ARTE a cura di Franco Gover
Francesco Floreani, “bonissimo pittore e architetto” Cinquecento anni fa, nel 1515, nasceva a Udine Francesco Floreani, figlio di Giovanni detto “delle Cantinelle”, appartenente ad una delle più importanti e prolifiche famiglie di pittori-intagliatori attive in quel tempo in Friuli, con bottega in Mercatovecchio. (Manca a tutt’oggi uno studio organico sul poliedrico artista,... e questo felice anniversario dei 500 anni, avrebbe potuto stimolare una rilettura esegetica sulla figura, l’opera e la contemporaneità del personaggio, con insperati aspetti culturali). Dalle testimonianze documentarie e dall’analisi dei suoi dipinti ancor oggi conservati, si apprende che inizialmente operò con il fratello Antonio, con Luca Monverde e col Florigerio, sotto la guida di Pellegrino da San Daniele, dimostrandosi seguace alla lontana di questi e del Pordenone. Mostra, tuttavia, di avere sentito forse più d’ogni altro l’ascendenza del Raffaello, per il tramite di Giovanni da Udine (e non è da escludere che, al pari di altri contemporanei, si sia recato a trovarlo a Roma, in un soggiorno illuminante a contatto con i più grandi ingegni del tempo). E questi stimoli tornano puntuali nel quadro della “Trasfigurazione” nella Plebanale di Varmo (1584), “pregevole per la stesura del colore e il forte dinamismo plastico dei personaggi, opera di evidente ispirazione raffaellesca nella ripresa iconografica dell’omonimo soggetto vaticano, ma più vicina nello spirito e negli esiti formali a certo gigantismo di maniera romano” (Bergamini 1986, p. 101). E’ un pittore versatile, anche se discontinuo nello stile e nella qualità dei suoi lavori, a volte realizzati con l’aiuto della bottega di famiglia (soprattutto con il fratello Pietro); ciò rende problematiche le attribuzioni, come ad esempio il caso dei dipinti della chiesa di S. Giacomo di Le-
stizza (ipotesi smentite da Katia Toso: 2008, p. 140). Il suo capolavoro è certamente la splendida “Madonna con Bambino e angeli” (1565) conservata nel Kunsthistorisches Museum di Vienna, ma proveniente dalla parrocchiale di Reana del Rojale, parte centrale di un polittico smembrato. Contemporaneo è il “Ritratto del giureconsultoi Nicola de Brandis”, in Particolari della pala del Floreani, nella chiesa di Varmo collezione privata palmarina (e in questo caso si conviene come gli storici dell’arte evidenpale d’altare e le ancone lignee intagliate e zino l’eccellenza dei suoi ritratti). Succesdorate, che ancora si conservano. sivamente lo vediamo impegnato, assieme Giorgio Vasari (nelle sue “Vite”, ed. 2^, al Grassi, a dipingere alcuni pannelli per la 1568) lo definisce: “bonissimo pittore e cantoria dell’organo in cornu evangeli della architetto”, apprezzandolo per un suo non Cattedrale di Udine. E’ del 1570 la “Sacra meglio identificato libro di disegni di arFamiglia, S. Anna e S. Giovannino” per la chitetture dedicato all’Imperatore Massichiesa udinese di S. Pietro Martire ed oggi miliano II: “…pieno di belle invenzioni a Venezia (Corte d’Appello), molto apprezdi fabriche, teatri, archi, porticio, ponti, zata dalla critica, mentre appare più famipalazzi e altre cose d’arte utili e bellisime” liare la “Sacra Famiglia” del ’73, godibile (giova ricordare che il Floreani trascornei Civici Musei di Udine. se diversi anni a Vienna al servizio degli Dal 1575 al 1580, F. F. è impegnato ad afAsburgo, periodo in cui realizzerà anche il frescare il grandioso “Trionfo dei cristiani famoso dipinto “Giuditta e Oloferne”, oggi dopo la vittoria contro i Turchi a Lepanto” ad Amsterdam). Francesco Floreani, infatti nel salone del Parlamento nel Castello di fu pure apprezzato architetto: nel 1561 lo Udine. Si ricorda anche un suo quadro per vediamo impegnato nella direzione dei lala chiesa cittadina di S. Lucia con “Tobia e vori di ricostruzione del Castello di Udine, l’angelo”, oggi nel Duomo di Aviano. a seguito della morte di Giovanni da UdiMentre fa bella mostra di sé nel Palazzo ne; sua realizzazione è il grande salone del Comunale di Udine il dipinto aulico: “Il Parlamento, la scalea lippomana che porta Luogotenente rende omaggio al Redentore” al colle, e il progetto originario del grande (1586), impostato secondo uno schema palazzo del Monte di Pietà (solo in parte ricorrente in opere di Palma il Giovane e realizzato), quello della chiesa del Cristo, del Secante. Egli, assieme alla bottega di mentre per S. Giacomo in Mercato nuovo famiglia, realizzerà anche le cornici delle disegnerà il Battistero. L’artista viene ricordato anche come affermato ingegnere idraulico: nel 1552 e nel 1570 sua è la riforma progettuale delle conduzioni d’acqua alle fontane pubbliche di Udine. Infine, Palladio degli Olivi (1660), ci informa che F. F. “fu anche primo inventore dei disegno de’ molini, sieghe, e batti ferri a quattro ruote, con un solo cavallo, senz’acqua e vento”. Alla morte, avvenuta nel 1599, poco dopo aver fatto testamento, come da espresso desiderio sarà tumulato nel monumento dal lui eretto nella chiesa udinese di S. Pietro Martire.
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Il ponte
settembre 2015