno. Sempre più spesso però assistiamo allo sradicamento di intere aree verdi per fare spazio a grandi attività commerciali e industriali, soprattutto nei paesi cosiddetti emergenti. Queste sono alcune delle cause che, soprattutto negli ultimi decenni, hanno portato all’aumento della temperatura climatica terrestre. Le conseguenze invece sono le seguenti. Lo scioglimento dei ghiacci fa innalzare il livello delle acque quindi diminuiscono le terre emerse e le correnti marine vengono sconvolte, determinando alterazioni climatiche importanti (se consideriamo che le correnti marine riscaldano o raffreddano le aree a loro circostanti). L’aumento della temperatura fa aumentare anche l’energia presente nell’atmosfera e questa provoca trombe d’aria, cicloni, siccità, ondate di gelo, ondate di caldo, con maggior frequenza anche in zone (come la nostra per esempio) raramente esposte ad eventi di questo tipo, oppure repentini cambi di temperatura da freddissimo a caldissimo nel giro di qualche giorno; Ma quanto incidono realmente sulla vita quotidiana queste condizioni? Quanto effettivamente ci “toccano” di perso-

na? Tantissimo, soprattutto nella nostra zona. Le nostre campagne hanno bisogno della condizione climatica perfetta per produrre al meglio i prodotti coltivati: basti pensare al frumento, granturco, pomodori, angurie, vigneti, frutteti e via dicendo. Negli ultimi anni per un agricoltore è difficile capire come andrà la stagione. Queste anomalie climatiche non permettono di pianificare al meglio una buona coltivazione perché c’è sempre l’incognita dietro l’angolo. A volte forti grandinate possono distruggere interi raccolti nel giro di pochi minuti o trombe d’aria possono spazzar via interi vigneti in pochi secondi, compromettendo anni di duro lavoro. Naturalmente oltre a mettere in ginocchio l’agricoltore ne consegue un notevole aumento dei prezzi al momento dell’acquisto. Questi fenomeni sono in continuo aumento nella nostra terra, importante bacino produttivo italiano, prodotti eccellenti nascono proprio dalle nostre campagne, per raggiungere varie parti d’Italia o del mondo, ma è anche vero che è una delle più inquinate al mondo. Possiamo fare qualcosa per arginare questo fenomeno?Si. Nel quotidiano siamo ancora in tempo per migliorare la situazione o quanto meno non peggiorarla, riducendo di molto l’impatto ambientale, inquinando e sprecando il meno possibile, con piccoli accorgimenti che conosciamo a memoria ma che non sempre mettiamo in atto, tipo: evitare gli sprechi d’acqua (chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti, preferire la doccia alla vasca da bagno, azionare le lavatrici e le lavastoviglie solo a pieno carico), prediligere cibi a km 0 (si ridurrebbero le emissioni date dal trasporto, dalla coltivazione e dagli imballaggi), usare frequentemente biciclette e mezzi pubblici, muoversi a piedi, abituarsi alla raccolta differenziata, prendere in considerazione le energie alternative, utilizzare impianti ad alta efficienza energetica (come gli elettrodomestici di ultima generazione di classe A, o illuminazione a basso impatto, per esempio a Led), semplici gesti che potrebbero migliorare considerevolmente il luogo in cui si vive. E’ sempre bene ricordare che il buon futuro si costruisce anche da questo, vogliamo e possiamo contribuire a rendere più vivibile la nostra terra, cercando di diffondere il buon esempio tra noi e le generazioni future, con piccoli accorgimenti, ma fondamentali, per la salvaguardia del pianeta.

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Pensavo di vedere dei rottami, invece.... Sono passati già nove mesi: sono pochi, molto pochi nella vita di un uomo ma per un alcolizzato, come lo ero io fino a nove mesi orsono sono una vita. Una nuova vita che solo ora comincio a vivere, a gustare come un tempo. Ritornando indietro nel tempo, m’ accorgo solo ora quanti giorni, mesi e anni ho buttato via e solo per un bicchiere in più. Ho cominciato a bere senza sapere, forse per sentirmi un uomo, poi ho dato la colpa alla morte di mio figlio, poi a quella di mia madre, tutti pretesti per nascondermi la realtà, cioè che ero diventato veramente un alcolizzato. Avevo perso qualsiasi interesse per la famiglia, per il lavoro che stavo compromettendo seriamente e per la vita stessa ; l’ importante per me era poter bere. Dopo diversi richiami dei miei superiori, venni da loro inviato al Servizio di Alcologia di Dolo e di questo aiuto sarò sempre loro grato. Dopo una lieve cura disintossicante a domicilio, mi fu suggerito, molto amorevolmente ma fermamente, di recarmi in A.A. Mia moglie che mi è stata sempre vicina dimostrando una fermezza che da lei non mi sarei mai aspettato, mi ci portò di peso. La sera del 14 novembre feci il mio primo ingresso in A.A., pieno di vergogna e avversione. Ancora non ero convinto di essere un alcolizato. La mia sorpresa fu grande; mi aspettavo di vedere dei rottami, delle persone che non avevano più nulla da perdere e più nulla da chiedere alla vita, cioè degli ubriaconi. Fui accolto come un fratello e questo è dire poco. Per la prima volta, io che sono infermiere da diciassette anni, sentii parlare di una malattia, di lasciar perdere il primo bicchiere e di pensare al presente. Nelle prime riunioni non capii molto e forse ancora adesso non capisco ma una cosa è certa : grazie agli amici A.A., non ho più bevuto. Ho ripreso fiducia nella vita e nelle mie pur seppur deboli capacità; nel lavoro sono ritornato quello di un tempo e sono rispettato forse più di prima ma forse sto peccando di presunzione. Sta di fatto che lo devo a voi, cari amici A.A. e un grazie anche ad Al-Anon (familiari e amici di alcolisti) da Leo di Venezia.

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